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Domenica 22 ottobre 2017 – 4a edizione Manifestazione gemellata con DESCRIZIONE PERCORSI I testi scritti sono di Mario Marini; le foto sono a cura dell’Associazione Amici di Aldo Sassi o acquisite da immagini di pubblico dominio I percorsi proposti si snodano nell’ambiente tipico del nostro territorio pedemontano: le colline moreniche situate tra Varese, Como e il vicino Canton Ticino, ancora ricche di boschi, prati e tanto verde nonostante gli insediamenti abitativi e l’urbanizzazione costante ne minaccino, talvolta, l’integrità. Per questa 4a edizione abbiamo pensato di differenziare nettamente i due percorsi principali, in modo che ogni partecipante possa scegliere quello a lui più congeniale in relazione alla propria preparazione e ai propri gusti. Proponiamo perciò un primo percorso Soft” di 12 km, con un dislivello in salita di poche decine di metri, perciò adatto a tutti coloro i quali vogliono semplicemente farsi una bella pedalata in compagnia, senza faticare più di tanto, ad una velocità media che non supererà i 15 km/h. Un secondo percorso “Hard” di 50 km (quasi), per chi ha una certa consuetudine con la bicicletta ed è quindi abituato ad un chilometraggio più lungo e impegnativo, con un dislivello in salita di oltre 700 metri. Trattandosi di Pedalata non competitiva, non è previsto alcun rilievo di tempi e classifiche e la media non supererà, in ogni caso, i 24 km/h. Consigliamo dunque vivamente, che ciascuno scelga il percorso in relazione alla propria preparazione, invitando i partecipanti “Hard” a “riscaldarsi” in tranquillità sul percorso “Soft” con tutti i partecipanti. Allo stesso modo raccomandiamo ai pedalatori “Soft” di contenere la loro performance nei limiti proposti dal percorso a loro riservato.

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Domenica 22 ottobre 2017 – 4a edizione

Manifestazione gemellata con

DESCRIZIONE PERCORSI I testi scritti sono di Mario Marini; le foto sono a cura dell’Associazione Amici di Aldo Sassi o acquisite da immagini di pubblico dominio

I percorsi proposti si snodano nell’ambiente tipico del nostro territorio pedemontano: le colline moreniche situate tra Varese, Como e il vicino Canton Ticino, ancora ricche di boschi, prati e tanto verde nonostante gli insediamenti abitativi e l’urbanizzazione costante ne minaccino, talvolta, l’integrità.

Per questa 4a edizione abbiamo pensato di differenziare nettamente i due percorsi principali, in modo che ogni partecipante possa scegliere quello a lui più congeniale in relazione alla propria preparazione e ai propri gusti. Proponiamo perciò un primo percorso “Soft” di 12 km, con un dislivello in salita di poche decine di metri, perciò adatto a tutti coloro i quali vogliono semplicemente farsi una bella pedalata in compagnia, senza faticare più di tanto, ad una velocità media che non supererà i 15 km/h. Un secondo percorso “Hard” di 50 km (quasi), per chi ha una certa consuetudine con la bicicletta ed è quindi abituato ad un chilometraggio più lungo e impegnativo, con un dislivello in salita di oltre 700 metri. Trattandosi di Pedalata non competitiva, non è previsto alcun rilievo di tempi e classifiche e la media non supererà, in ogni caso, i 24 km/h.

Consigliamo dunque vivamente, che ciascuno scelga il percorso in relazione alla propria preparazione, invitando i partecipanti “Hard” a “riscaldarsi” in tranquillità sul percorso “Soft” con tutti i partecipanti. Allo stesso modo raccomandiamo ai pedalatori “Soft” di contenere la loro performance nei limiti proposti dal percorso a loro riservato.

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Domenica 22 ottobre 2017 – 4a edizione

Manifestazione gemellata con

GIRO “SOFT” Partendo come di consueto dal palasport di Cagno, si percorrerà dunque un primo giro che misura circa 12 km in direzione Albiolo, a cui si arriva dopo averne percorsi un paio, svoltando a sinistra alla doppia rotonda in ingresso paese e costeggiando l’abside della chiesetta romanica di S. Anna (festa religiosa e fiera dopo metà luglio). Da qui ci si dirige verso Valmorea in facile falsopiano con tendenza a salire, finché dopo una decisa curva a destra si scende decisamente verso Uggiate Trevano, a cui si giunge attraversando la SP 23 nota come Lomazzo – Bizzarone. Si attraversa il centro di Uggiate percorrendo una sorta di anello antiorario che confluisce sul tracciato del percorso “Hard” e si sale a Bizzarone, per attraversarlo e ridiscendere verso Casanova Lanza, quindi Caversaccio, dove si transita davanti al cimitero in cui riposa il nostro compianto amico Aldo. Infine si raggiunge di nuovo

Albiolo, tornando quindi al palasport di Cagno in senso inverso rispetto all’andata e completando così, in massima serenità, questo primo giro.

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Domenica 22 ottobre 2017 – 4a edizione

Manifestazione gemellata con

GIRO “HARD”

Il giro “Hard” è, come detto, decisamente più impegnativo rispetto al precedente, sia per il chilometraggio, che pur essendo contenuto in 50 km è comunque adatto a chi va in bici regolarmente, sia per il dislivello in salita, che raggiunge complessivamente i 700 metri. In effetti di pianura ce n’è davvero poca e il percorso è caratterizzato da continui saliscendi con brevi salite, che talora presentano pendenze importanti. Dal Palasport di Cagno si riparte dunque in direzione Concagno a cui si giunge dopo un paio di km pianeggianti. All’uscita dal paese si distingue tra gli alberi, la sagoma romanica del campanile di S. Giorgio, che meriterebbe certamente una visita.

Alla chiesa di Concagno svolta secca a sinistra, tra le case del piccolo borgo e breve discesa per affrontare la prima asperità di giornata. E’ una salita di quasi 1,5 km (ma la salita vera non misura più di 600 metri) che si snoda quasi tutta nel bosco, con pendenza media del 4% e massima del 8% e affronta un dislivello di quasi 60 metri.

Si arriva così a Solbiate, incrociando la S.S. 342, che va attraversata all’altezza del supermercato Esse-Lunga, si entra nell’abitato di Binago, si svolta a sinistra in direzione Figliaro (notare la bella torre d’epoca romanica in mattoni rossi che sovrasta la chiesetta), e poi subito a destra verso Venegono.

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Domenica 22 ottobre 2017 – 4a edizione

Manifestazione gemellata con

E’ questo un tratto molto suggestivo, in falsopiano con tendenza a scendere che si inoltra tra prati, macchie d bosco e campi coltivati e che conduce velocemente a Venegono Superiore, provincia di Varese, dove, proprio di fronte al castello, comincia un segmento particolarmente impegnativo, per i continui saliscendi, interamente nel bosco, che conduce a Castelnuovo Bozzente, provincia di Como, e da qui, superato l’omonimo strappo in salita, alla discesa verso Beregazzo, che lasciamo sulla sinistra, per incontrare di nuovo la strada provinciale 23, cioè la Lomazzo – Bizzarone.

La strada nel bosco tra Binago, Venegono e Castelnuovo La si percorre per meno di un km in direzione nord e, alla rotonda successiva, si gira a destra verso Olgiate Comasco.

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Domenica 22 ottobre 2017 – 4a edizione

Manifestazione gemellata con

Attraversiamo il centro incrociando di nuovo la S.S. 342 che percorriamo brevemente, raggiungendo ora la SP 17 “Garibaldina” e riprendendo l’ininterrotto susseguirsi di saliscendi, brevi salite, discese ripide o meno, mentre i metri di pianura saranno pochi, anzi, pochissimi!

Intanto scendiamo fino ad incrociare il torrente Lura che attraversiamo, per proseguire fino a Camnago Faloppio e raggiungere Gironico, sfiorare l’abitato di Parè e, in sequenza, il piccolo centro storico di Drezzo, all’uscita del quale si affronta un km e mezzo di discesa con due tornanti nella parte iniziale e pendenze fino al 13%, da percorrere con molta attenzione, per raggiungere la Val Faloppia.

Corte lombarda con vista sulla val Faloppia

A proposito della Val Faloppia, detta Val Mulini e, anticamente, Valle di Chiasso Maggiore, occorre precisare che il suo nome deriva dai numerosi mulini ad acqua operanti in loco fin dal 15° secolo alcuni dei quali rimasti attivi fino a pochi decenni fa. Tra questi il “Resegott” era una segheria ad acqua davvero particolare. Qualche persona non più verde in età si ricorda ancora del “Carlu murnée” e del suo cavallo con carretto pieno di scacchi di farina da consegnare…

“Il Medioevo“ di Olgiate Comasco, la cui architettura è liberamente ispirata a quella

medioevale.

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Domenica 22 ottobre 2017 – 4a edizione

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Il nome Chiasso Maggiore deriva invece dalla vicinanza della cittadina svizzera di Chiasso, distante appena qualche km e dal fatto che la via principale di comunicazione e transito da e per Como, passava proprio da questa minuscola valle, le cui abbondanti acque sfociano verso nord nel Breggia, affluente del Lario. La Val Faloppia detta anche Val Mulini o di Chiasso Maggiore

Arrivati alla rotonda che incontriamo in valle, si svolta repentinamente verso destra in direzione del confine di stato e a poche centinaia di metri da esso, si svolta a sinistra e si percorre la salita della “Selvamara” che ci porta fino all’abitato di Ronago. La salita non è lunga, ma dopo i primi 300 metri all’8% ci aspetta quasi un chilometro con pendenze tra il 10 e il 16% che non lasciano respiro, per superare un dislivello di circa 140 metri.

Uggiate Trevano salendo dalla val Mulini. Sullo sfondo verso sinistra si intravede il massiccio del monte Rosa, completamente innevato. La sagoma scura del monte, a sinistra del campanile, è Campo dei Fiori, sopra Varese

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Domenica 22 ottobre 2017 – 4a edizione

Manifestazione gemellata con

L’abside romanica della chiesa di S. Michele a Trevano

Da Ronago si prosegue, senza un metro di pianura, per Uggiate, dove incontriamo il tracciato del percorso “Soft” che condividiamo per qualche chilometro. Lasciamo Uggiate per salire a Bizzarone e prima dell’abitato di Casanova Lanza, svoltiamo a destra scendendo per un km nella verde valle del Lanza (Valmorea), la attraversiamo e risaliamo verso Rodero, superando la vecchia ferrovia che collegava Italia e Svizzera, ora recuperata per scopi turistici mediante un bel treno a vapore d’epoca che la percorre nei giorni di festa, durante la stagione estiva. Anche in questo caso raccomandiamo molta attenzione alla discesa, con una curva iniziale molto chiusa e un “drittone” in cui si possono raggiungere velocità notevoli. Il treno a vapore della valle del Lanza

Vista aerea del colle di S. Maffeo, sopra Rodero, con la chiesetta seicentesca e i resti dell’imponente torre che risale all’epoca Romana La salita verso Rodero è lunga più o meno un chilometro, supera un dislivello di circa 50 metri e presenta pendenze comprese tra il 4 e il 9%. La salita termina all’entrata di una rotonda: poche decine di metri di piano e poi di nuovo in discesa verso il confine svizzero di Gaggiolo da una parte, Cantello dall’altra. Scegliamo di salire a Cantello, ma per farlo dobbiamo effettuare una specie di inversione ad U molto stretta che ci immette sulla strada proveniente dal confine di stato, distante, da questa posizione, solo poche centinaia di metri.

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Domenica 22 ottobre 2017 – 4a edizione

Manifestazione gemellata con

La chiesa della Madonna di Campagna a Cantello conferma una costante del nostro territorio: lo stile Romanico

Rientriamo in provincia di Varese e percorriamo la salita di quasi un chilometro e mezzo (pendenze tra il 4 e il 7%) che porta all’abitato di Cantello, svoltiamo a destra e dopo qualche centinaio di metri a sinistra, aggirando il centro storico in senso anti orario, per andare a prendere la via Mulini che ci porta dritti sull’ultima discesa. A questo punto è necessaria la massima concentrazione ed attenzione: la sede stradale è stretta, l’asfalto non certo nuovo, ma soprattutto la discesa è ripida: molto ripida. Di recente l’ho percorsa tre volte e il mio ciclo computer, all’uscita di una curva secca verso sinistra, da impostare con grande prudenza, ha buttato lì un 23 / 25% che non mi aspettavo; ho provato a rifarla in salita: 21%!

Se Dio vuole siamo in fondo: curva a destra ben pronunciata ed ecco presentarsi davanti a noi uno dei punti più suggestivi dell’intera valle del Lanza: Il Mulino del Trotto, in territorio di Cagno, dunque nuovamente in provincia di Como, che raggiungiamo passando il fiume

sopra un antico ponte in pietra. Vale la pena a questo punto fermarsi un secondo e guardarsi in giro; vale anche la pena di spulciare tra le cronache di qualche secolo fa e

immedesimarsi nella vita di allora:

"1651, Settembre 28

Illustrissimo Magistrato

Viene intimato alli fedeli servitori delle Signorie loro molto illustrissime Giulio e fratelli Mina detti Trotti,

possessori di certo Molino situato sopra alcune fontane dette "la Lanza" nel comune di Cazzone (...) acciò paghino

lire 480 (...) per le imposte degli anni 1621-1638 e 1647..."

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Domenica 22 ottobre 2017 – 4a edizione

Manifestazione gemellata con

"Carlo Francesco Mina

fu Giuseppe, 40 anni.

Sono nativo di Cagno ed

abito in detto luogo, e

faccio anche il molinaro

in un molino di tre

ruotte con una resica e

torchio da oglio, che

tengo in affitto dal

signor Pietro Giulio

Cesare Segretario

Larghi (...)" (dalla

deposizione in un processo contadino celebrato nel 1722. Il mugnaio firmò

con una croce)

Il mulino è stato di recente restaurato e viene fatto funzionare per scopi didattici e dimostrativi. Ma torniamo al percorso: passato il mulino curva secca a sinistra e inizio dell’ultima salita, che contende a quella della Selvamara, il titolo di salita più dura: 1,8 km per 120 metri di dislivello, che alternano strappi molto impegnativi a rettilinei meno scoscesi. Si parte e le pendenze si fanno subito severe: 10, 12, 14%, poi, in corrispondenza della centrale elettrica si addolciscono: 10, 8, 7%; altro strappo poi la strada spiana decisamente. Ci si immette sulla provinciale proveniente da Malnate con una decisa curva verso sinistra e ricomincia il rosario: 10, 12, 10, 12, 10, 8, 10, 12, 14% sul curvone verso destra, poi 12, 10, 8% e finalmente siamo in cima. Ancora 150 metri di piano, poi discesa su Cagno e rientro al Palasport, dove percorriamo un ultimo giro di pista, passiamo sotto l’arco di arrivo e ci avviamo direttamente al ristoro. Quest’anno, per la prima volta, abbiamo deciso di lasciar fuori la salita delle sette curve, detta anche piccolo Stelvio, ben nota palestra di allenamento per gli atleti di Aldo, un km al 7% con punte al 12% e dislivello di quasi 70 metri.

Il fatto è che la sede stradale è veramente ridotta male, così, seppur a malincuore, ce la teniamo in caldo per tempi migliori: non vuole essere un addio, semmai un arrivederci, o almeno speriamo. La salita delle 7 curve