delle nuove tecnologie · 2017. 3. 16. · delle nuove tecnologie ... d’interpretazione; da...
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BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI:andare oltre la normativa per una didattica dell’inclusione con l’aiuto
delle nuove tecnologie
Come gestire la classe complessa?
PAOLA BELLANDI – MARILENA EGERMINI
ISEO 13 MARZO 2017
Aggiornamento Istituto Comprensivo di ISEO
1Iseo 13 novembre P. Bellandi M. Egermini
Come gestire la classe e i suoi bisogni
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Come gestire la classe e i suoi bisogni
3Iseo 13 novembre P. Bellandi M. Egermini
STRATEGIE DIDATTICHE:
E' semplice reperire e raccogliere un'ampia varietà di
strategie didattiche, ma la questione chiave non è
conoscerle, quanto sapere perché il docente/l'educatore
andrà ad utilizzarne una anziché un'altra
DOMANDE CHIAVE:
•Quali sono gli obiettivi della nostra pratica educativa?
•Quali sono le nostre convinzioni sull'insegnamento e l'apprendimento?
•Quali sono i reali bisogni dei nostri ragazzi in uno specifico ambiente
formativo?
STRATEGIE DIDATTICHE
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Gli insegnanti e gli educatori hanno a disposizione una
molteplicità di metodi didattici che vanno intesi un po'
come gli attrezzi "tool box" del proprio repertorio
professionale tra i quali scegliere. La varietà dei metodi
di insegnamento viene spesso implementata con le
nuove tecnologie ed in particolare con programmi free.
STRATEGIE DIDATTICHE
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FRA LE STRATEGIE EURISTICHE “DELL’IMPARARE
FACENDO” ANALIZZEREMO IN PARTICOLARE
• DIDATTICA PER PROGETTI
•DIDATTICA PER PROBLEMI
TECNICHE
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,
•APPRENDIMENTO COOPERATIVO
• APPRENDIMENTO FRA PARI
•CLASSE ROVESCIATA
Come gestire la classe e i suoi bisogni
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dinamiche
Le competenze sono dinamiche e in evoluzione,
si manifestano in un compito per poter essere verificate
devono essere messe in atto, poste in azione.
Per valutare le competenze occorre rifarsi a situazioni
complesse reali in cui si attivano le diverse capacità e
risorse necessarie per raggiungere un obiettivo.
Come gestire la classe e i suoi bisogni
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La DIDATTICA PER PROGETTI prevede di predisporre
attività didattiche:
• disciplinari
• interdisciplinari
• complementari
•integrative
Con i seguenti OBIETTIVI:
• offrire situazioni di apprendimento in contesti reali
• favorire lo sviluppo di competenze trasversali,
• favorire lo sviluppo di competenze di cittadinanza
• agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro
DIDATTICA PER PROGETTI
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•MODALITA’ DI RICERCA –AZIONE
•COINVOLGIMENTO ATTIVO DEGLI STUDENTI
NEL PROCESSO EDUCATIVO
DIDATTICA PER PROGETTI
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IL PROGETTO:
• Analisi di fattibilità per stabilire le competenze utili ad affrontarlo
• I compiti da affidare agli insegnanti e/o ad esperti esterni
• Modalità e tempi di attuazione
• Le risorse necessarie
• I tempi di verifica
• Documentazione
• Le modalità di comunicazione dei risultati prodotti
DIDATTICA PER PROGETTI
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La metodologia della didattica per progetti, basata sulla
risoluzione di problemi reali, permette agli alunni di essere
protagonisti del processo educativo e favorisce la
valorizzazione di capacità spesso sottovalutate consente
l’acquisizione di competenze operative.
Richiede agli alunni di:
•Assumersi delle responsabilità
•Prendere delle decisioni
•Raggiungere un buon livello di autonomia e autostima
•Abitua al lavoro di gruppo collaborativo
•Abitua alla ricerca di informazioni
•Abitua alla pianificazione
•Abitua alla comunicazione
DIDATTICA PER PROBLEMI
12Iseo 13 novembre P. Bellandi M. Egermini
Un buon apprendimento è legato alla risoluzione di problemi, più soluzioni
si trovano, più si impara a trovarne, un po’ perché ci si rende davvero
conto di come funzionano le cose (le leggi di natura che le governano), un
po’ perché si diventa più esperti sul come si possono risolvere.
Spesso la difficoltà che si incontra nella risoluzione del problema nasce
dal coinvolgimento emotivo che porta a perdere la lucidità
d’interpretazione; da situazioni che impediscono di trovare nuove
strategie risolutive, creando comportamenti negativi e pessimistici.
Per poter migliorare la capacità risolutiva, un metodo che si è rivelato
molto efficace è quello del problem solving che trae il suo significato, non
solo dal fatto che assume una valenza formativa, ma anche perché
NASCE DA UNA DOMANDA.
Un problema generalmente trae origine da una domanda e la scuola deve
configurarsi come luogo delle domande. Domande che provengono non
solo dai docenti ma anche dagli alunni.
DIDATTICA PER PROBLEMI
13Iseo 13 novembre P. Bellandi M. Egermini
Se si presta attenzione alle varie job description in circolazione, si
vedrà che uno dei requisiti “indispensabili” che la persona ricercata,
soprattutto in ambito tecnico, deve possedere è appunto il problem
solving.
Va ricordato però che il problem solving non è solo il saper risolvere i
problemi, ma anche (detto sinteticamente) l’insieme di attività volte a
migliorare il funzionamento di un processo.
Così una volta individuato il problema vanno analizzate nel dettaglio,
le possibili soluzioni che andranno condivise mettendo alla fine in
pratica la soluzione definitiva.
DIDATTICA PER PROBLEMI
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l concetto stesso di "problema" ha subìto continue trasformazioni passando da
strumento di valutazione per alcune discipline (i "problemi" di matematica o di
fisica, ad esempio) a metodologia di sviluppo per l'apprendimento integrato del
sapere scientifico o per l'area delle scienze letterarie, storiche e filosofiche.
L'approccio scientifico alla risoluzione dei problemi inizialmente era sviluppata
secondo uno schema intuitivo:
•percezione dell'esistenza di un problema
•definizione del problema
•analisi del problema e divisione in sottoproblemi
•formulazione di ipotesi per la risoluzione del problema
•verifica della validità delle ipotesi
•valutazione delle soluzioni
•applicazione della soluzione migliore
DIDATTICA PER PROBLEMI
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Didattica laboratoriale
La didattica laboratoriale non è necessariamente quella che si fa in laboratorio
ma è quella in cui si parte da un “problema” cognitivamente interessante e lo si
affronta insieme, in un‟ottica di ricerca e di cooperazione tra studenti e insegnanti
e tra pari”.
La didattica laboratoriale:
▬ procede per problemi e per ricerca;
▬ è attiva e centrata sullo studente;
▬ è un “fare insieme” per imparare;
▬ si basa sulla co-costruzione (ovvero elaborazione in comune) delle conoscenze;
▬ segue specifiche fasi di lavoro (posizione del problema, ricerca e discussione,
presentazione
di ipotesi di soluzione, messa in comune delle ipotesi, generalizzazione e
“formalizzazione”
finale);
▬ porta alla elaborazione / costruzione di un prodotto (cognitivo o materiale).
DIDATTICA PER PROBLEMI
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Focalizzare
•Creare un elenco di problemi
•Selezionare il problema
•Verificare e definire il problema
•Descrizione scritta del problema
FARE
DIDATTICA PER PROBLEMI
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Analizzare
•Decidere che cosa è necessario sapere
•Raccogliere i dati di riferimento
•Determinare i fattori rilevanti
•Valori di riferimento
•Individuazione fattori critici
FARE
DIDATTICA PER PROBLEMI
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Risolvere
•Generare soluzioni alternative
•Selezionare una soluzione
•Sviluppare un piano di attuazione
•Scelta della soluzione del problema
•Piano di attuazione
FARE
DIDATTICA PER PROBLEMI
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Eseguire
•Eseguire il piano
•Monitorare i passaggi
•Impegno organizzativo
•Completare il piano
•Autovalutazione
•Valutazione finale
FARE
“la tecnologia applicataall’intervento scolastico”
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TECNOLOGIE E DIDATTICA
21Iseo 13 novembre P. Bellandi M. Egermini
Gli strumenti informatici, se utilizzati nella loro giusta
dimensione, possono
- essere versatili, grazie all’aiuto di software didattici ben
strutturati, che sostengono la motivazione;
- aiutare a costruire apprendimenti significativi e
condivisi, ad esempio attraverso la ricerca di informazioni
nella rete di internet;
- fornire un valido aiuto a tutti gli studenti, e non solo a
quelli con BES, per raggiungere obietti-vi previsti, seppur a
livelli diversi, per tutta la classe.
Gli strumenti informatici
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funzione di facilitatori nell’apprendimento
non devono essere una barriera
nel tool box……………..PRIMO ESEMPIO
23Iseo 13 novembre P. Bellandi M. Egermini
PROGRAMMI PER LE MAPPE
- Blumind
- Mindmapple
- Prezi (on line)
- Mindomo (on line)
SECONDO ESEMPIO
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Programmi per leggere e per studiare
LeggiXme jr
LeggiXmeSP
TERZO ESEMPIO
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Programmi per la matematica
MateXMe
Labirinti
Percorsi
Geometria
QUARTO ESEMPIO
26Iseo 13 novembre P. Bellandi M. Egermini
PROGRAMMI PER COMUNICARE
ARASUITE
Araword
Tico
LA CLASSE ROVESCIATA
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Siamo nell’ambito dell’APPRENDIMENTO
ATTIVO e la classe rovesciata
o flipped classroom (to flip = capovolgere)
è una proposta molto nuova e seria di
trasformazione della didattica sulla base
dell’esperienza di alcuni docenti per
cambiare attivamente la scuola
prezi.com/gadzueswoyf6/flipped-classroom-con-testo-di-commento/
LA CLASSE ROVESCIATA
28Iseo 13 novembre P. Bellandi M. Egermini
La lezione frontale si
sposta a casa con le NT e
lo studio individuale a
scuola
LA CLASSE ROVESCIATA
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COME?
• Videolezioni e videotutorial (youtube)
• Piattaforme on line (Edmodo – Moodle)
• Karan Academy Italia
• Open educational resources
• Teachers pay teachers
LA CLASSE ROVESCIATA
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COME?
DA SCUOLA A CASA
• youtube
• http://voicethread.com uno strumento di interazione
didattica che presenta materiali che prevedono anche la
partecipazione attiva degli studenti
• Screencasting preparazione di videolezioni da mettere su
youtube
LA CLASSE ROVESCIATA
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COME?
DA CASA A SCUOLA
• al centro ci sono i processi, applicando al contesto le conoscenze
•Classe “complessa”come comunità di ricerca? (Don Milani?)
• apprendimento
Attivo
Esperienziale
Collaborativo
Contestualizzato
Guidato dall’interesse
Pone problemi
LA CLASSE ROVESCIATA
32Iseo 13 novembre P. Bellandi M. Egermini
“IMPARARE E’ ESPERIENZA…..QUALSIASI ALTRA COSA
E’ SOLO INFORMAZIONE”
A. EINSTEIN
Grazie perl’attenzione!
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