Solo chi ama senza speranza conosce il vero amore PABLO NERUDA.
E' vero amore? Parliamone - ebook gratuito
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È vero amore? Parliamone
Antonella Cutolo
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Tutti i diritti riservati La riproduzione parziale o totale del presente libro è soggetta all’autorizzazione scritta da parte dell’editore. La presente pubblicazione contiene le opinioni dell’autore e ha lo scopo di fornire informazioni che, benché curate con scrupolosa attenzione, non possono comportare specifiche responsabilità in capo all’autore e all’editore per eventuali inesattezze. GiveMeAChance s.r.l. – Editoria Online Viale Regina Margherita, 41 – Milano Febbraio 2013
E’ vero amore? Parliamone
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Ancora un libro sull’amore?
Ne abbiamo librerie e comodini pieni di libri sull’amore. Ci
sono piccoli manuali per far funzionare la relazione di
coppia, altri su come sviluppare la capacità di amare,
alcuni altamente spirituali, altri di psicologia e poi ci sono i
manuali di sociologia in materia, l’arte di amarsi e di
amare, insomma è stato già detto tutto sull’amore cosa
potremmo aggiungere ancora?
Se ci pensate è singolare che pur essendo immersi in un
contenitore d’amore per 9 mesi, pur vivendo sulla Terra
che ci ospita, ci nutre, ci permette di respirare e di non
congelare o friggere, che non smette mai di alternare
giorno e notte, abbiamo tutti problemi d’amore e stiamo
sempre a cercarlo in qualcun altro o in qualcos’altro.
Qualcuno che ci ami, che ci protegga, che ci supporti e
spesso anche sopporti.
Forse dovremmo un momento rivedere l’idea di amore,
che non è passione, possesso, animalità, gelosia, avidità,
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tormento, ossessione, dolore, innamoramento cieco,
proiezione, estasi o abbandono.
Allora che cos’è? È una profonda vibrazione di gioia.
Ipotizziamo che questo termine, nella nostra società, sia
stato completamente distorto. Mi verrebbe da dire che gli
sia stato dato un significato opposto.
Per noi l’amore è in realtà un sentimento egoistico, non un
sentimento altruistico. Prova ne è che se qualcuno ci
toglie l’amore, stiamo male, proviamo dolore, arriviamo a
odiare chi ci ha privato dell’amore. Quindi non è un sentire
nostro, ma una capacità che gli altri ci prestano. Quindi
sento benessere, quando gli altri mi amano.
Proviamo invece a pensare che l’amore è dare gioia
all’altro, non chiedere all’altro di amarci, ma anzi di amare
noi l’altro. Ovviamente questo non vuol dire annullare se
stessi o sacrificare se stessi. Dare con gioia, come vi fa
sentire? Pensate tutte le volte che avete reso felice
qualcuno senza aspettarvi niente in cambio, ricordate quel
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la sensazione? Cosa provate a dare agli altri in modo
pulito, senza volere niente per voi? Ecco, forse ci stiamo
avvicinando all’idea di amore, quello vero. Nessuna
giustificazione però per i missionari e le crocerossine,
quello non è amore, è manipolazione.
Non si può amare una persona se prima non la si rispetta.
E la prima persona che bisogna rispettare è se stessi e se
non ami te stesso è molto difficile potere amare gli altri.
Sull’amore è stato scritto veramente di tutto.
Se vuoi ricevere amore, devi dare amore. E più ne d ai,
più ne ricevi. ( Krishnamurti)
Non c’è altra forza al mondo dell’amore. (Rainer Maria
Rilke)
Con questo non voglio spingere tutte le donne a fare le
crocerossine ai “casi umani”, né agli uomini a occuparsi
delle “bamboline poco perspicaci”, quello non è amore, ma
disistima o insicurezza. Se devo “salvare qualcuno” è
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perché così la persona mi sarà riconoscente e lo lego a
me con “il bisogno”, lo rendo dipendente da me. L’amore
rende liberi. L’amore appartiene al desiderio, non al
bisogno.
Volere invece rendere dipendente una persona da noi,
non è amore, ma patologia. Ci sono donne che si
scelgono uomini “disgraziati” perché in realtà sono
dipendenti dai bisogni e dalle debolezze altrui. Capite
anche voi che due debolezze non fanno una forza!
Invece gli uomini che vogliono la bambolina e non una
donna alla pari, spesso sono insicuri, non vogliono essere
messi in discussione e vogliono plasmare l’altra sui propri
bisogni.
Anche qui l’amore è assente, in alcuni casi è disistima,
altre volte paura di mettersi in discussione, troppa bontà
che diventa “missionaresimo”, ma ancora una vota,
l’amore non c’entra, è lontano mille miglia! Anzi, è fuggito!
Amore è libertà e rispetto. Per sé e per gli altri.
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Ma torniamo a quando avete percepito gioia nel dare
senza aspettarvi niente in cambio. Quel momento in cui
avete percepito che la vostra vita faceva la differenza, la
vita per un attimo è diventata più grande, ci stavano tante
cose dentro, c’erano onde, sorrisi, squarci improvvisi di
luce. Restate in quella sensazione d’amore se ci riuscite,
tenetela in memoria.
L’altro giorno ho sentito sul tram una donna che diceva:
“Lo amo da pazzi, quindi soffro da morire!”.
Ricordiamoci che la nostra idea di amore è il contrario del
vero amore. Se l’amore è gioia come fa a fare soffrire? Se
amassi da pazzi, gioirei da morire, impossibile che soffra!
C’è qualcosa che non sta funzionando, forse
semplicemente non sto amando, il mio è piuttosto un
sentimento egoistico. Il mio Ego sta soffrendo perché
l’altro non mi ama e se n’è andato a gioire più in là.
Come dice Dacia Maraini: “Tenere l’altro nell’area del mio
possesso” parla di “prigionia del cerchio magico dei miei
occhi”.
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Chi ama veramente, e per farlo deve amarsi
profondamente, prova una sensazione di apertura verso
l’universo. Noi, nella nostra illusione, invece facciamo
l’opposto: scarichiamo la sensazione felice, piena, di
soddisfazione che abbiamo in certi momenti, sulla persona
amata o sulla cosa amata. Di fatto non è la cosa amata
che ci dà la felicità, ma è il nostro atteggiamento nei suoi
confronti che ci porta felicità. Questa è una prima cosa
importante su cui riflettere.
Vi ricordate come finisce la Divina Commedia? “L’amor
che muove il sole e l’altre stelle”, Qui c’è un’intuizione
geniale di Dante, cioè che l’amore è la forza che permette
di entrare in relazione con ogni cosa.
Amare vuol dire quindi entrare in relazione con l’altro.
Questa era facile vero?
Ma a che livello possiamo permetterci di entrare in
relazione con ogni cosa? Quanto possiamo permettercelo
senza farci e fare del male?
Come sappiamo, la relazione con l’altro è una sfida che
riguarda tutta l’umanità. Se le persone sapessero tutte
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amare, saremo tutte felici. Di conseguenza non ci sarebbe
la guerra. La guerra è la negazione dell’amore, la somma
di tutte le frustrazioni e delle paure umane. Chi è felice,
non fa la guerra!
Salto troppo? Andiamoci da un’altra parte, osserviamo
questo sentimento da un altro punto di vista: la differenza
tra amore e fame d’amore
L’amore è collegato a ciò che posso dare all’altro, la fame
d’amore a cosa posso farmi dare dall’altro. Il primo è
collegato a uno stato di pienezza, il secondo a uno stato di
vuoto. Tutti noi diciamo che cerchiamo l’amore, ma
spesso cerchiamo qualcuno che ci dia il suo. E quando poi
abbiamo trovato un oggetto d’amore, a un certo punto la
relazione si rivela nella sua miseria e noi proviamo rabbia,
solitudine, delusione.
A volte, nella prima fase della relazione, cadiamo a gambe
all’aria nell’estasi, ma siamo ancora lontani dal pianeta
amore.
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Adesso chiudete gli occhi, provate a immaginare l’Ego. Io
me lo raffiguro come un portone chiuso, con un pesante
catenaccio di ferro. A voi cosa fa venire in mente?
Amore invece è altruismo, uscire dal sé ferito, rompere il
guscio. L’immagine che mi viene in mente è diversa,
penso a un uccello che sta per alzarsi in volo, voi?
Dicevamo prima che amare vuol dire entrare in relazione
con gli altri. Vediamo quanti tipi di relazioni ci sono:
Madre-figlio/a : L’amore materno, Il più sacro, il più
inviolabile, da adulti, a volte, il più pericoloso. Quando
nasciamo, è un amore che dà senza condizioni, non
chiede niente in cambio, dà e basta. Viene identificato
come il vero amore, si ama senza aspettarsi niente.
Ovviamente nei primi anni di vita, poi subentrano una
serie di dinamiche su cui meglio non indagare.
Vi dò un consiglio, se avete un solo genitore, continuate a
fare il figlio, non fate l’errore fatale di diventare il genitore
che non c’è più, madre o padre che sia.
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Ho notato che le figlie femmine a volte fanno da
compagno alla madre, è un meccanismo in cui le donne
restano impigliate, il senso di colpa è duro da estirpare.
Consiglio alle donne: fuggite da uomini troppo richiedenti o
che hanno una madre troppo ingombrante, che non vede i
difetti del figlio, è vero che “ogni scarrafone è bello a
mamma soje”, ma quasi sicuramente quell’uomo cercherà
una donna che invece di farlo crescere, non lo metta mai
in discussione, lo idolatri come la madre e che lo ami
incondizionatamente. Non mettetevi in competizione con
la madre, non tocca a voi rompere il cordone ombelicale
con sua madre. È tempo perso. Fuggite e basta.
Consiglio agli uomini: attenzione alle donne che hanno un
padre che le ha molto viziate da piccole. Agli occhi di lei,
non sarete mai come lui. Fortunate le donne il cui padre a
volte è stato deludente, crescono prima.
Spesso nelle relazioni d’amore, più che un compagno o
una compagna, si continuano a cercare la mamma o il
papà; che siano in vita o no, non fa differenza. È
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inconscio, karma, pattern, chiamatelo come volete, ma
non ignoratelo.
Padre-figlio : l’amore paterno: è severo, quando si è
piccoli dà le regole, rimprovera, ci allena a metterci alla
prova.
Amore di coppia : In teoria il più democratico, ma molto
spesso il più sbilanciato. Può essere passionale,
romantico, fisico, erotico, esclusivo. Può rivelarsi la forma
più ingannevole e pericolosa, destabilizzante, spesso
sono gli Ego ad amarsi più che le anime. In generale, è il
meno simmetrico, quando finisce, raramente avviene in
contemporanea.
Amore per sè stessi : Se manca, tutti gli altri non
funzionano. Infatti, c’è una grande differenza tra essere
egocentrici e egocentrati.
So bene che la domanda che più vi sta a cuore è:
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Come si fa allora a trovare un compagno o una
compagna in amore? Non possiamo essere perfetti per
essere amati!
Risposta: L’errore sta nel cercare la relazione con l’altro
senza prima aver sviluppato la relazione con se stessi.
Contenti? Se io ho una relazione sana con me stesso
sono ego centrato, se no sono egocentrico. Direte voi,
oppure insicuro.
Erich Fromm lo spiega meglio di me: “L’egoismo è
apparentemente un amore di sé esagerato, ma sono inutili
tentativi in realtà di proteggere la mancanza d’amore di
sé.”
Quando un amore è possessivo, quando dobbiamo
dominare il territorio e ridurre l’altro sotto il nostro
controllo, prima o poi, per fortuna, la relazione finisce e
l’amore che noi abbiamo pensato fosse quello di tutta la
vita, si rivela nella sua vera natura: un’illusione, una
delusione.
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Una cosa è certa, se non esiste in una relazione d’amore
un dialogo profondo, si va verso il fallimento. Si diventa
ansiosi, instabili, depressi o aggressivi. E quando
pensiamo di perdere il controllo sull’altro, in realtà stiamo
perdendo il controllo su di noi.
L’Ego è un amore per se stessi esagerato. Amare se
stessi però è un bene e non c’è contraddizione. Amare se
stessi è importante per sopravvivere.
Abbiamo adesso un po’ fatto chiarezza su cosa sia
l’amore, non quello che ci propinano i film, le canzoni
struggenti di San Remo.
Chiediamoci allora perché tutte le Istituzioni sono in crisi. I
matrimoni si disfano dopo pochi anni. Il vecchio si
sgretola, ma il nuovo non c’è ancora, né per l’uomo, né
per la donna. I ruoli di uomini e donne sono confusi,
mescolati, ma ancora la strada di una nuova identità non
si è delineata. Viviamo in un deserto d’amore, circondati
d’amore e in questa abbondanza, ancora chiediamo
disperatamente amore. Tutti sappiamo che l’amore è
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essenziale per vivere, ma viviamo spesso relazioni
impossibili. Ci sentiamo poveri, essendo infinitamente.
Bella prospettiva, direte voi. Cosa fare?
Umberto Galimberti dice che “noi siamo una società
tecnicamente organizzata e ognuno di noi ha un suo ruolo
professionale da esibire”. Nelle relazioni d’amore
potremmo un po’ rilassarci e mostrarci come siamo, ma
l’io continua ad essere in difesa. Dice Galimberti: “ il mio Io
non sta cercando un Tu dell’altro, l‘altro serve per
realizzare me”. Quindi amore è possedere l’altro. “Noi in
genere scegliamo relazioni con scopi che non sono
l’amore, la conseguenza di questo modo di scegliere
genera paura, dubbio, disistima, insicurezza, non
crediamo più in noi come soggetti meritanti dell’amore.
L’altro è da esibire, mi protegge, è un buon partito, mi dà
sicurezza”.
Sapete qual è il pericolo e la conseguenza di questo modo
distorto di concepire l’amore in questa società che
Zygmunt Bauman ha egregiamente definito “liquida”? È
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che chiudiamo il cuore, abbiamo relazioni sbiadite, brevi,
rimproveriamo l’altro della nostra sofferenza, siamo
prigionieri, stiamo elemosinando. Diventiamo impermeabili
al cambiamento, non ci diamo la possibilità di cambiare e
la società si condanna a ripetere un copione alla cui base
c’è la paura profonda di creare legami con un altro e lo
permettiamo solo nella misura in cui l’altro ci possa fare da
specchio. Il risultato è l’infelicità, la solitudine.
Adesso dirò una cosa forte, se volete potete chiudere qui
la lettura e indignarvi, siete liberi.
Il traditore ha molta più chiarezza del tradito, il tradito fa la
vittima e non ha ancora capito cosa gli è successo. Ha
vissuto in funzione dell’altro e quindi ne raccoglie la
cenere.
Le donne che si struggono per amore, che ce l’hanno con
chi le ha tradite, sono donne che, per citare Robin
Norwood, “ amano troppo”. E le donne che amano troppo
sono consumistiche in amore. Chi ama troppo è insicuro,
asseconda l’altro in maniera allarmante, si sacrifica in
modo masochistico. Le donne che amano troppo pensano
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che se non si struggono per un uomo, non amano
abbastanza, quindi in realtà non sono innamorate di quella
persona, non essendo innamorate di sè stesse. Ma
quando amiamo troppo a dominare è l’animalità, la paura.
Amare con paura vuol dire amare con fame, vuol dire
attaccarci ad un oggetto d’amore che riteniamo
indispensabile per vivere, vogliamo controllare l’altro non
amarlo! Oppure tendiamo a farci amare troppo, siamo
sfuggenti, ci neghiamo. È sempre paura, animalità. Amare
troppo o non amare affatto, è la stessa cosa.
Vi è mai capitato di volere una persona completamente
differente da voi? Avete provato a fare le cose che
piacciono a lui/lei e che a voi non piacciono, vi siete
arrampicati sulle montagne, perché lui o lei erano amanti
del trekking, quando avreste voluto restare sprofondati nel
divano a leggere un buon libro, vi siete prodigate in
cucina, quando avreste voluto mettere dei tacchi ed
essere portata fuori al ristorante, portafoglio permettendo.
Avete visto un film orrendo di scazzottate, solo per fargli
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piacere, avete speso serate, per voi noiose, a parlare di
Borsa solo per farlo felice.
Oppure voi uomini avete ascoltato lei sciorinarvi le ultime
novità della politica, una donna impegnata, ma volevate
solo vedere la partita. L’avete accompagnata in giro per lo
shopping, quando avreste voluto stare in pace ad
ascoltare del buon jazz.
Per fortuna, sono sempre meno le donne che vanno in
giro a fare shopping con un uomo, Sex and the City docet.
Come vi siete sentiti a fare le cose che non vi piacevano?
Contenti o depressi?
Quanto secondo voi è giusto andare incontro ai desideri
dell’altro per farlo felice? Non esiste una risposta
preconfezionata, ognuno sa quali sono i propri limiti e i
propri argini di salvezza.
C’è chi dice, soprattutto le mamme alle figlie, che in amore
sono necessari i sacrifici. Sicuramente è necessario
andare incontro all’altro e non troveremo mai una persona
perfetta, ma in tal caso c’è gioia, non sacrificio. Se c’è
troppo sacrificio, l’amore, ancora una volta, è assente.
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Se amo una persona, voglio che sia felice, non che si
sacrifichi per me. Noi siamo intrisi di cattolicesimo.
Un uomo si è sacrificato ed è morto per noi perché ci
amava, parliamone.
Senza togliere niente alla magnifica figura di Cristo, non
credo che fosse questo il suo messaggio, ma non è
questa la sede appropriata per sviscerare l’argomento.
Una cosa però è chiara, è vero che bisogna essere
differenti, ma complementari sì. Se uno vuole andare a
Roma e l’altro a Milano, per quanto vadano nella stessa
agenzia a prendere il biglietto, si trovino allo stesso orario
in aeroporto, magari vicini al gate per il check in, non
prenderanno lo stesso aereo e non arriveranno mai nello
stesso posto.
Almeno che uno dei due si sacrifichi per l’altro, dicendo
che è amore e prima o poi la pagherà o la farà pagare,
dipende dalla forza, dalla sua consapevolezza.
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Amare quindi vuol dire anche saggezza, vedere bene chi
abbiamo davanti, non proiettargli addosso tutte le nostre
aspettative.
Capita di sentire: “sembrava una persona fantastica, poi si
è rivelato un disgraziato!” oppure: “sembrava una brava
ragazza, poi si è rivelata una stronza!”. Siamo sicuri che
non lo fosse anche prima e che noi non avessimo le
orecchie tappate dalle aspettative e gli occhi foderati di
cuoricini?
Capita spesso di vedere nell’altro quello che noi vorremmo
e non quello che è! A volte è doloroso, ma amare, può
volere dire lasciare andare.
Questa cosa non è facile, difficile individuarla e difficile
agire, ma è l’unica strada per essere liberi di diventare
felici, noi e la persona a cui vogliamo bene.
Voi direte, ma si può anche cambiare, magari l’altro ci
permette di scoprire cose di noi che non sapevamo?
Certo, Erich Fromm dice: “Aprire la nostra identità a ciò
che non siamo”, toccare con mano i nostri limiti, alterare
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la nostra identità. Amore è lasciarsi squilibrare nelle
difese, l’amore è un atto di coraggio”.
Dare, in amore, è sicuramente offrire all’altro la parte più
profonda di se stessi con la fiducia che ne avrà cura, vuol
dire offrire la parte più intima di sé, lascandosi alle spalle
le sofferenze e le esperienze passate. Amare è la risposta
alla vita. Amare è un esercizio, un’attitudine del cuore, un
allenamento, un modo di vivere e di vedere il mondo.
L’amore è fiducia che l’altro non mi farà del male.
Forse amore e fede non sono così distanti, richiedono
entrambi un atto di coraggio.
Fromm diceva: “Chi ha poca fede, ha poco amore”.
Del resto in tutte le religioni, l’amore è l’essenza.
Il Cristianesimo dice che l’amore è il tessuto di cui siamo
fatti. Gesù predicava l’amore e l’altruismo ed ha lasciato
un insegnamento di amore universale.
Martin Luther King diceva che è il fondamento di una vita
di pace.
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Il buddismo parla di jihi o compassione, che è la mente del
Budda. La mente del Budda è amore.
La paura è assenza d’amore, diceva OSHO.
Amore è cura, disponibilità, empatia, crescita e
soprattutto è energia. L’energia della vita. L’energia può
distruggere e costruire, può portarci al bene o al male.
Esistono relazioni sane e relazioni malate. Gli amori
sofferenti sono amori malati.
Amore è essere connessi a qualcosa di più grande, vuol
dire creare un’energia capace di proteggere la vita a tutti i
livelli, un‘energia per espandere la nostra vita, non per
imprigionarla. L’amore è la via più diretta per accedere alla
parte più pura della nostra vita. Se amiamo nel modo
giusto anche una singola persona, possiamo amare
l’umanità intera. Per amare, dobbiamo diventare noi stessi
la persona che vorremmo accanto.
Vi dò una buona notizia!
Le sconfitte d’amore non sono fallimenti d’amore, ma
ricerca di sé. A volte la scoperta di parti di noi dimenticate
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porta sofferenza, dolore, lacrime e sangue per ricostruirsi,
questo è indubbio e necessita il massimo rispetto, ma se
alla fine del percorso diventiamo più saldi e ci amiamo di
più, richiameremo sempre più amore nella nostra vita.
Amare è la nostra più grande libertà. Non abbiamo
nessuna libertà di pretendere di essere amati, perché
questo dipende da ciò che c’è fuori di noi, dagli altri. Noi
siamo liberi di amare o di mettere una buona causa in ogni
momento, in ogni istante vitale, aprendo la nostra vita e
percependo tutto l’universo, come dicono tutti i Maestri
spirituali.
Se dicono tutti la stessa cosa, ci sarà pure un fondamento
di verità, corretto?
La società attuale cambia velocemente in superficie,
relazioni virtuali, ma sofferenze reali. Una sofferenza,
quella d’amore, immutata nei secoli. La capacità del
genere umano di gioire o di soffrire della vita è rimasta
uguale. Ognuno di noi però è libero di iniziare ad amare
dove tutti gli altri non amano e pretendono soltanto.
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Nel nostro lavoro, ad esempio, senza dover dire niente,
senza dover parlare alle persone: “non voglio che tu mi
ami, ma io voglio amare te”; “non voglio che il lavoro mi
ami, che la società mi ami, io voglio amare la società,
voglio amare il mio lavoro”, il che significa cambiare
totalmente atteggiamento.
Se ci pensate in questo secolo, siamo andati sulla luna e
siamo diventati globali e sempre connessi, abbiamo unito
il mondo in una grande rete, abbiamo percorso distanze
abissali in poche ore, tanto è stato fatto lì fuori. Con la
tecnologia esterna sono stati fatti miracoli. Adesso è il
momento di occuparci della tecnologia interna che ci
muove, che fa muovere le nostre emozioni e le nostre
azioni.
Come si fa a diventare noi stessi chi vorremmo?
Dobbiamo qui ricorrere ad una parola un po’ in disuso in
questa società, la parola “valore”. Cosa ce ne facciamo
della nostra vita e delle relazioni che abbiamo se non ci
sta alle spalle un comando etico? Dovremmo assumerci la
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responsabilità del nostro agire. Senza valori non svilup-
piamo identità. I valori sono la sostanza della vita. In
questa società l’amore è fratturato, a volte il suo significato
è stucchevole.
C’è un senso di melassa che circonda la parola amore.
L’amore è l’energia che ci deve permettere di conoscere e
di comprendere, per essere capaci di arrivare a formulare
giudizi di valore invece delle critiche. Dobbiamo
recuperare un’attitudine morale che ci porti a sviluppare
qualità che ci rendano padroni delle nostre scelte.
A guidare le scelte ci può essere l’egoismo o il principio
etico. Non è più tempo di tentennare, è tempo di scegliere.
In questa società e in particolare nelle relazioni d’amore
c’è troppo l’assenza del comando etico, oggi l’assenza è
più forte che in passato. Impera l’estasi, il consumo. Ma
l’estasi dura poco, tutto cambia e si trasforma e per
trasformarsi dobbiamo essere pronti ad attraversare il
dolore, la sofferenza. Credo che chi non abbia mai
sofferto, non abbia mai amato.
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Per adesso basta così.
È la festa di S.Valentino festeggiatela soprattutto con un
atto d’amore verso voi stessi. Fatevi un bel regalo, perché
la relazione con voi stessi è quella che sicuramente durerà
tutta la vita. Poi uscite, portate a cena fuori una persona e
fatela sentire speciale, come voi.
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Grazie per aver scaricato questo ebook!
Puoi liberamente distribuirlo a tutte le persone a te vicine
ma solo integralmente ...
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Autrice: Antonella Cutolo http://www.givemeachance.it/autori/GMC-antonella-cutolo.php