Prevalenza e incidenza delle malattie rare: Dati bibliografici
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EPIDEMIOLOGIA
DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Dott. Prof. Vincenzo Manna
Neurologo, Psichiatra, Psicoterapeuta
Direttore f.f. SPDC – Frascati
ASL Roma 6
Docente di Psichiatria, Neurologia e Psico Linguistica
Corsi di Laurea in Fisioterapia e Logopedia - Ariccia
Università Sapienza di Roma
I disturbi del comportamento alimentare
1. rappresentano un problema socio sanitario molto
importante per tutti i paesi sviluppati
1. spesso sono in comorbidità con altri disturbi
psichiatrici come la depressione, l’abuso di sostanze
e i disturbi d’ansia
1. sono frequenti le complicanze fisiche
1. comportano un rischio 12 volte maggiore di quello
riscontrabile in soggetti sani confrontabili per età
Classificazione DSM-5
Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione
1. Anoressia Nervosa
2. Bulimia Nervosa
3. Binge-Eating Disorder
4. Pica
5. Disturbo di ruminazione
6. Avoidant / Restrictive Food Intake Disorder
7. Altri Specifici Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione
8. Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione Non
Specificati
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
I disturbi alimentari sono relativamente rari tra la
popolazione generale (Smink et al. 2012).
L’Anoressia Nervosa (AN) è più comune tra le giovani
donne.
Si è registrato, di recente, un aumento dell’anoressia
nervosa nel gruppo ad alto rischio tra le ragazze con età
tra 15 e 19 anni, mentre il tasso di incidenza
complessiva è rimasto stabile negli ultimi decenni.
Non è chiaro se questo fenomeno rifletta una precoce
individuazione dei casi di anoressia nervosa o un
effettivo esordio in età più giovanile del disturbo
alimentare.
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Il verificarsi della Bulimia Nervosa (BN) sembra essersi ridotto
progressivamente a partire dagli anni novanta del secolo
scorso.
Tutti i disturbi alimentari hanno un rischio di mortalità elevata,
soprattutto l’anoressia nervosa.
Rispetto agli altri disturbi alimentari, il disturbo da
alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder = BED) è
più comune tra i maschi e le persone anziane (Manna, 2008).
Descriveremo l'epidemiologia dei DCA secondo il DSM-IV e,
quando disponibili ,secondo i criteri proposti dal DSM-5.
Le modifiche proposte nel DSM-5 circa i criteri diagnostici
hanno, infatti, alterato l’ampiezza clinica delle categorie
diagnostiche e, quindi, le frequenze di presentazione dei
disturbi alimentari.
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Incidenza
Il tasso d’incidenza è il numero di
nuovi casi di malattia nella popolazione
esaminata in un determinato periodo.
Il tasso d’incidenza dei disturbi alimentari è
comunemente espresso in termini
per 100.000 persone all'anno (persone-anno).
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Prevalenza
La prevalenza può essere espressa come prevalenza
puntuale, tasso di prevalenza per anno e prevalenza lifetime.
La prevalenza puntuale è la prevalenza in un determinato
momento, ad esempio al primo gennaio di un anno specifico.
Il tasso di prevalenza per anno è la prevalenza puntiforme più
il tasso d’incidenza annuale (il numero di nuovi casi nell'anno
successivo).
La prevalenza lifetime (una tantum) è la percentuale di
persone che hanno avuto la malattia, in qualsiasi fase della
loro vita.
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Mortalità
Si potrebbe definire il tasso di mortalità, come il tasso
d’incidenza dell’evento morte (Rothman, 2002).
Il tasso di mortalità è spesso utilizzato come uno degli
indicatori della gravità della malattia.
Le misure standard per la mortalità sono il
tasso grezzo di mortalità (CMR) e il
tasso di mortalità standardizzato (SMR).
Il tasso grezzo di mortalità è il numero di morti tra la
popolazione in studio durante un periodo determinato.
Il tasso di mortalità standardizzato è il rapporto tra i decessi
osservati nella popolazione in studio rispetto ai decessi attesi
nella popolazione d’origine (Rothman, 2002).
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Incidenza dell’Anoressia Nervosa
Alcuni studiosi (Currin et al. 2005) hanno valutato, nel Regno
Unito, i nuovi casi di AN tra il 1994 e il 2000 e hanno
confrontato i loro dati con i risultati di uno studio simile
effettuato nel periodo 1988-1993 (Turnbull et al. 1996).
Il tasso d’incidenza dell’AN, corretto per età e sesso, è restato
stabile nel corso dei due periodi di studio:
nel 2000 era 4,7 per 100.000 persone-anno,
rispetto a 4,2 per 100.000 persone-anno nel 1993.
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Incidenza della Bulimia Nervosa
Nel Regno Unito, in uno studio di assistenza primaria, il tasso
globale, corretto per età e sesso, d’incidenza della BN è
diminuito dal 12,2 per 100.000 anni-persona nel 1993,
a 6,6 per 100.000 persone-anno nel 2000.
Il tasso d’incidenza della BN nelle donne con età compresa tra
i 10 ed i 19 anni, però, è rimasto relativamente stabile intorno
al 40 per 100.000 persone-anno sia 1993 sia nel 2000 (Currin et
al. 2005).
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INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Incidenza dei Disturbi alimentari non altrimenti specificati
(DANAS) e del Binge Eating Disorder (BED)
Uno studio britannico, di sorveglianza nazionale sui disturbi
alimentari di nuova diagnosi, in strutture di cura pediatriche e
psichiatriche, ha trovato un tasso d’incidenza di
1,2 per 100.000 persone-anno per DANAS tra i bambini con età
inferiore ai 13 anni (Nicholls et al. 2011).
In uno studio longitudinale su un’ampia coorte di adolescenti
degli Stati Uniti, il tasso d’incidenza per il binge eating in
soggetti con età superiore ai 14 anni è stato di
10,1 per 1000 persone-anno tra le donne e
6,6 per 1000 persone-anno tra i maschi, tra gli adolescenti di
sesso femminile e maschile rispettivamente (Field et al. 2008).
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Prevalenza dell’Anoressia Nervosa
Sia in un sondaggio rappresentativo a livello nazionale della
popolazione delle famiglie degli Stati Uniti (Hudson et al. 2007)
sia in uno studio di popolazione in sei paesi europei (Preti et
al. 2009), la prevalenza una tantum di AN è stata dello 0,9% tra
le donne adulte.
Nello studio americano è stato dello 0,3% tra i maschi
(Hudson et al. 2007), mentre nello studio europeo non un
singolo caso di AN è stato trovato nel sesso maschile (Preti et
al. 2009).
In un ampio campione rappresentativo degli Stati Uniti la
prevalenza una tantum del AN negli adolescenti tra 13 e 18
anni era pari allo 0,3% (Swanson et al. 2011).
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Prevalenza della Bulimia Nervosa
Secondo alcuni studi di popolazione, a due stadi, svolti negli
USA (Hudson et al. 2007) e in Europa (Preti et al. 2009), la
prevalenza, una tantum, della BN, valutata con il CIDI,
(Composite International Diagnostic Interview) varia tra il 0,9 e il
1,5% nel sesso femminile e tra il 0,1% e il 0,5% nel sesso
maschile.
Le prevalenze lifetime andavano dallo 0,51%, tra i bianchi al
2,0% tra i latino-americani (Marques et al. 2011).
In un recente studio su un campione rappresentativo a livello
nazionale di adolescenti americani, tra i 13 e i 18 anni d’età, è
stata trovata una prevalenza una tantum di BN del 1,3% tra le
ragazze e del 0,5% tra i maschi (Swanson et al. 2011).
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INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Incidenza dei Disturbi alimentari non altrimenti specificati
(DANAS) e del Binge Eating Disorder (BED)
La prevalenza puntuale di DANAS in un campione di comunità
a livello nazionale USA tra giovani donne è stata del 2,4%
(Machado et al. 2007).
La prevalenza, una tantum, del BED è stata valutata in
campioni di popolazione di grandi dimensioni negli Stati Uniti
(Hudson et al. 2007; Swanson et al. 2011) e in Europa (Preti et
al. 2009).
In sei paesi europei, è stata dell'1,9% per le donne e dello 0,3%
per gli uomini (Preti et al. 2009).
Negli Stati Uniti sono stati trovati tassi di prevalenza lifetime
elevati tra gli adulti (donne 3,5%; uomini 2,0%) e tra gli
adolescenti con età compresa tra i 13 e i 18 anni (ragazze
2,3%; ragazzi 0,8%) (Hudson et al. 2007; Swanson et al. 2011).
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Mortalità per Anoressia Nervosa
Nel 1990, in uno studio di meta-analisi su tutti i disturbi
mentali, l’anoressia nervosa è risultata essere associata al più
alto tasso di mortalità (Harris & Barraclough 1998).
In una recente meta-analisi su 35 studi pubblicati (Arcelus et
al. 2011), il CMR ponderato per AN era 5,1 decessi per 1000
anni-persona, che si traduce in 5,1% per decennio o 0,51%
all'anno.
Uno su cinque individui con AN deceduti si era suicidato
(Arcelus et al. 2011). Il SMR era 5,86 con un periodo di follow-
up medio di 14 anni.
In uno studio di meta-analisi nel 2001, il SMR complessivo per
AN in studi con 6-12 anni di follow-up è stato di 9,6 e in studi
con 20-40 anni di follow-up di 3.7 (Nielsen, 2001).
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Mortalità per Bulimia Nervosa
In una recente meta-analisi su 12 studi, che descrivono i tassi di
mortalità dei pazienti con BN, è stato trovato un tasso di mortalità
ponderato del 1,74 per 1000 persone-anno, il che significa che
ogni anno 0,17% di pazienti con BN muoiono.
In questo studio il SMR era 1.93 (Arcelus et al. 2011).
Crow et al. (2009) hanno esaminato la mortalità in un campione di
1885 pazienti ambulatoriali, valutati per un eventuale trattamento
per disturbi alimentari, in un periodo tra il 1979 e il 1997.
Dei 906 pazienti affetti da BN, 35 (3,9%) erano morti dopo un
follow-up di quasi 19 anni. In questo studio il suicidio era la causa
del 23% delle morti.
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
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Mortalità per Disturbi alimentari non altrimenti specificati
(DANAS) e Binge Eating Disorder (BED)
Una recente meta-analisi su sei studi che descrivono il tasso di
mortalità dei pazienti con DANAS ha riportato un tasso di mortalità
annuo ponderato del 3,31 decessi per 1000 persone-anno, con un
SMR di 1.92 (Arcelus et al. 2011) .
L’elevato rischio di mortalità per DANAS potrebbe essere in parte
spiegato considerando che potrebbe riflettere, almeno a volte, le fasi
precedenti di AN (Button et al. 2010).
Nessuno dei sei studi ha sostenuto che il BED fosse parte della
categoria DANAS e ciò può essere spiegato dal fatto che questi studi
sono stati effettuati, almeno in parte, prima della pubblicazione del
DSM-IV nel 1994, in cui è stato introdotto il disturbo da alimentazione
incontrollata (Binge Eating Disorder = BED) (Ben-Tovim et al. 2001).
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INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Mortalità per Disturbi alimentari non altrimenti specificati
(DANAS) e Binge Eating Disorder (BED)
Due su sessantotto pazienti ricoverati per BED erano morti dopo 12
anni, portando a un CMR di 2,9 e a un SMR non significativo di 2.29
(Fichter et al. 2008).
Il BED è associato alla obesità.
In un ampio studio di popolazione, effettuato negli USA, il 42% dei
soggetti con una diagnosi lifetime di BED era obeso (BMI> 30 kg / m2)
al momento dell'intervista, con una prevalenza significativamente più
alta d’obesità patologica (BMI> 40 kg / m2) rispetto a soggetti senza
alcun disturbo alimentare (Hudson et al. 2007).
In una meta-analisi sul rischio di suicidio nei disturbi alimentari,
nessun suicidio si era verificato tra i 246 pazienti con BED dopo un
follow-up medio di 5,3 anni (Preti et al. 2011).
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
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Disturbi alimentari tra le minoranze
Un recente studio di confronto sulla prevalenza dei disturbi
alimentari tra i vari gruppi etnici negli Stati Uniti ha riportato
prevalenze simili di AN e BED tra i bianchi non latini, latino-
americani, asiatici e afroamericani.
La BN è risultata più diffusa tra i latino-americani e gli afro-
americani rispetto ai bianchi non latini (Marques et al. 2011).
Considerato che tutte le etnie, di non recente immigrazione
negli USA, sono sottoposte agli stessi stimoli culturali, risulta
evidente che fattori non culturali, verosimilmente biologici,
quantomeno epigenetici se non propriamente genetici,
possono svolgere un ruolo nella eziopatogenesi di questi
disturbi ( Smink et al. 2012).
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Disturbi alimentari nei paesi non occidentali
In passato, i disturbi alimentari sono stati considerati quadri
psicopatologici culturalmente determinati, specifici dei
soggetti caucasici delle società industrializzate d’occidente
(Keel & Klump, 2003).
Recenti studi hanno dimostrato che disturbi alimentari e
comportamenti alimentari anomali si verificano anche nei
paesi non occidentali e tra le minoranze etniche (Chandra et
al. 2011).
Un crescente incremento dei disturbi alimentari nei paesi non
occidentali è stato associato alla transizione culturale e alla
globalizzazione, compresa la modernizzazione,
l'urbanizzazione e l’esposizione tramite i media a promuovere
l’ideale occidentale di bellezza (Pavlova et al. 2010).
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Disturbi alimentari nei paesi non occidentali
L'incidenza complessiva di AN sull'isola caraibica di Curaçao
(Antille olandesi), di 1,82 per 100.000 persone-anno è risultata
essere molto più bassa che negli Stati Uniti e in Europa
occidentale. Nessun caso è stato trovato tra la popolazione di
colore.
L'incidenza di 9,08 tra la popolazione bianca e la minoranza
mista era simile all’incidenza nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti
(Hoek et al. 2005).
Nei Paesi Bassi, i tassi d’incidenza di ricoveri ospedalieri
psichiatrici per AN non differivano da quelli evidenziati nelle
Antille Olandesi per immigrati e nativi olandesi (Hoeken et al.
2010), suggerendo che se l'esposizione all’ideale occidentale
di bellezza è un fattore di rischio per lo sviluppo di AN lo è
solo in interazione con aspetti non culturali, nonché con lo
stress correlato alla stessa migrazione.
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
I disturbi alimentari nel sesso maschile.
La ricerca sui disturbi alimentari nei maschi ha avuto, solo
molto di recente, un nuovo impulso con la pubblicazione di
numerosi studi sull’argomento (Raevuori et al. 2014).
Solo recentemente, perciò, i fattori socio-economici, le
influenze prenatali, le caratteristiche cliniche, la valutazione
diagnostica e la mortalità per i disturbi alimentari sono stati
riportati in maniera indipendente per i maschi.
I maschi possono essere oggetto di un doppio stigma: lo
stigma conseguente al presentare quello che viene
considerato un disturbo psichiatrico, nonché l’ulteriore
stigma connesso al soffrire di quello che viene comunemente
percepito come un disturbo specificamente femminile
(Raisanen & Hunt, 2014).
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INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
I disturbi alimentari nel sesso maschile.
A differenza delle donne, nessuna associazione è stata trovata
tra l’istruzione superiore dei genitori e i disturbi alimentari
insorti nei maschi.
E’ stata, invece, evidenziata un'associazione indipendente
dell’anoressia nervosa nei maschi con la condizione di parto
gemellare o trigemellare e con una bassa età gestazionale alla
nascita.
Contrariamente a quanto suggerito in precedenza, non sono
state osservate differenze tra i sessi nei sintomi tipici dei
disturbi alimentari, come abbuffate, vomito o abuso di
lassativi.
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
I disturbi alimentari nel sesso maschile.
La prevalenza lifetime (una tantum) tra gli uomini
dell’anoressia nervosa è 0,16-0,3% (Raevuori et al. 2009),
della bulimia nervosa è 0,1-0,5% (Hudson et al. 2007) e del
BED è 1,1-3,1% (Striegel-Moore & Franko, 2003).
Il rapporto tra tasso di prevalenza lifetime dell’anoressia
nervosa e della bulimia nervosa nei maschi rispetto alle
femmine è spesso valutato uguale o inferiore a 1: 10 (Hoek,
2006) ma tali cifre probabilmente riflettono una sottostima
clinica dei disturbi alimentari tra i maschi.
Alcuni studi epidemiologici riportano maggiori variazioni: per
l'anoressia nervosa, 1: 3-1: 12, e per la bulimia nervosa, 1: 3-1:
18 (Hudson et al. 2007) mentre per il BED il rapporto maschi-
femmine è più uguale 1: 2-1: 6 (Striegel-Moore & Franko,
2003).
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
I disturbi alimentari nel sesso maschile.
Rispetto alle donne i disturbi alimentari negli uomini
presentano significative differenze cliniche nei fattori di
rischio, nella presentazione clinica, nella comorbidità e nelle
conseguenze.
Un orientamento omosessuale si associa a un aumento del
rischio di disturbo alimentare negli uomini (Feldman & Meyer,
2007).
Il sovrappeso premorboso è più frequente nei maschi (Carlat
et al. 1997).
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
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I disturbi alimentari nel sesso maschile.
Quando si studia l'insoddisfazione per il proprio corpo negli
uomini, è importante distinguere le preoccupazioni per il peso
da quelle per la muscolosità (Jones & Crawford, 2005),
sebbene queste preoccupazioni siano entrambe presenti nei
maschi, con effetti sulla vulnerabilità e sul comportamento
(Field et al. 2014).
Il perseguire un aspetto atletico con un eccessivo esercizio
fisico sembra una rappresentare caratteristica tipica
all’esordio del disturbo fra gli uomini (Chatterton & Petrie,
2013).
I tassi di comorbidità psichiatrica sono più elevati tra gli
uomini che tra le donne (Raevuori et al. 2009).
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
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I disturbi alimentari nel sesso maschile.
La percentuale di casi di Disturbi Alimentari Non Altrimenti
Specificati (DANAS), secondo i criteri del DSM-IV sembra
essere più alto tra i maschi rispetto alle femmine (Le Grange
et al. 2012).
Di tutti i disturbi alimentari individuati in uno studio di
popolazione sono stati classificati come DANAS tra i maschi
adolescenti, il 83,5% e tra gli uomini adulti il 83,3%.
La prevalenza, una tantum, dei DANAS negli adolescenti
maschi era 3,9 e negli adulti ere 3,4%.
La prevalenza di “un qualsiasi disturbo alimentare” secondo il
DSM-5 nei maschi è stata recentemente segnalata essere del
1,2% a 14 anni, del 2,6% a 17 anni,e del 2,9% a 20 anni (Allen
et al. 2013).
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I disturbi alimentari nel sesso maschile.
La prevalenza della bulimia nervosa secondo il DSM-5 è stata
stimata del 0,4 %, del 0,7% e del 1,6%, rispettivamente.
In uno studio di comunità la prevalenza, una tantum, di un
qualsiasi disturbo alimentare secondo il DSM-5 è stata del
1,2% tra gli adolescenti di sesso maschile, rispetto al 5,7% tra
gli adolescenti di sesso femminile.
Il BED era la diagnosi più comune tra gli adolescenti maschi
(Smink et al. 2014).
In generale, i maschi costituiscono una parte rilevante di
persone con BED con una prevalenza, una tantum, del BED in
maschi adulti tra il 2,0-2,1% negli Stati Uniti (Hudson et al.
2012).
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INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
I disturbi alimentari nel sesso maschile.
I maschi costituiscono una parte rilevante delle persone con
sindrome da alimentazione notturna (Tholin et al. 2009;
Runfola et al. 2014).
Nel DSM-5 la dismorfia muscolare (Pope et al. 1993) è
considerata un segno diagnostico del disturbo di dismorfismo
corporeo.
I suoi sintomi, come i disturbi dell'immagine corporea, i
disturbi alimentari, i tratti di personalità in comorbidità, l'ansia
e i disturbi affettivi mostrano un certo grado di
sovrapposizione con i disturbi dell’alimentazione.
Un certo grado di sovrapposizione tra disturbo di dismorfismo
corporeo e anoressia nervosa è stato suggerito con
implicazioni etio-patogenetiche (Murray et al. 2012).
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Mortalità per disturbi alimentari nei maschi
Nei pazienti con grave anoressia nervosa, la sopravvivenza a
lungo termine non differisce tra i sessi, ma i maschi sembrano
morire più frequentemente subito dopo la dimissione rispetto
alle femmine.
Il tasso standardizzato di mortalità per l'anoressia nervosa è
stato di 8,1 negli uomini. Per il sottogruppo con anoressia
nervosa restrittiva è stato di 13,2 (Gueguen et al. 2012).
Un altro recente studio di mortalità (Suokas et al. 2013) ha
riportato un rapporto di rischio elevato di 3,6 per tutte le
cause di mortalità per l’insieme di anoressia nervosa, bulimia
nervosa e BED nei pazienti di sesso maschile rispetto a una
popolazione appaiata di controllo.
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Conclusioni
L’anoressia nervosa è relativamente comune tra le giovani
donne.
Il suo tasso complessivo d’incidenza è rimasto stabile negli
ultimi decenni, ma si è registrato un aumento nel gruppo ad
alto rischio delle ragazze tra i 15 e i 19 anni d’età.
Non è chiaro se questo riflette una migliorata diagnosi
precoce o un’effettiva minore età d’esordio.
Tutti i disturbi alimentari hanno un rischio di mortalità elevata,
più eclatante per l’ anoressia nervosa.
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Conclusioni
Il verificarsi della bulimia nervosa potrebbe essersi diminuito
a partire dai primi anni novanta del secolo scorso.
Rispetto agli altri disturbi alimentari, il disturbo alimentare da
abbuffate (Binge Eating Disorder) è più comune tra i maschi e
le persone anziane.
Sulla base degli studi epidemiologici si può
concludere che fattori culturali e fattori non
culturali possono svolgere un ruolo nella etio-
patogenesi dei disturbi dell’alimentazione
(Smink et al. 2012).
EPIDEMIOLOGIA DEI DISTURBI ALIMENTARI:
INCIDENZA, PREVALENZA E MORTALITÀ
Conclusioni
Per la prima volta a nostra conoscenza, i dati provenienti da
grandi campioni che riguardano la mortalità, i fattori
socioeconomici, le influenze prenatali in relazione ai disturbi
del comportamento alimentare sono stati riportati in maniera
indipendente per i maschi.
Il DSM-5 ha recentemente delineato criteri diagnostici
maggiormente neutri rispetto al sesso.
La sua pubblicazione offre l’opportunità di migliorare il
riconoscimento precoce e la diagnosi dei disturbi alimentari
tra i ragazzi e gli uomini, ma la loro effettiva applicazione
necessita di una maggiore sensibilità all’argomento da parte
dei clinici e di tutto il corpo sociale.