Cultura Islamica (Lorca)

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Pina Rosa Piras LA "PRECOCE" CULTURA ISLAMICA DI FEDERICO GARCÍA LORCA È a partire dall'interesse per i problemi implicati nell'intreccio fra cultura islamica e let- teratura spagnola che intervengo qui su "Dai modernismi alle avanguardie" con Federico García Lorca esaminato in un aspetto - il suo "atteggiamento", ma anche la sua competenza verso la cultura islamica - che ha trovato, in generale e a confronto con altri aspetti, nonostante l'enorme produzione critica su di lui, ben poca attenzione. L'interesse per la componente arabo musulmana nella personalità culturale di García Lorca è peraltro relativamente recente in quanto risalgono al 1976 alcuni importanti saggi che, nell'occuparsi del  Diván del Tamarit, ne individuano alcuni elementi specifici (1). Ed è proprio nell'occuparsi del  D iván del Tamarit che gli studiosi sono soliti fecalizzare il rapporto di Lorca con la cultura arabo-musulmana, in quest'opera con tutta evidenza esplicita; le conclusioni sono unanimi: tale cultura si limita ad al- cune immagini, alle metaf ore particolarmente im penetrabi li e all'impiego dei termini,  diván, ca- sida  e  gacela,  che titolano rispettivamente l' opera e le due parti da cui è costituita (2). (1) Fra i tanti, perché i più centrali, sono da ricordare, Mario Hernández,  Huellas árabes en el Diván del Tamarit ,  in "ínsula", 370, 1976, p. 3 e p. 5; Daniel Devoto,  Introducción al Diván del Tamarit de Francisco García Lorca,  París, Ed. Hispanoamericanas, 6, 1976; pur con le implacabili avvertenze, comunque preziose so- prattutto per gli aspetti relativi al metodo, di Piero Menarini,  (Dedicato a Ferderico García Lorca. Rassegna della recente bibliografia torchiano,  in "Spicilegio moderno", 6, 1976, pp. 142-160) il lavoro di Devoto mostra di voler sottrarre il  Diván  a un confronto improprio con la cultura araba; è ricco peraltro di informazioni anche su questo aspetto. Mi attengo alla trascrizione abituale di "Divàn"adottata unanimemente dalla critica, e soprattutto dai curatori d i,  Federico García Lorca,  Obras completas,  3 voli., Madrid, Aguilar, 1986. Di come i lorchisti hanno eluso il pro- blema dell'arabismo di Lorca, è indice la trasmissione del termine, impiegato invece dal poeta secondo la trascri- zione "diwàn" (così come è ripreso, isolatamente, da Miguel García- Posada per la sua edizione di, F. García Lor- c a,  Poesia, 2,  Madrid, Akal Bolsillo, 1982) e divenuto "diván",  tout court.  Per quanto vado esaminando è un ele- mento importante della "intenzione" di Lorca di fondere nell'opera intarsi arabi. (2) Scelgo di ricordare, nella bibliografia italiana, i corposi saggi di Maria Grazia Profeti,  Forma dell' espressione e forma del contenuto nel Diván del Tamarit , in Paola Amorosi-Maria Grazia Profeti,  F. García Lorca.la frustrazione erotica maschile,  Roma, Bulzoni, 1979; e di, Candido Panebianco,  Simbolo e pathos nel  Diván del Tamarit di F. García Lorca,  Roma, Bulzoni, 1981 (e prima ancora nel saggio,  Introduzione al Diván del Tamarit ,  in "Teoresi", anno XXIV, 3-4, 1969, pp. 207-215). 17 3 AISPI. La «precoce» cultura islamica di Federico García Lorca.

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    Pina Rosa P iras

    LA "PRECO CE" CULTURA ISLAMICA

    DI FEDERICO GARCA LORCA

    a partire dall'interesse per i problemi implicati nell'intreccio fra cultura islamica e let-

    teratura spagnola che intervengo qui su "Dai modernismi alle avanguardie" con Federico

    Garca Lorca esaminato in un aspetto - il suo "atteggiamento", ma anche la sua competenza

    verso la cultura islamica - che ha trovato, in generale e a confronto con altri aspetti, nonostante

    l'enorme produzione critica su di lui, ben poca attenzione. L'inte resse per la componente arabo

    musulm ana nella personalit culturale di Garca Lorca peraltro relativamente recente in

    quanto risalgo no al 1976 alcuni importanti saggi che, nell'occuparsi del

    Divn del Tamarit,

    ne individuano alcuni elementi specifici (1). Ed proprio nell'occuparsi del

    D ivn del Tamarit

    che gli studiosi sono soliti fecalizzare il rapporto di Lorca con la cultura arabo-musulmana, in

    quest'opera con tutta evidenza esplicita; le conclusioni sono unanimi: tale cultura si limita ad al-

    cune imm agini, alle metafore particolarmente impenetrabili e all'imp iego dei termini,divn, ca-

    sidaegacela,che titolano rispettiv amente l'opera e le due parti da cui costituita (2).

    (1) Fra i tanti, perch i pi centrali, sono da ricordare, Mario H ernndez,Huellas rabes en el Divn del

    Tamarit , in "nsula", 370, 1976, p. 3 e p. 5; Daniel Devoto,Introduccin al Divn del Tama rit de Francisco

    Garca Lorca,

    Pars, Ed. Hispanoamericanas, 6, 1976; pur con le implacabili avvertenze, comunque preziose so-

    prattutto per g li aspetti relativi al metodo, di P iero M enarini,

    (D edicato a Ferderico G arca Lorca. Rassegna della

    recente bibliografia torchiano,

    in "Spicilegio moderno", 6, 1976, pp. 142-160) il lavoro di Devoto m ostra di voler

    sottrarre il

    Divn

    a un confronto improprio con la cultura araba; ricco peraltro di informazioni anche su questo

    aspetto.

    Mi attengo alla trascrizione abituale di "Divn"adottata unanimemente dalla critica, e soprattutto dai curatori

    di,

    Federico Garca Lorca,Obras com pletas, 3 voli., Madrid, Aguilar, 1986. Di come i lorchisti hanno eluso il pro-

    blema dell'arabismo di Lorca, indice la trasmissione del termine, impiegato invece dal poeta secondo la trascri-

    zione "diwn" (cos come ripreso, isolatamente, da Miguel Garca- Posada p er la sua edizione di, F. Garca Lor-

    ca,Poesia, 2,Madrid, Akal Bolsillo, 1982) e divenuto "divn", tout court.Per quanto vado esaminando un ele-

    mento im portante della "intenzione" di Lorca di fondere ne ll'opera intarsi arabi.

    (2) Scelgo di ricordare, nella bibliografia italiana, i corposi saggi di Maria Grazia Profeti, Forma

    dell' espressione e forma del contenuto nel Divn del Tamarit , in Paola Am orosi-Maria Grazia Profeti,F. Garca

    Lorca.la frustrazione erotica masch ile,

    Roma, Bulzoni, 1979; e di, Candido Panebianco,

    Simbolo e pathos nel

    Divn del Tamarit di F. Garca Lorca,Rom a, Bulzoni, 1981 (e prima ancora nel saggio,Introduzione al Divn

    del Tamarit ,

    in "Teoresi", anno XXIV, 3-4, 1969, pp. 207-215).

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    AISPI. La precoce cultura islamica di Federico Garca Lorca.

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    Ma dell'impostazione inaugurata dall'arabista Emilio Garca Gmez, con la Nota al

    Divn del Tamart che doveva costituire il prologo alla mancata edizione dell'universit di

    Granad a, in corso di stampa fin dal 1934 (3), voglio sottolineare il ruolo nella storia della cri-

    tica lorchiana in relazione all'aspetto che mi occupa. L a

    Nota,

    pubblicata da Garca Gmez in

    Silla del m oro y nuevas escenas andaluzas nel 1948, sostiene non solo che nelDivnnon ci

    sono elementi in comune con la poesia araba, ma aggiunge valutazioni nel merito:

    "(...),

    en

    general y por fortuna, los poemas de Lorca se separan de los versos rabes en que no son

    esclavos de la gramtica, sino que es la gramtica su esclava; en que escapan a ese gongoris-

    mo pregongorino en que todo es difcil, pero fro y exacto, y centellean, en cam bio, de vagas

    intuiciones, inefables anhelos, sentimientos inasibles; en que son desinteresados y nada hay en

    ellos que recuerde la elegante mendicidad del ditirambo."(4). Si tratta di una condanna che

    rappresenta un eloquente indicatore del "gusto" di Garca Gm ez; la sua incomprensione per

    il " gongorismo", includa o no Gngora nel caso specifico, evidenzia la discriminante che per

    tanto temp o, oltre che estetica, stata anche politica, e che comunque indice della posizione

    di tanti arabisti spagnoli nei confronti dell'area cu lturale di cui si occupano (5).

    Devoto aveva intravvisto i limiti dell'argom entazion e di Garca Gm ez al cui impian-

    to contrappone le dichiarazioni di Salvador Dal e soprattutto di Luis Cernuda: "Es impor-

    tante que Cernuda, que insiste tantas veces y a intervalos tan espaciados sobre el carcter

    oriental de la poesa lorquiana, manifieste considerar elDivn -"obra a la que Lorca quiso

    darle cierto color orientaF'-como coleccin cuyo orientalismo le resulta "men os evidente

    que en otras obras suyas". Lo mismo , visto del revs, es lo que sostiene un reputado orien-

    talista en cuyas traducciones se ha querido ver el punto de partida de este poemario: Garca

    Gmez..." (6). Questo "punto di partenza", amplificato dalla critica per l'autorevolezza del

    prestigioso arabista, ha in qualche modo precostituito le ragioni per cui si sorvolato sulla

    cultura arabo-musulmana di Lorca.

    La competenza e 1'"atteggiamento", si diceva, di Garca Lorca verso la cultura islami-

    ca, che saranno ricostruiti qui attraverso elementi concreti della sua biografia, relativi agli

    anni giovanili di Lorca, gli anni '20, a un periodo di tempo in cui gli apporti culturali che

    convergono nella sua poesia - e che progressivamente diventeranno pi elaborati nelle ulti-

    me raccolte - saranno costituiti, come riconoscono tutti gli studi sulla sua opera, dagli ap-

    porti andalusi, gaglieghi, gitani, o arabi, come intendo qui sottolineare.

    stato Ian Gibson, con un articolo pubblicato in "Cuadernos hispanoamericanos" nel

    1986 nel quale segnala Un probable artculo de Lorca sobre Ornar Jayyam (7), a confer-

    (3) Per quanto la vicenda della mancata pubblicazione del Divn sia nota, molti elementi restano ancora

    oscuri soprattutto a causa della reticenza di Garca Gmez nel ricostruirla, cfr. Ian Gibson,

    Otoo sin Ignacio,

    in

    Federico G arca Lorca-2. De Nueva York a Fuente G rande. 1929-1936,Barcelona, Grijalbo, 1988, pp. 324-332, in

    particolare, p. 327.

    (4) LaNota al Divn del Tamarit stata riprodotta nell'edizione curata da Mario Hernndez per "Obras

    de Federico G arca Lorca" , n. 3, Madrid, A lianza, 1981 , dalla quale ripresa la citazione, p p. 55-56.

    (5) Sull'arabismo spagnolo, cfr. Juan Goytisolo,

    Crnicas sarracinas,

    soprattutto il cap.

    Ojeadas al arabis-

    mo espaol, Barcelona, Ruedo Ibrico, 1982.

    (6) Daniel Devoto, cit., pp.82-83.-

    (7) Ian Gibson,

    Un probable artculo de Lorca sobre Ornar Kayyam,

    in "Cuadernos hispanoamericanos",

    Madrid, 433-434, 1986, pp. 37-42. L'articolo di Lorca,

    C omentarios a O rnar Kayyam,

    stato incluso in Federico

    Garca Lorca,Obras com pletas,Madrid, Aguilar, 1986.

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    marmi nell'ipotesi che l'attenzione di Lorca per la cultura islamica, per quanto affinata nel

    tempo, risale agli anni giovanili, o addirittura all'adolescenza, e non sorta -come si suole ri-

    petere- solo negli anni '30, in seguito alla pubblicazione dei

    Poemas arbigoandaluces

    di

    Garca Gmez (8).

    Si tratterebbe invece, quanto sostengo, di una passione, di una attenzione, che sarebbe

    corretto porre come parte costitutiva e continua delle molteplici componenti della poetica di

    Lorca, con la funzione che gli studiosi riconoscono ad altri aspetti, temi, fonti della sua poe-

    sia, anch 'essi sviluppati ed affinati nel tempo e che , rielaborati e riformulati in un linguagg io

    suo proprio, provengono da m ateriali culturali diversi, folklorici, religiosi, mitici (9).

    Tornando all'articolo di G ibson, vale la pena di sottolineare che, nonostante quel "pro-

    bable" del titolo,

    Un probable artculo de Lorca sobre Ornar Kayyam

    , che lascia aperto

    un dubbio sulla certezza dell'attribuzione, lo storico irlandese adduce ragioni che possono

    portare a considerare ragionevolmente certa l'attribuzione a Lorca. Gibson rivela che la le-

    gittimit dell'attribuzione a Lorca di un articolo pubblicato dalla rivista granadina "L etras"

    il 30 ottobre 1917 (nella quale, bene ricordarlo, erano comparsi altri due articoli di Lorca

    proprio negli anni '17-'18) dal titolo, Comentarios a Ornar Kayyam e firmato Abu- Abd-

    Alah (che significa " Padre del servo di D io"; per il nom e del poeta persiano Lorca im piega

    tale trascrizione) gli sia stata confermata dall'esame comparativo degli

    juvenilia

    di Lorca e

    soprattutto dagli esiti dello studio compiuto sulla biblioteca del poeta dal nipote di questi

    Manuel Fernndez- Montesinos Garca. Bisogna infatti ricordare un dato importante per

    questa ricostruzione, e cio che dalla

    Descripcin de la biblioteca de Federico G arca Lor-

    ca (catlogo y estudio)

    si ha notizia del libro di poesie di Ornar Khayyam posseduto e an-

    notato accuratamente dallo stesso Lorca. "Se trata de la segunda edicin, corregida y am-

    pliada, de la traduccin del argentino Carlos Muzzio Snz- Pea, con prlogo de Rubn

    Daro, (...) y segn el colofn se imprimi en 1916. La hoja de ttulo lleva la firma

    "F.Garca" y, debajo de esta, la fecha: "Noviembre- 1917/23"."La portada ostenta un sello

    de la librera Prieto de Granada, donde tena cuenta el poeta, y puede suponerse que la fe-

    cha corresponde a la de compra." (10). Su questo esemplare Lorca ha segnato a matita nove

    quartine i cui temi coincidono con quelli della sua produzione giovanile e fra questi tre sono

    ricordati da Rubn Daro nell'introduzione. Lorca, come noto, conosceva l'opera di Rubn

    tanto da incidere profondamente sul giovane poeta gi nel ' 17, per cui la citazione che ch iu-

    de l'articolo Comentarios a Ornar Kayyam : "Eres un poeta egregio, como te llama Rubn,

    que ests muy lejos de la multitud" pu essere una conferma che Lorca / Abu-Abd-Alah co-

    nosceva l'edizione delle poesie di Khayyam posseduta da Lorca in quanto nell'introduzione

    Daro appella il poeta arabo-persiano "egreg io astrnomo y poeta de la India" (11).

    (8) Alcuni deiPoemas tradotti da Garca Gm ez erano comparsi sulla stampa a partire dal 1928. Daniel De-

    voto, cit., p. 28, nel determinare la cronologia delle composizioni delDivn, fa risalire addirittura al 1927 laKasi-

    da I del Tamarit,che sar la prim a della racco lta con il titoloGacela del amor imprevisto.

    (9) Un esem pio di come Lorca procedesse dato dall'ana lisi del rapporto fraPoema del Cante Jondo e la

    struttura musicale del

    cante,

    da Lorca ricostruita in un "equivalente poetico" che evita, "lucidamente", di assumere

    ilcante tout court o di riproporlo in forme mimetizzate. Tale analisi stata compiuta da Antonio Melis,Lo spirito

    della musica nel Poema del Cante Jondo , in "Quaderni ibero-americani", 65-66, 1989.

    (10) Ian Gibson, cit., 1986, p. 38.

    (11) Rubn Daro evocato da Lorca nell'articolo, anc h'esso ritrovato da Gibson,

    Divagacin. Las reglas de

    la msica, in "Diario de Burgos", Burgos, 17 agosto 1917, e riprodotto inObras completas, Aguilar, 1986; sull'in-

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    Altro elemento che comprova l'attribuzione a Lorca, che l'articolo dedicato a Lo-

    renzo Martnez Fuset, conosciuto a Baeza nel 1916, e cio a qualcuno con cui Lorca ebbe

    un lungo e intenso scambio epistolare e al quale dedica anche una sezione diImpresiones y

    paisajes

    (12).

    L'interesse di Lorca per la poesia arabo-persiana (ricordo che Khayyam poetava sia

    nell'una sia nell'altra lingua) risale dunque per lo meno al 1917. Ma per quanto il 1917 sia

    l'anno in cui Lorca scrive, oltre all'articolo di cui si parla, la sua prima poesia, della quale,

    insieme a evocazioni orientali, il primo verso : "Y yo como la sombra de un antiguo

    Ornar" (13), quanto fin qui ho detto conferma comunque solo una sua generica "passione" e

    "atteggiamento" culturale.

    Si ritenuto quindi utile allargare la ricerca sul precoce arabismo di Lorca a elementi

    relativi agli apporti che alla sua formazione possono essere derivati dal rapporto con quelle

    istituzioni che producono e riflettono all'esterno l'elaborazione culturale-per esempio uti-

    le la storia dell'arabismo dell'universit di Granada- o con quei settori della vita della citt

    che abbiano inciso nell'esperienza concreta di Lorca, e che quindi vanno dalle attivit del

    Centro Artstico y Literario,

    a quelli teatrali, dalle

    tertulias

    del

    Caf Alameda,

    il "Rincon-

    cillo", alle amicizie, fondate non solo su ragioni umane o affettive ma soprattutto interes-

    santi per noi perch intrise di profondi interessi culturali e letterari, importanti negli anni

    della formazione di un poeta. Per l'indagin e su questi aspetti fondam entale la ricostruzio-

    ne della biografia di Lorca compiuta da Gibson: fonte preziosa, per la massa di materiali

    raccolti, sia per ricerche sulla storia culturale di Lorca, sia per chi come me v oglia m ettere a

    fuoco un aspetto specifico di quella storia (14).

    Lorca, mentre continuava a studiare musica con il vecchio maestro Antonio Segura

    Meza, si iscrive contemporaneamente nelle due facolt di

    Filosofa y Letras

    e di

    Derecho.

    Si laureer in Giurisprudenza solo nel 1923 e - come si sa - solo perch questo rientrava

    nelle aspettative dei genitori. Nel frattempo, piuttosto che dedicarsi agli studi giurid ici, as-

    siduo della facolt di Lettere ed noto come dalla frequenza e dai viaggi di studio con

    Martn Dom nguez Berrueta, amico di Antonio Machado e docente di Teora de la Litera-

    tura y de las Artes, sia emersa la sua passione per la letteratura. Ma proprio nel ma gistero

    di Berrueta ritroviamo l'interesse per i temi arabi. Ricordo per esempio che i suoi allievi ne

    ricevettero tali stimoli che da una visita al Patio rabe nell'Albaicn, tre di loro, Luis Ma-

    riscal Paradas, Antonio Gallego Burn e Lorca stesso ricavarono argomento per alcune delle

    loro rispettive opere letterarie. Quella di Lorca Patio hmedo , incluso poi in Libro de

    poemas.

    Dalla pratica di appunti e diari che gli studenti dovev ano sistematicam ente pren -

    dere durante i viaggi, in parte nato, com e si sa, il primo libro di Lorca,Impresiones y pai-

    sajes.

    fluenza esercitata da Rubn Daro, cfr., Ian Gibson,

    Federico Garca Lorca-1. De Fuente Vaqueros a Nueva York.

    1898-1929,Barcelona, Grijalbo, 1985, pp.208-211.

    (12) Cfr. Ian Gibso n, cit., 1986, p. 39.

    (13) Secondo il fratello Francisco, Federico aveva pensato a una raccolta di ispirazione araba quando ancora

    non aveva maturato l'idea di dedicarsi alla letteratura. Cfr. Francisco Garca Lorca,Federico y su mundo, Madrid,

    Alianza, 1980, pp. 158-169. Si vedano anche, Ian Gibson, cit, 1985, pp. 215-217 e cit, 1986, p. 39.

    (14) Ian Gibson , cit., 1985 e cit., 1988.

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    Nell'agosto del 1920 Lorca si iscrive agli esami di

    Lengu a arbica, Paleografia

    e

    Bi-

    bliologia.Antonio Gallego Burn ricorda che nell' estate del '20 Lorca gli chiese: "Y el he-

    breo y el rabe son fciles de camelo con Navarro? (...) Cuando sabr hebreo ni rabe? Me

    deben aprobar inmed iatamente " (15). Ma Lorca non sosterr mai tali esami e la conoscenza

    dell'arabo presumibile sia rimasta, appunto, un progetto.

    L'interesse di Lorca per la cultura araba da ricercare quindi ad un altro livello (16) e

    nell'influenza esercitata su di lui dal rapporto con alcuni amici, innan zitutto.

    Quel "N ava rro" di cui parla Lorca nel colloquio riferito sopra Jos Na varro Pard o, a

    cui dedica ilRomance de la pena negra; e Navarro, cos come Francisco Soriano Lapresa,

    insegna arabo nella facolt di Lettere di Gran ada. Entramb i sono assidui frequentatori de l

    "Rinconcillo".

    A questo punto pi ancora che documentare una improbabile conoscenza diretta della

    lingua, appare importante l'amicizia di Lorca con questi due specialisti che deve aver ali-

    mentato in maniera indiretta ma sostanziale il suo interesse complessivo per la cultura isla-

    mica. Interesse e competenza che peraltro emergono nettamente dalle argomentazioni con-

    tenute nella

    Conferencia del Cante Jondo,

    pronunciata durante il famoso concorso di

    can-

    te nel 1922 a Granada. Non mi soffermo su questo testo che, per quanto noto e analizzato

    pi volte, meriterebbe uno studio a s per come Lorca fa risalire ilcante alla poesia araba

    in quanto tessuto della cultura tradizionale spagnola, per esempio per quel che riguarda il

    tema dell'esaltazione del vino. Ricordo solo che in quella Conferencia da notizia di aver

    letto con molta emozione, prima quindi del 1922, le "sublimes gacelas amorosas de Hafiz"

    ritrovate nella traduzione ottocentesca del conte di Noroa. Mario Hernndez ritiene che da

    quel testo Lorca pu aver conosciuto nei particolari tecnici le forme arabe: "En Las Poe-

    sas asiticas

    del poeta dieciochesco Lorca pudo hallar por primera vez las definiciones de

    divn y gacela, con pormenorizada descripcin de su composicin y mtrica respectivas,

    junto con una ms vaga descripcin de las casidas o "caseidas" como las denomina el con-

    de.O tras posibles fuentes le serviran de lejana orientacin, desde los "p astich es" de Villaes-

    pesa en

    El alczar de las perlas

    (17).

    Lorca non esente comunque in questi anni dall'utilizzare quelle forme esteriori tipi-

    che de ll'esotismo , il travestimen to, l 'indossare il vestito d ell'"altro ", attraverso cui spesso

    affermata la volont di assumere un'altra identit. della fine del corso 1923-24 la fotogra-

    fia mandata a Pepin B ello nella quale Lo rca appare vestito damorocon la dedica "Qu re-

    cuerdo como un ave medio viva, medio soada, te trae esta foto orientai de mi "vera efi-

    gie?"

    (18).

    Il desiderio di Lorca di identificarsi con l'arabo continua nel tempo. Durante uno dei

    soggiorni a Barcellona, nel '27, a un nazionalista catalano (e Lorca non era nazionalista)

    che gli chiedeva: "De dnde es usted, joven?" rispondeva scherzosamente, ma con orgo-

    (15) Idem, 1985, p. 286.

    (16) Sull' obiezione secondo la quale Lorca non potesse avere una conoscenza di prima mano della poesia

    arabo-andalusa, cfr., D aniel Devoto (cit., p. 81): "Pero esta "segunda m an o" (que no poda ni tena por que ser de

    primera: y por lo que se me alcanza, Young y yo nos ocupamos de este mismo asunto sin conocimientos mucho

    m s directos) est muy bien asim ilada:(... )". Cfr. anc he Ian Gibso n, cit., 198 5, p. 30 1.

    (17) Mario Hernndez, c it , 1976, p. 3.

    (18) Ian Gibson, cit., 19 85, p. 359.

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    glio: "Soy del Reino de Granada " (19), dove esplicito il riferimento a una sua origine

    mitizzata, trasposta nella Granada del passato, che uno dei motivi propri del modernismo

    e dell'esotismo (20).

    Racconta Ian Gibson: "En la primavera de 1923, Federico le informa a Melchor

    Fernndez Almagro de un ambicioso proyecto del Rinconcillo. Se trata de construir, en

    unos terrenos de una finca de La Zubia cedidos por su propietario, Francisco Soriano La-

    presa, un morabito rabe dedicado a Abentofail, m dico y autor de una novela filosfica, "y

    dos o tres ms genios de la cultura arbiga granadina". Navarro Pa rdo, dice Lorca, "casi llo-

    raba anoche de alegra" mientras hablaban del proyecto. "Pensamos adems invitar a sabios

    moros de todo el Oriente, que vendran a Granada - contina Federico -, y hacer una anto-

    loga de Abentofail dirigida por Navarro, con

    cosas mas

    que yo har para entonces" (21).

    Come si vede, anche questo un momento in cui Lorca progetta di scrivere qualcosa spinto

    dagli impulsi derivatigli dalla cultura araba. Progetto che poi maturer solo nei primi anni

    '30 con il

    Divn.

    Anche il progetto del

    morabito

    un'anticip azion e di quella che nel 1930

    si realizzer come Escuela de Estudios rabes, situata di fronte all 'Alhambra, nell 'Al-

    baicin. Vi insegneranno Navarro Pardo e Soriano Lapresa, e a partire dal 1932, Em ilio

    Garca Gm ez.

    Molto dell'esotismo di Lorca si deve forse a Soriano Lapresa; a lui dedica il capitolo

    "Jardines" diImpresiones y paiesajes con queste parole: "A Paquito Soriano. Espritu exti-

    co y admirable" (22). E ancora Lorca nel 1928: "El gran Paquito Soriano Lapresa, el que

    nos ha dado lectura a todos con su gran biblioteca". Francisco Garca Lorca ricorda come

    sia stato lui ad iniziare il gruppo degli amici alla lettura di Francis Jammes e di autori, so-

    prattutto francesi "inclinados hacia un erotismo ms o menos exquisito" (23). Gibson lo

    presenta cos: "Soriano amaba profundamente la msica -sera elegido presidente del Con-

    servatorio de Msica de Granada-, y siempre acuda a los conciertos (...); tena fama de ex-

    celente conferenciante; estudiaba lenguas orientales; era dueo de amplios con ocimientos

    en arqueologa, pintura y literatura; apreciaba a Gngora y a los poetas culteranos del siglo

    XVII en una poca en que pocos les hacan c aso, anticipando con ello la "recuperac in" del

    gran poeta cordobs en 1927; era, excelente conversador, y atento observador de lo que pa-

    saba a su alrededor, tanto en Granada como fuera d e ella; y, esteta y todo, ingres en el

    Partido Socialista O brero Espaol..." (24). Per Lorca deve essere stato un affascinante m o-

    dello, tanto da poter dire che "tutti" gli aspetti della personalit di Soriano costituiscano al-

    trettante caratteristiche della personalit lorchiana. Per Lorca, com e per gli amici del "Rin -

    con cillo", soprattutto Nav arro Pardo e Soriano Lapresa, impeg nati nei vari settori della vita

    politica e sociale della citt, la passione per la cultura araba agisce nel loro stesso stile di vi-

    ta. E anche stile di vita spesso l'esotismo, i cui elementi funzionano in un quadro di ricerca esi-

    (19) Miguel Garca Posada, cit., p. 86, nota 99. Cfr. anche Ian Gibson, cit., 1985, p. 477.

    (20) Lily Litvak,El jardn de Alh. Temas del exotismo musulmn en Espaa. 1880-1913,Granada, Ed. Don

    Quijote, 1985; Abdellah Djbilou,Diwn Modernista. Una visin de Oriente, Madrid, Taurus, 1986.

    (21) Ian Gibson, cit., 1985, p. 140.

    (22) Ian Gibson, cit., 1985 p. 135.

    (23)Wem,pp. 134-135.

    (24)

    Ivi;

    accentuandone gli aspetti di dilettantismo, pi o meno con gli stessi termini Soriano Lapresa ri-

    cordato da, Francisco Garca Lorca, cit., pp. 141- 147.

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    La precoce cultura islamica di Federico Garca Lorca

    stenziale, oltre che culturale, che si proietta verso categorie vissute come non limitanti, in oppo-

    sizione a quanto la tecnologia, l'utilitarismo, la parcellizzazione dell'individuo, la volgarit bor-

    ghese, offrivano. Per tanti aspetti anche Lorca rientra in questa com plessa dom inante del moder-

    no che l'esotismo, una dimensione con cui l'Occidente all'inizio del secolo ha pensato a se

    stesso e alla propria identit, in rapporto con gli altri, con l'alterit (25).

    n oto il disprezzo di Lorca per la borghesia granadina. Emerge da questa dichiarazio-

    ne del 1936, a proposito della calamit storica che, a suo giudizio, era stata la caduta della

    Granada m usulmana nel 1492: "fu un mom ento malsimo, aunque digan lo contrario en las

    escuelas. Se perdieron una civilizacin admirable, una poesa, una astronoma, una arqui-

    tectura y una delicateza nicas en el mundo, para dar paso a una ciudad pobre y acobarda-

    da, a una "tierra del cha vico " donde se agita actualmente la peor burguesa de E spa a" (26).

    Ma gi negli anni dell'amicizia di Lorca con Soriano Lapresa siamo a un punto della

    formazione del poeta relativamente avanzato in rapporto alla sua breve vita, e a un modellopositivo di esotismo, raffinato e cosmopolita. Nella Granada dei primi anni del secolo vis-

    suti da Lorca si verificarono episodi della vita culturale che alimentarono un intenso dibatti-

    to dal quale la formazione di Lorca percorsa. Ci fu la grande occasione mondana della pri-

    ma diEl alczar de las perlasdi Francisco Villaespesa, 1*11 novembre 1911 nel teatro Isa-

    bel la Catlica, il pi importante della citt. Era presente, con Manuel Ortiz (che poi diverr

    un famoso pittore), Lorca tredicenne che ne riport una foltissima impressione (27). Villaes-

    pesa in quell'occasione dichiar: "Escribir mi tragedia como la hubiera esento un rabe

    granadino fu mi nico ideal"(28). Ma lo stesso Lorca nel '36 commentava come la "co-

    rriente de ternura" che gli aveva provocato l'opera sarebbe presto scomparsa. E in effetti

    Lorca ebbe modo di riflettere sul granadismo o sull'orientalismo deteriore, basato sugli ste-

    reotipi e sulla moda. Tra il 1914 e il 1915 si svolge nei giornali granadini una polemica ac-

    cesissima sostenuta da Costantino Ruiz Carnero su "El defensor de Granada" e dal giova-

    nissimo am ico di Lorca Jos Mora Guarnido, contro i luoghi comuni sulla citt quali ap-

    punto l'alham brismo, il granadismo, l 'orientalismo ; e per quanto Lorca non si sia sottratto

    all'influenza di questi luoghi comuni quando era molto giovane, gi nel '15, proprio in se-

    guito a quella polemica, ne aveva avvertito i pericoli (29).

    Come si vede, da questo primo episodio datato 1911 (ma non si dimentichi che si po-

    trebbe andare ancora indietro, ai luoghi della sua prima infanzia ad Asquerosa, e agli altri

    luoghi a lui cari, la Vega di Granada, San Vicente, il Tamarit erano intrisi di tracce della

    presenza araba) fino agli anni '27-'34, gli anni dell'elaborazione del

    Divn,

    trascorsa la

    quasi totalit della vita del poeta. Non quindi all'apparizione dei Poemas arbigoandaluces,

    che dobbiamo far risalire le "suggestioni" lorchiane per la cultura e la letteratura araba, non

    (25) Thierry Hentsch,

    L'orient imaginaire. La visin potinque occidentale de

    l Est

    mditeranen,

    Pars, Les

    ditions de Minuit, 1988; Teun A. van Dijk,

    P rejudice in Discourse,

    A msterdam, Benjamins, 1984; Clara Gallini,

    Le radici dell'immaginario esotico,

    in "Demo crazia e diritto", n. 6, novem bre-dicembre, 1989, pp. 267-27 9.

    (26) L'opinione di Lorca sulla boghesia un tassello del suo orientamento politico. Fra i sostenitori di un

    Lorca impegnato politicamente, Francisco Garca Lorca,

    El compromiso humano y poltico de Garca Lorca,

    in

    cit., pp. 401- 418; Manuel Fernndez Montesinos,

    La preocupacin social de Garca Lorca,

    in AA.VV.

    Lorca,

    986,

    cit., pp.

    15-33.

    (27) Ian Gibson, cit., p. 129.

    28 Ivi

    (29)Idem,pp. 128-131.

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    Pina Rosa Piras

    a questa "occ asione" episodica che peraltro pu essere stata determinante solo perch Lorca

    si decidesse a realizzare un suo antico progetto.

    Superata definitivamente l'opinione secondo la quale l'opera di Lorca si sarebbe diffu-

    sa per il suo carattere facile e popolare, e quindi acquisita l'idea che nella sua poesia con-

    vergano stimoli complessi provenienti da canali culturali molteplici, sarebbe auspicabile in-

    cludere fra questi anche l'apporto della cultura arabo-musulmana. Lorca del resto non solo

    rielaborava, come si detto, temi e m oduli regionali e popolari trasferendoli nella m usica,

    pittura, cinema, teatro, poesia e prosa, ma, questo che lo caratterizza, controllava in modo

    progressivamente pi elaborato nelle sue ultime raccolte, il patrimonio colto delle forme

    classiche, il sonetto per esempio, ed era insieme attento alle esperienze sue contemp oranee:

    e questo avviene nelDivn, inPoeta en Nueva York,nel suo ultimo teatro.

    Come si vede non sono davvero pochi gli elementi che una riflessione sulla cultura

    islamica di Lorca pongono in primo piano. Il suo interrogarsi su s e gli altri, sulla propria

    identit e alterna, il

    su o

    esotismo, ha generato delle forme nuove e "dive rse". Lorca ha "do -

    vuto"

    trovare delle forme rispetto per esempio a quelle imboccate dal realismo e ha potuto

    trovarle nel mondo in cui si proiettava la sua poesia: nella letteratura ricorrendo alla tradi-

    zione illustre delDivanodi Goethe, e, in quella spagnola, a Villaespesa e a Salvador Rueda.

    Ma rispetto a questi ultimi Lorca con tutta evidenza compie uno scatto con elementi di crea-

    tivit e di diversit. In primo luogo per aver capito che se la Spagna era stata la "Turchia",

    l'"O rien te" de ll' O ccidente, era arrivato il mom ento di praticare l'esotism o interno, rivendi-

    care l'arabo, il gitano, come propria tradizione, e pone quindi in atto "la loro scrittura" in

    una chiave nuova, in opposizione alla Carmen di Mrime o a Gautier. In secondo luogo

    per aver assunto, in mo do determinante negli anni della repubblica, - e l'esam e diPoeta en

    Nueva York

    lo dimostra - l'idea che il capitalism o un mod ello generatore di sopraffazione

    verso i pi deboli (30). L'interrogarsi sulla propria identit e alterit infine, pu condurre a

    una matura accettazione di s. Gli studi sull'ultimo Lorca documentano quanto in lui fosse

    maturata questa accettazione, tanto da rendere esplicita la propria omosessualit nella sua

    opera finale, nei

    Sonetos del amor oscuro,

    soprattutto (31).

    (30) Cfr. Piero Mena rmi,Conside razioni finali sugli aspetti politici e religiosi di Poeta en Nueva York , in

    Poeta en Nueva York di Federico Garca Lorca. Lettura critica,Firenze, la Nuova Italia, 1975, pp. 195-213.

    (31) Maria Grazia Profeti, cit. Mario Socrate,

    Studio critico,

    in

    Sonetti dell'amore oscuro e altre poesie ine-

    dite,

    Milano, Garzanti, 1985, pp. 249-278. Un convincente collegamento fra la rivendicazione della propria omo-

    sessualit da parte di molti artisti della generazione del '27 e la loro scelta politica di sinistra, compiuto nel suo

    intervento pubblicato in questiAtti, da Birut Ciplijauskait.

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