Ermetismo, Ungaretti

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LERMETISMO

LERMETISMO (Firenze, 1932- inizio degli anni 50)

-si ispira al simbolismo di Mallarm, ad alcuni surrealisti (Eluard) e allorfismo di Dino Campana;-teorizza una poesia difficile, chiusa in s, volutamente oscura;-pratica lanalogia, la sinestesia, insiste sui giochi di corrispondenza sonora e musicale, fantastica ed alogica;-con la fine della guerra entrer in crisi a causa dellimpegno (almeno morale) degli intellettuali

GIUSEPPE UNGARETTI(Alessandria dEgitto, 1888 - Milano, 1970)

1912: inizia a frequentare la Sorbona;1914: viene in Italia;1915: combatte sul Carso come semplice soldato poi, nel 1918, in Francia;1916: Il porto sepolto; 1923: 2a ed. con pref. di Muss.; 1919: Allegria dei naufragi; 1931: LAllegria (Ultime, Il porto sepolto, Naufragi, Girovago, Prime); ------------------------------------1933: Sentimento del tempo;1936-42: insegna Lingua e lett. it. a San Paolo del Brasile;1942: diventa accademico dItalia;1947: Il dolore (lesperienza dolorosa della morte del fratello Costantino, nel 1937, e del figlio Antonietto, nel 1939, a soli 9 anni); diventa docente di Lett. mod. e contemp. allUniversit di Roma;1950: La terra promessa; 1960: Il taccuino del vecchio;1960: Vita dun uomo. Tutte le poesie (Mondadori)

Veglia (Allegria)

Un intera nottata buttato vicino a un compagnomassacratocon la sua bocca digrignatavolta al pleniluniocon la congestione delle sue manipenetratanel mio silenzioho scrittolettere piene damore

Non sono mai statotantoattaccato alla vita

Cima Quattro il 23 dicembre 1915

Commiato

GentileEttore Serrapoesia il mondo lumanitla propria vitafioriti dalla parolala limpida meravigliadi un delirante fermentoQuando trovoin questo mio silenziouna parolascavata nella miacome un abisso

Locvizza il 2 ottobre 1916

I fiumi

Mi tengo a questalbero mutilatoabbandonato in questa dolinache ha il languoredi un circoprima o dopo lo spettacoloe guardoil passaggio quietodelle nuvole sulla lunaStamani mi sono distesoin unurna dacquae come una reliquiaho riposatoLIsonzo scorrendomi levigavacome un suo sassoho tirato sule mie quattro ossae me ne sono andatocome un acrobatasullacquaMi sono accoccolatovicino ai miei pannisudici di guerrae come un beduinomi sono chinato a ricevereil soleQuesto lIsonzoe qui megliomi sono riconosciutouna docile fibradelluniversoIl mio supplizioe quandonon mi credoin armoniaMa quelle occultemaniche mintridonomi regalanola rarafelicitHo ripassatole epochedella mia vitaQuesti sonoi miei fiumiQuesto il Serchioal quale hanno attintoduemilanni forsedi gente mia campagnolae mio padre e mia madre.Questo il Niloche mi ha vistonascere e cresceree ardere dinconsapevolezzanelle distese pianureQuesta la Sennae in quel suo torbidomi sono rimescolatoe mi sono conosciutoQuesti sono i miei fiumicontati nellIsonzoQuesta la mia nostalgiache in ognunomi traspareora ch notteche la mia vita mi pareuna corolladi tenebreCotici il 16 agosto 1916

Soldati

Si sta comedautunnosugli alberile foglie

Bosco di Courton luglio 1918

Inno alla morte (Sentimento del tempo)

Amore, mio giovine emblema,Tornato a dorare la terra,Diffuso entro il giorno rupestre,E' l'ultima volta che miro(Appie' del botro, d'irruentiAcque sontuoso, d'antriFunesto) la scia di luceChe pari alla tortora lamentosaSull'erba svagata si turba.

Amore, salute lucente,Mi pesano gli anni venturi.

Abbandonata la mazza fedele,Scivolero' nell'acqua buiaSenza rimpianto.

Morte, arido fiume...

Immemore sorella, morte,L'uguale mi farai del sognoBaciandomi.

Avro' il tuo passo,Andro' senza lasciare impronta.

Mi darai il cuore immobileD'un iddio, saro' innocente,Non avro' pi pensieri ne' bonta'.

Colla mente murata,Cogli occhi caduti in oblio,Faro' da guida alla felicit.

Canto beduino

Una donna salza e cantaLa segue il vento e lincantaE sulla terra nuda la stendeE il sogno vero la prende.

Questa terra nudaQuesta donna drudaQuesto vento forteQuesto sogno morte.