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P ERCORSI DI E DUCAZIONE A MBIENTALE a scuola di energia con il COBAT e Legambiente

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P E R C O R S I D I E D U C A Z I O N E A M B I E N T A L E

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scuoladi energia con il COBAT e Legambiente

C a m p a g n a d i f f u s a d a

Copertina Compatibilmente 5-04-2005 17:15 Pagina 1

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Le continue emergenze ambientali degli ul-

timi anni dimostrano in modo sempre più

marcato la necessità di porre le basi di una

cultura condivisa per uno “sviluppo sosteni-

bile”, come indicato nel V Programma di

azione dell’UE e nell’Agenda 21 della Con-

ferenza di Rio de Janeiro.

Per raggiungere il traguardo dello "sviluppo

sostenibile" è necessario l’impegno concre-

to da parte di tutte le componenti della so-

cietà civile: quello delle istituzioni, chiama-

te a varare provvedimenti legislativi che

puntino sul progresso economico senza ri-

nunciare a tutelare l’ambiente nella sua

globalità, quello delle imprese, che dovran-

no produrre riducendo al minimo l’utilizzo

delle risorse naturali e l’emissione di pro-

dotti inquinanti, ma soprattutto quello dei

cittadini per orientare i propri comporta-

menti di consumatori in una direzione più

responsabile.

Ed è proprio per sollecitare questa comu-

nanza di intenti che il COBAT ha deciso di

partecipare a Newspapergame promuoven-

do il progetto “Compatibilmente: insieme

per lo sviluppo sostenibile”. D’altra parte il

COBAT è impegnato da sempre per i tra-

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guardi dell’ecoefficienza e dello sviluppo sostenibile. Lo dimostrano le tante campagne am-

bientali promosse negli ultimi anni e, soprattutto, i risultati positivi ottenuti con le proprie

attività. È da sottolineare, infatti, come, grazie al COBAT, in Italia si sia risolto il problema

della dispersione nell’ambiente di composti velenosi provenienti dalle batterie esauste ed

inoltre attraverso il riciclo dei prodotti si contribuisca ad un minor impatto ambientale nella

produzione di batterie.

Dunque con “Compatibilmente” il COBAT prosegue nel proprio impegno per lo sviluppo so-

stenibile. L’iniziativa, che si rivolge al mondo della scuola, punta sulla partecipazione di in-

segnanti e ragazzi e, attraverso articoli su alcuni dei più importanti quotidiani italiani, in-

tende informare e sensibilizzare l’intera opinione pubblica.

Perché “Compatibilmente” possa dare i risultati sperati è necessaria la piena adesione de-

gli insegnanti per i quali il COBAT ha realizzato questo opuscolo.

Ci auguriamo che le informazioni di base e le attività didattiche proposte nel testo possano

fornire agli insegnanti un valido supporto per approfondire in classe con i ragazzi i temi del-

lo sviluppo sostenibile.

Ringraziamo fin d’ora tutti i docenti che, partecipando a “Compatibilmente” e a Newspa-

pergame, vorranno favorire la crescita di una cultura sensibile ai temi del recupero, del ri-

uso, del riciclo, e quindi del risparmio delle risorse naturali.

Giancarlo Morandi

Presidente COBAT

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PRESENTAZIONE

Il progetto Compatibilmente rappresenta

per Legambiente uno stimolante strumento

per rendere protagonisti i ragazzi e gli in-

segnanti di buone pratiche ambientali da

sperimentare e diffondere, attraverso l’im-

portante vetrina comunicativa fornita da

Newspapergame e dalle testate giornali-

stiche che lo promuovono.

In particolare riteniamo che le tematiche

poste all’attenzione delle scuole in questo

materiale didattico, riguardanti il recupero

delle batterie esauste e più in generale l’e-

nergia, siano strategiche in questo anno

che vede l’entrata in vigore del protocollo

di Kyoto, che richiama tutti ad adottare

modelli di vita compatibili con la riduzione

dei gas serra.

Fondamentale in questo compito è l’appor-

to che può promuovere la scuola, sia come

agenzia formativa che cura la crescita con-

sapevole e responsabile di una coscienza

ambientale nei ragazzi, sia come veicolo di

conoscenze e sensibilità su queste proble-

matiche strategiche verso il territorio ed il

resto della società.

Sul piano educativo si tratta di puntare di-

rettamente al cambiamento dei comporta-

LEGAMBIENTE

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menti quotidiani dei singoli cittadini: ognuno può fare qualcosa, perché ognuno può gesti-

re un margine di riduzione della CO2, il principale dei gas serra. Legambiente ha promosso

da quest’anno la campagna “Cambio di Clima”, che chiede ai singoli, alle famiglie, alle

scuole, ai comuni, alle imprese, di fare qualcosa di concreto e immediato per ridurre le

emissioni. Su questo cambiamento dei comportamenti l’insegnante deve fondare una nuo-

va cultura della sostenibilità ambientale: deve fare in modo che le persona e le comunità

non lo facciano per abitudine, ma che ne scaturisca un abito di comportamento trasferibile

anche in contesti in cui si affrontano altre problematiche ambientali, dai rifiuti alla tutela

del territorio.

Importante in questo senso, è anche l’opportunità che ha la scuola all’interno di Compati-

bilmente, di comunicare le proprie esperienze attraverso un metodo giornalistico che può

valorizzare sia un taglio legato all’inchiesta territoriale su alcune tematiche ambientali,

sia alla sensibilizzazione relativa alle buone pratiche attivate localmente che vale la pena

raccontare.

Con Compatibilmente ci auguriamo di trovare “alleato” il mondo della scuola nella sfida di

attivare comportamenti “compatibili” con il risparmio energetico e stimolare la creatività

dei ragazzi nell’individuare soluzioni e stili di vita capaci di affrontare e risolvere i grandi

problemi ambientali sia locali che globali.

Roberto Della Seta

Presidente Nazionale Legambiente

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L’ESIGENZA DI UN NUOVO MODELLO

DI SVILUPPO

Dare una risposta esauriente su cosa sia lo

sviluppo sostenibile è un’impresa assai ar-

dua. Quello di sviluppo sostenibile è, infat-

ti, un concetto in continua evoluzione che si

caratterizza per tanti elementi complessi

che entrano in gioco nella sua attuazione.

Come spesso accade quando si deve realiz-

zare e sperimentare un modello di vita so-

ciale ed economica diverso da quello tradi-

zionale e consueto, dalla consapevolezza

teorica al fare pratico, intercorrono molte

parole e molti meno fatti concreti.

Ma le parole servono fra uomini e fra Stati

per mettersi d’accordo su cosa decidere so-

prattutto in momenti di crisi e di difficoltà.

Il concetto di sviluppo sostenibile nasce,

appunto, per dare una risposta ad un pro-

blema che non riguarda solo pochi individui

o alcune zone geografiche, ma tutto il no-

stro Pianeta: la consapevolezza della limita-

tezza delle risorse.

Aria, acqua, suolo e tutto il resto che la na-

tura ci dà per far vivere la nostra specie,

non sono elementi illimitati ed inesauribili,

ma occorre trovare una strategia di gestio-

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ne né più e né meno come quella che adottiamo nella vita di tutti i giorni quando dobbiamo

decidere come farci bastare le nostre personali “limitate” finanze. Intorno a questo proble-

ma si è compreso a livello planetario, che continuare con l’attuale modello di sviluppo, ba-

sato su una crescita incondizionata che ha come unico parametro quello economico-quanti-

tativo, avrebbe portato ad una profonda ed irreversibile crisi ambientale e sociale e che

quindi, il cambiamento era l’unica via per il futuro.

DEFINIRE LO SVILUPPO SOSTENIBILE

In sede internazionale la prima definizione di sviluppo sostenibile la troviamo contenuta nel

rapporto redatto dall'UNEP (United Nations Environment Programme) nel 1987, conosciuto

come "Rapporto Brundtland" dal nome della sua coordinatrice, dove si afferma che per svi-

luppo sostenibile dobbiamo intendere quello sviluppo capace di "assicurare il soddisfaci-

mento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle fu-

ture generazioni di soddisfare i propri... Il concetto di sviluppo sostenibile implica dei limiti,

non limiti assoluti, ma quelli imposti dal presente stato dell'organizzazione tecnologica e

sociale nell'uso delle risorse ambientali e dalla capacità della biosfera di assorbire gli ef-

fetti delle attività umane".

Lo sviluppo sostenibile rappresenta quindi, una visione globale del concetto di sviluppo, do-

ve l’elemento qualitativo assume un ruolo fondamentale, che viene applicato sia alla di-

mensione economica, che ambientale e sociale che debbono appunto, convivere in un rap-

porto di sostenibilità. La sostenibilità è una sorta di metodo attraverso il quale valutiamo

responsabilmente l’opportunità delle nostre azioni.

La sostenibilità economica

La qualità e la quantità della nostra vita dipendono da una serie di materiali naturali per

soddisfare i bisogni inerenti l’alimentazione, l’abitazione, l’energia, i medicinali. Poiché lo

sviluppo economico dipende dal patrimonio di risorse naturali della Terra, che trasformate e

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mediate entrano nel mercato, mantenerne la riproducibilità rappresenta la chiave per la so-

stenibilità dello stesso sviluppo economico.

UN ESEMPIO DI NON SOSTENIBILITÀ ECONOMICA: LO SFRUTTAMENTO DELLE FORESTE

Quasi la metà delle foreste che ricoprivano la terra sono scomparse. Solo tra il 1980 ed

il 1995 sono andati perduti 200 milioni di ettari di foresta, pari ad una superficie più

grande di quella del Messico. La deforestazione si concentra nei Paesi poveri (Indone-

sia, Brasile, Camerun guidano la classifica), mentre in molti Paesi industrializzati la

tendenza negli ultimi anni si è invertita. (fonte Legambiente, 2004)

La sostenibilità ecologica

Tutte le attività compiute dall’uomo devono essere valutare in base alla capacità di carico dei

sistemi ecologici, ovvero devono autoregolarsi rispetto all’uso delle risorse naturali nel siste-

ma economico (trasformazione degli ecosistemi) e ai residui derivanti dalle attività, ovvero i

rifiuti, in modo di non intaccare la produttività e la funzionalità dei sistemi ecologici stessi.

UN ESEMPIO DI NON SOSTENIBILITÀ ECOLOGICA: LA PERDITA DELLA BIODIVERSITÀ

Secondo un recente studio della International Union for Conservation of Nature, 1 spe-

cie vegetale su 8 è a rischio di estinzione. Negli Stati Uniti è minacciato il 29% delle

specie vegetali, in Spagna il 19,5%, in Australia il 14%, in India l’8%, in Messico il 6%.

La sostenibilità sociale

Lo sviluppo sostenibile richiede strutture e organizzazioni sociali dove le comunità locali

controllano le risorse naturali e sono capaci di gestirle razionalmente. La sostenibilità so-

ciale si fonda su un elevato grado di equità e giustizia sociale, di identità culturale e di par-

tecipazione alle scelte e all’assunzione di responsabilità.

UN ESEMPIO DI NON SOSTENIBILITÀ SOCIALE: LE DISUGUAGLIANZE TRA LE NAZIONI

Nel 2000 si è stimato che solo il 10% della popolazione più benestante degli Stati Uniti (25

milioni di persone) ha un reddito equivalente al 43% della popolazione mondiale (più di due

miliardi di persone) e l’1% della popolazione mondiale più ricca (50 milioni di persone) ha un

reddito equivalente al 57% della popolazione più povera (2,8 miliardi di persone (fonte Le-

gambiente, 2004)

I VERTICI INTERNAZIONALI SU AMBIENTE E SVILUPPO

Stoccolma, 1972 - Conferenza dell'ONU sull'Ambiente Umano

Il vertice del 1972 a Stoccolma è considerato una delle tappe fondamentali del pensiero su

sviluppo e ambiente globale, ed ha determinato la presa di coscienza dei problemi ambien-

tali a livello internazionale. In risposta alla crescente preoccupazione dell'opinione pubblica

sul deteriorarsi delle condizioni ambientali e di vita, delegati da 113 Nazioni si incontrarono

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e produssero un piano d'azione con 109 raccomandazioni diverse. Essi inoltre, produssero

una Dichiarazione recante 26 principi su diritti e responsabilità dell'uomo in relazione al-

l'ambiente globale, che rimangono come principi guida che devono influenzare l'azione

umana e le politiche di sviluppo.

Tra i principi affermati vi sono: libertà, eguaglianza e adeguate condizioni di vita; le risorse

naturali del nostro pianeta devono essere protette, per il beneficio delle generazioni pre-

senti e future, attraverso appropriata pianificazione e gestione; la capacità della Terra di

produrre risorse rinnovabili vitali deve essere mantenuta, e ripristinata ove possibile; la

conservazione della natura deve avere un ruolo importante durante il processo di pianifica-

zione dello sviluppo economico; gli Stati dovrebbero adottare un approccio integrato e coor-

dinato per raggiungere lo sviluppo in modo da assicurare che lo sviluppo sia rispettoso del-

l'ambiente; una pianificazione razionale dovrebbe conciliare conflitti tra diversi bisogni di

sviluppo sociale e l'ambiente naturale; gli insediamenti umani ed i processi di urbanizzazio-

ne devono essere pianificati in modo da garantire il massimo dei benefici economici e so-

ciali per tutti, con il minimo di effetti negativi sull'ambiente; politiche demografiche dovreb-

bero essere adottate ove ci sono tassi di crescita della popolazione eccessivi; occorre inco-

raggiare lo scambio di dati ed informazioni, e nuove tecnologie vanno trasferite alle regioni

in via di sviluppo.

Uno dei risultati della conferenza fu la formazione dell'UNEP (il Programma delle Nazioni

Unite per l’Ambiente), un organismo dell'ONU avente il compito di fungere da catalizzatore

per le politiche ambientali, di indirizzare la coscienza mondiale, di coordinare le politiche

ambientali delle varie agenzie delle Nazioni Unite e dei vari governi, nonché le azioni delle

comunità scientifiche ed economiche, e delle associazioni ambientaliste.

Rio de Janeiro, 1992 - UNCED - Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo

sviluppo

La Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo si svolse a Rio de Janeiro nel

giugno del 1992 e vide la partecipazione di 183 Paesi. Si è sforzata di integrare le questioni

economiche e quelle ambientali in una visione intersettoriale e internazionale, definendo stra-

tegie ed azioni per lo sviluppo sostenibile. In questa occasione furono approvati i seguenti im-

pegni multilaterali: i partecipanti all’UNCED (United Nations Conference on Environment and

Developmen) hanno concordato sull'affermazione di comuni obiettivi, la Dichiarazione di Rio e

su un piano d'azione per specifiche iniziative economiche, sociali ed ambientali in vista del XXI

secolo, l'Agenda 21. Entrambi si prefiggono di giungere a modelli di sviluppo sostenibile a li-

vello mondiale. A questi devono ispirarsi strategie e politiche nazionali.

• La Dichiarazione di Rio o Dichiarazione sull'ambiente e lo sviluppo, colonna portante del-

la conferenza, contiene 27 principi, riguardanti l'ambiente e lo sviluppo.

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In questo documento l'accento viene posto su:

- il legame tra protezione ambientale e sviluppo;

- la necessità di sradicare la povertà e di tenere conto delle necessità dei Paesi in via di

sviluppo;

- la necessità di eliminare modelli di produzione e consumo non sostenibili e di promuo-

vere un sistema economico internazionale aperto che sia di supporto allo sviluppo so-

stenibile.

Nel documento sono inoltre riportati importanti principi riguardanti l'ambiente quali: la

partecipazione pubblica in decisioni ambientali, l'accesso alle informazioni ambientali,

valutazione di impatto ambientale. Viene riconosciuto in esso il ruolo particolare delle

donne, giovani, indigeni e riconfermata la Dichiarazione di Stoccolma del 1972.

• L’Agenda 21, che rappresenta l’elemento forse più significativo della conferenza, è com-

posta di 40 capitoli nei quali, dopo due anni di preparazione e la discussione conclusasi a

Rio, sono affrontati tutti i campi nei quali è necessario assicurare l'integrazione tra am-

biente e sviluppo. Per raggiungere lo sviluppo sostenibile il documento sottolinea con vi-

gore le seguenti necessità:

- integrazione delle considerazioni ambientali in tutte le strutture dei governi centrali e

in tutti i livelli di governo per assicurare coerenza tra le politiche settoriali;

- un sistema di pianificazione, di controllo e gestione per sostenere tale integrazione;

- l'incoraggiamento della partecipazione pubblica e dei soggetti coinvolti, che richiede

una piena possibilità di accesso alle informazioni.

Johannesburg, 2002 - Conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile

Capi di stato e di governo di più di cento Paesi, ma anche rappresentanti delle organizzazio-

ni non governative e del mondo economico, si sono incontrati a Johannesburg per tracciare

un bilancio delle politiche per l’ambiente e lo sviluppo a dieci anni da Rio. L’obiettivo della

Conferenza mondiale del 2002 è stato di rilanciare l’impegno per una globalizzazione capa-

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ce di rispondere ai problemi di crisi ambientale e del sottosviluppo.

Rispetto alla spinta propulsiva data un decennio prima dal summit di Rio, la conferenza di

Johannesburg ha verificato un lento avanzamento dei soggetti partecipanti al cambiamento

delle singole politiche verso la sostenibilità sociale ed ambientale.

GLI ACCORDI INTERNAZIONALI: METODI E CONTENUTI

Il valore dei tre grandi vertici internazionali sta nell’avere promosso un punto condiviso di

partenza, che è l’individuazione di una crisi ambientale planetaria con forti implicazioni so-

ciali, alla quale porre delle soluzioni. La conferenza di Rio ha proposto una serie di contenu-

ti su cui lavorare, riconfermando le priorità già tracciate a Stoccolma, ma soprattutto ha in-

dicato delle strategie e dei metodi utili a gestire il passaggio da uno sviluppo tradizionale

ad uno sviluppo sostenibile.

Innanzitutto, propone con la metodologia di Agenda 21, un processo graduale che passi at-

traverso una partecipazione delle diverse componenti sociali delle diverse realtà locali ad

un percorso di pianificazione e di integrazione delle politiche economiche e quelle ambien-

tali. Ovvero è come dire: abbiamo un problema comune da risolvere confrontiamoci per tro-

vare una soluzione che rispetti le diverse esigenze, lavoriamo su una piattaforma condivisa

che ci porti verso la sostenibilità dello sviluppo, che sia da guida nell’assunzione delle di-

verse decisioni di pianificazione che la nostra comunità, non solo la classe politica, andrà

ad assumere.

Questa metodologia definita partecipazione dal basso è stata avviata attraverso i processi

di Agenda 21 locale anche in molte città italiane. Certo, la definizione di un buon metodo

non sempre garantisce il risultato, che per essere ottenuto necessita di un forte lavoro di

cambiamento culturale e di una reale disponibilità di cittadini, politici e forze sociali in ge-

nere ad un profondo cambiamento degli stili di vita.

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UN ESEMPIO DI SVILUPPOSOSTENIBILE:

IL COBAT E IL RECUPERO DELLEBATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE

IN ITALIA

COSA È IL COBAT, I SUOI COMPITI,

LE SUE ATTIVITÀ

La corretta gestione dei rifiuti rappresenta

uno dei settori attraverso i quali passa lo

sviluppo sostenibile e la salvaguardia del

Pianeta. Provvedimenti legislativi di cui i di-

versi Stati si sono dotati, spingono verso un

controllo del ciclo dei rifiuti, sia quelli solidi

urbani sia quelli speciali e pericolosi, com-

piendo una scelta, almeno su carta, molto

netta verso il riciclaggio.

In questo senso l’esperienza del COBAT

rappresenta un esempio di gestione soste-

nibile dei rifiuti, attraverso sistemi innovati-

vi di organizzazione della raccolta e dello

smaltimento di un rifiuto pericoloso come

le batterie al piombo esauste.

Il COBAT (Consorzio Obbligatorio Batterie al

piombo esauste e rifiuti piombosi) viene

istituito con la legge 475/88 come un Con-

sorzio, appunto, senza fini di lucro, al quale

aderiscono tutti gli operatori del settore

batterie al piombo: dai produttori e impor-

tatori agli artigiani che le installano, dai

raccoglitori ai riciclatori. Il Consorzio ha il

compito di “assicurare la raccolta delle bat-

terie esauste e dei rifiuti piombosi ed orga-

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UN ESEMPIO DI SVILUPPO SOSTENIBILE:IL COBAT E IL RECUPERO DELLE BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE IN ITALIA

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nizzarne lo stoccaggio, quindi cedere i prodotti stessi alle imprese che ne effettuano il recu-

pero tramite riciclaggio, nonché di monitorare tutte le attività di raccolta, commercializza-

zione e riciclaggio di batterie esauste e rifiuti piombosi che emergono sul territorio italia-

no”. Pur essendo un soggetto privato il COBAT, attraverso il meccanismo di totale controllo

del ciclo dei rifiuti piombosi, svolge anche un importante ruolo di “servizio pubblico”, preve-

nendo problemi d’inquinamento all’ambiente e alle risorse collettive ed informando i citta-

dini per una corretta gestione delle batterie esauste.

L’esperienza fin’ora maturata dal COBAT nel settore dei rifiuti dimostra come sia possibile

conciliare economia ed ambiente. Infatti, attraverso l’attendo controllo del ciclo di vita del-

le batterie al piombo, dalla loro produzione sino al riciclo come rifiuti pericolosi, lo Stato

italiano ha attivato un meccanismo economico virtuoso che si auto-alimenta: i finanziamen-

ti provengono sia dal sovrapprezzo di vendita applicato alle batterie nuove in commercio (in

media solo 83 centesimi di euro per una comune batteria d’avviamento per automobile), sia

dai proventi della cessione delle batterie esauste agli impianti di riciclaggio.

I " PRIMATI " DEL COBAT E LE PROSPETTIVE PER IL FUTURO

Le più comuni sono quelle delle automobili, ma anche motocicli, camion, trattori, barche

che hanno bisogno per avviare i loro motori termici di batterie al piombo acido, esistono an-

che batterie al piombo per usi più sofisticati come per le esigenze di continuità energetica

in centrali elettriche, telefoniche, ospedali e centri di calcolo. Le batterie al piombo, da non

confondere con le pile (come quelle impiegate per telecomandi o giocattoli) quando non so-

no più ricaricabili giungono alla fine del loro ciclo di vita e, diventando “esauste”, sono

classificate dalla legge come “rifiuti pericolosi”, per il loro contenuto di sostanze tossiche e

nocive per la salute umana e per l’ambiente.

Per questo motivo è stato istituito il COBAT che assicura un servizio gratuito di raccolta del-

le batterie esauste attraverso una rete di 90 imprese di raccoglitori incaricati che ritirano

sull’intero territorio nazionale le vecchie batterie passando presso tutte le auto-officine, le

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UN ESEMPIO DI SVILUPPO SOSTENIBILE:IL COBAT E IL RECUPERO DELLE BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE IN ITALIA

isole e stazioni ecologiche di Comuni e aziende di igiene urbana, le piccole, medie e grandi

imprese. Solo nel 2004 il COBAT ha raccolto e avviato ai 6 impianti di riciclo piro-metallur-

gico circa 192.000 tonnellate di batterie. Dal 1991 ad oggi il Consorzio ha recuperato oltre 2

milioni di tonnellate di batterie. Per dare un’idea, si tratta di una quantità equivalente a cir-

ca 180 milioni di pezzi, che, se messi in fila uno dietro l’altro, coprirebbero la distanza di

50.000 km, ossia più del giro del mondo passando per l’equatore!

Il successo dell’attività di riciclaggio praticata dal COBAT risulta meglio comprensibile se

pensiamo che il tasso di recupero delle batterie d’avviamento esauste in Italia è superiore

97% rispetto all’immesso al consumo: un risultato fra i più elevati al mondo e pari solo a

quelli registrati in alcuni Paese scandinavi di antica tradizione ecologica.

I benefici del sistema COBAT sono sia di carattere ambientale, con 360 milioni di litri di aci-

do solforico sottratti allo sversamento nell’ambiente, sia di carattere economico: basti pen-

sare che con il riciclo delle batterie si copre oltre il 50% della produzione italiana di metallo

piombo e il 40% del fabbisogno nazionale, con un sensibile risparmio per la bilancia dei pa-

gamenti (solo nel 2004 circa 76 milioni di euro).

Ma gli obiettivi del COBAT non si fermano qui: il Consorzio, infatti, punta ancora più in

avanti, raggiungere il 100% del recupero delle batterie esauste. Un’ambizione di possibile

realizzazione se si riuscissero ad intercettare quelle persone che, sostituendo in maniera

autonoma la batteria, abbandonano quella vecchia nell’ambiente, senza affidarla ai sogget-

ti ed alle strutture preposti allo smaltimento.

Molti di questi cittadini “fai da te” non sanno che basta chiamare il numero verde COBAT

800.869120 per avere l’indicazione del punto di raccolta più vicino o del supermercato con-

venzionato (attualmente oltre 250 punti vendita sparsi in tutta Italia) dove è possibile, al

momento dell’acquisto di una nuova batteria, consegnare quella vecchia. Il tutto senza ag-

gravi di spesa, basta il piccolo sforzo di non abbandonare la batteria esausta dove la si so-

stituisce. È in questo modo che anche il singolo cittadino contribuisce personalmente al re-

cupero di preziose risorse con importanti benefici di carattere economico ed ambientale per

se stessi e per l’intera collettività. È questo il modo per fare la nostra parte per lo sviluppo

sostenibile del mondo in cui tutti noi viviamo.

Da queste considerazioni emerge come una corretta informazione sulle possibilità di recu-

pero delle batterie esauste sia lo strumento migliore per limitare sempre di più le possibili

ripercussioni negative del “fai da te”:

IL RICICLO DELLE BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE

Cosa è una batteria: pile e accumulatori al piombo acido, come funzionano

I termini pila e batteria sono indifferentemente usati nel linguaggio comune per indicare

generatori elettrochimici di energia. La pila è un generatore di corrente elettrica per trasfor-

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mare l’energia chimica in energia elettrica. La pila è costituita da un singolo circuito elet-

trochimico in cui la corrente elettrica prodotta si muove da un elettrodo all’altro, verso una

sola direzione. Un pila scarica va gettata negli appositi contenitori collocati in prossimità di

cartolerie, tabaccherie, negozi di fotografia, ecc.

Tra le pile più comuni oggi usate, ci sono quelle alcaline, che rappresentano il 60% del

mercato italiano e sono chiamate così perché l’ambiente interno in cui si svolgono le rea-

zioni che generano la corrente è alcalino. L’elettrodo negativo è costituito da zinco, quello

positivo da acciaio e la pasta che li separa è formata da una mescolanza di idrossidi di altri

metalli, come per esempio il potassio. Com’è noto le pile, ampiamente utilizzate in ambito

domestico, in forma di stilo o di bottoncino, danno energia a giocattoli, walkman, teleco-

mandi, orologi etc.

Le batterie, invece, sono costituite da una insieme di più accumulatori elettrochimici, colle-

gati in serie, attraverso i quali la corrente elettrica prodotta si muove prima in una direzio-

ne, poi, con il processo di ricarica, in senso contrario. Ad un processo di carica, in cui accu-

mula corrente, si succede ad processo di scarica in cui la rilascia. E’ per questo che le bat-

terie hanno una durata molto più lunga delle pile.

Esistono diversi tipi di batterie di accumulatori, ma le più utilizzate sono quelle al piombo

acido, di cui si occupa il COBAT, che sono composte da piombo, acido solforico, acqua e po-

lipropilene per il contenitore.

La loro grande diffusione è dovuta al basso costo dei materiali impiegati e alla facilità di

realizzazione.

Il più familiare esempio di accumulatore al piombo è la batteria dell’automobile, che produ-

ce energia quando necessario, e che viene ricaricata dal movimento dell’autovettura. Le

batterie d’avviamento forniscono energia ad apparati elettrici di ogni tipo di mezzo (dalle

motociclette ai camion, dai treni ai sommergibili). Ma le batterie al piombo sono utilizzate

anche come batterie stazionarie e industriali per alimentare gli impianti industriali fissi, da

trazione per far funzionare i motori elettrici, d’emergenza per assicurare la continuità dell’e-

lettricità di ospedali, centrali telefoniche, antifurti, ecc.

Accanto alle batterie al piombo ci sono anche altri tipi di accumulatori come quelli al ni-

chel-cadmio, e quelli al litio, usati soprattutto nei telefoni cellulari e nei computer portatili.

Tutti i tipi di batterie, però, non riescono a garantire all’infinito la qualità della reazione chi-

mica su cui si basa il processo di ricarica. Esse, infatti, dopo un intenso uso di carico e sca-

rico, divengono esauste ed occorre cambiarle.

COME FUNZIONA LA BATTERIA

Gli accumulatori sono costituiti da un anodo, o polo positivo, costituito da piastre in piombo

e da un catodo, o polo negativo, fatto di piastre di piombo rivestite di diossido di piombo.

Gli elettrodi sono immersi in un elettrolita costituito da una soluzione al 20-30% di acido sol-

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UN ESEMPIO DI SVILUPPO SOSTENIBILE:IL COBAT E IL RECUPERO DELLE BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE IN ITALIA

forico. A contatto con l’elettrolita, la superficie degli elettrodi si riveste di solfato di piombo.

Oltre ai due elettrodi, che contengono la materia attiva, sono presenti i collettori di corrente,

che convogliano la corrente elettrica da e verso gli elettrodi, ed i separatori, formati da ma-

teriale isolante, i quali evitano che i due elettrodi entrino in contatto elettronico tra di loro al-

l’interno dell’elemento voltaico, causando un cortocircuito.

Perché possono essere pericolosi per l’ambiente

Quante volte vi sarà capitato di fare una passeggiata in campagna e scoprire una discarica

abusiva in cui fra gli altri oggetti abbandonati c’era persino una batteria? Questo purtroppo

accade anche in luoghi meno visibili come nei fondali marini, anche se oggi, come abbiamo

visto, l’attività di recupero è ormai altissima.

Altro discorso è da fare per le pile e gli accumulatori portatili, come ad esempio quelli dei

cellulari. Il loro smaltimento, infatti, in mancanza di un controllo della filiera così attento

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come quello operato dal COBAT per le batterie al piombo esauste, è lasciato per la maggior

parte alla responsabilità dei singoli consumatori. Accadde spesso, quindi, che essi una vol-

ta esaurite le proprie potenzialità invece di essere conferiti nei contenitori per la raccolta

differenziata, vengano buttati direttamente fra i rifiuti solidi urbani indifferenziati.

Per ovviare a questo problema il COBAT ha comunque avviato un’attività extra-istituzionale

che è volta al recupero anche delle batterie dei telefonini, che vengono raccolte in oltre 800

punti vendita di telefonia cellulare. Ma torniamo alla batteria al piombo acido: cosa accade

se una viene abbandonata nell’ambiente?

Se malauguratamente la batteria si rompe, le sue componenti - che sono per il 65% di

piombo (sotto forma metallica di sali ed ossidi), il 25% di elettrolita (acido solforico) e il

10% di materie plastiche - iniziano a disperdersi nell’ambiente e, penetrando nel terreno,

avvelenano la vegetazione e gli animali che se ne nutrono, entrano nelle falde superficiali e

profonde inquinando fiumi e torrenti fino a poter compromettere in alcuni casi, anche la po-

tabilità delle acque con seri rischi per la salute dell’uomo. Inoltre questi componenti si dif-

fondono nel pulviscolo e inquinano anche l’aria che respiriamo.

Il piombo disperso nell’ambiente è tossico (basti pensare che questo è il motivo per cui la

vecchia benzina super, la “rossa”, oggi non viene più prodotta) e l’acido solforico, come tut-

ti gli acidi, è altamente corrosivo.

Infine, anche la plastica (dell’involucro e dell’interno della batteria), anche se chimicamente

è un inerte, non è certo biodegradabile, quindi anch’essa produce inquinamento. Una ge-

stione responsabile del recupero delle batterie esauste, dunque, previene questi pesanti ri-

schi all’ambiente e alla salute umana.

Quando si cambia la batteria dal proprio meccanico o elettrauto non c’è problema: tutti gli

auto-riparatori hanno l’obbligo di ritirare la batteria sostituita e depositarla in idonei casso-

netti in attesa del periodico ritiro da parte dei raccoglitori incaricati. Ma per chi sostituisce

da solo la vecchia batteria è davvero importante conoscere le corrette modalità per disfar-

sene nel rispetto della legge e della tutela ambientale.

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UN ESEMPIO DI SVILUPPO SOSTENIBILE:IL COBAT E IL RECUPERO DELLE BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE IN ITALIA

Il circolo virtuoso del riciclo. Le tappe del recupero

Seguiamo il viaggio delle batterie nella loro seconda vita dall’essere esauste al riciclo.

È un vero e proprio circolo virtuoso che permette di salvaguardare l’ambiente attraverso il

recupero, risparmiare risorse attraverso il riciclo, produrre economia attraverso il riutilizzo

delle materie seconde.

Dal recupero di una batteria esausta, infatti, si ricava il materiale per fare nuovi accumula-

tori o rivestimenti di cavi elettrici o tanti altri oggetti ed usi legati ai materiali piombosi.

Dall’inizio della sua attività il COBAT ha recuperato più di 100 mila tonnellate di plastica e

soprattutto circa un milione e mezzo di tonnellate di metallo piombo.

Le batterie esauste sono dunque una vera e propria “miniera“ di metallo e con il loro riciclo

non solo smaltiamo correttamente rifiuti pericolosi ma evitiamo anche di depauperare risor-

se minerarie. Vediamo le diverse tappe di questo processo che parte da quando il COBAT,

dopo aver raccolto le batterie esauste da recuperare, le invia ai sei impianti di riciclaggio

consorziati che si trovano in Lombardia, Campania, Calabria e Sicilia.

A. La frantumazione delle batterie

I materiali raccolti da COBAT vengono frantumati attraverso un apposito impianto nel quale le

diverse componenti vengono divise: il liquido contenuto nelle batterie, l’elettrolita (acido sol-

forico), viene raccolto ed inviato alla neutralizzazione (viene reso inerte con l’aggiunta di cal-

ce viva), mentre i frantumi di piombo e plastica sono selezionati a loro volta e le parti metal-

liche fini (dette pastello), sono separate da quelle più grosse e dalle plastiche.

A questo punto le plastiche vengono inviate alle apposite industrie di riciclaggio, mentre il me-

tallo piomboso si avvia ad un processo di recupero che prevede una fase di fusione ed una di

raffinazione.

B. Il recupero: la fusione

Raccolto in forni alimentati a metano ed ossigeno, il piombo viene fuso ad una temperatura fra

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800° e 1000° C. Impianti di captazione e abbattimento delle polveri a valle con filtri a maniche

consentono un controllo in continuo delle emissioni in atmosfera, come previsto dalle norme

di legge. Nei forni avviene la riduzione dei materiali: da solfato ed ossido di piombo a piombo

metallo attraverso l’aggiunta di appositi reagenti tra cui il ferro. Tale piombo detto “piombo d’o-

pera” viene successivamente avviato alla raffinazione.

C. Il recupero: la raffinazione

Il “ piombo d’opera” viene messo in caldaie a temperature fra i 350° C e 500°C, dove subisce

diversi trattamenti a seconda del prodotto finale che si vuole ottenere. Il piombo che ha per-

duto tutte le impurità si chiama “piombo secondario”, ed è identico alla risorsa originaria estrat-

ta dal minerale.

Come vengono riutilizzate le materie riciclate

I materiali di piombo e plastiche ottenuti da questo processo di riciclo vengono riutilizzati per

la maggior parte per nuove batterie, circa il 60%. Ma non solo, anche per il 15% nell’industria

della ceramica e della chimica, l’8% nella produzione di rivestimenti di cavi elettrici e il 17%

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LO SVILUPPO SOSTENIBILE

di pallini, pesi, elementi per l’edilizia e per apparecchi radiologici. Dai materiali plastici, inve-

ce, si ottiene polipropilene, una plastica che diviene morbida con il calore (termoplastica) e che,

essendo facilmente riciclabile, viene usata per produrre isolanti elettrici, articoli sanitari e ca-

salinghi, imballaggi, tubature e molte altre cose. Insomma, quella che prima era la nostra bat-

teria esausta, una volta riciclata, non ritorna soltanto ad essere una batteria nuova ma la pos-

siamo trovare trasformata in una tazzina da caffè o in una contenitore per alimenti.

Consigli utili: cosa fare della vecchia batteria. Obblighi e sanzioni di legge

Chi sostituisce la propria batteria in maniera autonoma, senza rivolgersi a strutture o artigia-

ni specializzati può smaltire quella esausta restituendola al venditore, che è obbligato ed au-

torizzato al ritiro. Abbandonarla vicino ai cassonetti dei rifiuti urbani o peggio, abbandonar-

la in un una discarica abusiva, è un gesto non giustificato, vista la facilità e la diffusione ter-

ritoriale del sistema di raccolta messo in atto da COBAT.

La legge attualmente in vigore è molto precisa in materia di raccolta differenziata di batte-

rie esauste: prevede per le industrie e le imprese commerciali ed artigiane l’obbligo a racco-

gliere, in contenitori adatti, le batterie esauste che producono, annotandole su un registro di

carico e scarico e consegnarle al COBAT. Chi non si adegua a queste norme incorre in sanzio-

ni penali (è previsto l’arresto da 6 mesi a 2 anni!) e pecuniarie.

Per agevolare i cittadini che praticano il fai da te il COBAT promuove convenzioni e accordi con

i Comuni, le Provincie, gli ipermercati delle maggiori catene della Grande Distribuzione Orga-

nizzata e le Autorità Marittime volte alla realizzazione di Isole Ecologiche e punti di raccolta,

dotati di cassonetti per le batterie al piombo esauste. Infine, per poter dare ai cittadini tutte

le informazioni che possono facilitare il corretto smaltimento delle batterie al piombo il CO-

BAT ha attivato il numero verde 800-869120 ed il sito internet www.cobat.it.

QUANDO LA BATTERIA È ESAUSTA….

Quando la batteria della tua automobile, del tuo trattore o della tua barca è esausta, se

ti rivolgi al tuo elettrauto o autoriparatore di fiducia, non ci sono problemi: sarà lui a ri-

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tirarla per consegnarla, senza costi, ai raccoglitori incaricati COBAT.

Quando, invece, cambi da solo la tua batteria…

COSA NON FARE: Abbandonarla per strada • Gettarla nel mare o nei corsi d’acqua •

Abbandonarla in campagna • Buttarla nei cassonetti

COSA FARE: Chiamare il Comune per conoscere l’isola ecologica presso cui consegnar-

la • Conferirla alle isole ecologiche o ai centri di raccolta gestiti dall'azienda (R.S.U.)

della propria città • Telefonare al numero verde 800/869120 oppure consultare il sito in-

ternet www.cobat.it per conoscere il punto di raccolta più vicino dove portarla senza

costi • Consegnarla al rivenditore-ricambista o all’ipermercato al momento dell’acqui-

sto di una nuova batteria

QUATTRO BUONI MOTIVI PER RICICLARE LE BATTERIE ESAUSTE

Il riciclo delle batterie esauste è una buona pratica di sostenibilità ambientale ed economi-

ca in quanto:

1. Impedisce la dispersione di sostanze altamente inquinanti e nocive per l’ambiente e per l’uomo;

2. permette il recupero e quindi il risparmio delle materie prime, che altrimenti andrebbero

perdute;

3. consente il risparmio di energia: infatti la lavorazione del piombo secondario richiede me-

no dispendio energetico rispetto all’estrazione del piombo dal minerale;

4. si creano nuovi posto di lavoro.

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IL RUOLO DELLA SCUOLAPER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

LA COMUNITÀ SCOLASTICA E LO

SVILUPPO SOSTENIBILE: INNOVAZIONE

EDUCATIVA ED AZIONE TERRITORIALE

La scuola può avere, e già in parte svolge, un

ruolo importante nella formazione dei ragazzi

ad una coscienza ecologica: il concetto di svi-

luppo sostenibile percorre trasversalmente

molte discipline, anche se si è da tempo con-

sapevoli che l’educazione alla sostenibilità

ambientale non si può basare sulla mera “in-

formazione” di che cosa è e cosa accade nel-

l’ambiente.

Nuove metodologie sono state sperimentate

in molti anni di pratica educativa ambientale,

utili ad individuare strategie per incidere in-

nanzitutto nei comportamenti dei ragazzi.

Lavorare su problemi concreti vicini alla loro

realtà e al loro territorio, attraverso una didat-

tica attiva che li rende protagonisti nella ri-

cerca di una risoluzione ad un problema am-

bientale complesso, è un metodo che riesce a

costruire in loro una consapevolezza che li sti-

mola ad una maggiore responsabilità in quan-

to cittadini.

Queste metodologie applicate all’interno dei

progetti di educazione ambientale hanno dato

vita ad interessanti proposte che il mondo

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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della scuola ha rivolto al territorio ed alla comunità di appartenenza per indicare una delle pos-

sibili vie allo sviluppo sostenibile: dalla riqualificazione urbana per restituire spazi a bambini e

giovani, alla raccolta differenziata, dalle tante esperienze di Agenda 21 scolastica, ai progetti di

solidarietà internazionale, dalla valorizzazione territoriale, all’informazione sul risparmio idrico

ed energetico.

La proposta di percorso didattico che viene di seguito fatta, parte dal “pretesto” di una campa-

gna di informazione commissionata dal COBAT e Legambiente: uno dei tanti possibili modi di ri-

flettere con i ragazzi sullo sviluppo sostenibile partendo da una situazione concreta che ogni

giorno toccano con mano.

Gli insegnanti possono utilizzare il percorso come spunto ed indicazione generale di attività spe-

cifiche da proporre per lavorare su importanti contenuti ambientali, utilizzando una vetrina di co-

municazione come le pagine di NewsPaperGame, che possono veicolare sia le attività di indagi-

ne che fanno i ragazzi durante il percorso, sia l’azione comunicativa di sensibilizzazione sulla

corretta gestione delle batterie esauste e sulle problematiche energetiche più in generale.

LE PROBLEMATICHE LEGATE ALL’ENERGIA

Gli attuali processi di globalizzazione rendono sempre più gravi ed evidenti almeno tre nodi

fondamentali:

• la limitatezza delle risorse naturali;

• l’impatto ambientale dell’inquinamento, ormai vicino ad un punto di non ritorno;

• l’iniquità e l’insostenibilità sociale ed ecologica dell’economia mondiale che mette

a rischio gli interessi delle generazioni future.

Negli ultimi cento anni i consumi energetici mondiali sono aumentati di 50 volte ma con

enormi differenze nella loro distribuzione. Attualmente 2,5 miliardi di persone, vale a dire un

terzo della popolazione mondiale complessiva, non dispongono di accessi moderni ai servi-

zi energetici. Il prezzo allo sviluppo economico e sociale è un alto livello di consumi ener-

getici, destinato ad aumentare in futuro se si considera l’ulteriore sviluppo dei Paesi indu-

strializzati, l’entrata nel pool di nuovi Paesi industrializzati come la Cina e l’India, l’incre-

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

mento demografico e, soprattutto, l’auspicabile miglioramento delle condizioni di vita di

gran parte della popolazione mondiale. La domanda mondiale di energia continua ad au-

mentare proprio mentre cresce la consapevolezza che l’uso delle attuali fonti energetiche,

basato prevalentemente sui combustibili fossili, minaccia l’ambiente nel suo insieme. Infat-

ti è ormai certo che alcuni dei più gravi problemi del nostro pianeta sono provocati dalla

combustione del petrolio, del carbone e, in misura minore ma non esente, dal metano.

Il protocollo di Kyoto, che prevede la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2012 del

5,6% rispetto ai livelli del 1990, sarebbe la risposta concreta dei governi ad alcuni dei pro-

blemi legati alla produzione di energia.

Per realizzare questi obiettivi occorre che nei Paesi industrializzati si realizzi una svolta

energetica basata sulle fonti rinnovabili e sull’uso razionale e intelligente dell’energia.

I temi dell’energia, della difesa della qualità dell’ambiente e dei cambiamenti climatici so-

no inevitabilmente connessi a quelli della spoliazione delle risorse dei Paesi più poveri, in

un intreccio complesso di responsabilità collettive e individuali.

Perché ognuno di noi può, con il proprio comportamento, contribuire ogni giorno alla salva-

guardia dell’ambiente, in una stretta interdipendenza locale/globale.

LA PROPOSTA DI UN PERCORSO DIDATTICO

Un pretesto per iniziare: una lettera d’invito a lavorare insieme

Gentili ragazzi, gentili insegnanti,

COBAT e Legambiente, allo scopo di sensibilizzare i consumatori ed i cittadini ad una responsa-

bile gestione delle batterie esauste, vi chiedono di promuovere indagini sul vostro territorio,

campagne di comunicazione e azioni concrete su questa specifica tematica e su quella energeti-

ca più in generale, che racconterete sulle pagine di NewsPaperGame. Fiduciosi di avervi nostri

alleati in questo obiettivo per uno sviluppo sostenibile, vi auguriamo un buon lavoro.

Giancarlo Morandi Roberto Della SetaPresidente COBAT Presidente Nazionale Legambiente

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Da dove partire per stimolare i ragazzi al problema

L’origine di un progetto didattico può variare a seconda dei contesti: una particolare motivazio-

ne professionale del docente, sensibilità emergenti tra i ragazzi, particolari realtà ed eventi nel

territorio di appartenenza, stimoli e richieste provenienti dall’extrascuola… ma, qualunque sia

la “causa contingente” occorre creare le motivazioni, evitare che l’argomento proposto diventi

un normale “argomento scolastico”, imposto dal docente e subito dagli alunni. L’alunno deve

sentirsi partecipe nella scelta dell’argomento, che deve avere motivazione “in sé”, che metta

in moto l’interesse all’apprendimento. Occorre che l’allievo capisca perché agisce e a cosa ser-

ve lo sforzo, la fatica dell’apprendere. L’apprendimento quindi diventa formativo perché acqui-

sta valenza d’uso, diventa spendibile nella scuola o fuori, diventa un “prodotto” reale e visibile

nella scuola, nel territorio, nella comunità. Una volta individuato il problema, oppure per arriva-

re alla sua individuazione, è bene dedicare un primo momento del percorso didattico al censi-

mento, alla definizione e alla discussione delle rappresentazioni mentali e delle preconoscenze

degli studenti a proposito del tema-problema prescelto. Questa attività consentirà al docente

di "calibrare" il suo programma di lavoro e ipotizzare percorsi e interventi didattici il più possi-

bile “vicini" alla sensibilità e al vissuto dei propri alunni. Si può partire con una ricognizione ge-

nerale sulle idee spontanee che i ragazzi collegano alla parola batteria o più in generale al

concetto di energia, oppure avvicinarsi già al problema concreto. È molto importante all’inizio

di un’attività didattica che gli allievi si accorgano dell’importanza del lavoro che stanno inizian-

do e ne comprendano il significato. Le prime attività quindi portano a rilevare l’immaginario e il

senso comune degli studenti intorno all’universo energia, come passaggio indispensabile per

arrivare a capire come, quando e perché si consuma energia e dove nella nostra quotidianità ci

“procuriamo” energia.

ATTIVITA’

ENERGIA DI TUTTI I GIORNI

PER INTRODURRE UN RAGIONAMENTO SULL’ENERGIA OCCORRE SICURAMENTE

ANCORARLO ALLA VITA QUOTIDIANA. IL QUESTIONARIO CHE SEGUE È UNO STRU-

MENTO UTILE PER IL RILEVAMENTO DELLE PROPRIE ABITUDINI. UNA VOLTA COM-

PILATO, È IMPORTANTE ORGANIZZARE UNA RACCOLTA DELLE RISPOSTE DATE, EVI-

DENZIANDO SOPRATTUTTO LE AGGETTIVAZIONI TROVATE NEI CONFRONTI DELL’E-

NERGIA. SI POTRÀ COSÌ COSTRUIRE UNA MAPPA CONCETTUALE DELLA PAROLA

ENERGIA, EVENTUALMENTE CON UN BRAIN STORMING SULLA PAROLA. E ANA-

LIZZANDO LE DIVERSE AZIONI, SI PUÒ INTRODURRE IL CONCETTO DI ACCUMULA-

TORE DI ENERGIA, STIMOLANDO I RAGAZZI AD INDIVIDUARE IN QUALE DELLE

“ENERGIE” DA LORO UTILIZZATE SONO PRODOTTE ATTRAVERSO BATTERIE.

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QUESTIONARIO

1. SCRIVI ALMENO 5 AZIONI DELLA TUA GIORNATA ALLE QUALI ASSOCERESTI

LA PAROLA ENERGIA

1.

2.

3.

4.

5.

SPIEGA IL PERCHÉ:

2. INDICA SE USI L’ENERGIA NELLE SEGUENTI SITUAZIONI:

SITUAZIONE SÌ NO

1. VADO IN BICICLETTA

2. FACCIO DEL PANE TOSTATO

3. FACCIO GINNASTICA

4. ACCENDO LE LUCI

5. FACCIO UNA DOCCIA

6. USO LA LAVATRICE

7. CUCINO UN PASTO

8. MANGIO UN PASTO

9. MI ASCIUGO I CAPELLI

10. FACCIO UN FORO CON IL TRAPANO

11. LAVO I PIATTI MANUALMENTE

12. VADO IN AUTOMOBILE

13. ASCOLTO LA RADIO

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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QUESTIONARIO

PER EVIDENZIARE INVECE GLI ASPETTI COGNITIVI, LE PRECONOSCENZE DEGLI ALLIEVI,

SI PUÒ UTILIZZARE IL SEGUENTE QUESTIONARIO, DAL QUALE AVVIARE L’ANALISI E LA

DISCUSSIONE SULLE RISPOSTE DATE.

1. QUANTE SONO LE “FORME” DI ENERGIA CHE CONOSCI? ELENCANE AL-

MENO TRE

1.

2.

3.

4.

2. QUANTE SONO LE “FONTI” DI ENERGIA CHE CONOSCI? ELENCANE ALME-

NO TRE

1.

2.

3.

4.

3. PER QUALI SCOPI USI L’ENERGIA? SCRIVI SEI ESEMPI

1.

2.

3.

4.

5.

6.

27

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4. A CASA USI L’ELETTRICITÀ.

A) DA DOVE VIENE L’ELETTRICITÀ?

B) COME È PRODOTTA L’ENERGIA ELETTRICA?

LE DISCUSSIONI IN CLASSE CHE SEGUONO ALLA COMPILAZIONE INDIVIDUALE DEI

QUESTIONARI DOVREBBERO PRODURRE UNA MAPPA CONCETTUALE CONDIVISA DI

CIÒ CHE GLI ALUNNI GIÀ CONOSCONO, DA TRADURRE IN CARTELLONE DA AP-

PENDERE IN CLASSE. A QUESTO PUNTO IL PROBLEMA HA AVUTO UN SUO AP-

PROCCIO GLOBALE. SI TRATTA ORA DI AFFRONTARE L’ASPETTO COGNITIVO DELLA

TEMATICA E, ATTRAVERSO UN LAVORO SUL CAMPO (ANALISI ENERGETICA DELLA

VITA DI TUTTI I GIORNI) COSTRUIRE NUOVE CONOSCENZE CON L’OBIETTIVO DI RI-

CONOSCERE I PROBLEMI AMBIENTALI LEGATI ALL’ENERGIA, AL SUO USO, AL SUO

CONSUMO AL FINE DI PROPORRE SOLUZIONI E NUOVI COMPORTAMENTI.

LA BATTERIA DEL MONDO

HA FATTO PARTIRE L’AUTO MIGLIAIA DI VOLTE, HA FATTO LUCE PER TANTE NOTTI,

HA SPAZZATO VIA MILIARDI DI GOCCE DI PIOGGIA DAI VETRI, MA ARRIVA UN MO-

MENTO IN CUI NON SI RICARICA PIÙ.. A QUESTO PUNTO SI DICE CHE LA BATTE-

RIA È ESAUSTA, MA NON HA ESAURITO LA SUA RICCHEZZA CHE SI PUÒ TRA-

SFORMARE IN NUOVE RISORSE ED ENERGIA. BASTA NON ABBANDONARLA PER

STRADA O NEI PRATI E AFFIDARLA A CHI NE AVRÀ CURA. ANALOGAMENTE AL-

L’ATTIVITÀ SVOLTA PER IL CONCETTO DI ENERGIA, È POSSIBILE RIFLETTERE SULL’E-

STREMA DIFFUSIONE DI PILE E BATTERIE NELLA VITA MODERNA.

PILA O BATTERIA?

IL QUESTIONARIO CHE SEGUE È UNO STRUMENTO UTILE PER FAR COMPRENDERE

IL DIFFERENTE UTILIZZO DI PILE E BATTERIE E CONSENTE UN’ANALISI DA PARTE

DEI RAGAZZI SULL’ENERGIA CHE ALIMENTA I PIÙ SVARIATI STRUMENTI UTILIZZATI

NELLA VITA QUOTIDIANA. UNA VOLTA CHE I RAGAZZI LO HANNO COMPILATO,

SARÀ UTILE ORGANIZZARE UNA RACCOLTA DELLE RISPOSTE DATE, EVIDENZIANDO

SOPRATTUTTO I CASI IN CUI L’ENERGIA “PORTATILE” NON PUÒ ESSERE SOSTITUI-

TA DALL’ENERGIA “CON IL FILO”.

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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QUESTIONARIO

1. SCRIVI TUTTI GLI OGGETTI CHE TI VENGONO IN MENTE CHE FUNZIO-

NANO A PILA:

1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

9.

2. SCRIVI TUTTI GLI OGGETTI CHE TI VENGONO IN MENTE CHE FUNZIO-

NANO A BATTERIA:

1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

9.

3. ORA INDICA TUTTI GLI STRUMENTI CHE FUNZIONANO SOLO A PILA E

BATTERIA (OSSIA NON È POSSIBILE ALIMENTARLI CON UN FILO ELETTRICO)

1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

9.

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

LABORATORIO DI SCIENZE

LA PILA AL LIMONE

COSTRUIRE UNA RUDIMENTALE PILA È UN’ESPERIENZA MOLTO SEMPLICE MA DI

SICURO EFFETTO PER I RAGAZZI. LA PIÙ SEMPLICE REALIZZABILE È LA “PILA AL

LIMONE”.

PER FARLA QUESTI SONO I MATERIALI NECESSARI:

• UN LIMONE

• UNA LAMINA DI RAME

• UNA LAMINA DI ZINCO

• UN TESTER

• DUE CAVI CON MORSETTI A COCCODRILLO

• UN TERMOMETRO O UN OROLOGIO A CRISTALLI LIQUIDI

ROTOLATE IL LIMONE SCHIAC-

CIANDOLO UN PO', IN MODO DA

ROMPERE UNA PARTE DEI SAC-

CHETTI DI ACIDO. PIANTATE LE

DUE LAMINE METALLICHE DEN-

TRO AL LIMONE, EVITANDO CHE

SI TOCCHINO FRA LORO. CON IL

TESTER, MISURATE LA TENSIONE CHE SI PRODUCE FRA LE LAMINE (VEDERE FIGU-

RA). IL VALORE DI QUESTA TENSIONE SARÀ DI CIRCA 1 VOLT. A QUESTO PUNTO,

SAREBBE BELLO ACCENDERE UNA LAMPADINA PER MEZZO DELLA PILA CHE AVETE

APPENA COSTRUITO. PURTROPPO, LA POTENZA PRODOTTA È TROPPO BASSA. SE

PROVASTE A COLLEGARE UNA LAMPADINA, LA TENSIONE DELLA PILA AL LIMONE

CADREBBE IMMEDIATAMENTE A ZERO. TUTTAVIA, SE VOLETE DIMOSTRARE CHE

LA CORRENTE ELETTRICA PRODOTTA DALLE PILE PUÒ EFFETTIVAMENTE FAR FUN-

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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ZIONARE QUALCOSA, PRENDETE UN PICCOLO STRUMENTO CHE ABBIA UN DIS-

PLAY A CRISTALLI LIQUIDI. UN OROLOGIO O UN TERMOMETRO VANNO BENE. IN-

FATTI, UN DISPLAY A CRISTALLI LIQUIDI HA UN ASSORBIMENTO DI CORRENTE

ESTREMAMENTE RIDOTTO E LA VOSTRA PILA SARÀ IN GRADO DI FARLO FUNZIO-

NARE. TOGLIETE DUNQUE LA PILA DELL'OROLOGIO O DEL TERMOMETRO E ALI-

MENTATELI CON LA PILA AL LIMONE. VEDRETE TORNARE LE CIFRE SUL DISPLAY.

QUESTO SISTEMA VI PERMETTE DI DIMOSTRARE LA PRODUZIONE DI ENERGIA

ELETTRICA DA PARTE DELLA PILA, ANCHE SE NON POSSEDETE UN TESTER. COME

FUNZIONA QUESTA PILA? GLI ATOMI DI RAME (CU) ATTIRANO GLI ELETTRONI

VERSO DI SÈ CON UNA FORZA MAGGIORE DI QUANTO NON FACCIANO GLI ATOMI

DI ZINCO (ZN). SE METTETE A CONTATTO UN PEZZO DI RAME CON UN PEZZO DI

ZINCO, MOLTI ELETTRONI PASSERANNO DALLO ZINCO AL RAME. CONCENTRAN-

DOSI SUL RAME, QUESTI ELETTRONI TENDONO PERÒ A RESPINGERSI. QUANDO IL

POTENZIALE DI REPULSIONE DIVENTA PARI A QUELLO CON IL QUALE IL RAME RI-

CHIAMA GLI ELETTRONI DALLO ZINCO, QUESTO TRASFERIMENTO SI ARRESTA.

PURTROPPO NON È POSSIBILE SFRUTTARE IL CONTATTO DI QUESTE DUE LAMINE

PER PRODURRE ENERGIA ELETTRICA PERCHÉ IL TRASFERIMENTO DI CARICHE SI

ARRESTA IMMEDIATAMENTE. INVECE, SE INSERITE QUESTE DUE LAMINE IN UNA

SOLUZIONE CONDUTTRICE E LE COLLEGATE ESTERNAMENTE CON UN FILO METAL-

LICO, LE REAZIONI CHE AVVENGONO AGLI ELETTRODI RIFORNISCONO IL CIRCUITO

DI CARICHE. IN QUESTO MODO, IL PROCESSO DI PRODUZIONE DI ENERGIA ELET-

TRICA CONTINUA E DIVENTA UTILIZZABILE. COME SOLUZIONE CONDUTTRICE, PO-

TETE PRENDERE QUALSIASI ELETTROLITA, QUINDI UNA SOLUZIONE ACQUOSA DI

UN ACIDO O DI UNA BASE O DI UN SALE. LA PILA AL LIMONE FUNZIONA PRO-

PRIO PERCHÈ IL SUCCO DI LIMONE È ACIDO. FATE PROVE ANCHE CON ALTRE SO-

LUZIONI CONDUTTRICI. COME SAPETE, ANCHE ALTRI FRUTTI E ORTAGGI POSSIE-

DONO AL PROPRIO INTERNO SUCCHI RICCHI DI IONI E CHE SONO QUINDI DEI

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

CONDUTTORI ELETTRICI. NON SIETE QUINDI OBBLIGATI A UTILIZZARE LIMONI PER

FARE QUESTO TIPO DI PILA, MA POTETE FARE PILE CON OGNI FRUTTO OD ORTAG-

GIO CHE VOLETE. COME OGNI BATTERIA, ANCHE QUESTA HA UNA DURATA LIMITA-

TA. INFATTI, DOPO POCO TEMPO, SUGLI ELETTRODI DI QUESTA PILA AVVENGONO

DELLE REAZIONI CHIMICHE DI UN ALTRO TIPO CHE LI POLARIZZANO ED IMPEDISCONO

ALLA REAZIONE DI PROSEGUIRE. LA FORZA ELETTRO-MOTRICE (FEM) CALA E LA PILA

NON FUNZIONA PIÙ. NORMALMENTE, QUELLO CHE AVVIENE È UNA PRODUZIONE DI

IDROGENO SULL'ELETTRODO DI RAME E SULL'ELETTRODO DI ZINCO SI FORMANO DEI

COMPOSTI DI OSSIDAZIONE CHE OSTACOLANO IL CONTATTO TRA IL METALLO E L'E-

LETTROLITA. A QUESTO PUNTO, SI DICE CHE GLI ELETTRODI SONO POLARIZZATI. PER

OTTENERE UNA MAGGIORE DURATA DELLA PILA E UNA MAGGIORE EROGAZIONE DI

ENERGIA ELETTRICA, OCCORRE UTILIZZARE UN ELETTROLITA PIÙ ADATTO. NELLE PILE

CHE SI TROVANO IN COMMERCIO, OLTRE AGLI ELETTROLITI, VENGONO USATE DELLE

SOSTANZE CHIMICAMENTE AFFINI ALL'IDROGENO LE QUALI, COMBINANDOSI CON

QUESTO ELEMENTO, AGISCONO DA DEPOLARIZZANTI.

LA PILA DI VOLTA

LA PILA DI VOLTA, COSTITUISCE IL PRIMO APPARATO ELETTROMOTORE "PERPETUO",

IN GRADO CIOÈ, DI FORNIRE CORRENTE CONTINUA SE INSERITO IN UN CIRCUITO

CHIUSO. CON LA SUA INVENZIONE, ALESSANDRO VOLTA DETTE UN FORTE IMPULSO

ALLE RICERCHE NEL CAMPO DELL'ELETTRICITÀ. CIRCA UN SECOLO DOPO, QUESTE

SCOPERTE PORTARONO LA LUCE ELETTRICA, IL TELEFONO, LA RADIO IN MILIONI DI CA-

SE. OGGI, POSSIAMO CONSTATARE L'IMPORTANZA DELL'ENERGIA ELETTRICA IN OGNI

MOMENTO DELLA NOSTRA VITA. COME VOLTA STESSO LA DESCRIVE NELLA LETTERA

IN CUI NE DÀ L'ANNUNCIO, ESSA È COSTITUITA DA UNA SERIE DI DISCHI DI RAME O

MEGLIO DI ARGENTO, SOVRAPPOSTI UNO A UNO AD ALTRETTANTI DISCHI DI STAGNO

O MEGLIO DI ZINCO. FRA OGNI COPPIA DI DISCHI METALLICI E LA SUCCESSIVA È IN-

TERPOSTO UN DISCO DI CARTONE, O DI ALTRO MATERIALE, IMBEVUTO DI ACQUA SA-

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carta + elettrolitazincorame

La pila di Volta

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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LATA O ACIDULATA. NEL SUO PRIMO ESEMPLARE VOLTA AGGIUNGE A UNA ESTREMI-

TÀ UN RECIPIENTE CONTENENTE SEMPRE ACQUA SALATA O ACIDULATA, CHE PER-

METTE L'IMMERSIONE DI UNA MANO FACILITANDO LO SVOLGERSI DI ESPERIMENTI, A

VOLTE ANCHE CURIOSI. L'INTERPRETAZIONE DEL FUNZIONAMENTO DELLA PILA È PIUT-

TOSTO COMPLESSA, COINVOLGENDO FENOMENI ELETTRICI E CHIMICI. MA LA SUA

COSTRUZIONE È ESTREMAMENTE FACILA DA REALIZZARE ANCHE IN CLASSE

PER FARLA QUESTI SONO I MATERIALI NECESSARI:

• 6 LAMINE O DISCHI DI RAME

• 6 LAMINE O DISCHI DI ZINCO

• CARTA DA FILTRI

• UN ELETTROLITA SCELTO FRA:

- SUCCO DI LIMONE

- ACETO

- ACQUA SALATA O PIÙ SCIENTIFICAMENTE: SOLUZIONE DI CLORURO DI

SODIO (NACL)

- SOLUZIONE DI SOLFATO DI RAME

• UN TESTER

• UN TERMOMETRO O UN OROLOGIO A CRISTALLI LIQUIDI

• DUE CAVI CON MORSETTI A COCCODRILLO

NEL FAMOSO ESPERIMENTO DEL 1800, VOLTA UTILIZZÒ UNA SOLUZIONE DI ACIDO

SOLFORICO COME ELETTROLITA. QUANDO È CONCENTRATO, QUESTO ACIDO È PERICO-

LOSO. SE ARRIVA SULLA PELLE O SUGLI OCCHI, PROVOCA GRAVI USTIONI E PUÒ AC-

CECARE. DAL MOMENTO CHE LA PILA FUNZIONA UGUALMENTE ANCHE CON UN

ELETTROLITA DIFFERENTE, È SENZ’ALTRO PIÙ SICURO ADOPERARE UN ELETTROLITA

MENO PERICOLOSO, COME QUELLI INDICATI SOPRA. NONOSTANTE QUESTA PICCOLA

MODIFICA, IL PRINCIPIO DELLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA PER VIA CHIMICA

VERRÀ UGUALMENTE DIMOSTRATO. SE VORRETE UGUALMENTE UTILIZZARE L'ACIDO

SOLFORICO, NON PRENDETELO CONCENTRATO, MA GIÀ IN SOLUZIONE 0,1 NORMALE

O ANCHE MENO CONCENTRATO. METTETEVI DEGLI OCCHIALI PROTETTIVI E TENETE VI-

CINO A VOI UNA SOLUZIONE SATURA DI BICARBONATO DI SODIO CHE POTRETE UTILIZ-

ZARE PER NEUTRALIZZARE EVENTUALI SCHIZZI CHE VI GIUNGANO SULLA PELLE O SUI

VESTITI. IN QUESTO CASO, I RAGAZZI DEVONO FARSI ASSISTERE DA UN ADULTO.

MONTATE CIASCUN DISCHETTO DI ZINCO SOPRA UNO DI RAME IN MODO DA AVERE

SEI COPPIE CU-ZN. ORA, COME MOSTRATO NELLA FIGURA DI PAGINA 32, METTETE

UNA COPPIA SOPRA L'ALTRA, INTERPONENDO FRA CIASCUNA COPPIA UN DISCHETTO

DI CARTA DA FILTRI IMBEVUTA DELLA SOLUZIONE CONDUTTRICE. FATE ATTENZIONE A

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

NON FARE GOCCIOLARE LATERALMENTE LA SOLUZIONE PERCHÉ ESSA METTEREBBE IN

CORTOCIRCUITO GLI ELEMENTI DELLA PILA. NOTATE CHE LA SEQUENZA DEI MATERIALI

È QUESTA: CU, ZN, ELETTROLITA, CU, ZN, ELETTROLITA, ETC. QUANDO AVRETE FINI-

TO DI MONTARE LA PILA DI ELEMENTI, MISURATE LA TENSIONE FRA LA LAMINA DI

BASE (CU) E QUELLA DI TESTA (ZN). DOVRESTE LEGGERE 6,6 V, CIOÈ 1,1 V PER

CIASCUNA COPPIA DI ELEMENTI. LA TENSIONE PRODOTTA VARIA ANCHE IN BASE AL-

L'ELETTROLITA CHE USERETE E ALLA SUA CONCENTRAZIONE. COME AVETE FATTO CON

LA PILA AL LIMONE, ALIMENTATE UN PICCOLO APPARECCHIO A CRISTALLI LIQUIDI CO-

ME UN OROLOGIO O UN TERMOMETRO O ANCHE UNA CALCOLATRICE.

IL TOUR VIRTUALE: DALL’IMPIANTO DI RICICLO DELLE BATTERIE AL LORO RECUPERO SUL TETTO DEL MONDO

Il COBAT oltre ad avere il dovere di assicurare il corretto recupero delle batterie al

piombo esauste ha tra i suoi fini istituzionali anche compito di promuovere iniziative di

sensibilizzazione ed educazione ambientale. Per far “toccare con mano” ai ragazzi un

impianto industriale di riciclo delle batterie esauste, in tutta sicurezza, il Consorzio ha

realizzato negli anni una serie di filmati molto interessanti: i ragazzi vedranno le gru af-

fondare le loro braccia nella massa di batterie, sollevarle e depositarle nella gran mac-

china trituratrice; vedranno la separazione delle particelle leggere di plastica da quelle

più pesanti di piombo, mentre l’acido solforico è avviato alla neutralizzazione; infine il

piombo fuso e poi ri-colato negli stampi per farne nuovi lingotti: Ancora: la vita della

batteria da quando viene istallata nella macchina a quando viene sostituita. Le opera-

zioni di recupero delle batterie disperse nell’ambiente: dai nostri fondali marini sino al-

la vette dell’Hymalaya dove nel 2002 – Anno internazionale delle Montagne - su richie-

sta dell’apposito comitato dell’ONU il COBAT ha svolto un’importante missione di recu-

pero delle batterie esauste dal laboratorio scientifico più alto del mondo: la Piramide

del CNR. Gli insegnanti interessati possono richiedere gratuitamente i video inviando

un fax su carta intestata alla segreteria organizzativa di “Compatibilmente”: H&K Gaia,

tel. 06.4416401 fax 06.4404604.

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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Conoscere il problema direttamente sul campo per trovare soluzioni

Lavorare attorno ad un problema vero, costringe alla concretezza tenendo costantemente

collegate la teoria e la pratica. Il lavoro sul campo significa rilevamenti, campionature e da-

ti, raccolti anche con l'aiuto di esperti.

La conoscenza di un luogo o di un fatto può costruirsi pezzo per pezzo come un coinvolgen-

te, interessante puzzle le cui tessere sono costituite da interviste, inchieste tra i genitori e i

ragazzi, ricerche in biblioteca, casi fortuiti e lezioni di esperti.

Significa anche mostrare all'esterno quello che la scuola sa fare: porsi problemi, attivare

competenze, organizzare informazioni. Con le attività precedenti, ci siamo accorti che non è

possibile il lavoro dentro l’aula.

L’energia è… ovunque, la utilizziamo a casa, per strada, a scuola. Le attività che qui si pro-

pongono, di indagine sulla qualità e quantità dell’energia consumata, hanno lo scopo di fo-

tografare l’esistente per cominciare a mettere a fuoco problemi e possibili soluzioni con l’o-

biettivo finale di contribuire a ridurre i consumi, a inquinare meno, a risparmiare risorse

contribuendo a salvaguardare l’ambiente vicino e… lontano.

ATTIVITA’

QUALE ENERGIA

FIN’ORA SI È PARLATO DI ENERGIA, CON QUESTO NUOVO PERCORSO, PRINCIPAL-

MENTE CONOSCITIVO, CI PROPONIAMO DI METTERE IN EVIDENZA LE RELAZIONI

FRA LE VARIE FONTI DI ENERGIA ESISTENTI E LE TECNOLOGIE PIÙ USATE NELLE

DIVERSE SITUAZIONI.

IN RELAZIONE AL LIVELLO DELLA CLASSE E AL TEMPO A DISPOSIZIONE, PER UNA

PIÙ COMPLETA COMPRENSIONE SI SUGGERISCE AGLI INSEGNANTI CHE AFFRON-

TANO QUESTO PERCORSO, DI INTRODURRE IN CLASSE I SEGUENTI ARGOMENTI

ATTRAVERSO DISCUSSIONI E/O RICERCHE:

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

• CHE COSA È L’ENERGIA

• LE FONTI ENERGETICHE PIÙ IMPORTANTI

• TECNOLOGIE RELATIVE ALL’ESTRAZIONE DELL’ENERGIA

• RAPPORTO TRA ENERGIA E SVILUPPO TECNOLOGICO

PER AVVIARE POI LA DISCUSSIONE SULLE FONTI ENERGETICHE UTILIZZATE INTOR-

NO A NOI SI PUÒ FAR COMPILARE LA SEGUENTE SCHEDA.

IN QUESTO AMBITO SARANNO OPPORTUNI APPROFONDIMENTI MEDIANTE LIBRI

DI TESTO E RICERCHE SULL’UTILIZZO DELLE FONTI ENERGETICHE IN PASSATO.

FONTE ENERGETICA NELLA CASA NELLA SCUOLA NELLA CITTÀ

PETROLIO

METANO

SOLARE

EOLICA

GEOTERMICA

BIOGAS

DA DOVE VIENE L’ENERGIA

IN QUESTA FASE DI LAVORO VOGLIAMO RICOSTRUIRE IL CAMMINO DELL’ENERGIA

CHE ARRIVA NELLA NOSTRA CASA, NELLA SCUOLA O NELLA CITTÀ, PER FAR CO-

NOSCERE AGLI ALLIEVI LA RETE INVISIBILE DELL’ENERGIA.

COME PRIMA ATTIVITÀ SI PUÒ FARE EVIDENZIARE NELLA PIANTINA DELLA PRO-

PRIA CASA DOVE ARRIVA L’ENERGIA E FAR RICERCARE I SEGNALI CHE INDICANO I

PERCORSI DELL’ENERGIA IN CASA (INTERRUTTORI, LUCI, TUBATURA DEL GAS…).

SI PUÒ QUINDI PASSARE AL QUARTIERE IN MODO ANALOGO, FACENDO EVIDEN-

ZIARE SU UNA CARTINA LA CENTRALINA ELETTRICA E IL CONDOTTO PRINCIPALE

DEL GAS PIÙ VICINI CHE LO ALIMENTANO E FACENDO RICERCARE NELLE DIVERSE

VIE DEL QUARTIERE I SEGNI DEL PASSAGGIO DELL’ENERGIA.

E’ IMPORTANTE IN QUESTO PERCORSO CERCARE L’AIUTO DELLE AZIENDE EROGA-

TRICI DI ENERGIA ELETTRICA E DEL GAS DELLA PROPRIA CITTÀ: I TECNICI POSSO-

NO INFATTI AIUTARE I RAGAZZI A RICERCARE LE CENTRALINE E SOPRATTUTTO A

RICONOSCERLE. SARÀ ORA POSSIBILE TRADURRE I RISULTATI DELLA RICERCA IN

SIMBOLI E RIPORTARLI SULLA PIANTA DELLA PROPRIA CITTÀ. DALLA DISCUSSIO-

NE IN CLASSE SU QUANTO TROVATO POTRANNO EMERGERE I DIVERSI PROBLEMI

SIA DI SICUREZZA CHE DI EFFICIENZA NELLA RETE ENERGETICA CITTADINA.

PER COMPLETARE LA RACCOLTA DELLA “RETE”, SI PUÒ INTRODURRE UN QUE-

STIONARIO PREPARATO DAGLI ALLIEVI PER I TECNICI DELLE AZIENDE DISTRIBUTRI-

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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CI DELL’ENERGIA ELETTRICA E GAS PER UN APPROFONDIMENTO SULLE TECNOLO-

GIE RELATIVE ALLA DISTRIBUZIONE DELL’ENERGIA. LA GESTIONE DEL QUESTIONA-

RIO INSIEME ALLA SUA ELABORAZIONE E ALLA SUA LETTURA DIVENTA UN MO-

MENTO IMPORTANTE DI DISCUSSIONE COMPLESSIVA.

LA LUNGA STRADA DELLE AUTOMOBILI

LE PROBLEMATICHE LEGATE ALLA VIABILITÀ E TRASPORTI SONO TRA LE PIÙ TAN-

GIBILI E LEGATE ALL’ESPERIENZA DEI RAGAZZI CHE CI POSSONO FAR RAGIONARE

SIA SULL’ENERGIA, INQUINAMENTO E COMPORTAMENTI, MA ANCHE SUL CICLO

DI VITA DEI MATERIALI, COME APPUNTO L’AUTOMOBILE ED I SUOI COMPONENTI.

LE ATTIVITÀ CHE SEGUONO SONO FINALIZZATE PROPRIO A SEGUIRE IL LUNGO

PERCORSO CHE FA L’OGGETTO AUTOMOBILE, DALL’UTILIZZO ALLA “DISMISSIONE”

L’USO DELL’AUTOMOBILE

ANCHE PER ANDARE A SCUOLA ORMAI, È SEMPRE PIÙ ALTO IL NUMERO DI CO-

LORO CHE UTILIZZANO MEZZI PRIVATI ANZICHÉ PUBBLICI: PERCHÉ QUINDI NON

PROVARE A VALUTARE L'IMPATTO CHE IL TRAFFICO HA NELL'AREA CIRCOSTANTE

LA SCUOLA? DOPO AVER INDIVIDUATO I CONFINI E I LIMITI DELL'AREA DA ESA-

MINARE SI POTRANNO STABILIRE DUE O PIÙ PUNTI OVE I RAGAZZI A TURNO,

CENSIRANNO LE AUTOMOBILI IN ENTRATA ED USCITA, E PER OGNI INTERVALLO DI

TEMPO, ES. 1 ORA, SI POTRÀ QUINDI STIMARE IL NUMERO DELLE AUTO IN SO-

STA PRESENTI NELL'AREA.

CI SONO DUNQUE PROBLEMI DI TRAFFICO? PROBLEMI DI PARCHEGGIO?

SE SÌ, QUANTI TRA GLI STUDENTI, GLI INSEGNANTI, E GLI ALTRI LAVORATORI

CON IL SITO LAVORATIVO NELL'AREA DI INTERESSE UTILIZZANO MEZZI PRIVATI? E

QUANTA ENERGIA SI CONSUMA GIORNALMENTE PER ARRIVARE IN QUEL LUOGO

OSSERVATO?

I RAGAZZI POTRANNO QUINDI CENSIRE A TAPPETO UFFICI E LOCALI DI PUBBLICO

UTILIZZO PRESENTI NELL'AREA DI INTERESSE, E COMPILARE PER CIASCUN INTER-

VISTATO UNA SCHEDA OVE RIPORTARE LA PROVENIENZA, I KM DI DISTANZA E IL

TEMPO IMPIEGATO PER ARRIVARE NELLA ZONA. SI POTRÀ FARE UNA STIMA DEL

CONSUMO ENERGETICO DERIVANTE DALL'USO DI UN MEZZO PRIVATO E DALL'USO

DA PARTE DI UN UGUALE NUMERO DI UNITÀ DI UN MEZZO PUBBLICO. ED INFINE,

COSA CAMBIEREBBE NEI DINTORNI DELLA SCUOLA SE TUTTI GLI STUDENTI E GLI

INSEGNANTI UTILIZZASSERO LA BICICLETTA, OPPURE SE SI ATTIVASSE UN’ORGA-

NIZZAZIONE PIÙ SOSTENIBILE DEL TRASPORTO PRIVATO COME IL CAR POOLING O

IL CAR SHARING?

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

IL CIMITERO DELLE AUTOMOBILI

A VOLTE CAPITA DI TROVARSI IN AREE COSÌ PIENE DI AUTOMOBILI CHE SI INCO-

MINCIA AD AVERE LA SENSAZIONE DI ESSERE ADDIRITTURA IN COMPETIZIONE

CON ESSE, QUASI FOSSERO INDIVIDUI APPARTENENTI AD UN’ALTRA SPECIE DI VI-

VENTI. MA LE AUTO (E COSÌ TUTTI GLI INNUMEREVOLI ALTRI VEICOLI CIRCOLANTI

SUL NOSTRO PIANETA), A DIFFERENZA DEI VIVENTI, NON SI DECOMPONGONO

NATURALMENTE E NON RIENTRANO QUINDI CON LA LORO MORTE IN QUEL CICLO

CHE CARATTERIZZA LA MATERIA VIVENTE. NATURALE, OLTRE CHE DOVEROSO,

PORSI LA DOMANDA: “DOVE FINISCONO LE MILLE AUTOMOBILI CHE OGNI GIOR-

NO DECIDONO DI NON ANDAR PIÙ PER STRADA?”. PER RISPONDERE A QUESTA

DOMANDA, POTREMO RECARCI PRESSO UN ROTTAMAIO DI AUTOMOBILI CON IL

QUALE SI È CONCORDATO PREVENTIVAMENTE IL GIORNO DI “SVENTRAMENTO”

DI UN’AUTOMOBILE IN MODO DA ANALIZZARNE TUTTI I SUOI PEZZI E CATALO-

GARNE I MATERIALI UTILIZZATI; SI POTRÀ QUINDI COMPILARE PER CIASCUN PEZ-

ZO LA SCHEDA CHE SEGUE, PER RICOSTRUIRE, COSÌ, L’INTERO PROCESSO DI FAB-

BRICAZIONE DELL’AUTO, NONCHÉ I FLUSSI DI ENERGIA CHE ACCOMPAGNANO LE

SUE DIVERSE FASI. TUTTA L’ENERGIA CHE CON LA COSTRUZIONE SI È ANDATA

ACCUMULANDO NELL’AUTO, NEI SUOI PEZZI COSTITUENDI, DOVE FINISCE UNA

VOLTA CHE L’AUTO NON È PIÙ IN GRADO DI FUNZIONARE? SI PUÒ STIMARE LA

QUANTITÀ DI ENERGIA E DI MATERIALE ATTUALMENTE GIACENTE, E QUINDI IM-

MOBILIZZATA, NEI CIMITERI DI AUTOMOBILI SPARSI PER IL MONDO? VOLER DARE

UNA RISPOSTA AD UNA TALE DOMANDA POTRÀ SICURAMENTE SEMBRARE MOL-

TO ARDUO, MA SI PUÒ TENTARE DI RISPONDERE LO STESSO IN QUALCHE MODO,

ANALIZZANDO AD ESEMPIO LA SITUAZIONE DELLO “SFASCIACARROZZE” DELLA

PERIFERIA DELLA NOSTRA CITTÀ, MAGARI INDAGANDO NELLO SPECIFICO IL PER-

CORSO CHE FANNO LE BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE.

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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SCHEDA

ANALISI DEL CICLO DI VITA DEI MATERIALI

NOME DEL MATERIALE:

CARATTERISTICHE:

ESTRAZIONE:

FABBRICAZIONE:

TRASPORTO:

DISTRIBUZIONE:

USO:

durata dell'uso:

RIUSO:

alternative con altri materiali per lo stesso uso:

RICICLAGGIO:

SMALTIMENTO:

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Ora tocca a noi

Dalla consapevolezza, all’analisi del problema, per approdare alla parte più attiva, l’azione

concreta, che è quella che contraddistingue una buona educazione ambientale: farsi promo-

tori di una buona pratica cercando alleanze territoriali e costruendo proposte innovative.

Siamo arrivati alla parte conclusiva del percorso, la più visibile (dall’esterno). La scuola si è

confrontata con la realtà e i suoi problemi, ha prefigurato possibili alternative e soluzioni.

Ora, per cambiare realmente il contesto, ha bisogno di creare il consenso attorno alle sue

proposte, deve aprire un dialogo con le istituzioni (se già non lo ha fatto), con i cittadini, de-

ve realizzare il cambiamento. Che fare?

E’ il momento di utilizzare tutte le informazioni raccolte per “pensare in grande”. Proviamo

a fare il piano energetico della scuola, lavoriamo sulla sensibilizzazione agli altri cittadini,

insomma diamo il nostro contributo a realizzare gli obiettivi della sostenibilità ambientale a

cominciare dal protocollo di Kyoto!

ATTIVITA’

TRE IDEE PER ATTIVARCI PER L’AMBIENTE

NONTISCORDARDIMÉ - OPERAZIONE SCUOLE PULITE

COMINCIAMO AD ATTIVARCI PER L’AMBIENTE A PARTIRE DALLA NOSTRA SCUO-

LA: UN BUON AVVIO DI QUESTA “CURA” PUÒ ESSERE QUELLO DI ADERIRE OD OR-

GANIZZARE UNA GIORNATA DI VOLONTARIATO SUL MODELLO DI NONTISCORDAR-

DIMÉ – OPERAZIONE SCUOLE PULITE, CHE OGNI ANNO (QUEST’ANNO SARÀ IL

19 MARZO!) LEGAMBIENTE PROPONE ALLE SCUOLE ITALIANE PER MIGLIORARE

LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E RELAZIONALE DEGLI AMBIENTI SCOLASTICI.

QUANTO CONSUMA LA NOSTRA SCUOLA? HA SPAZI VERDI VIVIBILI? C’È PARTE-

CIPAZIONE NELLA SUA GESTIONE?

DA QUESTE DOMANDE APRIRE UN’INDAGINE, CHE POTRÀ ESSERE SUPPORTATA

DAL QUESTIONARIO E DAL MANUALE CHE VIENE DATO ALLE SCUOLE CHE ADERI-

SCONO ALLA GIORNATA NONTISCORDARDIMÉ E CHE AVRANNO MODO DI PRO-

PORRE A TUTTA LA COMUNITÀ ANCHE EXTRASCOLASTICA (GENITORI, ABITANTI

DEL QUARTIERE, ISTITUZIONI,…) DELLE AZIONI DI MIGLIORAMENTO COME RIDI-

PINGERE LE PARETI, PIANTARE NUOVI ALBERI NEL CORTILE, ORGANIZZARE LA

RACCOLTA DIFFERENZIATA, SOSTITUIRE LE LAMPADINE TRADIZIONALI CON QUELLE

A BASSO CONSUMO.

INFORMARE PER COBAT

ABBIAMO VISTO CHE COBAT SVOLGE UN’ATTIVITÀ DI RECUPERO RISPETTO ALLE

BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE QUASI VICINA AL 100%, CIRCA IL 97%, PER-

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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CHÉ C’È UNA SERIE DI CONSUMATORI “FAI DA TE”, CHE ACQUISTA LA BATTERIA

NUOVA PER SOSTITUIRLA AUTONOMAMENTE E NON SA CHE ALLO STESSO TEM-

PO IL RIVENDITORE È OBBLIGATO A RIPRENDERE QUELLA ESAUSTA. ALCUNI DI

QUESTI CONSUMATORI LA TENGONO PIGRAMENTE IN GARAGE, ALTRI LA ABBAN-

DONANO NELL’AMBIENTE O NEI CASSONETTI DEI RIFIUTI URBANI, CAUSANDO

QUELLA SERIE DI GRAVI PROBLEMI D’INQUINAMENTO E DI SPRECO DI ENERGIA E

MATERIE PRIME DI CUI ABBIAMO PARLATO SOPRA.

MOLTO SPESSO, CIÒ ACCADE PERCHÉ NON SI È A CONOSCENZA DELLE POSSIBI-

LITÀ DI SMALTIRE LE BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE CON ESTREMA FACILITÀ E

SICUREZZA. PERCHÉ LA SCUOLA NON POTREBBE FARSI PROMOTRICE, ALLA FINE

DI UN PERCORSO EDUCATIVO E DI INDAGINE SU QUESTO TEMA, DI ACCORDARSI

CON UN SUPERMERCATO O ALTRO SOGGETTO DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE,

PER ESPORRE CARTELLI INFORMATIVI SUL CORRETTO SMALTIMENTO DELLA BAT-

TERIA ESAUSTA? OLTRE AD ESSERE UNA GRANDE OPERAZIONE DI PREVENZIONE

RISPETTO ALLA TUTELA DEL TERRITORIO, È ANCHE UN’OCCASIONE PER ENTRARE

IN CONTATTO CON TANTI SOGGETTI ESTERNI ALLA SCUOLA E STIMOLARE LA

CREATIVITÀ DEI RAGAZZI SU QUALCOSA DI CONCRETO.

LE GIORNATE DELL’ENERGIA

PERCHÉ NON DEDICARE UNA GIORNATA AL MESE AL RISPARMIO ENERGETICO?

AVREMO COSÌ LA POSSIBILITÀ DI COINVOLGERE TUTTI GLI STUDENTI DELLA

SCUOLA, INSEGNATI, PERSONALE ATA, GENITORI... POSSIAMO DEDICARE UNA

GIORNATA AI TRASPORTI (ANDARE A SCUOLA A PIEDI, IN BICICLETTA O UTILIZ-

ZANDO I MEZZI PUBBLICI). UNA GIORNATA PUÒ ESSERE DEDICATA AL RICICLAG-

GIO, UN’ALTRA AL RISPARMIO DI ACQUA, ALL’USO INTELLIGENTE DELL’ENERGIA

ELETTRICA: SPEGNERE LE MACCHINE IN STAND BY, LE LUCI NON STRETTAMENTE

NECESSARIE…

PUÒ ESSERE L’OCCASIONE PER UNA GIORNATA ALTERNATIVA! SI PUÒ REALIZZA-

RE UNA MOSTRA SULLE ENERGIE ALTERNATIVE, COSTRUENDO MODELLI CHE AIU-

TINO A CAPIRE COME FUNZIONA UNA CENTRALE EOLICA, UNA TURBINA IDRAULI-

CA, UN FORNO SOLARE (SUL SITO WWW.BACIATIDALSOLE.LEGAMBIENTE.ORG

POTETE TROVARE LE INDICAZIONI PER COSTRUIRE I MODELLINI).

MA DEDICATO A TUTTO QUESTO, CI PUÒ ESSERE ANCHE UN’INTERA SETTIMA-

NA, COME QUELLA CHE ORGANIZZA QUEST’ANNO LEGAMBIENTE CON LA CAM-

PAGNA CAMBIO DI CLIMA, PROMOSSA PER L’ENTRATA IN VIGORE DEL PRO-

TOCOLLO DI KYOTO: DIBATTITI, MOSTRE, DIMOSTRAZIONI PUBBLICHE SUL RI-

SPARMIO ENERGETICO PER STIMOLARE LA RIDUZIONE DEI GAS SERRA GIÀ DALLE

AZIONI QUOTIDIANE CHE COMPIE OGNI CITTADINO.

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

CHE COSA E’ IL PROTOCOLLO DI KYOTO?

IL PROTOCOLLO DI KYOTO È STATO FIRMATO IL 10 DICEMBRE DEL 1997 DA 84 PAESI A

CUI SE NE SONO AGGIUNTI NEL TEMPO MOLTI ALTRI. TRA I SOGGETTI FIRMATARI CI SONO

QUELLI A “VINCOLO DI EMISSIONE” CHE SONO 39 E INCLUDONO I PAESI EUROPEI (ANCHE

QUELLI DELL’EST), IL GIAPPONE, LA RUSSIA, GLI STATI UNITI, IL CANADA, L’AUSTRALIA

E LA NUOVA ZELANDA. IL PROTOCOLLO È UNO DEI PIÙ IMPORTANTI DOCUMENTI POLITICI

CHE SIANO STATI SOTTOSCRITTI A LIVELLO INTERNAZIONALE NEGLI ULTIMI ANNI. RAP-

PRESENTA SIA UN PUNTO DI ARRIVO CHE DI PARTENZA NELLE POLITICHE MONDIALI DEL-

L’AMBIENTE. E’ UN PASSO AVANTI IMPORTANTE NELLA LOTTA CONTRO IL RISCALDAMEN-

TO PLANETARIO POICHÉ CONTIENE OBIETTIVI VINCOLANTI E QUANTIFICATI DI LIMITAZIONE

E RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DEI GAS AD EFFETTO SERRA. SEI I GAS PRESI IN CONSIDE-

RAZIONE: ANIDRIDE CARBONICA, METANO, PROTOSSIDO DI AZOTO, IDROFLUOROCARBURI,

PERFLUOROCARBURI, ESAFLUORO DI ZOLFO. I CLOROFLUOROCARBURI (CFC) NON SONO

MENZIONATI PERCHÉ LA LORO LIMITAZIONE È GIÀ PREVISTA NEL PROTOCOLLO DI MON-

TREAL (1987), APPROVATO PER VIETARE LA PRODUZIONE DEI GAS KILLER DELL’OZONO. IL

PROTOCOLLO DI KYOTO È FONDATO SUL PRINCIPIO DI "COMUNI, MA DIFFERENZIATE RE-

SPONSABILITÀ", E IMPEGNA I PAESI INDUSTRIALIZZATI E QUELLI AD ECONOMIA IN

TRANSIZIONE A UNA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DEI PRINCIPALI GAS AD EFFETTO SERRA

ENTRO IL 2008-2012 NELLA MISURA DEL 5,2% RISPETTO AI VALORI DEL 1990. IN PAR-

TICOLARE, L'UNIONE EUROPEA HA UN OBIETTIVO DI RIDUZIONE DEL 8%, L'ITALIA DEL

6,5%. PER LA FEDERAZIONE RUSSA, LA NUOVA ZELANDA E L'UCRAINA NON È PREVI-

STA ALCUNA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI, MA SOLO UNA STABILIZZAZIONE. POSSONO

INVECE AUMENTARE LE PROPRIE EMISSIONI FINO ALL'1% LA NORVEGIA, FINO ALL'8%

L'AUSTRALIA E FINO AL 10% L'ISLANDA. NESSUN TIPO DI LIMITAZIONE ALLE EMISSIONI

È PREVISTO PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO. IL PROTOCOLLO DI KYOTO DIVENTERÀ VIN-

COLANTE QUANDO SARÀ RATIFICATO DA UN NUMERO DI PAESI LE CUI EMISSIONI TOTALI,

AL 1990, RAPPRESENTINO ALMENO IL 55% DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA DI TUTTI I

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IL RUOLO DELLA SCUOLA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

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PAESI CON VINCOLO. AD OGGI I FIRMATARI SONO 117, RESPONSABILI DEL 44,2% DELLE

EMISSIONI MONDIALI. GLI STATI UNITI, IL PRINCIPALE PRODUTTORE DI GAS SERRA CON

UNA QUOTA DEL 36,1% SUL TOTALE, NON HANNO ANCORA RATIFICATO L'ACCORDO, MI-

NANDO FORTEMENTE LA CREDIBILITÀ E L'EFFICACIA DI TALE MECCANISMO.

Quando le buone pratiche fanno notizia: l’opportunità di NewsPaperGame

Una scuola costruita secondo i criteri della bioedilizia, la certificazione ambientale di un in-

tero comune, un progetto di cooperazione internazionale che riattiva l’economia locale,

un’alta percentuale di raccolta differenziata, la progettazione partecipata di un piano rego-

latore comunale, un’organizzazione alternativa e leggera della viabilità urbana, il reinseri-

mento di una specie in via di estinzione, sono tutte buone pratiche ambientali che fanno

notizia. Perché? Perché questi esempi concreti, hanno avviato una sperimentazione innova-

tiva, sono andati oltre quella che è una prassi consueta e codificata. Il forte valore di comu-

nicarli sta nel raccontare come un’esperienza pilota abbia funzionato ed abbia innescato un

meccanismo virtuoso che unisce economia ed ambiente, occupazione e diritti sociali, ric-

chezza e valorizzazione. Queste buone pratiche, più che le parole, servono a far crescere la

consapevolezza culturale che sviluppo ed ambiente sono un binomio oltre che possibile, uti-

le a migliorare la vita di tutti noi e portatore di valori che nella crescita economica tradizio-

nale venivano del tutto trascurati. Anche la scuola che lavora su un progetto di educazione

allo sviluppo sostenibile, che prevede un’azione finale concreta, deve dare un valore cen-

trale alla comunicazione esterna. Di solito in questo tipo di comunicazione giornalistica vie-

ne dato grande rilievo oltre che ai progetti attuati, ai loro contenuti e alla metodologia se-

guita, anche ai protagonisti che li hanno resi possibili.

Quindi, l’opportunità che viene offerta dalle pagine di NewsPaperGame è un ottimo veicolo,

per sensibilizzare gli altri attraverso la nostra esperienza e parlare del metodo di lavoro che

ci siamo dati per realizzarla: anche la nostra classe così potrà essere protagonista e propo-

sitiva di buone pratiche ambientali!

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PAROLE “ELETTRICHE “ E GLOSSARIO

DELL’AMBIENTE

Acido solforico: composto fortemente

corrosivo in grado di danneggiare qualsiasi

materiale con il quale entra in contatto.

Provoca ustioni anche gravi al contatto con

la pelle, è pericoloso per ingestione e per

inalazione, corrode i tessuti ed altri mate-

riali di abbigliamento e protezione ed è in

grado di acidificare grandi bacini o fonti

idriche sotterranee o superficiali, danneg-

giando irreparabilmente flora e fauna e

nuocendo alle risorse di acqua potabile o ir-

rigua intaccando le loro caratteristiche di

neutralità chimica e di purezza biologica.

Accumulatore: apparecchio costituito da

più elementi, capace di trasformare diretta-

mente energia chimica in energia elettrica.

Agenda 21: è parte degli impegni sotto-

scritti da 178 Paesi nel quadro della Confe-

renza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo

sviluppo svoltasi a Rio de Janeiro nel 1992.

Rappresenta un piano d'azione da adottare

a partire dagli anni '90 durante il XXI secolo.

Contiene strategie e misure atte a fermare

e cambiare l'attuale trand di degrado am-

bientale e a promuovere uno sviluppo soste-

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nibile per tutti gli stati. Agenda 21 locale è il piano d'azione elaborato a livello comunale,

provinciale, regionale.

Auto elettrica: automobile con motore elettrico alimentato da un sistema di accumulatori

(batterie) ricaricabili.

Batteria d'avviamento: accumulatore normalmente utilizzato per i servizi combinati di av-

viamento ed illuminazione di veicoli con motore a scoppio.

Batteria industriale: tipologia di batterie utilizzate per esigenze industriali e commerciali.

Si dividono in batterie per trazione e batterie stazionarie.

Batteria per trazione: batteria impiegata per l’utilizzo in veicoli elettrici, carrelli elevatori,

trans-pallets.

Batteria stazionaria: accumulatore utilizzato per assicurare l’alimentazione dei circuiti in

condizioni di emergenza. E’ presente nei gruppi di continuità dei grandi centri di calcolo, ospe-

dali, centrali telefoniche.

Bi-fuel: sistema di alimentazione per autoveicoli che consente, a scelta del conducente, di

impiegare GPL o metano invece della benzina.

Biocombustibili: carburanti prodotti dalla trasformazione di oli vegetali.

Bioedilizia: strategia costruttiva orientata a promuovere la qualità della vita, preservando-

la da tutte le forme di inquinamento (acustico, elettrico, magnetico, aerobico)

Biogas: gas derivanti da processi di decomposizione di materiale organico che, se opportu-

namente trattati, possono essere impiegati come combustibile per impianti di generazione

termica di energia elettrica.

Biomassa: materiale organico prodotto per fotosintesi e utilizzato per produrre energia

elettrica o termica

Caloria (Cal): unità di misura del calore. Si definisce come la quantità di calore necessario

per aumentare la temperatura di 1 grammo d'acqua distillata da 14,5°C a 15,5°C, a pressio-

ne atmosferica normale.

Car pooling: è la condivisione di un mezzo di trasporto privato da parte di più persone che

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percorrono lo stesso tragitto. Permette, per esempio, a lavoratori di aziende situate nella

medesima zona, che compiono quotidianamente lo stesso itinerario, di utilizzare una sola

autovettura con più persone a bordo.

Car sharing: è un sistema di autonoleggio self service che mette a disposizione alcune au-

to, in ogni ora del giorno e della notte, ogni volta che se ne ha bisogno. Si possono utilizza-

re le auto per il tempo che realmente occorre, anche solo per un'ora, pagando per l'uso rea-

le che se ne fa. Quando si decide di usarne una, basta fare una telefonata a un call center

operativo 24 ore su 24 e prenotarla per il tempo in cui se ne ha bisogno.

Cella a combustibile: cella elettrochimica che cattura l'energia prodotta da una reazione

chimica fra combustibili quale idrogeno liquido e ossigeno liquido e la converte in energia

elettrica.

Ciclo combinato: tecnologia per la produzione di energia elettrica da combustibili fossili

costituita dall'accoppiamento di una o più turbine a gas con una turbina a vapore.

Cogenerazione: produzione combinata di energia elettrica e calore. Garantisce un signifi-

cativo risparmio di energia rispetto alle produzioni separate.

Coibentazione: o isolamento termico delle tubature, delle pareti, del tetto degli edifici, di-

minuisce la dispersione e l'entrata di calore da e verso l'ambiente esterno.

Combustibile: è un materiale che, quando viene bruciato, rilascia l’energia contenuta nei

legami tra le sue molecole per compiere un lavoro.

Combustibile fossile: sono formati dalla lentissima decomposizione, in scarsità di aria, di

animali e piante vissuti nell'antichità e sprofondati nel sottosuolo.

Direttiva comunitaria (o europea): atto giuridico delle istituzioni comunitarie. Si rivolge

agli stati membri, ha efficacia vincolante per quanto attiene al risultato da raggiungere, ma

lascia liberi gli stati nella scelta delle forme e dei mezzi atti a conseguirlo.

Efficienza energetica: rapporto tra il servizio energetico effettivamente erogato e l'ener-

gia utilizzata per erogare il servizio stesso.

Elettrolita: sostanza dissociabile in ioni quando venga disciolta in acqua o in altri solventi

dissocianti.

EMAS: Environmental Management and Audit Scheme, sistema comunitario di ecogestione

e audit (Regolamento CE n. 761 del 2001) che si propone l'obiettivo di favorire, su base volon-

taria, una razionalizzazione delle capacità gestionali dal punto di vista ambientale delle orga-

nizzazioni, basata sul miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali.

Entalpia: quantità di energia che un sistema può scambiare con l’esterno.

Gas naturale (CH4): comunemente chiamato metano, è una miscela di sostanze chimiche

dette idrocarburi che di solito si trovano allo stato gassoso. E' costituito in massima parte

da metano e per il resto da piccole quantità di propano, etano, butano, pentano.

Geopolitica: branca della geografia che studia i rapporti tra le istituzioni (a livello naziona-

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le e internazionale) e le conseguenze geografiche che discendono dalle linee politiche mes-

se in atto dagli stati.

GWh (Gigawattora):unità di misura dell'energia impiegata in elettronica (1J = 3,6*1012 GWh).

IEA: International Energy Agency

Impatto ambientale: somma degli effetti che un sistema umano produce in un ambiente di

riferimento.

ISO 9000: serie di norme sull’introduzione di un sistema qualità pubblicate dall’Internatio-

nal Organisation for Standardization (ISO) nel 1994.

ISO 14001: le norme internazionali ISO 14000 rappresentano uno strumento di adesione

volontaria per migliorare la gestione della variabile ambientale all'interno delle organizza-

zioni. Sono adottate dalla Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO).

Joule (J): unità di misura dell'energia adottata nel Sistema Internazionale

kCal/h (kilocalorie/ora): indica la potenzialità energetica di un impianto termico (1 kCal =

4.187 J).

kWh (chilowattora): unità di misura dell'energia impiegata in elettronica (1J = 3,6*106

kWh).

MARPOL: convenzione internazionale per la prevenzione dell'inquinamento delle navi

emessa dall'Organizzazione Marittima Internazionale (OMI) nel 1973

MICA: Ministero dell'Ambiente del Commercio e dell'Artigianato

Mtep: Miliardi di Tonnellate Equivalenti Petrolio (vedi Tep)

MUD: Modello Unico di Dichiarazione. Introdotto dalla legge n.70 del 25 gennaio 1994, il

modello, da consegnare alle camere di commercio, industria e artigianato competenti per

territorio, serve per soddisfare gli obblighi di dichiarazione, di comunicazione, di denuncia,

di notificazione previsti dalle leggi, dai decreti, e dalle relative norme di attuazione in mate-

ria ambientale, sanitaria e di sicurezza pubblica sulle quantità e le caratteristiche qualitati-

ve dei rifiuti prodotti dai soggetti obbligati alla dichiarazione.

Multinazionale: azienda con casa madre in uno stato e sedi produttrici o commerciali in

altre nazioni.

MWh (megawattora): unità di misura dell'energia impiegata in elettronica (1J = 3,6*109

MWh).

NIC: Paesi di Nuova Industrializzazione; vengono così definiti i Paesi il cui boom economico

è iniziato negli ultimi decenni del XX secolo.

OCSE: l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico nato nel 1960 dall'Or-

ganizzazione Europea per la Cooperazione Economica, è un organismo rappresentativo dei

Paesi industrializzati.

ONU: Organizzazione delle Nazioni Unite, organismo sovranazionale nato dalla trasforma-

zione dell’alleanza delle Nazioni Unite.

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OPEC: Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio nasce nel 1949 e attualmente è

composta da undici membri (Algeria, Arabia Saudita, Indonesia, EAU, Iran, Iraq, Kuwait, Li-

bia, Nigeria, Qatar, Venezuela).

Particolato (PM10): miscela di particelle solide e liquide sospese in aria originate princi-

palmente da emissioni da traffico veicolare, utilizzo di combustibili, emissioni industriali.

Pastello: solfato di piombo, originato dalla solfatazione della pasta attiva (ossido di Pb)

durante il funzionamento dell’accumulatore.

Pila: generatore di corrente elettrica per trasformazione d’energia chimica in energia elettrica.

PIL: Prodotto Interno Lordo, indicatore statistico della produzione di uno stato (espressa so-

litamente in $) diviso per il numero di abitanti del paese.

Piombemia (PbB): è l’indicatore della quantità di piombo presente nel sangue.

Piomburia (PbU): è l’indicatore della quantità di piombo presente nelle urine.

Polipropilene: polimero del propilene (vedi), utilizzato per numerose applicazioni indu-

striali sia come plastica sia come fibra.

Politica ambientale: dichiarazione effettuata da un’organizzazione delle sue intenzioni e

dei suoi principi in relazione alla sua globale prestazione ambientale, che fornisce uno

schema di riferimento per l’attività e per la definizione degli obiettivi e dei traguardi in

campo ambientale.

Propilene: alchene gassoso prodotto nel cracking del petrolio, di largo uso per sintesi or-

ganiche, per ottenere benzine ad alto numero di ottani e per la produzione di elastomeri.

PVS: Paesi in Via di Sviluppo, classificati tali secondo il tasso di crescita economica e i

principali indicatori statistici dello sviluppo.

Raccoglitore incaricato: persona fisica o giuridica in possesso di idonei requisiti tecnici

ed autorizzativi e, comunque, in regola con la vigente normativa in materia che, in virtù di

un contratto di incarico assegnato in via esclusiva dal COBAT in aree geografiche e/o setto-

ri merceologici definiti, si impegna ad effettuare la raccolta, lo stoccaggio ed, eventual-

mente, il trasporto agli impianti di smaltimento mediante riciclaggio delle batterie esauste

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prodotte nell'ambito di un'area territoriale delimitata.

Registro di carico e scarico: registro su cui sono annotate le quantità e le tipologie di ri-

fiuti prodotti, ricevuti, trasportati o commercializzati.

Rete di raccolta: complesso degli operatori incaricati dal COBAT, in possesso di idonei re-

quisiti tecnici ed autorizzativi e, comunque, in regola con la vigente normativa in materia,

preposti alla raccolta, stoccaggio ed, eventualmente, trasporto agli impianti di smaltimento

mediante riciclaggio delle batterie al piombo esauste.

Rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nell'allegato A del decreto legislativo

n.22/97 e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi.

Rifiuto pericoloso: è pericoloso qualsiasi rifiuto non domestico di cui all'allegato D del

Decreto Legislativo n.22/97 sulla base degli allegati G, H ed I.

Rendimento: il rapporto tra l'energia trasformata per compiere un lavoro e l’energia totale

assorbita da un convertitore; questo valore è sempre inferiore a uno.

Resilienza: capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.

Stoccaggio: accumulazione, in appositi spazi, di rifiuti in attesa di trattamento finale. Ai

sensi della normativa vigente (DLgs 22/97), lo stoccaggio prende il nome di “messa in riser-

va” quando il deposito è preliminare ad un’operazione di recupero e di “deposito prelimina-

re” quando precede un’operazione di smaltimento. E’ invece definito deposito temporaneo

quello effettuato dal produttore stesso del rifiuto, nel luogo di produzione, in attesa dell’in-

vio al sistema di trattamento.

Teleriscaldamento: tecnologia che permette di ottenere il calore necessario al riscaldamen-

to di ambienti sfruttando il vapore generato da una centrale che produce energia elettrica.

TEP (o TEC): unità di misura corrispondente all’energia prodotta da 1 t di petrolio (tep =

tonnellata equivalente petrolio) oppure da 1 t. di carbone (tec = tonnellata equivalente car-

bone). 1 tep = 1,5 tec. - 1 tep = 9,5 miliardi di calorie.

TWh (Terawattora): unità di misura dell'energia impiegata in elettronica (1J = 3,6*1015 TWh).

Volt: unità di misura della tensione elettrica.

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BIBLIOGRAFIA

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ENEA, 1999

AA.VV., Noi per lo sviluppo sostenibile - Ed. ENEA, 2003

AA.VV., Rapporto energia e ambiente - Ed. ENEA, 2004

AA.VV., Risparmio energetico nella casa - Ed. ENEA, 2003

Ambiente Italia, Rapporto annuale di Legambiente - Edizioni Ambiente, Milano, 2004

Conte M., Di Carlo C., Gattucci A., Pede G., Ramazzano M., Valenti G., Valentini

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serra in Italia - Milano, 2003

D'Ermo V., Le fonti di energia tra crisi e sviluppo - Editori Riuniti, 1997

Gracceva F., Rapporto sugli scenari energetici e ambientali - 2002

Legambiente, Quale energia. La politica dell'efficienza - Roma, 2003

Legambiente, Quale energia. I profeti del black-out - Roma, 2004

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Lucentini M., Scatoloni E., Vivoli F. P., Criteri e norme per una corretta progettazione energetica

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Rifkin J., Economia all'idrogeno - Mondadori, 2002

Tosato G., Menna P., Il processo di attuazione del protocollo di Kyoto in Italia. Metodi,

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SITI WEB

www.cobat.it

www. legambiente.com

www.newspapergame.it

www.ambientediritto.it: sito di legislazione ambientale

www.baciatidalsole.legambiente.org: Baciati dal sole circolo Legambiente competente

sulle tematiche energetiche

www.cop9.it: sito del coordinamento delle associazioni italiane per COP9 ( nona Confe-

renza delle Parti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici)

www.energetica.it: EnergEtica Centro di Educazione Ambientale di Legambiente specia-

lizzato sulle tematiche energetiche

www.energie-rinnovabili.net: portale sulle energie rinnovabili

www.feeitalia.org. Sito della Fondazione Internazionale per l’Educazione Ambientale,

che assegna la Bandiere Blu

www.fire-italia.it: Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia

www.fonti-rinnovabili.it: Legambiente per le energie rinnovabili

www.isesitalia.it: Sezione italiana della Società Internazionale per l'Energia Solare

www.paea.it, Associazione Progetti Alternativi per l'Energia e l'Ambiente

www.unapace.it, Unione Nazionale Aziende Produttrici e Consumatori di Energia

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Testi a cura di:

Vanessa Palucchi - Legambiente

Roberto Giuliani e Andrea Pietrarota - Hill & Knowlton Gaia

Design:

Roberto Mattei - GEA

Stampa:

Generale Servizi - Roma

Finito di stampare a marzo 2005

su carta riciclata

Campagna di educazione ambientale promossa da:

COBAT Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste

Via Toscana, 1 - 00197 Roma

Tel 06 487951

www.cobat.it

[email protected]

In collaborazione con:

Legambiente

Via Salaria 403 00199 - Roma

Tel 06 862681

www.legambiente.com

[email protected]

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C a m p a g n a d i f f u s a d a

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P E R C O R S I D I E D U C A Z I O N E A M B I E N T A L E

a

scuoladi energia con il COBAT e Legambiente

C a m p a g n a d i f f u s a d a

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