Fede e Innocenza...alcun timore, annunciarono a tutti la gioia della risurrezione di cui furono...
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Fede e Innocenza “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. ( Gv 1,14)
Carissimi amici, ancora una volta il Signore si fa bambino per noi, e viene ad abitare in mezzo a noi per ravvivare la nostra fede, la nostra innocenza, le quali sono necessarie per raggiungere il Regno dei Cieli. “Se non diventerete come i bambini, non en-trerete nel Regno dei Cieli”.
Nei giorni che stiamo vivendo c’è una parola che
ricorre spesso nei nostri discorsi e nella nostra mente: “crisi”. Crisi dei valori, della fede, della fa-miglia, del lavoro, della vita politica… E questi pen-sieri creano in noi sfiducia, incertezza, tristezza.
Ora pero Cristo, viene incontro a noi per infonde-
re speranza, certezza, e ci dice che “Ogni uomo ve-drà la salvezza di Dio!” (Lc 3,6).
Certamente ci parla della salvezza interiore che da forza, coraggio, ricerca e ci invita a non stancarci mai, giacché Lui è in mezzo a noi e chi ha Dio nulla gli manca, perché poche cose sono necessarie, solo una: Lui.
Per raggiungere questo ci vuole fede e innocenza,
come quella di Maria, che si offre come serva del Signore perché Lui compia in lei la sua Parola, di-ventando con il suo dono, madre di fede e di spe-ranza.
O la fede e innocenza di Giuseppe, uomo giusto
che vive del silenzio e dell’ascolto della Parola e si lascia guidare dalla mano di Dio attraverso un mondo pieno di difficolta e di insidie.
O la fede dei pastori,
simbolo delle persone semplici che lo accolgono e lo adorano con gioia, o la fede dei Re Magi guidati dalla Stella, che una volta trovato il Bambino lo ado-rarono. E che dire della strage degli innocenti, simbolo della più nobile purezza.
Sono verità che dobbia-
mo cercare e desiderare per avere la “salvezza” del-la quale Cristo ci parla.
Il Verbo che si fa carne
per abitare in mezzo noi. L’Emmanuele, Dio con noi.
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LETTERA APOSTOLICA
IN FORMA DI MOTU PROPRIO
PORTA FIDEI
La “porta della fede” che introduce alla vita
di comunione con Dio e permette l’ingresso
nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. E’
possibile oltrepassare quella soglia quando la
Parola di Dio viene annunciata e il cuore si
lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta
comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita. Esso inizia
con il Battesimo mediante il quale possiamo chiamare Dio con il no-
me di Padre, e si conclude con il passaggio attraverso la morte alla
vita eterna, frutto della risurrezione del Signore Gesù che, con il dono
dello Spirito Santo, ha voluto coinvolgere nella sua stessa gloria
quanti credono in Lui…
Per fede Maria accolse la parola dell’Angelo e credette all’annuncio
che sarebbe divenuta Madre di Dio nell’obbedienza della sua dedi-
zione . Visitando Elisabetta innalzò il suo canto di lode all’Altissimo
per le meraviglie che compiva in quanti si affidano a Lui . Con gioia
e trepidazione diede alla luce il suo unico Figlio, mantenendo intatta
la verginità. Confidando in Giuseppe suo sposo, portò Gesù in Egitto
per salvarlo dalla persecuzione di Erode. Con la stessa fede seguì il
Signore nella sua predicazione e rimase con Lui fin sul Golgota. Con
fede Maria assaporò i frutti della risurrezione di Gesù e, custodendo
ogni ricordo nel suo cuore, lo trasmise ai Dodici riuniti con lei nel
Cenacolo per ricevere lo Spirito Santo.
Per fede gli Apostoli lasciarono ogni cosa per seguire il Maestro.
Credettero alle parole con le quali annunciava il Regno di Dio pre-
sente e realizzato nella sua persona. Vissero in comunione di vita con
Gesù che li istruiva con il suo insegnamento, lasciando loro una nuo-
va regola di vita con la quale sarebbero stati riconosciuti come suoi
discepoli dopo la sua morte. Per fede andarono nel mondo intero,
seguendo il mandato di portare il Vangelo ad ogni creatura e, senza
alcun timore, annunciarono a tutti la gioia della risurrezione di cui
furono fedeli testimoni.
Per fede i discepoli formarono la prima comunità raccolta intorno
all’insegnamento degli Apostoli, nella preghiera, nella celebrazione
dell’Eucaristia, mettendo in comune quanto possedevano per sovve-
nire alle necessità dei fratelli.
Per fede i martiri donarono la loro vita, per testimoniare la verità del
Vangelo che li aveva trasformati e resi capaci di giungere fino al do-
no più grande dell’amore con il perdono dei propri persecutori.
Per fede uomini e donne hanno consacrato la loro vita a Cristo, la-
sciando ogni cosa per vivere in semplicità evangelica l’obbedienza, la
povertà e la castità, segni concreti dell’attesa del Signore che non
tarda a venire. Per fede tanti cristiani hanno promosso un’azione a
favore della giustizia per rendere concreta la parola del Signore, ve-
nuto ad annunciare la liberazione dall’oppressione e un anno di gra-
zia per tutti.
Per fede, nel corso dei secoli, uomini e donne di tutte le età, il cui
nome è scritto nel Libro della vita, hanno confessato la bellezza di
seguire il Signore Gesù là dove venivano chiamati a dare testimo-
nianza del loro essere cristiani: nella famiglia, nella professione, nella
vita pubblica, nell’esercizio dei carismi e ministeri ai quali furono
chiamati.
Per fede viviamo anche noi: per il riconoscimento vivo del Signore
Gesù, presente nella nostra esistenza e nella storia.
Affidiamo alla Madre di Dio, proclamata “beata” perché “ha credu-
to” (Lc 1,45), questo tempo di grazia.
Benedetto XVI
Nel prologo del vangelo di Giovanni, che leggeremo nel giorno di Natale, si dice: “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da san-gue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati”. (Gv 1,12-13). Viene per abitare con noi, ma ci chiede di accoglierlo con fede e con innocenza come i bambini, come il Bambino che sta per na-scere in mezzo a noi. Aspiriamo, in quest’anno della Fede, ad av-vicinarci ancora di più con cuore aperto e sincero a Cristo che viene a noi per essere una sola cosa con Lui.
Carissimi amici auguro a tutti voi,
insieme alla nostra comunità
di Missionari e Missionarie Identes,
un Santo Natale nell’innocenza
del Bambino Dio
e che nel nuovo Anno 2013
i Santi Re Magi vi colmino del dono
della Fede e della Speranza
per accogliere con innocenza
il Cristo e in Lui tutti gli uomini.
Un abbraccio fortissimo nei sacri Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe.
P. V. de la Fuente
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Domenica 25 Novembre alla S. Mes-
sa delle 11 abbiamo ringraziato il Si-
gnore per il dono del nostro caro “Don
Enrico” (è da tempo “Monsignore” ma
lui vuole essere sempre Don Enrico)
che, dopo ben 44 anni, lascia la Par-
rocchia del Tabernacolo.
Ho raccolto i sentimenti di gratitudi-
ne della Comunità con questo breve
scritto che ho letto durante la Messa.
Carissimo Don Enrico,
la comunità tutta del Tabernacolo,
vuole ringraziare il Signore per la mis-
sione sacerdotale che tra noi svolgi da
tanti anni fin dal lontano 1968.
Una missione che è ed è stata presenza
attiva, discreta, fedele e generosa.
Presenza dispensatrice a piene mani del-
la Grazia con i Sacramenti e la Parola
di Dio
Presenza di aiuto per tanti nostri giovani che da te
hanno ricevuto incoraggiamento per proseguire ne-
gli studi insieme a tante, tantissime lezioni gratuite
di latino, di letteratura…..
Giovani ormai quarantenni, cinquantenni ed oltre che
ancora ricordano il prof Don Enrico. E’ di questa
settimana che due tuoi ex allievi sono venuti a tro-
varti da Forlì e tanti, tantissimi ti scrivono da sem-
pre e ti ricordano come il “burbero” prof che ha
saputo consigliare, orientare ed incoraggiare negli
anni difficili delle scelte fondamentali.
Presenza nei gruppi parrocchiali (ricordo in particola-
re il gruppo di AC che hai guidato per tanti anni)
Presenza che è stata di aiuto e conforto a tante perso-
ne anziane, malate e sofferenti della nostra parroc-
chia e tra queste anche mio papà nel suo ultimo an-
no di vita che anche grazie a te ha ritrovato la Fede.
Una grande testimonianza di Fede, coraggio e genero-
sità hai dato a tutti noi quando, non più giovane, sei
partito per portare aiuto alla missione genovese nel-
la zona di Santo Domingo in America Latina. Ricor-
do con ammirazione l’entusiasmo e la determinazio-
ne che ti ha accompagnato.
Tante cose buone hai fatto per noi. In tanti abbiamo
ricevuto doni spirituali di Fede, di Speranza, di Ca-
rità. Gesù attraverso di te ha incoraggiato, consola-
to, perdonato.
Oltre ai tanti doni spirituali, vogliamo ricordare an-
che i tanti segni tangibili di generosità:
- il rivestimento del portale di ingresso nella nostra
bella Chiesa.
- la Madonna con il bambino nel viale
- lo stupendo Crocifisso.
Continua ad essere come sei, generoso e disponibile.
La tua missione ora sarà in altro ambiente, dove
con dedizione saprai come sempre trasformarlo
operando con la tua decisa testimonianza di Carità
e di bontà che la tua forte personalità non riesce a
mascherare.
Noi ti abbracciamo e ti ringraziamo.
Grazie Don ENRICO!
Grazie di essere prete, Grazie di essere come sei!
Corrado
Caro don Enrico,
sono in Visita Pastorale con il Cardinale e non posso essere presente alla cerimonia "di grati-tudine" in tuo onore. Non si tratta di un addio perché non mancheremo di venirti a trovare e sarai sempre con noi.
Sei il decano del Vicariato, sei infatti pre-sente da oltre 55 anni e hai il primato di pre-senza anche al Tabernacolo. Hai operato con me per 25 anni al tempo in cui sono stato par-roco al Tabernacolo.
Quanto lavoro e quanti ricordi!
Ora la stagione della vita ti chiede di fer-marti un po' per contemplare la meta e il pre-mio che il Signore da' ai suoi discepoli predi-letti. Ogni sacerdote è un prediletto del Signo-re.
Ti faccia corona il ricordo di tanto apostola-
to a favore dei tuoi alunni e, negli ultimi decen-ni, ai parrocchiani del Tabernacolo.
Il Signore ti benedica; il tuo ministero non è ancora finito, diventa ancor più prezioso se arricchito di preghiera e accettazione del vole-re del Signore.
Continuiamo insieme il cammino.
Con affetto Don Pino
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Dal 7 al 28 ottobre 2012 si è svolta in Vaticano la XIII Assem-blea del Sinodo dei vescovi.
Sinodo vuol dire “camminare insie-me”. I Vescovi di tutto il mondo, in comunione col Papa hanno riflettuto sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristia-na”.
Il tempo in cui viviamo è segnato da dimenticanza e sordità nei con-fronti di Dio, siamo arrivati ad una vera e propria desertificazione spiri-tuale.
La finalità della nuova evange-lizzazione è la trasmissione della fede a tutti, e i cristiani, in quanto battezzati, sono chiamati a dare il loro contributo, risvegliando la loro identità battesimale.
La nuova evangelizzazione ri-sponde alla necessità di trovare nuovi strumenti per rendere com-prensibile la Parola di Dio negli
ambienti di vita dell’uomo contempo-raneo.
Vuole portare i battezzati a ri-scoprire la gioia di credere e aiu-tarli a ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede, vuole riafferma-re il dovere di annunciare Cristo a chi ancora non lo conosce, ma è indiriz-zata soprattutto a coloro che sono stati battezzati ma non sufficiente-mente evangelizzati e a coloro che si sono allontanati dalla Chiesa e dalla pratica della vita religiosa.
Un ruolo particolare per la Nuova Evangelizzazione spetta alla parroc-chia “comunità di comunità”.
“E’ necessario che quel gigante addormentato che è la parrocchia si risvegli! Una parrocchia dinamica, carica dell’amore di Dio, che affascina i suoi fedeli e li spinge all’evangeliz-zazione è possibile” (D. Pigi ideatore delle cellule di evangelizzazione).
“Anche nel nostro tempo un luogo privilegiato per parlare di Dio è la famiglia, la prima scuola per trasmettere la fede alle nuove generazioni. I genitori sono i primi messaggeri di Dio, chiamati ad assu-mersi la responsabilità nell’educare, nell’aprire la coscienze dei piccoli all’amore di Dio, nell’essere i primi catechisti e maestri della fede per i loro figli. La comunicazione della fede deve sempre avere la tonalità
della gioia, E’ la gioia pasquale, che non tace o nasconde le realtà del do-lore, della sofferenza, della fatica, dell’incomprensione e della stessa morte, ma sa offrire i criteri per inter-pretare tutto nella prospettiva della speranza cristiana” (Benedetto XVI).
Come parlare di Dio nel nostro tempo? “Parlare di Dio vuol dire in-nanzitutto avere ben chiaro ciò che dobbiamo portare agli uomini e alle donne del nostro tempo: un Dio concreto, un Dio che esiste, un Dio che à entrato ed è presente nella storia: il Dio di Gesù Cristo. Per questo parlare di Dio richiede una familiarità con Gesù e il suo Vangelo, suppone una nostra personale e reale conoscenza di Dio e una forte passio-ne per il suo progetto di salvezza, seguendo il metodo di Dio stesso: il metodo dell’umiltà
Occorre non temere l’umiltà dei piccoli passi e confidare nel lievito che penetra nella pasta e lentamente la fa crescere. E’ necessario ritorna-re all’essenziale dell’annuncio: la buona notizia di un Dio che è reale e concreto, un Dio che si interessa di noi, un Dio Amore che si fa vicino a noi in Gesù Cristo fino alla Croce e che nella Resurrezione ci dona la speranza e ci apre ad una vita che non ha fine, la vita eterna, la vita ve-ra” (Benedetto XVI)
Ciao a tutti! Chi siamo? Semplice, siamo le “ugole d’oro”
che spesso animano e rallegrano la S. Messa delle 11!
La domenica mattina, quando dobbiamo cantare, invece di dormi-re fino a tardi, alle 10.15 siamo già nei saloni della Chiesa a provare i canti: canti di gioia e amore per Gesù.
Siamo molto contenti di que-s t o p i c c o l o “servizio”: ci ve-diamo tra amici, ci divertiamo, cantare è bello e farlo per Gesù lo è ancora di più!
Dà soddisfazione anche essere ap-prezzati e ringraziamo Padre Vicen-te che ci applaude ogni volta.
Ma il nostro grazie più speciale va a Silvana e Lucia che pazientemente ci insegnano i canti, a volte difficili e insegnati a una banda di scalmana-ti…
Da più di un mese, una volta la settimana (il mercoledì dopo cate-chismo) ci vediamo per imparare e preparare i canti per la Veglia di Na-tale: è un momento molto speciale e atteso per noi che cantiamo!
Per questo vi aspettiamo tutti la Notte del 24 alle 23 per la Veglia di Natale. Speriamo di es-sere ancora di più l’anno pros-simo, perché ogni bambino che desidera cantare è il ben-venuto!!
CECI
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Domenica 25 novembre 2012:
Sacramento della Confermazione.
Sono passati tre anni e pochi mesi da quando ho accet-
tato l’incarico di fare da catechista per un gruppetto di
ragazzi, che nel corso del tempo si è un poco assottigliato
per le più svariate ragioni; ora siamo arrivati alla conclu-
sione del nostro percorso, o per meglio dire all’inizio
dell’avventura della vita, visto che questi ragazzi e ragaz-
ze, ricevuto il Sacramento della Confermazione, non do-
vranno più seguire il Catechismo, ma essere capaci di
vivere ogni giorno la propria Fede.
Tre anni impegnativi, a volte anche un poco frustranti,
ma nel complesso tre anni davvero importanti per loro,
ma anche per me: sono stati tre anni per riflettere sulla
mia fede, per cercare di trasmettere loro qualcosa che
possa un giorno germogliare.
La funzione di Domenica mi ha davvero colpito,
per la semplicità di ciò che Don Pino ha saputo dire ai
ragazzi, ai genitori e a tutti coloro che eano in Chiesa,
ma mi ha davvero molto colpito anche il Ritiro di Sabato
24 mattina, in cui Padre Vicente ha davvero saputo rias-
sumere il valore di questo sacramento in maniera coin-
volgente per i ragazzi.
Grazie di cuore a questi sacerdoti per quanto hanno
dato a questi ragazzi in queste due occasioni.
Qual è la paura più grande ora?
Che questi ragazzi smettano di confrontarsi con la fede,
smettano di frequentare la Chiesa, la Parrocchia, faccia-
no insomma come moltissimi per i quali, passata la Cre-
sima, passato il senso di andare in Chiesa.
Non è facile al giorno d’oggi per un ragazzo mettere
nella propria vita Cristo e la Chiesa, la Parrocchia, il Ser-
vizio... troppe sono le distrazioni...ma ha sempre un gran-
de senso sperare e pregare che il Signore con il dono del
suo Spirito li aiuti a non perdersi.
Un grande abbraccio a tutti questi ragazzi e ragazze,
una preghiera sempre profonda per loro e per le loro fa-
miglie.
Eugenio
Una strada stretta, quasi nascosta, si iner-
pica su da Corso Europa: è Via Locchi.
Ed ecco una curva a gomito che si dirama
in due, e poi un’altra curva a sinistra. Ora
un tratto pianeggiante, come una tregua
alla salita, e un breve rettilineo fiancheg-
giato dai pini marittimi. Ancora la verti-
calità che aumenta via via di grado, e tut-
to ritorna a salire e salire, mentre, alla
nostra destra, il cartello indica l’inizio di
“Via Flavia Steno”.
E’ la strada in cui vivo. Intitolata a ricor-
do di una scrittrice e giornalista del
“Secolo XIX”, che scrisse di politica, di
moda e soprattutto di emancipazione fem-
minile.
Via Flavia Steno: un lungo biscione ag-
grappato al fianco della collina, arrotolato
su sé stesso, dove i palazzi compaiono in
ordine sparso.
Un tempo, qui - trenta, quaranta anni fa -
era aperta campagna.
Quando traslocai con la mia famiglia, la
strada era stata da poco asfaltata. Sentire
il ronzio di un motore, veder passare
un’auto era una rarità. Non potevi che
seguirla con lo sguardo. La vedevi appari-
re tra una fascia e l’altra, spuntare in mez-
zo agli orti, nascondersi tra gli ulivi, scen-
dere giù lentamente verso Cor-
so Europa, o risalire su, sulla
via del ritorno, faticando e sob-
balzando su di un tratto ancora
sterrato, e poi scomparire alla
svelta, come fosse imbarazzata
per aver rotto il silenzio.
Tornava la quiete. Le reti per
cogliere le olive sembravano
minuscole ragnatele scosse dal vento.
Non si udiva più nulla. Sembrava di poter
respirare più forte. Quasi d’inebriarsi d’a-
ria.
Ma ancora stornavi lo sguardo attirato dai
richiami degli operai. Osservavi le gru, i
cantieri. Le carriole sospese nel cielo, a
dondolare. I ponteggi. Le betoniere. Gli
scheletri dei nuovi palazzi, che sarebbero
stati di tre quattro piani, e facevano im-
pallidire le vecchie case genovesi color
pastello che fino ad allora avevano chiaz-
zato la campagna della Val Bisagno.
Stava sorgendo Via Steno.
La geografia cambiava di giorno in gior-
no, tutto era incompleto. Mancavano rin-
ghiere, cancelli, e i bambini sconfinavano
nei giardini del vicinato, e sembrava natu-
rale, nessuno protestava. I miei figli fece-
ro amicizia con un bambino che abitava
di fronte. Ogni pomeriggio quello scaval-
cava il basso muretto che divideva i nostri
giardini e bussava alla finestra. Domanda-
va quasi intimidito: c’è sua figlia?
Ora la situazione è cambiata. Ai margini
della strada fanno capolino solo palazzi e
palazzi, passano molte macchine, e del
tempo che fu rimane qualche ulivo fron-
doso, qualche pino marittimo incurvato
un poco, ma sempre altissimo, a prendere
il calore del sole.
Via Steno, comunque, rimane ancora una
piccola oasi. Il rumore del traffico di cor-
so Europa vi arriva molto attutito. Si vive
tranquilli. Ma serre e orti sono scomparsi.
Nessun bambino scavalca il muretto di
casa nostra. Nessuno che chieda: c’è sua
figlia.
Ma è il tempo che passa, si sa.
P.
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Fin dai tempi antichi il 21 dicembre ha rappresentato
una data speciale del calendario: il solstizio di inverno. In
questa fase il sole appare fermo all'orizzonte.
Veniva celebrata la festa del sole (Natalis Solis Invicti
= giorno natalizio dell'invincibile Sole), che avveniva
nell'ottavo giorno prima del capodanno, segno che la vita
continua, anno dopo anno. Durante le feste venivano ac-
cesi dei fuochi che con il loro calore e la loro luce aveva-
no la funzione di ridare forza al sole indebolito.
Dalle ore 0 del 21 dicembre le giornate tornano a di-
ventare più lunghe e soleggiate, l'inverno è al suo culmi-
ne: la natura ci riconduce nuovamente verso la stagione
del sole e della vita. Il sole inverte la rotta e riprende il
suo moto verso la primavera a partire dal 25 dicembre,
giorno in cui sembra ri-nascere, ha cioè un nuovo
"natale".
Molte delle tradizioni legate a questo periodo, come lo
scambio dei doni e l'albero, sono di origine pagana e solo
in seguito hanno assunto carattere religioso.
Il Natale cristiano commemora la nascita di Gesù, Luce
del Mondo, che giunge a squarciare le tenebre e ad inau-
gurare un periodo di cambiamento e di rinnovamento.
Nell'antichità si voleva festeggiare la fine dell'anno e
l'avvento di un nuovo periodo, in cui ci sarebbe stata se-
renità e prosperità.
Il nostro Natale celebra la nascita di Cristo che, ve-
nendo al mondo, inaugura una nuova Vita e porta
Luce a tutti gli uomini.
ORIGINI del NATALEORIGINI del NATALE
Crisi, spread, corruzione, peculato, inquinamento, droga, violenza, bra-
mosia del guadagno, anche illecito,
ecc.: quanti brutti discorsi su questi
argomenti ci tempestano la mente
ogni giorno!
Mai come in questo periodo, ci
pare proprio di essere in un tunnel
dove brancoliamo nel buio: ci sentia-
mo troppo pieni di problemi e op-
pressi dalla situazione contingente
per riuscire a vedere il raggio di sole
che ci indica la via d’uscita.
Fiducia nel futuro, amore, famiglia,
solidarietà, giustizia sociale: questi
gli argomenti di cui dobbiamo par-
lare nel nostro vivere quotidiano.
Come ci dice S.Giovanni Crisosto-
mo cerchiamo di essere “agnelli”,
perchè anche se saremo circondati
da “lupi”, il Pastore ci aiuterà: ci
darà la forza , ci aiuterà ad avere
speranza nel futuro e non saremo
sconfitti.
In definitiva, dobbiamo mettere
Dio al centro della nostra vita.
Cogliamo l’occasione del
S.Natale per mettere al centro del-
la nostra vita il neonato Bambino
Gesù: nato in povertà, in una capan-
na, ma, da subito, amato da tante
persone semplici che hanno ricono-
sciuto la sua grandezza.
Cerchiamo anche noi di non farci
incantare dai falsi profeti odierni e
dal loro sfavillante luccichìo, ma
cerchiamo di praticare una vita sem-
plice, una solidarietà sincera e di
avere solidi sentimenti verso la
famiglia e la Chiesa.
Infine, dobbiamo impegnarci a far
emergere, tra i politici che dovranno
guidarci, le persone che riteniamo
più oneste e moralmente corrette , in
modo che possano esprimere tutto il
loro valore e dare una svolta positiva
a questa nostra “povera” Italia.
Enrica
Riflessione sul S.NATALERiflessione sul S.NATALE
LA LUCE GUARDO’ IN BASSO
La luce guardò in basso
e vide le tenebre:
"Là voglio andare" disse la luce.
La pace guardò in basso
e vide la guerra:
"Là voglio andare" disse la pace.
L'amore guardò in basso
e vide l'odio:
"Là voglio andare" disse l'amore.
Così apparve la luce
e inondò la terra;
così apparve la pace
e offrì riposo;
così apparve l'amore
e portò la vita.
"E il Verbo si fece carne
e dimorò in mezzo a noi". Lambert Noben
NATALE, GIORNO DI GLORIA
Natale, giorno di gloria e di pace.
Nella notte delle tenebre,
aspettiamo la luce
che illumini la terra.
Nella notte delle tenebre,
aspettiamo l'amore
che riscaldi il mondo.
Nella notte delle tenebre,
aspettiamo un Padre
che ci salvi dal male.
Nella notte delle tenebre,
aspettiamo la misericordia.
Aspettiamo un Dio. Anna Maria Cànopi
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I poveri li abbiamo sempre con noi: anche quest'an-
no molte persone vivranno il periodo natalizio stor-
dite dalla solita miseria, in questa stagione che è la
più dura per chi vive in strada ma anche per chi
non può scaldarsi o nutrire a sufficienza i propri
figli.
La povertà è in aumento ma le risorse destinate ai
poveri sono in diminuzione: per questo è importan-
te non perdere occasioni come quella rappresentata
dalla Colletta Alimentare che, come tutti gli anni, si
è svolta l'ultimo sabato di novembre.
La colletta, grazie al contributo di chi dona parte
della sua spesa all'uscita del supermercato, contri-
buisce a rimpolpare le scorte del Banco Alimentare
che è quella associazione che poi ridistribuisce, at-
traverso enti e gruppi di volontariato come il nostro
Centro d'Ascolto parrocchiale, a circa sessantasei-
mila persone nella sola Liguria.
Quest'anno un gruppo di volontari prevalentemente
del Tabernacolo, si è occupato di un supermercato
della zona ricevendo un buon quantitativo di generi
alimentari, altrimenti destinato a non essere raccol-
to.
Occasione sfruttata!
La giornata è stata allietata dalla presenza di molti
carissimi ragazzi e dalla gioia dei donatori il cui
unico rammarico è stato quello di non potere offrire
di più.
Teniamo presenti sempre i nostri fratelli più poveri
con atti concreti e sentiamoci uniti nell'attesa del
Bambino che viene a salvare tutti.
Bruno
I SACCHETTI DOVRANNO ESSERE DEPOSITATI
NELL’ATRIO DEL PORTONE ENTRO LE ORE ENTRO LE ORE
12.00 DI SABATO 15 DICEMBRE12.00 DI SABATO 15 DICEMBRE
DOVE VERRANNO RITIRATI DAI GIOVANI DURAN-
TE IL POMERIGGIO dalle ore 15 alle ore 19.
(Vi preghiamo di rispettare l’orario perché
gli incaricati passeranno una sola volta in
tutti i portoni).
E’ importante che i sacchetti contengano
SOPRATTUTTO alimenti non deperibili di
prima necessità come LATTE, TONNO,
CARNE IN SCATOLA, LEGUMI IN SCATO-
LA, RISO, PELATI, FARINA, CAFFE’, ZUC-
CHERO, TE’, BISCOTTI.
Confidando nella vostra generosità,
VI RINGRAZIAMO VI RINGRAZIAMO EE VI AUGURIAMO VI AUGURIAMO UNUN
SANTO NATALE !SANTO NATALE !
IL BANCO ALIMENTARE
Il Banco Alimentare recupera eccedenze alimentari
e le ridistribuisce gratuitamente ad associazioni ed
enti caritativi.
Sono centinaia i soggetti della filiera agroalimentare
che donano le proprie eccedenze alla Rete Banco Ali-
mentare trasformando le eccedenze in risorse.
Accanto alla operosa attività quotidiana di recupero di
eccedenze alimentari da destinare ai più poveri del no-
stro paese, la Fondazione Banco Alimentare Onlus
organizza ogni anno, l´ultimo sabato di novembre, la
Giornata Nazionale della Colletta Alimentare.
Ormai giunta alla 16ª edizione, la Giornata Nazionale
della Colletta Alimentare è diventata un importante mo-
mento che coinvolge e sensibilizza la società civile al
problema della povertà attraverso l'invito a un gesto
concreto di gratuità e di condivisione: fare la spesa per
chi ha bisogno. Durante questa giornata, presso una fit-
tissima rete di supermercati aderenti su tutto il territorio
nazionale, ciascuno può donare parte della propria spesa
per rispondere al bisogno di quanti vivono nella povertà.
E' un grande spettacolo di carità: l'esperienza del dono
eccede ogni aspettativa generando una sovrabbondante
solidarietà umana.
Risultati Colletta Alimentare 2012
In Liguria sono stati raccolti 336.000 Kg di alimenti (il
12,8% in piú rispetto al 2011), cosí ripartiti:
Genova: 177.000 Kg (di cui 52.000 nel Levante); La Spezia: 44.000 Kg; Imperia: 46.500 Kg; Savona: 68.500 Kg;
Oltre 5500 i volontari coinvolti in 411 punti vendita.
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NOTIZIE e
DATE da RICORDARE
PARROCCHIA DEL TABERNACOLO Missionari e Missionarie Identes
Via Swinburne, 4b –16148 Genova
Tel. 010/387291
Stampato in proprio
SANTO NATALE 2012SANTO NATALE 2012
DICEMBRE 2012DICEMBRE 2012
SABATO 15 Raccolta Viveri nei portoni
DOMENICA 16 ore 9.45 Riunione genitori Catechi-
smo e ore 11 Tesseramento ACR
LUNEDI’ 17 Inizio novena di Natale per adulti
(durante le Messe feriali)
MARTEDI’ 18 ore 17 confessioni catechismo
Ore 21 Liturgia Penitenziale adulti
MERCOLEDI’ 19 Ore 17 confessioni catechismo LUNEDI’ 24 Ore 17 S. Messa prefestiva
Ore 23.15 Veglia di Natale
Ore 24 S. Messa di mezzanotte
MARTEDI’ 25 S. NATALE
S. Messe ore 9 – 11 – 18 LUNEDI’ 31 S. Messa prefestiva ore 17 Ore 17.45 Te Deum in Chiesa
GENNAIO 2013GENNAIO 2013
MARTEDI’ 1 Solennità di Maria Madre di Dio S. Messe ore 9 – 11 – 18 SABATO 5 S. Messa prefestiva ore 17
DOMENICA 6 Festa dell’Epifania S. Messe ore 9 – 11 – 18
BUON NATALE A TUTBUON NATALE A TUTTITI
ORARIO S. MESSE
A partire dal 1 FEBBRAIO
NON CI SARÀ LA S. MESSA DELLE ORE 18 del LUNEDI-MARTEDI-MERCOLEDI,
eccetto quando uno di questi giorni sia festivo
tipo mercoledì delle ceneri o altre festività…
A partire dal 1 APRILE
la S. Messa dei giorni feriali non sarà più alle 9 ma alle ore 8,30
Sabato pomeriggio e Prefestivi: ore 17
Domenica e Festivi: ore 9-11-18
Martedì 18 dicembre Ore 9.30 Incontro Adulti e Cellule
GENNAIO
Martedì 8 e Mercoledì 9 gennaio Ripresa catechismo
Venerdì 18 gennaio Incontro vicariale sul Credo
Ore 21 Parr. S. Martino
Sabato 19 gennaio ore 17.45 Incontro Famiglie
Martedì 22 gennaio Ore 9.30 Incontro Adulti e Cellule
FEBBRAIO
Domenica 3 febbraio ore 11 Giornata per la vita
Festa bambini battezzati nel 2012
Lunedì 4 febbraio Inizio Benedizione Famiglie
Mercoledì 13 febbraio — Ceneri
Venerdì 15 febbraio Ore 17.15 Via Crucis
Ore 21 Incontro vicariale sul Credo
Parr. Gesù Adolescente
Sabato 16 febbraio ore 17.45 Incontro Famiglie
Martedì 19 febbraio Ore 9.30 Incontro Adulti e Cellule