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Buongiorno Ragazzi e Ragazze,
con questo articolo vi spiegheremo come abbiamo deciso di
utilizzare i 2000€ dati dal comune. Il progetto più votato
l'anno scorso è stato quello di realizzare una piastra
polivalente tra i due plessi. Quest'anno abbiamo cercato di
mettere in pratica il progetto ma attraverso diversi preventivi
abbiamo capito che il progetto non era realizzabile a causa
dei costi troppo elevati; anche il secondo progetto più votato
( Tettoia tra i due plessi) aveva lo stesso problema
economico. A questo punto, siamo passati al terzo progetto
che è quello che realizzeremo: esso prevede l'acquisto di due
Lavagne Interattive Multimediali (LIM) che saranno
installate nel plesso centrale per l'inizio dell'anno scolastico
2014/2015. Buona lettura,
Il Sindaco Leonardo Calzavara
Il Vice Sindaco Filippo Magro
IL BULLISMO
Ormai da molti anni a questa parte, si verificano, soprattutto
in ambito scolastico, numerosi atti di bullismo.
Gli atti di bullismo non sono, come qualcuno potrebbe
pensare, scherzi innocui tra amici o compagni di classe: sono
vere e proprie violenze!
Si può offendere una persona sia fisicamente sia usando
parole offensive nei confronti di un ragazzo più debole o più
piccolo. Si è iniziato a identificare questo fenomeno verso la
fine degli anni ’70, quando si verificarono una serie di
suicidi da parte di bambini e ragazzi di età diverse. Quindi,
per giustificare la loro decisione, lasciarono dei biglietti nei
quali spiegavano di essere arrivati ad un gesto così estremo,
per colpa dei continui abusi subiti da parte dei compagni di
classe. Per questo motivo fu effettuata una ricerca nelle
scuole attraverso dei questionari, dati da svolgere ad un
campione di alunni. Ciò portò alla scoperta di un nuovo tipo
di maltrattamento: il bullismo, che coinvolgeva il 16% degli
studenti delle scuole primarie e secondarie.
Il bullo vuole sottomettere un’altra persona offendendola,
stuzzicandola, causandole danni o disagi. La maggior parte
delle volte il giovane prepotente non è solo, ma agisce in
gruppo. Il gruppo conta sulla propria superiorità numerica,
per sembrare più forte; Esistono vari tipi di bullismo: il
bullismo diretto fisico, che consiste nel causare alle vittime
danni fisici, come pestaggi; il bullismo diretto verbale, per il
quale si subiscono insulti, minacce ed espressioni razziste;
ed, infine, il bullismo indiretto psicologico, che consiste nel
far allontanare dal gruppo la vittima, rovinargli le amicizie e
mettere in giro falsità sul suo conto.
I motivi per i quali i bulli prendono di mira ragazzi e ragazze
sono molti e tutti superficiali: il peso corporeo, troppo grasso
o troppo magro, il modo di vestire, una particolarità o un “
difetto” del viso, la cultura, il colore della pelle.
Tutte le motivazioni sono buone, per prendere di mira
qualcuno.
La maggior parte delle volte il bullo ha avuto dei percorsi
personali difficili o situazioni familiari instabili e poco
serene. Probabilmente per questi motivi si sfoga su ragazzi
più deboli, proprio per il bisogno di scaricare la propria
infelicità e la propria rabbia. Spesso il bullo non si accorge
della gravità dei gesti compiuti e li considera, lui stesso,
degli scherzi innocui. In certi casi arriva perfino a filmare i
suoi atti di vandalismo e metterli su internet per vantarsene.
La vittima viene definita come una persona, incapace di
difendersi o troppo buona per provocare alcun danno a
nessuno.
In molti casi, la prima persona che protegge dalle sue colpe
il bullo, è proprio la vittima, perché è piena di paura nei
confronti del suo aggressore.
Secondo noi è anche fondamentale parlare del cyberbullismo
che è molto frequente adesso che ci sono molte community
in rete. In questo caso la persona che minaccia lo fa
attraverso un apparecchio elettronico con la quale si esprime
con offese, foto o video che mostrano falsità sulla persona
presa di mira. Le persone offese reagiscono in malo modo
facendo del male a se stessi, stando sempre da sole oppure
avendo paura di mostrare il proprio valore o il proprio corpo.
La maggior parte di ragazzi e ragazze, che assiste agli atti di
bullismo, non li denuncia per paura di essere a sua volta
preso di mira dai bulli.
Per riuscire a sconfiggere questo fenomeno, c’è bisogno di
avere il coraggio di denunciare.
Bisogna segnalare anche gli scherzi che ci possono risultare
di cattivo gusto, perché proprio da questi gesti, non
considerati gravi, possono nascere azioni più violente.
Trattare l’argomento in classe con gli insegnanti potrebbe
essere un altro modo utile per prevenire episodi di questo
genere e per sensibilizzare gli alunni al rispetto reciproco,
fondamentale nella nostra società, dove il senso di questa
parola a volte sembra essere stato dimenticato.
Beatrice Pagin
Sofia Osto
IL RAZZISMO
Che cosa sta accadendo nelle scuole?
Sono numerosissimi gli stranieri che in età scolare entrano
nelle scuole italiane,spesso con diverse difficoltà soprattutto
legate alla lingua poco conosciuta o peggio mai parlata. Si
tratta di difficoltà tangibili, non solo legate alla semplice
comprensione ma anche all’ avvicinamento di culture spesso
molto diverse, che si dovrebbero avvicinare, ma che in realtà
purtroppo si allontanano dietro barriere razziali neanche
troppo velate!
Allo stato attuale in
Italia non esiste un vero
e proprio piano
nazionale per
fronteggiare tutti i
problemi legati all’
immigrazione, in
maniera strutturata e
sistematica. In alcune
scuole di periferia il problema legato all’ inserimento di
ragazzi stranieri si fa più forte, dove, le difficoltà evidenziate
sono moltissime. Casi di risse quotidiane, insulti, sberle,
baruffe tra gruppi etnici diversi, il tutto dal primo anno di
medie! I docenti attuano diverse strategie, come ad esempio
non lasciare fissi i posti di banco in classe, ma far ‘’girare’’ i
ragazzi, in questo modo si facilita la conoscenza del nuovo
vicino di banco e si superano meglio gli ostacoli. Certamente
a questi ragazzi stranieri non fa bene il peso di sentirsi
‘’diversi’’ o ancora peggio ghettizzati.
Il razzismo può essere presente in tante maniere, spesso
magari subdole. Gli stessi professori ne sono consapevoli,
ma non tutti se la sentono di combatterlo,di investire delle
energie, oltre le tante già spese nelle ore scolastiche.
Secondo me il razzismo è una delle peggiori cose che
esistono. Nessuno può decidere chi ha dei diritti e chi no. Il
razzismo è stata la causa della Seconda Guerra Mondiale
scatenatasi dopo lo sviluppo di alcune idee anti-semite che
convinsero grandi masse di persone ad eliminare intere
popolazioni. A volte mi domando come l’uomo possa
sterminare o disprezzare i suoi simili. Anche nella nostra
scuola ci sono piccoli esempi di razzismo, alcuni studenti
vengono esclusi per motivi insensati come il carattere ma,
anche per il modo in cui si vestono o per il loro aspetto
fisico.
Beatrice De Checchi
L’ALIMENTAZIONE
L’alimentazione per noi è una cosa importante,bisogna
mangiare bene per vivere meglio. L’alimentazione consiste
nell’assunzione di un’ organismo,degli alimenti
indispensabili alle funzioni vitali quotidiane e prende in
considerazione tutte le trasformazioni fisiche. In fisiologia l’
alimentazione è distinta dalla nutrizione, un concetto
considerato più ampio, che sottintende i processi metabolici
di un organismo al fine di utilizzare quei principi nutritivi
che ha assunto tramite l’ alimentazione. Se si mangia del
cibo spazzatura si rischia di ingrassare e rovinare
l’organismo mentre, al contrario bisogna mangiare sano e
fare attività fisica.
Non serve fare sport, basta una lunga passeggiata per
bruciare calorie.
Consigli per una buona alimentazione.
1) non saltare mai la colazione
2) mangiare sano a pranzo con scelte salutari
3) abbondare con frutta e verdura
4) non mangiare merendine dai distributori
5) moderare le porzioni mangiando poco ma spesso
6) mangiare lentamente non con rapidità
7) variare molto la dieta
8) cercare di mangiare più spesso a casa e considerare il
fast-food un’ uscita occasionale.
Andrea Piovan
Alessandro Carraro
UNA MODA PREOCCUPANTE…
In questo articolo vogliamo parlarvi di un fenomeno che sta
spopolando e preoccupando tra i giovanissimi,
l’autolesionismo.
Attualmente, in Italia, il 30% degli adolescenti lo pratica;
ferirsi con tagli e ustioni sono le più comuni forme di
autolesionismo tra i giovanissimi, alcuni degli altri metodi
includono l’avvelenamento e l’overdose in età più adulta.
L’autolesionismo è stato associato a depressione e ansia, a
comportamenti antisociali e, soprattutto, all’uso di alcool (il
rischio è raddoppiato), all’uso di cannabis e al fumo.
Una delle maggiori difficoltà connesse a questo disturbo è
che i comportamenti autolesivi sono spesso sottostimati
poiché vengono fatti in condizioni di segretezza e sono
frequentemente accompagnati da sentimenti di vergogna.
Coloro che si autoferiscono, infatti, quasi spesso tendono a
isolarsi e a nascondere le proprie ferite soprattutto per il
timore di essere giudicati. Le ragioni per cui le persone si
feriscono sono molteplici, ma va cambiato lo stereotipo
dell’adolescente turbato, emotivamente fragile e ribelle che
compie gesti estremi come e che quindi può anche
autolesionarsi.
L’autolesionismo è sia un modo per attirare l’attenzione, sia
un modo per dimostrare il disagio.
Infatti molti ragazzi si fanno del male per essere visti dagli
adulti che si prendono cura di loro, perché sono invasi dalle
loro emozioni, come la tristezza o l’ansia o forti stress e
recare danno al proprio corpo rappresenta un modo per
gestire queste emozioni vissute come intollerabili. Chi
utilizza l’autolesionismo in questo modo sostiene che farsi
del male li riporta in contatto con il loro corpo e con la
mente, come se fosse un modo per esprimere emozioni
indicibili, tenendole però sotto controllo. Quindi se
conoscete o se vi riconoscete in queste descrizioni non
esitate a chiedere aiuto o a mettervi in contatto con gli adulti,
quali insegnanti e genitori.
Nicolò Dario
Andrea Canovese
FRONTEGGIARE L’ANSIA A SCUOLA
Che cos'è l'ansia?
L’ansia rappresenta l’energia vitale che vuole venire a
contatto con la nostra consapevolezza, con la nostra
coscienza, col nostro Io che è forse troppo rigido.
Normalmente funge da richiamo per la nostra attenzione, ci
mette sul “chi va la” nelle situazioni di pericolo, ci orienta e
ci stimola a realizzare obbiettivi a volte indispensabili per la
vita stessa.
Ansia da interrogazione?
E' naturale che l'attesa di un'interrogazione o di un compito
in classe porti ansia, senso di nausea, perdita
dell’orientamento e, soprattutto, voglia di prendersela con il
mondo intero; a maggior ragione quando si tratta di materie
che per noi sono difficili e nelle quali non brilliamo come le
stelle del firmamento. Se vi siete riconosciuti in questa
descrizione, non abbiate paura, perché non siete i soli, e
quasi tutti i vostri compagni ne soffrono e condividono
questo destino con voi. Come ci si può mantenere freddi e
impassibili mentre il professore ci pone le domande che
tanto abbiamo temuto? Come facciamo a evitare il tremolio
nella voce, le mani che sudano senza controllo, e tutti gli
elementi che rendono visibili la nostra ansia da
interrogazione?
Gli esperti raccomandano comunque calma e tranquillità;
solo puntando su questi aspetti si potrà evitare di farsi
trovare impreparati e riportare un brutto voto esclusivamente
per fattori che nulla hanno a che vedere col nostro grado di
preparazione.
Per aiutarvi ulteriormente vi do sei utili consigli sperimentati
personalmente:
1. Evitate di ridurvi all'ultimo giorno (oppure notte) utile,
per studiare.
2. Cercate di mangiare leggero, almeno nelle ore
immediatamente precedenti l'interrogazione; infatti se avete
mangiato pesante il vostro sistema digerente sarà in
competizione col vostro cervello e tutto il lavoro che avrete
fatto per garantirvi una buona preparazione potrebbe
risultare vano.
3. Indossate abiti comodi, di quelli che potete anche
dimenticare di avere indosso.
4. Siate positivi. Non appesantitevi con lo stress, e
soprattutto pensate di fare un'ottima interrogazione; vi
aiuterà a tenervi carichi e a mantenere alta la concentrazione.
5. Evitate distrazioni. Non badate a quello che sta facendo il
vostro vicino di banco (nel caso di un compito in classe), di
quanto scrive veloce e di quante pagine abbia riempito.
Pensate solo a quello che è il vostro obiettivo.
6. Fate una pausa ogni qualvolta ne sentite il bisogno;
ovviamente questo lo potrete fare solo in caso di compito in
classe o esame scritto, mentre in caso di interrogazione orale
allora potrete optare per un respiro profondo e continuare a
parlare di fronte ai vostri compagni di classe.
Spero che con questi consigli io abbia potuto aiutarvi.
Filippo Tonello
Davide Giacometti
OGNI TRUCCO ALLA SUA ETA’….
A questa età le ragazze voglio apparire belle e pensano che
per fare questo occorra molto trucco, ma non è proprio vero.
Ovviamente dipende dalla situazione e dal trucco in sè.
Se hai la pelle molto chiara o
hai imperfezioni sul viso puoi
metterci della terra, ma
attenzione, deve essere
omogenea su tutta la faccia
altrimenti si noterà troppo.
Per la scuola non bisogna
esagerare con matita nera o
eyeliner per non dare troppo
peso all'occhio, ma bisogna
invece fare con il mascara
delle ciglia lunghe che
risaltino.
Se invece ci troviamo in una situazione in cui ci vuole un
trucco particolare che deve essere notato, è diverso: in
questo caso si può mettere un ombretto acceso e vivace su
tutta la palpebra mobile e un po' di mascara solo sulle ciglia
superiori.
Per quanto riguarda le labbra basta mettere un po' di
lucidalabbra o rossetto, ma non troppo rosso e non troppo
acceso, per non sembrare troppo eccessiva.
Non fatevi troppo influenzare da come si truccano le
vostre amiche, ragionate con la vostra testa e cercate il
trucco adatto al vostro viso.
Samantha Zornetta
Francesca Esposito
RECENSIONE
“Braccialetti rossi, 6 ragazzi fanno squadra in corsia”
Braccialetti rossi racconta l'ospedale dalla prospettiva di un
gruppo di sei giovani malati: la fiction di Rai Uno vuole
commuovere e dare speranza sulle note di grandi artisti come
Tiziano Ferro a Laura Pausini. L'asso nella manica? Gli attori
in erba...
Tutta la fiction italiana ambientata in corsia genera sempre
nel pubblico l'impressione di assistere ad un racconto di
fantascienza. Nel piccolo schermo, infatti, medici e
infermieri si comportano in maniera professionale e
dimostrano persino un senso etico al limite dell'eroismo. La
sanità nella Penisola, invece, resta lontana anni luce da
questa visione edulcorata e buonista.
In questa dicotomia si colloca Braccialetti rossi, in onda per
sei puntate nella prima serata di Rai Uno a partire da
domenica 26 gennaio, ispirata alla serie spagnola Polseres
Vermelles e poi trasformata nell'omonimo romanzo di
Albert Espinosa (Salani editore). Coprodotta da Rai Fiction
e Palomar, diretta da Giacomo Campiotti e sceneggiata da
Sandro Petraglia, vanta una colonna sonora (su etichetta
Carosello) composta da nove inediti di Niccolò Agliardi
interpretati, tra gli altri, da Francesco Facchinetti, e da
cinque canzoni di Vasco Rossi, Laura Pausini, Tiziano
Ferro, Emis Killa ed Emma Marrone.
La fiction è ambientata in un ospedale, dove ogni operazione
chirurgica viene contrassegnata da un braccialetto rosso: a
questa consuetudine s'ispira il titolo e da qui parte la storia di
Leo (Carmine Buschini), un adolescente a cui hanno
amputato una gamba in seguito ad un tumore. Il ragazzo
vive in corsia da oltre un anno ed è passato sotto i ferri sei
volte: "I braccialetti - dice - sono come i gradi". I suoi, però,
decide di condividerli con un gruppo di amici conosciuti
durante il periodo della degenza. Ogni compagnia che si
rispetti, gli viene spiegato, si basa su ruoli ben precisi e lui è
chiaramente il "leader". Ogni comandante ha bisogno del
suo braccio destro e Leo lo trova nell'ultimo arrivato, Vale
(Brando Pacitto), ricoverato per un tumore alla tibia che
comporta l'amputazione dell'arto proprio come è accaduto al
compagno di stanza/amico. Tra i due nascono subito
dinamiche di complicità ma anche di competizione, quando
conoscono Cris (Aurora Ruffino), l'unica "ragazza"
presente, affetta da disturbi dell'alimentazione. A loro si
uniscono lo scalmanato e ribelle Davide, il "bello" (Mirko
Trovato) e lo spassosissimo Toni (Pio Piscicelli), detto "il
furbo". Completa il quadro la voce narrante, un bimbo in
coma da 8 mesi dopo un incidente in piscina, Rocco
(Lorenzo Guidi), ossia "l'imprescindibile", il collante di
quest'amicizia singolare nata dalla malattia. Nonostante le
sofferenze, i protagonisti cercano di guardare il lato positivo
della situazione e sarà proprio questo legame a permettere
loro di superarle.
Una volta tanto - e per fortuna - gli adulti si limitano a fare
da spalla a questi giovani talenti molto promettenti, in grado
di reggere perfettamente la scena. Michela Cescon
interpreta Piera, la mamma di Rocco che s'improvvisa clown
per star vicina al bambino, Simonetta Solder dà il volto a
Nora, la mamma di Vale che prova a farsi forza davanti
all'operazione e soffre per la lontananza del marito
(Giampaolo Morelli), Laura Chiatti diventa Lilia, la
compagna del padre di Davide (Ignazio Oliva), Carlotta
Natoli indossa il camice della dottoressa Lisandri mentre
Vittorio Viviani è il nonno di Toni, un meccanico che tira a
campare con difficoltà. Va riconosciuto a Braccialetti rossi
il merito di averci provato, fino in fondo, avventurandosi in
un sentiero impervio e raccontando temi ancora tabù come la
malattia e la morte in maniera diversa.
Caterina Franceschini