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ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE
Università
LUMSA -
A.A. 2017-2018
Prof. Gennaro Iasevoli
Libro ed esame
Testo d’esame: Sciarelli S., La Gestione dell’impresa, Cedam, Padova
Modalità
d’esame: scritto e oraleEsonero
(riservato ai frequentanti):Aprile/maggio
Ricevimento: controllare sul sitoFrequenza obbligatoria per sostenere l’esonero:
80% delle lezioni
Le slide e i materiali didattici saranno disponibili nella sezione del sito LUMSA:
Docenti –> Gennaro Iasevoli
OBIETTIVI: • Illustrare le teorie fondamentali atte a spiegare i
comportamenti imprenditoriali
CONTENUTI: • definizione di concetti base quali impresa, mercato,
ambiente• esame dei rapporti fra impresa e contesto generale in cui
essa opera• la gestione strategica • la direzione dell’impresa • funzioni di gestione dell’impresa (marketing, produzione,
finanza, logistica, RU, innovazione)• valutazione dell’efficienza aziendale
Programma EGI (L20-
Roma)
CAP 1 (tutto)
CAP 2 (tutto)
CAP 3 (solo par. 3 e 4)
CAP 4 (solo 4.5)
CAP 6 (tutto)
CAP 7 (tutto)
CAP 8 (tutto)
CAP 10 (tutto)
CAP 14 (tutto)
CAP 15 (tutto)
CAP 17 (tutto)
CAP 19 (solo par. 4)
CAP 20 (solo par. 3 e 4)
Appendice 1 (solo analisi SWOT)
Appendice 2 (Esercizi solo B)
Programma EGI (L33-Palermo)
CAP 1 (tutto)
CAP 2 (tutto)
CAP 3 (solo par. 3 e 4)
CAP 4 (solo 4.5)
CAP 6 (tutto)
CAP 7 (tutto)
CAP 10 (tutto)
CAP 13 (tutto)
CAP 14 (tutto)
CAP 15 (solo par. 5)
CAP 16 (tutto)
CAP 17 (tutto)
CAP 19 (solo par. 4 e 5)
CAP 20 (solo par. 3)
Appendice 1 (solo analisi SWOT)
Appendice 2 (Esercizi solo B)
Capitolo I L’impresa come sistema
Definizione di impresa e suoi elementi distintivi
Organizzazione economica che, mediante l’impiego di un complesso differenziato di risorse, svolge processi di
acquisizione e di produzione di beni o servizi, da scambiare con entità
esterne al fine di conseguire un
reddito
4 ELEMENTI DISTINTIVI
1)
Presenza di un’organizzazione
2)
Svolgimento di processi di produzione
3)
Relazioni di scambio con entità
esterne
4)
Finalità
imprenditoriale di produzione di reddito
L’impresa quale sistema socio-tecnico, aperto
L’impresa può essere considerata un sistema
socio- tecnico
È
un sistema sociale poiché
il suo funzionamento dipende dall’operare coordinato di una molteplicità
di
gruppi, interni o esterni all’organizzazione (tra i quali si possono stabilire relazioni di cooperazione e conflitto). È
un sistema tecnico poiché, per il suo funzionamento,
necessita di strumenti che incorporano tecnologie
È
un sistema di tipo aperto poiché, per funzionare, necessita di intrattenere relazioni di scambio con sistemi più
ampi (mercato e ambiente). Per questo
motivo è
un sistema dinamico
Organizzazione tecnica dove funzionamento è legato all’operare coordinato di una molteplicità di gruppi interni ed esterni all’organizzazione, tra i
quali si sviluppano rapporti di collaborazione e di contrasto
Concetto cooperativo – conflittuale dell’organizzazione
IMPRESA come SISTEMA DI TIPO SOCIO-TECNICO
Ogni impresa tende a distinguersi da tutte le altre per una serie di attributi che attengono alla sua struttura e alla sua operatività.
Ai fini dello studio della gestione le principali caratteristiche sono:
• tipo di attività esercitata• dimensione• proprietà• forma giuridica • natura e mercato servito• ciclo di vita
CLASSIFICAZIONE DELLE IMPRESE
PARAMETRI ED INDICI DIMENSIONALI DELL’IMPRESA
Indici
Fatturato
-
Valore
Aggiunto
Produzione
realizzataCapacità
di
produzione
Patrimonio
nettoCapitale
investito
Addetti occupatiLivelli organizzativi
Parametri
Economici
Tecnico-Produttivi
Patrimoniali
Organizzativi
CLASSIFICAZIONE DIMENSIONALE DELLE IMPRESE
Fino
a 50 Fino
a 7 ml. di
EURO
Fino a 50 ml di EURO
Dimensione Aziendale
Piccola
Media
Grande
ISTAT (addetti)
Fino
a 99
100 -
499
500 e oltre
Unione EuropeaDipendenti Fatturato
Fino
a 250
Oltre
250 Oltre
50 ml. di
EURO
Fino
a 10 Fino
a 2 ml. di
EUROMicro Fino
a 10
CLASSIFICAZIONE DELLE IMPRESE
MEDIA E PICCOLA IMPRESA
IN BASE ALLA POSIZIONE DELL’AZIENDANEL MERCATO IN CUI OPERA:
NON RIESCE AD INFLUENZARE LE
VARIABILI DI MERCATO
GRANDE IMPRESA
ESERCITA UN ELEVATO GRADO DI
CONTROLLO DEL MERCATO
Rispetto alla composizione e alla natura del soggetto proprietario, le imprese si suddividono in:
• ditte individuali• forme giuridiche (società di persone e di capitali)
CLASSIFICAZIONE IN RELAZIONE ALLA PROPRIETA’
La forma giuridica disciplina sia i rapporti esterni (responsabilità soci, adempimenti civilistici/fiscali, ecc.), sia quelli interni (statuto e eventuali patti parasociali)
L’assetto giuridico influenza in modo diretto l’assetto organizzativo a livello direzionale, stabilendo chi e secondo quali modalità può esercitare la funzione di governo dell’impresa
CLASSIFICAZIONE IN RELAZIONE ALLA FORMA GIURIDICA
In rapporto alla natura del soggetto proprietario le aziende si classificano in:• private• pubbliche• miste
In rapporto all’organizzazione della proprietà assume rilievo il fenomeno dei gruppi aziendali: • finanziari (holding pura)• industriali (holding mista)
CLASSIFICAZIONE IN RELAZIONE ALLA NATURA
Classificazione
in relazione
al ciclo
di
vita
Le imprese possono distinguersi anche in relazione alprocesso di sviluppo
Start up
Nuova
Consolidata
Le funzioni dell’impresa
Rappresenta uno strumento per distribuire valore
verso tutti i gruppi socialicon cui è in contatto
Il suo scopo è il soddisfacimentodi bisogni umani
mediante la messa a fruttodi risorse rinvenibili
in natura in misura limitata
E’ un complesso di beni organizzato e
retto per lo svolgimento di processi produttivi finalizzati
alla produzione di reddito
IMPRESAIMPRESA
OrganizzazioneOrganizzazioneEconomicaEconomica
Sistema Sistema SocialeSociale
Struttura Struttura PatrimonialePatrimoniale
Le tre funzioni considerate sono strettamente complementari e rispondono ad interessi via via più
limitati: da quelli della comunità
nel suo complesso a quelli dei partecipanti all’organizzazione e, in ultimo, a quelli del solo imprenditore
L’impresa quale sistema cognitivo
La vera ricchezza dell’impresa non è costituita solo dal suo patrimonio
materiale o tangibile (impianti, attrezzature, fabbricati, ecc.) ma anche dalle risorse immateriali, in particolare quelle di conoscenza, che si sono sedimentate nell’organizzazione o che
comunque giacciono nella mente di coloro che operano nell’organizzazione
IMPRESA COME SISTEMA COGNITIVO
L’impresa è un insieme di conoscenze atte a produrre
nuova conoscenza
Definizioni di impresa a confronto
Organizzazione economica che, mediante l’impiego di un complesso differenziato di risorse, svolge processi di acquisizione e di produzione di beni o servizi, da scambiare con entità esterne al fine di conseguire un reddito
L’impresa deve essere in grado di produrre innovazioni in virtù
della capacità
di
“apprendere”
e di mettere a frutto le conoscenze che derivano dall’esperien
za
(learning by doing)
La visione sociale dell’impresa
Il concetto di responsabilità
sociale d’impresa (Corporate Social Responsibility, CSR) è
fondato sul contratto sociale
che ogni impresa stipula con il contesto esterno per definire obblighi e diritti connessi con il proprio funzionamento
L’impresa, mediante il continuo scambio di risorse, influenza in misura spesso rilevante le condizioni di vita della collettività
e si rende protagonista e responsabile del contributo prodotto
Non può, dunque essere vista come un’iniziativa esclusivamente imprenditoriale, rivolta soltanto a conseguire le finalità
economiche
dell’investitore-proprietario, ma come sistema economico e sociale, cui prende parte una pluralità
di attori, che deve essere guidato in funzione
di un giusto equilibrio tra obiettivi economici e responsabilità
sociali
Gli
aspetti
tipici
dell’impresa
E’ un sistema aperto socio-tecnico
E’ un’organizzazione economica e sociale
E’ un sistema cognitivo
E’ un sistema cooperativo-conflittuale
Capitolo II
Il contesto socio-economico
L’impresa e l’ambiente
IMPRESA AMBIENTE
L’impresa, cellula fondamentale del sistema economico-produttivo, opera all’interno di un ambiente
più
vasto con cui scambia risorse
Tale ambiente può essere convenzionalmente suddiviso in micro-ambiente
e macro-ambiente
L’impresa e l’ambiente
IMPRESA
Microambiente
Macroambiente
Mercati con cui l’impresa attiva lo scambio delle risorse (in entrata e in uscita)
Macroambiente
Sistema delle condizioni e dei vincoli in cui questo
scambio si verifica
Il micro-ambiente
Ambiente competitivo
Ambiente transazionale
Imprese concorrenti
Mercati di produzione
Mercato del lavoro
Clienti serviti
Il microambiente si può idealmente scomporre in due parti:
scambi in entrata → ambiente transazionale (definisce i confini
dell’impresa)
scambi in uscita → ambiente competitivo (dipende dalle porzioni di mercato cui cedere i prodotti/servizi)
IMPRESA
Mercato finanziario
Il micro-ambiente
Beni o serviziMercato del lavoro
Mercato della produzione
Processo produttivo
Mercato di vendita
Impresa
Scambi in entrata(Acquisizione input)
Scambi in uscita (Cessione dell’output)
Mercato dei capitali
Mercato = In termini economici, si ha un mercato in tutti i casi in cui vi siano due o più contraenti disposti a scambiare tra di loro i beni rispettivamente posseduti
Il macro-ambiente
Sistema politico-istituzionaleSi
stem
a so
cio-
dem
ogra
fico
Sist
ema
cultu
rale
tecn
olog
ico
Sistema economico
IMPRESA
È
rappresentato dalla forma di governo e dall’ordinamento legislativo
Trad
izio
ni, c
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valo
ri, s
vilu
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tecn
olog
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gli
indi
vidu
i
Sistema delle macro variabili economiche (produzione industriale, prezzi, moneta, ecc.)
L’impresa non può scegliersi il macro-ambiente ma può scegliere l’ambiente transazionale e competitivo all’interno del quale operare
TUTTAVIA …
Per le imprese di maggiori dimensioni, capaci di incidere sul potere politico, anche il macro-ambiente finisce per essere, per certi versi ed entro certe condizioni, una variabile più
che un vincolo da
rispettare
In senso generale, l’ambiente
determina il sistema di vincoli- opportunità
entro cui si dipana la gestione aziendale
I rapporti tra l’impresa e l’ambiente
Capitolo III I protagonisti nella vita
dell’impresa: la teoria degli «stakeholder»
L’imprenditore
Soggetto economico che decide di rischiare i propri capitali e di dedicare le sue capacità
professionali alla
produzione di beni e servizi da cedere a terzi
Secondo Schumpeter, il focus dell’imprenditorialità è
da rinvenire nella promozione
dell’innovazione
Le qualità
dell’imprenditore: capacità
di previsione, intuito
spirito di iniziativa, forte volontà, libertà
intellettuale
autorevolezza, capacità
di leadership nei confronti dei
collaboratori
Imprenditorialità
e managerialità
IMPRENDITORIALITA’
Attitudine ad assumere decisioni rischiose finalizzate all’innovazione dei comportamentiaziendali
MANAGERIALITA’
Capacità
di sviluppare le decisioni imprenditoriali e di attuarle in modo razionale
EFFICACIA
è il valore proprio dell’imprenditorialità ed attiene alla bontà delle decisioni. Può essere intesa quale
intuizione decisionale di chi governaa livello più elevato il sistema aziendale
EFFICIENZA
è il valore proprio della managerialità, intesa quale attitudine a realizzare il massimo rendimento
nella fase di attuazione delle scelte aziendali
Gli organi aziendali
ORGANI DELIBERANTI
ORGANI DI CONTROLLO
ORGANI ESECUTIVI
Esercitano prevalentemente attività
decisionaleSi differenziano per l’ampio potere discrezionaleesercitato nel compimento della loro attività
Sono preposti al controllo dell’attività
aziendale
Hanno il compito di dare attuazione alle disposizioniprovenienti dagli organi deliberanti
Per l’esercizio effettivo dei poteri decisori ed organizzativiè necessaria non solo l’autorità formale (collegata alla carica
ricoperta nell’organigramma) ma anche l’autorità sostanziale che deriva da: • abilita professionale • disponibilità
delle informazioni
• capacità
di controllo delle decisioni assunte
La teoria degli stakeholder
IMPRESA
Istituzioni finanziarie
Gruppi di opinione
Clienti
Associazioni dei
consumatoriSindacati
DipendentiAssociazioni di categoria
Concorrenti
Governo (centrale e
locale)
Gruppi politici Proprietari
Fornitori
La teoria degli stakeholder
L’impresa si pone al centro di una serie di rapporti con differenti gruppi sociali, rispetto ai quali attiva relazioni di scambio, di informazione, di rappresentanza
Questi gruppi costituiscono dei veri e propri interlocutori dell’impresa o stakeholder, ossia portatori di interesse, che influenzano (le decisioni aziendali) e sono influenzati dall’attività dell’impresa
Gli stakeholder primari
hanno un interesse diretto nella vita dell’impresa e sono collegati alla stessa mediante contratti, gli stakeholder secondari possono incidere soprattutto sul clima sociale delle relazioni aziendali e possono influenzare i comportamenti di lungo termine
IMPRESA
StakeholderSECONDARI
StakeholderPRIMARI
Comunità
Locale Proprietari Gruppi di Opinione
Gruppi di Consumatori
Clienti
Gruppi ambientalisti
SindacatiDipendentiSocietà
Civile
Media
Fornitori
Stakeholder primari e secondari
Concorrenti
La gestione degli stakeholder
Il governo dei rapporti con gli stakeholder è una responsabilità primaria per l’imprenditore perché influenza i risultati della gestione: individuare gli stakeholder, stabilirne il peso relativo, valutarne gli interessi e orientare la mission aziendale anche tenendo conto di questi ultimi sono passaggi fondamentali per la definizione del progetto strategico
Definizione di impresa alla luce dellaTeoria
degli stakeholderl’impresa è
una organizzazione economica, legata ad un complesso d’interlocutoriinterni ed esterni, che, mediante la combinazione di risorse differenziate,
svolge processi d’acquisizione e di produzione di beni e servizi allo scopodi creare e distribuire valore tra di essi
Stakeholder : criteri di individuazione
Criteri per l’individuazione e la valutazione degli stakeholder
Forza, Potere Legittimazione Attualità dell’interessedifeso
La classificazione degli stakeholder è continuamente mutevole, perché da tempo a tempo, possono variare l’attualità
degli
interessi, la forza dei singoli interlocutori ed il loro grado di legittimazione
Rapporti strategici con gli stakeholder
Possibilità di minacce per l’impresa provenienti dallo stakeholder
Possibilità di collaborazione con l’impresa da parte dello stakeholder
ALTE BASSE
ALTA
BASSA
La matrice consente di individuare la strategiadi volta in volta più
efficace per amministrare le relazioni con le diverse tipologie di stakeholder aziendali
STAKEHOLDER NON ORIENTATO
Strategia: COLLABORAZIONE
STAKEHOLDER AMICHEVOLE
Strategia: COINVOLGIMENTO
STAKEHOLDER AVVERSARIO
Strategia: DIFESA
STAKEHOLDER MARGINALE
Strategia: MONITORAGGIO
I rapporti tra imprenditore-stakeholder
e manager
In caso di separazione tra proprietà
e governo dell’impresa (quando l’imprenditore-proprietario delega la gestione a un manager professionista), l’imprenditore-proprietario
(stockholder) è
anche uno
stakeholder, costituendo uno degli interlocutori primari del management
Tuttavia, a differenza di quanto avviene per gli altri stakeholder primari, la cui remunerazione è contrattualmente garantita, la remunerazione dell’imprenditore-proprietario avrà carattere residuale
I rapporti tra imprenditore-stakeholder
e manager
Proprietà (Principal)
Mandato Agente (Amministra l’azienda per conto del principal)
Teoria dell’agenziaIl manager è l’agente che amministra l’azienda su incarico del principal (della proprietà).
Si crea una relazione singolare tra agent e principal che tende a ridurre, se non ad annullare, il carattere residuale della remunerazione della proprietà
Il rischio è che l’agente, dopo aver soddisfatto gli altri stakeholder, per assicurare comunque una congrua remunerazione alla proprietà, giunga a depatrimonializzare l’azienda - distribuendo non il reddito creato ma la ricchezza accumulata (patrimonio) - o comunque sacrifichi gli obiettivi di lungo termine (investimenti di sviluppo)
Capitolo IV Le motivazioni dei
partecipanti all’impresa e le teorie sulle finalità
imprenditoriali
Teoria della creazione e diffusione del valore
L’obiettivo dell’imprenditore proprietario, del manager e di tutti i partecipanti all’impresa è accrescere il valore economico dell’impresa
Cosa deve essere massimizzato?
Potenzialità reddituali
dell’impresa
…… ossia la sua capacita di produrre risultati sempre miglioriossia la sua capacita di produrre risultati sempre migliori
(*) Nella pratica nordamericana, questa teoria, riferita alle public company, postula la massimizzazione del valore del capitale azionario (capitalizzazione in base al corso dell’azione)
Nel contesto italiano la teoria si riferisce opportunamente alla massimizzazione del valore economico del capitale (*)
Teoria manageriale dello sviluppo dimensionale
I manager sono maggiormente interessati all’espansione dell’impresa, perché quest’ultima si traduce sempre in un irrobustimento dell’organizzazione, nell’assunzione di una maggiore forza nei confronti della concorrenza, e nell’ incremento delle retribuzioni ai livelli più elevati di direzione, nel miglioramento delle relazioni con banche, fornitori e personale (Baumol)
Obiettivo: massimizzare le vendite dei prodotti vendite dei prodotti (il fatturato) rispettando il vincolo di un livello minimo di profitto
Le imprese mirano a realizzare il flusso di profitti che consente di finanziare il massimo sviluppo delle venditefinanziare il massimo sviluppo delle vendite nel lungo periodo.
Teoria dei limiti sociali al massimo profitto
COSTI DI LAVORO
Lavoratori
COSTI DI APPROVVI-
GIONAMENTO
Fornitori
COSTI DI FINANZIA-
MENTO
Finanziatori
ONERI FISCALI
Pubblica Ammini- strazione
COSTI DI ORGANIZ- ZAZIONE
COSTI DI RICERCA
E SVILUPPO
COSTI PROFITTO
RICAVI = Prezzo x Quantità
Consumatori e ConcorrentiConsumatori e Concorrenti
COSTI DI DISTRI- BUZIONE
Distributori
Proprietari
La massimizzazione del profitto implica l’accrescimento dei ricavi, la riduzione dei costi o entrambe le manovre.
Le possibilità
effettive di manovrare queste variabili economiche sono però limitate dai condizionamenti esercitati dai gruppi sociali sottesi dietro ciascuna delle componenti in cui possono essere suddivisi i costi e i ricavi
Teoria dei limiti sociali al massimo profitto
COSTI DI LAVORO
Lavoratori
COSTI DI APPROVVI-
GIONAMENTO
Fornitori
COSTI DI FINANZIA-
MENTO
Finanziatori
ONERI FISCALI
Pubblica Ammini- strazione
COSTI DI ORGANIZ- ZAZIONE
COSTI DI RICERCA
E SVILUPPO
COSTI PROFITTO
COSTI DI DISTRI- BUZIONE
Distributori
Proprietari
Riguardano l’analisi, la progettazione, il controllo
e l’adattamento
delle strutture, le procedure
e le tecniche
di ordinamento del lavoro direzionale ed esecutivo
Sono relativi all’individuazione di nuove opportunità
tecnologiche
o di mercato, alla creazione dell’immagine, all’avviamento
commerciale
Categorie di costi sganciate da uno specifico gruppo sociale
Sono fattori di economicità
e di maggior ricavo per l’impresa e, in quanto tali, non comprimibili se non a danno della produttività
e della redditività aziendale di lungo periodo
Teoria del successo sociale
ProfittoProfitto
Le finalità
dell’imprenditore appaiono, in ordine crescente d’importanza, quelle di assicurare la sopravvivenzasopravvivenza
dell’impresa (mediante il
perseguimento del fondamentale equilibrio economico tra costi e ricavi), di affermarsi nellaffermarsi nell’à’àmbito della classe socialembito della classe sociale
di appartenenza e di
assumere posizioni di preminenza nella comunitpreminenza nella comunitàà
PoterePrestigio
3 «P»
Teoria del successo sociale
PROFITTO
POTEREPOTERE
PRESTIGIOPRESTIGIO
Tem
po
Lungo
Breve
Valori
Economici Etici
Una prospettiva di sintesi sulle finalità
imprenditoriali
c) l’imprenditore delegato (manager), al quale sarebbe applicabile quella che potrebbe essere definita come teoria della teoria della mobilitmobilitàà, in quanto spesso il successo dell’impresa dovrebbe, attraverso la mobilità, consentirgli l’affermazione sociale
b) l’imprenditore meno visibile e meno integrato cui appare meglio riferibile la teoria della massimizzazione del valore teoria della massimizzazione del valore economico delleconomico dell’’impresa nel tempo lungoimpresa nel tempo lungo
a) l’imprenditore «visibile»
e strettamente integrato nell’impresa, al quale sembrerebbe potersi applicare la teoria del teoria del successo socialesuccesso sociale
La soluzione di La soluzione di dilemmi morali, che attengono anche che attengono anche al campo dellal campo dell’’ etic
a
aziendale, si rivela, oggi, , si rivela, oggi, quale fattore caratteristico quale fattore caratteristico di una di una superiore interpretazione della funzione imprenditoriale