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Scrittura e fantasia introduzione all’inventare storie Liceo Classico “G. B. Vico” - Chieti Caterina Piccirilli Silvia Di Donato Francesco Baldassarre

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"Scrittura e fantasia" - Liceo classico "G. B. Vico" Chieti

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Scrittura e fantasiaintroduzione all’inventare storie

Liceo Classico “G. B. Vico” - Chieti

Caterina PiccirilliSilvia Di Donato

Francesco Baldassarre

INDICE

Acrostico p. 4

Mi ricordo... ho dimenticato p. 5

Free writing p. 6

Tautogramma p. 8

Elenchi e liste p. 9

Parole sdrucciole p. 12

Coppie di omofoni p. 12

Catene di parole p. 13

Qualcuno entra dalla finestra... p. 14

Binomio fantastico p. 15

Se io fossi p. 16

Limerick p. 19

Racconti con figure p. 20

Hanno partecipato p. 23

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Divertirsi con il linguaggio, sull’impulso della fantasia, ma nel rispetto delle regole. La scrit-tura “vincolata” o “a restrizione” non mortifica la fantasia, la stimola. Scrivere seguendo le regole imposte dalla consegna, creare incastri fra le frasi, scoprire le potenzialità delle norme retoriche, cogliere la forza polisemica delle parole, vuol dire spingere la mente a cer-care soluzioni sempre nuove in nome della correttezza formale e della coesione testuale.

Questo il senso degli incontri di “Scrittura e fantasia. Introduzione all’arte di inventare sto-rie”, tenuti presso il liceo ginnasio “G. B. Vico” di Chieti nei mesi di novembre e dicembre 2011.

I lavori presentati di seguito riguardano solo una parte delle attività svolte durante gli in-contri e rappresentano solo un campione di quanto prodotto dagli alunni.

“Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si al-largano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanza diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra loro. […] Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere, collegare e cen-surare, costruire e distruggere”.

Gianni Rodari, La grammatica della fantasia

“Voi scrivete in ogni momento della vostra vita. Scrivete perfino men-tre sognate. Camminando per i corridoi di questa scuola incrociate varie persone e dentro di voi scrivete come forsennati.[…] Sognare, desiderare, fare progetti: tutto equivale a scrivere […] Il vostro ma-teriale siete voi. Voi siete scrittori e una cosa è certa: […] non vi an-noierete mai più” .

Frank McCourt, Ehi Prof !

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AcrosticoUn acrostico (dal greco tardo ἀκρόστιχον, composto di ἄκρος, «estremo» e στίχος, «verso») è un componimento poetico in cui le lettere (o le sillabe o le parole) iniziali di ciascun verso formano un nome o una frase, a loro volta denominate acronimo.

ChiacchieronaApertaRispettosaOttimistaLealeAmica

SonoAmorevoleRepentinaAccurata eTemerariaAiutoCompagniCoraggiosi e OnestiNegliErroriLeLamenteleIgnoro

DivertenteAllegraNoiosaIstruitaLaboriosaAmichevole

FidatiAmico nelBisognoInOgniCasoIoAiutoNonConOrgoglioNéEsitando

Acrostico

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Mi ricordo di aver dipinto sul caneMi ricordo la prima volta che ho vomitatoMi ricordo di avere investito un piccioneMi ricordo la prima puntata dei SimpsonMi ricordo che mi sono seduta su un’opera d’arte

Ho dimenticato perché avevo vomitato la prima voltaHo dimenticato cosa ho mangiato a pranzoHo dimenticato la mia prima parolaHo dimenticato perché ho dipinto il caneHo dimenticato come si chiamava il cane che ho dipinto

Mi ricordo... Ho dimenticatoL’esericizio consiste nello scrivere cinque cose che si ricordano e cinque che si sono dimenticate.Ovviamente bisogna scrivere le prime cose che vengono in mente, senza starci a pensare...

Mi ricordo... Ho dimenticato

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Free WritingAnche la scrittura libera ha le sue regole:Imposta un limite di tempo entro il quale scrivere. Un limite di tempo breve (10 minuti) aiuta a concentrarti e ti motiva.

Scrivi senza fermarti: non devi interromperti per tutta la durata della ses-sione di scrittura, scrivi, anche se non hai nulla da dire, anche al costo di scrivere “non so cosa scrivere”. L’importante è che il movimento sia ininter-rotto, dall’inizio alla fine.

Segui il tuo pensiero: lascia che il tuo pensiero vada da una parola all’altra in modo naturale, lascia che passi da un pensiero a un altro in modo automa-tico.

Scrivi velocemente: poiché i pensieri scorrono rapidamente nel nostro cervel-lo non possiamo che cercare di seguirli sincronizzandoci con loro. Sia a mano con la penna sia al computer, è necessario mantenere una velocità adeguata tale da non permettere al cervello di pensare razionalmente sopra i pensieri che naturalmente sgorgheranno dalla vostra mente.

Scrivi come pensi: non devi scrivere per comunicare in modo chiaro ma in modo da fissare pensieri spontanei che si accumulano nella mente. Scrivi il flusso di pensieri.

Non preoccuparti del risultato mentre scrivi, fallo senza sforzarti, senza pre-tendere di scrivere necessariamente qualcosa d’interessante.

Scuola. Oddio non ci voglio nenache pen-sare perché è una cosa triste e se potessi bruciare ci getterei le ceneri di Paris Hilton in segno di disprezzo una volta ho morso la mia maestra perché mi aveva messo una nota il sapore della maestra faceva schifo e ora ho fame, una volta la prof. Mi ha mes-so 10 al compito di antologia e il tema era il genere comico poco dopo ho mangiato un panino e sono andata dia marco a gon-

golare a scuola ho un amico omosessuale voglio un cane arancione abbasso Justin Bieber viva le panchine moderne ieri ho mangiato un mela acerba e sapeva di li-mone voglio una centrale nucleare voglio impadronirmi del mondo intero.______________________________

Scuola=domani ho due compiti in classe, ora non mi viene in mente nulla, domani

Free writing

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non voglio andarci, devo studiare anche arte, domani è la giornata più brutta della settimana, ora non ho nulla in mente, ora non ho nulla in mente, spero che domani si ammali la prof. di geografia, ho da fare tanti, troppi compiti, la nostra classe puz-za, ora non mi viene nulla in mente, ora non ho nulla in mente, si avvicina la gita, non ho nulla in mente, il bagno è rotto, le bidelle sono sempre stanche, non ho nulla in mente______________________________

Scuola=per ora non mi viene niente ma adesso mi sta venendo uno sputo... cioè che odio il mio professore di musica e il sostegno dopo odio quando la professo-ressa ha delle preferenze e ora non mi vi-ene in mente nient’altro sulla scuola ma ho un solo pensiero nella mente mi sto anche chiedendo quando scade il tempo per fare l’esercizio? Cosa dirò alla prof. di italiano domani quando mi chiederà cosa avete fatto ieri tu e Alisia a quel corso di scrittura? E ora mi sta facendo male la mano e ora non so più cosa scrivere quin-di prenderò un argomento a caso cioè i due...______________________________

Scuola: Piccirilli, la mia prof. Bacheche con tanti fogli appesi, animali imbalsamati, bagno delle ragazze, la si-gnora che comunica l’assemblea d’Istituto, l’interrogazione di storia, il compito di latino, alètheia, alfabeto greco, odore di

pomodoro e olio, odore di sudore dopo dodici minuti di corsa, visi sorridenti, visi provati, amici, discussioni, disaccordo, accordo, penso a una parola ma non trovo il cassetto nella mia mente, cassetto della mia libreria, libri, odore di libro nuovo, ripetere e studiare, cercare di fare in modo che il groviglio di numeri si trasformi in uno solo, ma quello giusto, provare fino a quando non si arriva alla soluzione e poi reazioni nucleari, miscugli o stelle, parole che ora hanno un senso ma prima erano solo disegni molto belli, tante persone, molti adulti, luogo d’in______________________________

Scuola... una massa informe di bambini accalcati intorno alla cattedra della mae-stra. Urlavano cose insensate e io entrai impaurita all’idea di dovermi trattenere per cinque anni con quelle persone. Con il tempo ho imparato a conoscerle e ad ap-prezzare i loro pregi e a odiare i loro difet-ti. Le maestre erano eccezionali. C’era la bionda che si chiamava Anna. Insegnava storia e chiamava tutti “amo’”; una volta, infatti, ci ha chiamato anche la Preside, che è rimasta sconvolta. Poi c’era la mora pienotta, Carla, che ci insegnava italiano. Lei aveva scritto anche un libro. Era una persona splendida , si soffermava sempre sui nostri problemi per cercare di risol-verli. E infine c’era la rossa di matematica, Nanà, che era molto severa, ma con gli anni ho imparato ad apprezzarla. Dopo cinque anni di scuola elementare.

Free writing

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TAUTOGRAMMAUn tautogramma è un componimento nel quale tutte le parole hanno la mede-sima lettera iniziale.

Tipico gioco linguistico, il tautogramma rappresenta per certi versi l’inverso di un lipogramma.

Un sole saltava col sale. Salivano a salti sulla scala per salire sopra. Il sale però non sfiorava il sole perché si sarebbe sciolto. Il sole però sembrava stanco perché stava sempre a saltare, quindi sonnecchiò e scivolò sul sale che si sciolse e non seppe più saltare.Un sole saltava sulle scale sembrava semplice ma anche spettrale.____________________________

Sara saliva sul sole. Sandra sognava sale. Sara si scontrò con Sandra. San-dra e Sara scambiarono sole e sale. Solo Sandra saliva sul sole, solo Sara sogna-va sale. Sui sogni di Sara sole scendeva sulle scale, Sandra solamente saliva e scendeva sul sole. Sabato sera smise di sognare sale, Sandra smise di salire sul sole. Si scontrarono e si scoprirono. Sandra era solare, Sandra era scon-trosa. Sara e Sandra salivano sul sole e spalarono sempre sale che si spargeva sotto il sole.

Sto salendo sul sale col sole, non si sa se servira. Servirà? Se serve, lo spargo sul sole, così sono sicuro che lo sprecherò. Non so se servirà, il sole sarà salato. Sarà salato? Se sarà salato, sarò sicuro che se lo saggeranno saprà di sale, si-curamente, perché sparsi il sale sul sole. E le stelle? Spargerò il sale sulle stelle. Sul sole e sulle stelle sussurrerò col sale che sparsi salendo su, su e poi su. Sopra il sole e le stelle salate.

Tautogramma

9Liste poetiche

ELENCHI E LISTEUn esercizio di scrittura molto semplice, ma anche molto stimolante può es-sere quello di scrivere elenchi o liste.Si possono scrivere: liste di cose, di persone, di luoghi, liste lunghe, corte, complete, incomplete, omogenee, eterogenee, ordinate, caotiche…Si possono scrivere anche liste di possibili liste!

LISTE POETICHE

Preferisco leggerePreferisco scriverePreferisco spenderePreferisco andarmene viaPreferisco scapparePreferisco sognarePreferisco mangiarePreferisco uscirePreferisco divertirmiPreferisco intuirePreferisco l’amorePreferisco essere liberaPreferisco scoprirePreferisco la naturaPreferisco il coraggioPreferisco l’acquaPreferisco gli amiciPreferisco ricordarePreferisco scrivere ciò che sento

Preferisco il cibo al digiunoPreferisco i cavalliPreferisco la bontà alla cattiveriaPreferisco fare sportPreferisco leggerePreferisco ascoltare musica popPreferisco suonare musica rockPreferisco la calmaPreferisco la montagnaPreferisco il freddoPreferisco il cinema al piccolo schermoPreferisco il teatro alla TVPreferisco la consapevolezzaPreferisco la culturaPreferisco il bluPreferisco la natura

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ModerniAll’anticaBuoniNati solo per assegnare una montagna di compitiNati per mettere quattroChe vogliono il bene degli alunniChe vogliono stare attenti agli alunni solo per non pagare l’assicurazioneChe vogliono insegnare l’educazione ed il rispettoChe vogliono solo insegnare a fare “quat-tro + quattro”Che mettono l’anima ed il cuore in quello che fannoChe fanno il loro lavoro solo perché non avevano altre possibilitàParanoiciChe riescono a rendere la storia moderna usando metaforeChe credono essere dei geniChe fanno finta di chiamare il preside, ma non lo fannoChe ti cacciano fuori

______________________________

Quelli che reputi bravi ma a cui non ti af-fezioni particolarmenteQuelli che adoriQuelli che odiQuelli che odi anche se non sono tuoi in-segnanti perché li odiano tuttiQuelli che urlano sempre e comunqueQuelli con cui se sei promosso sei un miracolatoQuelli con cui non è possibile essere boc-ciatoQuelli che sembrano non arrabbiarsi, ma ti mettono cinque ______________________________

LogiciVecchiSeveriLunaticiRabbiosiChe assegnano troppi compitiChe ti fanno rimpiangere la gitaCon il quattro facileTontiUrlatoriParanoiciComici______________________________

Liste e classificazioni

LISTE E CLASSIFICAZIONIIn una certa enciclopedia cinese è scritto che gli insegnanti si dividono in:

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Insegnanti professionaliInsegnanti educatiInsegnanti severiInsegnanti amichevoliInsegnanti comiciInsegnanti alunniInsegnanti ziiInsegnanti buoniInsegnanti filosofiInsegnanti di vitaInsegnanti stile “accademia militare”Insegnanti stile “Alice nel paese delle meraviglie”______________________________

Quelli che dormono in classeQuelli che sclerano senza motivoQuelli che puoi fare chiassoQuelli che per far star zitti strisciano le un-ghie sulla lavagnaQuelli che si soffermano sui problemiQuelli che sembrano venire direttamente dalla preistoriaQuelli che minacciano di mettere quattroQuelli che scherzanoQuelli che parlano una lingua incompren-sibileQuelli che pensano che stai ascoltandoQuelli che almeno una volta si sono rotti un anello per battere sulla cattedraQuelli per cui diresti di voler essere boccia-to per rimanere ancora un altro anno con loro

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Quelli che amano il loro lavoro e si vedeSeveri, ma comunque gentiliQuelli che ti fanno rimpiangere un po’ meno di doverti alzare prestoComici volontariamenteComici involontariamenteChe ti fanno adorare la materia che in-segnanoQuelli che incuranti del freddo spalan-cano le finestre per far cambiare l’ariaQuelli a cui vorresti somigliareQuelli amanti dei cattivi votiQuelli che ti fanno odiare la scuolaQuelli che non si accorgono che stai co-piandoQuelli che fingono di non accorgersi che stai copiandoQuelli che odi per anni, ma che alla fine rimpiangiGli amici-insegnantiGli insegnanti egocentrici e sadici

Liste e classificazioni

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PAROLE SDRUCCIOLENella terminologia grammaticale, una parola sdrucciola è una parola con accento tonico sulla terzultima sillaba, come tàvolo, èsile, ecc.Un eserizio può essere quello di scrivere solo utilizzando parole sdrucciole (fatta eccezione per articoli, preposizioni e monosillabi).

L’abile pescatore pesca un pesce d’oro, ma labile è il suo filo e così un orso lo ruba. Il pescatore allora segue le tracce d’orma d’orso sul dorso della spiaggia. Sugli alberi e nei cespugli cerca ma nessun orso trova. La moglie gli dice: “Lascia stare, caro!” ma lui non ascolta e prende l’ascia. Il pescatore arrabbiato cerca l’orso. Quando trova un uovo l’uomo si tranquillizza. D’ora in poi l’orso

dorma tranquillo!

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Il musicista lancia l’ancia del clari-netto perché l’aura che circondava la sua amata Laura è sparita e l’oro che avevano nella loro cassaforte è sta-to rubato; mentre il sassofonista per evitare l’ancia piega il dorso e vede preoccupato un’orma d’orso.

Parole sdrucciole - coppie di omofoni

La matematica è femmina.I prìncipi apparecchiano la tavola.Dedicati alla chimica; la chimica è bellissima.Goditi la dedica di Carola.

COPPIE DI OMOFONIL’omofonia [dal greco homè (uguale) + phōnè (suono)] è la relazione che c’è tra due parole che hanno lo stesso suono e diversi significati.Esempi di omofonia si hanno in parole come anno e hanno, l’ago e lago: pa-role, cioè, che pur avendo significati diversi e differenti grafie, si pronunciano allo stesso modo. Ecco cosa può succedere quando si usano coppie di omofoni.

13Catene di parole

CATENE DI PAROLEInventare una storia utilizzando parole collegate fra loro: si parte da una parola definita dal conduttore dell’esercizio e poi si prosegue scrivendo la parola successiva utilizzando l’ultima sillaba della parola precedente (è con-sentito l’uso di articoli, preposizioni e monosillabi).

Il pianoforte temeva il vandalismo mostrato dai tormenti del timpano nonostante tempo poco. Continuavo volentieri ripetendo dolorosamente e temendo di dovere versare reciproca-mente terrore restante a tempo posto. Tornando dolcemente e teneramente a temere di restare al remoto tornare.______________________________

Pianoforte teletrasportato torna navi-gando dove v’è energia.______________________________

Pianoforte, tenebro brontolante testo di temi misuranti tristezza. Queste zatterano sulla nostra transitoria riani-mazione. Nevischio di schietto, testar-do, domabile e lesto testo.______________________________

Pianoforte teneva un vaso sopra. Di rame. Mentre il re regnava.______________________________

Pianoforte teneva vagamente il tempo portando dolcemente la tentazione.

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Qualcuno entra dalla finestra nella mia stanza in una notte d’estate...

Inventare una storia sviluppando un inizio proposto.

Qualche anno fa, in una notte d’estate, mentre riposavo sul letto ascoltando musica, avevo deciso di aprire la finestra per il caldo soffocante. Scorsi da lonta-no l’ombra di qualcosa, forse qualcuno che con impazienza cercava di entrare. Con l’ansia che mi soffocava afferrai l’orologio - il primo oggetto a me più vi-cino - e con prudenza guardai fuori dal-la finestra e vidi un bellissimo ragazzo. Gli occhi colore del cielo, i capelli come il grano, con una rosa e una chitarra in mano. Sì, era proprio lui: il sogno più bello che avessi mai fatto...____________________________

Sento dei passi, e un respiro affannato sul mio collo e una voce con accento strano mi intima: “Se tu stare ferma, io non fare te nulla”. Altri passi raggiungono i precedenti e sento sussurrare frasi in una lingua che non conosco, si avviano verso la porta ed escono dalla stanza dirigendosi alle scale che portano al piano superiore. La mia mente sta per scoppiare e le gambe sono immobili, le orecchie sono bollenti e fischiano. Vado

avanti con l’immaginazione e cerco di capire cosa stiano facendo quei due individui in cucina. Poi un pensiero mi toglie il fiato. “Papà!”...____________________________

Qualcuno entra dalla finestra nella mia stanza in una notte d’estate. È un piccolo gnomo - Presto! Presto! Dobbiamo andare via. Svelto!”- Andare via... dove?- Qui fuori. Dai, ché tra un po’ si parte! Aspettano tutti te!- Mi aspettano? Chi?- Accidenti, sei proprio strano tu, eh! Dai, manchi solo tu!Molto confuso e con gli occhi che mi si chiudono, mi metto addosso le prime cose sottomano: pantaloni verdi e giacca rossa, proprio come quello strano essere.- Avanti, ché sei in ritardo!- In ritardo per cosa? - insisto, senza ca-pirci nulla.- Uffa, ragazzo! Non ricordi? Hai de-siderato vivere con gli gnomi? Adesso ci vivrai!

Qualcuno entra dalla finestra...

15Binomio fantastico

BINOMIO FANTASTICOIl binomio fantastico è un po’ la spina dorsale di tutta “La Grammatica della fantasia” di Rodari. Il principio è che la parola singola agisce solo quan-do ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a uscire dai binari dell’abitudine.

Un giorno un leone si alzo tardi e per giungere all’appuntamento con la bella leonessa iniziò a correre. Quella mattina non era però il solo ad avere un appunta-mento. Dall’altra parte della città, infatti, anche una lavagna si stava preparando per incontrare il suo amato cancellino. Giunta davanti allo specchio, lavagna si rese conto dell’ora e, mandando al diavolo i consigli sul farsi attendere, si precipita in strada correndo euforica, ma senza rovinarsi il trucco. All’incrocio non attese che il se-maforo diventasse verde, infatti BOOM! Un Ferrari frenò all’improvviso e il leone, che era alla guida scese per controllare lo stato della lavagna accasciata a terra. “La prossima volta potresti andare più piano?” disse la lavagna appena rinvenuta...

_______________________________

Volevo regalare una lavagna a qualcuno, a un animale, ma non sapevo bene a chi. Ho pensato che al cane non servisse a molto, così l’ho escluso. Poi ho pensato alla scimmia, ma - a rifletterci su – dove potrebbe metterla? Non di certo sugli al-beri. A un gatto, ma sono bassi e non ci arrivano. A un coccodrillo no, perché in acqua la lavagna marcirebbe. Così ho pen-sato al leone. Sì, questa sarebbe diventata la lavagna per il leone. In fondo lui è il re degli animali, e con una lavagna qualcosa potrà pur farci, avrà qualcosa da scrivere e ricordare. Poi con la criniera potrebbe cancellare...

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Se io fossi...Scrivere una storia immedesimandosi in un oggetto o immaginando una situ-azione.

SE IO FOSSI QUALCOSA...

Oggi mi va bene. C’è davvero poco ven-to, perciò non sono affatto agitato. Lan-cio un’occhiata alla spiaggia lasciandomi cullare salla leggera brezza che mi fa on-deggiare lentamente. Sulla riva c’è poca gente: una coppia di innamorati, una bambina che gioca con suo padre e tanti cani a passeggio con i loro padroni. Sento i pesci che nuotano veloci e rido, perché mi fanno un gran solletico.Un gabbiano mi si posa sopra, alla ricerca di una preda. Amo l’inverno: pochi ru-mori, un paesaggio pittoresco, poche per-sone... non fraintendetemi, le persone mi piacciono, è solo che d’inverno incontri quelle più interessanti: scrittori in cerca d’ispirazione, animi solitari, ragazzi e ra-gazze che si danno appuntamento qui per passeggiare sussurrandosi parole dolci...Porto lo sguardo lontano dove lascio il posto a Oceano, che si vanta tanto di es-sere più grande, più freddo, più profon-do... no, per niente al mondo scambierei il mio posto col suo, per niente al mondo mi toglierei il piacere di provare queste meravigliose sensazioni.

_____________________________Eccomi qui, sono un fiore, posato su un giardino di un parco giochi. Solo soletto, nessuno mi calcola. Ho paura: stanno per arrivare i bambini, sicuramente mi strapperanno per regalrmi a qualcuno e poi mi seccherò e pian pano morirò. Sono agitato, agitatissimo: tutti i miei amici sono stati schiacciati. Ho paura che avrò la loro stessa sorte. Cerco di essere indifferente a ciò che non mi so spiegare. Non so come divertirmi, non so se piaccio alla gente. Sono smarrito... Eccoli arrivare: passano le ore e nessuno nemmeno mi sfiora. A fine serata sono ancora qui, una farfalla mi si posa sopra. Iniziamo a parlare ed ecco comparire il mio sorriso.

Se io fossi...

17Se io fossi...

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Noooooooo. Ciao a tutti sono un roto-lo di carta igienica. Ovviamente ho qua-lità da vendere: un triplo velo e aiuto la gente a tenere pulito il proprio intimo! Si può dire che sia un lavoro sporco, ma qualcuno deve pur farlo, no? E poi sen-za di me l’umanità sarebbe andata a ro-toli da un bel pezzo. E sicuramente, per vendicarsi di essere stato usato al posto mio, quello snob di uno scottex farebbe venire delle irritazioni ai miei padroni. Insomma guardate i cavernicoli: dove-vano usare le foglie; ecco perché erano così aggressivi!_____________________________

SE IO FOSSI INVISIBILE...

Aprii gli occhi: era una bella mattina di luglio o forse dicembre. Giacevo nel mio bel lettone caldo e forse il fatto che non riuscivo a vede la mia mano mi faceva pensare allo spogliatoio maschile della squadra di rugby. Mi alzai e andai a ve-dere la mia brutta faccia allo specchio: niente di strano, a parte il fatto che non vedevo la mia immagine riflessa.Approssimai un’opinione pacifica: gli alieni mi hanno rapito, hanno modificato la mia immagine, mi hanno trasportato in matrix, il cielo sta cadendo, la fine del mondo non è nel 2012 ma ora, mi hanno fatto ubriacare, nel sonno sono morta di follia decerebrante!Ma trovai subito il lato positivo, e pensai a cosa avevo in mente stamattina. Andai al campo di rugby e feci un giro negli spo-gliatoi.

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Nessuno mi vede. Sto urlando. Le persone si girano: hanno lo sguardo perso nel vuoto. Urto accidentalmente qualcuno , ma nella frenesia della vita quel qualcuno nemmeno se ne accorge di avere urtato qualcosa. Qual-cosa di invisibile, qualcosa che c’è, che non si vede, perché io non sono altro che qualcosa di invisibile, qualcosa che c’è, che si tocca ma che nessuno vede in un periodo in cui crediamo solo alle cose che vediamo con i nostri occhi. Tutto il resto è niente, tutto il resto è vano. Mentre sono lì fermo fra gli urti della gente, vengo colto da un pensiero più grande: io non esito in questo mondo. Sono come un fantasma, un essere cui nes-suno vuole bene, un essere che nessuno ap-prezza. Solo perché non mi vedono, per loro non esisto.

_____________________________

Sì, sì, intanto sicuro che tutti voi avete pro-vato a essere invisibili, da piccolini; insomma è una delle cose più divertenti che si possa fare quando si è da soli e si ha quattro anni. Eh, ma se sei invisibile in una grande stanza affollata e hai quattordici anni? Vuol dire che sei affetto da invisibilismo cronico, una malattia degenerativa che ti porta presto alla morte, con comparsa... Ehm, lasciamo perdere le diagnosi mediche; per quello c’è dottor House. Piuttosto pensiamo a quello che puoi combinare prima di crepare, come stavo prontamente illustrando prima. In-nanzitutto la prima cosa da fare è agguantare il registro, cambiare tutti i voti. Sostituire il cd con le basi di musica medievale del pro-fessore di musica con un bel cd di metallica. Infilare delle rane nello zaino della ragazza che più non sopporti...

Se io fossi...

19Limerick

LimerickIl limerick è un componimento poetico di 5 versi, tipico della lingua inglese, dalle ferree regole (nonostante le infinite eccezioni), di contenuto nonsense, umoristico o scapigliato, che ha generalmente il proposito di far ridere o quantomeno sorridere.Nel limerick più comune il primo verso deve sempre contenere il protagonista, che poi solitamente viene richiamato nell’ultimo verso.

Un vocabolario di latinosi agitava di continuoil suo padrone lo buttava dal balcone perché non gli ridava la versione.Quello sfortunato vocabolario di latino.

C’era una volta una signora di Caponeoche voleva chiamare il suo cane Clodoveo.Il cane a quel nome rabbrividì,si accucciò a terra e morì.Quella stravagante signora di Caponeo.

Racconti con figureImmagini che evocano storie...Cosa c’è di meglio di un dipinto di Chagall per provare?

Facevo cenno con la mano, tentavo di dimenarmi tra le sue braccia. Era osti-nato al voler ritornare coi piedi per terra. Mi stringeva a sé come l’aquila trattiene la sua preda in volo nel cielo. Aspettavo un gesto qualunque, per sfuggire alle sue grinfie, ma purtroppo in quei determi-nati momenti, se capitava, non riuscivo nel mio intento. E continuammo a vo-lare, sembravo essermi persa fra le nubi, accompagnata da una finta amica che mi trasportava, anche se contro le mie deci-

sioni e i miei ripensamenti, in quel buio che stava rovinando per sempre la mia giovane età. L’accogliente cittadina sot-tostante che riuscivo a vedere a stento, mi mostrava la verità di un mondo quie-to, puro, estraniato dai reati e dalle colpe. Io mi allontanavo sempre più da quella realtà e man mano che proseguivo il mio viaggio, le mie pene riemergevano nel mio animo. Ormai era tardi, non potevo liberarmene, e lei continuava a condurmi verso un cielo buio, una vita buia.

20 Racconti con figure

21Racconti con figure

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Guardo il paesaggio: il mio quartiere, nel quale sono cresciuta, mi si ripresenta nella sua semplicità colma di ricordi. Ma ora io debbo andare via. Lo sento, sta arrivando. Lui sta arrivando. Lui mi porterà via...Contro il tempo. Perché non arriva? Ma eccolo: prima di vederlo la sua voce mi giunge calda alle orecchie: “Vieni”.Lo seguo fino al bordo del davanzale. Lui mi prende e spicca il volo. Sento man-carmi l’ossigeno dai polmoni. Me ne sto andando... Lui mi porta via con sé. La sua voce suadente mi sussurra nelle orecchie: “Ti porto da lei. Non preoccuparti. Stai tranquilla.” Ma io lo sono già. Lui, il com-pagno con cui devo convivere da tempo, mi sta portando via. Lui, il tifo, mi sta portando da sua sorella : la Morte._______________________________

“Chi sono io per vivere su questa terra? Ma soprattutto, chi sono? Perché a me, perché una povera donna deve soffrire in questo modo, essere umiliata, non essere compresa. Dio, se ci sei, dai una risposta a queste mie domande, aiutami per favore.” Una leggera brezza sfiorò il viso della po-vera ragazza in lacrime, il vento aumentò la velocità e i suoi piedi si staccarono da terra. La ragazza sentiva una leggera pres-sione sotto le sue ascelle... due mani grandi e forti la sorreggevano, sicuramente mani

di un uomo, simili a quelle di chi lei ama-va. La ragazza alzò la testa e vide un gio-vane, un bel ragazzo, era lui che la faceva volare. Voleva fargli tante domande, ma in quel momento la sua bocca era serrata e la sua mente concentrata sullo splendido paesaggio che si stagliava sotto i suoi pie-di. C’erano case, molte case. Con gli oc-chi cercava di riconoscere il tetto del suo nido, il posto che l’aveva accolta sin da quando era nata, e ne vide uscire un uomo, il suo uomo, l’uomo che aveva amato fino a un’ora prima, quando lui l’aveva fatta sentire inutile. Cercò di cacciare i ricordi di quel fatto, e il suo sguardo calò su una coppia, una bellissima coppia che parlava, ma il ragazzo diede uno spintone alla ra-gazza che cadde a terra in lacrime. Cercò di scendere dalla presa di quella specie di angelo che la trasportava per andare ad aiutare quella ragazza, ma non ci riusciva. Così rimase a contemplare con rabbia il triste spettacolo che si offriva lì sotto. Ma poi vide un altro ragazzo avvicinarsi alla ragazza, e lentamente un sorriso si fece spazio tra le amare lacrime. E allora capì, gli amori vanno e vengono. Lei era quello che voleva essere, e i dolori e le paure fan-no crescere, per compiere meglio il nostro destino. L’angelo sembrava aver compreso e scese a posarla in un prato, dove lei si sentì finalmente felice._______________________________

22 Racconti con figure

Un pomeriggio uggioso di settembre camminavo per la città. Quando, alzan-do la testa, vidi volare nel cielo due figure indefinibili, che ai miei occhi parevano due persone. Ce n’era una terza, che le seguiva, un pittore forse, dato che era in-tento ad osservarle e subito dopo scara-bocchiava qualcosa su un blocco di fogli. Avete mai sentito la favola di Peter Pan? Ecco, solo dopo realizzai che una di quelle due figure era davvero Peter Pan. Era ves-tito di verde. Avrà avuto cent’anni, tanto è vecchia la storia, ma a me, per quanto lontano fosse, sembrava ancora un bam-bino. Volava per il cielo e insieme a lui c’era una donna un po’ grassoccia, e ho pensato che doveva avere molta forza Pe-ter Pan per portarsela con sé. Per forza, con tutti i viaggi che ha fatto! La donna sembrava essere molto contenta, quasi af-fascinata da quel vecchio che dimostrava dieci anni.Da allora lo aspetto, nella speranza che porti via anche me. Io non sono pesante, non è difficile. Anche se, ripensandoci, mi sa tanto che porta via solo donne. Pazienza, magari aspetterò Spiderman.

hanno partecipato:

Francesca BerardiBeatrice CaponeAlisia CaporaleAlisia Carafa

Giulia CaramanicoFrancesca CerereFabio CianconeOttavia CiccarelliAlessia D’Angelo

Giorgio D’ArcangeloDario D’Isanto

Luigi De GregorioMartina Di Caro

Eleonora Di LizioFrancesca Giampietro

Alessia MedoroFrancesco Miraglia

Marco NataleEleonora Neri

Martina PanaccioGiulia PolidoroMaira ProiettoDanila Ranieri

Mariachiara QuintilianiLudovica Schiazza

Siria ScottoCarola Sprecacenere

Sara Tacconelli

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