Esperienze geosìsniich (*) e - Annals of Geophysics

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Esperienze geosìsniiche (*) (Ceoseismic researches) M. MIRAM(**) Ricevuto il 2(1 Giugno 1972 I . - VELOCITÀ DELLE ONDE ELASTICHE LONGITUDINALI IN MEZZI SOT- TOPOSTI A PICCOLE VARIAZIONI DI CARICO RIASSUNTO. — Si espongono brevemente i risultati di una esperienza eseguita allo scopo di rilevare e precisare, con misure in loco, come la ve- locità delle onde sismiche possa variare in mezzi sottoposti a piccoli ca- richi. Vengono pure riportati altri esempi di variazioni di velocità, riscon- trate nel corso di numerose campagne geofìsiche. SUMMARY . — The paper is a brief report on the results of an experience performed for the purpose of observing and studying, "in loco", how the velocity of the elastic waves can change when rocks are subjected to low pressures. Further examples of velocity variations, found during some different geophysical researches, are added. Tra il 1966 ed il 1969 sono state eseguite, nel calcestruzzo della diga di Place Moulin (***), una lunga serie di controlli geosismici. (*) 11 presente lavoro è stato eseguito per conto del C.P.C.I.E.C., E.N.E.L. - Compartimento di Venezia. (**) E.N.E.L. - Compartimento di Venezia. (***) Si tratta di una diga ad arco-gravità (altezza massima 156 m. larghezza alla base 42 m, al coronamento 6,9 m, lunghezza (lei coronamento 670 in), situata ad oltre 2000 m s.l.m., in Valpelline, prov. di Aosta, sul torrente Buthier.

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Esperienze geosìsniiche (*)

(Ceoseismic researches)

M . M I R A M ( * * )

R i c e v u t o il 2(1 Giugno 1972

I . - VELOCITÀ DELLE ONDE ELASTICHE LONGITUDINALI IN MEZZI SOT-

TOPOSTI A PICCOLE VARIAZIONI DI CARICO

RIASSUNTO. — Si e s p o n g o n o b r e v e m e n t e i r i su l t a t i di u n a e spe r i enza e segu i t a allo scopo di r i l eva re e p rec i sa re , con mi su re in loco, c o m e la ve-loc i tà delle o n d e s i smiche possa v a r i a r e in mezzi s o t t o p o s t i a piccoli ca-r ichi . Vengono p u r e r i p o r t a t i a l t r i e s e m p i di va r i az ion i di ve loc i tà , r i scon-t r a t e nel corso di n u m e r o s e c a m p a g n e geofìsiche.

SUMMARY . — T h e p a p e r is a brief r e p o r t on t h e r e su l t s of a n expe r i ence p e r f o r m e d fo r t h e p u r p o s e of obse rv ing a n d s t u d y i n g , " i n l oco" , h o w t h e ve loc i ty of t h e e las t ic w a v e s can c h a n g e w h e n rocks a r e s u b j e c t e d t o low p ressu res . F u r t h e r e x a m p l e s of ve loc i ty va r i a t i ons , f o u n d d u r i n g s o m e d i f f e ren t geophys i ca l researches , a re a d d e d .

Tra il 1966 ed il 1969 sono s ta te eseguite, nel calcestruzzo della diga di Place Moulin (***), una lunga serie di controlli geosismici.

(*) 11 p r e s e n t e l avoro è s t a t o esegui to pe r c o n t o de l C .P .C . I .E .C . , E . N . E . L . - C o m p a r t i m e n t o di Venezia .

(**) E . N . E . L . - C o m p a r t i m e n t o di Venez ia . (***) Si t r a t t a di u n a d iga ad a r c o - g r a v i t à (a l tezza m a s s i m a 156 m.

l a r g h e z z a a l la ba se 42 m, al c o r o n a m e n t o 6,9 m, l unghezza (lei c o r o n a m e n t o 670 in), s i t u a t a a d o l t re 2000 m s . l .m. , in Valpel l ine , p r o v . di Aos t a , sul t o r r e n t e B u t h i e r .

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(¡4 M. MIGANI

Fig . 1 - Diga di Place Moul in: Schema di lavoro , ril ievo var iaz ione veloci tà onde e las t iche nel pu lv ino della diga.

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o io 20 so io so so kg/cm1

Fig . 2 - Diga di P lace Moul in: D i a g r a m m a carichi , veloci tà onde elas t iche longi tudina l i .

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E S P E R I E N Z E GE0SISMIC1IE

Lo scopo è s ta to di rilevare e precisare, con misure in loco, in mezzi sot topost i a piccoli carichi, quelle variazioni di velocità delle onde elastiche longitudinali già r iscontrate da altri sia con misure eseguite in laboratorio su particolari campioni (4), sia d i re t tamente nella roccia di fondazione delle dighe (3).

Tig. 3 - Diga di P lace Moulin: Velocità onde elast iche longi tudinal i zona fagl ia f ra i

g iunt i 10 e 14.

L'esperienza è s ta ta condot ta secondo lo schema r ipor ta to nella figura 1.

Alla base della diga, nel pulvino, t ra i giunti 3 e 4, sono stat i esaminat i t re t ragi t t i paralleli di circa 35 m (li lunghezza, in corri-spondenza alle posizioni delle capsule tensiometriche CT2, CTa, CT4,

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immerse nel cemento già al momen to della costruzione della diga. Le misure sono s ta te eseguite con una a t t r ezza tu ra di geofoni oppor-t u n a m e n t e a d a t t a t a . Le onde elastiche sono s ta te generate dall 'esplo-sione di piccole cariche di d inamite (50 gr ca. di GDI) . L'esperienza è s t a t a r ipe tu ta più volte, in differenti condizioni del carico sul calce-struzzo, sot toposto a diverse pressioni a seconda del livello delle acque del lago a mon te della diga. I l valore del carico sul calcestruzzo, al

Fig . 4 - Diga di P lace Moul in: Velocità onde elasti-che longi tudinal i zona i m p o s t a diga-roccia in s p o n d a

des t r a q. 1890 m.

momento della misura, veniva da to d i re t t amente dalle capsule tensio-metriche.

I r isul ta t i o t t enu t i sono r ipor ta t i nei d iagrammi della figura 2. L ' a n d a m e n t o di t ipo esponenziale della p r ima pa r t e delle curve è molto simile a quello o t t enu to nelle esperienze eseguite in laborato-rio (4). Sono in fa t t i le piccole variazioni di carico a modificare, « ela-s t icamente », la microporosità del calcestruzzo [<p = <p0 (1 = fi p), dove (p è la porosi tà alla pressione p, <p„ quella per p = 0, fi è u n a costante], e, di conseguenza, a fa r var iare la velocità delle onde elastiche longi-tudinal i che l ' a t t raversano [V„ = VPo c~Y'P\.

I n conformità alle misure di laboratorio (4), al di sopra di un certo valore del carico, le variazioni delle velocità delle onde sismiche

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r isul tano sempre meno significative. Nelle figure 3-4-5, vengono ri-por t a t i al tr i esempi di variazione della velocità delle onde elastiche in mezzi sot topost i a piccole variazioni di carico.

Anche in quest i casi, le variazioni della velocità si r iscontrano non sol tanto nella roccia maggiormente car icata immed ia t amen te a con ta t to del m a n u f a t t o (condizioni simili a quelle relat ive alla pa r t e finale delle curve di figura 2) ma , in maniera ancora più evidente, in profondi tà , dove il carico iniziale sulla roccia a bacino vuoto era pressoché nullo (condizioni simili a quelle relat ive alla pa r t e iniziale delle curve di figura 2).

Nella figura 6 è r ipor ta to il d iagramma relat ivo alla variazione che subisce la velocità delle onde elastiche longitudinali con l 'altezza, ri levate in u n concio della diga. La misura è s t a t a eseguita a lago vuoto.

I n questo caso, con l 'al tezza, var ia il carico e di conseguenza lo s ta to di coazione del calcestruzzo. La velocità delle onde elastiche a u m e n t a quindi dall 'al to verso il basso.

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M . M I G A N I

I I . - RILIEVO SISMICO « PER TRASPARENZA » (« R a d i o g r a f ì a » d e l l a r o c -

cia e del calcestruzzo)

RIASSUNTO. — Si e spone u n n u o v o e sempl ice m e t o d o di i n d a g i n e sul ca l ces t ruzzo e sul la rocc ia c o s t i t u e n t e la f o n d a z i o n e di g r a n d i m a n u -f a t t i . Con t a l e s i s t e m a è possibi le o t t e n e r e u n a « r ad iog ra f i a » suff ic iente-m e n t e d e t t a g l i a t a del mezzo in e s a m e .

I n u m e r o s i e s emp i v e n g o n o r i p o r t a t i allo scopo di p rec i sa re megl io la v a l i d i t à ed i l imi t i di q u e s t o n u o v o m e t o d o .

SUMMARY. — T h e second p a r t of t h e p a p e r se t s f o r t h t h e r e su l t s ob-t a i n e d b y a s imp le m e t h o d to i n q u i r e i n t o t h e c o n c r e t e a n d t h e f o u n d a -t i o n rocks of la rge bu i ld ings . T h r o u g h th i s m e t h o d i t is poss ib le t o r e a c h a « r a d i o g r a p h y » of t h e m e d i a ( conc re t e a n d rocks) e n o u g h d e t a i l e d .

T h e l imi t s a n d w o r t h s of t h e new m e t h o d b y t h e enc losed e x a m p l e s a r e s h o w n .

1. - La necessità di conoscere sempre più nei det tagli la s t ru t t u r a e la consistenza della roccia di fondazione dei grandi manufa t t i , quali, ad esempio, le grandi dighe di sbarramento, ci ha indot t i a speri-menta re u n sistema di rilievo « per t rasparenza », il quale permet te di ot tenere, con una estrema semplicità operativa, un discreto r isul tato pratico.

Va sottolineato che lo scopo di questo tipo di ricerche è soltanto quello di integrare e completare nei dettagli le misure di modulo ela-stico dinamico, ormai divenute di normale uso negli s tudi sulla sta-bilità delle masse rocciose cost i tuenti le fondazioni delle grandi co-struzioni »•••).

II r isul tato che si ot t iene è un diagramma, con il quale vengono messe in evidenza le variazioni della velocità delle onde elastiche longitudinali al l ' interno della roccia in esame, cioè la sua maggiore o minore consistenza elastica.

2. - I l lavoro si esegue mediante l 'uso di un 'a t t rezza tura sismica cost i tui ta da un solo geofono tridimensionale, oppor tunamente pro-te t to dall 'acqua, avvi ta to ad un estremo di una corda di acciaio suffi-cientemente robusta e rigida da permet tere di introdurre, spingendolo, il geofono in un foro di sondaggio. Anche l'esplosivo (meno di 50 gr, par i a ca 1/4 di cartuccia) viene fissato al l 'estremità di un 'as t ina di

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(¡4 M. MIGANI

ferro (da 6-8 m m di diametro) sa ldata in p u n t a ad una corda di acciaio analoga a quella usa ta per il geofono.

Si eseguono due fori di sondaggio non rivestiti , pe r f e t t amen te paralleli, di d iametro sufficiente a fa r passare in uno il geofono, e nel-l 'a l t ro l 'esplosivo (per la nost ra a t t rezza tura sono s ta t i sufficienti fori da 65 m m di diametro). Nel caso di roccia friabile, si in ie t tano in essa, a basse pressioni, piccole quan t i t à di cemento, e quindi si torna a per-forare. Esplosivo e geofono vengono in t rodot t i , con una certa cura, al l ' interno dell 'uno e dell 'al tro foro fino alla mass ima profondi tà vo-lu ta dallo schema di lavoro (vedere gli schemi e i d iagrammi r ipor ta t i nelle figure la, Ib, 8 . . . 11). Dopo l'esplosione, il geofono viene a r re t ra to fino al successivo p u n t o di misura. Così pure per l'esplo-sivo, per il quale è ovviamente necessario es t rarre l ' in tera corda di acciaio per poterlo ricollegare al l 'estremità di essa.

I n genere l ' en t i tà della carica non è sufficiente a far f r ana re il foro. I n f a t t i la carica è semplicemente appoggiata alla roccia costi-tuen te il contorno del foro di sondaggio; l 'esplosione riesce appena a scalfirla, poiché i gas da essa prodot t i vengono faci lmente l iberati nel foro, il cui d iametro è molto più grande di quello della car-tuccia contenente l'esplosivo. È accaduto più volte di dover to rnare a sparare nello stesso p u n t o e di ritrovare sempre libero il foro.

Con l 'a iuto di un buon fuochino è possibile eseguire dalle 200 alle 250 misurazioni al giorno.

Per il calcolo della velocità, il percorso sparo-registrazione va preso, di regola, come la linea r e t t a congiungente i due punt i , cioè la dis tanza t r a i due fori.

Per ot tenere d iagrammi significativi, d a t a la microeterogeneità della roccia, è necessario porre i fori ad almeno 15-20 m di dis tanza l 'uno dall 'al tro. Inol t re i t ragi t t i sparo-registrazione devono essere — sempre — normali alla giacitura degli s t rat i . I n ta l modo il dia-g r a m m a (profondità-velocità delle onde elastiche longitudinali) ri-sul ta abbas tanza regolare e vengono messe in rilievo sol tanto quelle variazioni della roccia che ef fe t t ivamente hanno « peso » sulla sua consistenza e sulla stabil i tà del m a n u f a t t o ad essa ancorato.

Al contrario, i t ragi t t i sparo-registrazione possono essere ravvi-cinati quan to più si rit iene necessario.

I d iagrammi ot tenut i , per ovvie ragioni, sono sol tanto l 'ombra a contorni s fumat i di quella che è la reale situazione fisica al l ' interno della roccia. Gli esempi r ipor ta t i nelle figg. 7a, 7b, 11, s tanno ad indicare i limiti di val idi tà di quan to det to .

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S v i l u p p a t e c i l i n d r i c a 1-500

Fig. la. - Diga di Pieve di Cadore (Belluno). Sponda destra: i diagrammi mettono in evidenza la notevole eterogeneità della roccia di fondazione. Il rilievo nella pa r te al ta della sponda destra mostra l 'effetto di una precedente campagna di iniezioni di cemento eseguita per porre riparo al graduale decadimento della roccia, avvenuto dopo l ' en t ra ta in esercizio dell ' impianto. Altro risultato impor tante è la visualizzazione di una zona quasi anelastica

di 3-5 m di spessore, s i tuata t u t t a intorno alla diga, al contat to roccia-calcestruzzo.

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Rilievo i r a le q . 5 7 8 e 6 3 0

Rilievo fra le quota 660 e 685

V m / s e c . 5000

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Rilievo Ira le quo re 630 e 660 V m/sec. I

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TU ««ITTI „ u è, ¿ ¿ u a u & U » ™ Conci XXX XXXI 1 ROCCIA

a des t ra : i d i agrammi met tono in evidenza la notevole e terogenei tà della roccia di fondazione, l ' e f fe t to di u n a precedente campagna di iniezioni di cemento eseguita per porre r iparo al g radua le

esercizio del l ' impianto. Altro r isul ta to impor t an t e è la visualizzazione di u n a zona quasi anelast ica 5, s i t ua t a t u t t a in torno alla diga, al con ta t to roccia-calcestruzzo.

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Rilievo fra le q.he 630 e 660 v-m/««c Rilievo fra le q.te 660 a 685

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Rilievo galleria accesso presa

2000

1000 J i a a

F ig . 76. - Diga di P ieve di Cadore . S p o n d a s in is t ra (vedi didascal ia fìg. la).

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Sez. longitudinale concio in corrispondenza rilievo

Rilievo verticale concio e roccia sottostante

23 21191761311» 9 8 22 20B1EÌU2

Fig. 8 - Diga di P lace Moulin (p ianta) . Rilievo ver t icale del concio cent ra le della d iga e della roccia so t to s t an t e . Solita presenza della zona anelast ica al c o n t a t t o roccia-calcestruzzo. Si no t a anche l ' a n d a m e n t o del velo di iniezioni di cemento eseguite allo scopo di impermeabi l izzare la roccia di fondazione .

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Fig. 9a - Diga di Cavia (Belluno) - Rilievi eseguit i nel calcest ruzzo dei p a r a m e n t i d i m o n t e e di valle dei conci cen t ra l i della diga. I n pa r t i co la re si n o t a come la p a r t e a l t a del p a r a m e n t o di m o n t e sia danneg-g ia to per ca 50 cm di p ro fond i t à , per e f fe t to di agent i a tmosfer ic i ( s o p r a t t u t t o il gelo) [v. fìgg. 9ft-9c-9d],

Schema prospettico rilievo verficale nel corpo diga e roccia soft verticale nel Sex. longiTudinaJe del concio 7 in corrispondenza del rilievo Rilievo

0 2,5 %0 ìfi ¡0,0 T»

funicolo A » ¿099

concio 7 e nella roccia soflòstanie

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Fig . 9e - Diga di Cavia (Belluno). Vedi didascal ia fig. 9«.

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Schema prospettico rilievo paramento a valle diga

Fig. 9d. - Diga di Cavia (Belluno). Vedi didascal ia fig. 9a.

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Fig. 11 - Diga di S t r amen t i zzo (Trento) - Rilievo s p o n d a s in i s t ra della diga. I n ques to caso si è s p e r i m e n t a t o u n s i s t ema di r i l e v a m e n t o a ventag l io me-d i a n t e l 'uso di u n a serie di 12 geofoni , al f ine di e v i t a r e l 'eccessiva spesa per i fori di sondaggio . Anche in ques to caso il r i su l t a to si p u ò def inire discreto .

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(«1828)

Fig . 10 - Diga di Neves (Bolzano) - Rilievo eseguito t u t t o a t t o r n o alla diga per u n a p r o f o n d i t à nella roccia di o l t re 50 m. A n c h e qui si n o t a u n a zona di 5-6 m quasi c o m p l e t a m e n t e anelas t ica , al c o n t a t t o roccia-calces t ruzzo.

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E S P E R I E N Z E GEO?I?MICI !E •ì i l

B I B L I O G R A F I A

(') CALOI P . , 1962. - Aspetti della dinamica di rocce, calcestruzzo ed acque. « Anna l i (li Geofísica », X V , 2. (Contiene u n a v a s t a bibl iograf ia sui lavor i , c o m p i u t i da l l 'Au to re , su l l ' a rgomento) .

(2) CALCI P . , 1965. - La geodinamica al servizio delle grandi dighe. « A n n a l i di Geofisica », X V I , 4.

(3) CALOI P . , SPA DE A M. C., 1966. Sugli effetti delle esplosioni nelle rocce e sulle conseguenti alterazioni del relativo campo elastico. « Anna l i di Geof . », X I X , 3.

(4) Sin MOZURU I) . , I960. - Elasticity of rocks and some related geophysical problems. « J a p . J o u r n a l Geopliys. », 2, 3.