Diverse Analisi Dei Malavoglia

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  • Giovanni Verga

    I Malavoglia

    Scheda di riassunto e di commento

    Anno di pubblicazione: 1881

    Tempo: dal 1863 in poi

    Luoghi: Aci-Trezza (Catania), in Sicilia

    Trama

    Il libro narra le vicende della famiglia Toscano, soprannominataMalavoglia nel loro paese in senso antifrastico, per esprimere le qualit che tradizionalmente l'hanno caratterizzata, cio l'onest e l'impegno nel lavoro. La famiglia vive nella casa del nespolo, ed composta dal nonno Padron 'Ntoni, che possiede una grande saggezza, da suo figlioBastianazzo, uomo onesto e lavoratore, con La Longa, sua moglie, e i nipoti: 'Ntoni, di carattere svogliato, Luca, giudizioso, Mena, ragazza molto pia, Alessi, che assomiglia al nonno, e Lia, la minore.

    Le vicende hanno inizio nel 1863 ad Aci-Trezza, dove i Malavoglia possiedono una barca, la Provvidenza, e svolgono l'attivit di pescatori, grazie alla quale riescono a condurre una vita relativamente agiata. Tuttavia, una serie di sventure inizia ad abbattersi sulla famiglia, che va in rovina. Il nipote maggiore, 'Ntoni, deve partire per il servizio di leva e la famiglia, privata di un'importante forza lavoro, costretta ad assumere un bracciante esterno. Inoltre l'annata di pesca cattiva e Mena ha bisogno di una dote per sposarsi. Perci padron 'Ntoni decide di rompere la tradizione familiare e di dedicarsi, oltre che alla pesca, anche al commercio, acquistando a credito dall'usuraio Zio Crocifisso un carico di lupini (dei legumi) da trasportare e commerciare con la Provvidenza. Ma l'affare va male, perch la nave naufraga, e Bastianazzo, che la guidava, muore. Oltre al dolore per la morte di Bastianazzo, i Malavoglia devono affrontare anche nuovi problemi economici: in casa viene infatti a mancare un'altra forza lavorativa, mentre la Provvidenza viene recuperata, ma necessita di costose riparazioni. Infine Zio Crocifisso pretende di essere pagato e, dopo aver impegnato la casa del nespolo, la famiglia Malavoglia si dedica a grandi fatiche per cercare di saldare il debito d'onore e di denaro contratto. Intanto torna dal servizio di leva 'Ntoni, che per cambiato. Ormai ha conosciuto gli agi della citt e disdegna la vita dura e povera della sua famiglia, soprattutto ora che in ristrettezze economiche. Luca costretto a partire per il servizio militare e muore durante la battaglia di Lissa del 1866. Intanto i Malavoglia, per riscattare il debito, devono cedere la casa nel nespolo a Zio Crocifisso e trasferirsi in un'altra casa. La Longa muore per un'epidemia di colera e 'Ntoni decide di affidare Alessi e Lia al nonno 'Ntoni, per partire, contro la volont di tutti, alla ricerca di fortuna. Ma il suo tentativo vano: ritorner senza aver accumulato denaro, anzi, pi povero di prima. Viene comunque ben accolto nella casa del nespolo. Tuttavia non ha comunque ritrovato la voglia di lavorare e, nonostante vari tentativi del nonno 'Ntoni di riportarlo all'onest, si dedica sempre di pi a una vita dissoluta, ubriacandosi e girando come un vagabondo per il paese. Resta molto poco a casa, e trascorre il suo tempo nella locanda del paese, dove la proprietaria Santuzza lo ha preso nelle sue grazie. Intanto si dedica, insieme a alcuni compagni, ad attivit di contrabbando, finch viene sorpreso, di notte, dalle guardie del paese. Per riuscire a fuggire e a causa di una vecchia rivalit, d una coltellata al capo delle guardie,Don Michele, senza per ucciderlo. 'Ntoni viene per catturato, e il padron 'Ntoni spende tutti i risparmi per cercare di fargli alleviare la pena. Per fare ci, in tribunale viene detto che 'Ntoni aveva aggredito Don Michele per motivi di onore, perch l'uomo faceva la corte alla sorella Lia. Lia, incapace di sopportare le dicerie che sostenevano che lei avesse una relazione con Don Michele e

  • stufa di sopportare la vita povera che conduceva, decide di andarsene di casa e di dirigersi verso la citt in cerca di fortuna. Si verr poi a sapere che diventata una prostituta.

    Padron 'Ntoni muore, mentre Alessi, l'unico Malavoglia insieme alla Mena a essere rimasto integro, si sposa con Nunziata, e ricostituisce il nucleo familiare, ricomperando la casa del nespolo. Mena tuttavia non vuole sposarsi con Alfio Mosca, anche se i due si amano, perch il disonore che ha colpito la casa dei Malavoglia resta troppo grande. Il libro si conclude con il ritorno di 'Ntoni dal carcere: egli entra nella casa del nespolo, e dopo una breve visita, decide di andarsene per sempre, perch ormai ha violato in modo irrimediabile l'integrit della famiglia.

    Commento

    Lo stile narrativo

    L'obiettivo dell'autore quello di creare un romanzo estremamente realistico, che sia in grado di presentare sia la vicenda che l'ambiente in cui si svolge nel modo pi verosimile possibile. Per questo Verga adotta un punto di vista ben preciso, che mantiene sempre durante la narrazione: il punto di vista interno. Su questa posizione Verga insiste molto, costruendovi numerosi espedienti narrativi. Essere un narratore interno significa vedere e raccontare la vicenda seguendo il punto di vista dei personaggi. Questo implica innanzitutto che il narratore non sia onnisciente, perch la vicenda vista con gli occhi dei personaggi interni, che non conoscono gli esiti della storia. Quindi il lettore non viene subito a conoscenza di come si concluder la narrazione, ma i fatti gli vengono svelati man mano che succedono. Inoltre, i fatti possono essere svelati anche dopo che sono accaduti, perch il lettore li apprende quando i personaggi li vengono a conoscere. Cos, per esempio, il lettore apprende della morte di Luca non quando essa si verifica, ma quando lo viene a sapere la famiglia Malavoglia, cio dopo che sono accadute altre vicende.

    Verga va fino in fondo nella sua scelta di narratore interno: cos non adotta il punto di vista di un personaggio preciso, ma di ogni personaggio. Verga assume cio il punto di vista dei personaggi che sono in scena, anche se questo vuol dire andare contro un punto di vista che aveva assunto prima. Cos, per esempio, assume senza alcuna differenza, i punti di vista sia di Zio Crocifisso, l'usuraio che truffa i Malavoglia, sia dei Malavoglia, che sono stati truffati. Verga si immerge completamente nel punto di vista dei suoi personaggi, tanto che spesso utilizza il discorso o il pensiero indiretto libero: nella narrazione riporta senza segni di interpunzione i pensieri e le parole dei personaggi, tanto che spesso sembra quasi che a narrare non sia Verga, ma il personaggio in questione. In questo modo il senso di realismo aumenta notevolmente.

    Sfruttando la possibilit di passare tra i vari punti di vista dei personaggi, Verga crea l'effetto dello straniamento. Ci consiste nell'adottare il punto di vista di un personaggio e descrivere i fatti seguendone completamente le idee, anche se questo significa sovvertire l'ordine tradizionale dei valori. Cos pu succedere che il narratore presenti dei fatti negativi o scorretti come normali, e dei fatti positivi e corretti come sbagliati, perch questo il punto di vista del personaggio. Ad esempio, Zio Crocifisso un usuraio, che truffa la famiglia Malavoglia, ma quando parla nel racconto, Verga adotta il suo punto di vista, e Zio Crocifisso sembra essere la vera persona truffata, che ci rimette del denaro. Ovviamente il lettore sa che non cos, ma la presentazione diretta del personaggio dal punto di vista che gli proprio rende ancora pi evidente il suo errore agli occhi del lettore. Nel libro ci sono due grandi visioni del mondo che si oppongono, quella dei Malavoglia, e quella del resto del paese, che sembra costituire un grande coro di commento alle vicende. Tutto il villaggio partecipa alle disavventure dei Malavoglia, chi direttamente, chi invece limitandosi a commentare. Il paese diventa cos una specie di coro che oppone la sua scala di valori a quella dei

  • Malavoglia. E Verga, utilizzando lo straniamento, continua a passare tra questi due punti di vista, accentuando fortemente il senso di contrasto.

    Sempre per essere il pi realistico possibile, Verga utilizza una lingua molto vicina a quella del popolo. Scrivendo in italiano, utilizza termini, modi di dire, frasi fatte della lingua parlata, compiendo volontariamente anche degli errori grammaticali tipici del parlato. Un elemento derivato dalla lingua parlata che Verga utilizza molto sono i proverbi e i detti. Il proverbio popolare segno di saggezza e di esperienza, e infatti chi ne fa pi uso padron 'Ntoni.

    Anche lo spazio e il tempo hanno un ruolo particolare nel libro. La narrazione ha uno svolgimento lineare, e non sono utilizzate particolari tecniche, come il flash-back o le anticipazioni: l'azione si svolge sempre nel paese. Ma in realt, spazio e tempo sono doppi, e la loro distinzione ruota intorno al loro legame con il paese: ci sono uno spazio e un tempo interni al paese, e uno spazio e un tempi esterni al paese. Lo spazio interno costituito dal paese, che, come tutti i piccoli centri abitati, chiuso verso l'esterno, e ha le proprie leggi, le proprie tradizioni e i propri personaggi, costituendo quindi un piccolo mondo autonomo. Cos tutte le azioni si svolgono al suo interno, e quando qualcuno lascia il paese, come Alfio Mosca o 'Ntoni, non viene raccontato ci che gli accade. I personaggi del libro amano questo spazio, perch il loro mondo, lo vedono come luogo di felicit e di serenit. Ma in realt un ambiente spietato e duro, dove sopra i sentimenti dell'uomo vi sono gli interessi materiali, gli intrighi tra i vari compaesani, le truffe, la legge spietata del pi forte: finch la famiglia Malavoglia era integra, tutti la rispettavano, mentre nella rovina, solo poche persone, come la Nunziata e la cugina Anna, le sono vicine. Il tempo che regola questo mondo il tempo interno, che, essendo proprio di un mondo chiuso, senza dinamismo, ciclico e si ripete sempre: corrisponde al trascorrere delle stagioni, che tornano sempre uguali con le proprie attivit tradizionali. Questo il tipo di tempo concepito da padron 'Ntoni, ed quello che i cittadini di Aci-Trezza considerano giusto. Lo spazio esterno invece il mondo circostante al paese, che appare negativo e portatore di sofferenze per il paese. Cos dall'esterno arriva il colera, all'esterno 'Ntoni va a cercare fortuna, dall'esterno arrivano le merci di contrabbando, all'esterno 'Ntoni viene incarcerato, e, alla fine, verso l'esterno parte 'Ntoni, uomo ormai corrotto ed estraneo al mondo del paese. Parallelamente, il tempo esterno, che regola il mondo esterno, negativo e porta sofferenze alla popolazione. E' un tempo lineare, e gi per questo viene visto in cattiva luce: non rispetta le tradizioni, che sono formate da azioni che si ripetono costanti nel tempo, ma un susseguirsi di eventi, uno dopo l'altro: la caduta dei Borboni, il nuovo Regno d'Italia, la battaglia di Lissa, il colera.

    I temi

    Il primo tema che risulta evidente nel libro l'importanza che i personaggi e l'autore danno alle tradizioni. Il paese rappresenta il mondo per i suoi abitanti e le sue tradizioni sembrano quasi esserne la legge. I personaggi della storia hanno un rispetto quasi ossessivo delle tradizioni, viste come l'unica legge in grado di rendere serena ed integra la vita dell'uomo. Anzi, spesso il rispetto della tradizione si tramuta in un rifiuto assoluto di ogni innovazione. Cos compare Fortunato arriva addirittura a dire che non si pesca pi come una volta, a causa delle navi a vapore e dei pali del telegrafo, che sono truffe dello stato.

    Seguendo la tradizione, all'inizio padron 'Ntoni sembra quasi che si preoccupi solo di saldare il debito morale che la sua famiglia ha contratto con Zio Crocifisso, perch la famiglia Malavoglia sempre stata di parola. E la rottura delle tradizioni alla fine la causa fondamentale della sciagura dei Malavoglia, il motivo di fondo che porta alla rovina la famiglia. La tradizione inizia a essere rotta con la partenza del nipote 'Ntoni per il servizio di leva. Poi l'errore viene commesso da padron 'Ntoni, che cerca di rompere con il passato, svolgendo una nuova professione, il commerciante. Tutte le

  • sciagure appaiono come conseguenza di una rottura della tradizione: il servizio di leva come caduta del tradizionale regno borbonico e l'arrivo dei piemontesi, la morte di Bastianazzo e il naufragio della Provvidenza come conseguenza del cambiamento di professione, la dissolutezza del nipote 'Ntoni e di Lia come conseguenza del loro rifiuto della laboriosit della famiglia. E la causa della rottura delle tradizioni l'egoismo umano. Come l'autore stesso dice nell'introduzione, tutte le rotture con il passato che i Malavoglia compiono sono frutto del loro desiderio di migliorare la loro condizione economica e di passare di stato. E' un desiderio gi destinato in partenza a causare solo male: cambiare di stato e migliorare economicamente significano rompere con la tradizione, la quale inviolabile.

    Ma il motivo economico non appartiene solo alla famiglia dei Malavoglia. Tutti i personaggi del paese hanno sempre un'attenzione particolare per l'aspetto economico delle vicende, e pensano sempre al loro interesse. Come gi detto, il paese costituisce una specie di coro nei confronti degli avvenimenti della famiglia Malavoglia. E uno degli argomenti di fondo, che compare spesso nei commenti del paese, proprio il tema dell'interesse economico. Anzi, questo uno dei punti di divisione tra il paese e i Malavoglia. Infatti, nel libro, si pu individuare una opposizione tra due visioni del mondo: da un lato i Malavoglia, dall'altro il resto del paese. Seguendo gli insegnamenti di padron 'Ntoni, la famiglia Malavoglia per tradizione ha sempre avuto valori positivi, come l'onest, l'impegno nel lavoro, la profondit dei sentimenti, e ha sempre vissuto onestamente. Al contrario, i personaggi del paese sono superficiali, approfittatori, pettegoli, sleali. Per tutto il romanzo emerge questo contrasto tra la lealt dei Malavoglia e la scorrettezza del paese. Bisogna considerare per che i Malavoglia, che incarnano i valori positivi, sono quelli che non hanno rinnegato la tradizione, come invece hanno fatto 'Ntoni e Lia. Infatti il punto di unione tra il paese e i Malavoglia ancora una volta la tradizione: entrambe le parti sono attaccate alla tradizione, e la ritengono legge di vita.

    Il finale stesso della vicenda va interpretato alla luce della tradizione. Se si analizza solo l'aspetto materiale, allora il libro ha un lieto fine, perch Alessi riesce a riscattare la casa del nespolo. Ma se si considera anche la tradizione, allora il finale meno felice: il nucleo familiare, valore tradizionalmente importante nella societ agricola, si coperto di vergogna, ha perso la sua integrit, senza recuperarla del tutto, tanto che Mena, anche se ha raggiunto di nuovo un relativo benessere economico, non accetta di sposare Alfio Mosca. E il libro si conclude non con la descrizione della famiglia Malavoglia che ricomincia a vivere nell'integrit, ma con la partenza definitiva di 'Ntoni, segno che ormai la tradizione e l'integrit della famiglia sono stati violati per sempre, e che ora, anche se Alessi ha ricucito la ferita, rimasta una cicatrice.

    Analisi: I Malavoglia, Verga

    di Giovanni VergaAnalisi del testo:

    Verga cominci nel 1875 a progettare un bozzetto marinaresco (cio un abbozzo narrativo ambientato nel mondo dei pescatori) da intitolarsi Padron 'Ntoni; nel maggio di tre anni dopo (1878) annunci all'amico scrittore Luigi Capuana che il bozzetto si era trasformato in un romanzo, I Malavoglia.Alla base di questa ambiziosa evoluzione era l'approfondimento della poetica del Verismo, fatta propria da Verga grazie all'amicizia con Capuana e alla comune lettura del

  • romanzo L'assomoir (L'ammazzatoio) di Emile Zola. Fu forse la diffusione (1876) dell'Inchiesta di Franchetti e Sonnino sulle condizioni della Sicilia postunitaria a suggerire a Verga l'ambientazione del racconto tra i miseri pescatori di Aci Trezza, un borgo vicino a Catania.

    I Malavoglia nacque dunque come un romanzo epistolare, secondo la nuova poetica del naturalismo francese. La sperimentazione non riguarda solo la forma e l'impianto narrativo, ma anche i contenuti, i temi sociali, il modo di pensare e di parlare dei personaggi. A tale scopo, Verga consult gli studi etnografici sul folklore e le tradizioni locali catanesi del medico siciliano Giuseppe Pitr (1841-1916), studioso di tradizioni popolari e storia locale, per conferire al racconto un'impronta pi oggettiva. L'opera dunque assume le caratteristiche di uno studio sociale con la precisione di un'analisi scientifica.

    Cos com' ricostruito nei Malavoglia, il mondo arcaico-rurale di Aci Trezza certamente vero.

    realistico, infatti, l'articolarsi del suo tempo etnologico, cio di un ritmo di vita invariabile, legato a una serie di tradizioni: i proverbi (la tradizione della casa, incarnata in padron 'Ntoni, l'uomo-proverbio), il ciclo delle stagioni e il lavoro dei campi (la tradizione della terra), le liturgie (la tradizione religiosa);anche lo spazio puntigliosamente vero: i luoghi del romanzo sono quelli tipici di un paese tutto messo in piazza: la farmacia, dove s'incontrano gli intellettuali; il sagrato, dove si ritrovavano i commercianti e gli affaristi; l'osteria di Santuzza, in cui si vedono i proletari e gli sfaccendati; il lavatoio e la fontana, punto di riferimento delle comari.

    La ricchezza dei particolari narrativi serve a Verga per mettere in scena una pluralit di piccole storie, individuali e familiari, che s'intrecciano e si sviluppano. Viene cos ricostruita il pi fedelmente possibile la complessa realt della vita di un villaggio tipico, colta nella ricchezza anche contraddittoria delle sue relazioni umane. Lo scrittore assume l'ottica del microscopio, teorizzata in Fantasticheria: Bisogna farci piccini anche noi, chiudere tutto l'orizzonte fra due zolle, e guardare col microscopio le piccole cause che fanno battere i piccoli cuori.

    Una societ arcaica scossa dai primi segni del progressoAci Trezza un mondo povero ma sereno, fedele da sempre alle sue tradizioni. Verga per consapevole del fatto che anche quella realt soggetta a trasformazioni: il suo scopo (dichiarato nella Prefazione del romanzo) osservare che cosa accade allorch il nuovo, il progresso, penetra nella quiete di una societ arcaica, apparentemente immutabile. Poich secondo la concezione verghiana il mondo dominato da una logica di tipo economico, il contrasto tra vecchio e nuovo si pone anzitutto a livello economico e produttivo.Nei Malavoglia questo motivo viene incarnato da due personaggi tra loro opposti:

    1. da una parte c' padron 'Ntoni, il vecchio patriarca, capo della casa del nespolo, immagine di colui che resta fedele al suo lavoro di pescatore tramandato da generazioni.

    2. dall'altra c' Zio Crocifisso, simbolo del nuovo modo di lavorare e guadagnare; lui, scrive Verga, l'usuraio che si pappava il meglio della pesca senza pericolo.

    I due personaggi sono portatori di valori molto diversi: padron 'Ntoni difende l'onest, incondizionata; zio Crocifisso l'utile, a qualsiasi costo.

    La trama del racconto s'incentra esattamente sul punto di passaggio dal vecchio al nuovo: ritrae infatti la tentazione di cui persino padron 'Ntoni cade vittima. Anch'egli, infatti, cede alla brama di meglio, al desiderio di migliorare la propria condizione economica: da pescatore vorrebbe farsi piccolo imprenditore della pesca. Per questo motivo s'impegna in un affare (il negozio dei lupini) per il quale ha bisogno di un prestito; lo chiede a zio Crocifisso, ma non sar pi in grado di risarcirlo a causa del naufragio della barca (la Provvidenza) e di tutto il suo carico. La disgrazia mander in rovina 'Ntoni e la sua famiglia.

    Verga non si limita a illustrare il contrasto tra due logiche economiche differenti, ma ritrae il

  • conflitto tra nuovo e vecchio mostrando l'arcaico mondo di Aci Trezza alle prese con novit recenti, che sconvolgono la sua staticit. Si tratta di:

    novit politiche: l'Italia unita;

    novit sociali: la leva militare e la scuola elementare obbligatorie;

    novit economiche: il capitalismo dei proprietari e le tasse;

    novit tecnologiche: il telegrafo, la nave a vapore.

    Di fronte al nuovo che avanza ci sono due risposte possibili:- da una parte la fedelt verso la tradizione, personificata dall'anziano padron 'Ntoni;- dall'altra, all'opposto, la ribellione, incarnata nel romanzo da zio Crocifisso ma anche dal giovane 'Ntoni, nipote di padron 'Ntoni.

    Padron 'Ntoni sa che il mondo va cos, e non abbiamo il diritto di lagnarcene; sa che bisogna vivere come siamo nati, che pi ricco in terra chi meno desidera. Il suo l'ideale dell'ostrica, il mollusco che vive fedelmente abbarbicato al proprio scoglio, di cui Verga aveva parlato nella novella Fantasticheria (1879). Tocca al suo antagonista, il giovane 'Ntoni, il compito, nel romanzo, di mettere in discussione il proprio nucleo di appartenenza: lui a fuggire dal paese in cerca di fortuna e di nuove esperienze. Verga ritrae le sofferenze che questa scelta comporta, ma non lo condanna interamente: sa infatti che lo slancio verso il nuovo una spinta ineludibile dell'animo umano.

    Il significato de I MalavogliaIl significato generale del romanzo viene anticipato della Prefazione dell'opera, che promette d'illustrare le prime irrequietudini del benessere; e quale perturbazione debba arrecare in una famigliola vissuta fino allora relativamente felice, la vaga bramosia dell'ignoto, l'accorgersi che non si sta bene, o che si potrebbe star meglio. L'esito di tutto ci tragico, come le immagini apocalittiche della Prefazione sottolineano (i vinti sono travolti e annegati, ciascuno colle stimmate del suo peccato): nel cupo pessimismo verghiano, ogni tentativo di cambiare condizione porta alla sconfitta personale e alla disgregazione del nucleo familiare.A cedere alla tentazione il vecchio patriarca, padron 'Ntoni. Nessuno meglio di lui, il custode della casa e delle tradizioni di famiglia, dovrebbe sapere che pigliare il cielo a pugni porta solo alla sconfitta e all'infelicit; eppure, paradossalmente, proprio lui a impegnarsi nel fatale affare dei lupini. Padron 'Ntoni pagher il prezzo pi alto all'infrazione della norma non scritta che impone di accettare il proprio destino; per il giovane 'Ntoni, invece, sembra prospettarsi un esito diverso, per quanto incerto e appena accennato, nell'ultima pagina del romanzo, in cui si narra la sua partenza all'alba, una specie di ricominciamento, da un'Aci Trezza intorpidita.

    Il linguaggio del romanzoSul piano narrativo, il romanzo di Verga si segnala anzitutto per la novit del linguaggio. La lingua dei Malavoglia non il dialetto siciliano, ma una sorta di italiano dialettizzato. E' cio una lingua che, nella realt, non esiste e viene cos dire ricostruita a tavolino dallo scrittore. Essa diventa l'espressione viva di una cultura popolare, colta in tutte le sue dimensioni: i proverbi, i modi di dire, le credenze religiose e le usanze tradizionali, i riti religiosi e le pratiche mediche, le favole e le consuetudini riguardanti matrimonio, morte, lavoro dei campi in mare.

    In particolare, Verga utilizza la struttura dell'erlebte Rede, il discorso rivissuto o discorso indiretto libero. Si tratta di una tecnica narrativa gi nota e sfruttata da altri romanzieri ottocenteschi, ma che nessuno aveva mai applicato in maniera cos sistematica come fa Verga. Il narratore dei Malavoglia, infatti fa parlare i suoi personaggi in modo diverso da come avviene nel racconto tradizionale: evita di dare loro la parola nel discorso diretto (usando la terza persona) o di usare il discorso indiretto (egli diceva che) per riferire quanto essi dicono. In questo modo, l'autore annulla la distanza che lo separa dai personaggi: fa sue le loro parole e le confonde con

  • le proprie, l'esteriorit del racconto e l'interiorit dei personaggi vengono a sovrapporsi e a rimescolarsi, e si annulla ci che Verga chiama la lente (sempre deformante) dello scrittore (Lettera-prefazione a L'amante di Gramigna).Possiamo esemplificare quanto detto con un passo tratto dal capitolo IV:

    Compare Cipolla raccontava che sulle acciughe c'era un aumento di due tar per barile, questo poteva interessargli a padron 'Ntoni, se ci aveva ancora delle acciughe da vendere; lui a buon conto se n'era riserbato un centinaio di barili; e parlavano pure di compare Bastianazzo, buon'anima, che nessuno se lo sarebbe aspettato, un uomo nel fiore dell'et, e che crepava di salute, poveretto!

    Le parole di compare Cipolla sono riferite, all'inizio, mediante il discorso indiretto (raccontava che... per barile). Per subito dopo, all'interno di questa stessa costruzione, vengono riprodotte le frasi come escono dalla bocca di chi parla: questo poteva interessargli a padron 'Ntoni.Il discorso indiretto libero ancora pi evidente nel periodo successivo, che inizia con parlavano pure di compare Bastianazzo e si conclude con l'esclamazione poveretto!, presa dal parlato. Da notare anche l'uso libero del che (corrispondente al siciliano ca), elemento dal valore variabile: in questo caso, che nessuno se lo sarebbe aspettato significa la morte del quale nessuno se se la sarebbe aspettata, e costituisce dunque un richiamo implicito alla morte (in mare) del personaggio.La prosa verghiana ricca di allusioni a fatti o aspetti noti ai personaggi ma non al lettore, che quindi deve decifrarli.

    La voce del popoloUtilizzando questa tecnica narrativa, Verga asseconda l'esigenza di oggettivit: pu dunque rappresentare sulla pagina quel coro dei parlanti che il vero protagonista-narratore del romanzo. Il narratore ha scelto di raccontare gli avvenimenti come si riflettono nei cervelli e nei cuori dei suoi personaggi (Leo Spitzer). Sono i personaggi del coro ad accollarsi l'iniziativa del racconto, imponendo la loro soggettivit. Tuttavia, il narratore non scompare mai del tutto: egli indossa di volta in volta la maschera del personaggio che gli interessa, assume i pensieri e le parole ora dell'uno ora dell'altro dando l'impressione che sia un'intera comunit a parlare, a pensare, ad agire.

    I Malavoglia

    di Giovanni Verga

    Analisi del testo di Analia Maggiore, Lorenza Sandrin e Marco Tonello

    Giovanni Verga: la vita e le opereGiovanni Verga unanimemente riconosciuto come il pi grande dei nostri scrittori veristi. Nato a Catania nel 1840, vi rest fino allet di venticinque anni, fino a quando, dopo aver interrotto gli studi di giurisprudenza per tentare la via dellarte e dopo avere scritto i suoi primi romanzi sul modello dei romanzi storici risorgimentali (Amore e patria, I carbonari della montagna, Sulle lagune) si trasfer a Firenze, ove frequent i maggiori salotti letterari e compose le sue prime opere di successo, Una peccatrice e Storia di una capinera, che risentono spiccatamente dellinfluenza del secondo romanticismo, ma gi rivelano la tendenza del Verga alla ricostruzione oggettiva di ambienti e personaggi. Nel 1872 si trasfer a Milano ed anche qui fu bene accolto negli

  • ambienti culturali e dellalta borghesia e prosegunella sua attivit di scrittore di successo e compose altri romanzi, Eva, Tigre reale ed Eros, nei quali persiste la volont di compiacere al pubblico dei suoi ammiratori tardo-romantici, ma si accentua la tendenza verso una pi attenta ed oggettiva analisi della psicologia umana (visibili i segni dellinfluenza degli scapigliati) e affiora lesigenza di scoprire un mondo umano pi autentico, che fosse cio espressione pi vera delluniverso umano, un mondo in cui vivono le genuine passioni primordiali legate ai bisogni elementari della sopravvivenza e depurate delle angosce fittizie e delle lacrime false, tipiche degli ambienti borghesi intristiti ed annoiati in una vita vanamente lussuosa e profondamente viziata. Si avvertono, cio, i primi segni del bisogno impellente di una nuova moralit personale, di una rigenerazione spirituale, che lo porter al ripudio della vita salottiera fino allora condotta ed alla intuizione che

    lumanit pi vera quella che si lasciata alle spalle, nelle desolate terre malariche della Sicilia, quella che stenta la vita giorno dopo giorno nelle cave di pietra, nelle saline, o su di una barca sgangherata che affronta i rischi di un mare a volte spietato nella sua violenza, quasi sempre avaro dei suoi pesci. Si matura cos nel Verga, a poco a poco, una sorta di redenzione, prima morale e poi poetica, lucida e consapevole, che lo porta alla cosiddetta conversione al verismo, ma che piuttosto uno sbocco naturale della sua personalit di uomo e di artista, una riscoperta della propria umanit pi pura che si era lasciata un po' deviare dal suo corso naturale dalla suggestione dei primi successi mondani. Gi un anno prima di Tigre reale e di Eros aveva tentato di dare una risposta alla sua pi genuina vocazione scrivendo la novella Nedda (1874), ambientata in Sicilia ed ispirata alla poetica verista. Non tarder a rendersi conto di aver imboccato la strada giusta proprio con questa novella che tanto si distaccava, nel motivo e nello stile, dalle sue opere precedenti, e proseguir poi sempre per questa via, fino a quando, stanco e deluso per la scarsa considerazione tributatagli sia dal pubblico che dalla critica, decider di far ritorno alla sua citt natale e di non scrivere pi.Il 1880 segna lingresso ufficiale del Verga nellarea del verismo italiano. E' di quest'anno, infatti, la pubblicazione della prima raccolta di novelle dichiaratamente veriste, Vita dei campi, tra le quali compaiono alcune fra le pi famose novelle del Verga (Cavalleria rusticana, Jeli il pastore, Rosso Malpelo, La lupa, oltre a Lamante di Gramigna, nella cui breve prefazione traccia le linee della sua nuova poetica).La sottile ma esplicita polemica contro il bel mondo borghese, cui appartiene la dama destinataria della lettera, mette a chiare note in luce linconsistenza di quel mondo e fa emergere per contrasto tutta la seriet della misera condizione della plebe del sud, che in modo naturale rappresenta la realt drammatica della vita, ove legge fondamentale la lotta per la sopravvivenza, ove il pesce grosso divora il piccolo: un mondo questo in cui le reazioni umane derivano direttamente dallistinto, sono per lo pi dettate dai bisogni pi immediati ed elementari, da motivi, che in termini sociologici si direbbero economici, che sembrano espressione di egoismo e sono invece segni di una necessit non eludibile in alcun modo. E sono questi stessi motivi che tengono caparbiamente aggrappati alle scogliere del proprio mare i miseri pescatori siciliani e che li rendono cos legati al loro nucleo familiare, in cui il patto sociale semplificato nella norma del mutuo soccorso ed amministrato dallautorit del patriarca, del nonno, del padron, che il depositario dellantica primordiale scienza umana trasmessasi, di generazione in generazione, attraverso i proverbi popolari. Questa solidariet, che nasce pur sempre da un bisogno di protezione reciproca, assume la dimensione di moralit perch regolata da rigide norme di comportamento ed ispirata dalla subconscia paura di essere divorati da quel pesce vorace che il mondo esterno. Lideale dellostrica che accomuna gli umili del Verga non nasce in loro da una conquista del pensiero, da una speculazione filosofica di alto livello, non frutto di una libera scelta: una necessit dettata da una caparbia volont di sopravvivere e fronteggiata da un istintivo buon senso. Le opere che seguiranno daranno appunto la rappresentazione della drammatica esistenza degli umili e saranno espressione di un pessimismo cupo, non riscattato da alcuna visione di vita ultraterrena, non confortato da alcuna fede religiosa, da alcuna speranza di redenzione: un pessimismo sofferto nel segno della piet verso un mondo di diseredati che rappresentano laspetto pi autentico dellesistenza umana, che sono soggetti ad una fatalit che li costringe al ruolo di vinti, la cui dignit salvata solo dalleroica caparbiet di tirare la vita coi denti pi a lungo che potranno e da

  • quella sorta di religione del focolare domestico che li tiene uniti. TIPOLOGIA del romanzo I MalavogliaRomanzo verista che con Mastro don Gesualdo e altri tre progettati ma mai scritti avrebbe dovuto far parte del Ciclo dei Vinti nel quale Verga voleva rappresentare i desideri che spingevano molti uomini a mutare stato, a ostinarsi a voler migliorare le proprie condizioni di vita.

    DIVERSITA DA ALTRI ROMANZI E presente una prefazione dellautore nella quale viene esposto il fine ultimo dellopera e viene presentato il ciclo, mai ultimato, dei Vinti. Il racconto viene definito studio sincero e spassionato del come devono nascere e svilupparsi nelle pi umili condizioni le prime irrequietudini del benessere. Questo meccanismo, continua Verga, preso qui alle sue sorgenti nelle proporzioni pi modeste per essere osservato con maggiore precisione. Nei Malavoglia viene rappresentata solo lotta per i bisogni materiali, ma gli altri romanzi del ciclo avrebbero dovuto assumere via via toni pi alti. I personaggi sono sempre vinti, che la corrente ha deposto sulla riva dopo averli travolti e annegati .

    TRAMAIl romanzo racconta la storia di una famiglia di pescatori che vive e lavora ad Aci Trezza, un piccolo paese vicino Catania. La famiglia nota e rispettata da tutti e poteva considerarsi economicamente agiata grazie soprattutto ai proventi ricavati dalla pesca con la barca chiamata la Provvidenza. La catena delle disgrazie inizia con lacquisto a credito di un carico di lupini da trasportare in barca. Purtroppo una tempesta fa affondare la nave. Muore cos Bastiano figlio del capo famiglia Padron Ntoni, marito di Maruzza e padre di cinque figli:Ntoni, Mena, Lia, Luca, Alessi. Tutti cominciano ad arrabattarsi per saldare il debito dei lupini affondati con la barca, ma presto durante il servizio militare di leva nella battaglia di Lissa muore Luca. Distrutti dai dispiaceri, i Malavoglia non riescono a saldare il debito e cos viene tolta loro la casa di famiglia , detta la Casa del nespolo. Ormai tutto il paese vede di malocchio i Malavoglia che cercano in tutti i modi lavorare per ottenere i denari per maritare le figlie e per riacquistare la Casa del Nespolo. A moltiplicare le fatiche arriva il colera che si porta via la Longa. Patron Ntoni resta cos solo con Alessi e Ntoni a sostenere i nipoti orfani del padre e della madre. Ntoni ribellandosi alle condizioni dei vinti prende una cattiva strada che lo porta a cinque anni di prigione, causando prima la pazzia , poi la morte del nonno e la fuga della sorellina Lia. Da ultimo resta cos Alessi che, dopo essersi sposato, con laiuto della sorella Mena ricompra la Casa del Nespolo e tenta di ricostruire lonore distrutto dei Malavoglia.

    NARRATOREE onnisciente, conosce tutti i fatti e spesso li anticipa, come la morte del giovane Luca. Si limita a raccontare le azioni senza esprimere giudizi personali. Sembra un narratore popolare che condivide il modo di comportarsi, i pregiudizi, la mentalit, la cultura del mondo di cui parla, anche perch i luoghi del romanzo sono gli stessi nativi dellautore. Il punto di vista esterno.

    PROTAGONISTAPu essere considerata lintera famiglia dei Malavoglia, presentata direttamente dal narratore allinizio del romanzo. Come per tutti gli altri personaggi non c presentazione fisica, quasi a significare che tutte le persone che vivono in queste pagine possono essere considerati dei tipi. Il narratore non si fa mai portavoce dei pensieri dei personaggi, ma li lascia parlare liberamente .La famiglia viene paragonata alle dita della mano: padron Ntoni era il patriarca, sapeva molti proverbi simbolo della saggezza popolare, Bastianazzo definito grande e grosso, La Longa (Maruzza) era la buona massaia e poi seguivano i figli: Ntoni che si ribeller ai destino dei vinti, Luca pi giudizioso, Mena che lavorava e tesseva sempre tanto da essere soprannominata

  • SantAgata, Alessi che rappresenta la fiducia nel futuro ed infine la piccola Lia. Questi personaggi sono la personificazione tipologica della famiglia di pescatori sconvolta dalle disgrazie ma che cerca sempre di andare avanti a testa alta; il loro spessore psicologico dato dalle loro stesse parole attraverso il discorso diretto libero.Padron Ntoni: il capofamiglia, il pi anziano. un uomo caparbio che non rinuncia mai a fare il suo dovere. Amante del mare e quindi del suo mestiere di pescatore. Inizialmente il narratore non descrive in modo dettagliato il personaggio, dice solo che un vecchi curvo, ma in seguito, quando si ammala, lo descrive con maggiore attenzione, come se attraverso la descrizione fisica emergesse anche il profilo psicologico e affettivo.Padron Ntoni non si oppone alla societ del suo tempo, n la subisce, la rispetta, con tutte le sue credenze e tradizioni.Il suo animo sereno nel primo capitolo va cambiando attraverso le disgrazie che dovr affrontare. Negli ultimi capitoli troviamo un uomo stanco della vita, che, ormai giunto ad una et avanzata, non aspetta che la morte.Bastianazzo: il figlio di Padron Ntoni, un uomo di buon cuore e lavoratore. Muore ancora giovane in mare durante una tempesta.Maruzza (la Longa): la moglie di Bastianazzo. Si d da fare per contribuire al bilancio familiare.La sua serenit svanisce con la morte prematura del marito, e poi del figlio Luca. Il dolore per le numerose perdite la invecchia precocemente. La sua vita viene spezzata da una grave malattia: il colera.Ntoni: il figlio maggiore di Bastianazzo e Maruzza. un ragazzo giudizioso, anche se a volte troppo impulsivo. Col passare degli anni, la sua voglia di lavorare diventa sempre minore, si ribella alla sua condizione di miseria e povert, in un modo insolito: smette di lavorare e va a cercare guai allosteria. Questa vita lo porter a scontare cinque anni di galera. Dopo essere stato rilasciato, lascia il paese dorigine.Mena: una figlia giudiziosa e riservata. soprannominata SantAgata per il suo assiduo lavoro al telaio. Dopo la morte della madre sa educare la sorella minore Lia e mandare avanti la casa.Le disgrazie e i dispiaceri la invecchiano assai precocemente: a soli ventisei anni le sembra gi di essere vecchia. molto influenzata dalla societ del suo tempo, infatti decide di non sposarsi con Alfio Mosca, di cui era innamorata, perch questo avrebbe riportato sulla bocca di tutti la triste sorte della sorella.Luca: un vero Malavoglia, giudizioso e di buon cuore, come il padre, muore prematuramente in guerra.Alessi: un bravo ragazzo, si d da fare per tirare su la famiglia dopo la morte del nonno, del padre, della madre e la fuga di Ntoni . Riesce a riscattare la casa del Nespolo e ricostruisce la famiglia dei Malavoglia. Sposa una brava ragazza, Nunziata.Lia: La pi piccola della famiglia Malavoglia. Finisce sulle bocche di tutti dopo il processo del fratello, e per questo lascia Aci Trezza. Nessuno avr pi sue notizie. Solo Alfio Mosca sa la verit.

    ALTRI PERSONAGGIIl secondo protagonista del romanzo lintero paese, composto da personaggi uniti da una stessa cultura ma divisi da antiche rivalit, tipi che parlano e si confondono tra loro creando un effetto corale che nei primi capitoli quasi disorienta il lettore. La Santuzza, lostessa che simboleggia linganno, don Michele, il brigadiere corrotto, don Silvestro, il segretario che gestisce come una marionetta il sindaco, Alfio Mosca, il carrettiere rassegnato al suo destino di lavoratore, Campana di Legno, un ricco e avaro signore sono alcuni tra i pi importanti. Al contrario di ci che si pu pensare anche lasino di Alfio Mosca ha unimportanza nelleconomia del romanzo. Questo animale il simbolo dei vinti, dei poveri che devono soltanto lavorare per guadagnare una miseria: Carne dasino - borbottava Ntoni - ecco cosa siamo! Carne da lavoro!.

  • TEMPOLe vicende durano circa otto o nove anni ( Alfio Mosca nel quindicesimo capitolo dice che erano passati otto anni da quando aveva lasciato Aci Trezza), mentre il tempo del racconto non omogeneo. Sono frequenti le ellissi e spesso vengono narrate intere giornate. Il ritmo quindi abbastanza accelerato, frammentario e solo in alcuni punti viene rallentato da piccole riflessioni e descrizioni. Lelemento dominante la scena e in questi punti tempo del racconto e tempo della storia coincidono. Sono praticamente assenti flashback e anticipazioni. Le indicazioni temporali sono solamente quelle legate alle feste liturgiche e allalternarsi delle stagioni, elementi tipici che caratterizzano lo scorrere del tempo nella cultura contadina.

    LUOGHILintero romanzo ambientato ad Aci Trezza, piccolo paese vicino Catania. Il paesino solo il contenitore delle vicende caratterizzato da luoghi tipici: la piazza, luogo dei pettegolezzi, losteria dei perdigiorno e luogo di sotterfugi, la casa come nido domestico. Il mare e il cielo coi suoi Tre re sono presenze vive e palpabili che osservano distanti e pacifici le vicissitudini dei personaggi.

    STILEIl romanzo crea lillusione che a parlare sia il mondo raccontato. Verga applica la formula verista, filtra il racconto attraverso i pensieri e i discorsi dei personaggi; questa viene definita la tecnica del discorso rivissuto che d come conseguenza un effetto di vivacit. Dice lo stesso Verga per giustificare il suo oggettivismo: Chi osserva questo spettacolo non ha diritto di giudicarlo; gi molto se riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per studiarla senza passione e rendere la scena nettamente coi colori adatti, tale da dare la rappresentazione della realt come stato o come avrebbe dovuto essere.

    CONTESTOIl contesto culturale. Dato che si tratta di un romanzo verista, Verga coglie la realt del suo tempo, perci punta sulla cultura e sul modo di pensare dei pescatori.Tra le righe del romanzo si legge la presenza forte, occulta, ma soprattutto nemica dello Stato, incombente sul piccolo mondo dei pescatori col suo servizio di leva, le sue imposte, la sua iniqua giustizia.

    TEMA E SIGNIFICATICome abbiamo gi sottolineato e come lo stesso Verga ci dice nella prefazione, la tematica affrontata quella della lotta per i bisogni fondamentali delluomo, la tematica del lavoro e della fatica incessante per ottenere risultati distrutti poi dalle disgrazie, la tematica dei vinti. Vari possono essere gli spunti carichi di significati metaforici: lasino di Alfio Mosca, la Provvidenza che affonda pu forse simboleggiare la mancanza di fiducia in Dio, il destino dei vinti simile a quello dei forzati perch non possono evadere la miseria, il ruolo della donna segregata in casa al telaio, il matrimonio visto come vero e proprio affare.

    Analisi: I Malavoglia, VergaI Malavogliadi Giovanni VergaAnalisi del testo di Analia Maggiore, Lorenza Sandrin e Marco Tonello

    Giovanni Verga: la vita e le opere