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A partire da questo numero la rivista verrà distribuita in edicola, e non più solo in oc- casione di mostre mercato che si svolgono in tutta Italia e per abbonamento. Speria- mo che molti lettori vorranno darci fiducia e ne apprezze- ranno i contenuti. Da parte nostra cercheremo di propor- re una scienza e una tecnica non solo da osservare ma an- che da praticare. Proporre una rivista come la nostra vuol dire occuparsi di scien- za dalla parte dell’appassio- nato che desidera una pub- blicazione con un deciso ta- glio pratico. Gli argomenti principali che intendiamo trat- EDITORIALE DA QUESTO NUMERO SIAMO ANCHE IN EDICOLA 1 tare, con possibili aggiunte, sono i seguenti: microscopia, astronomia, modellismo, mi- neralogia, scienze naturali, ottica, elettronica e didattica. Inoltre vorremmo raccontare di musei, aziende, manifesta- zioni e iniziative che possono essere di utilità a chi la scien- za e la tecnica le vive come hobby. Anche le associazioni e i gruppi legati agli hobby spesso faticano a far conosce- re le proprie attività. È nostra intenzione segnalare dove poter praticare il proprio hob- by, e dove poter incontrare al- tri appassionati di scienza e tecnica. Buona lettura. Massimo Roncati ABBONAMENTO Una rivista per gli hobby della scienza e della tecnica. Tante notizie su eventi, musei, associazioni, mostre scambio e mostre mercato. Articoli e approfondimenti su astronomia, mineralogia, scienze naturali, microscopia, modellismo. Calendario degli appuntamenti futuri più interessanti e particolari per il tuo hobby. Informazioni e indirizzi difficili da reperire e… molto di più! UNA PICCOLA RIVISTA A CUI VALE LA PENA ABBONARSI 4 numeri a 14,00 Pagamento: conto corrente postale 12176228 Intestato a: E.D. Elettronica Didattica, via Castelbarco 17; 23898 IMBERSAGO (LC)

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A partire da questo numerola rivista verrà distribuita inedicola, e non più solo in oc-casione di mostre mercatoche si svolgono in tutta Italiae per abbonamento. Speria-mo che molti lettori vorrannodarci fiducia e ne apprezze-ranno i contenuti. Da partenostra cercheremo di propor-re una scienza e una tecnicanon solo da osservare ma an-che da praticare. Proporreuna rivista come la nostravuol dire occuparsi di scien-za dalla parte dell’appassio-nato che desidera una pub-blicazione con un deciso ta-glio pratico. Gli argomentiprincipali che intendiamo trat-

EDITORIALE

DA QUESTO NUMEROSIAMO ANCHE IN EDICOLA

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tare, con possibili aggiunte,sono i seguenti: microscopia,astronomia, modellismo, mi-neralogia, scienze naturali,ottica, elettronica e didattica.Inoltre vorremmo raccontaredi musei, aziende, manifesta-zioni e iniziative che possonoessere di utilità a chi la scien-za e la tecnica le vive comehobby. Anche le associazionie i gruppi legati agli hobbyspesso faticano a far conosce-re le proprie attività. È nostraintenzione segnalare dovepoter praticare il proprio hob-by, e dove poter incontrare al-tri appassionati di scienza etecnica. Buona lettura.

Massimo Roncati

ABBONAMENTO

� Una rivista per gli hobby della scienza e della tecnica.� Tante notizie su eventi, musei, associazioni, mostrescambio e mostre mercato.� Articoli e approfondimenti su astronomia,mineralogia, scienze naturali, microscopia, modellismo.� Calendario degli appuntamenti futuri più interessantie particolari per il tuo hobby.� Informazioni e indirizzi difficili da reperire e… molto di più!

UNA PICCOLA RIVISTA A CUI VALE LA PENA ABBONARSI

� 4 numeri a € 14,00

Pagamento: conto corrente postale 12176228Intestato a: E.D. Elettronica Didattica,via Castelbarco 17; 23898 IMBERSAGO (LC)

L’HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA

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L’HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICATrimestrale Anno I numero 3 - Settembre-novembre 2006

Iscritto al Tribunale di Lecco, n∞ 1/06 del 3 febbraio 2006

Editore: E.D. Elettronica Didattica, via Castelbarco, 17 23898 Imbersago (LC)

Direttore responsabile: Massimo RoncatiHanno collaborato a questo numero: Duilio Curradi, Pietro Di Lorenzo,Laura Fratello, Pasquale Grossano, Stefano Guarise, Simona Guioli,Alberto Monico, Massimo Roncati, Fabrizio Sbrugnera, Giovanni Pietro Sini,Marco Spiga, Luigi ViazzoImmagini: Duilio Curradi, Laura Fratello, Pasquale Grossano, Alberto Monico,Massimo Roncati, Fabrizio Sbrugnera, Marco Spiga, Paola Valli, Luigi Viazzo

Progetto grafico: Luigi ViazzoVideoimpaginazione: Fo(u)r Press, via Parini 6, ComoCoordinamento redazionale: Giovanna Galeazzi, Alessandra GerosaRedazione: E.D. Elettronica Didattica, C.P. 87, 23898 Imbersago (LC)

Tel - Fax 039/9920107 [email protected]

Distribuzione: Italian Press S.r.l., via G. Falcone, snc - loc. Bariana 20024 Garbagnate Milanese (MI)

Tel. 02/9944991 www.italianpress.it

Copia singola: € 3,50Abbonamento annuale per l’Italia: 4 numeri € 14,00Pagamento: c/c postale 12176228Intestato a: E.D. Elettronica Didattica, via Castelbarco, 17

23898 Imbersago (LC)

Stampa - Tipografia litografia A. Scotti S.r.l. - Cornate d’Adda (MI)

La redazione accetta articoli e collaborazioni riservandosi il diritto di adattaree riassumere i testi. Ogni tipo di materiale non richiesto inviato alla redazionenon verrà restituito anche se non pubblicato.La redazione declina ogni responsabilità per eventuali danni derivantidall’uso non corretto delle informazioni e tecniche descritte nella rivista.I prodotti o marchi citati negli articoli sono dei rispettivi proprietari.L’editore è disponibile a riconoscere il copyright di testi o immaginiai rispettivi titolari che non è stato possibile individuare.

Legge sulla privacyI dati forniti per ricevere la rivista saranno utilizzati solo dall’editoreesclusivamente per l’eventuale invio di informazioni sulle proprie iniziative.La società E.D. Elettronica Didattica titolare del trattamento degli stessigarantisce il diritto di consultazione, modifica e cancellazione.Per informazioni scrivere a:E.D. Elettronica Didattica - via Castelbarco, 17 - 23898 Imbersago (LC).

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PALEONTOLOGIA, MINERALOGIA, ZOOLOGIA,BOTANICA DEGLI APPENNINI

IL MUSEO DI SCIENZE NATURALI DI VOGHERA

La storiaIl Museo di Scienze Naturalidi Voghera nacque nel 1971quando un gruppetto di ami-ci, appassionati di paleon-tologia e mineralogia, acco-munò le proprie collezioni alfine di renderle visibili a tutti.Venne fondato il GruppoG e o - P a l e o n t o l o g i c oVogherese il quale iniziò adivulgare la conoscenza deiminerali e dei fossili e fornireun supporto didattico al mon-do scolastico vogherese.I primi anni furono sicuramen-te i più difficili; anche il Pro-fessor G. Pinna collaborò coni soci del Gruppo alla realiz-zazione del museo, e sicura-mente le sue idee furono fon-damentali per lo sviluppodi questa struttura. Nel 1978il museo era praticamente fi-nito, le sale espositive eranoorganizzate in modo innova-tivo e, sicuramente, per l’epo-ca, all’avanguardia. Solo in-torno agli inizi degli anni ’80il museo divenne civico, inquanto tutto il materiale ven-ne donato al Comune diVoghera; la gestione del mu-seo restò però al Gruppo.

Il museo oggiRecentemente, vista anche lanuova normativa in ambito

museale, il personale delmuseo è svincolato dal Grup-po, anche se rimane fonda-mentale la collaborazione conquesto (e con altri gruppi). Sipensi per esempio alla pre-ziosa collaborazione offertaper l’attività didattica dall’as-sociazione naturalistica“La Pietra Verde”. Questiultimi anni sono stati fonda-mentali per il museo, ancheperché è passato dall’apertu-ra solo su prenotazione, aun’apertura di 12 ore settima-nali e, dal 2004, a un’apertu-ra di 25 ore settimanali.Il museo è presente anche sulterritorio in quanto da unaparte sta portando avanti dueprogetti importanti con l’Uni-versità di Pavia e con la Re-gione Lombardia e dall’altrasvolge una grande azione dididattica e di divulgazione.I progetti citati riguardano peresempio il monitoraggio del-la presenza del lupo inAppennino, attività che richie-de sia una conoscenza accu-rata del territorio sia una pre-parazione specifica deglioperatori.Recentemente il museo è sta-to nuovamente inaugurato, inquanto, a seguito dei lavori diristrutturazione dell’edificio, ilpercorso espositivo è stato

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modificato, aggiornato e am-pliato. In particolare, sonostate inaugurate anche lasala di zoologia e quella dibotanica e per tutte le sezio-ni si sono allestite vetrine le-gate agli aspetti generali evetrine legate al materialereperito in zona.

Le sezioniLa prima sezione a essereattivata fu quella di paleon-tologia, comprendente unaparte introduttiva e altre duedove sono ancora esposti iresti fossili di invertebrati e divertebrati provenienti dal ter-ritorio. Anche se non manca-no reperti provenienti da tut-to il mondo, è importante ri-cordare che i musei localihanno come fine primario, alpari della didattica, la valo-rizzazione del territorio.Tra questi reperti alcuni sonosicuramente degni di nota.Per esempio l’omero di ple-siosauro trovato nelle vici-nanze di Zavattarello (PV); sitratta dell’unico resto appar-tenente a questi grandi rettilimarini mesozoici, trovato inItalia (fatta eccezione per al-cune vertebre descritte nel1884 e trovate a Cesura, inprovincia di Vicenza, ma maipiù citate). Altro resto moltoimportante è il cranio femmi-nile di megacero provenien-te dalle alluvioni quaternarie

padane: questo cranio appar-teneva a un grande cervo oraestinto, i cui maschi avevanopalchi larghi più di tre metri.Altra peculiarità è il frammen-to di palco appartenente aun tipo di alce ora estinto,detto “dai lunghi palchi”, pro-veniente sempre dai depositidalle alluvioni quaternariepadane. La segnalazione diquesta specie in questa zonaè particolare per due motivi:il primo è che è la segnala-zione più a Sud di tutta Euro-pa (probabilmente questi ani-mali non hanno mai oltrepas-sato il Po), secondo perchéin Italia è stata segnalata, aparte in questa zona, solo aRanica (BG).Oltre alle raccolte paleon-tologiche sono state allestitealtre sale dedicate per esem-pio alla mineralogia, collezio-ne incrementata anche di re-cente da una cospicua dona-zione di materiale.La sala dedicata alla zoolo-gia vanta di una considere-vole collezione ornitologi-ca, arricchita di recente connuove e importanti donazio-ni; si possono osservarefenicottero rosa (Phoeni-copterus roseus), aironecenerino (Ardea cinerea),tarabuso (Botaurus stellaris)e innumerevoli anatidi; rapa-ci diurni come l’aquila di mare(Haliaeetus albicilla), la

IL MUSEO DI SCIENZE NATURALI DI VOGHERA

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poiana (Buteo buteo) e ilgheppio (Falco tinnunculus),o notturni come il gufo comu-ne (Asio otus), la civetta(Athene noctua), l’assiolo(Otus scops) o il barbagianni(Tyto alba); e ancora, picchioverde (Picus viridis), martinpescatore (Alcedo atthis) enumerosi limicoli come il ca-valiere d’Italia (Himantopushimantopus), la pavoncella(Vanellus vanellus), il pivieredorato (Pluvialis apricaria), lapivieressa (Pluvialis squa-tarola) e il combattente(Philomachus pugnax).In questa sala si possono os-servare altri vertebrati comepesci, anfibi e rettili conser-vati sotto alcool e mammife-ri imbalsamati, tra cui tasso

(Meles meles), volpe (Vulpesvulpes), faina (Martes foina);parte di questa sala è dedi-cata agli invertebrati: piccoliscorpioni, gamberi d’acquadolce, molluschi e insetti.Inoltre, all’interno del museo,è possibile visitare una saladedicata alla botanica, di re-cente realizzazione e ancorain fase di miglioramento; inquesta sezione è possibileavvicinarsi al mondo vegeta-le scoprendo quali speciepopolano il territorio dell’Ol-trepo pavese.

La bibliotecaÈ molto importante ricordareche, dall’anno di fondazionedi questo museo, annualmen-te viene pubblicata la rivista“Quaderni”.Questa pubblicazione riportaarticoli a taglio scientifico ine-renti il territorio locale.Dal 2003 è stato nominatoanche un comitato scientificoche ha il compito di valutaregli articoli prima della loropubblicazione, al fine di divul-gare solo notizie attendibili econtenuti di un certo livello.Questa rivista è data in scam-bio ai musei di tutto il mondo;attività che ha permesso allabiblioteca del museo di arric-chirsi di quasi duecento titoliprovenienti periodicamenteda tutto il mondo.

Simona Guioli

IL MUSEO DI SCIENZE NATURALI DI VOGHERA

Orari di apertura:� martedì: 9,15-12,30;14,00-17,00� mercoledì: 9,15-12,30� giovedì: 9,15-12,30;14,00-17,00� venerdì: 9,15-12,30;14,00-17,00� sabato: 14,00-17,00Ingresso gratuito. Visiteguidate su prenotazione(2 € a persona; 1 € pergruppi di almeno 15 persone).Per informazioni:via Gramsci, 1;27058 Voghera (PV)tel. 0383/[email protected]

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LE DIATOMEE

VIAGGIO ALLA RICERCADELL’INFINITAMENTE PICCOLO

In questo articolo dedicatoalle diatomee inizieremo atrattare un argomento partico-larmente affascinante: l’os-servazione al microscopiodi queste straordinarie algheunicellulari.Aiutandoci con un contagoc-ce facciamo un prelievo d’ac-qua e fango dal fondo delnostro barattolo, contenenteil campione che abbiamo de-ciso di osservare, preoccu-pandoci di aspirare anche unpo’ di sedimento. Poniamouna goccia abbondante diquesta fanghiglia al centro diun vetrino portaoggetti e co-priamo il tutto con un vetrinocoprioggetto.Se la quantità d’acqua è trop-po scarsa aggiungiamonemezza goccia a lato del vetri-no coprioggetto; se invece ètroppo abbondante basta av-vicinare un lembo di carta dacucina a lato del vetrino

coprioggetto per togliernel’eccesso.

Con l’obiettivo 4xMettiamo ora il nostro vetri-no sul tavolino del microsco-pio e iniziamo l’osservazionecon l’obbiettivo 4x. Compie-re un’indagine a largo cam-po del vetrino è fondamen-

Didymosphenia Obiettivo PL 60x proiezionedi oculare 10x foto CanonEos 300D.

Per saperne di più� Sulle diatomee, vedigli articoli “Meraviglie almicroscopio”, pubblicatosul numero 1 di marzo2006, e “Meraviglieal microscopio a portatadi mano”, pubblicato sulnumero 2 di giugno 2006di questa rivista.

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LE DIATOMEE

tale... e non mancheranno lesorprese! Anellidi, para-meci, copeopodi, rotiferi,larve, hydra, amebe e altreforme viventi comincerannoa svelare la loro morfologiae continueranno la loro vitaignare di trovarsi fra due ve-trini da microscopio.Anche le forme vegetali co-minceranno a rivelare la loroforma. Spirogire e closte-rium già con un obiettivo 4xsaranno perfettamente visibilie cominceremo a scorgere

anche le diatomee. Le dia-tomee ci appariranno comedelle barchette che si muo-vono avanti e indietro, cam-biando repentinamente laloro direzione senza alcunoschema.

Con gli obiettivi 10x e 25xPassiamo ora a osservare ilnostro prelievo con l’obietti-vo 10x e successivamentecon il 25x.Man mano che l’ingrandi-mento aumenta, anche laquantità dei dettagli osserva-bili cresce e ci accorgeremodell’esistenza di altre formedi vita, che prima erano deltutto invisibili.

Hantzschia amphioxysObiettivo PL 60x proiezionedi oculare 10x foto CanonEos 300D.

I FOSSILI PIÙ ANTICHI: SONO LE STROMATOLITI AUSTRALIANELE PRIME TRACCE DI VITA SULLA TERRA

Risalirebbero a oltre 3 miliardi d’anni fa i più antichi fossiliesistenti sulla Terra. Si tratta delle stromatoliti australiane,strutture fossili di forme varie.La ricerca pubblicata su “Nature” ha evidenziato, attraversolo studio di 7 differenti tipi di stromatoliti, la loro origineorganica.

“Nature”, 441www.nature.com

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Non perdersi nell’acquaDurante le osservazioni almicroscopio è facile perdersiin una goccia d’acqua; attrat-ti da strane forme viventi e dalloro aspetto curioso i minutipassano velocemente, così ilsottile strato d’acqua intrap-polato fra i due vetrini, eva-porando, lascia spazio all’ariae il peso del sottilissimocoprioggetti incomincia aschiacciare alcuni organi-smi. Per far in modo che que-sto non accada, teniamosempre a portata di mano ilbarattolo del prelievo da ana-lizzare ed eventualmente ag-giungiamo, con la tecnica so-pra descritta, dell’acqua percompensare quella evapora-ta e continuiamo con entusia-smo la nostra piccola avven-tura nel microcosmo.

Alcune caratteristicheTorniamo ora alle diatomee esoffermiamoci a osservarlenel loro aspetto.

LE DIATOMEE

100 diatomee; preparazione di Claus KempCampo scuro - Obiettivo PL 4x proiezione di oculare 10xfoto canon eos 300D.

Possiamo notarne diversecaratteristiche.Il colore che va dal verdeal bruno rappresenta ilprotoplasma cellulare cheassicura tutte le funzioni vi-tali della cellula, dal proces-so fotosintetico al movimen-to della stessa, e il gusciosiliceo trasparente che locontiene.Notiamo anche la differenzadi forma fra le diverse spe-cie: alcune sono fatte a bar-chetta, altre a guscio di noce,altre ancora sono immobili esembrano ruote d’un carro.Non è detto, però, che ciòaccada: a volte si ha la “sfor-tuna” di trovare un’unica spe-cie nel prelievo da noi fatto;ciò rende impossibile rendersiconto della biodiversità cheho descritto sopra ma nonrende certamente meno inte-ressante questo viaggio nel-l’infinitamente piccolo chetanto ci attrae.

Alberto Monico

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LE SUCCULENTE

RIDUZIONE DELLE PERDITEE CONVERGENZA

La riduzione delle perditePer ridurre l’emissione di va-pore acqueo dalla superficiedella pianta, vi sono alcuniadattamenti principali.� Ispessire la cuticola. Sitratta di uno strato sottile sen-za struttura cellulare, che ri-copre la parte superficiale ditutte le piante (epidermide),la quale è formata invece daun singolo strato di cellule. Lacuticola ispessisce la sola pa-rete esterna delle cellule, e ilsuo spessore varia da spe-cie a specie.� Ridurre la superficie to-tale della pianta. General-mente questo è ottenuto eli-minando le foglie, o piutto-sto riducendole a spine(queste sono costituite datessuto morto, privo d’ac-qua, e servono a difenderela pianta dagli erbivori).Spesso vengono eliminatianche i rami, per cui la pian-

ta si riduce a un troncocolonnare o globoso (cactuse affini). Quando sono ridottianche i rami, questi ultimi sipossono presentare come“arèole”, cioè piccole protube-ranze coperte di peli o di spi-ne. Frequenti sono anche icasi di nanismo, cioè di ridu-zione generale delle dimen-sioni della pianta.Dove le foglie sono ridotte oassenti, il tessuto clorofillianodeve trovarsi nei rami o neifusti, poiché nessuna piantanon parassita può rinunciarealla fotosintesi.� In certi casi in cui sono car-nose le foglie e ridotto il fusto(per esempio Lithops eFenestraria), le foglie sonointerrate tranne che per lasuperficie superiore o per lapunta, e quindi sono pocoesposte all’atmosfera.� In altri casi (per esempioMammillaria), la pianta è ri-coperta da un fitto feltro dipeli (“tomento”) che riduce laventilazione sull’epidermide.� Qualche volta, le minutissi-me aperture dell’epidermide,attraverso cui la pianta respi-ra e assorbe l’anidride car-bonica (“stomi”), sono allog-giate in piccole “cripte”, cioècavità rientranti, piccole

Per saperne di più� Questo articoloè la continuazionedi “Le piante succulente:una sfida della natura”,pubblicato sul numero 2di giugno 2006di questa rivista.

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LE SUCCULENTE

infossature nella superficiedella foglia, che le proteggo-no dal vento e riducono la di-spersione del vapore acqueo.� In altri casi, viene ridottal’esposizione al sole dellefoglie, le quali si orientano inmodo da offrire al sole stes-so la minima superficie: nel-le regioni equatoriali, dove ilsole è a picco, la disposizio-ne delle foglie può essereverticale (Eucalipto, certespecie di Acacia, eccetera).Per inciso, notiamo che le fo-glie di Fenestraria, interratecome è stato detto, e di for-ma più o meno cilindrica,mostrano una disposizionecaratteristica del tessuto ver-de fotosintetico (“parenchimaclorofilliano”) sotto forma distrato periferico; l’interno del-la foglia è invece occupato dauna colonna di tessuto acqui-fero trasparente.Questa colonnina affiora al-l’apice superiore della fogliainterrata, cioè si affaccia allaluce del giorno e si comportacome una guida di luce tra-sportando la luce solare ver-so l’interno, cioè verso il tes-suto clorofilliano.

La “convergenza”In biologia, si chiama “conver-genza” la presenza di carat-teri simili in specie nonapparentate, cioè apparte-nenti a gruppi diversi nella

classificazione. I caratteri si-mili o “convergenti” non na-scono a caso: sono l’effettodi un adattamento delle variespecie alle stesse condizioniambientali. (Più difficili sonole condizioni ambientali, piùspinti saranno gli adattamentie più appariscente la conver-genza.) Le specie convergen-ti abitano quindi nello stessotipo di ambiente.Se un ambiente è “facile”, nelsenso sopra detto, molte spe-cie diverse possono occupar-lo, senza particolari adatta-menti. Invece, negli ambientidifficili, gli adattamenti sonopiù forti e comuni a molte spe-cie, e quindi le convergenzepiù frequenti.Fra gli animali, un esempiobanale di convergenza èquello dei grossi nuotatorimarini, che assumono formeesterne simili per l’adatta-mento al nuoto: grossi pesci,anche primitivi, come glisquali; uccelli, come i pingui-ni; mammiferi come le lontre(ancora con vere zampe);

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LE SUCCULENTE

Pinnipedi (foche, con zampetrasformate in pinne); Cetacei(delfini, per esempio, privi dizampe posteriori). Quello del-le piante succulente è un ti-pico caso di convergenza,in cui i caratteri comuni diadattamento sono quelli so-pra elencati: anche il loroaspetto esterno è spesso as-sai simile.Eppure, vi appartengono spe-cie provenienti da famiglie di-versissime. Qualcuna di que-ste famiglie è formata in pre-valenza da specie succulen-te (per esempio Cactacee edEuforbiacee); ma altre fami-

CON LA SPETTROSCOPIA IR È POSSIBILE MISURARE L’ETÀ DEL LEGNO

La spettroscopia IR viene usata su vasta scala nell’industria enella ricerca per le analisi chimiche. Nuovo è l’uso per misurarel’età del legno. Le molecole presenti nel legno assorbono i raggiIR emessi dallo spettrofotometro se oscillano alla stessafrequenza. Lo spettro che mostra questo assorbimento, coni suoi picchi e valli, è come un’impronta digitale della sostanzain esame. La modifica di una molecola o di un gruppodi molecole, per esempio per processi di invecchiamento,può evidenziarsi in un’alterazione nelle intensità di assorbimentoe in uno spostamento delle frequenze. L’età del legno vienedeterminata confrontando questi spostamenti con spettridi datazione certa.

Per informazioniMuseo d’Arte e Scienzavia Q. Sella, 4 - 20121 Milano

info@museoartescienza.comwww.museoartescienza.comwww.spectroscopyforart.com

glie sono in prevalenza “nor-mali” e presentano solo po-che specie o generi succulen-ti (per esempio Liliacee:Gasteria; Vitacee: Cyssus).Spesso, solo i caratteri del fio-re permettono di riconoscerela posizione sistematica diuna succulenta.La capacità di resistere aldisseccamento rende le pian-te succulente assai facili dacoltivare; la stravaganza e lavarietà delle loro forme e lacapacità di produrre fiori digrandi dimensioni le rendonopoi molto gradevoli.

Giovanni Pietro Sini

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LE LENTI D’INGRANDIMENTO

UTILIZZO PRATICO DELLE LENTIPER LE DIVERSE NECESSITÀ

La possibilità di poter sce-gliere tra un’ampia gamma dilenti d’ingrandimento nonrispecchia solamente unasemplice esigenza di mar-keting da parte dei produtto-ri. Esistono infatti svariatimodelli di lenti d’ingrandimen-to perché sono molto diffe-renti le necessità di utiliz-zo delle stesse. Il breve elen-co proposto cerca di evi-

Per saperne di più� Sulle lentid’ingrandimento vedil’articolo “La lented’ingrandimento: unostrumento utile e curioso”,pubblicato sulnumero 1 (marzo 2006)di questa rivista.

Lente con impugnaturae grossi diametriAdatta per la lettura di sigle,osservazioni di quadri.Pochi ingrandimenti.Distanza di osservazionedell’oggetto 20 - 30 cm.

denziare quali sono i tipi dilenti più adatte in base ai di-versi utilizzi.

Lente con impugnatura egrossi diametri (vedi a sini-stra): sono lenti con diametrida 50 a 130 mm con relativobordo e dotate di manico inlegno o plastica.Spesso quando ci si riferiscea una lente classica si vuoleindicare proprio quest’ogget-to. È ideale per osservareparticolari che non necessita-no di molti ingrandimenti (da2x a 4x).

Lente con impugnatura epiccoli diametri: si tratta dilenti con diametro da 10 a 30mm. Hanno molti ingrandi-menti (da 10x a 20x).Spesso sono dotate di illumi-nazione.

Lente con impugnaturae piccoli diametriAdatte per osservazioniprecise di insetti, fiori, piccoliparticolari.Distanza di osservazionedell’oggetto 2 - 5 cm.

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LE LENTI D’INGRANDIMENTO

Lente con struttura e gros-si diametri (vedi a fianco):sono lenti dotate di strutturebasculanti da inserire sumorsetti o con piedistallo.Il diametro varia da 50 a 130millimetri.Possono essere anche dota-te d’illuminazione. Si presta-no a essere impiegate per la-vori di lunga durata come icontrolli di qualità o assem-blaggi di parti minuscole.

Contafili (vedi in basso a si-nistra): in origine erano im-piegati nel settore tessile, daqui il nome, in seguito sonostati usati nell’industria grafi-ca e per la visione di superfi-ci piane.

Lente con strutturae grossi diametriAdatte per modellismoe per osservazionidi oggetti interi.

ContafiliAdatto per la visionedi superfici pianeIngrandimenti: da 2x a 10x.

Lenti per filateliae lettura di mappeIngrandimenti: da 2x a 8x.Diametri: da 30 a 80 mm.

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LE LENTI D’INGRANDIMENTO

Lenti per esperimentidi otticaLenti per uso didattico montatesu supporto.

UNA RIVISTA EUROPEA PER L’INSEGNAMENTO DELLA SCIENZA

È disponibile la prima rivista pluridisciplinare rivolta agliinsegnanti europei di materie scientifiche. “Science inSchool” nasce con l’obiettivo di promuovere l’insegnamentodelle materie scientifiche attraverso un approcciointerdisciplinare. La necessità di proporre forme innovatived’insegnamento, la possibilità di avere dei momenti dicomunicazione e scambio, dove gli insegnanti di scienzeriescono a condividere le proprie esperienze, sono alcunidegli aspetti che rendono questa rivista un’iniziativaimportante. Le scienze escono dai laboratori di ricerca edentrano nelle aule scolastiche. Interviste a giovani scienziati,divulgazione di recenti scoperte scientifiche, materialididattici e progetti educativi sono parte degli argomentitrattati da “Science in School”, oltre alla presentazione dieventi dedicati agli insegnanti. La rivista è disponibilegratuitamente on line. Gli articoli sono pubblicati in moltelingue europee mentre una versione su carta è in inglese.On line vi è anche un forum di discussione.

Per informazioniwww.scienceinschool.org [email protected]

Lenti per filatelia e letturadi mappe (vedi pagina pre-cedente): sono lenti autoillu-minanti in quanto vengonocostruite in modo da racco-gliere la luce circostante.Sono utilizzate per osserva-re retini fotografici, testi, ca-ratteri, carte geografiche,francobolli e banconote.

Lenti per esperimenti di ot-tica: hanno distanze focaliben definite, montate su sup-porti stabili e con la possibili-tà di ruotare. Vengono utiliz-zate anche con banchi ottici.

Massimo Roncati

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LE MISURE IN MICROSCOPIA

COME FAREPER MISURARE UN CAMPIONE

Vi siete mai chiesti che di-mensioni hanno i campioniche state osservando, e se èpossibile misurarli?Spesso i dettagli di un vetri-no sono visibili solo a forte in-grandimento, quindi non pos-siamo usare un righello percapire quanto è lungo ciò chestiamo osservando.Per una misurazione precisaservirebbero strumenti ade-guati, e in qualche caso an-che molto costosi; possiamobasarci su un semplice con-fronto con oggetti di cui già co-nosciamo le dimensioni, sen-za spendere un centesimo.

Il metodo del confrontoQuesto metodo consiste nelmisurare l’ampiezza del cam-po visivo del microscopio (ov-

MICROCOSMO ITALIA: L’UNICA MAILING LIST ITALIANAPER GLI APPASSIONATI DI MICROSCOPIA

Nata nel febbraio 2004 “Microcosmo Italia”è la mailing list di Yahoo dedicata al microscopioe al suo utilizzo. Ha circa 80 iscritti pronti ad aiutarechi è alle prime armi.Gli argomenti trattati sono vari: microrganismiacquatici, botanica, istologia animale,tecniche d’illuminazione, modifica e autocostruzionedi strumenti.Sono permessi anche messaggi commercialiper tenere aggiornati e informati gli iscrittisulle novità e possibili offerte o sconti.Il moderatore della mail list è Alessandro Bertoglio,esperto microscopista e studioso di diatomee.

Per informazionihttp://groups.yahoo.com/group/microcosmo_italia/

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LE MISURE IN MICROSCOPIA

Carta millimetrata,ingrandimento 70x.Si distinguono quasiinteramente due quadratida un millimetro.

Cellule di epidermidedi cipolla,ingrandimento 70x.Si contano circa seicolonnine verticali di cellule.

IL METODO DEL CONFRONTO IN PRATICA

Supponiamo di voler misurare il diametro delle cellule del-l’epidermide di cipolla.Le cellule saranno tutte parallele e attaccate tra loro, e occu-peranno l’intero campo visivo.

Nella figura della carta millimetrata (qui sotto a destra), ilcampo visivo si estende in orizzontale per circa due millime-tri. Allo stesso ingrandimento, osservando l’epidermide di ci-polla (qui sotto a sinistra), riusciamo a distinguere circa seicellule, l’una accanto all’altra.Dividendo semplicemente il diametro del campo visivo per ilnumero di cellule, otteniamo con buona approssimazione ildiametro di una singola cellula:

2 mm : 6 cellule = 0,333 per ciascuna cellula

Questo significa che ciascuna cellula ha un diametro corri-spondente circa a un terzo di millimetro.

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vero l’area del vetrino che èvisibile, volta per volta, all’in-terno dell’oculare) a ciascuningrandimento disponibile. Separagoniamo l’ampiezza delcampo visivo al campione chevogliamo misurare, potremoavere un’idea di quanto siagrande l’oggetto (o la porzio-ne di oggetto) che stiamo os-servando. Procuratevi un pez-zo di carta millimetrata di al-meno 1cm x 1cm, e montate-lo in un vetrino con una goc-cia d’acqua. Ora osservate lacarta millimetrata all’ingressopiù basso. Contate quantiquadratini da 1 mm ci sono,sia in orizzontale sia in verti-cale, nel vostro campo visivo.Ripetete questa misura per gli

altri ingrandimenti che avetea disposizione, e annotate inuna piccola tabella questemisurazioni. Con un po’ di fan-tasia, questo metodo si puòapplicare quasi a ogni misu-razione; non è necessario chegli oggetti da contare occupi-no tutto il campo visivo. Se riu-scite a immaginare quantevolte un oggetto dovrebbeessere ripetuto per riempire ilcampo visivo, riuscirete adavere un’idea delle sue di-mensioni. Se, per esempio,un capello occupa un terzodel campo visivo, il suo spes-sore sarà uguale a un terzodel diametro del campo visi-vo a quell’ingrandimento.

Pasquale Grossano

SCIPIONYX SAMNITICUS È IL NOME SCIENTIFICO DEL PRIMODINOSAURO ITALIANO, IN MOSTRA A MILANO

È possibile visitare fino al 5 maggio 2007 al Museo Civicodi Storia Naturale di Milano la mostra “Un piccolo grandedinosauro”. Si tratta del fossile originale del primo dinosauroitaliano ritrovato a Pietraroia in provincia di Benevento. “Ciro”,così è soprannominato questo cucciolo di dinosauro, lungosolo 23 cm, il quale ha alcune caratteristiche che lo rendonounico. È un fossile ottimamente conservato con ben evidentipersino gli organi interni. Appartiene a una nuova specie ed èil fossile di un cucciolo di dinosauro. In visione per la primavolta al Museo Civico di Storia Naturale di Milano: una mostrada non perdere!

Per InformazioniMuseo Civico di Storia NaturaleCorso Venezia, 55Milano

LE MISURE IN MICROSCOPIA

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LA METEOROLOGIA

STAZIONI BAROMETRICHEE COLLEGAMENTO AL PC

Tra le molteplici argomen-tazioni, quando ci si trova traamici, sicuramente quella diparlare delle condizioni me-teo è molto in voga. General-mente la discussione non vaoltre il semplice dato dellatemperatura minima o mas-sima raggiunta, o alle previ-sioni meteo viste in Tv.Esiste però una categoria diappassionati che si interessaa questo argomento con veraprofessionalità e con argo-mentazioni di carattere squi-sitamente tecnico per veriaddetti al settore.A testimoniare che l’interes-se verso la meteorologia in-contra il favore di moltissimepersone ci sono numerosiforum e siti Internet che trat-tano esclusivamente di feno-meni meteorologici.Due sono i motivi che, a no-stro avviso, hanno contribui-to ad allargare il numero dihobbisti di questa interessan-te scienza: la già citata reteInternet e la diffusione in com-mercio di apparecchiaturepiù o meno sofisticate aprezzi abbordabili.Lontano è ormai il tempo incui gli appassionati di meteo-rologia dopo aver raccoltometicolosamente e trascrittosu carta i dati raccolti dagli

strumenti se li scambiavanoa voce per telefono. Oggi siparla di Forum on line, portaliinternet, Blog, News Group,News Letter, eccetera. Sonoquesti i mezzi con cui vengo-no scambiati dati, opinionitecniche e quant’altro tratti daquestioni meteorologiche.

L’apparecchiatura di baseEsaminiamo più in dettagliola composizione delle appa-recchiature tecniche per ve-derne le funzioni e capirne lepotenzialità.Possiamo trovare dal sempli-ce barometro con termome-tro e igrometro a uso percosì dire casalingo, a stazio-ni meteo semi-professiona-li interfacciabili al PersonalComputer in grado di crearepagine web e scaricare auto-maticamente i dati misurati inInternet.Generalmente il kit è compo-sto da una base centrale eda un insieme di sensori daporre all’esterno, il collega-mento tra la base e i sensoripuò essere con o senza filo,in quest’ultimo caso si parladi trasmissione wireless.La frequenza maggiormenteadottata è di 433 Mhz anchese si sta diffondendo una nuo-va tecnologia di trasmissione

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LA METEOROLOGIA

denominata “Instant Trasmi-tion” che usa una frequenzadi 868 Mhz.Tra i vantaggi di questa nuo-va tecnologia c’è una consi-derevole attenuazione dei di-sturbi radio, un aggiornamen-to dei dati più veloce, e infi-ne, ma non meno importan-te, un minor consumo dellebatterie; a tale riguardo alcu-ne case produttrici di stazionimeteo impiegano dei piccolipannelli solari integrati neisensori esterni.

I sensori esterniL’insieme dei sensori esterniè composto da un termome-tro, da un igrometro per lamisura dell’umidità relativa(generalmente situati in ununico contenitore), da unanemometro con relativabanderuola per la misura del-la velocità e direzione delvento, da un pluviometro perla misura della quantità dipioggia caduta esu alcune stazionitroviamo un misu-ratore di intensi-tà luminosa e-spressa in Lux.

La centralinaTutti i dati rilevatidai sensori vengo-no raccolti da unacentralina, la qua-le provvede al col-

legamento, via cavo o via ra-dio, con la base interna.Quest’ultima, oltre a racco-gliere i dati dai sensori ester-ni per poi elaborarli, provve-de ad altre misure come peresempio la temperatura el’umidità interna, la pressio-ne atmosferica, la misuradel Windchill e del Punto dirugiada.Il Windchill indica la tempe-ratura apparente percepitadal corpo umano in seguitoall’effetto di raffreddamentodel vento; il Punto di rugiadaè la temperatura a cui la mas-sa d’aria umida deve essereraffreddata (mantenendo co-stante la pressione e il con-tenuto di vapor acqueo) pergenerare condensa.

Le previsioni meteoLa base interna si incarica poidi mostrare le previsioni me-teo mediante semplici simbo-

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LA METEOROLOGIA

li. Per fare questo elabora lacurva della tendenza baro-metrica e, allo scopo di affi-nare l’attendibilità, l’operato-re è in grado di interveniresulla sensibilità con cui il ba-rometro misura la variazionedella pressione.Questa regolazione può ren-dersi necessaria in luoghi incui la velocità di variazionedella pressione atmosferica èpiù veloce rispetto alla nor-male variazione.Per i parametri sinora visti sipossono impostare dei valo-ri di allarme (solitamente so-noro) che riguardano le soglieminime e massime, peresempio della temperatura,dell’umidità, della velocità delvento e della pioggia caduta.Queste impostazioni di allar-mi nella categoria delle sta-zioni meteo più professionali

possono essere usati, trami-te l’interfacciamento ad altridispositivi elettronici, per ilcontrollo di processi industria-li soprattutto in agricoltura.

L’uso abbinato al PcSenza dubbio la caratteristi-ca più accattivante di questestazioni meteorologiche e chene amplia le possibilità di im-piego è l’uso in abbinamentoal Personal computer: questosignifica un’enorme possibili-tà di archiviazione dati per lestatistiche, realizzazione digrafici e trasferimento auto-matico in tempo reale dei datiraccolti su Internet attraversola pubblicazione di una pagi-na web personale visibilesull’intero pianeta.

Stefano Guarise

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Chi frequenta le mostre mercato di elettronica in Italiaconosce certamente la Sandit Libri, che da anni proponetitoli in vari settori della tecnica.

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LA MINIERA DI SEDDAS MODDIZZIS

ALLA SCOPERTA DI UN ANTICO VILLAGGIO MINERARIO

Un po’ di storiaIl bacino minerario dell’igle-siente, in Sardegna, è sem-pre stato, nel periodo dellasua massima espansione, inmano a poche e potenti so-cietà, e queste dettarono leg-ge in materia di gestione e or-ganizzazione interna.I tecnici di queste società pro-venivano generalmente dallapenisola, e alcune volte era-no stranieri. Contro la loroegemonia lottavano alcuniimprenditori indipendenti: l’in-gegnere Giorgio Asproni erauno di questi.Di origine nuorese, si laureòa Torino e successivamentesi specializzò in campo mine-rario a Parigi.Primo preside della scuolamineraria di Iglesias, alla qua-le dette il suo nome, esplicòla sua attività di imprenditoreminerario nelle principali mi-niere dell’isola, prima di oc-cuparsi della miniera diSeddas Moddizzis. Esistentegià dal periodo pisano, cometestimoniano le numerosefosse, la miniera era stataoggetto di molti lavori, ma adifferenza delle limitrofe SanGiovanni e San Giorgio, viscarseggiava la galenaargentifera.

L’attivitàLa crescente importanza inambito industriale dello zin-co, dette a questa miniera unnuovo impulso. Nel 1868 ven-ne costituita una società for-mata da piccoli imprenditorilocali, allo scopo di esplorarela zona chiamata di SeddasModdizzis, compresa tra i ter-ritori comunali di Iglesias e diGonnesa.A questa società venne rila-sciata la concessione perun’area di soli 177 ettari.Le prime coltivazioni di mine-rale si limitarono a recupera-re la calamina estratta e ac-cumulata nelle precedentiestrazioni, che avevano avu-

Per saperne di più� Su altre minieredismesse in Sardegna,vedi gli articoli “La minieradi S’Acqua Bona” (numero1 di marzo 2006) e “Laminiera di Monteponi”(numero 2 di giugno 2006)di questa rivista.� Sull’estrazione dellozinco, vedi l’articolo “Allascoperta del metallosacrificale: lo zinco”, nelnumero 2 di giugno 2006di questa rivista.

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LA MINIERA DI SEDDAS MODDIZZIS

to come unico scopo l’estra-zione dei minerali di piomboe argento.Con l’arrivo dell’ingegnerAsproni, meravigliato dallaricchezza in minerali, si pro-cedette alla costruzione diuna strada carrabile e dueforni di calcinazione.La ripresa delle coltivazionipermise l’estrazione in pochianni di circa 100 mila tonnel-late di calamina. Il mineraleestratto veniva trattato in loconella laveria idrogravimetricaannessa alla miniera, costru-ita nel 1893. L’organico eracomposto da oltre 200 perso-ne tra minatori e donne ad-dette alla cernita a mano, e irisultati miglioravano di annoin anno grazie all’oculata ge-stione dell’Asproni.La stessa gestione della mi-niera divenne motivo di duriscontri con i funzionari delCorpo Miniere, che lamenta-vano numerose e gravi ina-dempienze: alla miniera spet-tava, infatti, il triste primatodegli infortuni in galleria. Da-

gli operai veniva infatti chia-mata “La miniera dei mutila-ti”. Nella relazione dell’inge-gnere del Corpo Miniere ve-niva contestata la laveriaidrogravimetrica, costituita davecchi macchinari d’occasio-ne, l’obsoleto generatore diforza motrice vecchio di 80anni, le opere viarie del sot-tosuolo e le opere indispen-sabili per la tutela dei lavora-tori (parecchie armature).A causa della relazione delCorpo Miniere, vennero ne-gati i finanziamenti che era-no stati dati ad altre societàdall’allora capo del governoBenito Mussolini.Giorgio Asproni si spense dueanni dopo nella sua villa co-struita nello stesso villaggiominerario.Gli anni seguenti alla scom-parsa dell’Asproni viderocambiare radicalmente la mi-niera di Seddas Moddizzis,sia del punto di vista socie-tario sia gestionale.

Per saperne di più

� Fosse: estrazioniprimitive di mineraledi origine pisana.� Calamina: smithsoniteZnCO

3� Blenda: ZnS� Barite: BaSO

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LA MINIERA DI SEDDAS MODDIZZIS

Seguì a questi eventi il pro-gressivo controllo della minie-ra da parte della Società diMonteponi-Montevecchio,con l’acquisizione delle quo-te degli eredi Asproni, e, gra-zie a contributi statali, vennecostruito un nuovo impiantodi flottazione e vennero elet-trificati parecchi servizi.Le successive esplorazionidel sottosuolo permisero dirilevare la presenza di blen-da e di barite, un minerale

allora poco utilizzato ma de-stinato ad assumere un ruo-lo sempre più importante per-ché utilizzato nell’industriapetrolifera.L’innovazione più importantefu la realizzazione della nuo-va laveria, per la quale sieresse un grande edificio incemento armato.L’attività proseguì sino ai pri-mi anni ‘60.

Il lento declinoIl distacco dal gruppo Mon-teponi-Montevecchio dellaminiera di Seddas Moddizzisne decretò il progressivo mainesorabile declino.Nel 1993 l’attività minerariaera limitata a quella estrattiva:tutto il minerale estratto nonveniva più lavorato in loco,ma inviato alla laveria di Cam-

AD AGORDO, NELLE DOLOMITI, PRESSO L’ISTITUTO MINERARIO“U. FOLLADOR”, CORSI PER PERITO GEOTECNICO MINERARIO

L’Istituto Tecnico Minerario “U. Follador” ha una lunga storia.Fu fondato nel 1867 da Quintino Sella con il nome di ScuolaMontanistica di Agordo; anche se l’attività mineraria della ValImperina risale ad alcuni secoli prima. Nel corso degli annimolti periti minerari hanno ottenuto il diploma. Oggi l’istitutofornisce una preparazione che è spendibile in vari settori:in campo geologico, geotecnico, geofisico, geomeccanicoe topografico.

Per informazioniI.T.I.S. “U. Follador”, via 5 Maggio, 32021 Agordo (BL)www.follador.bl.it

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LA MINIERA DI SEDDAS MODDIZZIS

po Pisano. All’esterno dellalaveria di Seddas Moddizzisoramai rimangono montagnedi sterili, trattati durante glianni di attività mineraria.

Il villaggioLe strutture produttive dellaminiera si trovano a breve di-stanza dal paese di Gonnesa,

UN LIBRO SULL’INVENTORE DELLA SCALA PER LA MISURADELLA DUREZZA DEI MINERALI

La scala di Mohs è utilizzata per determinare la durezza deiminerali. Inventata da Friederich Mohs (1773-1839), è ingrado di ordinare i minerali in base a un confronto di durezza.Il talco ha durezza 1 ed è scalfito da tutti gli altri mineralimentre il diamante ha durezza 10 ed è in grado di scalfiretutti i minerali esistenti. Questo libro, frutto di un lavorocollettivo, racconta la vita dello scienziato Friedrich Mohse della sua felice intuizione nel realizzare la scala delladurezza. Inoltre sono presentati i 10 minerali utilizzatida riferimento e quelli che si trovano nell’Agordinoin relazione sempre alla rispettiva durezza.

Friedrich Mohs 1773-1839Un viaggio nella mineralogia dall’accademia di Freibergad AgordoIstituto Tecnico Industriale Minerario “U. Follador” e GruppoAgordino Mineralogico Paleontologico

mentre tutte le strutture dire-zionali sono poste nell’al-topiano di San Giorgio.L’ubicazione venne sceltadallo stesso Asproni.Il villaggio, pur nello stato diabbandono attuale nel qua-le si trova, conserva tutto ilsuo fascino, e lascia allamente del visitatore la pos-sibilità di fantasticare e im-maginare come potesse es-sere nel periodo del suomassimo splendore. Sonoancora intatti la villa del-l’Asproni, l’edificio della dire-zione, la splendida chiesettadi Santa Barbara e il lavato-io abbeveratoio.

Marco Spiga

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L’ALLUMINIO

TUTTE LE TAPPE DELLA PRODUZIONEDI UN METALLO “PREZIOSO”

L’alluminio, se misurato in re-lazione agli atomi o alla mas-sa, è il terzo elemento piùabbondante sulla crosta ter-restre, ed è comunque il piùabbondante tra i metalli.Non è noto il suo ritrovamen-to allo stato nativo (puro), poi-ché in questa forma tropporeattivo, ma lo si trova comeossido Al2O3. I suoi compo-sti sono presenti in natura inbuona parte delle rocce:come ossido anidro Al2O3costituisce il corindone, lozaffiro e il rubino; come os-sido idrato Al2O3 ∑ H2O co-stituisce il diasporo, labauxite Al2O3 ∑ 2H2O,l’idrargillite Al2O3 ∑ 3H2O.Lo si riscontra come sale nel-la criolite AlF3 ∑ 3NaF, comesilicato nei feldspati, l’or-toclasio KAlSi3O8, l’albiteNaAlSi3O8, eccetera.

La scoperta dell’alluminioLa particolare stabilità del-l’Al2O3 (DH

form = +390 Kcal)

ha di fatto impedito di ottene-re l’alluminio metallico per pa-recchio tempo.La scoperta dell’alluminio èstata fatta in laboratorio nel1827 dal danese Oersted edal tedesco Woehler, mentreil suo primo processo indu-striale risale al 1854 grazie

al francese Deville. Il primocampione di alluminio metal-lico, probabilmente, venneottenuto dalla reazione fra po-tassio metallico, o una solu-zione di potassio in mercurio,con cloruro di alluminio: unprocedimento che, dato il co-sto del potassio e del mercu-rio, non offre vantaggi econo-mici. Questa produzione fuutilizzata per circa trent’anni,fino al 1886, quando si bre-vettò un processo elettroliticoche soppiantò rapidamente ilvecchio sistema chimico eche ancora oggi rappresentail modo più usato per la pro-duzione dell’alluminio.

Le bauxitiNon tutti i minerali che con-tengono alluminio sono utiliz-zati per l’estrazione del me-tallo grezzo. Solo pochi con-tengono un tenore di ossidodi alluminio che rende conve-niente l’estrazione.Le bauxiti, il cui nome derivadal giacimento di Les Baux,in Francia, dove furono rinve-nute per la prima volta, sonofra i materiali più ricchi diAl2O3. Esse hanno una com-posizione media che è costi-tuita da 40~60% di allumina,1~26% di ossidi di ferro, 1~9%di silice, 1~2,5% di ossidi di

L’ALLUMINIO

IL PROCESSO “BAYER”

Si effettua dapprima una macinazione del minerale.Questo, una volta macinato, viene fatto reagire con idrossido disodio in soluzione concentrata all’interno di autoclavi d’acciaio ri-scaldati e trattata per 3 ore a una temperatura intorno a 180~200∞C e una pressione tra 18~25 atm.In questo modo si ottiene l’alluminato sodico in sospensione.Il ferro rimane indisciolto perché incapace di reagire in queste con-dizioni, la silice rimane combinata sotto forma di silico-alluminatosodico Al2O3·Na2O·3SiO2·9H2O, scarsamente solubile, e il titanioforma il titanato acido di sodio NaHTiO3 non solubile.

Poiché anche la silice partecipa alla reazione con idrato sodico, èopportuno che la sua percentuale sia bassa per limitare consumodi soda e perdita di allumina.Le reazione è la seguente:

Al2O3 · SiO2 · Fe2O3 ·TiO2 + 2NaOH = 2NaAlO2 + SiO2 · Fe2O3 ·TiO2 + H2O(bauxite) (alluminato) (fanghi rossi)

La liscivia ottenuta viene passata in grandi recipienti decantatori,dove si separa in due fasi. La parte inferiore del decantatore con-tiene la torbida, che viene inviata alla filtrazione rossa, dove si ot-tiene una soluzione denominata, per il suo colore, “fango rosso”(composta da Fe2O3 SiO2 TO2).La fase superiore viene inviata alla filtrazione bianca, per evitareche l’idrossido di alluminio precipiti sottoforma colloidale.Si innesca la precipitazione con dei germi di cristallizzazione diallumina cristallizzata e in tale maniera si ottiene l’idrossido di allu-minio 2Al(OH)3, un prodotto granuloso e cristallino.La soluzione di alluminato viene inviata in serbatoi cilindrici munitidi agitatori, dove vi rimane per circa 48 ore. Nei serbatoi avvienel’accrescimento del grano cristallino e il lavaggio.L’allumina a questo punto viene trasferita in forni rotativi per esse-re calcinata.La calcinazione potrebbe avvenire alla temperatura di 600~700∞C,ma a queste temperature si forma la a-allumina, porosa eigroscopica.La calcinazione si effettua quindi alla temperatura di 1200~1400∞C:in questo modo si ottiene g-allumina non igroscopica di alta purez-za 99,5~99,6%. Eventuali tracce di H2O darebbero problemi nel-l’operazione di elettrolisi.

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28

L’ALLUMINIO

titanio e 10~31% di acqua. Inbase al tenore di ossido dialluminio presente si stabili-sce il valore commerciale e ladestinazione finale del mine-rale grezzo. Alcune bauxitinon sono utilizzate per l’estra-zione del metallo perché leimpurezze presenti fanno sa-lire i costi finali di produzio-ne. Queste bauxiti sono uti-lizzate per altri scopi comeper esempio la produzione diabrasivi, refrattari, cementialluminosi, eccetera. Lebauxiti che solitamente ven-gono inviate al processoestrattivo dell’Al2O3 devonoavere una composizionecompresa entro i limiti per-centuali riportati nella tabellain basso a destra.

L’alluminaL’allumina che è utilizzata nelprocesso di produzione del-l’alluminio deve essereesente il più possibile daaltri metalli. Questa opera-zione di depurazione è lungae costosa. Il procedimentoper l’estrazione dell’alluminache ha ottenuto maggior dif-fusione nel mondo, è il pro-cesso Bayer (vedi a pagina27). Questo proces-so, derivato da quel-lo Deville-Pechiney,consente di aumen-tare, e in qualchecaso raddoppiare, la

capacità produttiva e avereuna resa di estrazione globa-le di Al2O3 dal minerale mol-to alta, pari a 92~95%.L’allumina, oltre che comemateria prima per l’estrazio-ne dell’alluminio, viene utiliz-zata per esempio in forma diidrossido come carica neidentifrici: ha una durezza di3 gradi Mohs ed è quindi unblando abrasivo e non dan-neggia lo smalto dei denti.Si utilizza come carica nelleplastiche ignifughe, infatti acontatto con il calore liberaacqua e forma l’Al

2O

3.

Sotto forma di ossido si uti-lizza in campo aeronautico: èun materiale leggerissimo eresistente al calore (T di fu-sione ~2500 ∞C).Inoltre viene utilizzata nelcampo delle protesi, datoche è resistente e non pro-voca rigetti.

Marco Spiga

Tipo A % Tipo B %Allumina 59 62

Ossido di ferro 22 3.5Silice 2.5 2.5

Ossido di titanio 2 2.5Acqua 14 30

La seconda partedi questo articolo,che riguarderà ilprocesso elettroliticodi estrazione dell’alluminiodall’allumina, sul prossimonumero di questa rivista.

LA MINIERA DI S’ACQUA BONA

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I MODELLI DI ARCHITETTURA

LA RICCHISSIMA COLLEZIONEDEL MUSEO MICHELANGELO DI CASERTA

Il museo Michelangelo del-l’Istituto d’Istruzione Superio-re M. Buonarroti di Casertaha la fortuna di possedereuna vastissima collezione dimodelli didattico-scientifi-ci, inerenti i più svariati cam-pi del sapere tecnico legatoal percorso formativo di ungeometra “moderno”: dall’ar-chitettura alle sistemazioniagrarie (sistemi di irrigazione,canalizzazione delle ac-que…), alle lavorazioni indu-striali dei prodotti viti-vinicoli,lattiero-caseari, oleari, allacoltivazione delle piante, allacostruzione degli edifici (dal-l’organizzazione degli stabili-menti produttivi ai particolaricostruttivi e tecnologici di ognistruttura edilizia) alle realizza-zioni per i progetti stradali(muri di sostegno, ponti, siste-mazione delle strade...)

Fin dal SettecentoUna fortuita circostanza hafatto sì che, grazie al museo

Michelangelo, la città diCaserta possegga e offra allafruizione dei visitatori uncorpus di modelli, opere d’al-to artigianato, che copre concontinuità un vasto periododalla metà del Settecento aglianni ’70 del Novecento. Infat-ti, non molti sanno che nellevastissime collezioni del Pa-lazzo Reale di Caserta sonoconservati una trentina di bel-lissimi modelli. Tra essi i piùnotevoli sono quelli relativi alpalazzo come nell’originarioprogetto di Vanvitelli (Antonio

Per saperne di più� Sul museo Michelangelodi Caserta, vedi “Un museodedicato agli strumenti ditopografia” nel numero 2(giugno 2006) di questarivista.

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I MODELLI DI ARCHITETTURA

Rosz, 1751-59), di molti par-ticolari degli interni (i modellidelle sale di Astrea e Marte,1814), delle sistemazionidecorative (sala del trono,sedia volante, metà dell’Ot-toccento), di altri siti reali(Carditello, forse sempreRosz, ultimo quarto del Set-tecento), e di curiosissimegiostre e giochi meccanici(ruota volante, altalene mul-tiple e altre bizzarrie, forsecostruiti da Paolo Ardito, pri-mo quarto dell’Ottocento)progettate e realizzate nel1823 per il parco della villaFavorita di Portici (Napoli) pervolontà di Leopoldo di Bor-bone, principe di Salerno, ul-timo figlio di re Ferdinando IV(poi I). I modelli del MuseoMichelangelo sono pregevolirealizzazioni di due manifat-ture: la Paravia di Torino e

la Toffoli di Calalzo diCadore (BL). In questo arti-colo si presentano quelli del-la Paravia, con una sintesidella storia aziendale.

Storia della ParaviaLa Paravia nacque per volon-tà di Giovanni Battista Pa-ravia che, nel 1802, rilevò latipografia Avendo (di cui erastato amministratore). Comeconsueto in quell’epoca, ilcampo originario di attivitàspaziò dall’editoria (scolasti-ca e religiosa) alla vendita dilibri e alla stampa tipografica.Nel 1850, alla morte di Gior-gio Paravia, figlio di GiovanniBattista, la conduzione fu as-sunta dal cugino della moglie,Innocenzo Vigliardi, già datempo nell’azienda. Dopol’Unità d’Italia, la Paravia aprìpunti vendita nelle principalicittà (Milano, Firenze e Ro-ma, poi Napoli e Palermo).Nel 1873, Innocenzo VigliardiParavia estese la produzioneal settore della fornitura allescuole di materiali didattici(modelli scientifici, suppellet-tili, eccetera), attività in cuiParavia ancora oggi è prota-gonista indiscussa. Nel 1920la ditta, diretta da TancrediVigliardi Paravia, si trasformòin “Società Anonima G.B.Paravia & C”. I bombarda-menti inglesi del novembre1942 su Torino distrussero

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totalmente la sede ma Tan-credi Vigliardi Paravia e il fi-glio Carlo riuscirono in pochianni a far rinascere l’attività,oggi fusa con la Bruno Mon-dadori nella PBM Editori spa.

I modelli ParaviaI 35 modelli del museo Miche-langelo, tutti in perfetto statodi conservazione nonostanteil continuo uso didattico, co-prono il settore del disegnoarchitettonico e sono data-bili al periodo 1920-30.Tra essi, sono davvero note-voli le cinque colonne raffi-guranti al completo, dal basa-mento al capitello, i cinqueprincipali ordini architettonici

classici: dorico, ionico, corin-zio, tuscanico, composito.Completano la collezione unavastissima scelta di esempi dipartiti decorativi (con tuttele modanature principali: toro,gola rovescia, listello, scozia,eccetera), di portali, tran-senne, rosoni, finestre dietà latina, bizantina, romani-ca, gotica, rinascimentale,manieristica e barocca.Tutti i modelli sono di grandeinteresse per la precisione ei dettagli ma, soprattutto, per-ché documentano come era“vista” e interpretata l’arte delpassato un secolo fa.

Pietro Di Lorenzo

Per informazioniVisitate il sito Internetwww.itgmichelangelo.it

I MODELLI DI ARCHITETTURA

SE ASCOLTO DIMENTICOSE VEDO RICORDOSE FACCIO IMPARO

In questa rivista sono segnalatinon solo molti science center,ma anche mostre e musei“interattivi”, dove il pubblico,bambino, adolescente e adulto,può fare, agire, interagire… equindi imparare.Se ascolto dimentico - sevedo ricordo - se faccio im-paro è una frase che fa capiremolto bene questo concetto:solo facendo in prima personapossiamo imparare davveroqualcosa. Per sottolineare l’im-portanza del fare per imparareè stata messa vicino a ogniscience center e museo o mo-stra “interattiva” una piccola len-te di ingrandimento.

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L’HOBBY DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA

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LA MINIERA DI MONTEPONIMODELLISMO: LA VEGETAZIONE

NOZIONI PRATICHE DI MODELLISMO:ARREDARE CON IL VERDE

Nell’articolo precedente (vediil numero 2 di questa rivista)abbiamo analizzato le tecni-che costruttive e i materialinecessari alla realizzazionedella base di una diorama(sagomatura, modellazione erivestimento), ora affrontiamola parte più “divertente”, cioèla posa degli elementi che ri-producono la vegetazione equant’altro ne concerne.Come già scritto, i materiali u-tilizzabili sono molti ma desi-dero esporre una tecnica chein breve tempo soppianterà itradizionali sistemi di decoro;l’applicazione elettrostati-ca. Per imitare il tappeto er-boso si utilizzano in questocaso delle fibre con misure

d’altezza variabile anche aseconda della scala (rappor-to di riduzione) in cui si vuolelavorare. Tali fibre sono inrayon o nailon, per cui di basesintetica, che come alcuni divoi sanno, sono materiali fa-cilmente “caricabili elettro-staticamente”. Una caricaelettrostatica funziona con lostesso principio per cui in al-cuni determinati periodi del-l’anno siamo soggetti alle co-siddette “scosse elettro-statiche”: quello sgradevolefenomeno che ci fa sussulta-re toccando un’altra personao la portiera della nostra automentre scendiamo. Si creaquindi un campo elettrosta-tico (un passaggio di eleva-tissima tensione ma ridot-tissima corrente… altrimentiresteremmo fulminati!) tra noi

Per saperne di più� Sul modellismo, vedianche “Il diorama” (numero1 di marzo 2006), “Prototipi,maquette, modelli”(numero 2 di giugno 2006),“La collezione di modelli delmuseo Michelangelo”, apag. 35 di questo numero.� Sul modellismo navale,vedi “Modellismo:il Normandie tornaa navigare”, a pag. 38.� Le foto di questo articolosono anche in terzadi copertina.

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Per informazioniVisitate il sito Internetwww.lineasecondaria.it

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MODELLISMO: LA VEGETAZIONE

e la terra e tutto ciò che vie-ne interposto si carica an-ch’esso, specialmente se dimateriale sintetico. Lo stessoeffetto potete ottenerlo strofi-nando su un tessuto una pen-na a sfera e avvicinandola aicapelli noterete che questiverranno attratti. Da questofenomeno si è ricavato unapparecchio elettronico ali-mentato con una batteria cheè in grado di creare un cam-po elettrostatico tra esso(quindi il barattolo ove vengo-no disposte le fibre sintetiche)e la base del diorama o pla-stico ove si spennella la collaspecifica, ma osserviamo

passo per passo la realizza-zione. Il materiale necessarioconsiste in una serie di fibredi altezza e colore appropria-to, di un contenitore ove ri-porle, di uno o più pennelli,della colla specifica e un ge-neratore elettrostatico (vedifoto 1). Poniamo le fibre al-l’interno del generatore elet-trostatico (vedi foto 2) e ap-plichiamo la reticella fornita(maglia fine per fibre basse omaglia larga per fibre alte),colleghiamo il cavetto fuori-uscente dal generatore allabase del diorama (o plastico)il più possibile vicino alla zonache vogliamo trattare e pas-

A MILANO UN CLUB PER APPASSIONATI DI MODELLISMO STATICO

Se la costruzione di modelli in scala è il vostro hobby o voleteapprofondire le conoscenze di modellismo, il MediolanumModelling Club potrebbe esservi d’aiuto. Presso la sede sisvolgono dimostrazioni di tecniche modellistiche e una vastabiblioteca è a disposizione dei soci. Riunioni il venerdì dalle 21.00.

Per informazioniMediolanum Modelling Club, c/o Centro polifunzionale Ferrara,piazza Ferrara, angolo via Mincio, Milanowww.mediolanummc.it [email protected]

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siamo ad applicare la colla.Per fare ciò usiamo un pen-nello piatto e di misura me-dia (5-7 cm) se dobbiamo ri-coprire zone di grandi dimen-sioni, ma tenendo sempre inconsiderazione la rapidaessiccazione della colla, quin-di non trattare zone troppoampie in un solo passaggio,pena l’essiccazione della col-

la e la mancata adesione del-le fibre. La colla deve esserespalmata con uno spessoredi 2-3 mm, quasi come fosseuna pasta (vedi foto 3), le fi-bre si “pianteranno” su diessa restando diritte come lavera erba. Ora disponiamo ilgeneratore in prossimità del-la colla e accendiamolo tra-mite l’interruttore posto sul

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MODELLISMO: LA VEGETAZIONE

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manico (vedi foto 4). Notere-te che le fibre cadranno per-pendicolari alla colla e vi sipianteranno perfettamentecreando un “effetto erba dirit-ta” stupefacente. Se appli-chiamo la colla con un pen-nello piccolo e a piccolechiazze, una volta applicatele fibre otterremo dei piccolicespugli; minore sarà la gran-dezza della macchia di collae più sarà piccolo il cespuglio(vedi foto 5). Quando viene

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MODELLISMO: LA VEGETAZIONE

applicata la fibra vi è una ten-denza ad accumularsi soprail materiale già applicato, maciò non comporta unoschiacciamento dello stessoe il giorno dopo (lasciate es-siccare la colla per 24 ore…la fretta è una cattiva consi-gliera… ricordate?) poteteaspirare l’eccedenza con unaspirapolvere e recuperare ilmateriale per riutilizzarlo.Davanti a voi apparirà unmanto erboso da fare invi-dia… al campo sportivo diSan Siro (vedi foto 6). Fabrizio Sbrugnera

Sul prossimo numero: i sistemitradizionali per la creazionedella vegetazione el’autocostruzione degli alberi.

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MODELLISMO: PAQUEBOT NORMANDIE

MODELLISMO:IL NORMANDIE TORNA A NAVIGARE

Normandie!Oh nave di luce!La quintessenza francesedegli anni ’30 è tornataa navigarenella riproduzionedel modellistaDuilio Curradi.

Storia della naveVarato il 29 ottobre 1932, ilNormandie della French Lineera, con le sue 80.000 tonnel-late, il più grande, il più velo-ce e il più elegante transa-tlantico mai costruito.Vantava lo scafo più moder-no, i motori più potenti e uninterno grandioso, non soloper dimensioni e complessi-tà, ma anche per le sofi-sticazioni tecniche. Il Nor-mandie era destinato alla li-nea Le Havre - New York epoteva compiere la traversa-ta in soli quattro giorni e mez-zo grazie alla sua velocità dioltre 30 nodi.Lungo 313 metri e largo 36,poteva trasportare 1972 pas-seggeri, un numero volu-tamente limitato affinché tuttipotessero godere, nelle varieclassi, di spazi e comoditàmai visti, fino ad allora, su untransatlantico. Gli 864 pas-seggeri di prima classe pran-

Per saperne di più� Che cosa significaPaquebot?È l’italianizzazionedella dicitura francesepaquebot a vapeur(“pacchetti a vapore”),normalmente ridottaa paquebot, che indicale navi a vapore chetrasportavano, dalla metàdell’Ottocento alla metàdel Novecento, posta,giornali, mercie passeggeri tra i portid’Italia, di Franciae dell’Africa del nord.

zavano nella grande salle àmanger, di 18 metri più lungadella galleria degli specchi diVersailles.Costruito dai cantieri di Saint-Nazaire-Penhoët, il Norman-die possedeva un sistema dipropulsione molto avanzatoper l’epoca, capace di eroga-re, complessivamente sullequattro eliche, 160.000 caval-li. Disponeva di 29 caldaieprincipali a tubi d’acqua, fun-zionanti a nafta, e di 4 calda-ie cilindriche ausiliarie a tubidi fumo. Il vapore prodottoazionava quattro turbineParsons collegate a quattroalternatori. La corrente pro-dotta veniva inviata ai quat-

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tro motori elettrici di propul-sione, da 40.000 cavalli cia-scuno. Il Normandie raggiun-se New York il 28 agosto1939, lo stesso giorno in cuila Germania invase la Polo-nia. La nave rimase in disar-mo in questo porto insiemead altri grandi transatlanticifra i quali il Queen Mary e ilQueen Elizabeth.Con l’entrata in guerra degliStati Uniti iniziò la trasforma-zione di queste grandi naviin navi per il trasporto delletruppe. Navi di queste dimen-sioni potevano trasportare ol-tre 12.000 soldati, a viaggio,a una velocità talmente ele-vata da non richiedere lascorta di navi militari.

Il Normandie, durante i lavo-ri, si incendiò e l’acqua uti-lizzata nel tentativo di spe-gnere l’incendio produsse unforte appesantimento delleparti alte dello scafo. La navesi inclinò sul fianco sinistrofino a coricarsi sul fondo doverimase semisommersa finoalla fine della guerra.Per recuperare lo scafo funecessario smontare tutte lesovrastrutture e sigillare, concostosissime operazioni su-bacquee, tutti i locali e aspi-rare l’acqua in essi contenu-ta. Lo scafo si raddrizzò gra-datamente fino a riprendereil normale assetto di galleg-giamento.Fu successivamente demo-lito in quanto, nell’immedia-to dopoguerra, non esisteva

MODELLISMO: PAQUEBOT NORMANDIE

Il modello in scala 1:100.

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più un mercato in grado digiustificare i costi di ripristinoe di esercizio di una nave diquesto tipo.

Storia del modelloPerché ho deciso di costruirequesto modello?Nutro la passione per ilmodellismo navale fin dabambino. Fu anche la possi-bilità di vedere, sovente, mo-delli di navi che, probabilmen-te, contribuì alla mia decisio-ne di frequentare l’IstitutoNautico di Camogli.

Dopo qualche anno di navi-gazione come ufficiale dimacchina ho però lasciato ilmare e mi sono trasferito inLombardia.Ma la passione mi ha seguitoe devo dire che il modellismonavale, in questa regione,grazie probabilmente alla pre-senza di molti laghi, è assaisviluppato.Ho quindi deciso di riprodur-re il Normandie perché, a miomodesto parere, è la nave piùbella che sia mai stata costru-ita, considerando anche il pe-riodo storico nel quale è sta-ta realizzata.Tramonto sul lago di Varese.

MODELLISMO: PAQUEBOT NORMANDIE

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Descrizione del modelloQuesto modello è in scala1:100, ovvero è lungo 3 me-tri e 13 centimetri.In assetto di navigazione,pesa 70 kg.È navigante e utilizza unradiocomando con 30 ca-nali (8 dei quali proporziona-li) quasi tutti operativi.Quando si decide di fare ilmodello di una nave vera-mente esistita bisogna sta-bilire il momento nel quale“fotografarla”.Ogni nave, infatti, subiscenumerose modifiche e ilNormandie, pur nella suabreve vita, ne ha subite pa-recchie.Ho così deciso di riprodurlacome si presentava quandoentrò nel porto di New York.Il Cantiere costruttore, da meinterpellato, mi rispose chenon possedeva più alcunainformazione su questa nave.Sono allora partito da due di-

segni francesi realizzati ascopo modellistico e li ho con-frontati con le numerose fo-tografie che, fortunatamente,sono ancora reperibili in com-mercio. Ho così individuatopraticamente tutti i dettagli ei lavori di aggiornamento fattisulla nave.Sono perciò stati realizzati,fra le modifiche principali, ilnuovo salone di 1∞classe apoppa, il campo da tennisfra le ciminiere 2 e 3, ilgazebo fra le ciminiere 1 e 2,la modifica delle alette diplancia, la chiusura dellacoffa.Ho costruito lo scafo in legnocon la tecnica tradizionaledelle ordinate e del fascia-me, ricercando la massimaleggerezza associata a unaelevata resistenza longi-tudinale. Ciò per favorire unadeguato zavorramento esopportare le tensioni dovu-te alla lunghezza e al peso delmodello. L’ho poi rivestito convetroresina, internamente edesternamente.Per ottenere l’effetto fascia-me, costituito nella nave verada piastre di acciaio inchioda-te, ho applicato lastre di allu-minio con colla a due compo-nenti (dopo avere, natural-mente, ricostruito il disegnodello sviluppo del fasciameattraverso un’accurata anali-si delle fotografie).

Il modello del Normandie“in navigazione” sul lagodi Comabbio.

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A bordo sono installate 2 bat-terie al piombo da 12 V, 12Ah per tutti i servizi, illumina-zione compresa, e 2 da 6 V,12 Ah per la propulsione.La nave ha 4 eliche. Le 2 in-terne sono azionate da ununico motore elettrico, inmodo da garantire lo stessoregime di rotazione. Le 2esterne sono azionate cia-scuna da un proprio motoree vengono usate, soprattutto,per l’andatura a tutta forza eper l’arresto del modello.Il modello finito è in grado dieseguire le manovre di navi-gazione e simulare le eserci-tazioni di emergenza.Dispone di salpa ancore in-dipendenti e di pompe di cir-colazione dell’acqua per ilraffreddamento delle macchi-ne e di alimentazione dell’im-pianto antincendio.È dotato di fischio e di tele-grafi di macchina.Emette fumo dalle ciminiere1 e 2 (la 3 è finta e contiene

Per informazioni� Questo modellofa parte della flotta ANVO- AssociazioneNavimodellistiValle Olonavia Bernocchi, 10Castellana.� Il Normandieè visitabile sul sitodel costruttore:www.mitidelmare.it

la macchina frigorifera per ilcondizionamento dell’aria).Può manovrare le bandieredi segnalazione e la bandie-ra nazionale.Questo gli consente di ripro-durre le operazioni di “navein partenza”, “pilota a bordo”ed eseguire il “saluto” conl’emissione dei tre fischi el’abbassamento, a metà albe-ro, della bandiera nazionale.Può liberare 2 galleggiantida poppa per simulare il re-cupero dell’uomo in mare(curva Williamson).Questa operazione vienenormalmente eseguita duevolte invertendo gli angoli diaccostata.Durante le esibizioni notturneil modello è completamenteilluminato.Una telecamera trasmette aun monitor a terra le immagi-ni che si vedono dalla plan-cia di comando.

Duilio Curradi

Campo da tennis (aggiuntosuccessivamente).

MODELLISMO: PAQUEBOT NORMANDIE

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LE ENERGIE ALTERNATIVE

È da molti anni che ilfotovoltaico è al centro di ri-cerche e discussioni comefonte di energia rinnovabile epulita. I rendimenti delle cellefotovoltaiche stanno lenta-mente aumentando e quindianche le loro possibilità d’im-piego. Anche i generatorieolici, che permettono di ot-tenere energia dal vento,stanno riscuotendo un discre-to successo. Di seguito pro-poniamo al lettore alcuni titolidi libri sull’argomento, carat-

FOTOVOLTAICO E GENERATORI EOLICI:LIBRI PER CAPIRE E PROGETTARE

terizzati da un forte spirito pra-tico. Oltre ai principi teorici fi-sici che regolano fotovoltaicoed eolico, sono presentate leformule per il dimensiona-mento di piccoli impianti.

Per informazioniTutti questi volumisono acquistabilianche [email protected]

� Elettricità dal sole - Guida all’impiego nei piccoli impianti dei pannelli fotovoltaici e generatori eolici Autore: Sergio Rota Editore: SANDIT LIBRI; € 14,50

� Impianti Fotovoltaici - Come ricavare l’energia dal sole Autore: Gianluca Luoni Editore: SANDIT LIBRI; € 7,90

� Dal sole e dal vento - Come progettare e costruire un impianto di energia elettrica alternativa Autore : Marco Barbieri Editore: Edizioni C&C srl; € 10,00

� Il sole nella città - L’uso del fotovoltaico nell’edilizia Autore: Mauro Spagnolo Editore: Franco Muzzio Editore; € 22,00

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IL CIELO D’AUTUNNO

LE COSTELLAZIONIDEI MESI AUTUNNALI

Archiviate oramai le caldenotti d’estate, gli astrofili sipreparano ad ammirare lemeraviglie dei cieli autunnalie invernali.Al tramonto è ancora visibileil Triangolo estivo - l’ultimoscampolo della stagione cal-da - formato dalle brillanti stel-le Vega (costellazione dellaLira), Deneb (Cigno) e Altair(Aquila). In direzione est sirendono invece ben visibili lecostellazioni di Pegaso (con-trassegnata dal caratteristico“Grande Quadrato”) e diAndromeda, la cui stella piùfulgida si trova sullo spigolonord orientale del quadri-

latero stesso. Se il cielo è suf-ficientemente buio, nella par-te settentrionale di Andro-meda si rende visibile, già aocchio nudo, la grande Ga-lassia a spirale M 31. A est diAndromeda compare Per-seo, dalla caratteristica formaa Y rovesciata dove spicca,visibile anch’esso a occhionudo se il cielo è buio, losplendido “doppio ammasso”h-ccccc Persei. Vicino a Perseoè facile notare la particolareforma a W di Cassiopea.Con il trascorrere delle oredella notte, cominceranno arendersi osservabili, consempre maggiore anticipo e

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IL CIELO D’AUTUNNO

da est, le costellazioni tipichedel cielo invernale: Toro (coni due ammassi visibili a occhionudo - Pleiadi e Iadi), Auriga(con la fulgida stella giallaCapella), il Cane Minore(con la brillante Procione),Orione (con la nebulosa M 42- foto a pag.43 - visibile a oc-chio nudo) e i Gemelli con lestelle Castore e Polluce.Con il trascorrere della notte,in direzione sud-est, è da nonperdere la levata di Sirio, la

A FIRENZE UN MUSEO PER LA MATEMATICA E LE SUE APPLICAZIONI:LABORATORI, MOSTRE E TANTA INTERATTIVITÀ

Il Giardino di Archimede, così si chiama il primo museointeramente dedicato alla matematica, ha sede a Firenzein via S. Bartolo a Cintoia n. 19a. Molto ampia è la suaattività rivolta agli studenti, insegnanti e al pubblicointeressato. Il museo si caratterizza per un approcciointerattivo alla matematica attraverso una serie di mostreche vengono progettate per essere sia allestite in loco siatrasferite in altri luoghi, in Italia e all’estero. Il museoorganizza laboratori per le scuole, corsi d’aggiornamentoper insegnanti, conferenze aperte a un pubblico generico.Il Giardino di Archimede svolge un importante lavoroper la diffusione della storia della matematica attraversola pubblicazione di un rivista semestrale (“Bollettinodi Storia delle Scienze Matematiche”) e, in collaborazionecon la Biblioteca Viganò dell’Università Cattolicadi Brescia, ha nel corso degli anni prodotto 45 CD-romdi testi antichi di matematica, materiale di notevoleimportanza per studiosi e cultori della materia.

Per informazioniVia S. Bartolo a Cintoia 19a, 50142 Firenzetel. 055-7879594; fax 055-7333504http://www2.math.unifi.it/~archimede/archimede/index.html

stella più luminosa dell’interofirmamento.Per quanto riguarda il nostroSistema Solare, il Sole il 17settembre passa dal Leone inVergine, il 31 ottobre si spo-sta in Bilancia, il 23 novem-bre in Scorpione, il 30 inOfiuco e il 18 dicembre inSagittario.La Luna sarà nuova nei se-guenti giorni: 22 settembre,22 ottobre, 20 novembre e 20dicembre. Primo Quarto il 30

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IL CIELO D’AUTUNNO

settembre, 29 ottobre, 28 no-vembre e 27 dicembre. Ple-nilunio il 7 settembre, 7 otto-bre, 5 novembre e 5 dicem-bre. Ultimo Quarto il 14 set-tembre, 14 ottobre, 12 no-vembre e 12 dicembre.Fra i pianeti identificabili a oc-chio nudo da segnalare che:Mercurio sarà visibile al tra-monto da metà settembre finoai primi di novembre e all’al-ba da metà novembre alla ter-za settimana di dicembre (il9 settembre da Leone in Ver-gine, l’8 ottobre in Bilancia, il9 dicembre in Scorpione, il 13in Ofiuco);Venere sarà osservabile almattino fino a metà settem-bre in Leone e la sera da ini-zio dicembre (l’8 dicembre daOfiuco in Sagittario);Marte potrà essere visto finoa inizio settembre alla sera inVergine, e poi riappare il mat-tino a inizio dicembre (il 7 daBilancia in Scorpione e il 17in Ofiuco);Giove sarà rintracciabile inBilancia la sera fino a inizionovembre e al mattino da ini-

zio dicembre in Scorpione eil 29 passa in Ofiuco);Saturno potrà essere scorto(in Leone) al mattino in set-tembre e poi aumenta la suavisibilità fino a diventare os-servabile per gran parte del-la notte da metà novembre.

Luigi Viazzo

� Inizio penombra: 17.44� Inizio ombra: 19.06� Fase massima: 19.51� Fine ombra: 20.37� Fine penombra: 21.59

Si ricorda che tutti gliorari sono in ora solare eche nel periodo dell’oraestiva, vanno aggiunti60 minuti.

Il giorno 7 settembreeclisse parzialedi Luna parzialmentevisibile in Italia coni seguenti orari:

Dati astronomici trattida l’agenda il cielo 2006,Drioli Editore Como.

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L’HOBBY IN MOSTRA

Mostra Nazionale MercatoRadiantistico di Montichiari +Radiomercato di Portobello2/3 settembre 2006

Mostra Mercato NazionaleMateriale Radiantisticoe delle Telecomunicazioni9/10 settembre 2006

Abruzzo Mineral ShowMostra scambiodi Minerali, Fossilie Conchiglie Attuali16/17 settembre 2006

Fieradell’Elettronicae del Radioamatore23/24 settembre 2006

Radiant and SiliconRassegnadi elettronica,informaticae radiantismo30 sett/1 ott 2006

Euro Mineral Expo 2006Mostra mercatointernazionaledei mineralie universo natura.Preziosi, conchiglie,gemme, scienze naturali,ecologia, editoria5/6/7/8 ottobre 2006

Leonessa d’Italia 2006Mostra mercato di filateliae numismatica14 ottobre 2006

Bijoux expoBigiotteria, gemme,minerali, gioielleria, fossili14/15 ottobre 2006

InfoEvento Dove

Montichiari(BS)

Torino

Bologna

Novegro(MI)

PescaraPressoIPSIA D. U. Di Marziovia Arapietra, 112Pescara

www.bolognamineralshow.com

[email protected]

www.centrofiera.it

Piacenza www.teleradio.piacenzaexpo.it

Gonzaga(MN)

www.fieramillenaria.it

[email protected]

AG Editrice SRL

www.euromineralexpo.it

[email protected]

Montichiari(BS) www.centrofiera.it

COME PASSARE UNA PIACEVOLE GIORNATATRA FIERE, MOSTRE E MERCATINI

Parco Esposizioni Novegrovia Novegro20090 Segrate (MI)

www.parcoesposizioninovegro.it

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Novegro Photo Video Cine14/15 ottobre 2006

Mostra mercatodel Radioamatoree dell’ElettronicaMonopoli14/15 ottobre 2006

Sondrio Festival 2006Mostra Internazionaledei Documentarisui Parchi16/17/18/19/20/21/22ottobre 2006

HOBBY SHOW MILANOSalone delle Belle Artie della Creatività Manuale20/21/22 ottobre 2006

Mostra Mercatodi minerali, fossili, pietre duree conchiglie1 novembre 2006

Mineralientage München 2006Mostra internazionaledi minerali, fossili e gemme3/4/5 novembre 2006

PreziosaMostra mercatodi gemme,pietre preziose,mineralie fossili25/26 novembre 2006

Fiera Mercato Nazionaledel Radiomatore di Pescara25/26 novembre 2006

La redazione non assume alcuna responsabilità per la correttezzadei dati segnalati. Si invita a verificare direttamente presso gli organizzatori.Se organizzate una mostra mercato, una mostra scambio o un eventodi carattere tecnico scientifico e hobbistico inviateci le relative informazionie saremo lieti di pubblicarle.

InfoEvento Dove

Novegro(MI)

Monopoli(BA)

Milano

Faenza (RA)

Silvi Marina(TE)

L’HOBBY IN MOSTRA

Sondrio

Fiera Adriatica SS 16 km 432www.aripescara.org

Parco Esposizioni Novegrovia Novegro20090 Segrate (MI)

www.parcoesposizioninovegro.it

Struttura Tecnobetonin contrada Baionezona industriale di Monopoli

www.sondriofestival.it

Forum di Assago

www.hobbyshow.it

Centro Fieristico ProvincialeFaenzavia Risorgimento

[email protected]

Monaco (D)

Novegro(MI)

Parco Esposizioni Novegrovia Novegro20090 Segrate (MI)

www.parcoesposizioninovegro.it

[email protected]

New Munich Trade Fair Centre

[email protected]