DURABILITÀ DEL CALCESTRUZZO – GELO/DISGELO E SALI … 22... · 2015. 3. 30. · L. Coppola –...
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L. Coppola – Concretum –Durabilità: il degrado promosso da cicli di gelo-disgelo
“DURABILITÀ DEL CALCESTRUZZO –GELO/DISGELO E SALI DISGELANTI ”
Prof. Ing. Luigi Coppola
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BERGAMO
FACOLTA ’ DI INGEGNERIA
L. Coppola – Concretum –Durabilità: il degrado promosso da cicli di gelo-disgelo
CLASSI D’ESPOSIZIONE AMBIENTALE ITALIA
classe ambiente/agenti di degrado
X0 assenza di rischio di corrosione delle armature o di attacco del cls
XC corrosione delle armature indotta da carbonatazione
XDcorrosione delle armature indotta da cloruri esclusi quell i provenientidall ’acqua di mare
XS corrosione da cloruri presenti nell’acqua di mare
XFdegrado del cls provocato da cicli di gelo/disgelo con o senz a salidisgelanti
XA attacco chimico del calcestruzzo
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VARIAZIONI TERMICHE
INTERNE ESTERNE
NATURALI ARTIFICIALINATURALI
INCENDIOCALORE DI IDRATAZIONE
- GELO/DISGELO- GRADIENTI T
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DEGRADO DELLE STRUTTURE
IN SERVIZIODURANTE
L’ESECUZIONE DEI GETTI
TENSIONI DISTRUTTIVE
NELLA MATRICE CEMENTIZIA E
NEGLI AGGREGATI
IL CALCESTRUZZO NON HA SUFFICIENTE RESISTENZA PUÒ COMPLETAMENTE DISINTEGRARSI PER EFFETTO DEL CONGELAMENTO DELL’ACQUA CONTENUTA AL SUO INTERNO.
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CICLI DI GELO/DISGELO
IN SERVIZIO DURANTE L’ESECUZIONE DEI GETTI
PROVVEDIMENTI:
-BASSO a/c-ADDITIVI AERANTI-AGGREGATI NON GELIVI-SMALTIMENTO ACQUE
PROVVEDIMENTI:
-BASSO a/c-CEMENTI A RAPIDO INDURIMENTO-ADDITIVI ACCELERANTI DI INDURIMENTO-RISCALDAMENTO INGREDIENTI-ISOLAMENTO TERMICO DEI GETTI
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GHIACCIO
INCREMENTO DI VOLUME ≈ 9%
TEMPERATURA < 0°C
ACQUA GHIACCIO
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GHIACCIO
TEMPERATURA ≈ 0°C
ACQUA GHIACCIO
Se l’acqua è contenuta in un recipientedi grosse dimensioni dove, perl ’ elevato rapporto volume/superficie, lemolecole di acqua sono scarsamenteinfluenzate dalle forze di attrazionesuperficiale esercitate dalle pareti delcontenitore.
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PUNTO DI CONGELAMENTO
PUNTO DI CONGELAMENTO
DELL’ACQUA LIQUIDA
FORZE DI ATTRAZIONE
SUPERFICIALEDIMENSIONE DEI
PORI
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PUNTO DI CONGELAMENTO
Abbassamento del punto di congelamento rispetto a 0 °C risulterà tanto maggiore
quanto minore è la dimensione dei pori in cui l ’acqua è contenuta.
ABBASSAMENTO PUNTO DI CONGELAMENTO DELL’ACQUA LIQUIDA IN PICCOLI PORI:
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Tipo di porosità
Diametro dei pori
Temperatura di congelamento dell ’acqua
Spazi interstratici 3÷10 · 10-9 m
- 25°C ÷ -79°C
Pori capillari 0.04÷3 · 10-6 m - 0.1°C ÷ - 6°C
Macroporosità 0.1÷5 · 10-3 m 0°C
Temperatura di congelamento dell ’acqua all’interno delle porosità della matrice
cementizia
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EUROPA
Nelle strutture in calcestruzzo realizzate nelnostro Paese e in quelli che appartengono allaComunità Europea→ Temperature generalmente non scendono aldi sotto di -15/-20 °C
→ solo l’acqua presente nelle porositàcapillari e nei macrovuoti (prodotti dadifetti di posa in opera e compattazionedel getto) si può trasformare in ghiaccio
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SUPER RAFFREDDAMENTO
TEMPERATURA < 0°C
ACQUA GHIACCIO• macroporosità • pori capillari di
grandi dimensioni
ACQUA • Spazi interstraticiACQUA
SUPER-RAFFREDDAMENTO
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PORI CAPILLARI CON “poca” ACQUA
TEMPERATURA ≈ 0°C
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GRADO DI SATURAZIONE
Sapendo che la formazione del ghiaccioavviene con un aumento di volume rispetto aquello dell ’acqua liquida pari a circa il 9%, ilvolume occupato dall ’acqua liquida all ’internodel poro rispetto al volume totale dello stesso(x) affinché a seguito del congelamento ilghiaccio riempia totalmente lo spaziodisponibile risulta pari al 91.7%:
x + 0.09x = 100 x = 100/1.09 = 91.7%
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GRADO DI SATURAZIONE
Nell ’ ipotesi di completo congelamentodell ’acqua liquida presente nel poro ilvolume di ghiaccio formatosi non sarebbesufficiente a riempirlo completamente e,conseguentemente, non ci sarebbe acquain eccesso che verrebbe espulsa
GRADO DI SATURAZIONE < 91.7%
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GRADO DI SATURAZIONE REALE
Le pressioni che insorgono per effetto dei ciclidi gelo -disgelo non sono sufficienti persuperare la resistenza del materiale e,conseguentemente, per produrre un degradoingegneristicamente significativo
Nelle strutture reali
GRADO DI SATURAZIONE < 85%
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Resistenza ai cicli di gelo/disgelo in funzione del grado di saturazione del
calcestruzzo.
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PORI CAPILLARI CON GRADO DI SATURAZIONE MAGGIORE DI
QUELLO CRITICO
TEMPERATURA ≈ 0°C
PRESSIONE IDRAULICA
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PRESSIONE IDRAULICA
PRESSIONE IDRAULICA determinata dalla resistenza opposta al flusso di acqua, può
essere definita mediante l ’equazione di Darcy
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FLUSSO DI ACQUA LIQUIDA
FLUSSO DI ACQUA
volume di acqua liquida espulso dal poro nell ’unità di tempo
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FLUSSO
FLUSSO DI ACQUA
VELOCITÀ DI ABBASSAMENTO DELLA
TEMPERATURA
VOLUME DI GHIACCIO FORMATOSI
NELL’UNITÁ DI TEMPO
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A = SEZIONE DEL PORO perpendicolare alflusso di acqua attraverso il quale l ’acquaviene espulsaK = COEFFICIENTE DI PERMEABILITÀ dellamatrice cementizia.
a/c
DIMENSIONE DEI PORI: diminuisce A
INTERCONNESSIONE TRA I PORI: diminuisce K
INTERCONNESSIONE TRA I PORI: aumenta l
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DISTANZA TRA I PORI
l = DISTANZA che l ’acqua liquida in pressionedeve percorrere per raggiungere un poro chepossa ospitarla.
l
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PRESSIONE IDRAULICA
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a/c
H
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DIMINUZIONE A/C
Nelle strutture esposte a climi rigidi ladiminuzione del rapporto a/c nonrappresenta una soluzione efficace allarisoluzione dei problemi connessi conl’ incremento di pressione dell ’acqualiquida presente nelle porosità delconglomerato .
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Resistenza ai cicli di gelo/disgelo e perdita di massa dopo 300 cicli in funzione del rapporto a/c.
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AERANTI
La soluzione al problema della gelività del calcestruzzoè rappresentata dall ’ impiego nelconfezionamento del conglomerato di additiviaeranti capaci, attraverso una stabilizzazione dell ’ariapresente nell ’ impasto, di garantire nella matricecementizia la formazione di un sistema di microbolleomogeneamente disperso in cui la pressionedell ’ acqua liquida generata dalla formazione delghiaccio nei pori capillari possa scaricarsi prima diattingere valori superiori alla resistenza del materiale.
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ADDITIVI AERANTI E DISTANZA TRA I PORI
L = DISTANZA INIZIALE
l
spsp
sp
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PRESSIONE IDRAULICA
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sp << lH
H < fct
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ADDITIVI AERANTI E SPACING
L = DISTANZA INIZIALE
l
spsp
spsp = 200 ÷ 250 µm
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Fattore di durabilità e variazione dimensionale del calcestruzzo a seguito dei cicli di gelo-disgelo in f unzione
dello spacing tra le microbolle di aria inglobata.
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Variazione dimensionale del calcestruzzo a seguito dei cicli di gelo-disgelo.
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NATURA
I tensioattivi hanno una duplice natura; sonocostituiti da molecole provviste di:- una “testa ” polare con caratteristiche idrofile- una coda marcatamente neutra ed idrofoba.
La testa polare delle molecole può esserecaricata negativamente, positivamente oppurepuò essere neutra: si parla, rispettivamente, ditensioattivi anionici, cationici o nonionici.
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TESTA/CODA
Quando una molecola del tensioattivo vieneadsorbita in corrispondenza di una interfaccia(ad esempio quella rappresentata da una bollad’aria dispersa nel calcestruzzo ancora fresco)la natura duale della molecola permette altensioattivo di orientare la testa (e la coda)verso la fase a lei affine costituita dallasoluzione acquosa (per la coda idrofobarappresentata dalla bolla d ’aria) determinandouna riduzione della tensione superficiale tantomaggiore quanto maggiore è la concentrazionedel tensioattivo .
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COALESCENZA
In assenza di additiviaeranti all ’ interno dellamatrice cementizia èsempre presente dell ’ariaintrappolata generata daivortici che si creanodurante il mescolamentodegli ingredienti.Inizialmente, le bolle diaria di grosse dimensionivengono, per effetto deglisforzi taglianti delle lamedel mescolatore, rotte inuna miriade dimicrobolle.
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COALESCENZA
Successivamente, tuttavia,esse tendono a raggrupparsi(coalescenza) formando bolledi grosse dimensioni chetendono a risalire verso lasuperficie del conglomeratoed in parte ad essere espulsedurante le operazioni dicompattazione del gettomediante vibrazione
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TENSIOATTIVI CARICATI
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ARIA INGLOBATA O AGGIUNTA
ARIA INTRAPPOLATA
ARIA INGLOBATAL’aria stabilizzata in un
calcestruzzo in presenza di un additivo aerante
L’aria presente in un calcestruzzo in assenza di
additivo aerante
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MICROBOLLE
ADDITIVO AERANTE
CALCESTRUZZO
Aggiunto separatamente dagli altri additivi, dopo averintrodotto nel mescolatore o nell ’autobetoniera almeno i dueterzi dell ’ acqua di impasto. Aggiunte dell ’ additivo primadell ’introduzione dell ’acqua, infatti, possono determinare unassorbimento del tensioattivo da parte degli aggregati,soprattutto se questi sono asciutti, riducendone l ’efficacia.
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EFFETTI COLLATERALI
ADDITIVO AERANTE
MICROBOLLE
Lavorabilità - 5% acqua d’impasto
Bleeding
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PROBLEMA PRATICO
La misura dello spacing tra le microbolle, peraltroabbastanza complicata, si può effettuare solo sulcalcestruzzo indurito. Pertanto, eventuali errori indifetto nel dosaggio dell ’additivo aerante verrebberomessi in evidenza quando ormai la struttura è statagià realizzata costringendo ad intervenire sulmanufatto con complicati, se non impossibili,interventi di impermeabilizzazione tesi alla riduzionedel grado di saturazione che compensino il deficit diaria inglobata ed il conseguente elevato valore delladistanza tra le microbolle
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POROSIMETRO
Nelle prescrizioni di capitolato relative a calcestruzziresistenti al gelo si preferisce indicare anche il volumedi ARIA INGLOBATA . Lo spacing, infatti, èdirettamente correlato con il volume totale di arianell ’ impasto. Il valore prescritto dell ’aria inglobata,inoltre, è di facile determinazione sul calcestruzzofresco mediante il porosimetro. Conseguentemente, seal momento della consegna del calcestruzzo in cantierequesto dovesse evidenziare un volume di aria inferiorea quello prescritto sarà possibile rigettare l ’impastoevitando di realizzare la struttura con un conglomeratopotenzialmente gelivo
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ARIA INGLOBATA / INTRAPPOLATA
IN ACCORDO ALLA PROCEDURA DESCRITTA
DALLA NORMA UNI-EN 12350-7 BASATA
SULL’IMPIEGO DEL “POROSIMETRO”
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Dmax
(mm)8 12.5 16 25.4 32 40
a’int(%)
3.5 ± 1 2.5 ± 1 2.0 ± 11.5 ±
0.5
1.0 ±0.5
0.75 ±0.5
a’ ing 7.5 ± 1 6.5 ± 1 6.0 ± 15.5 ±
0.5
5.0 ±0.5
4.5 ±0.5
extra-
aria4.0 4.0 4.0 4.0 4.0 3.75
Valori consigliati del volume di aria inglobata (in percentuale sul volume del calcestruzzo) in funzione d el
diametro massimo dell ’aggregato, valori dell ’aria intrappolata per calcestruzzi completamente compattat i ed
extra-aria.
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Correlazione tra valore dello spacing e aria ingloba ta nel calcestruzzo fresco per conglomerati confezionati con
aggregati aventi D max compreso nell ’intervallo 8-32 mm.
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FATTORI
VOLUME DI ARIA
DIAMETRO MASSIMO AGGREGATO
Dmax
�Rapporto a/c�Lavorabilità�Dosaggio/tipo additivo fluidificante=
VOLUME DI ARIA
DIAMETRO MASSIMO AGGREGATO
Dmax
VOLUME DI PASTA
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ABBATTIMENTO RESISTENZA
+ 1% EXTRA-ARIA
- 5 %RESISTENZA MECCANICA A
COMPRESSIONE
+ 4% EXTRA-ARIA
- (5·4) = - 20%RESISTENZA MECCANICA A
COMPRESSIONE
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COMPENSAZIONE
= RESISTENZA A COMPRESSIONE
CON AERANTE SENZA AERANTE
Rapporto a/cRapporto a/c
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Rck = 30 N/mm2
Rcm28 = 37.5 N/mm2
a/c = 0.52SENZA AERANTE
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Rck = 30 – 7.5 = 22.5 N/mm2
R*cm = 37.5 N/mm2
a/c = 0.52CON AERANTE
Rcm = (-20%) R*cm
Rcm = 0.80 · 37.5 = 30 N/mm2
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Rck = 30 N/mm2
a/c = 0.41
R*cm (1-0.2) = 37.5=
R*cm = 37.5/0.80 =
= 46.8 ≈ 47 N/mm2
CON AERANTE
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Indicazione schematica aree dove adottare calcestruzzi resistenti al gelo.
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CLASSE DI ESPOSIZIONE
DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA E
DELL’AMBIENTE(a/c)max C(x/y)min
cmin(Kg/m 3)
Aria inglobata (%)
Aggregati non gelivi
XF1
Strutture verticali non in contatto con sali
disgelanti 0.50 C32/40 320 -
CONFORMI ALLA UNI EN
12620 E 8520/2
XF2
Strutture verticali sottoposte agli schizzi di soluzioni acquose
contenenti sali disgelanti
0.50 C25/30 340 vedi Tab.
XF3
Strutture orizzontali in assenza di sali
disgelanti 0.50 C25/30 340 Vedi Tab.
XF4
Strutture orizzontali in contatto con sali
disgelanti 0.45 C28/35 360 Vedi Tab.
CLASSE XF DEGRADO DA CICLI DI GELO/DISGELO
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STRUTTURE VERTICALI
Le norme non prevedono l ’ impiegodell ’additivo aerante in strutture verticali inquanto si ritiene che il grado di saturazionerisulti così basso che anche in presenza di ciclidi gelo -disgelo il conglomerato non subiscaalcun degrado significativo .
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STRUTTURE VERTICALI ED ORIZZONTALI
Per le STRUTTURE VERTICALI questoprovvedimento è ritenuto sufficiente pergarantire la durabilità del calcestruzzo . Per leSTRUTTURE ORIZZONTALI, invece, la normaprevede un volume minimo di aria inglobata inquanto ritiene che, pur adottando un bassorapporto a/c, il grado di saturazione risulterànelle strutture reali maggiore di quello critico(85%) necessario per scatenare il processodegradante
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CONSIDERAZIONI
Nella ipotesi di strutture verticali che per laparticolare esposizione e/o conformazionegeometrica siano interessate dall ’ azionedell ’ acqua liquida sulle superfici occorreràadottare le stesse prescrizioni di capitolatodella classe XF 3
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CLASSE DI ESPOSIZIONE
DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA E
DELL’AMBIENTE(a/c)max C(x/y)min
cmin(Kg/m 3)
Aria inglobata (%)
Aggregati non gelivi
XF1
Strutture verticali non in contatto con sali
disgelanti 0.50 C32/40 320 -
CONFORMI ALLA UNI EN
12620 E 8520/2
XF2
Strutture verticali sottoposte agli schizzi di soluzioni acquose
contenenti sali disgelanti
0.50 C25/30 340 vedi Tab.
XF3
Strutture orizzontali in assenza di sali
disgelanti 0.50 C25/30 340 Vedi Tab.
XF4
Strutture orizzontali in contatto con sali
disgelanti 0.45 C28/35 360 Vedi Tab.
CLASSE XF DEGRADO DA CICLI DI GELO/DISGELO
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AGGREGATI NON GELIVI EN 12620
Al fine di confezionare calcestruzzi resistenti algelo occorre integrare le prescrizioni in terminidi rapporto a/c e di aria inglobata (che hannocome obiettivo quello di preservare la matricecementizia dal degrado connesso conl ’ aumento di pressione dell ’ acqua noncongelata) con quelle relative allePROPRIETÀ DI NON GELIVITÀDELL’AGGREGATO
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Prescrizioni relative all ’impiego di aggregati per calcestruzzi resistenti ai cicli di gelo -disgelo.
CLASSEEXP
TIPO DI STRUTTURA
AGGREGATI
XF1Strutture verticali con moderata saturazione in assenza di sali disgelanti
F4MS35
XF3/XF2Strutture orizzontali in assenza di sali disgelanti e strutture verticali in presenza di sali disgelanti
F2MS25
XF4Strutture orizzontali in presenza di sali disgelanti
F1MS18
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Prescrizioni di capitolato XF1 XF3(a/c)max 0.50 0.50
Classe di resistenza minima C32/40 C25/30
Aria inglobata- {4.5-7.5%}
Spacing - < 200÷250 µm
Aggregati (UNI-EN 12620 e UNI 8520/2)
F4MS35
F2MS25
Dosaggio minimo di cemento (Kg/m 3) 320 340
Prescrizioni di capitolato in accordo alla UNI 11104 per strutture aeree esposte ai cicli di gelo -
disgelo in assenza di sali disgelanti
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COPRIFERRO
La prescrizione di impiegare spessori di ricoprimentodell ’armatura non è significativa ai fini dei cicli di gelodisgelo. Infatti, l’armatura non è interessata dal fenomeno.Paradossalmente l ’impiego di copriferro troppo spessi potrebberisultare addirittura peggiorativo per il maggior rischio cheeventuali fessurazioni dello stesso presentino una maggio reampiezza rispetto a strutture con copriferro minore. Tutta via,occorre far presente come nelle strutture aeree esposte algelo esiste anche il rischio di corrosione dellearmature per effetto della carbonatazione (classe diesposizione XC 4) e, quindi, il copriferro minimo daadottare realmente sarà 30/40 mm (rispettivamente, perstrutture ad armatura lenta e precompressa).
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SALI DISGELANTI
Costituiti da:�cloruro di calcio;�miscele di cloruro di calcio, cloruro di sodio e
pietrisco di frantumazione per aumentare l ’aderenzadei pneumatici al fondo stradale.
SALI DISGELANTI
1.RIMOZIONE DEL GHIACCIO;2.PREVENIRNE LA FORMAZIONEnel settore stradale, autostradale e nelle pavimentazioni esterne
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TIPO DI SALEDISGELANTE
AZIONE DEGRADANTE di tipo:
Fisico Elettrochimico
CaCl2 SI SI
NaCl SI SI
Meccanismi di degrado connessi con l’utilizzo dei sali disgelanti nelle strutture
in calcestruzzo armato.
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TIPO DI SALEDISGELANTE
AZIONE DEGRADANTE di tipo:
Fisico Elettrochimico
CaCl2 SI (XF) SI (XD)
NaCl SI (XF) SI (XD)
Classi di esposizione connesse con l’utilizzo dei sali disgelanti nelle strutture
in calcestruzzo armato.
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MECCANISMO DI DEGRADO - RAFFREDDAMENTO -
� Spargimento del sale;� Disgelo della superficie superiore della lastra incalcestruzzo;� Abbassamento di temperatura sulla lastra in quantola trasformazione di fase del ghiaccio in acqua liquidaè una REAZIONE ENDOTERMICA che avviene consottrazione di calore.
SPESSORE GHIACCIO 1 ÷ 4 mm
∆T = - (3.5 ÷ 7.5) °C
Dopo 5 min dallospargimento di unsale disgelante abase di cloruro disodio
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TRAZIONE
A seguito del gradiente termico che si stabilisce nellalastra le zone corticale più fredde, ostacolate acontrarsi dagli strati più interni a temperatura piùelevata, sono interessati da stati tensionali di trazioneche possono promuovere la formazione dimicrofessurazioni nel calcestruzzo responsabili di unamaggiore capacità di assorbire acqua e, quindi, di unapiù elevata vulnerabilità nei confronti dei cicli di gelo-disgelo
T
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Andamento schematico degli sforzi di trazione/compr essione indotti dalle contrazioni termiche impedite determinate dal disgelo.
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1) Il disgelo del ghiaccio in punti localizzati di m odesta estensione determina un aumento del grado di saturazione del c alcestruzzo. L’abbassamento della temperatura al di sotto di 0 °C non determina la nascita di pressioni per l ’elevata concentrazione salina della soluzione acquosa presente nei pori capillari.
DISGELO PARZIALE GHIACCIO
SOLUZIONE ACQUOSA AD ELEVATA CONCENTRAZIONE (C1)
MECCANISMO DI DEGRADO - ELEVATA CONCENTRAZIONE -
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2) Il disgelo quasi totale dello strato di ghiaccio favorisce l ’aumento del grado di saturazione del calcestruzzo con una s oluzione di concentrazione C 2< C1 il cui punto di congelamento è prossimo a 0°C.
MECCANISMO DI DEGRADO - RIDOTTA CONCENTRAZIONE -
DISGELO AVANZATO
SOLUZIONE ACQUOSA A CONCENTRAZIONE (C 2 <C1)
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MECCANISMO DI DEGRADO - MANCANZA DI PROTEZIONE TERMICA -
La conseguenza pratica determinata dall ’utilizzo deisali disgelanti, quindi, è rappresentata dal fatto che unaeventuale ulteriore oscillazione della temperaturaintorno a 0 °C coinvolge STRATI CORTICALI :
1) non beneficiano della protezione termica offertadallo strato di ghiaccio ormai rimosso e, quindi, lapressione indotta negli strati corticali del calcestruzzosarà più elevata per il maggior valore che assume dq/dtrispetto ad una lastra protetta dallo strato di ghiaccio;
L. Coppola – Concretum –Durabilità: il degrado promosso da cicli di gelo-disgelo
MECCANISMO DI DEGRADO- GRADO DI SATURAZIONE ELEVATO -
2) Strati corticali sono caratterizzati da ungrado di saturazione ≈ 1 (favorito anche dallemicrofessurazioni indotte dal gradiente termicolegato alla trasformazione di fase del ghiaccioin acqua) con inevitabile ripercussione sulvalore della pressione generata dall ’ acqualiquida che a parità di tutte le condizionirisulterà massima proprio negli strati più vicinialla superficie;
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MECCANISMO DI DEGRADO - PUNTO DI GELO -
3) Negli strati corticali la trasformazione delghiaccio in acqua e la conseguentediminuzione della concentrazione salina nellafase acquosa dei pori capillari predispongonola fase interstiziale alla formazione di nuovigermi di ghiaccio e, quindi, alla nascita dipressioni dovute all ’ acqua non congelata,anche per leggeri abbassamenti dellatemperatura al di sotto di 0°C.
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3) Per effetto di un ’ulteriore abbassamento della temperatura neglistrati corticali si instaura una pressione distruttiva con seguenteall ’elevata saturazione e alla differenza di concentrazione tr a lasoluzione acquosa nei pori capillari degli strati cortical i e quellacontenuta nelle porosità degli strati di calcestruzzo più i nterni
MECCANISMO DI DEGRADO - PUNTO DI GELO -
SOLUZIONE ACQUOSA A CONCENTRAZIONE (C 3 <C2)
SOLUZIONE A CONCENTRAZIONE (C 2)
STRATI CORTICALI
STRATI INTERNI
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SOLUZIONI POCO CONCENTRATEIl degrado diventa rilevante quando le soluzioni di sali dis gelantiutilizzate per la rimozione del ghiaccio hanno concentrazi onirelativamente basse (2-3%)
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MANIFESTAZIONI DEL DEGRADO
Il meccanismo di degrado prevalente nelle struttureesposte ai sali disgelanti è di gran lunga quello fisicosopramenzionato ed è confermato dalleMANIFESTAZIONI MACROSCOPICHE DEL DEGRADOche si esplica:� in forma di dilavamento della pasta di cemento sullasuperficie della pavimentazione la cui asportazionemette a nudo in superficie i granuli degli aggregatilapidei. Il dilavamento superficiale è anche la forma piùricorrente di degrado negli elementi verticali sottopostiagli spruzzi contenenti i sali disgelanti;
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DELAMINAZIONI
Successivamente il degrado interessa straticentimetrici di calcestruzzo e si manifesta informa di DELAMINAZIONI o diSCAGLIATURE superficiali.
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CLASSE DI ESPOSIZIONE
DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA E
DELL’AMBIENTE(a/c)max C(x/y)min
cmin(Kg/m 3)
Aria inglobata (%)
Aggregati non gelivi
XF1
Strutture verticali non in contatto con sali
disgelanti 0.50 C32/40 320 -
CONFORMI ALLA UNI EN
12620 E 8520/2
XF2
Strutture verticali sottoposte agli schizzi di soluzioni acquose
contenenti sali disgelanti
0.50 C25/30 340 vedi Tab.
XF3
Strutture orizzontali in assenza di sali
disgelanti 0.50 C25/30 340 Vedi Tab.
XF4
Strutture orizzontali in contatto con sali
disgelanti 0.45 C28/35 360 Vedi Tab.
CLASSE XF DEGRADO DA CICLI DI GELO/DISGELO
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Prescrizioni di capitolato XF2 XF4(a/c)max 0.50 0.45
Classe di resistenza minima
C25/30 C28/35
Aria inglobata{4.5 - 7.5%} {4.5 - 7.5%}
Spacing < 200 -250 µm < 200 µm
Aggregati (UNI-EN 12620 e UNI 8520/2)
F2MS25
F1MS18
Dosaggio minimo di cemento (Kg/m 3) 340 360
UNI 11104 per strutture aeree esposte ai cicli di gelo -disgelo in presenza di sali disgelanti