Deontologia a digit 2015
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Deontologia del giornalismo fra Italia e Stati Uniti
CON MARIO TEDESCHINI LALLI E CARLO BARTOLI
DIGIT - PRATO 2 OTTOBRE 2015
Una breve panoramica sulla deontologia made in Italy di carlo bartoli
L’Italia è Un Paese Ordinato
Sono più di trenta gli ordini e i collegi professionali
1. il Consiglio nazionale del notariato 1913;
2. il Consiglio nazionale ingegneri, 1923;
3. il Consiglio nazionale dei chimici, 1928;
4. La Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI 1954;
5. l'Ordine nazionale forense 1933;
6. Consiglio naz. architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori 1923;
7. l'Ordine nazionale degli attuari 1942;
8. Federazione Nazi.Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri, 1946;
9. la Federazione nazionale ordini veterinari italiani, 1946;
10. la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, 1946;
11. l'Ordine nazionale dei giornalisti, 1963;
12. il Consiglio nazionale dei geologi, 1963;
13. l'Ordine nazionale dei biologi, 1967;
14. l'Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali, 1976;
15. l'Ordine nazionale dei consulenti del lavoro, 1964;
16. l'Ordine nazionale degli psicologi, 1989;
17. l'Ordine degli assistenti sociali, 1993;
18. l'Ordine dei tecnologi alimentari, 1994;
19. l'Ordine dei consulenti in proprietà industriale, 2005;
20. l'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, 2005;
21. Consiglio nazionale degli spedizionieri doganali 1960, ;
22. il Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti i. laureati, 1929;
23. il Consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati, 1929;
24. Il Consiglio nazionale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, 1929;
25. la Federazione nazionale dei collegi delle ostetriche, 1946;
26. Fed. nazionale collegio degli infermieri e vigilanti infanzia, 1954;
27. il Collegio provinciale dei tecnici di radiologia 1965;
28. il Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, 1986;
29. i Collegi regionali e provinciali delle guide alpine, 1989;
30. i Collegi regionali e provinciali dei maestri di sci 1991;
31. il Consiglio nazionale dei periti agrari e dei periti agrari laureati, 1991;
32. l'Albo unico dei promotori finanziari, 1998;
Fonte: wikipedia ottobre 2015
Gli italiani sono Un popolo Ordinato
Si stima che siano poco meno di 2 milioni gli iscritti in Italia
–AGENTI DI CAMBIO (28)
– AGRONOMI E FORESTALI (20.993)
– AGROTECNICI (14.712)
– ARCHITETTI (142.035)
– ASSISTENTI SOCIALI (37.460)
– ATTUARI (874)
– AVVOCATI (198.041)
– BIOLOGI (30.671)
– CHIMICI (9.978)
– COMMERCIALISTI ED ESPERTI CONTABILI (112.414)
– CONSULENTI DEL LAVORO (27.572)
– FARMACISTI (79.069)
– GEOLOGI (15.369)
– GEOMETRI (111.145)
– GIORNALISTI (106.990)
– INFERMIERI (379.213)
– INGEGNERI (213.399)
– MEDICI E ODONTOIATRI (397.456)
– NOTAI (4.545)
– OSTETRICHE (16.000)
– PERITI AGRARI (17.671)
– PERITI INDUSTRIALI (45.427)
– PSICOLOGI (73.535)
– SPEDIZIONIERI DOGANALI (2.250)
– TECNICI RADIOLOGI (23.492)
– VETERINARI (27.891)
psicoterapeuti, farmacisti, psicologi, veterinari,
addestratori di cani, quadri aziendali,
marziali, venditori, dimostratori
Medici, infermieri, assistenti sociali, ingegneri, architetti, avvocati…
Ma anche per.. Grafologi, guide turistiche, maestri di sci, armonizzatori familiari,
e perfino per… Docenti di istituti scolastici, addestratori di arti
Un codice deontologico per ognuno
In Italia un giornalismo senza codici
In attesa che siano i cittadini a mettere fuori gioco i giornalisti che si comportano in modo eticamente scorretto… ….. come si può arginare il malcostume •di un direttore che contratta i servizi da pubblicare con i responsabili di un grande gruppo nel quale vorrebbe essere assunto; •di un direttore che mescola informazione e pubblicità; •di una grande firma che fa insider trading; •di un giornalista al soldo dei servizi segreti;
I codici deontologici non sono il Codice della strada
Non sono la museruola da mettere ai “cani da guardia” del giornalismo, anzi…
Non (tutti) i codici sono stati scritti dagli amanuensi dell’Ordine dei giornalisti Non sono utilizzabili per sentirsi con la coscienza a posto e malauguratamente….
non è stato ancora messo a punto il programma per risolvere i problemi deontologici
La deontologia/Cosa non è
giornalista con la propria coscienza, ma anche con la
soprattutto cosa devi proprio dire;
giuridicamente appropriato, costantemente verificato e
Quella cosa che lascia comunque drammaticamente solo il
propria cultura, sensibilità, esperienza, attenzione; Quella cosa che ti fa decidere cosa non dire, ma
Quella cosa che ti fa raccontare le cose con un lessico
aggiornato, rispettoso, onesto
La deontologia/cos’è
La deontologia dell’Odg come dovrebbe essere Lo scacco dell’Ordine è la sanzione disciplinare Il suo successo è il dialogo, il confronto:
è costringerti a porti il problema se, come e quando dare un’informazione
A questo deve (dovrebbe/dovrà) servire l’Ordine
giornalista nell’esercizio della sua professione (il cosa, limiti dell’esercizio del diritto all’informazione;
riguardo i comportamenti professionali e personali del
in maniera più restrittiva, sugli ambiti definiti dalla legge protezione dei migranti, protezione dell’infanzia).
La deontologia cerca di intervenire su tre aspetti: 1 codificando, in maniera elastica, il comportamento del quanto e come può scrivere) e quindi cerca di definire i
2 stabilendo, in maniera più stringente, delle norme
giornalista;
3 intervenendo, talvolta in maniera coincidente, ma altre (diffamazione, privacy, rettifica, protezione dei minori,
Le carte
1. Carta dei doveri 2. Carta di Treviso 3. Carta di Roma 4. Carta dei doveri dell’informazione economica 5. Carta di Perugia 6. Decalogo del giornalismo sportivo 7. Carta di Firenze 8. Carta di Milano 9. Carta dei doveri del giornalista degli uffici stampa
Un caso a parte è rappresentato dal
CODICE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI
Le nove carte
La carta dei doveri/ i principi
• Il giornalista non può aderire ad associazioni segrete o comunque in contrasto con l'articolo 18 della Costituzione. • Il giornalista non può accettare privilegi, favori o incarichi che possano condizionare la sua autonomia e la sua credibilità professionale. • Il giornalista non deve omettere fatti o dettagli essenziali alla completa ricostruzione dell'avvenimento. I titoli, i sommari, le fotografie e le didascalie non devono travisare, né forzare il contenuto degli articoli o delle notizie. • Non deve inoltre pubblicare immagini o fotografie particolarmente raccapriccianti di soggetti coinvolti in fatti di cronaca, o comunque lesive della dignità della persona; né deve soffermarsi sui dettagli di violenza o di brutalità, a meno che non prevalgano preminenti motivi di interesse sociale. Non deve intervenire sulla realtà per creare immagini artificiose.
La carta dei doveri/ i principi
• Il giornalista accetta indicazioni e direttive soltanto dalle gerarchie redazionali della sua testata, purché le disposizioni non siano contrarie alla legge professionale, al Contratto nazionale di lavoro e alla Carta dei doveri. • Il giornalista non può discriminare nessuno per la sua razza, religione, sesso, condizioni fisiche o mentali, opinioni politiche. Il riferimento non discriminatorio, ingiurioso o denigratorio a queste caratteristiche della sfera privata delle persone è ammesso solo quando sia di rilevante interesse pubblico. • Il giornalista rispetta il diritto alla riservatezza di ogni cittadino e non può pubblicare notizie sulla sua vita privata se non quando siano di chiaro e rilevante interesse pubblico e rende, comunque, sempre note la propria identità e professione quando raccoglie tali notizie.
La carta dei doveri
Rettifica e replica. Il giornalista rispetta il diritto inviolabile del cittadino alla rettifica delle notizie inesatte o ritenute ingiustamente lesive. Rettifica quindi con tempestività e appropriato rilievo, anche in assenza di specifica richiesta, le informazioni che dopo la loro diffusione si siano rivelate inesatte o errate, soprattutto quando l'errore possa ledere o danneggiare singole persone, enti, categorie, associazioni o comunità. Il giornalista non deve dare notizia di accuse che possano danneggiare la reputazione e la dignità di una persona senza garantire opportunità di replica all'accusato. Nel caso in cui ciò sia impossibile (perché il diretto interessato risulta irreperibile o non intende replicare), ne informa il pubblico.
La carta dei doveri
• Presunzione d’innocenza. In tutti i casi di indagini o processi, il giornalista deve sempre ricordare che ogni persona accusata di un reato è innocente fino alla condanna definitiva e non deve costruire le notizie in modo da presentare come colpevoli le persone che non siano state giudicate tali in un processo. (…) In caso di assoluzione o proscioglimento di un imputato o di un inquisito, il giornalista deve sempre dare un appropriato rilievo giornalistico alla notizia, anche facendo riferimento alle notizie ed agli articoli pubblicati precedentemente. • Le fonti. Il giornalista deve sempre verificare le informazioni ottenute dalle sue fonti, per accertarne l'attendibilità e per controllare l'origine di quanto viene diffuso all'opinione pubblica, salvaguardando sempre la verità sostanziale dei fatti.
La carta dei doveri
Incompatibilità. Il giornalista non può subordinare in alcun caso al profitto personale o di terzi le informazioni economiche o finanziarie di cui sia venuto comunque a conoscenza, non può turbare inoltre l'andamento del mercato diffondendo fatti e circostanze riferibili al proprio tornaconto. Il giornalista non può scrivere articoli o notizie relativi ad azioni sul cui andamento borsistico abbia direttamente o indirettamente un interesse finanziario… Il giornalista rifiuta pagamenti, rimborsi spese, elargizioni, vacanze gratuite, trasferte, inviti a viaggi, regali, facilitazioni o prebende, da privati o da enti pubblici, che possano condizionare il suo lavoro e l'attività redazionale o ledere la sua credibilità e dignità professionale. Il giornalista non assume incarichi e responsabilità in contrasto con l'esercizio autonomo della professione, né può prestare il nome, la voce, l'immagine per iniziative pubblicitarie incompatibili con la tutela dell'autonomia professionale.
La norme sulla protezione del minore sono il frutto di un lungo cammino:
Dichiarazione di Ginevra del 1924 fatta propria dalla Società delle Nazioni
Dichiarazione dei diritti del bambino del 1959
Convenzione sui diritti del fanciullo approvata 20 novembre 1989 sarà ratificata dal parlamento italiano nel maggio 1991.
La carta di Treviso
La Convenzione stabilisce, all’articolo 3, il principio che in ogni atto relativo ai minori deve essere assicurato come preminente «l’interesse superiore del fanciullo». La Carta di Treviso parte dal presupposto che occorra prevedere adeguate cautele «per garantire l’armonico sviluppo delle personalità dei minori in relazione alla loro vita e al loro processo di maturazione», una considerazione che deve diventare principio guida anche per i giornalisti. In tutte le azioni riguardanti i minori deve costituire oggetto di primaria considerazione «il maggiore interesse del bambino» e che perciò tutti gli altri interessi devono essere a questo sacrificati.
La carta di Treviso
• L’articolo 114 CPP (comma 6) vieta “ la pubblicazione delle generalità e dell’immagine dei minorenni testimoni, persone offese o danneggiati dal reato fino a quando non sono divenuti maggiorenni”.
• Altre norme tutelano il minore nell’ incidente probatorio (art. 398 comma 5 bis), il minore vittima di reati sessuali chiamato a testimoniare (art. 498 commi 4, 4 bis, 4 ter), il minore parte offesa o testimone nel dibattimento (art. 472 n.4).
• Inoltre, “sono vietate la pubblicazione e la divulgazione, con qualsiasi mezzo, di notizie o immagini idonee a consentire l’identificazione del minorenne comunque coinvolto nel procedimento”(art. 13 Codice di Procedura Penale Minorile)
La carta di Treviso, ma non solo
Ai giornalisti è richiesto, vista la delicatezza della situazione e l’effetto che può scaturire da una informazione non corretta e consapevole, di osservare la massima attenzione adottando termini giuridicamente appropriati, evitando l’uso di termini impropri che spesso hanno un sapore discriminatorio e irrispettoso della dignità delle persone. La Carta di Roma contiene un GLOSSARIO dei termini giuridicamente (e non politicamente) corretti
La carta di Roma
CARTA DEI DOVERI DELL’INFORMAZIONE ECONOMICA
(…) Il giornalista, tanto più se ha responsabilità direttive, deve assicurare un adeguato standard di trasparenza sulla proprietà editoriale del giornale e sull'identità e gli eventuali interessi di cui siano portatori i suoi analisti e commentatori esterni in relazione allo specifico argomento dell'articolo.
CARTA DI PERUGIA: INFORMAZIONE E MALATTIA L'informazione e la divulgazione devono contenere tutti gli elementi
necessari a non creare false aspettative nei malati e negli utenti, e devono essere distinte in maniera evidente e inequivocabile da ogni possibile forma di pubblicità sanitaria.
Le altre carte
IL DECALOGO DEL GIORNALISTA SPORTIVO 3. Il giornalista sportivo rifiuta rimborsi spese, viaggi vacanze o elargizioni varie da enti, società, dirigenti ; non fa pubblicità, nemmeno nel caso in cui i proventi siano devoluti in beneficenza
4. Il giornalista sportivo tiene una condotta irreprensibile durante lo svolgimento di avvenimenti che segue professionalmente.
6. Il giornalista sportivo evita di favorire tutti gli atteggiamenti che possono provocare incidenti, atti di violenza, o violazioni di leggi e regolamenti da parte del pubblico o dei tifosi.
7. Il giornalista sportivo non usa espressioni forti o minacciose, sia orali che scritte, e assicura una corretta informazione su eventuali reati che siano commessi in occasione di avvenimenti agonistici.
Le altre carte
IL DECALOGO DEL GIORNALISTA SPORTIVO
8. Il giornalista sportivo rispetta il diritto della persona alla non discriminazione per razza, nazionalità, religione, sesso, opinioni politiche, appartenenza a società sportive e a discipline sportive.
9. Il giornalista sportivo conduttore di programma si dissocia immediatamente, in diretta, da atteggiamenti minacciosi, scorretti, litigiosi che provengano da ospiti, colleghi, protagonisti interessati all’avvenimento, interlocutori telefonici, via internet o sms
Le altre carte
Il giornalista deve operare nella consapevolezza che la propria
responsabilità verso i cittadini non può essere condizionata o
limitata da alcuna ragione particolare o di parte o dall’interesse economico In particolare, nelle istituzioni di natura assembleare e nelle assemblee che svolgono attività informativa in modo associato e nelle quali operano sia la struttura di informazione dell’organo assembleare che quella dell’organo esecutivo, il capo ufficio stampa e/o coordinatore garantiscono il pieno rispetto della dialettica e del pluralismo delle posizioni politiche, evitando ogni
commistione tra l’ informazione dell’assemblea e quella dell’Esecutivo .
Le altre carte
Il giornalista degli Uffici stampa non può assumere, nell'arco di vigenza del rapporto di lavoro, collaborazioni, incarichi o responsabilità in conflitto con la sua funzione di imparziale ed attendibile operatore dell'informazione.
Usare termini appropriati in tutti i casi in cui un detenuto usufruisce di misure alternative al carcere o di benefici penitenziari evitando di sollevare un ingiustificato allarme sociale e di rendere più difficile un percorso di reinserimento sociale che avviene sotto stretta sorveglianza. Le misure alternative non sono equivalenti alla libertà, ma sono una modalità di esecuzione della pena.
Le altre carte
Gli iscritti all’Ordine sono tenuti a non accettare corrispettivi inadeguati
o indecorosi per il lavoro giornalistico prestato. Tutti i giornalisti sono
tenuti a segnalare ai Consigli regionali
situazioni di esercizio abusivo della professione e di mancato rispetto della dignità professionale.
Le altre carte
non impiegare quei colleghi le cui condizioni lavorative prevedano compensi inadeguati; garantire il diritto a giorno di riposo, ferie, orari di lavoro compatibili con i contratti di riferimento della categoria; vigilare affinché a seguito del cambio delle gerarchie redazionali non ci siano ripercussioni dal punto di vista economico, morale e della dignità professionale per tutti i colleghi; impegnarsi affinché il lavoro commissionato sia retribuito anche se non pubblicato o trasmesso; vigilare sul rispetto del diritto di firma e del diritto d’autore. vigilare affinché i giornalisti titolari di un trattamento pensionistico Inpgi a qualunque titolo maturato non vengano nuovamente impiegati dal medesimo datore di lavoro con forme di lavoro autonomo ed inseriti nel ciclo produttivo nelle medesime condizioni e/o per l’espletamento delle medesime prestazioni che svolgevano in virtù del precedente rapporto;
Le altre carte