Federforeste - FEDERBIM - Federazione Italiana dei ...

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Anno XXVI - N° 2 - Aprile - Giugno 2014 - Periodico Trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27-02-2004 n. 46) - Art. 1, Comma 1, CB - NO/GE - n. 0880/2009 Federforeste Federazione Italiana delle Comunità Forestali Assemblea Nazionale Assemblea Nazionale Da Pieve di Soligo Da Pieve di Soligo nuova ripartenza Federbim nuova ripartenza Federbim Smart Mountains Smart Mountains Una gestione sostenibile Una gestione sostenibile dell’energia dell’energia Appennino Appennino Un “Manifesto” Un “Manifesto” per la protezione del territorio per la protezione del territorio

Transcript of Federforeste - FEDERBIM - Federazione Italiana dei ...

FEDERBIM

oorrggaannoo uuffffiicciiaallee ddeellllaaFFeeddeerraazziioonnee NNaazziioonnaallee ddeeii CCoonnssoorrzzii ddii BBaacciinnoo IImmbbrriiffeerroo MMoonnttaannoo

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Federforeste Federazione Italiana delle Comunità Forestali

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Smart MountainsSmart MountainsUna gestione sostenibileUna gestione sostenibiledell’energiadell’energia

AppenninoAppenninoUn “Manifesto”Un “Manifesto”per la protezione del territorioper la protezione del territorio

Copertina n-2014 19-06-2014 11:22 Pagina 1

Diga di Campo Moro - Sondrio

FederforesteFederforeste, è nata come “Federazione Nazionale delle Forestali e delle Collettività Locali”, è sortanel 1981 con lo scopo di coordinare, tutelare e valorizzare l’opera dei Consorzi Forestalie delle Aziende Speciali – consorziali e/o singole –nella gestione razionale degliartt. 139-155 del R.D.L. n° 3267/1923 e successive norme legislative.

CCoonnssiigglliioo ddii aammmmiinniissttrraazziioonnee aannnnoo 22001133--22001177

Presidente: GGaabbrriieellee CCaalllliiaarrii

Consiglio nazionale: MMaassssiimmoo AAllbbaannoo – SSeerrggiioo BBaarroonnee – PPiieerr PPaaoolloo CCaammppoorreessii – EEuuggeenniioo CCiiooffffii – SSaallvvaattoorree MMaannffrreeddaaRRooddoollffoo MMaazzzzuuccootteellllii – DDaanniilloo MMeerrzz – AAnnddrreeaa MMoonnttrreessoorr – BBeenniittoo SSccaazzzziioottaa – MMaarriinnoo ZZaannii

Revisori dei conti: EEnnrriiccoo PPeettrriicccciioollii – AAnnttoonniioo BBiissoo – MMaassssiimmoo AAssccoolleessee – BBeenneeddeettttaa FFiiccccoo – MMaassssiimmoo NNaarrddii

Comitato dei Probiviri: OOssvvaallddoo LLuucccciiaarriinnii – PPaaoollaa GGrroossssii – GGiiuusseeppppee MMuurrggiiddaa – AAlleessssaannddrroo FFeeddii – PPaaoolloo GGiiaannnniinnii

FederbimFederbim è la Federazione Nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano.

Costituita in Bergamo il 17 Marzo 1962 ed eretta in ente morale con D.P.R. n° 194 del 31/01/1964 si pone l’obiettivo di ridistribuire sui territori montani

le risorse provenienti dai sovracanoni annui degli impianti idroelettrici, risorse finalizzate alla crescita culturale ed economica

delle popolazioni montane.

DDiirriiggeennttii FFeeddeerrbbiimm aannnnoo 22001133 -- 22001188

Presidente: PPeerrssoonneennii CCaarrllooVice Presidenti: PPeeddeerrzzoollllii GGiiaannffrraannccoo -- PPeettrriicccciioollii EEnnrriiccoo

Presidente dell’Assemblea: CCoonnttiisscciiaannii LLuuiiggiiGiunta Esecutiva: BBaacccciinnoo IIllaarriioo -- BBaarrooccccoo GGiioovvaannnnii -- CCiiooccccaarreellllii CCaarrllaa -- DDoonnaalliissiioo GGaabbrriieellee -- GGeennttiillee MMaarriioo -- IIaacchheettttii FFrraannccoo

KKlloottzz WWiillhheellmm -- RRaannccaann FFrraannccoo -- RRoommaannoo DDoommeenniiccoo -- SSppaaddaa EEggiillddoo -- SSvvaalluuttoo FFeerrrroo PPiieerr LLuuiiggii

ORGANO DI CONTROLLOPresidente: ZZaarrddeett BBaattttiissttaa

Membri effettivi: BBooiittaannoo GGiioovvaannnnii -- BBoonniinnoo IIggoorr AAlleessssaannddrrooMembri Supplenti: BBeebbeerr SSaannddrroo -- BBuussiiaa GGiioovvaannnnaa

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Editoriale p. 2

Mai più in discussione ad ogni cambio di Governo p. 4

Risparmio energetico ed energie alternative: p. 8la felice esperienza di un territorio

Legge sui piccoli comuni: p. 12opportunità importante per i territori montani

Acqua, il paradosso Italia p. 14

Nuove energie per le Smart Mountains p. 16

Il futuro passa dall’Appennino p. 18

Torna il Festival dell’Appennino p. 20

Consorzio BIM Po, Progetto “Volontariato del Monviso 2013” p. 22

Il patrimonio d’arte e lo sviluppo delle comunità dell’Appennino p. 24

Rideterminazione delle rendite catastali degli impianti idroelettrici p. 26

Federforeste p. 30

In copertina: Castel Brando - Cison di Valmarino (TV) SO

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Rivista Trimestrale della FFEEDDEERRAAZZIIOONNEE NNAAZZIIOONNAALLEEDDEEII CCOONNSSOORRZZII DDII BBAACCIINNOO

IIMMBBRRIIFFEERROO MMOONNTTAANNOO

Anno XXVI - N. 2APRILE - GIUGNO 2014

PPrreessiiddeennttee FFeeddeerraazziioonneeCarlo Personeni

IInnccaarriiccaattoo RRiivviissttaaEnrico Petriccioli

DDiirreettttoorree RReessppoonnssaabbiilleeGiampiero Guadagni

CCoommiittaattoo ddii RReeddaazziioonneeEnrico Petriccioli

Vicepresidente Federbim

Giovanni BaroccoCoordinatore comunicazione

Gabriele DonalisioEgildo Spada

SSeeggrreetteerriiaa ddii RReeddaazziioonneeFederbim

Gianfranco De Pasquale00185 - Roma

Viale Castro Pretorio, 116tel. 06 4941617

FederforesteVincenzo Fatica

Via Giovanni XXIII, 361040 - Frontone (PS)

RReeddaazziioonnee EEddiittoorriiaalleeCTP Service s.a.s.

17047 - Vado Ligure (SV)tel. 019 2076809 - [email protected]

IIlllluussttrraazziioonniiArchivio Federbim

Archivio Federforeste

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 476 del 29.7.1989

Associato all’USPIUnione Stampa Periodica Italiana

SSttaammppaaBrigati Tiziana

16164 - Genova Pontedecimotel. 010 714535 - www.editoriabrigati.it

SOMMARIO 19-06-2014 11:24 Pagina 1

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Ci sono fasi storiche cui restare fermi vuol dire tornare indietro.Stagioni in cui limitarsi a custodire con fierezza una tradizionegloriosa può portare quasi impercettibilmente al suo dissolvi-

mento. Questo è il momento di guardare decisamente avanti. A difesadei nostri Consorzi BIM si deve ora mettere a fuoco una fase nellaquale in modo efficace e una volta per tutte definire in modo omoge-neo e unitario il ruolo dei Consorzi nei territori di competenza. Un ruoloin quanto soggetti pubblici funzionali specificato dalle funzioni derivantidalla Legge 959/53. E i Consorzi sono soggetti esclusivi di queste fun-zioni, a partire dalla gestione delle risorse finalizzate allo sviluppo socioeconomico dei territori di competenza, in particolare quelli montani. Ri-sorse che potrebbero ad esempio essere investite in sotto canali spe-cifici come il risparmio energetico (Patto dei Sindaci) e la bonifica mon-tana finalizzata a prevenire potenziali dissesti idrogeologici.Insomma, tutti i Consorzi dovranno avere un compito ben definito nonpiù lasciato all’iniziativa del singolo Presidente o degli amministratori.Quindi non devono più esserci Consorzi che fanno e strafanno e altriche vegetano. Per ottenere questo risultato è anche indispensabileavere uno Statuto tipo di base per tutti i Consorzi, nel quale venganoindividuati ruolo e metodi operativi gestionali uguali per tutti. Conside-rando, naturalmente, eventuali particolarità-peculiarità statutarie dovutea situazioni locali o già in atto.Con questa operazione saremo meglio in grado di ribadire la nostra forza,la nostra specificità che traggono origine dalla 959; sottolineare inoltre chela risorsa sovracanone spetta esclusivamente ai Comuni (come ha confer-mato la Corte Costituzionale nel 2002); ma queste risorse vanno investitein modo corretto e solidale. Per controllarne la regolarità serve un punto diriferimento. E perché crearne di nuovi (i produttori elettrici già oggi faticanoad effettuare i circa mille pagamenti ai 63 Consorzi) visto che esistono iConsorzi BIM con costi della politica praticamente azzerati e costi di ge-stione al 7% dell’introito generale. Cifre documentabili, che sfatano leg-gende messe in circolo ad arte da chi vuole valorizzare se stesso in epocadi imprescindibile spending review. In queste categorie ci sono anche al-cune forze politiche e singoli parlamentari. Ma per fortuna chi deve saperesa. Anzi, non per fortuna, ma per una nostra azione diffusa e costante.Anche con il nuovo Governo guidato da Renzi. Abbiamo avuto incontricon i Sottosegretari agli Affari regionali Gianclaudio Bressa e dell’EconomiaGiovanni Legnini. In entrambi i casi abbiamo riscontrato non solo atten-zione ma anche consapevolezza del nostro ruolo. Con l’assicurazione chenon sono previsti stravolgimenti per i Consorzi BIM neppure nei provvedi-menti inerenti la riforma della Pubblica Amministrazione.Altro appuntamento istituzionale importante è stata l’audizione presso leCommissioni congiunte Ambiente e Bilancio per confrontarsi sulla propo-

UUnn ““PPrroottooccoolllloo”” ppeerr ii CCoonnssoorrzzii BBIIMM

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sta di legge Realacci ed altri recante “Misure per il sote-gno e la valorizzazione dei piccoli Comuni e dei territorimontani”. Ne parliamo in un articolo della rivista.Tutto ciò premesso e considerato, è necessaria un’evo-luzione del significato dei Consorzi BIM. Un esempiopotrebbe essere la costituzione di una Fondazione perla Montagna Italiana; Fondazione allargata ad altri sog-getti istituzionali. Avrebbe la rappresentanza di tutti i ter-ritori montani d’Italia, essere quindi un unico referenteche si interfaccia con Governo e Parlamento sulle te-matiche specifiche.Lo scopo dovrebbe essere quello di perseguire ogniazione diretta a favorire la crescita e lo sviluppo soste-nibile delle aree montane italiane, al fine di contribuireal conseguimento di equi rapporti sociali-economici tratutti i residenti sul territorio nazionale. L’interesse dellaFondazione è pertanto finalizzato a supportare effica-

cemente i Comuni montani, singoli o associati, i Con-sorzi BIM, le comunità locali, nella promozione e nellosviluppo del territorio, dando attuazione all’articolo 44della Costituzione all’art. 174 del Trattato di Lisbonasulla scorta dei principi di sussidiarietà; inoltre attivaretutte le risorse comunitarie (oggi poco sfruttate) - nazio-nali, regionali e locali - finalizzate alle azioni di greeneconomy e di sviluppo sostenibile.Queste nuove opportunità vanno vagliate, discusse,ma non posticipate. Dobbiamo essere pronti a poten-ziali cambiamenti, noi dobbiamo avere e fare propostealternative. I nostri Consorzi devono convincersi che itempi sono maturi per un nuovo ruolo importante. In-tanto, ripeto, partire da uno Statuto base per tutti.

Carlo Personeni

“Onde di montagna”… sull’Adriatico L’Istituto Comprensivo “Centro” di San Benedetto del Tronto vince il concorso promosso

da Federbim.Una fontana come allegoria: questo il tema del cortometraggio realizzato dai ragazzi dell’ISC

“Centro” di San Benedetto del Tronto che ha vinto il primo premio del concorso “Onde di Montagna” promosso dalla Federbim (Federazione Nazionale dei Consorzi di BacinoImbrifero Montano) in collaborazione con i due media giovanili Radio Jeans e la rivista Zai.net.

«Scopo del concorso – spiega Carlo Personeni, Presidente di Federbim, era quello di farconoscere alle nuove generazioni i Consorzi BIM e sensibilizzarle al risparmio

delle risorse a rischio esaurimento». Obiettivo raggiunto, dato che il tema del cortometraggio vincitore è proprio la forte discrasia

fra le risorse idriche sul nostro pianeta: I giovani alunni hanno ben rappresentato questoconcetto: protagonista è una ragazza assetata che non riesce a bere ad una fontana pubblica,

sotto lo sguardo incurante di altri giovani intenti a sprecare acqua.Quasi cento gli istituti partecipanti al concorso con elaborati di vario tipo, tutti di buon livello:

da articoli, a vere e proprie ricerche, video, fiction, servizi fotografici e reportage. Un successoche dimostra quanto le giovani generazioni siano sensibili a questa tematica.

La scuola vincitrice si porta a casa un premio di 3.000 euro in denaro, spendibile in un laboratorio radiofonico o in altra attrezzatura.

A vincere anche due studenti delle superiori che hanno partecipato singolarmente per la categoria foto: una studentessa dell’Istituto Canossiano di Feltre e uno studente

del liceo classico “Leopardi” di Macerata, che riceveranno rispettivamente 500 e 300 euro.

Link per vedere gli elaborati vincitori: http://www.zai.net/ondedimontagna/concorso/vincitori

I promotori La Federbim, Federazione Nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano,

rappresenta a livello istituzionale le problematiche dei 63 Consorzi BIM sul territorio italiano.

I partner Radio Jeans e la rivista Zai.net sono il più grande network giovanile sul territorio nazionale.

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Un cordiale saluto alle autorità presenti, ai Presidenti dei Con-sorzi BIM, ai rappresentanti di Consorzi, ai Sindaci e a tuttivoi qui convenuti per la nostra Assemblea.

Ringrazio il collega Battista Zardet per aver progettato ed organizzato l’As-semblea e il Convegno. Un convegno di spessore, come indica chiara-mente il tema: “Risparmio energetico ed energie alternative”. Argomentodi assoluta attualità non solo per il momento specifico ma soprattutto peril grande interesse che può rivestire per il futuro dei nostri Consorzi.Rispetto alla passata Assemblea del 28/11/2013 non vi sono stati avvi-cendamenti nelle cariche né nomine di nuovi Presidenti; dobbiamo in-vece registrare lo scioglimento del Consorzio BIM Tronto di Teramo.Nella Regione Abruzzo risultavano costituiti ed attivi due Consorzi BIM eprecisamente il Consorzio BIM Tronto ed il Consorzio BIM Vomano Tor-dino, presieduto dal collega Franco lachetti. Nel territorio di quest’ultimo– lo scorso novembre – abbiamo avuto il piacere e l’onore di inaugu-

La relazione delPresidente Personeni

all’Assembleanazionale tenutasi

a Pieve di Soligo (TV)

MMaaii ppiiùù iinn ddiissccuussssiioonnee aadd ooggnnii ccaammbbiioo ddii GGoovveerrnnoo

Tavolo della Presidenza

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rare la scuola di prima infanzia, donata da Federbim alComune di Montorio al Vomano quale contributo per idanni del terremoto del 2009 per un investimento dieuro 1.071.000,00, con finanziamenti di Federbim edi 29 Consorzi BIM. Per il Consorzio BIM del Tronto, composto da 8 Co-muni, fin dal 2010 sono – purtroppo – emerse contesta-zioni (in particolare per quanto concerneva la parte ge-stionale) e, malgrado ripetuti incontri sul territorio con Fe-derbim, Consorzio e Sindaci, non si è riusciti ad evitarnela chiusura, poi ufficialmente deliberata dalla RegioneAbruzzo nella seduta del 14 febbraio 2014.Allo stato attuale dei fatti – considerato che con D.M.7077 del 1954 è stato delimitato il comprensorio delBacino Imbrifero Montano del Tronto, che resta tuttorain essere, e tenuto conto del fatto che la maggioranzadegli 8 Comuni che ne fanno parte sarà oggetto di rin-novo amministrativo alle prossime elezioni di maggio –Federbim si impegna a contattare e sensibilizzare nonappena possibile i nuovi amministratori affinché valutinol’opportunità e la volontà di ricostituire questo Consorzioo perlomeno farne la gestione associata attraverso lanostra Federazione.

LLeeggggee 2244//1122//22001122 nn.. 222288 –– aarrtt.. 11 ccoommmmaa 113377 –– rriippee--rriimmeettrraazziioonneeII traguardo storico raggiunto da Federbim con la Legge228/2012 con la quale è stata eliminata la barriera alti-metrica, sta portando risorse aggiuntive nelle casse deiConsorzi, anche se non proprio tutti quelli dovuti. Di-versi concessionari, infatti, stanno pagando, ma EnelProduzione – malgrado i numerosi solleciti – ad ogginicchia. Edison, Enel Green Power ed altri due produt-tori minori, invece, hanno citato in giudizio i Consorzi ri-chiedenti con varie motivazioni: contestazione in quantole derivazioni pur in area BIM non sono montane; richie-sta alla Corte Costituzionale di conferma della legittimitàdell’art. 1 comma 137 della L. 228/2012; obbligo per iConsorzi di indicare gli interventi infrastrutturali cui sonodestinate le somme da versare.Naturalmente Federbim ha ritenuto utile e doverososostenere i Consorzi citati “in adiuvandum”. Allostato attuale ci troviamo con ben 10 cause apertepresso i T.R.A.P. di Torino, Milano, Venezia e 2 alT.S.A.P. di Roma.Un primo giudizio è già stato emesso dal T.R.A.P. diMilano contro Enel Green Power a nostro favore, conrifusione delle spese al 100%. Immediatamente lacontroparte ha depositato ricorso al T.S.A.P. di Roma,bloccando quindi l’esecutività del giudizio. La sen-tenza dovrebbe essere emessa il 10 dicembre.Tutto questo complesso iter comporta spese non in-differenti per le varie difese “in adiuvandum”. Federbimha pertanto deciso che – d’ora in poi – valuterà casoper caso eventuali nuovi ricorsi in adiuvandum, e soloper casistiche nuove e particolari.

È evidente che le contestazioni messe in atto sono fi-nalizzate dapprima a procrastinare i pagamenti e, inseconda istanza, a chiedere l’incostituzionalità dellanorma con tempi di giudizio lunghissimi.A questo proposito, ricordo a tutti gli Amministratori pre-senti, che annualmente vanno messi in mora i conces-sionari inadempienti sia per quanto riguarda gli arretrati,sia per la richiesta annuale dei sovracanoni dovuti. Invece sono sicuro che l’inventario delle derivazioni al-l’interno dell’area del Consorzio, al di sotto del perime-tro altimetrico sia già stato effettuato con l’invio dellerelative richieste.

SSoolliiddaarriieettàà ppeerr ll’’aalllluuvviioonnee iinn SSaarrddeeggnnaa ee CCaallaabbrriiaaNel novembre scorso, a seguito di eventi calamitosicausati da alluvioni che hanno colpito Comuni appar-tenenti a zone BIM o associati provocando morti edanni ingenti, Federbim ha avviato una sottoscrizionedi solidarietà a loro favore per dimostrare concreta-mente la nostra vicinanza. Sollecito per questo l’inviodei versamenti (o per lo meno le delibere di impegno)a Federbim, la quale coordinerà e deciderà le opereda realizzare a favore delle zone sinistrate in collabora-zione con i Consorzi locali.

TToouurriinngg CClluubb IIttaalliiaannooCome ben sapete abbiamo sottoscritto un protocollod’intesa con il Touring Club Italiano; però pochi Consorzihanno instaurato un rapporto diretto di collaborazione.Sollecito quanti non l’hanno ancora fatto a contattare ilTci, in particolare i Consoli di riferimento regionale, perpubblicizzare e dare maggiore risalto a eventi territorialinell’interesse dei propri Comuni associati e per unosviluppo turistico di interesse per l’economia locale.

FFuuttuurroo ddii FFeeddeerrbbiimmÈ noto, per noi di Federbim e per i nostri Consorzi,che è indispensabile una corretta applicazione della L.

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Battista ZardetPresidente del Consorzio BIM Piave di Pieve di Soligo (TV)

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959/1953, la legge istitutiva del sovracanone e deiConsorzi BIM. Durante la discussione al Senato delddl Delrio, si sono registrati numerosi emendamentiche chiedevano la chiusura dei nostri Consorzi ed ilconseguente dirottamento delle relative risorse alla fi-scalità “generale”. Nel testo definitivo alla fine nonsono più stati chiamati in causa i Consorzi BIM, grazieanche alla richiesta di “fiducia” da parte del Governoche ha accantonato tutti gli emendamenti.In questo veloce panorama delle nostre problemati-che, non possiamo dimenticare i numerosi attacchi ri-cevuti dall’Upi, l’Unione della Province d’Italia, nelle piùdisparate direzioni, soprattutto con affermazioni deltutto infondate sul costo di gestione dei nostri Con-sorzi (cifre che variano tra i 180 e i 260 milioni di euroassolutamente inverosimili).Siamo stati costretti a fare intervenire il nostro legale adifesa dell’onore dei Consorzi, e della verità. Il 27marzo scorso è stata notificata all’Upi tramite il nostrolegale una diffida ufficiale. Martedì 8 aprile, nel corsodella trasmissione “Ballarò” su Rai 3, Sergio Rizzo,giornalista del “Corriere della Sera”, ha letto alcuni datidi un documento Upi sui costi di gestione dei Con-sorzi BIM. Ho immediatamente ma inutilmente cercatodi contattare Rizzo. E poi gli ho inviato una e-mail,nella quale ho precisato che quei dati sono errati,contestati fin dal 2011, con raccomandate inviate alpresidente Upi precedente e subito rinnovate nel2013 al nuovo presidente Saitta.Tutto ciò è stato documentato al giornalista Rizzo alquale non è rimasto che prendere atto e ricono-scere l’errore.Ringrazio i colleghi che hanno apprezzato la reazioneimmediata della Federbim, con telefonate e messaggidi solidarietà e apprezzamento. Ora pensando alle problematiche governative inerenti iConsorzi BIM, va preso altresì in seria considerazionequanto ha dichiarato nei vari interventi di replica al Se-nato il Sottosegretario di Stato alla Presidenza delConsiglio dei Ministri On. Gianclaudio Bressa, che hala delega alla montagna: “Non siamo di fronte a svolteepocali, però siamo di fronte ad una questione storicadell’articolazione territoriale amministrativa italiana inparticolare la questione delle funzioni fondamentali diarea vasta e le Unione dei Comuni… questo disegnodi legge avrà contenuti che porteranno importanti ri-sparmi di spesa… il Parlamento ha il dovere di metteremano alla riforma delle autonomie. La cosa importanteè che si definiscano le funzioni di area vasta, in ra-gione non della loro dimensione, ma delle cose chedevono fare: si tratta di ciò che non possono fare iComuni, perché sono di dimensione troppo piccola, eche non è giusto facciano le Regioni, perché sono didimensione troppo grande…. la dimensione dell’areavasta sarà l’unica dimensione riconosciuta tra il livellocomunale e quello regionale e ciò significherà che sa-

ranno circa 4 o 5 mila gli enti regolatori intermedi cheverranno meno, perché l’area vasta interpreterà que-sta funzione decisiva e fondamentale, sia dal punto divista regolatorio, sia dal punto di vista gestionale …..Capite dunque che, per la prima volta, entriamo in unordine di idee per cui la rappresentanza non è più unarappresentanza politica, ma una rappresentanza terri-toriale perché saranno i sindaci e i consigli comunali adecidere quali saranno i compiti dell’area vasta”.Immediatamente dopo, il 9 aprile, ho avuto un collo-quio chiarificatore con il sottosegretario Bressa, in-sieme ai due Vicepresidenti, grazie anche alla collabo-razione dell’On. Albrecht Plangger. L’incontro è statopositivo in quanto si è convenuto con chiarezza sul-l’importanza del sovracanone e sulla sua gestione at-traverso i Consorzi BIM.Non è stato necessario spiegare al Sottosegretariocosa sono i Consorzi BIM e le specifiche peculiaritàche ben conosce; anzi è stato critico su quei Con-sorzi che operano genericamente o non operano fa-cendo solo il passaggio di quote. Ma quello che oggi a noi interessa è di non esserepiù messi in discussione ogni qualvolta cambia unGoverno.L’intesa è che gli uffici del Ministero e la Federazionestudieranno in collaborazione un nuovo ruolo opera-tivo per tutti i Consorzi BIM. Si è quindi avviata un’im-portante fase di collaborazione con il Ministero AffariRegionali, già iniziata lo scorso anno con il Sottose-gretario Ferrazza del Governo Letta.Tutto ciò premesso e considerato è assolutamente in-dispensabile da parte nostra esporre conseguenti edovute valutazioni, poiché non dobbiamo assoluta-mente essere fra quei 4-5 mila enti intermedi da abo-lire ma – al contrario – vogliamo essere riconosciutiper la nostra reale e concreta funzione e quindi con-fermati ed anzi messi in condizione di poter offrire econtare di più.Federbim, infatti, chiede un ruolo ben definito per met-tere in condizione tutti i Consorzi BIM di operare fattiva-mente, poiché i nostri Consorzi sono in grado di ge-stire e investire direttamente sul proprio territorio la ri-sorsa sovracanone. Le risorse introitate vengono con-cretamente e proficuamente investite a favore dello svi-luppo socio economico e per la bonifica montana, me-diante progetti che possono contribuire a migliorare laqualità della vita. Esempio virtuoso di gestione diretta diprecise politiche di sviluppo destinate con particolareattenzione alle realtà territoriali più svantaggiate.Possiamo affermare con la massima sicurezza che –grazie alla risorsa sovracanone – da una parte i Con-sorzi BIM rappresentano un motore per la crescita lo-cale e dall’altra si ergono a difesa e a protezione dellearee montane.È per questo motivo che desideriamo sempre asserireche il modo più corretto per definire un Consorzio BIM

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è quello di “Ente pubblico funzionale non economico,a carattere volontario”, struttura organizzativa idoneaalla gestione del sovracanone e quindi correttamentedeputato alla valorizzazione di questa risorsa, attra-verso politiche di investimento in favore dei territori dicompetenza. Risorse che – altrimenti – verrebbero di-sperse – sia in termini finanziari sia in termini di inizia-tiva progettuale – tra una pluralità di Enti, spesso deltutto distanti dal territorio e dalle problematiche locali.Ecco che per poter mettere i Consorzi BIM in condi-zione di operare fattivamente il legislatore deve essereconsapevole di queste opportunità, farne le dovutevalutazioni, per poi tramutarle in opportunità concrete.È indispensabile avere una comune visione politica peril futuro della montagna italiana, da condividere con al-tri soggetti rappresentativi in modo da creare una “ReteMontagna” e quindi promuovere la riscrittura di unanuova legge sulla Montagna italiana nella quale preve-dere un ruolo ben definito per i Consorzi BIM, chevada oltre le funzioni previste dalla legge 959/53, oc-cupandosi di energia rinnovabile, di risparmio energe-tico, di difesa idrogeologica e sistemazioni idraulico fo-restali nei territori montani in via preventiva e non –come avviene invece purtroppo quasi sempre – a po-steriori per cercare di sanare i danni già prodotti.In questa legge andrebbe considerata anche una nuovastrategia dei Consorzi BIM, con un particolare coinvolgi-mento nell’ambito della gestione idroelettrica nazionale.Non va dimenticata infatti l’opportunità proposta dal-l’art. 3 della L. 959/53, che prevede la possibilità per iConsorzi BIM di ritirare energia dai concessionari insostituzione del sovracanone. Va infatti preso attodella liberalizzazione in campo energetico, e conside-rando in particolare l’art. 1 comma 32 della Legge239/2004 (Marzano), la legge sul riordino energeticoche riconosce di fatto i Consorzi BIM quali produttorivirtuali di energia elettrica e quindi autorizzati a cederel’energia spettante in sostituzione del sovracanone.Va anche, e non da ultimo, considerata la strategiaeuropea definita come “Europa 2020” che ha lanciatouna sfida che ruota attorno a tre priorità che ne qualifi-

cano la crescita come “intelligente, sostenibile, inclu-siva”. Ad esse si affiancano poi ben cinque obiettivistrategici, tra i quali l’ambiente e l’energia con il signifi-cativo richiamo al protocollo “20-20-20”.E proprio in questo contesto i Consorzi BIM si pos-sono proporre per operare concretamente in questidue specifici settori:– risparmio energetico e produzione di nuove energie

rinnovabili non impattabili;– difesa idrogeologica e sistemazione idraulico fore-

stale.Possiamo così continuare a gestire direttamente lenostre risorse investendole nei territori di competenzacon uno sguardo specifico e particolareggiato rivolto aquesti “nuovi” settori. Il tutto potrà ovviamente attuarsiin aperta collaborazione con Ministeri e assessorati re-gionali preposti, senza gravare sui rispettivi bilanci.È questa – a nostro avviso – un’opportunità da studiarein modo approfondito, proporre e concretizzare in previ-sione della stesura – a breve – della nuova legge sullamontagna. Inserire in questa legge un nuovo ruolo spe-cifico per i Consorzi BIM significherà indirizzare tuttiverso una precisa e fattiva operatività, non più lasciataall’iniziativa più o meno attiva dei vertici del Consorzio. Iltutto senza togliere – ovviamente – la possibilità di con-tinuare ad operare su delega dei Comuni per realizzaree sviluppare altre iniziative o gestire servizi. Concludo ribadendo che è indispensabile rafforzare lospirito di squadra per vincere questa grande sfida.Non dobbiamo farci scappare le opportunità che ab-biamo nelle nostre mani, per pretendere un ruolo bendefinito e propositivo. Non vogliamo più essere dellesemplici comparse, ma primi attori, partecipare diret-tamente alla gestione.È in gioco la capacità di costruire precise “prospettive”per il nostro futuro, considerata la notevole portataeconomica delle risorse gestite dai Consorzi, risorseche – è bene ricordare sempre – non gravano sulla fi-nanza pubblica.

Carlo Personeni

Veduta della sala

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In occasione dell’Assemblea nazionale, la Federbim, in collabora-zione con il Consorzio BIM Piave di Pieve di Soligo (TV), ha orga-nizzato il 15 aprile il Convegno “Risparmio energetico ed energie

alternative”.Al centro dell’iniziativa, moderata da Roberto Zava, il ruolo specifico in-dividuato da tempo da Federbim per i Consorzi BIM per la realizzazionedi iniziative finalizzate allo sviluppo del risparmio energetico e delle fontirinnovabili si confronta con la realtà Consorzio BIM Piave che da tempoha dato spazio operativo alle tematiche energetiche assumendo la ve-ste di promotore di produzione di energia rinnovabile, risparmio energe-tico e di fornitura calore con l’intenzione di generare un’opportunitàeconomica e di sviluppo del territorio in relazione al risparmio energe-tico tradizionale ed allo sfruttamento di risorse naturali con tecnologieinnovative. Per perseguire questi obiettivi nel novembre del 2005 hacostituito la Società strumentale ai Comuni consorziati BIM PiaveNuove energie srl.Il Presidente Battista Zardet del Consorzio BIM Piave di Pieve di Soligo(TV) ha ringraziato la Federbim per l’opportunità offerta ai Consorzi BIMPiave di Treviso, Belluno e Venezia, che da tempo lavorano in sinergia eche possono esternare le proprie esperienze nel campo energetico enon solo e che ritiene possano essere messe a disposizione di altriConsorzi, anche più piccoli, per promuovere azioni di sensibilizzazione,

RRiissppaarrmmiioo eenneerrggeettiiccoo eedd eenneerrggiiee aalltteerrnnaattiivvee::

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In occasionedell’Assemblea

nazionale, il Convegnoorganizzato

da Federbim in collaborazione con il Consorzio

BIM Piave di Pieve di Soligo (TV)

Il tavolo della Presidenza

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di gestione e di realizzazione nei loro territori. Il Con-sorzio BIM Piave, ha sottolineato Zardet, è una bellarealtà che si è sviluppata con la nascita di ASCO Hol-ding spa ove i Comuni del Consorzio detengono il74% del capitale e di Ascopiave spa ove gli stessi Co-muni detengono il 60% del capitale della Società quo-tata in Borsa. Nel suo intervento, l’assessore provinciale di Treviso al-l’Ambiente Alberto Villanova ha ricordato che la Provin-cia ha fatto dei temi energetici uno dei suoi principaliobiettivi primari a tutela del territorio e per la crescita aeconomica e sociale all’insegna della sostenibilità edintegrazione. Iniziative fatte di piccoli interventi, come icontributi per la sostituzione di caldaie con modelli piùefficienti che comportano un risparmio energetico, mi-nori costi di combustibile e lavoro per gli artigiani sonoun messaggio concreto per aiutare il cittadino e persostenere l’ambiente. Iniziative che il Sole 24 Ore ha ri-conosciuto come una “buona pratica” da imitare. Da parte sua il Presidente di Federbim Carlo Perso-neni ha sottolineato che la politica della realizzazionedi iniziative in campo delle energie da fonti rinnovabili edel risparmio energetico è un nuovo ruolo che i Con-sorzi BIM devono assumere anche attraverso unaforma di istituzionalizzazione da far riconoscere dalGoverno e Parlamento.

Parola poi al Senatore di Forza Italia Giovanni Piccoliche, dopo aver salutato gli ex colleghi dei ConsorziBIM, ha rilevato come il futuro dei Consorzi passi all’in-terno dell’ambito vasto delle riforme, attraverso la quali-ficazione delle attività rimarcate dal Presidente Perso-neni: dissesto idrogeologico, risparmio energetico eproduzione da fonti energetiche rinnovabili. Aggiun-gendo a queste l’innovazione tecnologica, perché

quella nel risparmio energetico è ormai un fatto quoti-diano. Con le nuove tecnologie è infatti possibile rego-lare e controllare il funzionamento di un palo delle pub-blica illuminazione, della centrale termica di una casa,di una scuola, la centralina da remoto, accoppiare l’im-pianto fotovoltaico con la lavatrice della Casa di Riposoe via dicendo. Ma il tema può essere allargato adesempio alla necessità degli Enti di relazionare con icittadini e con le imprese attraverso Web, attraversotutte le forme digitali attualmente praticabili. Le nuove tecnologie peraltro possono essere ungrande aiuto nella vita quotidiana in montagna, anchedal punto di vista dell’assistenza sanitaria.

Stefano Donadello, amministratore unico di BIM Nuoveenergie srl, ha invece relazionato sulle esperienze edattività promosse dalla Società partecipata dal Consor-zio BIM Piave.Donadello ha proposto un caso concreto e innovativolegato ad un ciclo di vita di un impianto che BIM PiaveNuove Energie, partecipata dal Consorzio BIM e daASCO Holding, gestisce in nome e per conto dei Co-muni soci. Una società completamente pubblica natanel 2006, che si è subito occupata di installazioni diimpianti da fonti rinnovabili. Dal 2008 BIM Piave Nuove Energie ha iniziato la ge-stione calore per rispondere alle esigenze di affidare ilpatrimonio impiantistico dei Comuni soci ad una Societàspecializzata che operava sotto il controllo diretto deiComuni stessi. Partiti con 9 Comuni, 68 impianti e 2 di-pendenti, oggi è presente in 49 Comuni con 503 im-pianti gestiti, con 2.002 centraline tele gestite, 12 dipen-denti in forza ed un fatturato di circa 5 milioni di euro.Il programma 2014-2016 punta a caldaie di nuovaconcezione cogenerativa. Un nuovo modello di ge-

Il Senatore Giovanni Piccoli

Il relatore Stefano Donadello

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stione del ciclo di vita dell’impianto termico che utilizzatelefonini, computer e dei microchips, forma più evo-luta dei codici a barre. Tutto è trasparente ed on-line:sia la gestione degli impianti termici che delle manuten-zioni, dei documenti e dei reports “dematerializzati”.

È stato poi il turno di Giorgio Balzan, responsabile tec-nico della Società S.I.T. srl di Belluno che è partecipatadal Consorzio BIM Piave di Belluno e da quello di Tre-viso e da tutte le Unioni Montane di Belluno. La SIT èuna Società strumentale, partecipata solo dai sociopera esclusivamente per loro. In tale ottica su man-dato, prima, del Consorzio BIM Piave di Belluno, giàdagli anni 2000, è stato attivato un importante progettodenominato “sistema informativo territoriale”. Tutte leoperazioni legate al risparmio energetico hanno un’ot-tica di gestione di impianti esistenti. Il ruolo della Sit è dimettere in rete tutte le informazioni. Il sistema informa-tivo è dunque un contenitore di dati che ha assoluta-mente la necessità di essere tenuto aggiornato in ma-niera puntuale con procedure, con delle linee guidastrutturate che consentono in maniera semplice diavere progetti semplici in modo che tutti, soprattutto glioperatori comunali, abbiano l’opportunità di accedereed aggiornare i dati per quanto di competenza. È unostrumento che consente di conoscere e pianificare; dàl’opportunità agli amministratori di prendere decisionisu base di dati certi. Alcuni numeri: oggi il sistema in-formativo è attivato in 67 Comuni della Provincia di Bel-luno e in 34 del Consorzio BIM Piave di Treviso ed inuna decina di Comuni extra Consorzio. Il Sistema usa una piattaforma totalmente web, che hacosti complessivi molto bassi e che assicura all’opera-tore una riduzione sostanziale di tempo.Ma senza formazione capillare del personale non si va

da nessuna parte. Vanno presi per mano gli operatoricomunali e bisogna prendere per mano anche i pro-fessionisti esterni per accompagnarli verso un per-corso di innovazione tecnologica.Ma bisogna saper partire da zero, coinvolgendo glioperatori fin dall’inizio dal rilievo semplice sul campo al-l’importanza di gestione del dato. La motivazione poi èfondamentale per andare verso il rinnovamento dellaPubblica Amministrazione e ovviamente a base una in-frastruttura di rete che deve avere un minimo di qualità. Parola a Stefano Savaris, segretario del ConsorzioBIM Piave di Belluno che ha parlato sul tema “Dallagestione intelligente dell’energia alla Smart City”. Inquesti ultimi anni questo Consorzio ha avuto il man-dato specifico di occuparsi principalmente di energiae di innovazione. Parliamo del progetto Alp Energy,primo approccio al tema della Smart Grid e di conse-guenza della Smart City. Il progetto Alp Energy è unprogetto europeo di cooperazione territoriale che haraggruppato partners di tutto l’arco alpino, Francia,Germania, Slovenia e Svizzera. Step successivo diVirtual Power System, un sistema di gestione intelli-gente dell’energia e in particolare dell’energia prodottoda fonti rinnovabili e da generazione diffusa. Le SmartGrid che sono la base per poter attuare questi VirtualPower System sono invece le reti intelligenti di tra-smissione dell’energia, ovvero l’abbinamento della retedi energia elettrica con una rete di trasmissione dati. Acosa serve il Virtual Power System: ad ottimizzare laproduzione energetica da queste fonti rinnovabile, otti-mizzando contemporaneamente anche il consumo dienergia, e quindi cercando di far coincidere il più pos-sibile i picchi di produzione con i picchi di consumoed eventualmente riuscire a portare allo stoccaggiol’eventuale energia prodotto in eccesso. Fa quindi ve-dere uno schema di rete elettrica a Belluno tanto pervedere un’immagine.Perché il Consorzio BIM Piave di Belluno è stato chia-mato a far parte della compagine di questo progetto?Perché i suoi Comuni da un lato sono proprietari di im-pianti di generazione di piccola taglia, in particolare diidroelettrico ma anche eolico o solare, ed ora si stannoimplementando anche impianti di cogenerazione a bio-masse, ma nello stesso tempo i nostri comuni sonocome tutti i comuni dei grandi consumatori di energiaelettrica. In questo senso, all’interno del sistema delConsorzio, c’era un microcosmo dove era presente siala produzione che il consumo e si poteva intervenirecon le logiche del Virtual Power System. Che cosa èstato fatto nel territorio? Una piccola sperimentazionedi tecnologie nuove andando a monitorare da un latouna produzione di alcune piccole centrali, quattro inparticolare; e dall’altro lato alcuni carichi elettrici dei Co-muni: un paio di municipi Lorenzago e San Pietro diCadore, una scuola sempre a Lorenzago di Cadore eduna casa di Riposo a Puos D’Alpago ed in particolare,

Il relatore Giorgio Balzan

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la cosa che ha poi acconsentito di parlare di SmartCity, un impianto di pubblica illuminazione di 74 puntiluce a Lorenzago di Cadore. Lo schema dunque è: daun lato la generazione dell’energia e dall’altro il con-sumo e in mezzo un sistema di gestione intelligente,una sorta di software che sovrintende ai sistemi di mo-nitoraggio e che consente anche di intervenire poi nellagestione soprattutto di carichi elettrici in quanto sullaproduzione è più difficile intervenire. Questo software èstato realizzato in via sperimentale, è un prototipo cheabbiamo noi in casa, realizzato con il Cnr e in collabo-razione con Telecom Italia nell’ambito di un accordo traConsorzio BIM e Ministero dell’Innovazione. Qual è l’obiettivo? Stimolare il legislatore ad una mi-gliore applicazione del consumo in loco; ad oggi la le-gislazione non lo favorisce molto per favorire l’intera-zione tra i produttori ed i consumatori locali. La Provin-cia produce due volte e mezza l’energia che con-suma, quindi ha tutto l’interesse che l’energia rimangasul territorio e che venga consumata nel territorio e sichiede al legislatore di favorire questa situazione.

Ultimo relatore in scaletta il manager Dario Bossoni diEmerson Process Management, un’azienda di solu-zioni tecnologiche.La casa madre è una multinazionale americana, circa100 mila dipendenti sparsi in tutto il mondo, 250 in Italiadistribuite su tutto il territorio nazionale. Fornisce solu-zioni tecnologiche che partono dai sistemi di misura tra-dizionali, quindi sistemi di misura di portata, di pres-sione, di temperatura, per arrivare a sistemi di controlloe supervisione di gestione dei dati per poi arrivare a si-stemi che vanno ad integrarsi con gli argomenti che ab-biamo visto prima, con le Smart city e così via. Normative e incentivazioni sono in continua evoluzione;

c’è stata la liberalizzazione del mercato dell’energia enon c’è più il monopolio, sono nati tanti soggetti cheproducono e vendono energia direttamente nel territo-rio nazionale, il famoso pacchetto clima 20.20.20.Oltre al pacchetto clima ed al PAN ora c’è il Burden

sharing Regionale, che è la partecipazione di ogni re-gione al raggiungimento degli obiettivi nazionali dellaproduzione da fonti rinnovabili. Perché questo: perchéè stato visto che facendo l’analisi di tutte le diverse re-gioni ci sono delle regioni che addirittura superano gliobiettivi posti da pacchetto clima altre regioni chesono completamente al di sotto. Quindi con questoBurden sharing Regionale ogni regione deve dotarsi diun piano per raggiungere gli obiettivi nazionali, pena ilcommissariamento.Fondamentale per la crescita delle comunità è l’inte-grazione tra supporto tecnologico delle aziende e la-voro sul territorio di realtà come i BIM. La gestione inte-grata è il passo collegato alla gestione distribuita; se hotanti piccoli impianti il vantaggio del produttore è chese riceve tutti questi dati su una rete intelligente ha lapossibilità di ottimizzare le risorse disponibili e privile-giare un tipo di produzione rispetto ad un altro a se-conda dei miei parametri economici; se tutte questeinformazioni non vengono convogliate su una stessarete, su uno stesso data base è difficile poi deciderecome gestire la produzione con che tematiche o chetempistiche. Il vantaggio per il gestore o produttore èconoscere queste informazioni. Anche il consumatorefinale ha un ottimo vantaggio perché può decidere inquale momento utilizzare l’energia a seconda di quantocosta meno. Avere un sistema intelligente poi aiuta adavere un nostro approccio sui consumi energetici.

Giampiero Guadagni

Il relatore Dario Bossoni

Veduta della sala

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Introduzione di agevolazioni sull’affitto nei centri minori: promozionedella cablatura e della banda larga; incentivazione della residenza;garanzia della presenza e della qualità di servizi indispensabili

come sanità, trasporti, istruzione, servizi postali, risparmio; recupero deicentri storici e la tutela del patrimonio ambientale. E ancora: i comunipotranno promuovere i prodotti tipici locali e indicare anche nella cartel-lonistica stradale le produzioni tipiche, e grazie all’istituzione di un Regi-stro Nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali potranno certificarela gestione sostenibile delle foreste e dei suoli agricoli.

LLeeggggee ssuuii ppiiccccoollii ccoommuunnii:: ooppppoorrttuunniittàà iimmppoorrttaannttee

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L’apprezzamento del PresidentePersoneni sul

ddl Realacci-Borghi in occasione

dell’audizione di Federbim

in Commissione alla Camera

Scorcio delle Dolomiti

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Sono questi i contenuti principali del ddl Realacci-Bor-ghi “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei pic-coli Comuni e dei territori montani”, che riguarda il so-stegno e la valorizzazione dei 5.700 comuni con po-polazione pari o inferiore a 5 mila abitanti e dei territorimontani e rurali. “Un’occasione importante che indica una chiara dire-zione di marcia: considerare i nostri piccoli comuniuna straordinaria occasione per difendere la nostraidentità, le nostre qualità e costruire il futuro”: così pre-senta il provvedimento Ermete Realacci, Presidentedella Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pub-blici della Camera e primo firmatario del disegno dilegge assieme ad oltre 70 parlamentari di vari gruppi,a cominciare da Enrico Borghi della CommissioneAmbiente, relatore della legge con Antonio Misianidella Commissione Bilancio.La legge, insomma, nasce con l’intento esplicito di di-fendere l’identità delle nostre comunità, ovviamenterazionalizzando e mettendo in comune i servizi, adesempio con l’uso dello strumento delle unioni dei co-muni. “Questa legge – ha concluso Realacci – èun’opportunità per tutto il Paese. Se vogliamo chel’Italia rafforzi la sua presenza sui mercati globalizzatigrazie alla qualità e all’identità di cui è portatrice, infatti,dobbiamo scommettere sui nostri piccoli comuni,sulla forza dei nostri territori. Per rilanciare l’economia ebattere la crisi l’Italia deve fare l’Italia e puntare, oltreche su innovazione, ricerca e conoscenza, sulle coseche la rendono unica: bellezza, qualità, paesaggio,storia, coesione sociale, legame con i territori”. Nelle settimane scorse le audizioni in seduta con-giunta tra le Commissione Ambiente, Territorio e LavoriPubblici e Bilancio della Camera dei Deputati.Ad essere ascoltate le più importanti realtà del mondoassociativo e di rappresentanza, dall’Anci all’Uncem,passando per Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Federpar-chi, Fai, Italia Nostra Legambiente, Legautonomie e Wwf.

Il 28 aprile è stato il turno di Federbim. Il PresidenteCarlo Personeni fa sapere: “Abbiamo espresso un ge-nerale apprezzamento sulla proposta di legge ed ab-biamo ringraziato per aver avuto, finalmente, l’occa-sione di parlare della peculiarità dei Consorzi BIM, delloro fattivo contributo allo sviluppo socio-economicodei territori montani e della nostra disponibilità ancheper il futuro a lavorare costruttivamente con le Com-missioni parlamentari che si occupano di Ambiente,Energia e Territorio”.Sulla stessa lunghezza d’onda l’Uncem. “Questa pro-posta di legge, dopo la 97/94, è la prima misura cheaffronta concretamente e in maniera organica i pro-blemi dello sviluppo del territorio montano. Riteniamoin particolare rivoluzionario l’introduzione di un sistemadi remunerazione dei servizi ambientali”, sostiene daparte sua Lido Riba, membro della giunta nazionaledell’Uncem. Il testo peraltro integra, per quanto riguarda i piccolicomuni, quello appena entrato in vigore sotto il profiloordinamentale che valorizza la gestione associata deiservizi, la cosiddetta legge Delrio. Sul testo c’è il giudi-zio positivo di Federbim. In particolare il presidenteCarlo Personeni appoggia le richieste avanzate da di-verse forze politiche di tenere conto della specificitàdella montagna. Soddisfazione per alcune norme con-tenute nel provvedimento e che possono aiutare gliamministratori locali dei piccoli comuni. In particolarel’aumento del numero dei consiglieri e dei componentidella giunta, vitale per l’espletamento efficiente del-l’amministrazione e per l’introduzione della possibilitàdi un terzo mandato per i sindaci di comuni con menodi 3 mila abitanti.Da Federbim pieno sostegno anche all’avvio di unanuova fase di collaborazione tra l’Anci e il Ministro de-gli Affari regionali Lanzetta sulle vicende concernenti ipiccoli comuni, con particolare riguardo alla necessitàdi eliminare il Patto di Stabilità per i comuni fino a 5mila abitanti. Federbim resta comunque vigile sulle im-plicazioni del ddl costituzionale di riforma del Titolo V.

Giampiero Guadagni

On. Enrico Borghi

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Il Paese che ha ideato acquedotti e fognature rischia di pagare unprezzo alto per il mancato adeguamento degli scarichi: fino a 800milioni all’anno di multe per infrazioni Ue se non fa qualcosa entro

il primo gennaio 2016. Non solo. Sulla bilancia della gestione della ri-sorsa idrica pesa anche il ritardo tra il Nord e il Sud del nostro Paese.Per non parlare della mancanza di investimenti che rallenta l’avvio diopere e infrastrutture.La fotografia sul servizio idrico è stata scattata dal rapporto “Blue book”– realizzata a cura della Fondazione Utilitatis in collaborazione con Fe-derutility (la Federazione dei gestori del servizio idrico) – e presentata loscorso 14 maggio presso la Camera dei deputati. Per allinearci agli standard europei – racconta il ‘Blue book’ – servireb-bero circa 5 miliardi di euro all’anno di investimenti, pari a 80 euro perabitante all’anno. Ma allo stato attuale se ne investono circa 30 euro adabitante (1,6 miliardi all’anno).

AAccqquuaa,, iill ppaarraaddoossssoo IIttaalliiaa

Il rapporto “Blue book”

realizzato da Federutility,

presentato alla Camera il 14 maggio

Acquedotto romano

40-attualità-Fereutility_14 19-06-2014 11:45 Pagina 14

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In Europa la situazione è diversa: in Danimarca peresempio si arriva a 129 euro per abitante all’anno.Sulla questione arriva l’appello di Erasmo D’Angelis,neo responsabile dell’Unità di missione di PalazzoChigi per il contrasto all’emergenza idrogeologica: “Vafatto un punto zero. Dobbiamo riuscire a fare in modoche il pubblico sia in grado di risolvere le emergenze.Non possiamo ripetere, con la partita della depura-zione, la figuraccia internazionale fatta con la spazza-tura di Napoli”. D’accordo il Viceministro allo Sviluppoeconomico Claudio De Vincenti: “Abbiamo bisogno dirimontare il ritardo infrastrutturale che riguarda tutti isegmenti del servizio, anche se in modo particolar-mente accentuato il lato della depurazione”. Intenzione del Governo è di anticipare alcuni puntidel collegato ambientale alla Legge di Stabilità ri-spetto al tema dell’acqua, con misure che mirano afar ripartire cantieri idrici che aspettano da anni. Al si-stema idrico, afferma De Angelis, bisogna integrare

almeno altre due emergenze: i cambiamenti climaticie la difesa dal dissesto idrogeologico. Il governo hasvoltato e ha preso in carico il coordinamento.L’obiettivo – conclude D’Angelis – è far spendere gli1,6-1,7 miliardi fermi, aggiungendo a questi anche iFondi europei. Dalla ricerca emergono molti altri dati importanti.Il settore “industriale” dell’acqua vale 7,2 miliardi, con27.800 occupati. Per un totale di 5,2 miliardi di metricubi di acqua consegnata, una lunghezza degli ac-quedotto di 480 mila km, e la lunghezza della retedella fognatura di 280 mila km. A 20 anni dalla Legge Galli di riordino del servizioidrico integrato – spiega il report – sono molti gliobiettivi mancati, ignorati o non ancora raggiunti. Lon-tana la forma di aggregazione in aree Ato (Ambiti terri-toriali ottimali): 2.000 comuni, per un totale di 6 milionidi abitanti (11%), sono fermi a 20 anni fa e gesti-scono ancora il servizio “in economia”, cioè in mododiretto e non tramite un gestore; gli affidamenti con-formi coprono solo il 70% della popolazione; il re-stante 19% è servito da gestioni obsolete o perenne-mente transitorie. In Italia operano 232 gestori: si vada situazioni in cui un solo operatore gestisce oltre 4milioni di cittadini, a realtà in cui un gestore serve soli500 abitanti.Infine – grazie all’Autorità per l’energia elettrica, il gas eil sistema idrico – la prospettiva di un sistema tariffarioaffidabile, prevedibile e regolato, può aumentare la re-putazione del comparto idrico nel suo complesso e lafiducia di possibili investitori. Elementi necessari per fi-nanziare gli investimenti per infrastrutture, coperti da ri-sorse pubbliche solo per il 10%.

Giampiero Guadagni

Impianto di depurazione.

Sbocco della cloaca maxima nel Tevere - Roma

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Con il patrocinio tra gli altri di Federbim e Uncem, Enel, Cai,Fisi, Federtrek, Cipra, Guide Alpine Italiane e Convenzionedelle Alpi, si è svolto il 13 marzo scorso presso la Sala della

Mercede della Camera dei Deputati un seminario promosso dall’Inter-gruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna dal titolo “Nuoveenergie per le smart mountains”. I lavori sono stati presieduti dal Sena-tore Giovanni Piccoli, Vicepresidente dell’Intergruppo parlamentare.Il tema della gestione sostenibile dell’energia e, più in generale delle ri-sorse ambientali, ha assunto un valore strategico per lo sviluppo locale.L’Unione Europea e i suoi Stati membri hanno fissato importanti obiettivienergetici e ambientali di medio-lungo termine, che dovranno essereconiugati ad esigenze di sicurezza e competitività. Queste politichehanno riverberi diretti molto importanti sui contesti locali. Per i territorimontani la transizione ad un nuovo modello di generazione ed utilizzodell’energia prospetta grandi opportunità e evidenti rischi. Questi conte-sti sono infatti caratterizzati da una notevole potenzialità di produzionedi energia verde (si pensi al caso delle biomasse, dell’idroelettrico edell’eolico), ma al contempo presentano scarsa capacità progettuale e

NNuuoovvee eenneerrggiiee ppeerr llee SSmmaarrtt MMoouunnttaaiinnss

Seminario alla Camera

promossodall’Intergruppo

parlamentare per lo sviluppo

della montagna.Carlo Personeni:

“Una gestionerazionale

della risorsa idrica nei territori montani”

Il parco eolico di Tocco da Casauria (PE)

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programmatoria sistemica, sebbene esempi isolati dieccellenza non manchino. Anche i profili di utilizzo del-l’energia, così come delle altre risorse naturali, presen-tano ampli margini di miglioramento. In questo sensoappare di cruciale importanza fornire alle comunitàmontane opportunità e strumenti operativi ad elevatovalore aggiunto che consentano di superare la logicadella realizzazione di progetti in campo energetico epi-sodici ed isolati dal restante contesto territoriale di svi-luppo, proprio per fare della sostenibilità energeticauno dei motori dello sviluppo locale. A questo va ag-giunto il fatto che l’ottimizzazione del ciclo di produ-zione-consumo di energia dei territori montani puòrappresentare un importante fattore di propulsione pertutte quelle attività di valorizzazione degli asset natura-

listici e culturali di cui sono ricchi i territori montani,nonché di tutti quei servizi di sorveglianza e salvaguar-dia del territorio e di produzione di beni ambientali chesempre più a fatica la montagna riesce a garantire,con evidente rischio per i territori a valle.Il Programma Aree Interne e Montane 2014-2020 rap-presenta una importante opportunità per stimolare econsolidare la capacità delle comunità montane dielaborare, progettare e realizzare interventi di crescitadei propri territori innovativi e sostenibili e favorire lacreazione di partenariati tra attori pubblici e privati. Unpercorso che dovrà essere affiancato da una serie di

riforme per una più efficiente gestione ed equilibrata ri-distribuzione delle risorse della montagna.Nel suo intervento, l’On. Ermete Realacci (Presidentedella Commissione Ambiente e Lavori pubblici dellaCamera) ha ricordato come il futuro della montana ita-liana passi dalla sua capacitá di coniugare innova-zione tecnologica con i suoi valori e la sua storia. Da parte sua, Enrico Borghi (Presidente dell’Inter-gruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna)ha spiegato come con questo convegno si sia dato ilvia ad un’alleanza tra il territorio, i big player e le istitu-zioni per il nuovo corso della montagna italiana.Importante l’intervento del Presidente di FederbimCarlo Personeni che ha rimarcato il ruolo strategicodei sovracanoni idroelettrici nelle politiche di sviluppolocale, nelle politiche di efficientamento energetico e laprevenzione del rischio idrogeologico.Grazie alla risorsa sovracanone da una parte i Con-sorzi BIM rappresentano un motore per la crescita lo-cale e dall’altra si ergono a difesa e a protezione dellearee montane.Personeni chiede una nuova Legge sulla Montagnaitaliana nella quale prevedere un ruolo ben definito peri Consorzi BIM, che vada oltre le funzioni previste dallaLegge 959/53, occupandosi di energia rinnovabile, dirisparmio energetico, di difesa idrogeologica e siste-mazioni idraulico forestali nei territori montani a pre-ventivo e non purtroppo a contribuire per sanare idanni. Inoltre in questa legge andrebbe consideratauna nuova strategia dei Consorzi BIM, in particolarenel contesto della gestione idroelettrica nazionale.In questo contesto i Consorzi BIM possono contribuirea stimolare i Comuni a concretizzare il “Patto dei Sin-daci” (Governant of Mayors) iniziativa di stampo euro-peo che impegna le amministrazioni comunali al rag-giungimento di quel “20-20-20”.Federbim sostiene da tempo tale iniziativa, i ConsorziBIM infatti possono essere strumento di collabora-zione di assistenza anche con cofinanziamenti per larealizzazione dei progetti Paes (Piano di azione perl’energia sostenibile).

Giampiero GuadagniBiomasse (catasta di cippato)

Pannello solare termico

Pannello fotovoltaico

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OP

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Ripartire dall’Appennino e far ripartire l’Appennino!Queste sonole due interpretazioni che voglio evidenziare rispetto alla pre-sentazione di questo significativo progetto proposto dalla

Fondazione Edoardo Garrone.Il progetto della Fondazione Garrone ha selezionato 15 giovani con un’importante idea imprenditoriale da realizzarsi nel territorio appenninico,persone da formare per un periodo di tre mesi, al fine di fornire loro co-noscenze, informazioni e strumenti utili a realizzare e gestire la loro im-presa, con passione e competenza, basandosi su valori come il meritoe la sobrietà.Si tratta di una iniziativa intelligente e lungimirante, che come Federbimabbiamo condiviso, e proverò a spiegare le ragioni di questo giudiziopositivo che ci ha spinto a collaborare.Porre l’attenzione sull’ Appennino, oggi, non è un’operazione nostal-gica o poetica e nemmeno deve essere intesa come un modo pergiungere alle solite conclusioni “piagnone” sulla situazione critica diquei territori, così da poter richiedere qualche risorsa o qualche atten-zione in più.Parlare di Appennino oggi vuol dire avere la consapevolezza di unagrande opportunità da cogliere per dare una mano al nostro Paese.Non che l’Appennino sia più importante delle Alpi ma oggettivamente ilterritorio nazionale è per un terzo appenninico e rappresenta un unicumitaliano che dopo anni di abbandono, merita una riscoperta in termini dihabitat da valorizzare.Peraltro le Alpi per la loro posizione geografica hanno una valenza Europeache le mette al centro di relazioni ed economie tali da stimolare le risorseendogene, mentre sotto questo aspetto l’Appennino appare ancora in ri-tardo per retaggi culturali ma anche per l’assenza di competizione.Dunque, oggi, per un cambio di paradigma culturale che stiamo vi-vendo (dalla quantità alla qualità), per una maggiore consapevolezzacirca l’esigenza di affermare modelli di sviluppo sostenibile, per limitareil consumo del suolo e per ridurre il rischio dal dissesto idrogeologico,l’Appennino deve essere considerato il banco di prova per un cambia-mento possibile ed auspicabile.Oltre a questo anche la necessità competitiva del Paese che presup-pone una maggiore coesione sociale, senza lasciare indietro aree terri-toriali “in ritardo” ed infine il possibile contributo all’uscita da questagrave crisi, attraverso la ricostruzione d’una economia reale e non fi-nanziaria, ci prospettano l’Appennino come un obbiettivo strategico perbuone politiche di governo con un approccio “bottom up” e secondologiche d’integrazione a sistema. Per queste ragioni dobbiamo dire subito e con chiarezza, che il modellodi recupero e valorizzazione dell’Appennino, non può essere quello le-gato ad una residenzialità di eccellenza, fatta da persone che vanno alla

IIll ffuuttuurroo ppaassssaa ddaallll’’AAppppeennnniinnoo

Progetto ReStartApp. Ma non solo

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ricerca (grazie a forti possibilità economiche) di una mi-gliore qualità della vita in ambienti autentici.Superata la fase di Ape (Appennino Parco d’Europa),che pure è servita a garantire il mantenimento di unostraordinario sistema di biodiversità, oggi è necessarioavviare una fase di cantiere nella quale si fanno sinergieper progettare al meglio, si mettono a rete le varie espe-rienze per scambiare utili informazioni e poi si cooperaper raggiungere gli obbiettivi nel minor tempo possibile. Il tutto da realizzare non con una visione centralista,Statale o Regionale che sia ma affidando alle comu-nità territoriali la responsabilità della programmazione edelle scelte strategiche, in conformità alla vocazionedei luoghi ed alle aspettative delle popolazioni locali.I territori montani necessitano di politiche di accompa-gnamento e non di assistenzialismo, rivendicano il di-ritto alla propria autodeterminazione e non a scelte im-poste dall’alto, s’aspettano misure compensative per ibeni messi a disposizione dell’ interesse generale enon risposte all’emergenze, vogliono essere coinvoltinell’uso delle risorse naturali e non essere colonizzati.L’Appennino è un luogo di comunità resilienti che vo-gliono affrontare il problema del proprio futuro senzaaffidare deleghe in bianco a rappresentanti politici chevengono sempre da lontano.In questo senso ripartire dall’ Appennino vuol dire di-mostrare di aver compreso il valore strategico di quelterritorio che non può essere ulteriormente abbando-nato ed anzi va recuperato nella sua capacità insedia-tiva e sfruttato in maniera adeguata con un uso soste-nibile delle risorse.In questo senso far ripartire l’Appennino vuol dire darevita a tanti, diffusi, piccoli progetti, integrati fra loro chepoi si mettono a rete fra di loro e costituiscono il puntodi forza per una nuova stagione. Occorre dunque condividere a livello generale e daparte di tutte le Istituzioni, che una giusta politica incen-trata sulla centralità dei territori deve essere basata suscelte legislative e programmi operativi che favoriscanol’intersettorialità, la complementarietà e la sussidiarietà.Per questo serve, a mio avviso, mettere al centro di unanuova elaborazione politica di livello nazionale, il valore di

queste aree come laboratori dove poter dare vita primae poi concretizzare, un nuovo modello di economia lo-cale strettamente legata alle radici culturali, ambientaliproduttive di quei territori e della loro realtà sociale. Affidarsi ai giovani per un cambio di mentalità è diven-tato, ormai, indispensabile, proprio come costruire lenecessarie infrastrutture di base, così da puntare allosviluppo di progetti che guardino alla qualità delle pro-duzioni agricole ed artigianali, all’accoglienza turisticain chiave culturale ed ambientale, all’offerta della tipi-cità enogastronomica, alla manutenzione ambientale epaesaggistica e allo sviluppo delle energie da fonti rin-novabili.Servono dunque idee e proposte concrete e corag-giose che segnino la svolta per fare “ripartire”un terri-torio che è stato per secoli il cuore di un’economia ita-liana basata sull’ agrosilvopastorale e grazie a ciòporta ancora con sé, i segni di una storia fatta di durolavoro e di saper fare.La fotografia dei nostri giorni è quella di territori appen-ninici abbandonati dalle forze produttive, dalle giovanigenerazioni e da una Pubblica Amministrazione chetaglia i servizi pubblici essenziali ma la sfida non èpersa ed alla lunga può essere vinta, se sapremo fa-vorire un’ economia che passa dal capitalismo al ta-lentismo, così da poter dare forma a comunità “glocal”che sono consapevoli del proprio modo di vivere e re-sponsabili del proprio futuro.Questa è una sfida che va affrontata con sacrificio epassione, per andare oltre la solita logica dell’investi-mento garantito e del facile successo, perché scom-mettere sul futuro dell’Appennino è giusto e possibilesenza dover correre più rischi di quelli prevedibili.In conclusione voglio poter pensare che l’Appenninoed il suo futuro, saranno nei prossimi anni, il termome-tro del cambiamento del nostro Paese, passando at-traverso il recupero di senso civico delle persone, del-l’idea di avere comunità locali aperte e solidali, del ri-spetto dell’ambiente in cui viviamo ed infine da unavirtuosa partnership fra soggetti privati e Pubblici.

Enrico Petriccioli

Scorcio dell’Appennino Tosco Emiliano

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Dopo lo straordinario successo delle prime tre edizioni, torna ilFestival dell’Appennino 2014 realizzato dalla Provincia diAscoli Piceno con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e

l’organizzazione dell’Associazione Appennino Up. Grazie al sostegnodel Consorzio BIM Tronto, della Regione Marche e la disponibilità diComuni e Pro Loco coinvolte, sabato 10 maggio ha preso il via unaedizione particolarmente ricca di eventi.

TToorrnnaa iill FFeessttiivvaall ddeellll’’AAppppeennnniinnoo

Nella provincia di Ascoli Piceno

sedici appuntamentitra escursioni,musica, teatroe conferenze.

Il sostegno del Consorzio

BIM Tronto

www.festivaldellappennino.itcell. 335 6223577

i info [email protected]

con la collaborazione di

Comune di Acquasanta Terme Comune di Arquata del Tronto Comune di Assisi

Comune di Roccafluvione

Comune di ComunanzaComune di Civitella

Comune di Rotella

Comune di Force

Comune di Montegallo Comune di Montemonaco Comune di Palmiano Comune di Venarotta

Comune di Folignano

Maggio |Giugno|Luglio 201424 APRILE -1 MAGGIO “CAMMINO FRANCESCANO DELLA MARCA”A piedi da Assisi ad Ascoli Piceno

3-4 MAGGIO Aspettando il Festival dell’Appenninoda Arena di Roccafluvione (AP) – a Polverina di Comunanza (AP)e Balzo di Montegallo (AP)“LA TRANSUMANZA PER SENTIERI ED ANTICHI TRATTURI…”Escursione-Dimostrazioni della pastorizia- Musica Popolare

10 MAGGIO / ASCOLI PICENO ore 15:00 Sala Docens “DA ASCOLI AD ASKOLE: UN PONTE DI SOLIDARIETÀ DALL’APPENNINO AL KARAKORUM” Convegno- iniziativa solidale ore 19,30 Area Archeologica Piazza del Popolo - Inaugurazione “Askole e la Upper Braldo Valley” - Mostra21,00 Chiesa di SS Vincenzo e Anastasio: WILD PIANO – Concerto per piano lupi e falchi

11 MAGGIO / ROSARA di Ascoli Piceno“CAVE CAVAM”Escursione-Musica in Cava

18 MAGGIO / COLLE di Arquata del Tronto (AP)“L’ULTIMO DEI CARBONAI”Escursione - Tradizioni dei carbonai - Concerto degli Ucroniutopia

31 MAGGIO / ASTORARA di Montegallo (AP)“IL MISTERO DELLA SIBILLA”Escursione sulla via dei Mietitori - Concerti in chiesa Divagazioni sul tema a cura dei “Donattori” in collaborazione con AVIS ASCOLI PICENO

2 GIUGNO / ALTINO di Montemonaco (AP) “GIORNATA DELLA FAMIGLIA”Passeggiata-Laboratori e animazioni per bambini- spettacoli

8 GIUGNO / CIVITELLA DEL TRONTO (TE)“CONCERTO D'ACQUA NELLA VALLE DEI BRIGANTI”Escursione al Salinello - Concerto

21 GIUGNO / PALMIANO bivio Force -Venarotta“SOLSTIZIO BERBERO” Convegno al tramonto - Gastronomia araba Concerto di musica berbera degli Amine & Hamza (Tunisia)

22 GIUGNO / FOLIGNANO (AP) - Villa Egidi“BORGHI COLLINARI, IERI ED OGGI”Escursione - Spettacolo Teatrale

28 GIUGNO / QUINTODECIMO di Acquasanta Terme (AP) “RITMI E SUONI NEL CUORE DELLA LAGA”Escursione cascata Noce Andreana- Musica etnica

3 LUGLIO / TALLACANO Sassospaccato - di Acquasanta Terme (AP) “LA NERA SIGNORA”Escursione - Rito spettacolo della Compagnia dei Folli - Produzione Festival

6 LUGLIO / FORCELLA di Roccafluvione (AP)“FORCELLA FOLK FESTIVAL” Escursione - Musica tradizionale

10 LUGLIO / MESCHIA di Roccafluvione (AP)“IL REGNO FANTASTICO” Escursione - Spettacolo: la Principessa delle Rocce (fiaba d'amore, di incantesimi e terrore) Produzione del Festival

13 LUGLIO / PORCHIANO di Ascoli Piceno “TRA I CALANCHI CON GLI ANTICHI ROMANI”Escursione - accampamento e riti romani

15 LUGLIO / ROCCHETTA di Acquasanta Terme (AP)“ROCCHETTA FILM FESTIVAL” Escursione notturna - Spettacolo - Cortometraggi dell’Appennino Perduto

17 LUGLIO/FORCE (AP)“FORCE FELLINIANA (E SE FEDERICO FELLINI FOSSE NATO A FORCE)?”Festa di chiusura del Festival dell’Appennino 2014

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AREGIONEMARCHE

con il contributo diorganizzazione di

Assessorato alla Cultura, Assessorato all’Ambiente

con il patrocinio di

M I N I S T E R O D E L L ’ A M B I E N T EE DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

ASSOCIAZIONE CULTURALE

E S C U RS I O N IS P E T T A C O L IC O N C E R T I / M O S T R E D E G U S T A Z I O N I

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Il Festival dell’Appennino è una iniziativa dell’Assesso-rato alla Cultura e all’Ambiente guidato dall’assessoredott. Andrea Maria Antonini, realizzato dall’Associa-zione Culturale Appennino Up con la direzione artisticadi Lanciotti Carlo Alberto e tre appuntamenti realizzaticon la supervisione artistica di Maurizio Serafini.Questi i numeri di un Festival dell’Appennino partico-larmente ricco: 16 appuntamenti, 2 anteprime giàsvolte tra aprile e maggio, 14 comuni interessati, 110artisti coinvolti, 40 tra gruppi musicali, compagnie tea-trali ed artisti, 2 produzioni esclusive, 1 mostra esposi-tiva, 1 mini rassegna di cortometraggi, 1 Festival nelFestival – il Forcella Folk Festival. Degno di nota l’iniziativa di solidarietà che il Festival so-stiene durante tutta la sua durata, presentato al primoappuntamento del 10 maggio: presso la Sala Docensdurante il Convegno “Da Ascoli ad Askole: un ponte disolidarietà dall’Appennino al Karakorum” legato ai 60anni dalla prima conquista italiana del K2 e che vedràla presenza del dott. Maurizio Gallo e dell’arch. MicheleLocatelli del progetto Evk2cnr e dal giornalista-docu-mentarista della Rai Stefano Ardito. Askole è un pic-colo villaggio situato nella parte più remota della re-gione del Karakorum nel Pakistan, a circa 3000 metridi altitudine, ed è considerata una delle porte d’in-gresso che conducono direttamente ad alcune dellemontagne più alte del mondo. è un villaggio poveris-simo e per tutta la durata del Festival è possibile racco-gliere fondi a sostegno del mantenimento della scuoladi Askole. A conclusione del convegno, presso l’AreaArcheologica di Palazzo dei Capitani sarà inaugurata laMostra dedicata ad Askole “Living in Upper Braldo Val-ley” aperta fino al 18 maggio.La prima giornata del Festival si è conclusa con lospettacolo “Wild Piano – concerto per piano, lupi efalchi” alle ore 21:00 presso la Chiesa SS. Vincenzo eAnastasio ad Ascoli Piceno. L’artista Giovanni Granati,musicista, danzatore, addestratori di falchi e lupi, haaccompagnato il pubblico con composizioni ispirate airapaci e che bene si combinano con il volo deglistessi. Presenti alcuni falchi che durante il concertohanno preso il volo e due esemplari di lupi. Domenica 11 maggio il Festival ha presentato la primadelle affascinanti escursioni studiate dalla guida alpinaTito Ciarma e che hanno condotto i partecipanti allascoperta di nuovi ed antichi percorsi dell’Appennino.Con partenza alle ore 10 dall’ex cava Angelini di Ro-sara, la giornata si è snodata tra musica, scultura espettacolo. Cave Cavam è il titolo del secondo ap-puntamento del Festival: dopo la passeggiata, il ri-torno alla Cava dove, in uno scenario in cui il travertinoè la scenografia predominante, si sono sentite rie-cheggiare arie d’opera e da camera eseguite dal so-prano Arona Bogdan e dal tenore Cesare Catani, ac-compagnati al piano da Alessandro Olori. A seguire, lospettacolo di alcuni acrobati della Compagnia dei Folli

in “Danzando per piani verticali” e subito dopo, l’incon-tro con l’artista Alessandro Virgulti detto Sasso idea-tore dello spazio teatrale realizzato nella cava di pro-prietà del nonno materno. Pomeriggio allietato anchedal concerto de L’Orchestrina, giovane formazioneascolana che propone musica folk e cantautoriale.Durante tutti gli appuntamenti del Festival viene atti-vato un punto di ristoro che, come consuetudine, pro-porrà ai partecipanti pasti a prezzi convenzionati.Tutti gli appuntamenti in programma sono gratuiti.Il Festival proseguirà con appuntamenti nei fine setti-mana fino al 17 luglio quando si concluderà con laconsueta Festa che quest’anno si svolgerà a Force.Tra gli appuntamenti più attesi il Solstizio del 21 giu-gno a Palmiano, quest’anno dedicato alla cultura ber-bera; le due produzioni esclusive del 3 luglio a Talla-cano a cura della Compagnia dei Folli e del 10 luglio aMeschia a cura di Fitzcarraldo eventi; il Forcella FolkFestival che oramai è divenuto un vero Festival nel Fe-stival; il 2 giugno la Giornata della Famiglia, con labo-ratori, spettacoli e musica per grandi e piccini.

Il Festival dell’Appennino sarà presente anche in retecon il sito sempre aggiornato www.festivaldellappennino.it

e le pagine dei maggiori social network:www.facebook.com/festivaldell’appennino

twitter: @FestAPpenninoyoutube.com/user/FestivalAppennino

google+

Luigi Contisciani

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Veduta di un bosco dell’appennino

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Anche nel 2013 le otto Associazioni di Volontariato delle ValliPo, Bronda e Infernotto, appartenenti al Corpo Anti IncendiBoschivi del Piemonte, hanno presentato al Centro Servizi

per il Volontariato “Società Solidale” di Cuneo la domanda per acce-dere ai finanziamenti a valere sul bando a scadenza unica previsti dalfondo speciale per il volontariato in Piemonte.Il Progetto denominato “Volontariato del Monviso 2013” dell’ammontaredi 15 mila euro, predisposto in qualità di soggetto capofila dalla Squa-dra AIB di Paesana (CN) con il supporto tecnico-amministrativo delConsorzio BIM del Po, è stato ammesso a fruire del contributo di 10mila euro concesso dal Centro Servizi del Volontariato Società Solidaleche ne ha reso possibile la realizzazione.Lo stesso Consorzio BIM del Po ha supportato finanziariamente l’inizia-tiva con un cofinanziamento di 3 mila euro, mentre undici Comuni delConsorzio hanno compartecipato con 200 Euro ciascuno.

CCoonnssoorrzziioo BBIIMM PPoo,, PPrrooggeettttoo ““VVoolloonnttaarriiaattoo

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Il PresidenteGabriele Donalisio:

molti risultaticoncreti dall’azione

di sostegno a favoredel sistema locale

di protezione civile

A sinistra Gabriele Donalisio Presidente del Consorzio BIM Po - Paesana (CN)

65-attività-Consorzio BIM Po_22 20-06-2014 9:29 Pagina 22

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La giornata conclusiva del Progetto che ha visto la par-tecipazione di un centinaio di volontari delle squadre AIBappartenenti alle otto squadre esistenti sul territorio im-pegnate su cinque cantieri contemporaneamente.Mentre la squadra della Valle Bronda realizzava la puli-zia del combale in Via Barba a Pagno (CN) con la suc-cessiva costruzione di una staccionata di protezione,le squadre di Rifreddo (CN) e Sanfront (CN) opera-vano per la pulizia dei sentieri e delle piste ciclabili sulMombracco, la squadra di Martiniana Po, dopo avercompletato la sistemazione del sito scientifico dei pi-ropi, operava lungo la strada Via Vonera.Nella tarda mattinata le stesse raggiungevano Pae-sana ove in località Croesio le squadre di Paesana,Crissolo-Oncino-Ostana, Gambasca e Bagnolo Pie-monte avevano portato a termine la sistemazione dellapista forestale che attraversa il torrente Croesio, la pu-lizia delle sponde e la manutenzione del ponticello inlegno sostituendone l’assito ormai usurato e realizzatole barriere mancorrenti. Successivamente in Piazza Piave a Paesana, davantialla storica sede della Squadra AIB di Paesana - sog-getto capofila dell’iniziativa - si è tenuta la presenta-zione - ai Sindaci dei Comuni ed alle Autorità interve-nute (erano presenti il Vice Presidente del CSV LauraPorrracchia e l’Ispettore Regionale del Corpo AIB An-gelo Arata) - delle attrezzature acquistate nell’ambitodel Progetto di protezione civile Volontariato del Mon-viso 2013 (torre faro, pile a led, decespugliatore, com-

pressore, demolitore) unitamente ad una sintetica pre-sentazione dei vari interventi realizzati nei Comuni par-tecipanti (Bagnolo Piemonte, Brondello, Crissolo,Gambasca, Martiniana Po, Oncino, Ostana, Paesana,Pagno, Rifreddo e Sanfront).Il Presidente del Consorzio BIM del Po Gabriele Donali-sio,, alternandosi con i sindaci presenti nella consegnadelle targhe, premiando con un attestato di beneme-renza ciascuna squadra, e ringraziando tutti i volontari in-tervenuti, ha affermato che l’azione di sostegno del Con-sorzio BIM a favore del sistema locale di protezione civile- concretizzatasi due anni fa nella stipula di una conven-zione con le Squadre AIB locali - ha già prodotto risultaticoncreti quali, per ben due volte, l’ammissione a finan-ziamento da parte del Centro Servizi per il Volontariato diproposte progettuali la cui attuazione si rivela preziosasia in termini di attività di prevenzione, sia per il manteni-mento della capacità operativa del sistema.Il Comandante del Distaccamento AIB Claudio Rossa -a nome di tutti i Capisquadra - ha quindi consegnato alPresidente del Consorzio BIM del Po un diploma di be-nemerenza a suggello dell’azione del Consorzio a fa-vore del volontariato AIB, augurandosi che il prossimoanno se vi saranno ancora i bandi del CSV si trovi unasquadra AIB quale nuovo capofila per presentare unnuovo progetto per il 2014 stante l’impossibilità per isoggetti già beneficiari di riproporre domanda.

Gabriele Donalisio

Foto di gruppo

Panoramica dell’evento

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L’Appennino può diventare un laboratorio di sviluppo e pro-mozione proteggendo le risorse naturali ed ambientali, tute-lando le biodiversità ed il patrimonio culturale e rafforzando

l’economia del territorio. Questo è il messaggio che è stato lanciato dal“Manifesto delle Comunità dell’Appennino”, presentato a Costacciaro(PG) presso la sede museale del Parco del Monte Cucco e promossoda Slow Food e dalla Regione dell’Umbria.Il Manifesto riconosce l’attuale vulnerabilità ambientale, economica, socialee culturale dell’Appennino e pone come obiettivi delle comunità che abi-tano gli Appennini e degli enti locali quelli di proteggere le risorse ambien-tali e naturali riconoscendo il loro valore di bene comune, invertire la ten-denza allo spopolamento, facilitando la residenzialità attraverso lo sviluppodi attività e di servizi ambientali, proteggere e valorizzare le risorse naturali ela biodiversità selvatica e agricola, creare e rafforzare le economie del terri-torio ad iniziare da una nuova e consapevole idea di turismo, sperimen-tando e diffondendo un modello di sviluppo sostenibile, partecipato e fierodelle interdipendenze che costituiscono la forza del territorio appenninico.I territori dell’Appennino, con la loro storia, cultura, economia e le lorogenti, sono una risorsa strategica per il Paese, e possono diventare un

IIll ppaattrriimmoonniioo dd’’aarrttee ee lloo ssvviilluuppppoo ddeellllee ccoommuunniittàà

ddeellll’’AAppppeennnniinnoo

Presentato a Costacciaro (PG)

un “Manifesto” per la protezione

delle risorseambientali e naturali

del territorio

Deposizione - Roccatamburo per gentile concessione del Museo Diocesano di Spoleto (PG)

70-cultura-Manifesto Appennino_24 20-06-2014 9:30 Pagina 24

laboratorio di innovazione e sperimentazione di nuovimodelli di sviluppo, un serbatoio di idee e opportunità,un luogo, fisico e ideale, di straordinario valore per ilfuturo dell’Italia. Emerge il bisogno che i giovani raccolgano il testimonedi volontà e tenacia delle popolazioni appenniniche e ri-portino la vita e l’operosità dove sono state sottrattedalla fine dell’800 alla metà del ‘900 quando le forze la-voro emigrarono e portarono con sé un unicum di sa-pienza, capacità e ingegno di origini antiche che si di-sperse in altre strutture sociali e in altre culture.Il Manifesto sottolinea i fattori su cui l’intero Appenninodeve puntare per il proprio rilancio e che sono le sue ri-sorse naturali, i prodotti della sua agricoltura e gli animaliallevati nei suoi territori, le tante culture e tradizioni tra-mandate e rinnovate generazione dopo generazione, lebellezze paesaggistiche risultato del connubio tra la na-tura e l’azione dell’uomo ma anche le fragilità del territo-rio montano, che richiedono la cura e l’attenzione di chivive l’ambiente ma anche di tutti gli enti locali.Questi territori sono spesso ricchi anche di patrimoniartistici di grande valore che non sono conosciuti a li-vello nazionale e all’estero e la cui promozione aiute-rebbe lo sviluppo di un turismo colto, sostenibile, na-zionale ed estero che farebbe da volano al lancio ditante altre attività economiche del territorio.Dopo aver lavorato con successo per decenni alla pro-mozione dei territori in chiave ambientalistica, e agroali-mentare, ora è il momento di valorizzare i territori montaniattraverso la promozione della “componente arte”, nellesue manifestazioni architettoniche e artistiche.I territori montani dell’Appennino, pur periferici rispetto aigrandi centri culturali delle città d’arte, hanno saputoesprimere un livello molto alto delle opere architettonichedelle sue chiese, delle sculture, delle pitture, degli affre-schi, espressioni della fede religiosa e dell’identità dellecomunità, lasciandoci testimonianze uniche, soprattuttonel periodo tra il medio evo e tutto il settecento.

All’interno della catena appenninica, la Valnerina con ilsuo territorio che va dai Sibillini fino alla Cascata delleMarmore, rappresenta un’area ricca di storia e cultura,dove la natura ed il paesaggio montano si fondonocon la presenza umana, in un connubio di ambiente,prodotti agroalimentare e tradizioni.All’interno di questo territorio, sono riscontrabili insiemead opere di committenza dei “regnanti”, come San Pie-tro in Valle a Ferentillo (TR), espressione del potere deiduchi longobardi del Ducato di Spoleto, anche operestilisticamente uniche, espressione delle piccole comu-nità appenniniche che dimostrano non solo di riuscire areperire i fondi necessari per pagare gli artisti esecutori,ma anche di avere la cultura per individuare artisti chefossero in grado di creare opere importanti. Un esempio dei tesori artistici della Valnerina è rappre-sentato dalla Deposizione di Roccatamburo, uno deigruppi lignei più completi nel panorama delle Deposizionilignee duecentesche, che ha come analogo il gruppodella deposizione del Louvre, ascrivibile tra la fine del XIIsecolo ed i primi decenni della seconda metà del XIII se-colo. La Deposizione di Roccatamburo, piccolissimopaese nel comune di Poggiodomo, il più piccolo tra icomuni dell’Umbria, è stata recentemente restaurata edè attualmente in mostra al Museo Diocesano di Spoleto. Un altro esempio può essere rappresentato dalle operedi Giacomo Santoro, meglio conosciuto come JacopoSiculo. A Vallo di Nera, Jacopo Siculo nel 1536 ha di-pinto il catino dell’abside della chiesa di San GiovanniBattista con una Dormitio Virginis che richiama la Le-genda aurea di Jacopo da Varagine e la punizione degliEbrei. Anche questa piccolissima comunità nel ‘500 èstata in grado di individuare un importante artista asse-gnandogli l’esecuzione di un particolare episodio, raronelle rappresentazioni iconografiche. Queste opere rap-presentano una importante opportunità di richiamo perun segmento di turismo culturale nazionale ed interna-zionale, particolarmente attratto dalla originalità delleopere e dalla loro collocazione nei territori di prove-nienza e nelle situazioni originali.La parola chiave per lo sviluppo della catena appenni-nica è la sinergia tra tutte le risorse economiche, am-bientali e culturali: con una maggiore attenzione rispettoal passato, si deve puntare a sviluppare la promozionedel patrimonio d’arte che rappresenta l’identità più au-tentica di questi territori, per lanciare una nuova idea dimontagna che rimetta al centro dell’attenzione le areecosiddette “zone marginali”, scoprendo i tesori d’arteche in esse sono conservati.

Carlo Prepi

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Roccatamburo - frazione di Poggiodomo (PG)

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Il Consorzio BIM dell’Adda di Sondrio, verificate le condizioni di as-soluta difficoltà di bilancio dei Comuni nonché dell’irrisoria entitàdelle somme derivanti dall’imposta ICI per gli impianti idroelettrici,

che traggono notevoli benefici dall’utilizzo della forza motrice dell’acqua,si fece promotore di verificare, stimare, valutare e classificare la con-gruità delle rendite catastali.Dopo le prime verifiche, il Consorzio BIM dell’Adda si è reso conto chele principali società elettriche presenti in provincia di Sondrio, a seguitodella cosiddetta procedura DOCFA (DOcumenti Catasto FAbbricati) re-golata dal D.M. 701/94, avevano ritenuto che, sulla base di un correttoclassamento degli impianti, la determinazione delle rendite dovesse es-sere stabilita in riferimento al solo valore dei fabbricati.La nuova rendita, per questi impianti a destinazione speciale, fu quindiproposta tenendo conto solo del valore dei fabbricati, omettendo diconsiderare l’insieme del complesso produttivo che consta altresì diopere di presa, dighe o traverse fluviali, canali di derivazione e di sca-rico, condotte forzate nonché turbine, pure in funzione della loro inscin-dibilità funzionale al complesso produttivo. A titolo di esempio, nel caso di una diga con canali di adduzione ecasa dei guardiani, la rendita proposta era determinata con riferimentoal solo fabbricato dei guardiani nonostante fossero ad esso collegati, aifini della rendita, anche i mappali sui quali insistevano gli altri manufatti. Tali rendite, annotate negli archivi catastali a titolo provvisorio per unanno, divennero definitive in quanto non rettificate dall’UTE: fu sullabase di tali rendite che le società versarono l’ICI.La determinazione della rendita catastale da attribuire alle centrali elettri-che ha dato luogo a lunghi e consistenti contenziosi tra le società elet-triche e le Agenzie del territorio e/o i Comuni interessati, generandocontrastanti pronunce della giurisprudenza, anche della Cassazione. La questione sembrava definitivamente risolta con la legge n.311/2004 (legge finanziaria 2005). L’art. 1, comma 540, di interpreta-zione autentica della legge n. 1249/1939, chiariva definitivamente che,nel computo della rendita catastale, dovevano essere incluse, anche leparti mobili connesse in via transitoria (“gli elementi costitutivi degli opi-fici e degli altri immobili costruiti per le speciali esigenze di un’attività in-dustriale o commerciale, anche se fisicamente non incorporati alsuolo”), quindi le turbine e tutte le altre opere.La disposizione fu abrogata dalla legge n. 80/2005, ma il suo contenutofu però subito integralmente riprodotto nella legge n. 88/2005, che ag-giunse l’art. 1 quinquies (intitolato “Disposizioni per la salvaguardia finan-ziaria dei Comuni”) al D.L. n. 44/2005: in tale articolo si conferma l’inter-pretazione autentica prima ricordata “limitatamente alle centrali elettriche”. La Sezione tributaria della Corte di Cassazione con le sentenze13319/06 e 24064/06 ribadiva che, ai fini ICI, dovevano essere consi-

RRiiddeetteerrmmiinnaazziioonnee ddeellllee rreennddiittee ccaattaassttaallii

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L’esperienza del Consorzio BIM

Adda di Sondrio

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derate anche le turbine e che comunque dubbi di le-gittimità costituzionale, in precedenza sollevati, eranostati ritenuti infondati.Nel frattempo la Commissione Tributaria Regionaledell’Emilia-Romagna ha riproposto il quesito di legitti-mità costituzionale della norma. La Corte costituzio-nale, con sentenza n. 162/2008, ha dichiarato nonfondate le questioni di costituzionalità della legge88/2005 ponendo, auspicabilmente, la parola finesulla questione (la questione verteva sulla irragionevoledisparità di trattamento tra i contribuenti che eserci-tano l’attività di centrali elettriche, ai quali la disposi-zione esplicitamente si dirige, e i contribuenti che taleattività non svolgono, apparentemente esclusi). è su questo punto che il Consorzio BIM dell’Adda, si èfatto promotore, già dal 2006, primo in tutta Italia, diun’azione volta alla costituzione di un fronte comune ditutti i Comuni interessati, contro le Società Elettriche alfine di rideterminare una rendita più congrua. Data la complessità della materia e il forte potere dellecontroparti, si è deciso di richiedere un parere legale.Il parere può essere così sintetizzato: – Procedura ordinaria: nel caso di incongruità del clas-

samento (L. 662/96 art. 3, comma 58) nessuna ini-ziativa è data ai Comuni nei confronti delle società; i

Comuni possono fare solo la segnalazione all’ Agen-zia del Territorio. A titolo di esempio: segnalazioneche è stato dichiarato il fabbricato centrale ma non laturbina; oppure che è stato dichiarato il fabbricato delguardiano ma non la diga ad esso collegata ai fini ICI.

– Procedura speciale: nel caso di immobili non dichia-rati e/o di immobili oggetto di interventi di manuten-zione straordinaria (L. 311/2004 art. 1 comma 336) iComuni possono notificare alle società la richiesta diaggiornamento delle rendite, precisando le operecontestate e la data cui riferire la mancata presenta-zione. Tale richiesta deve essere poi trasmessa, pervia telematica, alla Agenzia del Territorio. Se, entro 90giorni dal ricevimento della richiesta del Comune, lasocietà non ottempera all’obbligo della nuova dichia-razione, l’Agenzia procede in via automatica alla de-terminazione della nuova rendita. I Comuni, con que-sto procedimento, hanno inoltre la facoltà di proporreall’Agenzia del Territorio una nuova rendita, sulla basedi stime che possono essere redatte da tecnici inca-ricati direttamente dal Comune stesso. Il successivocomma 337 attribuisce effetti retroattivi alla renditaaccertata, a decorrere alla data a cui riferire la man-cata presentazione della denuncia. Valgono comun-que i normali termini di prescrizione di 5 anni.

Lago Pantano d'Avio - Edolo (BS)

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Acquisita l’adesione da parte di pressoché tutti i co-muni interessati, è stato contattato il Direttore del-l’Agenzia del Territorio di Sondrio, per concordare lemodalità operative.Ci è stato suggerito di fare ricorso sempre alla “proce-dura speciale” in quanto, anche negli esempi sopracitati nella procedura ordinaria, era pur sempre ravvi-sabile una “omissione”:1) quanto al primo, era omessa la dichiarazione della

turbina2) quanto al secondo, era omessa la dichiarazione

della diga.Non era probabilmente estraneo al suggerimento l’in-tento di indurre i Comuni ad effettuare essi stessi unaproposta di rendita, ovviamente sulla base di una pre-via stima degli impianti a loro cura e spese, cosicchél’Agenzia avrebbe potuto disporre da subito di unaprima valutazione sulla base della quale procedere al-l’eventuale nuova determinazione. In ogni caso, il suggerimento fu accolto e si convenneche le stime dovessero essere fatte per ogni singoloimpianto: quindi Comuni con più centrali procedetteroa più stime e nel caso di impianti interessanti più Co-muni, furono fatte stime separate per ogni Comune. Intal modo per ogni Comune poteva essere determinatauna rendita sulla base della quale calcolare l’ICI dovuta.Si decise anche che le stime dovessero essere re-datte sulla base di:– Computi metrici estimativi, redatti dalle società e

rintracciabili presso gli uffici Regionali o Provinciali.– Perizie di conferimento di rami di società.– Prezziario per le stime Catasto fabbricati a valore di

costruzione della Agenzia del Territorio.– Computi metrici analitici redatti dai tecnici incaricati.– Ed infine per le opere e o apparecchiature particolari

(turbine, alternatori, paratoie, valvole a farfalla, con-dotte forzate, ecc) con il metodo comparativo assu-mendo come valore il valore di opere del tutto simi-lari già definite per altri impianti e o risultanti dalle pe-rizie di conferimento redatte da altre società.

Numerosi e complessi erano gli impianti da stimare,circa 1500 MW di potenza installata, quindi si optò, alfine di stringere i tempi, per il conferimento di incarichi apiù tecnici. La rosa dei tecnici invitati a partecipare allegare per il conferimento degli incarichi fu individuata as-sumendo come criterio quello della comprovata com-petenza in pratiche catastali e stime di immobili. Ai tecnici incaricati direttamente dal Consorzio BIM furichiesto in primo luogo di effettuare tutte le visure ca-tastali per verificare il classamento e le rendite di tuttigli immobili delle società e di accertare l’ICI che effetti-vamente veniva corrisposta ai Comuni.In alcuni casi si accertò che l’importo dell’ICI versata erasuperiore a quello che sarebbe risultato dalla rendita.Il Consorzio BIM nel corso del 2007 predisposte tuttala documentazione affinché tutti i Comuni potessero

attivare la citata procedura speciale che prevedeva ol-tre alla richiesta alla società anche la comunicazione invia telematica all’Agenzia del Territorio.Il Consorzio BIM Adda era infatti consapevole diquanto fosse opportuno che si costituisse un frontecomune nei confronti delle società stesse e lo avevacon forza sottolineato.Non avendo ricevuto alcuna risposta da parte dellaSocietà, il BIM dell’Adda invitò i Comuni a richiedere ilibri dei cespiti; essendo rimasta anche questa richie-sta inevasa, furono dati conferimento di incarichi aitecnici per la stima degli impianti sulla base dei costidi ricostruzione. Venne messa a loro a disposizione la documentazioneprogettuale reperita in precedenza presso lo STER diSondrio e l’Amministrazione Provinciale ed alcune ta-belle comparative, predisposte dai tecnici del Consor-zio BIM, con i valori da indicare nelle stime per alcuniimpianti (condotte forzate) e macchinari (turbine ed al-ternatori); in qualche caso i valori erano stati ricavatiper comparazione da perizie di conferimento di altresocietà, in altri si trattava di valori già accertati dallaAgenzia.Sulla base delle stime e della rendita ipotetica deri-vante, i Comuni hanno potuto emettere gli avvisi di ac-certamento. Ciò è stato fatto per tre annualità, 2001,2002 e 2003, tenendo conto dell’imposta, delle san-zioni e relativi interessi. Le società hanno presentato ricorso contro i suddettiavvisi alle Commissioni Tributarie Provinciali e i Co-muni, coordinati dal BIM, si sono costituiti in giudizio.Tutte le sentenze emesse sono state a favore dei Co-muni ed hanno condannato le società al pagamentodell’imposta, delle sanzioni e degli interessi.Come era prevedibile, le società si sono appellate alleCommissioni Tributarie Regionali.Per queste annualità, i Comuni hanno emesso le car-telle esattoriali per la sola imposta e per i relativi inte-ressi (non sono state richieste le sanzioni).Le società hanno versato quanto richiesto.Successivamente sono stati emessi gli avvisi di accer-tamento anche per le annualità successive, chehanno seguito il medesimo iter.Le società elettriche a fronte di queste azioni hannosostanzialmente adottato tre diversi comportamenti:– Le piccole società hanno di norma presentato nuovi

DOCFA con proposte di rendita per lo più simili aquelle fatte dai tecnici incaricati dal Consorzio BIM.

– Enel Produzione S.p.A. non ha presentato alcunadenuncia. L’Agenzia sta provvedendo d’ufficio, an-che sulla base delle stime inviate dai Comuni, a de-terminare nuove rendite. L’Agenzia, ai fini della deter-minazione delle nuove rendite, oltre alle stime predi-sposte dai tecnici, ha richiesto e messo agli attiparte della documentazione progettuale e dei com-puti metrici estimativi degli impianti che era stata re-

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perita presso lo STER di Sondrio. La società controtali rendite ha fatto ricorso alla Commissione Tributa-ria Provinciale. Ad oggi tutte le pronunce emessehanno visto la soccombenza dell’ENEL. La societàsi è appellata alla Commissione Tributaria Regionale.I Comuni, per gli impianti per i quali è stata determi-nata la nuova rendita incassano l’ICI correlato a talevalore. A titolo di esempio, per un impianto di 60MW di potenza installata, la società versava ai 13Comuni interessati la somma di circa 13.000; conla nuova rendita l’ammontare dell’ICI introitato daiComuni è di circa 600.000.

– Altre società, quali Edipower S.p.A. ed EdisonS.p.A, hanno presentato i nuovi DOCFA con valoripiù vicini alle stime dei nostri tecnici, ma non ancoracongrui. I Comuni, con il supporto del ConsorzioBIM, hanno presentato osservazioni all’Agenzia delTerritorio, che ha recepito i rilievi presentati ed haprovveduto a determinare nuove rendite con pienasoddisfazione delle Amministrazioni Comunali. A ti-tolo di esempio, a Mese per una centrale ed unbreve tratto di condotta forzata veniva corrispostauna imposta di 15.000; la società ha presentatoun nuovo DOCFA e su quella base l’imposta dovutaè risultata pari a 87.000. Il Comune, con il sup-porto del BIM, ha formulato delle osservazioni contro

la rendita denunciata dalla società. Le stesse sonostate condivise quasi in toto dalla Agenzia che haprovveduto a rettificare la rendita: l’ICI risultante èpari a 156.054.

Il Consorzio BIM ha sempre coordinato e supportato lesingole amministrazioni comunali per tutte le azioni daintraprendere e mantenuti i contatti con Enel Produ-zione per cercare di giungere ad un accordo condiviso. Dopo il notevole contenzioso generato, Enel Produ-zione SpA ed Enel GreenPower SpA si sono dichia-rate disponibili a degli incontri per giungere ad unatransazione del contenzioso di tutte le annualità pre-gresse.A seguito di successivi incontri il Consorzio BIM Addaha raggiunto il proprio obiettivo riuscendo a transaretutto l’arretrato a partire dal 2001 e fino al 2011.Il valore annuo della transazione è stato soddisfacente-mente concordato pari all’87% sul totale stimato dai tec-nici incaricati dal Consorzio BIM. Tale proposta è statafavorevolmente condivisa ed accettata dai Comuni.

Micaela Tralli

Veduta del monte bianco

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La carenza atavica di un documento programmatico nazionaledi pianificazione forestale e la competenza esclusiva delle Re-gioni in tale ambito, ha concorso a rendere i Piani e programmi

forestali regionali (PFR), gli unici veri e propri strumenti di programma-zione territoriale del settore, anche se spesso redatti solo a supportodei Programmi di sviluppo rurale (PSR).Infatti tra il 1972 e il 1977 sono state trasferite alle Regioni a Statuto Or-dinario le funzioni amministrative in materia di agricoltura e foreste, la-sciando al Ministero le residue competenze di carattere generale e pro-grammatico, modificando e ridimensionando anche le competenze ge-stionali esercitate attraverso il CFS.

Questo trasferimento di competenze ha prodotto una ricca normativaregionale, facendo scaturire una forte disomogeneità di situazioni tra lediverse Regioni, con la conseguente legiferazione di leggi e strumenti diprogrammazione differenziate nella definizione di bosco, dei rimboschi-menti compensativi, della definizione di finalità alternative a quelle pro-duttive ecc.Vi è quindi l’improrogabile necessità di prevedere un Programma qua-dro strategico nazionale per il settore forestale, che predisponga unsupporto alle Regioni per programmare e legiferare in materia forestaleriferito alla tutela, alla valorizzazione e lo sviluppo del settore, coordina-tamente agli orientamenti nazionali, europei e internazionale.Stiamo trattando di un settore che dà vita a filiere di grande rilievo e cheha numeri importanti :– Legno-Arredamento, 72.042 imprese con 381.835 addetti, fatturato

di 32 miliardi di euro, 38,3% di prodotto esportato con un saldocommerciale di 7,1 miliardi di euro. L’Italia è il 2° esportatore mon-diale (anno 2011, dati Cosmit-Federlegno, marzo 2012);

– Cellulosa e della carta, 83’600 addetti, produzione di 9,5Mt di cartee cartoni, con un consumo di legname nazionale di 520’000mc (datiMipaaf giugno, 2012);

– Commercio e l’indotto, fra cui l’industria delle macchine per la lavo-razione del legno, annovera circa 300 aziende, con 12.000 addettie un fatturato di 2 miliardi di euro, per l’80% esportato;

– Bosco e arboricoltura da legno 50-100’000 addetti stabili ed una ci-fra non quantificabile ma elevata di stagionali e di altri occupati.

In totale gli addetti del settore sono stimati fra 500 e 700’000 ed il con-tributo al PIL di tutti i comparti raggiunge il 4,5%.

Inoltre non va dimenticato che l’ettarato dei boschi italiani ha raggiunto il35% della superfice territoriale ed è in espansione da decenni ( la su-perfice è triplicata rispetto al 1920 e raddoppiata rispetto al 1950) rag-giungendo una ragguardevole superfice di 10.673.583 Ha suddivisi in

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8,8 Mha di “boschi alti” composti per il 41,8% da ce-dui e per il 35,1% da fustaie. Il dato più eclatante èche l’81,3% della superfice forestale è potenzialmenteutilizzabile.A fare da contraltare a questo quadro d’insieme si re-gistra che la produzione di legname da opera pari a2,5 Mmc copre solo il 5% del consumo di legno valu-tato intorno a 40-45 Mmc e che si registra un fortesottoutilizzo in quanto la media europea dell’accresci-mento è del 65% mentre quella italiana è del 25% chesale al 33% con le utilizzazioni di legna da ardere.Tutto ciò ha un unico e, permettetemi, drammatico ri-sultato: IMPORTAZIONI . In campo forestale l’Italia im-porta due terzi del proprio fabbisogno da AUS, FRA,CH, GER ed è il 1° importatore mondiale di legna daardere ed il 4° per il pellet.Ne deriva la necessità di un cambio delle impostazionidelle politiche regionali per la gestione delle foreste chesi sono caratterizzate sin d’ora essenzialmente in politi-che di tutela . Si consideri a tal riguardo che nessun si-gnificativo intervento gestionale da parte dei proprietariforestali può essere eseguito senza autorizzazione.Per contro, l’intervento pubblico nei settori successivialla gestione forestale è molto meno pregnante .Il ruolo del pubblico (Ministero per il coordinamento ela definizione di linee guida e le Regioni per la legifera-zione e la predisposizione di strumenti/misure delPSR) va ridisegnato secondo una ottica nuova e inno-vativa:– accentuazione dell’orientamento al mercato;– rivalutazione economica della gestione;– sostegno all’imprenditorialità forestale ;– riconoscimento di tutti i prodotti e servizi del bosco,

legno compreso;– impiego di tutti gli strumenti a disposizione (non

solo vincoli);– Integrazione della totalità delle risorse del territorio

(pianificazione integrata).Coinvolgimento diretto degli operatori economici localiMa soprattutto l’avvio di una ricerca di soluzione cheincida pesantemente sul sistema in quanto le difficoltàdel settore primario non interessano direttamente isettori successivi alla gestione forestale, che trovanosoluzioni più convenienti nel mercato arrivando anchea delocalizzare…Similarmente la pubblica amministrazione deve miglio-rare la propria efficienza: riducendo i tempi di risposta,superando le procedure tradizionali, adottando rap-porti che hanno la fiducia in primo piano e non sul so-spetto a prescindere.Pubblico e privato devono coalizzarsi per far fronte alledifficoltà suindicate, esacerbate dalla crisi economica.Occorre arricchire la gestione forestale con la ge-stione del territorio: acqua legno ed energia sono es-senziali per le aree marginali e vanno gestite operandosulla stessa lunghezza d’onda.

E inoltre non occorre attendere i canonici 7 anni cheintercorrono tra una programmazione del PSR e l’altraper attivare azioni immediatamente cantierabili a curadel pubblico per favorire la gestione, quali:– La diffusione di forme contrattuali fra proprietà e

pubblica amministrazione: contratti finalizzati aduna gestione imprenditoriale forestale che abbia insé il, superamento della logica vincolistica ambien-tale (es. Francia);

– Fra proprietà e gestore: contratti di gestione inconto terzi (pioppo), di compartecipazione;

– Fra offerta e trasformazione: contratti di fornitura,contratti di vendita (legname allestito);

– La predisposizione di programmi di formazione, di-vulgazione, informazione e consulenza (inventari estatistiche, osservatori);

– Unificazione dell’offerta (associazionismo, consorzi,aste di vendita, borsini del legno);

– Sburocratizzazione (pianificazione semplificata, pro-cedure autorizzative, procedure di vendita).

I Psr potranno integrare e corroborare con risorse eco-nomiche le politiche attivando misure coerenti con gli in-put di politica forestale regionale (coordinata dalle lineeguida nazionali) e in tal senso occorre trovare le formeper incidere anche su problemi di ordine culturale:– Incidere sulla storica incapacità di comunicazione

del settore forestale e la non volontà di fare si-stema tra gli attori del territorio;

– Smitizzare l’integralismo verde, che trova linfa neimisfatti perpetrati nel tempo e in alcuni casi, recen-temente.

Queste carenze vanno affrontate con l’azione d’infor-mazione e occorre trovare le risorse perché avvengacon le seguenti caratteristiche: chiarezza, sincerità,cadenza non episodica, tesa a:rimuovere i luoghi comuni sfavorevoli all’impiego dellegno e della carta chiarire che esistono forme di ge-stione dei boschi che garantiscono la loro continuitànel tempo rendere comprensibile che tali forme sipossono certificare chiarire che la gestione del boscoè uno dei tasselli della gestione del territorio, comequella della fauna, dell’acqua ecc. e che occorre uncoordinamento parlare sistematicamente degli effettinegativi del contrario della gestione: l’abbandono.Concludendo inserisco ancora alcuni concetti che misono cari:I prodotti legnosi rappresentano solo un terzo del va-lore economico totale delle foreste italiane. Gestire ilbosco significa coordinare il territorio e attivare occu-pazione. In particolare occorre ben focalizzare che lagestione attiva delle foreste richiede convenienza eco-nomica. Si sente parlare da tutti esclusivamente di ge-stione forestale sostenibile: ma occorre stabilire che lasostenibilità è tale se interessa tutti gli aspetti:ambientale, sociale ed economico.L’economicità è diminuita negli anni per effetto del

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crollo dei prezzi internazionali del legname e per l’au-mento dei costi di gestione. In Italia poi tale quadro èancora più critico per le insufficienti condizioni struttu-rali, dimensionali e organizzative. In particolare va ri-marcato la ridotta dimensione della proprietà forestale.A tal proposito Federforeste ha elaborato una propo-sta di utilizzo dei terreni abbandonati e privi un proprie-tario identificabile, che, adottando dispositivi legislativiesistenti senza ledere il sacro diritto della proprietà,mettono nella disponibilità di utilizzatori i numerosissimiettari di superficie delle aree marginali.Infine chiudendo mi sento di affermare che la valoriz-zazione del sistema “foresta legno” richiede la solu-zione di nodi strutturali attraverso la definizione di ac-cordi contrattuali.Per “far sistema” non sono tuttavia sufficienti né il mer-cato da solo né le politiche scollegate adottate sinoad oggi; sono al contrario necessarie strategie di valo-rizzazione che coinvolgano sia il pubblico che gli ope-ratori privati.

14°Assemblea PEFC Italia StampaVenerdì 9 maggio mattina si è tenuta a Trento, pressoil Consorzio dei Comuni Trentini, l’annuale Assembleadei soci dell’Associazione Pefc Italia. L’assemblea deisoci del PEFC Italia ha eletto il nuovo consiglio d’am-

ministrazione per il triennio 2014-2017 che ha vistol’entrata di otto nuovi Consiglieri su tredici. Il CdA, riu-nitosi dopo l’Assemblea, ha eletto l’Ufficio di Presi-denza, confermando Pier Luigi Ferrari come presi-dente, Maria Cristina D’Orlando come vicepresidentevicario e Francesco Dellagiacoma come vicepresi-dente. è entrato in programmazione, per il mese digiugno, la creazione del Forum di aggiornamento dellostandard di Gestione Forestale Sostenibile e dell’Arbo-ricoltura da Legno (allargando il campo d’applicazione,attualmente solo sulla pioppicoltura). Federforeste -Federazione Italiana delle Comunità Forestali - (sociofondatore del PEFC Italia) si affiancherà al PEFC Italianella gestione degli eventi e delle risultanze dei Forumper la presentazione degli standard gestionali alla co-munità internazionale.

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Diga di Campo Moro - Sondrio

FederforesteFederforeste, è nata come “Federazione Nazionale delle Forestali e delle Collettività Locali”, è sortanel 1981 con lo scopo di coordinare, tutelare e valorizzare l’opera dei Consorzi Forestalie delle Aziende Speciali – consorziali e/o singole –nella gestione razionale degliartt. 139-155 del R.D.L. n° 3267/1923 e successive norme legislative.

CCoonnssiigglliioo ddii aammmmiinniissttrraazziioonnee aannnnoo 22001133--22001177

Presidente: GGaabbrriieellee CCaalllliiaarrii

Consiglio nazionale: MMaassssiimmoo AAllbbaannoo – SSeerrggiioo BBaarroonnee – PPiieerr PPaaoolloo CCaammppoorreessii – EEuuggeenniioo CCiiooffffii – SSaallvvaattoorree MMaannffrreeddaaRRooddoollffoo MMaazzzzuuccootteellllii – DDaanniilloo MMeerrzz – AAnnddrreeaa MMoonnttrreessoorr – BBeenniittoo SSccaazzzziioottaa – MMaarriinnoo ZZaannii

Revisori dei conti: EEnnrriiccoo PPeettrriicccciioollii – AAnnttoonniioo BBiissoo – MMaassssiimmoo AAssccoolleessee – BBeenneeddeettttaa FFiiccccoo – MMaassssiimmoo NNaarrddii

Comitato dei Probiviri: OOssvvaallddoo LLuucccciiaarriinnii – PPaaoollaa GGrroossssii – GGiiuusseeppppee MMuurrggiiddaa – AAlleessssaannddrroo FFeeddii – PPaaoolloo GGiiaannnniinnii

FederbimFederbim è la Federazione Nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano.

Costituita in Bergamo il 17 Marzo 1962 ed eretta in ente morale con D.P.R. n° 194 del 31/01/1964 si pone l’obiettivo di ridistribuire sui territori montani

le risorse provenienti dai sovracanoni annui degli impianti idroelettrici, risorse finalizzate alla crescita culturale ed economica

delle popolazioni montane.

DDiirriiggeennttii FFeeddeerrbbiimm aannnnoo 22001133 -- 22001188

Presidente: PPeerrssoonneennii CCaarrllooVice Presidenti: PPeeddeerrzzoollllii GGiiaannffrraannccoo -- PPeettrriicccciioollii EEnnrriiccoo

Presidente dell’Assemblea: CCoonnttiisscciiaannii LLuuiiggiiGiunta Esecutiva: BBaacccciinnoo IIllaarriioo -- BBaarrooccccoo GGiioovvaannnnii -- CCiiooccccaarreellllii CCaarrllaa -- DDoonnaalliissiioo GGaabbrriieellee -- GGeennttiillee MMaarriioo -- IIaacchheettttii FFrraannccoo

KKlloottzz WWiillhheellmm -- RRaannccaann FFrraannccoo -- RRoommaannoo DDoommeenniiccoo -- SSppaaddaa EEggiillddoo -- SSvvaalluuttoo FFeerrrroo PPiieerr LLuuiiggii

ORGANO DI CONTROLLOPresidente: ZZaarrddeett BBaattttiissttaa

Membri effettivi: BBooiittaannoo GGiioovvaannnnii -- BBoonniinnoo IIggoorr AAlleessssaannddrrooMembri Supplenti: BBeebbeerr SSaannddrroo -- BBuussiiaa GGiioovvaannnnaa

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FEDERBIM

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Federforeste Federazione Italiana delle Comunità Forestali

Assemblea NazionaleAssemblea NazionaleDa Pieve di SoligoDa Pieve di Soligonuova ripartenza Federbimnuova ripartenza Federbim

Smart MountainsSmart MountainsUna gestione sostenibileUna gestione sostenibiledell’energiadell’energia

AppenninoAppenninoUn “Manifesto”Un “Manifesto”per la protezione del territorioper la protezione del territorio

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