Dalla responsabilità sociale di impresa all’impresa Prof.ssa Bandni.pdfCause related marketing...
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Gli istituti Masini Carlo 1960-70
Quandoun’a)vitàumanasisvolgeinforma«is6tuzionalmenteorganizzata»ossiasecondo
regolecodificateeconsolidateeconcomportamen6unanimementeacce<a6ponein
essereunis6tuto«perilraggiungimentodiunobie)vocomune”
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Le finalità Perchélepersonesiaggregano?
Persoddisfarebisognidisocialità
Perrealizzarefininona8uabiliconrisorseindividualiopiùconvenientemente
a8uabilidapiùpersoneinsieme
ISTITUTI Leproduzionieiconsumisia8uanoinisBtuB
Prof Mario Mazzoleni Lezioni di Economia Aziendale 5
ISTITUTO SODDISFANO INTERESSI DI
ATTIVITA’
FAMIGLIA MEMBRI AZIENDA DI CONSUMO, MOTIVI AFFETTIVI DI SICUREZZA, RIPRODUTTIVI
STATO e ENTI PUBBLICI CITTADINI STATO, COMUNI,REGIONI raccolgono contributi in modo coattivo e si sviluppano per realizzare un determinato modello politico della società erogando servizi di interesse collettivo
IMPRESE CONFERENTI DI CAPITALE DI RISCHIO E LAVORATORI
AZIENDA DI PRODUZIONE CON FINALITA DI PROFITTO
ISTITUTI NON FOR PROFIT ASSOCIATI, LAVORATORI e BENEFICIARI DELL’ATTIVITA
AZIENDE CON FINI DI NATURA NON ECONOMICA VOLTI A SODDISFARE INTERESSI DI RILEVANZA SOCIALE (PORTARE BENEFICI A DETERMINATI GRUPPI DI SOGGETTI)
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Lepersoneperloronaturafannopartedigruppi,partecipanocontemporaneamenteapiùsocietàumaneeilorobisognisonoinfluenzaBdatalecondizione
Le persone
LapersonasvolgeaEvitàeconomicanoncomefinemacomemezzoperrealizzarelepropriefinalità
L’analisieconomicaponelapersonaalcentrodell’a8enzione(MasiniLavoroerisparmio1978).
Fini degli istituti 4
• Esulano quindi dai fini dell’istituto tanto i beni per loro natura individuali, () Si avrebbe non un istituto, ma una subordinazione dei membri agli interessi personali di uno o più componenti, o una deviazione dalla struttura corretta di istituto e quindi dal bene supremo comune a tutti i membri.
• Il principio finalistico supremo della persona umana domina, determina e giustifica ogni principio: «(..) per questo ogni istituto (e dunque anche l’impresa) deve concorrere per molteplici vie alla promozione della persona umana».
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L’ azienda
”Sidefinisceaziendal’ordinestre<amenteeconomicodegliis6tu6ossial’insiemedegli
accadimen6economicidispos6adunitàsecondoleproprieleggi
E’partedell’is6tutoesvolgeunruolostrumentalerispe<oadessoconsentendoil
raggiungimentodellepropriefinalità
Una “buona azienda”
• Duratura • Gestita in maniera unitaria • Autonoma economicamente • Responsabile nei confronti dei portatori di
interesse interni ed esterni
Definizione di aziende non profit
È una forma organizzata dell’attività umana, la cui motivazione originaria nonché istituzionale è quella di:
trasformare la ricchezza in benessere sociale degli individui, ossia usare la ricchezza per soddisfare i bisogni della collettività. Ricchezza economica che viene generata altrove (proveniente da enti pubblici, soci, sostenitori, imprese) o nella anp stessa (ma in questo caso come fine secondario e non primario rispetto a quello del benessere sociale).
trasformare valori individuali (solidarietà, altruismo in valori economici (attività autosufficienti) e in valori sociali (risposta a valori giudicati rilevanti dalla comunità di riferimento).
Differenze
Rispetto alle aziende pubbliche (stato, comuni,regioni etc.) non sono pubbliche ma private, non raccolgono contributi in modo coattivo e non si sviluppano per realizzare un determinato modello politico della società
Rispetto all’impresa. Non hanno il fine di produrre profitto e remunerazioni per tutti i fattori di produzione (interessi particolari e privati) secondo i livelli del mercato
• alcuni rinunciano del tutto alla remunerazione (volontari, donatori, finanziatori etc.)
• altri accettano remunerazioni a volte inferiori a quelli di mercato (lavoro e capitali)
I SOGGETTI GIURIDICI CHE APPARTENGONO AL NON PROFIT
minor grado di formalizzazione maggior grado di formalizzazione
associazioni
non
riconosciute
organizzazioni di volontariato
L.266/91
Associazioni
Fondazioni
Coop. sociali
L. 381/91
fondazioni di partecipazione
fondazioni ex enti lirici L. 367/96 ex bancarie L.del.461/98 e D. lgs. 153/99
Responsabilità sociale
• È l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni di produzione e/o commercializzazione e nei loro rapporti con i portatori di interesse, consiste dunque in attività che testimoniano l’impegno delle aziende nei confronti della società e dell’ambiente al di là dei loro obblighi giuridici - Commissione Europea 2011
Responsabilità sociale
• Il termine sociale assume un significato diverso a seconda di chi sono i portatori di interesse: - azionisti, collaboratori, - la comunità e la società civile - Fornitori, clienti e ambiente in relazione ai
processi produttivi e commerciali
Gli interessi convergenti nell’impresa
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L’IMPRESA
PRESTATORI DI LAVORO CONFERENTI DI CAPITALE DI RISCHIO
CONFERENTI CAPITALE DI PRESTITO
AZIENDE DI ASSICURAZIONE
COLLETTIVITA’ LOCALE
ALLEATI ISTITUZIONALI CONCORRENTI CLIENTI
STATO
FORNITORI
Gli interessi convergenti nelle aziende non profit e cooperative
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ISTITUTO NON FOR PROFIT
SOCI FONDATORI E IMPRENDITORI SOCIALI
LAVORATORI DIPENDENTI
PERSONALE VOLONTARIO
FORNITORI E CLIENTI/COMMITTENTI
ALTRI ISTITUTI NON PROFIT ALLEATI E CONCORRENTI
CONFERENTI CAPITALE DI PRESTITO: FINANZIATORI
PRINCIPALI E MINORI
STATO: percepisce tributi, apporta contributi, legifera e
partecipa/coordina nella programmazione dei servizi
COLLETTIVITA’ E TERRITORIO
FRUITORI , BENEFICIARI DEI SERVIZI
SOCI LAVORATORI
ALTRE IMPRESE PRIVATE
Responsabilità sociale
• Logica del triple botton line secondo la quale l’impresa deve perseguire tre ordini di risultati: - Economici, sopravvivenza e sviluppo dell’impresa - Sociali in risposta alle attese dei collaboratori e delle
forze sociali esterne - Ambientali, equilibrio ecologico
tutto dipende anche dalla localizzazione, dal momento storico, settore di appartenenza e caratteristiche di base dell’impresa
Dominic Barton Global Managing Director di McKinsey & Co Capitalism for the long term post art. Porter:sharedholder
Tre proposte per salvare il capitalismo da se stesso:
• Abbandonare l’orientamento a breve termine per uno a lungo
• Passare da un orientamento alla massimizzazione del valore per gli azionisti a uno che tenga molto più conto degli interessi di tutti i beneficiari (portatori di interessa stakeholder)
• TEORIA DEL SHARE VALUE
Informale
Corrente
Sistematica
Innovativa
Dominante
• Codice etico • Bilancio di sostenibilità
• Mappatura delle attività aziendali e dei rischi connessi • Razionalizzazione delle attività verso la comunità
• Ricerca di sintesi socio-economiche • Prodotti a valenza socio-ambientale
• Realizzazione di sintesi socio-economiche: impresa sociale
Presa di coscienza della ineluttabilità
Volontà di concretezza
Tensione ideale
Ricerca del vantaggio
competitivo
Gli stadi di sviluppo: dalla CSR alla CSV
Tempo
Grado di integrazione
della CSR nella
strategia
• Iniziative occasionali a favore della comunità
SPINTE DEL VERTICE AZIENDALE
PER PASSARE ALLO STADIO SUCCESSIVO
TIPICHE MANIFESTAZIONI
da Collis, Montgomery, Invernizzi, Molteni: Corporate level strategy, McGraw-Hill, 2012
IL CAUSE RELATED MARKETING
• È un attività in cui imprese, organizzazioni non profit o cause di utilità sociale formano una partnership al fine di promuovere un’ immagine, un prodotto o un servizio traendone reciprocamente beneficio
• Un prodotto viene promosso in relazione ad una causa sociale a cui è collegato
• Si distingue dalle sponsorizzazioni sociali per la motivazione che spinge l’impresa a ricercare la partnership
• Nike “Live strong” http://youtu.be/Dw7WddXmRus
• Pepsi Commercial "Refresh the World“ http://youtu.be/eVAtOrXkA8U
• https://www.youtube.com/watch?v=LjjeHoJbv1Y
I benefici per l’impresa
1) Miglioramento dell’ immagine dell’impresa (es: campagna Valfrutta + WWF) anche attraverso l’utilizzo di testimonial eccellenti 2) Miglioramento notorietà del nome/marchio di un’impresa appena entrata sul mercato (es: Omnitel + WWF) 3) Miglioramento o creazione dell’immagine di un prodotto (es: Perfetti=Golia Bianca + WWF) 4) Creazione di un rapporto di fiducia con una comunità locale (es: Coop + Istituto Oncologico Romagnolo)
I benefici per l’impresa
5) Creazione o miglioramento d’immagine tra un target
specifico di consumatori (es: eukanuba +Lega per la difesa del
cane) 6) Riduzione effetti della pubblicità negativa
(es: Candeggina Ace + Legambiente)
7) Fidelizzazione e miglioramento dei rapporti interni e delle
motivazioni dei dipendenti
8) Differenziazione rispetto ai concorrenti
Cosa chiede l’impresa
A) Un partner con un’ottima immagine B) Un vero rapporto di partnership (fare insieme la campagna di comunicazione, attuarla, valutarla, ecc.) C) Progetti nuovi ed interessanti D) Professionalità e competenza dell’approccio E) Relazione positiva fra costi e ritorno (non solo in senso monetario ma anche in senso metaeconomico)
F) Visibilità della campagna (pubblicità, articoli, ecc.) G) Appropriatezza H) Continuità
I benefici per l’azienda non profit
Motivazioni economiche:
• Crescita economica e dimensionale
• fidelizzazione dei volontari
• Ampliamento numero donatori
CASI DI PARNERHIP TRA PROFIT E NON PROFIT COME ESPRESSIONE DELLA
RESPONSABILITA’ SOCIALE DI IMPRESA
• http://www.unicef.it/sostienici/aziende/partnership.htm
• http://www.fondazioneveronesi.it/la-fondazione/news-dalla-fondazione/langelica-e-fondazione-veronesi-insieme-una-migliore-qualita-della-vita/
Cause related marketing di transizione
• Nel CRM di transazione In questo caso l’impresa contribuisce all’attività dell’azienda non profit in base al fatturato derivante dalla vendita dei prodotti in cui viene promossa la causa. www.dixanperlascuola.it/pagine/pagina.aspx?&L=IT
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Il CRM di promozione
• La joint promotion o CRM di promozione della causa prevede l’utilizzo del prodotto commercializzato dall’impresa come mezzo per la trasmissione del messaggio o della causa sostenuta. • www.meyer.it/notizia_2.php?IDNotizia=5333&IDCategoria=1064
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Joint fund raising
• Nel joint fund raising l’impresa si pone come tramite tra i clienti-donatori e l’azienda non profit. Da parte sua l’impresa garantisce una propria elargizione liberale alla non profit, ma allo stesso tempo cerca di favorirne la raccolta fondi. • http://telethon.bnl.it/evento/2015/12/12/la-vittoria-passa-sempre-nelle-mani-del-compagno
Corsodilaureamagistralein
MANAGEMENTDELL’ECONOMIA
SOCIALE
Classediappartenenza:LM‐77‐SCIENZE
ECONOMICO‐AZIENDALI
Ilcorsoconsenteaglistudentidiconseguireunapreparazioneavanzataperricoprireposizionimanagerialiinimpresesociali,cooperativeedorganizzazioninonprofit,integrandoconoscenzenecessarieallagestioned'impresaconcompetenzeditipoeconomicoegiuridico.Coniugandolecompetenzeimprenditorialiemanagerialiconl’eticaelaresponsabilitàsociale.
OBIETTIVIFORMATIVI:
Consenteinoltreattivitàprofessionalidiconsulenzaesupportogestionaleperleimpresesociali,perleimpresecooperativeeperleorganizzazioninonprofit.
PROFILIPROFESSIONALI:
Managerequadronell’areamarketing,fundraising,comunicazione,controllodigestione,pianificazione,finanzainimpresesociali,cooperative,organizzazioninonprofit,ONG,Fondazioniepubblicheamministrazioni;
Espertodellostartupdinuoveimpresesocialiecooperative,comeimprenditoreoconsulenteinSocietàdiVenturecapitaledigestionedelmicrocredito.
→Settoridiintervento:socio‐sanitario,ambientale,tuteladeidiritticivili,culturale,assistenziale,infanzia,ricerca,promozionesocialeemicrocredito.
Workshopdell’economiacivile–¾WORKSHOPall’annoes.
• Environmental Challenges and Global Institutions: towards the Paris 2015 United Nations Climate Change Conference (27/10/15)
• Start up di imprese sociali e cooperative marzo 2016 • Crowdfunding e sharing economy febbraio 2016
EuropeanSummerSchoolonSocialEconomy‐luglio LegiornatediBertinoroperl’economiacivile‐ottobre
INIZIATIVESPECIFICHE
CollaborazioneconAICCON–AssociazioneItalianaperlapromozionedellaCulturadellaCooperazioneedelNonprofit
Workshopdeigiovanieconomisti‐giugno
INIZIATIVESPECIFICHEDELCORSO
Le Giornate di Bertinoro per l'economia civile, un momento di approfondimento e dialogo sul ruolo e le attività del Terzo settore, nonché un occasione di confronto significativo per diverse tipologie di soggetti che, con differenti approcci, trattano le tematiche in questione: Organizzazioni delle Società Civile (associazioni, findazioni, cooprative sociali, ecc), Università, Istituzioni e Imprese. Giunto alla sua XV edizione, l'evento quest'anno (il 9 e 10 ottobre 2015) è stato dedicato al tema «L’economia della coesione nell’era della vulnerabilità» e sulla “valutazione dell’impatto sociale”.