Corte di Appello di Trieste · a. Corte di Appello pag. 5 b. Tribunale di Trieste pag. 38 c....
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Corte di Appello di Trieste
Il Presidente
RELAZIONE DELL’ANNO 2020 SULL’AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA
NEL DISTRETTO DELLA CORTE DI APPELLO DI TRIESTE
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sub lege libertas
INDICE
1. Radiografia della giurisdizione nel Distretto: pag. 3
a. Corte di Appello pag. 5 b. Tribunale di Trieste pag. 38 c. Tribunale di Udine pag. 47 d. Tribunale di Pordenone pag. 60 e. Tribunale di Gorizia pag. 73
2. Tematiche giuslavoristiche di rilievo pag. 83
3. Tribunale per i Minorenni pag. 87
4. Tribunale di Sorveglianza pag. 99
5. Appunto sulla attività della Commissione territoriale per la
protezione internazionale di Trieste pag. 104
6. La Legge 19.07.2019 n. 69 (c.d. “codice rosso”) pag. 110
7. Frode Carosello pag. 129 8. TABELLE STATISTICHE pag. 149
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RADIOGRAFIA DELLA GIURISDIZIONE NEL DISTRETTO
Come già evidenziato in occasione delle precedenti cerimonie di
apertura dell’anno giudiziario la presente relazione cerca di offrire un
panorama non solo statistico/quantitativo della realtà giudiziaria del
Distretto della Corte di Appello di Trieste, ma anche taluni spunti di analisi e
di riflessione che possano contribuire ad una sua percezione “qualitativa”,
nella consapevolezza che accanto alla valutazione basata su criteri di
sostenibilità ed efficienza l’andamento del sistema Giustizia deve tenere
conto dei riflessi culturali e sociali della giurisdizione, in quanto ogni
procedimento – civile o penale esso sia – porta con sé persone, sofferenze,
aspettative la cui intrinseca valenza ed il cui impatto richiedono che
l’approccio al sistema stesso avvenga anche sulla base di diversi (ed appunto
“umanizzati”) criteri di lettura.
In quest’ottica, pur nella serena consapevolezza che nel Distretto della
Corte di Appello di Trieste la funzione giurisdizionale viene esercitata dai
suoi attori (magistrati, giudici onorari, avvocati, personale amministrativo,
ausiliari vari) con il massimo impegno e consapevolezza istituzionale, al fine
di poter fornire una risposta adeguata alle aspettative sociali ed economiche
dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese, si deve purtroppo aprire la
relazione evidenziando l’impietoso quadro delle sempre più esigue risorse di
cui la giurisdizione stessa dispone, con specifico riferimento alla ormai
cronica quanto ingravescente carenza del personale amministrativo.
Per cogliere questa situazione, ancorché i dati numerici non siano di per
sé soli sufficienti ad esprimere compiutamente il predetto fattore di crisi, si
offre al lettore (e, ancor prima, all’utente del sistema Giustizia del Friuli
Venezia Giulia) un quadro complessivo delle vacanze degli organici degli
Uffici giudiziari del Distretto. Rispetto alle quali, del resto, si deve
necessariamente tenere conto delle ulteriori imminenti scoperture che matureranno in conseguenza delle anticipate opportunità pensionistiche offerte dalla recente normativa previdenziale.
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CORTE DI APPELLO DI TRIESTE
Esaminando i profili amministrativi/gestionali di questo Ufficio
meritano di essere trattati i seguenti punti, anche alla luce dell’attenta analisi
svolta dalla sua Dirigente amministrativa:
1. Copertura piante organiche 2. Stato risorse materiali, strumenti informatici ed uffici 3. Prassi organizzative per il più efficace funzionamento
dell’ufficio 1. COPERTURA DELLE PIANTE ORGANICHE
A cavallo tra il 2018 e il 2019, per effetto della positiva politica delle
assunzioni avviata allora dal Ministero della Giustizia, ci sono state alcune
immissioni di nuova forza lavoro rappresentata da vincitori o idonei di
concorsi.
Per quanto nell’indicato periodo abbiano assunto servizio presso la
Corte otto assistenti giudiziari, tale dotazione si è ridotta a sei a seguito
dell’ottenuto avvicinamento alla propria residenza familiare o per vincita di
concorso presso altra Amministrazione.
Contemporaneamente, nel periodo si sono verificati il decesso di un
cancelliere e quattro pensionamenti (un funzionario giudiziario, un
cancelliere, un assistente giudiziario, un ausiliario), numero poi incrementato
nell’anno di ulteriori due unità (un funzionario e un ausiliario), mentre per
l’inizio del 2020 ci sarà il pensionamento dell’unico direttore amministrativo
presente.
Rimane pressoché inalterato, negativamente, il rapporto numerico tra il
personale amministrativo e quello di magistratura, caratterizzato questo da
un organico pressoché sempre al completo e la cui attività è contraddistinta
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da un elevato indice di produttività, alla quale il personale fa fronte grazie
all’impegno profuso e al rilevante senso etico del lavoro.
La copertura delle posizioni del Presidente e del Dirigente
amministrativo già dal 2016 e la positiva interazione tra i due vertici hanno
contribuito a rendere stabile l’organizzazione dell’ufficio e a consolidare i
positivi risultati ottenuti.
PERSONALE AMMINISTRATIVO
Oltre al ricoperto posto funzione dirigenziale, la previsione organica
del personale amministrativo (D.M. 25.4.2013) è rimasta invariata nel numero
complessivo di 63 unità. Pur essendo intervenute due parziali variazioni
della pianta organica per alcune qualifiche - una attuata con il D.M. 14.2.2018
che ha aumentato il numero degli assistenti giudiziari portandolo da n. 11 a
n. 13; l’altra avvenuta con il D.M. 18.4.2019 che ha introdotto due nuovi ruoli,
assegnando alla Corte un funzionario tecnico e tre assistenti tecnici, ruoli
peraltro non ancora ricoperti - è rimasta invariata la consistenza numerica
complessiva della pianta organica delle 63 unità. Ciò che, purtroppo, induce
a pensare che avverrà una riduzione numerica delle altre qualifiche,
mantenendo la dotazione complessiva inalterata.
Attualmente quindi il rapporto tra personale presente e pianta organica è
il seguente:
• n. 1 dirigente amministrativo su n. 1 in pianta organica; posti vuoti: 0 • n. 1 direttore su n. 3 in pianta organica; posti vuoti: 2 • n. 7 funzionari giudiziari su n. 14 in pianta organica; posti vuoti: 7 • n. 3 funzionari contabili su n. 4 in pianta organica; posti vuoti: 1 • n. 1 funzionario linguistico su n. 1 in pianta organica; posti vuoti: 0 • n. 0 funzionario tecnico su n. 1 in pianta organica; posti vuoti: 1 • n. 0 assistenti tecnici su n. 3 in pianta organica; posti vuoti: 3 • n. 3 cancellieri su n. 6 in pianta organica; posti vuoti: 3 • n. 2 contabili su 2 in pianta organica; posti vuoti: 0 • n. 11 assistenti giudiziari su n. 13 in pianta organica; posti vuoti: 2
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• n. 10 operatori giudiziari su n. 13 in pianta organica; posti vuoti: 3 • n. 2 conducenti di automezzi su n. 2 in pianta organica; posti vuoti 0 • n. 4 ausiliari su n. 7 in pianta organica; posti vuoti: 3
La novità introdotta dal D.M. 14.2.2018 con la creazione dei profili
tecnici rappresenta un doveroso riconoscimento al ruolo svolto dagli uffici
apicali per la gestione delle Spese di funzionamento, portata avanti nel corso
di questi ultimi anni con infinite difficoltà, e pur comunque efficacemente,
nel distretto. Le difficoltà sono legate anche alla mancanza delle necessarie
competenze tecniche del personale amministrativo, ove peraltro la normativa
lo prevede. Si auspica che alla previsione seguano al più presto i fatti con
l’effettiva assegnazione all’ufficio di queste risorse.
La dotazione organica di questo ufficio della Corte presenta due
particolari qualifiche. Una rappresentata dal profilo del funzionario
linguistico interprete e traduttore della lingua slovena, che risponde alle
esigenze territoriali del distretto, geograficamente confinario rispetto al
territorio nazionale e con le necessità legate al riconoscimento e alla tutela dei
diritti delle minoranze linguistiche.
L’altra costituita dal profilo del funzionario statistico, facente parte
della pianta organica del Ministero, figura di indispensabile supporto al
monitoraggio dell’andamento dell’attività giudiziaria del Distretto, oltre che
di ausilio nel caso delle ispezioni ordinarie che si svolgono negli uffici
giudiziari.
La riferita situazione fa emergere con tutta evidenza che le più gravi
scoperture della dotazione organica riguardano l’Area 3, dove l’assenza delle
figure apicali si riflette con grave detrimento sulla funzionalità dei servizi,
che non possono essere assicurati, in quanto non fungibili, da profili diversi.
E’ infatti presente un solo direttore su tre, che peraltro sarà posto in
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quiescenza fra un paio di mesi, così azzerando di fatto la qualifica, mentre nel
profilo di funzionario giudiziario i posti scoperti rappresentano il 50%,
essendo presenti solo 7 unità sulle 14 previste.
Di rilevo è la scopertura di un posto nel profilo di funzionario
contabile, data l’attività di natura contabile posta essenzialmente in capo alla
Corte.
L’Area 2 vanta la scopertura più consistente nel profilo dei cancellieri,
dove sono presenti 3 unità su 6, mentre sono presenti 11 assistenti giudiziari
su 13. Merita qualche riflessione la circostanza che per quest’ultimo profilo le
ultime due perdite si riferiscono a personale neoassunto che ha ottenuto
l’avvicinamento al luogo di residenza familiare, ovvero ha colto l’opportunità
di crescita professionale offerta da altre amministrazioni, a seguito di vincita
di concorso.
Degli operatori giudiziari ne sono presenti 10 su 13, numero destinato
peraltro a diminuire in tempi brevi in mancanza di nuove immissioni, come
del resto quello degli ausiliari, 5 in servizio su 7. Per questi ultimi appare
incomprensibile la scelta del Ministero di assunzione di 97 unità da destinare
sul territorio nazionale, ma non alla Corte di Appello di Trieste, nonostante la
tipologia di attività ne richieda la presenza, al pari degli altri uffici giudiziari,
e la non più giovane età di quelli in servizio.
L’andamento delle coperture così riferito appare in linea con quello
degli altri uffici giudicanti del Distretto, che soffrono larghe scoperture nei
vari profili: in particolare, quelli più significativi si riferiscono alla qualifica di
direttore (13 vacanti su 30, 43,33% di scopertura), funzionario giudiziario (56
vacanti su 107, 52,34 % di scopertura), cancellieri (23 vacanti su 68, 33,82% di
scopertura).
Sono presenti, inoltre, 3 dipendenti regionali messi a disposizione
dell’Ufficio giudiziario in virtù del Protocollo d’intesa siglato tra il Ministero
della Giustizia e la Regione Friuli Venezia-Giulia, rinnovato e sottoscritto il 6
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agosto 2015. Due di queste unità sono state destinate ai servizi di cancelleria,
la restante è stata assegnata in via esclusiva all’Ufficio Magistrati referenti
per la formazione e l’informatica, ufficio per il quale non è stata contemplata
una dotazione organica specifica e rispetto alla quale quindi la Corte di
Appello deve provvedere con le proprie risorse a garantirne il
funzionamento. Non è stata invece sostituita la risorsa assegnata da anni
all’ufficio Formazione del Personale, ufficio che eroga numerosi corsi in tutto
il Distretto.
L’elevato numero dei beneficiari dei permessi accordati ai sensi della
legge n. 104/1992, che al momento assommano a 10 unità, grava l’ufficio per
un numero complessivo di 30 giornate mensili di assenza, con un’evidente
incidenza negativa sull’organizzazione e la resa dei servizi.
Così come, del resto, incide negativamente il part-time volontario di cui
si avvalgono ben otto dipendenti.
Senza considerare le pur ridotte ultime immissioni di personale
neoassunto, mediamente l’età del personale è di 59 anni. Sul punto, non si
possono che riportare le stesse considerazioni effettuate negli anni
precedenti. Questo personale, cioè, nonostante l’elevata etica del lavoro ed i
più che apprezzabili risultati ottenuti (ancor più encomiabili considerando il
rapporto numericamente penalizzante tra personale amministrativo e quello
di magistratura), costituisce spesso una forza lavoro stanca ed usurata da
ritmi di lavoro elevati, maggiormente incline alle malattie legate all’età e
spesso coinvolta nell’attività di cura di genitori anziani. Su tali condizioni si
innesta anche la difficoltà di tenere il passo di fronte ad una iperproduzione
di norme e di sistemi informatici.
Occorre poi sfatare la convinzione, propria del comune sentire, che
l’attività degli uffici giudiziari consista esclusivamente nello jus dicere, e
quindi sostanzialmente di attività fatta di processi e provvedimenti. Di tale
attività fanno parte anche quelle prodromica e successive, specificamente di
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messa in esecuzione del provvedimento, senza le quali il provvedimento
stesso rimarrebbe privo di effetto.
Non solo, ma fuori da quest’ambito strettamente giudiziario vanno
individuate tutta una serie di attività complesse che l’ufficio è tenuto a
svolgere e che esigono anch’esse la messa a punto di una macchina
organizzativa che, grazie al fondamentale contributo del personale
amministrativo, ha finora prodotto risultati positivi in termini di efficienza. A
titolo esemplificativo, tra le attività strettamente amministrative, la Corte si
occupa della gestione delle procedure per lo svolgimento degli esami di
abilitazione alla professione legale e di quella relativa alle elezioni.
Inoltre, particolarmente impegnative ed assorbenti sono tutte quelle
attività volte ad assicurare il funzionamento dell’ufficio inteso come edificio,
quali ad esempio la gestione calore, l’approvvigionamento idrico, la fornitura
di energia elettrica, il servizio di pulizia e quello di facchinaggio, la
manutenzione degli impianti, i pagamenti delle posizioni debitorie per le
spese ordinarie, solo per citarne alcune.
2. STATO RISORSE MATERIALI, STRUMENTI INFORMATICI ED UFFICI: Risorse materiali
Nonostante un’attenta politica di gestione degli spazi praticata da oltre
un decennio abbia consentito fino ad ora di fronteggiare la pesante carenza
degli ambienti di lavoro nel Palazzo, condiviso con altri cinque uffici, e di
allocare il personale, ormai l’utilizzo di risorse personali non facenti parte
degli organici dell’Amministrazione sta ponendo in maniera problematica
l’assicurare ad ognuno una sistemazione sufficientemente dignitosa.
Trattasi di persone, che svolgono la loro attività in maniera più o meno
continuativa e per le quali sorge periodicamente l’esigenza di spazi per
ospitarle. Ci si riferisce, in particolare, ai giudici onorari in servizio, ai quali si
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è cercato di assicurare alcuni locali, qualche volta in condivisione, stante la
loro saltuaria presenza nell’uffici. Sono anche presenti i tirocinanti previsti
dall’art 73 del d.l. 22 giugno 2013, n. 69 che normalmente condividono lo
stesso spazio con il magistrato assegnatario; ancora, gli studenti universitari
che effettuano uno stage all’interno delle cancellerie e lì sono collocati in
postazioni più o meno precarie; infine, i dipendenti regionali che, in virtù di
una permanenza significativa e stabile nell’ufficio, generalmente hanno
postazioni fisse.
L’edificio, che ospita la Corte assieme ad altri sei uffici, è di proprietà
demaniale con vincolo di destinazione per gli uffici giudiziari. A seguito del
passaggio di competenze il 1° settembre 2015 delle spese di funzionamento
dai comuni al Ministero della giustizia, l’immobile è stato consegnato
formalmente dall’Agenzia del Demanio alla Corte alla fine del 2017. Con
l’atto di consegna l’ufficio giudiziario si è così assunto l’onere di
manutenzione e di funzionamento della struttura mediante le risorse
economiche messe a disposizione dal Ministero.
La lentezza con la quale vengono assegnate le risorse economiche, i
vincoli imposti dalle esigenze di tutela del patrimonio storico-architettonico,
la modalità piuttosto lente di intervento attraverso il sistema del
Manutentore Unico facente capo all’Agenzia del Demanio, le condizioni in
cui versava l’immobile antecedentemente al trasferimento dai Comuni al
Ministero della Giustizia delle spese di funzionamento, rendono
estremamente impegnativa la sua manutenzione, oggetto in ogni caso di
complesse procedure di gara d’appalto. Inoltre, la circostanza che l’edificio
sia considerato palazzo storico determina la difficoltà nel mettere in atto
adeguatamente quelle misure necessarie ad arginare la vetustà
dell’immobile.
La dotazione degli immobili ad uso della Corte di Appello si è
incrementata con l’acquisto nel 2017 a titolo gratuito dall’Autorità Portuale di
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una porzione del Magazzino 60, per una superfice complessiva di 2.878 mq.,
sito nell’ambito del Porto Franco e destinato ad archivio, consentendo
l’estensione dello spazio a ciò destinato, divenuto ormai insufficiente a fronte
delle accresciute esigenze degli uffici giudicanti del circondario.
Strumenti informatici Rete dati Nonostante il preannunciato potenziamento della rete con un
incremento dei relativi punti, attualmente pari a n. 250, avendo la DGSIA già
più di un anno fa aderito alla convenzione Consip Reti Locali 6 per il
rifacimento della componente passiva ed attiva della LAN del Palazzo di
Giustizia di Trieste (Foro Ulpiano), la situazione è pressoché immutata.
Infatti, la rete è ancora sottodimensionata, sia rispetto alla velocità di
trasmissione che al numero dei punti rete, rispecchianti in fase progettuale
un momento storico remoto.
Il Palazzo è inoltre dotato di accesso WiFi ad Internet tramite la rete
FVGWiFi e di 12 access point.
Il Distretto della Corte d’Appello di Trieste, assieme a quelli di Brescia,
Trento e Venezia, a seguito del piano di riorganizzazione dei C.I.S.I.A.
(adottato con D.M. 19 gennaio 2016) e della soppressione del CISIA di
Padova è stato ricompreso nella competenza territoriale del CISIA di Brescia.
Non può essere sottaciuto il fatto che la mancanza di diretta conoscenza del
territorio a causa dell’ampiezza della zona di competenza e la conseguente
lontananza geografica del centro decisionale sito a Brescia non agevola i
rapporti con gli uffici periferici.
Tuttavia, nel Distretto di Trieste l’assistenza tecnica dei sistemi
informativi, assicurata dal Presidio CISIA e da un RTI, è contrassegnata da
una sufficiente tempestività e disponibilità, ancorché si disponga di uno
scarso numero di risorse in rapporto alla capillare diffusione dei sistemi
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stessi, che rappresentano ormai la modalità prevalente (in molti casi
esclusiva) di gestione delle procedure. Alcuni sistemi poi, in particolare SICP
e SICID, presentano problematiche legate all’attività di correzione dei dati o
alla risoluzione dei problemi tecnici di carattere complesso.
Hardware Tendenzialmente adeguata è la dotazione dei personal computer fissi, di
cui tutto il personale di magistratura e giudiziario è ormai dotato, soprattutto
tenendo conto che le ultime forniture e quelle preannunciate serviranno a
svecchiare l’hardware, il più vecchio risalente al 2012.
La recente fornitura di portatili ha consentito di coprire il fabbisogno
nell’intero distretto dei magistrati, dei GOT e dei MOT, nonché dei dirigenti e
di taluni profili apicali, oltre che soddisfare specifiche esigenze dell'Ufficio.
La dematerializzazione degli atti, il Processo civile telematico, le
notifiche penali on line, la trasmissione telematica dei flussi documentali
contabili tramite SICOGE, la trasmissione delle partite di credito all’Agente
della Riscossione sono tutte procedure che rendono ormai indispensabile che
il Ministero provveda ad una adeguata dotazione, per numero e prestazioni,
di scanner, soddisfatta con l’ultima fornitura solamente nel limitato numero
di due. Nel frattempo, per sopperire alle non rinviabili esigenze dei servizi, la
Corte ha fatto appello al Protocollo di intesa con la Regione al fine di ottenere
la fornitura di 16 apparecchiature, che sono state distribuite anche ad altri
uffici del distretto. Permane quindi la necessità, legata alle nuove modalità di
gestione documentale, di acquisire almeno una ventina di scanner, anche
perché l’utilizzo delle fotocopiatrici con funzione di scanner non sempre
produce una risoluzione compatibile con alcuni software (es., SICOGE).
Di seguito si riportano i principali applicativi utilizzati dai vari settori e
si illustra la situazione degli uffici:
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Settore civile: La cancelleria utilizza il SICID e ha attuato il Processo Civile
Telematico già dal 2015. L’atteggiamento del Foro è molto collaborativo e
l’accesso fisico alla cancelleria da parte dell’utenza è più limitato, anche se
correlativamente è stato in parte sostituito dalle richieste telefoniche
effettuate senza limitazioni orarie.
Se la gestione telematica degli atti ha indotto modalità lavorative
maggiormente performanti per l’immediatezza con cui vengono acquisite le
informazioni, realizzata con la consultazione degli atti sul terminale ed
eliminando così l’esigenza di reperimento fisico del fascicolo, si è peraltro
prodotto un incremento nel consumo di carta, toner e della relativa spesa per
la stampa dei documenti richiesti dai magistrati per ovviare alla difficoltà di
lettura degli atti sul video.
Non ci sono particolari arretrati nella pubblicazione delle sentenze.
Peraltro, la tempestività dell’esecuzione degli adempimenti connessi alla
pubblicazione è stata assegnata come obiettivo della cancelleria, oltre che per
il passato anno, anche per quello in corso. Con il risultato che il tempo medio
tra il deposito della sentenza e il completamento degli adempimenti
successivi e quello tra il deposito della sentenza e l’invio della comunicazione
alle parti è limitato ad un solo giorno. I tempi medi tra impugnazione e
trasmissione degli atti alla Corte di Cassazione sono di tre giorni.
Nell’ambito del settore civile operano i tirocinanti ex art. 73 del d.l. 22
giugno 2013 n. 69, che sono stati inseriti nell’ufficio per il processo, così
supportando l’attività giurisdizionale dei magistrati.
Settore penale:
Dal 2015 è in uso il programma S.I.C.P. per la tenuta informatizzata dei
registri penali.
L’utilizzo del sistema si è affinato col tempo e sono intervenute
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numerose e continue patches per il miglioramento del programma. Tuttavia,
l’incremento di nuove funzionalità non sempre consente di rilevare poi
correttamente lo stato attuale del procedimento.
Accade infatti che la mancata esistenza di alcune funzionalità nel
momento dello scarico del fascicolo determini, successivamente alla loro
implementazione, una visione incompleta dei dati, certamente non
imputabile a negligenza della cancelleria.
Infatti, ancorché nel 2018 fosse stata eseguita un'imponente opera di
bonifica dei dati del sistema informatico, permettendo l’azzeramento
pressoché totale dei falsi pendenti ed offrendo quindi un dato statistico
attendibile e veritiero, tale intervento è stato poi quasi vanificato a seguito di
un importante aggiornamento del sistema avvenuto nel giugno 2019 con
l’introduzione di nuove funzionalità non previste all’atto dello scarico dei
dati.
Da ciò è derivato un sensibile incremento del numero di fascicoli
scaricati in maniera inadeguata.
Per converso, il sistema rimane ‘acerbo’ ed incompleto riguardo a
diverse funzionalità necessarie per la corretta gestione del procedimento: ad
esempio, non è consentito lo scarico completo dei fascicoli restituiti dalla
Corte di Cassazione.
Altro limite della gestione informatica è rappresentato dalla lentezza
con cui il programma viene adeguato alle modifiche normative (vedasi i casi
di sospensione per irreperibilità o per messa alla prova, non previsti dal SICP
fino a poco tempo fa e che dovevano essere annotati su brogliacci o su campi
note).
Proseguendo nell’excursus dei programmi informatici utilizzati in
ambito penale, per la gestione delle misure di prevenzione personali e reali
viene utilizzato il sistema SIPPI, mentre per le esecuzioni è stato adottato il
sistema SI.GE. (Sistema Informatico Giudice dell’Esecuzione, sottosistema
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del SIES, sistema informatico per l’Esecuzione e Sorveglianza). Il SI.GE.
presenta anomalie tali da non consentire di gestire correttamente i
procedimenti, determinando una continua necessità di apertura di ticket che
gli stessi tecnici hanno comunque difficoltà a risolvere.
Per la gestione delle richieste di assistenza giudiziaria all’estero viene
utilizzato il Registro informatico AGI,
E’ attivo e generalizzato l’utilizzo del sistema SNT per l’invio on-line
delle notifiche penali a tutti i soggetti interessati, eccetto che all’imputato.
La redazione e la trasmissione delle schede al casellario giudiziario per
via telematica avviene tramite il programma ministeriale NSC.
Nel corso dell’anno la cancelleria ha provveduto ad un consistente
abbattimento dell’arretrato pertinente all’esecuzione degli adempimenti
prodromici e successivi all’attestazione dell’irrevocabilità delle sentenze
pubblicate antecedentemente all’aprile 2016, peraltro affidato come obiettivo
e conseguendolo in misura superiore a quella stabilita, pari cioè a n. 468
sentenze eseguite.
Di rilevo è l’attività di attestazione dell’irrevocabilità delle sentenze
correnti, che ha avuto ad oggetto n. 1777 sentenze nel 2018 e, alla data del
21.9.2019 (ultimo rilevamento statistico), n. 1050. Inoltre, riguardo ai tempi
intercorrenti tra l’attestazione e l’invio dell’estratto esecutivo al Procuratore
Generale, questi consistono mediamente in 25 giorni.
In sintesi, nonostante la pesantissima situazione relativa alla scopertura
degli organici del personale amministrativo (aggravata dalle assenze per
malattia e dal ricorso ai benefici accordati dalla legge n. 104/2006), continua
ad essere soddisfacente l'andamento del settore penale, soprattutto in virtù
della razionalizzazione dell’organizzazione. Positivi gli effetti derivanti
dall’inserimento degli assistenti neo-assunti a cavallo tra il 2018 e il 2019, che
ha dato la possibilità di ampliare il numero di coloro che prestano servizio di
assistenza in udienza, allargandolo anche agli appartenenti ad altri settori,
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con conseguente recupero di risorse per le altre attività di cancelleria.
SETTORE AMMINISTRATIVO-CONTABILE
FUNZIONARIO DELEGATO
Ormai pressoché assestata in tutto il distretto la trasmissione telematica
dei flussi relativi ai titoli di credito tramite SICOGE COINT (circolare del
MEF n. 33 del 31 ottobre 2012 e decreto 7 dicembre 2010, art. 1).
Così come generalizzato è il sistema di ricezione delle fatture elettroniche
tramite lo SDI.
Nell’ambito dell’attività contabile dei Funzionari Delegati, rispettivamente
per il pagamento delle Spese ordinarie e delle Spese di giustizia, dal 1°
gennaio 2019 sono entrate in vigore nuove disposizioni in materia di gestione
del bilancio dello Stato (decreto legislativo 16.03.2018 n. 29 e circolari Mef nn.
20-21-34 del 2018 e n. 24 del 2019) che hanno introdotto due nuovi concetti:
l’impegno di spesa pluriennale e l’impegno di spesa delegata. L’Ufficio, per
assolvere i nuovi adempimenti relativi alla programmazione e pianificazione
della spesa, deve compiere costantemente puntuali e precisi monitoraggi per
ogni capitolo di spesa e comunicarli all’Amministrazione Centrale.
Oltre a quanto sopra illustrato è doveroso evidenziare che nel corso di
questi ultimi anni l’attività di liquidazione di entrambi i Funzionari Delegati
è in costante crescita, così come si evince dalla tabella qui di seguito riportata.
Di particolare rilievo è l’incremento delle liquidazioni del Funzionario
Delegato per le Spese di giustizia, con uno scostamento in aumento del 24%
dal 2017 al 2018, indice del notevole impegno dell’ufficio nell’attività di
pagamento delle spese liquidate a tale titolo.
L’entità della spesa prodotta sul neo istituito capitolo di spesa n. 1550,
con il quale viene soddisfatto il fabbisogno relativo al funzionamento degli
uffici giudiziari intesi come struttura, precedentemente soddisfatto dai
Comuni, è indice del notevole nuovo lavoro al quale la Corte di Appello è
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chiamata, in aggiunta a quello preesistente.
ANNI CONTABILITA'
ORDINARIA
SPESE DI
FUNZIONAMENTO
CAP. 1550
SPESE DI
GIUSTIZIA
CAPP. 1360-1362
TOTALE
GESTITO
2015 € 1.160.034,61 € 696.737,39 € 4.385.524,70 € 6.242.296,70
2016 € 1.754.216,02 € 2.722.445,63 € 4.541.997,55 € 9.018.659,20
2017 € 1.243.301,88 € 3.122.521,71 € 5.371.214,35 € 9.737.037,94
2018 € 1.884.313,93 € 3.382.844,69 € 7.589.587,06 € 12.856.745,68
2019* € 711.164,06 € 1.872.476,93 € 4.298.738,38 € 8.597.476,76
*DATI AGGIORNATI ALL’ 11 SETTEMBRE 2019 Nello specifico, le spese di funzionamento sono quelle che, dopo il
trasferimento dal primo settembre 2015 delle competenze relative a tale
tipologia di spese dai Comuni al Ministero della Giustizia, gli Uffici
giudiziari gestiscono ora autonomamente - e provvedendo direttamente - alla
manutenzione ordinaria e straordinaria dei palazzi, nonché
all’approvvigionamento di tutto ciò che serve al funzionamento dell’edificio. SEGRETERIA AMMINISTRATIVA La Segreteria della Corte d’Appello costituisce uno snodo importante,
non soltanto per i flussi di comunicazione in entrata ed in uscita che deve
gestire, ma per le molteplici e variegate attività che le fanno capo, attività
spesso altamente complesse e che richiedono competenza, flessibilità
organizzativa, rapidità di esecuzione. Può contare su un gruppo di lavoro
che, pur a fronte della carenza di personale, è motivato e coinvolto e che
assicura, anche in momenti di alta criticità, presenza e professionalità.
Diversi sono gli applicativi utilizzati per lo svolgimento dei servizi. In
particolare, di recente acquisizione è il programma di gestione delle presenze
del personale, esteso a tutti i dipendenti della Corte a partire dal 2019, e
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messo a disposizione gratuitamente dalla Regione in sostituzione di quello
ormai obsoleto già in uso. Il nuovo sistema ha consentito di dematerializzare
tutti gli atti riguardanti la fruizione degli istituti contrattuali da parte del
personale, fornendo nel contempo un’adeguata reportistica sull’andamento
delle presenze e delle modalità di fruizione.
E’ in uso, per la gestione elettronica degli esami di abilitazione
all’esercizio della professione forense (servizio tra i più onerosi e delicati tra
quelli “esterni” affidati alla Corte), un sistema informatico di produzione
ministeriale rilasciato nel 2015 e che avrebbe bisogno di un’implementazione
di nuove funzionalità.
Un altro servizio saliente affidato alla Segreteria della Corte per l’intero
Distretto è quello relativo allo svolgimento delle procedure di gara, in MEPA
e fuori MEPA, spesso molto complesse. Il servizio ha assunto un’importanza
strategica per gli approvvigionamenti, soprattutto quelli afferenti alla
conduzione dell’edificio inteso come struttura, derivati - come in precedenza
detto - dal passaggio di competenze dai Comuni al Ministero della Giustizia.
Tuttavia, dopo un avvio piuttosto impegnativo proprio in
considerazione del fatto che si trattava di un servizio tutto da impostare e con
indicazioni normative scarne e di difficile attuazione pratica, tale attività - per
quanto complessa – si è ormai strutturata, principalmente grazie all’impegno
ed alla professionalità dei funzionari ad essa addetti ed anche in virtù della
costante e proficua collaborazione operativa offerta dalla Procura Generale
della Repubblica e dal Provveditorato alle Opere Pubbliche.
In particolare, per quanto riguarda le spese di funzionamento, nel
periodo 2018-2019, la scelta strategica effettuata – improntata al rispetto dei
principi di buon andamento della Pubblica Amministrazione, di economicità,
rapidità, efficienza ed efficacia - è stata di accorpare le procedure di gara in
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modo da evitare la polverizzazione sul territorio del Distretto di numerosi
contratti per lo stesso servizio, con la conseguente eccessiva parcellizzazione
di procedure amministrative in capo ai diversi Uffici (atti di gara,
adempimenti in materia di trasparenza amministrativa, ecc.). Inoltre, si è
riusciti ad ottenere dal Ministero della Giustizia l’autorizzazione ad avviare
delle gare per più di un’annualità, coerentemente con l’attuale impostazione
della programmazione pluriennale della spesa.
Queste scelte consentono di conseguire:
• la semplificazione e la celerità amministrativa, con la riduzione del numero di procedure di gara e atti da svolgere;
• un’economia di scala a seguito di un’unica procedura per l’acquisizione di un contratto di più lunga durata;
• la maggiore attrattività per gli operatori economici interessati a partecipare ad una procedura di gara per un contratto di importo più rilevante;
• l’efficienza nel servizio reso in quanto si evita la frammentazione tra operatori economici differenti;
• la semplificazione e la facilitazione dell’interlocuzione con un unico operatore economico aggiudicatario del servizio con una conseguente ottimizzazione degli scambi;
• la maggior competitività collegata ad una più alta partecipazione degli operatori economici;
Alla fine del 2018 il numero di procedure di gara per le spese di
funzionamento (capitolo 1550) avviate dalla Corte sono state pari a 21; di
queste, 11 riguardavano gli altri Uffici del Distretto, mentre 33 procedure
hanno riguardato gli altri capitoli di spesa.
Nel corso del 2019 (alla data del 31.08.2019) il numero di procedure di gara
per il capitolo n. 1550 sono state pari a 24, di cui 13 riguardavano gli altri
Uffici del Distretto e 17 gli altri capitoli.
Va evidenziato che l’attività amministrativa che sottende alle procedure
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di gara, spesso caratterizzate da aspetti di alta tecnicalità, è piuttosto corposa
e comprende fasi differenti: preparazione degli atti di gara, avvio della gara
con acquisizione del Codice identificazione di gara, risposte ai quesiti degli
operatori economici, confronto dei preventivi, controllo della veridicità delle
autocertificazioni del possesso dei requisiti, pubblicazione degli atti nel
rispetto della normativa sulla trasparenza, interlocuzione con gli operatori
economici e con gli Uffici coinvolti. Successivamente all’aggiudicazione
l’attività si esplica nel controllo e verifica della corretta esecuzione del
contratto.
UFFICIO RISCOSSIONE CREDITI
A partire dallo scorso anno il servizio è stato profondamente riorganizzato
onde adeguarne il funzionamento alle nuove normative ed ai nuovi sistemi
che lo hanno interessato.
Due fattori hanno inciso profondamente sull’assetto precedente, imponendo
un ripensamento organizzativo:
• la direttiva ministeriale con la quale è stato attribuito all’ufficio giudiziario il compito di inviare telematicamente le partite di credito all’Agente della Riscossione, adempimento che fino alla metà dell’anno 2018 veniva svolta dall’Agente con propri mezzi e che ha determinato quindi un evidente aggravio delle attività dell’ufficio.
• l’entrata in vigore dell’art. 238-bis del T.U. Spese di Giustizia sulla “conversione delle pene pecuniarie”, in presenza di un assetto normativo di non facile attuazione e di circolari ministeriali sul tema non particolarmente esaustive, che ha determinato una situazione di momentaneo blocco delle procedure prima di arrivare ad una soluzione condivisa tra i vari attori interessati alla problematica.
Sul primo punto si è provveduto con una riorganizzazione delle risorse
addette all’attività di scansione ed invio degli atti e con l’assegnazione di
alcuni scanner ottenuti dalla Regione F.V.G. in tempi congrui, in attesa della
necessaria e adeguata fornitura ministeriale.
Sul secondo punto la Corte, d’intesa con la Procura Generale della
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Repubblica e con gli altri uffici giudiziari del distretto, ha elaborato un
sistema di comunicazione dei flussi rapido ed efficace sfociato nell’adozione
di un protocollo condiviso (circolare a doppia firma dd. 29.4.2019).
In particolare, la riorganizzazione del servizio all’interno dell’ufficio è
stata indirizzata soprattutto a far sì che la Corte d’Appello possa esercitare
un controllo reale ed efficace sull’attività degli organi della riscossione, anche
in funzione preventiva, allo scopo di evitare l’emissione di cartelle di
pagamento errate e/o opponibili.
Ad oggi si può sostenere che la fase critica di strutturazione e di sblocco
delle attività è stata superata ed avviata efficacemente, non da ultimo anche
grazie al contributo essenziale, costruttivo ed illuminato offerto dal personale
addetto all’ufficio.
ATTIVITÀ FORMATIVA DEL PERSONALE AMMINISTRATIVO
Costituisce da sempre un’area di eccellenza: l’Ufficio ha gestito
significativi volumi di formazione rivolti al personale di tutto il Distretto ed
ha attivato altresì una proficua collaborazione con il Distretto di Venezia, nel
quale non è presente un ufficio strutturato.
Nell’anno 2019 sono stati erogati corsi che hanno riguardato la materia
della sicurezza nei luoghi di lavoro e alcuni programmi informatici collegati
ai servizi di cancelleria. Inoltre, è stata garantita la formazione in ingresso
degli assistenti giudiziari neoassunti, strutturata a livello nazionale e
caratterizzata dalla previsione di moduli, autoformazione, aula, percorsi on
the job con il supporto di tutor ed esercitatori attinti dallo stesso personale
degli uffici che ha offerto la propria disponibilità.
Merita di essere segnalato lo svolgimento di una importante attività di
informazione e formazione, impostata a livello nazionale ma con il necessario
supporto organizzativo degli uffici formazione distrettuali, sull’innovativa
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materia del Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance del
personale giudiziario, avviato dall’anno 2019 con il DM 10.5.2018, che ha
fatto confluire in aula sia i magistrati capi ufficio, i dirigenti amministrativi e
il personale apicale degli uffici.
3. PRASSI ORGANIZZATIVE PER IL PIÙ EFFICACE FUNZIONAMENTO DELL’UFFICIO
Il principale strumento per ottenere una positiva performance
dell’ufficio è rappresentato dalla continua, ampia attenzione allo sviluppo
dell’organizzazione ed al recupero dell’efficienza che è stata riservata negli
ultimi anni dalla dirigenza amministrativa, con scelte che hanno dovuto
necessariamente tener conto della progressiva ed allarmante scopertura della
dotazione organica. Oltre a questa attenzione di base, tuttavia, sono stati
posti in atto alcuni meccanismi indirizzati al recupero ed alla valorizzazione
dell’efficienza.
Infatti, a partire dal 2019 è stato avviato il “Sistema di misurazione e
valutazione della performance” varato con D.M. 10 maggio 2018 per tutto il
personale non dirigente. Il Sistema fa parte integrante degli strumenti di cui
le Amministrazioni si dotano per conseguire una gestione mirata al risultato,
con la fissazione di obiettivi e di piani di azione.
Il Sistema, applicato per la prima volta dal 2019, si presenta piuttosto
complesso ed impegnativo per l’introduzione di metodologie e dinamiche
nuove per il personale.
Date le potenziali criticità in esso ìnsite, anche in assenza di indicazioni
ministeriali omogenee e specifiche, l’avvio nella Corte di Appello è stato
accompagnato da corsi ed incontri con il personale dell’ufficio allo scopo di
fornire gli strumenti adeguati e, nella maggior parte dei casi, si è potuta
rilevare una risposta positiva. In particolare, i livelli apicali sono stati
responsabilizzati e hanno offerto ampia collaborazione nella sua conduzione
24
assieme alla dirigente. Tra gli aspetti critici della procedura, come previsto
dal DM, vi è una scansione temporale delle varie fasi finali piuttosto serrata
che, messa in pratica, potrebbe subire rallentamenti connessi all’eventuale
opposizione al giudizio da parte del valutato.
Il primo processo valutativo, dal suo avvio nel 2019, si concluderà nei
primi mesi del 2020, alla fine di una procedura la cui tempistica è piuttosto
stringente e non immune da difficoltà applicative.
Tra le altre misure adottate per incrementare l’efficienza dell’Ufficio, in
particolare, dei Magistrati, è da annoverare l’avvenuta costituzione dell’
Ufficio per il Processo, con lo scopo di garantire la sua ragionevole durata
attraverso l’innovazione dei modelli organizzativi ed un più efficiente
impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Con
decreto del Presidente della Corte esso è stato costituito presso le due sezioni
del contenzioso civile e del giudice del dibattimento penale: è stato scelto che
ne facciano parte le seguenti figure, ad esclusione del personale di
cancelleria, proprio per evitare di incidere sui delicati e ben rodati assetti
organizzativi esistenti, in grado di assicurare un servizio più che efficiente:
tirocinanti laureati ex art. 73 del decreto legge 21 giugno 2013 n. 69,
convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto 2013 n. 98 (tirocinio formativo della durata di diciotto mesi);
giudici ausiliari ex artt. 62 e ss. del d.l. 21 giugno 2013, m. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98.
I tirocinanti operano con compiti di supporto all’attività giurisdizionale
dei giudici, mentre al momento non è stato contemplato uno specifico
apporto alle attività di cancelleria.
Invece, grazie ad una convenzione sottoscritta con l’Università di
Trieste gli studenti laureandi svolgono uno stage all’interno delle cancellerie
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offrendo un prezioso aiuto per l’andamento dei servizi, che ne risultano
incrementati in termini di efficienza e, nel contempo, ricevendone
un’esperienza formativa sui meccanismi lavorativi di base.
Con la stessa finalità di recupero dell’efficienza dell’ufficio va
considerato l’utilizzo dell’applicativo “Avvocati” rilasciato dal Ministero per
la gestione e verbalizzazione delle prove dell’esame per l’abilitazione alla
professione forense.
La gestione informatica della procedura, a partire dall’identificazione dei
candidati alle prove e la successiva gestione delle attività, con tendenziale
eliminazione del cartaceo, consente un sicuro recupero di risorse e
velocizzazione dei tempi di esecuzione delle attività.
Analoghe finalità e risultati ha avuto l’avvio e l’estensione a tutto il
personale della Corte del software di gestione delle presenze del personale
(SSD) utilizzato e messo a disposizione dalla Regione F.V.G. in virtù del
Protocollo di collaborazione sottoscritto dal Ministero della Giustizia e dal
Presidente della Regione Friuli Venezia-Giulia. Il programma, oltre alla
dematerializzazione degli atti, consente, attraverso un’adeguata reportistica,
di monitorare le assenze a vario titolo del personale e di razionalizzarle in un
contesto di globale assicurazione dei servizi.
Sotto l’aspetto giurisdizionale, va evidenziato che la cancelleria, allo
scopo di fissare celermente la decisione individuando i procedimenti più
vecchi di due anni effettua un monitoraggio mirato in modalità elettronica
delle pendenze.
L’efficace funzionamento dell’ufficio, infine, non può essere
decontestualizzato dall’adozione di un adeguato Piano della trasparenza e
di prevenzione della corruzione.
L’ufficio di Corte, infatti, in conformità alle previsioni della legge n.
26
190/2012 ed al Piano Nazionale Anticorruzione, nonché in coerenza con il
Piano Triennale per la Trasparenza e la Corruzione del Ministero della
Giustizia, ha adottato dal 2019 un proprio specifico Piano.
Dal punto di vista metodologico, sono state individuate le aree nel cui
ambito possono manifestarsi fattori di rischio connessi a fenomeni corruttivi.
Precisamente, si è ritenuto che nell’ambito dell’ufficio di Corte le Aree
possano riguardare: personale amministrativo, per gli aspetti connessi alla fruizione di
istituti che possono avere una ricaduta economica (concessione di permessi retribuiti, assegnazione di obiettivi e premi incentivanti, fruizione di benefici rilevanti socialmente, etc.);
affidamento di lavori, servizi e forniture per le implicazioni derivanti dallo svolgimento corretto della procedura di gara e scelta del contraente.
attività istituzionale e relazioni esterne, in particolare riguardante le attività delle cancellerie civile e penale, della segreteria amministrativa, della gestione degli esami per avvocato e degli adempimenti in materia elettorale, nonché delle attività contabili del Funzionario Delegato alle spese, dove gli aspetti di potenziale corruttela sono insiti nelle attività stesse. Per ciascuna Area sono stati quindi individuati e descritti i processi a
rischio, gli eventi rischiosi e le misure di prevenzione da adottare per
scongiurarli.
CORTE DI APPELLO DI TRIESTE: attività giurisdizionale Settore civile:
Va qui rimarcata l’ottima situazione operativa che caratterizza l’attività delle
sezioni civili della Corte.
In particolare, con riguardo alla trasformazione strutturale che ha interessato
entrambe le sezioni civili dall’anno 2017, si segnala che sono state ormai
superate le originarie difficoltà operative da esse sofferte, correlate non solo
27
al radicale mutamento della loro composizione organica ma anche
all’esigenza di una pressoché totale “riconversione” professionale di tutti i
magistrati della Corte ad esse assegnati: la specificità degli affari trattati
dall’una e dall’altra - in assenza cioè di aree tipologiche ad esse comuni –
aveva implicato (e in parte, peraltro, implica tuttora) la necessità di garantire
a ciascun consigliere un adeguato intervento formativo per l’aggiornamento
e lo studio delle nuove materie loro affidate.
Cionondimeno, lo smaltimento degli affari da parte di entrambe le sezioni è
stato tale, grazie all’impegno di tutti i magistrati, da consentire il rispetto
degli standars di rendimento complessivo che erano stati fissati nel contesto
del programma di gestione annuale redatto ai sensi dell’art. 37 d.l. n. 98/2011
(come del resto avvenuto negli anni precedenti), tanto più che sin dal proprio
insediamento il sottoscritto Presidente ha ritenuto di dover comunque
fronteggiare le criticità attraverso il più marcato coinvolgimento dei Giudici
Ausiliari anche nella attività propriamente giurisdizionale, valorizzandone
cioè il buon livello di competenza professionale e la grande dedizione al
lavoro da essi dimostrata.
I risultati così raggiunti riflettono un livello di produttività dei singoli
consiglieri delle due sezioni mantenutosi sostanzialmente invariato, fermo
restando del resto che la durata media dei procedimenti definiti è andata
progressivamente riducendosi (e comunque attestandosi su livelli costanti e
del tutto rispondenti ai canoni costituzionali della ragionevole durata del
processo), essendo passata cioè – nel contenzioso ordinario - da n. 467 giorni
al 30.6.2018 a n. 490 al 30.06.2019 e nel settore Lavoro da n. 438 giorni al
30.6.2018 a n. 370 giorni al 30.6.2019, in termini dunque ampiamente inferiori
a quello biennale.
Le pendenze finali del periodo, in linea con il trend di costante diminuzione
maturato negli anni, sono ulteriormente diminuite (da n. 1592 alla data del
30.6.2018 a n. 1321 a quella del 30.6.2019), in particolare nello specifico settore
28
del contenzioso (da n. 1284 alla data del 30.6.2018 a n. 1051 a quella del
30.6.2019), anche grazie al significativo smaltimento degli affari in materia di
protezione internazionale (da n. 478 alla data del 30.6.2018 a n. 246 a quella
del 30.6.2019).
Si può rilevare poi che nell’ultimo anno non sono intervenute significative
modifiche legislative e che la Corte ha dunque continuato ad adottare le
prassi operative già in essere, calibrate su un criterio interpretativo che vede
in diminuzione i casi di utilizzo dello strumento processuale della pronunzia
di inammissibilità dell’appello di cui all’art. 348-bis c.p.c. (molto contestato,
del resto, dal ceto forense), mentre probabilmente il chiarimento portato dalla
giurisprudenza di legittimità rispetto all’applicazione dell’art. 342 c.p.c.
(quello che richiede cioè la rigorosa specificità dei motivi di impugnazione)
alle sole ipotesi in cui non vi sia affatto una critica alla decisione impugnata
ha condotto alla redazione, in generale, di atti di appello più “consapevoli”,
diminuendo così anche l’applicazione di tale ipotesi di inammissibilità (sul
punto Cassazione, sez. 3^, n. 11197/2019; id, sez. 2^, n. 7675/2019).
Va poi evidenziato che la Corte continua ad assicurare la celere trattazione
dei procedimenti in materia fallimentare e di quelli di famiglia, la cui
fissazione rimane nell’ambito di due mesi con decisione finale alla prima
udienza fissata per la comparizione delle parti.
In ogni caso, con l’aiuto e la collaborazione della cancelleria, con la quale è
stato attivato un adeguato modulo organizzativo, si riesce ad assicurare
sempre il controllo sui procedimenti di più remota pendenza, onde fissare il
più celermente possibile la data della decisione.
Tali risultati di proficua gestione e trattazione delle cause, senza mai incorrere
in nessun ingiustificato rinvio, sono resi possibili anche dalla regola, ormai
incorporata nelle cadenze settimanali, della convocazione di una camera di
consiglio nel giorno precedente a quello all’udienza in modo da approfondire
le decisioni alla luce delle richieste delle parti di cui agli atti del giudizio, ciò
29
che consente evidentemente, oltre al necessario approfondimento, anche una
velocizzazione dell’iter di ciascun fascicolo.
Settore penale:
Muovendo da una disamina di carattere generale sulle linee di tendenza che
investono il processo penale e che si riflettono sulla attività delle due Sezioni
penali della Corte di Appello va ribadita l’incidenza pressoché irrilevante, in
termini di deflazione del carico di lavoro che fa capo ad esse, di istituti quali
la messa alla prova, la particolare tenuità del fatto ex art. 131 bis c.p.,
l’estinzione del reato per condotte riparatorie ex art. 162 ter c.p.; si sono
invece ormai esauriti gli effetti degli interventi normativi di
depenalizzazione di fattispecie penali che, peraltro, hanno avuto un impatto
statisticamente apprezzabile solo in relazione ai reati in materia tributaria
(art. 10 bis e 10 ter d.l.vo n. 74/2000) e di omesso versamento di ritenute
previdenziali e assistenziali.
Modestissimi sono stati per contro gli incrementi di carico conseguenti
all’attribuzione alla competenza della Corte della rescissione del giudicato
(art. 629 bis c.p.p.) e al ritorno all’appellabilità della sentenza di non luogo a
procedere (art. 428 c.p.p.), reintrodotta dalla Legge n. 103/2017.
L’introduzione dell’art. 72 bis c.p. ha comportato la definizione dei
procedimenti relativi ai cosiddetti “eterni giudicabili”.
Sul piano processuale, limitata è stata la necessità di dare corso alla
rinnovazione istruttoria in caso di appello avverso sentenza di
proscioglimento con richiesta di condanna (c.d. overturning di condanna o
accusatorio) previsto dall’art. 603, comma 3 bis c.p.p.; più di frequente si è
dovuto differire l’udienza per informare la persona offesa dal reato della
facoltà di esercitare il diritto di querela (si tratta soprattutto di procedimenti
relativi a truffe, rilevando oggi solo l’aggravante dell’art. 61 n. 7) c.p. e non
30
ogni aggravante, ad appropriazioni indebite, con l’abrogazione del terzo
comma dell’art. 646 c.p.) e a minacce gravi), come previsto dalla disposizione
transitoria del decreto delegato sulla procedibilità a querela (d.l.vo. n.
36/2018) per i reati divenuti perseguibili a querela in base alle disposizioni
del decreto e commessi prima della data di entrata in vigore dello stesso.
Quanto al concordato con rinuncia ai motivi di appello (art. 599 bis c.p.p.),
nel periodo di riferimento (1 luglio 2018 – 30 giugno 2019) si registrano
presso la Prima Sezione 41 procedimenti definiti (erano 34 nel periodo
precedente) pari a circa il 5% dei definiti, contro il 4% del periodo precedente;
presso la Seconda Sezione si registrano, nel periodo di riferimento, 12
definizioni (1,5% circa dei definiti), lievemente superiore al dato dell’anno
precedente.
Si osserva che, nonostante le critiche mosse da più parti alle esclusioni
oggettive (peraltro coincidenti con quelle del c.d. patteggiamento “allargato”)
che impedirebbero una ben maggiore operatività del concordato, il dato
statistico relativo alla nostra Corte non sembra di trascurabile rilievo ed è anzi,
come detto, in crescita.
Occorre peraltro ribadire, da un lato, che perdura la tendenza a proporre
comunque ricorso per cassazione contro la sentenza che recepisce l’accordo, a
fini meramente dilatori e, dall’altro, che l’istituto non ha alcuna efficacia
deflattiva, in quanto la possibilità di raggiungere l’accordo anche nel
dibattimento, ponendo di fatto nel nulla l’alternativa predibattimentale pur
contemplata dalla norma, esclude in radice che si possa ottenere per tale via un
aumento delle definizioni e una riduzione della pendenza (al più si ridurrà la
durata dell’udienza, non senza che, sovente, si sia comunque dovuto studiare
e preparare il processo).
Salvo una non precisamente quantificabile riduzione degli appelli proposti
dalla parte pubblica, non si colgono particolari effetti della riforma delle
impugnazioni penali contenuta nel D.lvo n. 11/2018, recante disposizioni di
31
modifica della disciplina in materia di giudizi di impugnazione.
Merita di segnalare che, nel solco delle modifiche (introdotte con la legge n.
103/2017) degli artt. 546, comma 1, lettera e), e 581 c.p.p., rispettivamente in
tema di “Requisiti della sentenza” e di “Forma dell’impugnazione”, ben
maggiore consistenza, rispetto al passato, hanno avuto le ordinanze di
inammissibilità dell’appello per genericità o aspecificità dei motivi di
impugnazione, provvedimenti che hanno poi avuto riscontro confermativo
nel successivo giudizio di cassazione; anche per effetto di tali pronunce
risulta incrementato il dato delle definizioni conseguenti all’attività di
spoglio preliminare dei fascicoli sopravvenuti, senza necessità di fissazione
dell’udienza di discussione.
Nel periodo, si è inteso anche dare impulso all’attuazione del disposto
dell’art. 165 bis disp. att. c.p.p. (“Adempimenti connessi alla trasmissione
degli atti al giudice dell’impugnazione”), come introdotto dall’art. 7, comma
1, del d.l.vo 6 febbraio 2018, n. 11.
La norma impone la trasmissione al giudice dell’impugnazione, assieme al
fascicolo, di determinati dati (nome e nomina del difensore, elezione di
domicilio, prescrizione e cause di sospensione di essa, misure cautelari e
relative scadenze).
L’assolvimento di tale obbligo – che è stato necessario imporre per legge – si
rivela di notevolissima importanza nell’organizzazione del lavoro
giudiziario, oltre che sullo stesso approccio dei giudici di primo grado alla
materia dell’impugnazione.
Per tale ragione, con apposita circolare del Presidente Vicario, si sono fornite
agli Uffici Distrettuali articolate indicazioni al fine di ribadire la cogenza
della disposizione normativa e di pervenire ad una sua applicazione
uniforme e quanto più possibile funzionale allo svolgimento dell’attività di
esame preliminare dei fascicoli da parte della Corte d’Appello.
Si ribadisce peraltro l’impegno che continua a essere profuso in ordine alla
32
costante e defatigante, ma positivamente fruttuosa, attività di spoglio dei
fascicoli, svolta anche con l’importante ausilio dei tirocinanti ex art. 73
comma 11 d.l. 21 giugno 2013, n. 69, convertito con legge 9 agosto 2013, n. 98,
nonché in ordine all’anticipata programmazione e al continuo monitoraggio
del ruolo, all’eliminazione o quantomeno alla riduzione di ogni possibile
causa non fisiologica di rinvio dei procedimenti fissati, con ottimizzazione
delle risorse disponibili; nella convinzione, da tempo acquisita, che con prassi
virtuose di organizzazione del lavoro sia possibile perseguire obiettivi di
efficienza e di celere definizione dei procedimenti in grado di appello – anche
a legislazione invariata – in presenza di completi e nel tempo stabili organici
e di un adeguato supporto del personale di cancelleria.
Purtroppo, ed è il dato dissonante rispetto a una situazione di perdurante
efficienza, il lavoro delle Sezioni penali della Corte è stato ed è pesantemente
condizionato da un esorbitante, quanto anomalo, aumento dei procedimenti
sopravvenuti, anche nel periodo in esame.
In sintesi, e come già da tempo segnalato, negli anni 2017 e 2018 si è verificato
un notevole incremento delle sopravvenienze (tra il 25 e il 30%) rispetto alla
media dei procedimenti pervenuti nel precedente quinquennio, incremento
in larga misura attribuibile a generalizzati ed anche gravi ritardi nella
trasmissione dei procedimenti da parte di diversi Tribunali del Distretto –
attribuiti alla carenza di personale amministrativo – venendo rimessi alla
Corte processi definiti in primo grado negli anni 2015, 2016 e 2017 e, in taluni
casi, anche in epoca precedente.
E’ peraltro verosimile che il fenomeno non si sia neppure esaurito e che,
sanata in talune sedi la situazione, in altre permangano significativi ritardi
riguardanti un consistente numero di procedimenti.
La sopravvenienza nell’arco di due anni di procedimenti che, in precedenza,
pervenivano in tre anni, ha già generato effetti rilevanti in ordine ai tempi
medi di definizione e ai tempi medi di fissazione della prima udienza, passati
33
da sei/otto mesi a sedici/diciotto mesi, così in parte vanificando gli sforzi
compiuti, in un ormai considerevole numero di anni, per incrementare la
produttività e ridurre la pendenza e i tempi medi di definizione.
La vicenda conferma che obiettivi di efficienza e rapidità dell’attività
giurisdizionale non possono prescindere dal riferimento al processo nella sua
interezza, e non già ai suoi singoli gradi, nonché da un’adeguata dotazione di
personale.
V’è però da segnalare che – stando almeno ai primi dati statistici – che non si
è verificato, nel periodo, il temuto aumento delle declaratorie di prescrizione,
registrandosene anzi la diminuzione (95 pari a circa il 5% dei definiti, contro
134 pari al 7,1% del periodo precedente); risultato che pare ascrivibile anche
all’accorta programmazione del ruolo conseguente all’attività di spoglio
preliminare e all’incremento della produttività delle Sezioni.
Sembra comunque utile evidenziare che la nuova ipotesi di sospensione del
corso della prescrizione (art. 159, secondo comma n. 1), c.p.: «dal termine
previsto dall’art. 544 c.p.p. per il deposito della motivazione della sentenza di
condanna di primo grado, sino alla pronuncia del dispositivo della sentenza che
definisce il grado successivo di giudizio, per un tempo comunque non superiore ad
un anno e sei mesi»), applicabile ai reati commessi dopo il 3 luglio 2017, lascia
agevolmente prevedere che, fissato il dies a quo dal termine di deposito della
sentenza, l’anno e mezzo sarà ampiamente consumato da fatti fisiologici
(termini per appellare, esame preliminare e tempi di fissazione presso la corte
d’appello) ma soprattutto da quelli patologici, essendosi ormai dilatati oltre
misura i tempi di trasmissione degli atti dal giudice di primo grado alla Corte
d’Appello (evenienza, come detto, già verificatasi in questo Distretto in tre
circondari di Tribunale su quattro).
Venendo alle problematiche di maggiore rilievo per novità, complessità e
rilevanza socio-economica che abbiano interessato il Distretto, quanto alla
Prima Sezione della Corte, speciale menzione meritano - per rilievo,
34
complessità e rilevanza socio-economica - i procedimenti relativi alla morte
di lavoratori, in particolare (ma non solo) presso i cantieri navali della
Fincantieri di Monfalcone, per patologie ricollegate all’utilizzazione
dell’amianto.
A partire dal 2016 la Sezione è stata impegnata in tali processi, sui quali,
anche per il considerevole numero dei decessi, si appunta una diffusa
aspettativa di giustizia; oltre agli eredi dei lavoratori deceduti, risultano in
essi costituiti parte civile anche Enti territoriali, organizzazioni sindacali e
associazioni variamente rappresentative di interessi diffusi. Dopo la
definizione dei processi cosiddetti “Amianto 1” e “Amianto 2” - celermente
definiti in grado di appello nonostante la loro complessità, ponderosità e
speciale difficoltà tecnica - è in corso di svolgimento un ulteriore processo di
analogo rilievo e di consimile complessità (“Amianto 3”).
Dal punto di vista giuridico si tratta di procedimenti di non agevole
istruzione e di speciale difficoltà tecnica. Il verificarsi dell’evento mortale
normalmente a distanza di anni dall’epoca dell’esposizione all’amianto, pone
infatti delicati problemi in ordine:
- alla certezza della diagnosi e alla causalità specifica, specie per le patologie
multifattoriali (ad es. il tumore al polmone);
- all’individuazione della “legge scientifica di copertura” in ordine alle
patologie asbesto-correlate, anche collegate all’evoluzione degli studi e delle
conoscenze in campo scientifico;
- alla colpa, sia sotto il profilo della prevedibilità sia sotto quello della
prevenibilità dell’evento e al nesso causale;
- all’identificazione delle posizioni di garanzia, rispetto a funzioni, apicali o
dirigenziali o riconnesse comunque alla sicurezza, svolte da soggetti in epoca
anche assai risalente rispetto all’evento.
Si tratta di passaggi ineludibili ìnsiti in ogni processo per fattispecie consimili
e che postulano una specifica professionalità dei magistrati chiamati a
35
celebrarli.
Il fenomeno non è destinato ad esaurirsi in tempi brevi, instaurandosi via via
altri procedimenti in relazione al sopravvenire di nuovi decessi di lavoratori
in passato esposti all’amianto.
Si segnala ulteriormente il notevole incremento dei procedimenti in materia
di stupefacenti, con contestazione talora anche della fattispecie associativa,
sovente accompagnati dall’applicazione di misure cautelari.
Anche per effetto di tali sopravvenienze, il numero dei soggetti sottoposti a
misura cautelare è lievitato, per la sola Prima Sezione, da circa ottanta a più
di centotrenta, con l’ulteriore pesante aggravio della decisione delle continue
istanze da costoro proposte (autorizzazioni, permessi, sostituzioni, revoche
ecc.).
In tema di stupefacenti va anche segnalato che, nel periodo, è sopravvenuta
la sentenza n. 40/2019 della Corte Costituzionale, con la quale è stata
dichiarata “l’illegittimità costituzionale dell’art. 73, comma 1, del decreto del
Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico delle leggi in materia
di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e
riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza), nella parte in cui in cui prevede
la pena minima edittale della reclusione nella misura di otto anni anziché di sei
anni”; la pronuncia, di assai rilevante portata, è intervenuta nel giudizio
promosso con ordinanza di rimessione della Prima Sezione della nostra Corte
di Appello che, a differenza di precedenti ed analoghe iniziative, ha superato
il vaglio di ammissibilità per avere individuato nell’ordinamento - quale
soluzione costituzionalmente adeguata se pur non obbligata - l’abbassamento
del minimo edittale per il fatto previsto dal comma 1 dell’art. 73 del D.P.R. n.
309/1990 da otto a sei anni, misura a suo tempo prevista dall’art. 4-bis del d.l.
n. 272/2005 e tuttora in vigore, come pena massima, ai sensi del comma 4
dell’art. 73 del d.P.R. n. 309/1990, per la fattispecie ordinaria delle droghe
“leggere” di cui alle tabelle II e IV previste dall’art. 14 D.P.R. n. 309/1990,
36
come sostituito dall’art. 1, comma 3, del citato d.l. n. 36/2014, così come
convertito.
Infine, pur restando limitato il dato relativo ai reati contro la pubblica
amministrazione, nel periodo è stato definito, all’esito di ben undici udienze,
un ponderoso procedimento in tema di peculato, relativo ai rimborsi spese di
consiglieri regionali.
Quanto alla Seconda Sezione Penale della Corte di Appello si evidenziano
per novità, complessità e rilevanza socio-economica le procedure attinenti
alle misure di prevenzione di cui alle recenti modifiche apportate dalla legge
n. 161/2017 (e modifiche del D.Lvo n. 159/2011, art. 7 bis O.G., art. 12 sexies
d.l. n. 306/1992, 104 bis disp. att. c.p.p.), la cui ratio consiste non solo nel
contenere la pericolosità della persona privandola dei beni con cui potrebbe
delinquere, ma anche nell’eliminare dal circuito economico patrimoni
acquisiti illecitamente (ovvero geneticamente illeciti) che inquinano
l’economia legale.
Merita di essere segnalato, in quest’ottica, il fondamentale pronunciamento
con cui la Corte di Cassazione (sentenza n. 21739/2019 dd. 7.3./17.5.2019) ha
confermato il decreto di questa Corte con cui era stato disposta, in conformità
ad una impugnazione proposta dal Pubblico Ministero, non solo la confisca
di autovetture di grossa cilindrata e camper direttamente o indirettamente
nella disponibilità di soggetti la cui pericolosità sociale ha trovato riscontro
nella previsione dell’art. 1, comma primo, lettere a) e b) D.Lvo n. 159/2011,
ma anche l’ulteriore confisca di due immobili.
Si tratta di procedure che hanno richiesto e richiedono alla Sezione un
impegno continuo di studio e approfondimento non indifferente, per la
differente funzione e struttura del procedimento di prevenzione rispetto a
quello penale, per l’autonomia dei due procedimenti con esclusione di ogni
pregiudiziale penale, per la diversa prova che fonda i rispettivi giudizi, nella
37
costante ottica comunque di assicurare un’interpretazione dell’istituto della
prevenzione, che pur nella sua specificità, consenta di assicurare la
conformità alla Costituzione e alla Convenzione – per come interpreta dalla
Corte Europea – onde assicurare un giusto procedimento di prevenzione.
Il crescente numero delle procedure, tredici nel periodo di riferimento
(superiore, anche se non di molto, rispetto a quello dell’anno precedente),
alcune delle quali particolarmente complesse per il sovrapporsi di misure
personali e patrimoniali nonché per il numero dei soggetti attinti, ha imposto
una sempre più specifica professionalità dei magistrati chiamati a celebrarle e
un impegno sempre più accentuato per la complessità delle questioni, degli
interessi in gioco e della tipologia di procedimenti, in specie con riguardo alle
misure di prevenzione patrimoniale, che non si esauriscono con un unico
provvedimento, ma richiedono, nella fase esecutiva, la redazione e
formulazione di una pluralità di atti da parte dell’Ufficio (verifica di poteri e
competenze del custode, provvedimenti di sgombero degli immobili et
cetera).
38
TRIBUNALE DI TRIESTE L’attuale situazione, quanto a copertura degli organici dei magistrati, è la
seguente.
Attualmente l’Ufficio è composto dal Presidente del Tribunale, da 3
presidenti di sezione (civile, penale dibattimentale e GIP/GUP), 1 presidente
aggiunto della sezione GIP/GUP, 21 giudici, di cui 2 destinati alla sezione
GIP/GUP, 6 alla sezione penale dibattimentale e 13 alla sezione civile
assegnati, con vari ruoli, anche alle sotto-sezioni (i) fallimentare, (ii) della
Tutela della Proprietà Industriale, (iii) della Sezione per le controversie
agrarie, (iv) della Protezione Internazionale, (v) delle controversie di lavoro e
previdenziali. Per l’assegnazione dei giudici alle sottosezioni e per i loro
rispettivi ruoli si fa rinvio alle tabelle approvate ed alle relative modifiche
intervenute.
Complessivamente sono tabellati ed in servizio 26 giudici.
Soltanto il Presidente del Tribunale svolge funzioni promiscue: udienza di
comparizione dei coniugi separandi o divorziandi, presidenza della Corte
d’Assise e di uno dei tre collegi del Tribunale in composizione dibattimentale.
L’attuale pianta organica dei Giudici onorari di Tribunale prevede n. 13 unità,
ma sono in servizio 12 magistrati, dei quali 8 assegnati alla Sezione civile e 4
alla Sezione penale dibattimentale. Un posto è vacante, avendo il GOP già
destinatovi rinunciato formalmente all’incarico.
Le funzioni di componente del Tribunale del riesame e dell’appello e del
collegio delle misure di prevenzione sono svolte, a rotazione, dai giudici della
sezione dibattimentale penale.
Con provvedimento di data 17.8.2017 è stato istituito l’Ufficio del Processo, la
cui composizione è indicata nel Documento Organizzativo generale
dell’Ufficio (DOG) ed al quale sono state assegnate competenze
specificamente in materia di protezione internazionale
39
Settore civile
L’andamento del carico di lavoro nel rapporto fra procedimenti pervenuti e
procedimenti evasi, come risulta dai prospetti statistici, è ottimale per quanto
riguarda quasi tutte le specifiche funzioni riconducibili al c.d. civile
“ordinario” ivi compresi i procedimenti in materia di lavoro.
A prescindere da qualche procedimento di particolare delicatezza per le
possibili gravi ricadute sul piano sociale in materia fallimentare e di
competenza della sotto-sezione in materia di Impresa e Proprietà industriale
(di competenza distrettuale) non si ravvisano situazioni di particolare criticità
nonostante la complessità delle tematiche trattate.
Rispetto a questo quadro sostanzialmente tranquillizzante fanno eccezione
rilevanti criticità sia rispetto ai procedimenti di protezione internazionale (L.
13.4.2017 n. 46) - il cui numero segna un aumento pari al 24% delle iscrizioni (i
procedimenti iscritti sono passati da 1560 nel periodo 1.7.2017/30.6.2018 a
2034 nel periodo 1.7.2018/30.6.2019) sia rispetto al settore di competenza del
giudice tutelare e segnatamente delle amministrazioni di sostegno.
Il quadro complessivo del settore civile non è poi certo semplificato dal
succedersi di normative (di rango primario – d.l. n. 113/2018 convertito in
legge n. 132/2018 e, recentemente, d.l. n. 53/2019 convertito in legge n.
77/2019 - e secondario) nonché di pronunzie della giurisprudenza di
legittimità (si veda, ad esempio, in materia di assegno divorzile) e di merito,
che hanno ricadute non indifferenti sulla trattazione dei procedimenti.
Come risulta dai dati statistici le pendenze ultratriennali nei procedimenti
civili in genere sono contenute in numero più che accettabile (la tendenza è di
costante riduzione in percentuale) e dovute quasi esclusivamente a vicende
peculiari dei singoli processi, non a fattori strutturali.
Se il numero dei processi pervenuti, di quelli evasi e di quelli pendenti non
40
suscita particolari allarmi, resta rilevante - ed anzi in costante incremento - il
flusso dei procedimenti che una volta sarebbero stati di competenza del
Tribunale dei Minorenni (questioni su affido, collocamento, visite,
mantenimento figli di coppie non coniugate).
Mentre continuano i benefici derivanti dall’applicazione, ormai pressoché
generalizzata, del locale Protocollo dd. 18.05.2015 tra Ordine degli Avvocati e
Tribunale su ripartizione delle spese straordinarie sostenute in favore dei
figli ed altrettanto quelli connessi al Protocollo del 15.01.2018 su compensi
agli avvocati in caso di ammissione al gratuito patrocinio, non sembra invece
che la riforma operata dalla legge n. 162/2014 (circa la possibilità di separarsi
o divorziare rivolgendosi all’ufficiale dello stato civile), né quella in tema di
negoziazione assistita abbiano comportato una significativa riduzione del
ricorso all’autorità giudiziaria, o altre apprezzabili ricadute.
Una notevole criticità presenta la situazione dell’Ufficio del Giudice Tutelare
con un notevole numero di amministrazioni di sostegno pendenti (nel
precedente periodo 1.07.2017-30.06.2018, risultavano inizialmente pendenti n.
2531 procedure, 845 sopravvenute, 721 definite e pendenti finali 2654). Oggi,
invece, si rilevano n. 2654 pendenze iniziali, 661 sopravvenienze, definite 654
e pendenti finali 2661).
Quanto ai procedimenti in materia di immigrazione, protezione
internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea è in
via di attuazione un Protocollo con l’Ordine degli Avvocati e i vari operatori
interessati (Azienda sanitaria, Servizi sociali), che dovrebbe fare maggiore
chiarezza su termini e modus operandi dell’istituto (con particolare riferimento
alla nota tematica - fonte talvolta di svariate problematiche applicative - del
consenso informato e dei trattamenti sanitari, anche alla luce della recente
legge n. 219/2017 sulle cd. D.A.T.) nonché l’istituzione di uno “sportello”
dedicato, con sgravio del lavoro di front-office da parte della cancelleria.
41
Procedure concorsuali
Nel corso dell’anno sono stati dichiarati n. 19 fallimenti e, tenuto conto della
definizione di n. 41 procedure, si registra una significativa flessione (15%)
delle pendenze, portate a n. 124, diminuzione questa che è frutto dell’intensa
attività posta in essere dai giudici delegati al fine di procedere alla chiusura
di quelle più risalenti nel tempo.
Nel periodo dall’1.7.2018 al 30.6.2019 sono stati definiti n. 60 procedimenti
prefallimentari (istanze di fallimento); al 30.6.2019 risultavano pendenti
quindi n. 16 procedimenti (peraltro scesi ad 8 al 15.9.2019), rispetto ai 17
procedimenti pendenti complessivamente al 30.6.2018: tale dato manifesta
l’ottima capacità di definizione da parte dell’Ufficio (con rigetto dell’istanza
di fallimento ovvero con sentenza dichiarativa di fallimento).
Pendono alcune procedure risalenti nel tempo solamente a causa della
necessità di definizione di contenziosi approdati al vaglio della Corte
d’Appello o della Corte di Cassazione, ovvero di azioni di responsabilità
promosse nei confronti di ex-amministratori o sindaci o, ancora, dalla
pendenza del procedimento penale promosso nei confronti degli
amministratori delle società fallite.
Quanto al settore delle procedure concordatarie, nel periodo dal 1.7.2018 al
30.6.2019 sono sopravvenute n. 11 procedure; a fronte di n. 11 definizioni, la
pendenza al 30.6.2019 è rimasta stabile rispetto al periodo precedente (n. 11
procedure pendenti al 30.06.2019, di cui peraltro già 9 pervenute alla fase di
esecuzione successiva alla omologazione del concordato): il settore denunzia,
come nel resto del Paese, lo stato di crisi economica che ha riguardato anche
il circondario di Trieste.
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Esecuzioni immobiliari e mobiliari
In materia di esecuzioni immobiliari si registrano problemi di coordinamento
sia con altri Tribunali del Distretto, ciascuno dei quali ha assunto prassi del
tutto autonome, problemi aggravati dall’assenza di normative o linee guida
efficaci da parte del legislatore e dall’evidente interesse economico di diversi
enti di assumersi l’incarico della pubblicità e/o della gestione delle gare.
Le modalità dell’eventuale affidamento di detti incarichi – se con procedura
d’appalto pubblico e con quali modalità – non sono state ancora ben definite
sul piano normativo.
Le procedure esecutive immobiliari segnano una significativa riduzione del
numero di procedimenti sopravvenuti al 1.7.2019 rispetto all’omologo dato
dell’annualità precedente 2018/2019 (39,2% in meno), evidenziando cioè un
andamento in controtendenza rispetto all’annualità precedente, che aveva
conosciuto invece un aumento delle sopravvenienze del 15%.
Quanto alle modalità di scelta del gestore della vendita telematica, il
Tribunale di Trieste ha adottato sin dalla scorsa annualità il criterio suggerito
dal CSM con la risoluzione del 23 maggio 2018, ovvero l’individuazione di
un numero ristretto di gestori da nominare a rotazione.
Merita poi di essere sottolineato, in punto di riforme rilevanti intervenute nel
settore delle esecuzioni immobiliari, che in seguito alla modifica apportata al
testo dell’art. 560 c.p.c. dal d.l. 14.12.2018 n. 135, convertito dalla legge
11.2.2019 n. 12, la liberazione anticipata dell’immobile pignorato è stata
tramutata da facoltativa in obbligatoria ogni qualvolta l’immobile stesso non
sia abitato dall’esecutato e dalla sua famiglia o l’esecutato non adempia
correttamente ai propri doveri di conservazione del bene. In ottemperanza
alla nuova disposizione si sta dunque provvedendo ad adeguare i modelli di
provvedimento in uso e ad ordinare dunque l’immediata liberazione
dell’immobile pignorato per l’ipotesi sopra descritta. Per il caso invece di
43
immobile abitato dall’esecutato e dalla sua famiglia viene emesso un memento
volto ad allertare l’esecutato sui doveri che conseguono ex lege in ordine alla
conservazione da parte sua del “possesso” sul bene, nonché il professionista
delegato (nominato ex lege custode giudiziario del compendio) dei
consequenziali doveri di vigilanza e monitoraggio della situazione, a tutto
beneficio del buon esito della procedura espropriativa.
Attualmente sono pendenti n. 361 procedure esecutive, se ne sono aperte nel
corso dell’anno 163 e ne sono state definite 116.
A fronte di crediti azionati nel periodo pari a circa €. 38 milioni e ad un valore
degli immobili in oggetto stimato in quasi €. 15 milioni, si sono ricavati circa
9,5 milioni di euro.
Va rimarcato il fatto che la stampa nazionale ha dato risalto al primato del
Tribunale di Trieste, risultato l’Ufficio Giudiziario più rapido nella chiusura
delle procedure fallimentari ed esecutive immobiliari, con un media cioè di
1,6 anni. E’ di tutta evidenza che la celerità di una procedura esecutiva si
riflette significativamente sul valore di realizzazione del bene oggetto della
medesima.
Quanto alle procedure esecutive mobiliari, all’inizio dell’anno risultavano
pendenti n. 245 procedure, se ne sono aperte 1311 e sono state definite 1268
procedure, sicché al 30.6.2019 ne risultano pendenti 289. L’incremento delle
pendenze non pare peraltro possa suscitare particolare allarme. Semmai più
preoccupante è il modesto ricavato delle vendite distribuito ai creditori, di
gran lunga inferiore non solo del valore del credito azionato ma anche di
stima del bene (16% del credito azionato).
Settore Lavoro e Previdenza Sociale
I procedimenti pendenti al 30.6.2019 erano n. 210 (n. 112 in materia di lavoro
e n. 98 in materia di previdenza). La linea di tendenza è verso una
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significativa riduzione: complessivamente n. 282 pendenti al 30.6.2018 e n.
368 pendenti al 30 giugno 2017.
Nel periodo intercorrente fra il 1° luglio 2018 ed il 30 giugno 2019 sono stati
iscritti a ruolo n. 697 procedimenti (di cui n. 493 in materia di lavoro e n. 204
in materia di previdenza), a fronte degli 896 procedimenti (di cui n. 655 in
materia di lavoro e n. 241 in materia di previdenza) iscritti nell’anno
precedente e dei 765 procedimenti (di cui n. 552 in materia di lavoro e n. 213
in materia di previdenza) dell’anno ancora precedente.
La durata media in giorni dei procedimenti in materia di lavoro e previdenza
è pari a 142 giorni e non pendono procedimenti ultrabiennali.
Nel periodo dal 1.7.2018 al 30.6.2019 sono stati complessivamente definiti n.
769 procedimenti (n. 547 in materia di lavoro e n. 222 in materia
previdenziale) e sono state depositate nel periodo n. 276 sentenze in materia
di lavoro.
Settore penale
Nessun particolare problema si segnala con riferimento al funzionamento
della Sezione G.I.P./G.U.P. (tutti i magistrati della Sezione svolgono sia le
funzioni di Giudice delle indagini preliminari che di Giudice dell’udienza
preliminare), fatta eccezione per quelli meramente logistici attinenti la
trasmissione dei fascicoli processuali all’Ufficio da parte delle Procure della
Repubblica, problema in via di risoluzione con la trasmissione, almeno quanto
ai procedimenti meno corposi, degli atti in via telematica.
Il dimensionamento della Sezione, come segnalato dal Presidente del
Tribunale, risulta adeguato anche rispetto al carico di lavoro dei giudici del
dibattimento determinato dai processi provenienti dall’udienza preliminare,
considerato il numero modesto di rinvii a giudizio con rito ordinario da parte
del G.U.P. (n. 476 nell’arco dell’ultimo anno) e l’elevato numero di processi
45
definiti innanzi a sé con riti alternativi.
I procedimenti riguardanti imputati “noti” (dati SICP) pendenti al 1° luglio
2018 erano n. 1.423 (questo dopo un’attività di bonifica dei “falsi pendenti”), i
pendenti al 30 giugno 2019 n. 1.218.
Sono stati emessi n. 219 decreti penali, dei quali n. 158 sono divenuti esecutivi.
Complessivamente, a fronte di n. 4.132 procedimenti pervenuti ne sono stati
esauriti n. 4.337.
5.3. Andamento dei flussi. Definizioni e durata dei procedimenti.
Nell’arco temporale in questione, i dati forniti dai funzionari statistici
possono essere così riassunti:
quanto al settore monocratico
Periodo 1.7.2017 – 30.6.2018 Periodo 1.7.2018 – 30.6.2019 Pendenti al 1.7.2017
Sopravvenuti dal 1.7.2017 al 30.6.2018
Definiti dal 1.7.2017 al 30.6.2018
Pendenti Sopravvenuti
Definiti
Pendenti
1971 1812 1738 2045 2153 1807 2391 quanto al settore collegiale
Periodo 1.7.2017 – 30.6.2018 Periodo 1.7.2018 – 30.6.2019 Pendenti al 1.7.2017
Sopravvenuti dal 1.7.2017 al 30.6.2018
Definiti dal 1.7.2017 al 30.6.2018
Pendenti Sopravvenuti
Definiti
Pendenti
113 53 59 108 47 70 85 La durata media dei processi definiti è nettamente diminuita per quelli
collegiali (da 738 a 566 gg.) ma lievissimamente pure per quelli monocratici
(da 402 a 385 gg.).
46
Tribunale del Riesame
Pendenti al 1.7.2018
Pervenuti
Definiti
Pendenti al 30.6.2019
38 566 564 40
Sezione Misure di Prevenzione Pendenti al 1.7.2018
Pervenuti
Definiti
Pendenti al 30.6.2019
5 17 21 1
Corte d’Assise Pendenti al 1.7.2018
Pervenuti
Definiti
Pendenti al 30.6.2019
4 1 2 3 E’ appena il caso di aggiungere che non si sono potuti significativamente
apprezzare gli effetti deflattivi sperati derivanti dalle riforme più recenti, sia
in materia di diritto penale sostanziale che processuale.
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TRIBUNALE DI UDINE:
Settore civile:
Nell’evidenziare il lusinghiero livello di efficienza, sia in termini quantitativi
che qualitativi, raggiunto dal proprio Ufficio nell’esercizio della giurisdizione
civile il Presidente del Tribunale di Udine rileva in particolare come l’ambito
di competenza della prima sezione civile sia stato caratterizzato ancora una
volta da una eccellente produttività dei giudici, che ha consentito appunto di
abbattere l’arretrato, raggiungendo così un significativo decremento delle
pendenze quanto ai procedimenti ordinari nel periodo 1.07.2018/30.06.2019
(iscritti 1309, definiti 1601, pendenti n. 1699, rispetto ai precedenti n. 1991 del
2018: l’output è stato dunque ben superiore all’input) ed anche rispetto ai
procedimenti di modifica delle condizioni di separazione e divorzio.
In tale quadro complessivo, tuttavia, si è assistito anche per il 2019 ad un
notevole incremento dei procedimenti relativi ai figli di genitori non
coniugati (affidamento e mantenimento degli stessi), dopo il trasferimento
della competenza dai Tribunali dei Minorenni, e ad una sostanziale stabilità
dei procedimenti contenziosi di separazione e divorzio (separazioni e divorzi
– comprese le separazioni consensuali e i divorzi congiunti - nel periodo
1.07.2018/30.06.2019: iscritti 1145, definiti 1112, pendenti 595), con un leggero
incremento delle pendenze rispetto al 2018 in conseguenza del trasferimento
di un giudice della sezione famiglia e di un contenzioso sempre più
conflittuale a complesso che spesso richiede istruttorie lunghe e delicate.
In controtendenza (anche se si inizia ad intravvedere un certo rallentamento
delle sopravvenienze), finendo così per rivelarsi una sorta di unicum del
settore civile, è l’incremento delle procedure di amministrazione di
sostegno, legate come è evidente a ragioni di carattere sociale certamente non
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dipendenti dai Tribunali (invecchiamento della popolazione, problematiche
relative alla responsabilità medico–sanitaria, interventi dei Servizi Sociali e
dei Distretti Sanitari, e così via), che impegnano sempre di più i giudici
tutelari e il sempre più scarso personale della cancelleria, anche perché la non
necessità del difensore per avviare il procedimento comporta un ulteriore
impegno sia delle cancellerie che dei giudici (togati e non togati). Sotto tale
profilo si rileva preziosa la collaborazione in tale delicata materia dei giudici
onorari nell’affiancamento di quelli giudici, anche se sarebbero auspicabili
modifiche normative che possano favorire la semplificazione delle procedure
o l’introduzione di incentivi che possano condurre ad un decremento di
domanda, vista la difficoltà di aumentare l’offerta.
Quanto ai c.d. “procedimenti speciali” si conferma la buona produttività
della sezione, atteso che risultano iscritti n. 2819 procedimenti, di cui definiti
2826, con la pendenza di soli 213 procedimenti.
Rispetto alle materie di competenza della seconda sezione civile, nel settore
del lavoro, nell’ultimo anno si è riscontrata solamente una limitata riduzione
(da n. 69 a n. 52) dei procedimenti introdotti con il rito speciale di cui alla
legge 28.6.2012 n. 92 (legge “Fornero”), non più applicabile ai nuovi
licenziamenti, mentre nel primo semestre del 2019 risultano ridotte a zero le
nuove cause in materia di demansionamento, evidentemente in conseguenza
delle modifiche apportate all’art. 2103 cod.civ. ad opera del c.d. “Job’s Act”
(D.Lgs. 20.2.2015 n. 81).
Nell’anno giudiziario appena trascorso, pur essendosi confermato il generale
trend negativo del flusso in entrata dei procedimenti civili (il numero
complessivo dei procedimenti iscritti a SICID si è ridotto da n. 5653 del
2017/2018 a n. 5395 del 2018/2019) si è mantenuto stabile il numero dei
procedimenti contenziosi di nuova iscrizione assegnati alla seconda sezione,
che sono passati da n. 1317 a n. 1349; ad essi si aggiungono le cause agrarie e
49
i procedimenti cautelari e per decreto ingiuntivo, assegnati promiscuamente
ai giudici di entrambe le sezioni.
Nel medesimo periodo i procedimenti contenziosi definiti dalla sezione sono
scesi da 1611 a 1494 ed i procedimenti contenziosi pendenti al 30 giugno da n.
1128 a n. 986; i pendenti ultratriennali alla medesima data sono diminuiti da
n. 40 a n. 28: tale diminuzione fa ritenere che la pendenza si sia ridotta ad un
livello pressoché fisiologico in rapporto alle sopravvenienze.
Nell’ambito delle cause contenziose è da segnalare un incremento
significativo dei procedimenti sommari di cognizione, passati da n. 79 a n.
126; il loro numero è peraltro assai ridotto in termini assoluti e ciò palesa la
scarsa propensione della classe forense per un rito deformalizzato, che non
garantisce la possibilità di integrare le proprie difese e le istanze istruttorie
con le memorie previste dall’art. 183, comma sesto, c.p.c.
Il contenzioso civile della sezione non ha presentato significative variazioni
qualitative rispetto agli anni precedenti e si è variamente distribuito tra le
varie materie.
In riduzione le cause in materia bancaria e di leasing (166 contro le 190
dell’anno precedente): tali cause hanno per oggetto questioni giuridiche
simili (nullità dei contratti o di singole clausole per indeterminatezza,
anatocismo e usura) e attraverso un costante confronto tra i magistrati delle
sezioni, anche nell’ambito delle riunioni periodiche previste dall’art. 97.2
della vigente circolare sulla formazione delle tabelle, si è cercato di pervenire
ad orientamenti condivisi tra tutti i giudici in ordine alle soluzioni da dare
alle varie questioni controverse.
Pressoché inesistente il contenzioso in materia di intermediazione finanziaria
(solo una nuova causa iscritta nell’ultimo anno).
In leggero calo il numero delle cause in materia locatizia (n. 98 cause iscritte
nell’ultimo anno giudiziario contro le n. 108 dell’anno precedente), mentre
hanno registrato un aumento i procedimenti sommari per convalida di
50
sfratto, passati dai 450 del 2017/2018 ai 474 del 2018/2019.
Nel settore lavoristico si è registrata una significativa diminuzione delle
sopravvenienze, passate da n. 990 nel 2017/2018 a n. 886 nel 2018/2019.
Pressoché stabile il numero delle cause ordinarie in materia di lavoro
(pubblico e privato), mentre vi è stato un incremento da n. 123 a n. 152 delle
cause in materia previdenziale; stabile invece il numero dei ricorsi per
accertamento tecnico preventivo obbligatorio ex art. 445-bis c.p.c.
Delle cause “Fornero” e di quelle di demansionamento si è detto sopra; si è
invece confermata la tendenza alla riduzione dei procedimenti per decreto
ingiuntivo già registrata nell’anno procedente, passati da n. 424 a n. 348.
Il numero complessivo delle pendenze lavoristiche si è ridotto da n. 546 del
30.6.2018 a n. 477 del 30.6.2019; alla data del 20.9.2019 (il sistema SICID
lavoro non permette di effettuare l’estrazione al 30.6.2019) i procedimenti
iscritti prima del 30 giugno 2016 ancora pendenti erano n. 18.
In leggero calo rispetto all’anno giudiziario precedente è anche il numero dei
fallimenti dichiarati, passato da n. 62 a n. 58, a fronte di un più accentuato
calo delle istanze di fallimento (n. 151 nel 2017/2018 e n. 135 nel 2018/2019).
Lievemente aumentato il numero dei fallimenti chiusi (da n. 111 a n. 118) con
significativa riduzione dei fallimenti pendenti (da n. 459 a n. 399).
In progressiva riduzione a partire dal 2016/2017 il numero delle domande di
concordato preventivo per effetto della introduzione del limite di
ammissibilità della soglia minima del 20% di soddisfazione dei creditori
chirografari ad opera della legge n. 132/2015 (di conversione del d.l. n.
83/2015); nell’ultimo anno giudiziario le domande sono state 8 a fronte delle
11 del 2017/2018.
Significativo è stato invece l’incremento dei procedimenti di composizione
delle crisi da sovra indebitamento: nel 2017-2018 erano state presentate
soltanto n. 3 proposte di liquidazione del patrimonio ed una proposta di
accordo di ristrutturazione dei debiti, mentre nel 2018/2019 le proposte di
51
liquidazione del patrimonio sono state n. 19, alle quali si sono aggiunte una
proposta di accordo di ristrutturazione e n. 3 proposte di piano del
consumatore.
Le esecuzioni forzate immobiliari di nuova iscrizione si sono ridotte dal n.
434 dell’anno giudiziario 2017/2018 al n. 348 del 2018/2019, mentre le
esecuzioni forzate mobiliari sono passate da n. 1692 a n. 1588.
Significativo è stata la riduzione delle esecuzioni immobiliari pendenti, che
alla data del 30.6.2018 erano n. 1528 mentre al 20.6.2019 erano n. 1273; stabile
invece il numero delle esecuzioni mobiliari pendenti al 30 giugno 2019, scese
da n. 403 a n. 413.
Il Presidente del Tribunale di Udine segnala che nel settore delle esecuzioni
immobiliari, a partire dalla fine di aprile 2018, si è generalizzata la delega
delle operazioni di vendita; è proseguita anche l’attività di formazione dei
professionisti delegati alle vendite, con i quali sono stati organizzati periodici
incontri, in esito ai quali si è provveduto ad adattare alle problematiche via
via rappresentate la modulistica in uso sia per il conferimento degli incarichi
agli stimatori che per le ordinanze di vendita.
La opzione per la “doppia delega”, che prevede l’affiancamento di un avvocato
o commercialista ad un notaio, ciascuno incaricato degli incombenti
pertinenti la sua professionalità, si è rivelata positiva quanto alla possibilità
di utilizzare le specifiche competenze dei due professionisti, anche se in
qualche caso vi sono state difficoltà di coordinamento.
Nel medesimo settore, buoni risultati continua a dare la collaborazione con
Coveg s.p.a.; le vendite delegate vengono effettuate settimanalmente nella
sala allestita presso la sua sede e la concentrazione delle aste per le vendite
telematiche favorisce la partecipazione degli acquirenti; l’affidamento ad un
unico soggetto dei compiti di custodia degli immobili pignorati e di gestione
delle visite dei potenziali interessati all’acquisto agevola la attività della
cancelleria, che si ritrova ad avere un unico referente, come pure quella del
52
Giudice delle esecuzioni.
PROCEDIMENTI ULTRATRIENNALI
Quanto alla prima sezione civile, va registrato un pur minimo abbattimento
dei procedimenti ultratriennali di contenzioso ordinario e di famiglia rispetto
al 2018, segno evidente - tenuto conto, come si è detto, della sempre maggior
complessità delle controversie di famiglia - dell’impegno profuso dai giudici
della sezione e della loro sensibilità verso la realizzazione del principio della
ragionevole durata del processo.
A fronte di 112 procedimenti di contenzioso civile ordinario e di famiglia
ultratriennali al 2018, si è passati per il 2019 a 100 procedimenti ultratriennali,
i quali rappresentano solamente il 3,8% delle attuali pendenze complessive
della prima sezione civile (esclusi i procedimenti di famiglia e di volontaria
giurisdizione).
Le pendenze ultratriennali della seconda sezione civile si sono ulteriormente
ridotte nell’ultimo anno, grazie all’impegno dei magistrati per attuare
l’obiettivo previsto dal programma di gestione ex art. 37 d.l. n. 98/2011: delle
28 cause civili contenziose iscritte oltre tre anni prima del 30 giugno 2019 e
pendenti a quella data, una è stata iscritta nel 2010 (ma nel 2013 è stata
sospesa ed è stata riassunta dopo cinque anni), una è stata iscritta nel 2014 ed
è stata definita nel settembre 2019, undici risalgono al 2015 e quindici al
primo semestre del 2016.
In rapporto al totale delle cause civili contenziose (di rito ordinario, di rito
sommario e di rito locatizio) pendenti al 30 giugno 2019 la percentuale di
quelle ultratriennali si è ridotta dal 3,5% al 2,8%.
Anche la durata media dei processi tende a ridursi significativamente, come
risulta dal seguente prospetto, che riporta i dati trimestrali desunti dal
cruscotto del presidente di sezione:
53
3°
trimestre
2017
4°
trimestre
2017
1°
trimestre
2018
2°
trimestre
2018
3°
trimestre
2018
4°
trimestre
2018
1°
trimestre
2019
2°
trimestre
2019
Durata
media
definiti
con
sentenza
745 gg. 653 gg. 668 gg. 683 gg. 693 gg. 584 gg. 535 gg. 573 gg.
Durata
media
altrimenti
definiti
282 gg. 304 gg. 251 gg. 248 gg. 199 gg. 262 gg. 197 gg. 223 gg.
Settore penale:
Corte di Assise
In assenza di nuove iscrizioni nel periodo, permangono le difficoltà
incontrate per avviare e coordinare con gli enti territoriali del circondario le
procedure per la formazione degli elenchi degli albi dei giudici popolari; la
nuova disciplina del giudizio abbreviato comporterà un incremento dei
procedimenti da celebrare davanti alla Corte di Assise.
Tribunale collegiale
Nel periodo sono sopravvenuti n. 80 procedimenti, contro i 198 del periodo
precedente e ne sono stati esauriti 120, con un notevole incremento rispetto
agli 80 del periodo precedente, con una pendenza finale di n. 187, contro i 201
del periodo precedente.
Nonostante tali dati positivi, si tratta del settore ancora con le maggiori
difficoltà a livello gestione per la pendenza di processi con numerosissimi
imputati e/o testi, che impongono calendari serrati, per la necessità di dar
vita a rogatorie internazionali e per l’elevato numero di formazioni collegiali
diverse venutesi a creare nel tempo a seguito delle successioni di giudici,
criticità, quest’ultima, che, affrontata con le ultime variazioni tabellari, sarà a
breve superata.
54
Tribunale monocratico
Pervenuti n. 3.063 nuovi procedimenti, con un deciso incremento rispetto ai
2.209 del periodo omologo precedente, ne sono stati esauriti 2.814 (solo 211
con applicazione concordata della pena), con un notevole incremento dunque
rispetto ai 2.196 del periodo precedente; la pendenza complessiva si attesta a
2.474 procedimenti.
Programmi si smaltimento degli arretrati ultratriennali
Collegio: pendenze all’1 ottobre 2019
2012 5 procedimenti (5 al 30.6.2018);
2014 5 (15 al 30.6.2018)
2015 6 (8 al 30.6.2018)
2016 9
Totale: 25 procedimenti
Monocratico: pendenze ultratriennali all’1 ottobre 2019:
2012 1 procedimento (6 al 30.6.2018)
2013 11 (14 al 30.6.2018)
2014 24 (46 al 30.6.2018)
2015 31 (29 al 30.6.2018)
2016 99
Totale: 164 procedimenti
Il dato totale risultava migliore nel periodo precedente, ma è comunque
positiva l’erosione costante dei procedimenti super ultratriennali, ossia
anteriori all’anno 2016.
E’ aumentato il numero delle udienze complessive (collegiali/monocratiche)
ma un ulteriore incremento richiede risorse di personale amministrativo ad
oggi non disponibile.
Sezione GIP-GUP
Nel periodo dall’1.1 al 15.9.2019 la Sezione G.I.P./G.U.P. ha emesso n. 250
misure cautelari personali, sia da convalida di arresto o fermo sia da richiesta
55
di misura cautelare, numero in aumento rispetto all’anno precedente, e ha
pronunziato n. 534 sentenze, in sostanziale corrispondenza con l’anno
precedente.
Il Presidente del Tribunale osserva, con riguardo alle riforme in materia
penale, che gli effetti della recente legge 26.4.2019 n. 36 si stanno esplicando
nell’incremento delle pene edittali per reati di frequente verificazione, quali
la rapina, il furto in abitazione o con strappo, la violazione di domicilio.
Rimangono ancora da valutare gli effetti di recenti provvedimenti legislativi
quali il decreto legge 4.10.2018 n. 113, convertito in legge 1.12.2018 n. 132
(decreto sicurezza), il decreto legge 14.6.2019 n. 53, convertito in legge
8.8.2019 n. 77 (decreto sicurezza bis) e la legge 19.7.2019 n. 69 in materia di
violenza domestica e di genere, mentre non risultano casi di applicazione
della nuova disciplina in materia di legittima difesa (legge 26.4.2019 n. 36).
Si conferma il vistoso decremento dei procedimenti (e la correlativa
diminuzione delle richieste di sequestro preventivo finalizzate alla confisca
(anche per equivalente) in materia tributaria (D.L.vi 24.9.2015 n. 158 e
5.8.2015 n. 128), con effetto altresì sulla considerevole, e ormai stabilizzata,
diminuzione delle richieste di decreti penali di condanna per il reato di
omesso versamento di ritenute previdenziali di cui all’art. 2 comma 1-bis,
legge n. 638/1983.
In numero decrescente sono i provvedimenti di definizione (decreti di
archiviazione) per non punibilità a norma dell’art. 1, legge 15.12.2014 n. 186
in materia di collaborazione volontaria (voluntary disclosure).
In relazione ai c.d. “ecoreati” (legge 22.5.2015 n. 68) si segnalano complessi
procedimenti a carico di numerosi indagati per i reati di cui all’art. 452 bis
c.p., aventi a oggetto l’impiego in attività agricole di sostanze nocive per
l’ambiente.
La normativa in materia di messa alla prova di cui agli artt. 464-bis e ss. c.p.p.
ha fatto registrare un numero significativo di ordinanze ammissive (n. 57 nel
56
periodo 1.1/20.9.2019), in aumento rispetto all’anno precedente, mentre di
minore effetto appare la normativa in materia di particolare tenuità del fatto
di cui all’art. 131-bis c.p., sia per i limiti di pena edittale sia per l’eventuale
esistenza di precedenti penali a carico dell’imputato o indagato ovvero per la
pluralità delle condotte.
Stabile risulta il numero dei procedimenti in corso per reati di omicidio
stradale e lesioni personali stradali (artt. 589 bis e 590 bis c.p., introdotti con
legge 23.3.2016 n. 41); non infrequenti sono le richieste di incidente
probatorio per tali fattispecie, aventi a oggetto perizie ricostruttive dei sinistri
o accertamenti medico-legali.
Contenuto è il numero dei procedimenti penali per gravi infortuni sul lavoro,
mentre rilevante è quello per reati in materia di sicurezza del lavoro
contemplati dal D.Lvo n. 81/2008, nella maggior parte dei casi definiti
peraltro mediante le procedure estintive di cui agli artt. 20 e ss. del D.Lvo n.
758/1994.
L’anno in corso, come il precedente, nel circondario di Udine ha visto un
numero limitato di arresti in flagranza per il reato di cui all’art. 12 D.Lvo
25.7.1998 n. 286, ma il permanere della c.d. “rotta balcanica occidentale”
induce a prevedere una possibile ripresa delle condotte delittuose di
favoreggiamento dell’introduzione in Italia di soggetti privi del titolo di
ingresso e di permanenza nel territorio nazionale.
Si rileva costantemente elevato il numero di arresti in flagranza, di richieste
di misure cautelari e di richieste di riti alternativi per reati in materia di
traffico di sostanze stupefacenti, con particolare riferimento al trasporto e alla
cessione di sostanze di tipo hashish e marijuana, all’introduzione in Italia
dall’estero di stupefacenti di tipo cocaina ed eroina, anche mediante
ingestione di ovuli e anche in quantitativi elevati, e ad altre attività di spaccio
di varia consistenza e ampiezza. Si segnalano importanti operazioni condotte
dalle forze di polizia e dalla locale Procura della Repubblica volte a debellare
57
i traffici di sostanze stupefacenti, anche in danno di minorenni, in varie zone
della città di Udine con allarmante continuità, in particolare nelle vie
circostanti la stazione ferroviaria e l’autostazione; tali articolate operazioni
hanno condotto a numerosi arresti ed esecuzioni di misure cautelari
personali.
Assai numerosi, ed in costante incremento di anno in anno, sono i
procedimenti e le correlative richieste di misure cautelari personali, da
trattarsi con particolare urgenza, per i reati di cui agli artt. 572 e 612 bis c.p.,
non di rado commessi in ambiti caratterizzati da situazioni di disagio socio-
economico, da problematiche psichiatriche o comportamentali, da abusi di
alcool e sostanze stupefacenti.
In numero tendenzialmente stabile sono i procedimenti per i reati di cui agli
artt. 609 bis e ss. c.p., anche in danno di minori, come stabile è il numero degli
altri principali reati contro la persona (omicidi consumati e tentati, lesioni
personali gravi e gravissime, risse). Si è svolto e concluso dinanzi al GUP un
complesso giudizio abbreviato per omicidio volontario commesso nel 2008.
Sempre elevato si mantiene il numero complessivo dei procedimenti per reati
contro il patrimonio, quali furto, rapina, ricettazione, riciclaggio, truffa
(anche con strumenti informatici), appropriazione indebita, indebito utilizzo
di carte di credito o di pagamento, usura (perlopiù bancaria), estorsione.
Si segnalano ricorrenti procedimenti a carico di gruppi anche numerosi di
indagati dediti alla commissione organizzata e seriale di furti aggravati ai
danni di imprese industriali e commerciali, concessionarie di veicoli, sportelli
bancomat, impianti di produzione di energia solare, centri commerciali,
abitazioni private, distributori di carburante e simili, nell’ambito dei quali
sono state emesse numerose misure cautelari personali e anche mandati
d’arresto europei. Sono pendenti alcuni procedimenti per il reato di
autoriciclaggio previsto dall’art. 648-ter.1 c.p.
Risultano sostanzialmente stabili i procedimenti in materia di reati
58
fallimentari, societari, contro la pubblica amministrazione e contro la fede
pubblica.
Di rilievo, per la complessità delle indagini e per il numero di indagati o
imputati, raggiunti anche da misure cautelari personali e reali, sono alcuni
procedimenti in corso di trattazione per reati di cui agli artt. 416 c.p. e 40 e ss.
D.Lvo n. 504/95 riguardanti traffici organizzati di alcoli o prodotti energetici,
miscelati clandestinamente e immessi in consumo in evasione di accisa e IVA,
e per reati contro il patrimonio, tributari e doganali commessi nell’ambito di
attività di compravendita di autovetture.
Elevato si mantiene il numero dei procedimenti per il reato di guida in stato
d’ebbrezza previsto dall’art. 186 comma 2 C.d.S., il quale dà luogo alla
percentuale più consistente dei decreti penali di condanna emessi dall’Ufficio
e delle richieste di messa alla prova.
Si verificano casi di violazioni, anche gravi, alla normativa in materia di
caccia; stabili i procedimenti per i reati di cui agli artt. 544 bis e ter c.p. e per
traffico illecito di animali da compagnia provenienti dall’estero, in particolare
di cuccioli di cani e gatti di razza, che danno luogo a sequestri preventivi ed
ai conseguenti provvedimenti di affidamento degli animali a soggetti idonei;
sono state applicate anche misure cautelari personali nel caso di
contestazione del reato di associazione per delinquere.
Organico e risorse
Anche il Presidente del Tribunale di Udine segnala con la massima
preoccupazione il tema della stretta correlazione tra attività amministrativa
ed attività giudiziaria, posto che il medesimo personale amministrativo deve
provvedere non solo all’assistenza in udienza ed extraudienza del
magistrato, ma anche alla definizione di tutte le complesse procedure
amministrative necessarie per la produzione concreta degli effetti del
giudizio.
L’attuale copertura amministrativa dell’organico ha consentito sinora la
59
definizione dei procedimenti (sentenze), ma non è più in grado di garantire
che detti provvedimenti trovino tutti celere attuazione, ciò che impone una
più ampia riflessione sul necessario equilibrio tra capacità di definizione
procedimentale dell’Ufficio e capacità di esecuzione amministrativa dei titoli;
anche in tale ambito, si segnalano gli effetti negativi della riduzione del
numero dei tirocinanti, il cui apporto in questi anni si è rivelato assai
prezioso.
Pur ormai con problematiche sempre più difficili da fronteggiare, scrupolosi
sono il controllo e l’aggiornamento dei termini di scadenza delle misure
cautelari personali e la trasmissione dei fascicoli oggetto di impugnazione.
60
TRIBUNALE DI PORDENONE Settore civile: Prospetti statistici relativi al periodo 01.07.2018/30.06.2019 Contenzioso civile
PROCEDIMENTI
MOVIMENTO DEI PROCEDIMENTI
Pendenti al 30/06/2018
Sopravvenuti nel periodo
Esauriti nel periodo
Pendenti al 30/06/2019
1.1 Cognizione ordinaria 1855 779 1107 1527 1.3 Procedimenti soggetti al rito ordinario ex d.l.vo n. 5/2003
1.6 Procedimenti sommari di cognizione (l. 69/2009) 93 185 146 132 2.1.1 Procedimenti iscritti come consensuali 52 164 145 71 2.1.2 Procedimenti trasformati in consensuali 0 56 56 0 2.2.1 Procedimenti iscritti nel rito giudiziale 98 144 132 110 2.2.2 Procedimenti provenienti dal rito consensuale 0 0 0 0 2.3.1 Scioglim. e cessaz. effetti civili del matrimonio su ricorso congiunto 52 109 127 34
2.3.2 Procedimenti provenienti dal rito giudiziale 0 0 0 0 2.4.1 Scioglim. e cessaz. effetti civili del matrimonio con rito giudiziale 136 142 166 112
2.4.2 Procedimenti provenienti dal ricorso congiunto 0 0 0 0 2.6 Controversie agrarie 2 8 7 3 2.11 Procedimenti camerali (reclami, compresi di volontaria giurisdizione) 15 38 40 13
2.12 Procedimenti contenziosi (interdizioni e inabilitazioni) 2 3 4 1
3.5 Procedimenti speciali (compresi di lavoro e previdenza) 245 2083 2122 206
4.2 Cognizione ordinaria in grado d'appello 92 39 54 77
Totali: 2642 3750 4106 2286 Altri ruoli civili
PROCEDIMENTI
MOVIMENTO DEI PROCEDIMENTI
Pendenti al 30/06/2018
Sopravvenuti nel periodo
Esauriti nel periodo
Pendenti al 30/06/2019
1.5 Procedimenti non contenziosi 493 5822 6008 307
61
2.5 Revisioni condizioni di sep./scioglim. e cessazione effetti civili del matrimonio 27 48 58 17
2.7 Istanze di fallimento 33 103 117 19
2.8 Fallimenti 586 41 106 521
2.9 Concordati preventivi e amministrazioni controllate 5 7 8 4
2.10 Procedimenti in materia di stato civile 4 21 24 1
3.2 Controversie in materia di lavoro-Pubblico Impiego 69 33 48 54
3.3 Altre controversie in materia di lavoro 109 129 112 126
3.4 Controversie in materia di previdenza e assistenza 158 114 152 120
3.6 Procedimenti esecutivi immobiliari 1108 318 421 1005
3.7 Procedimenti esecutivi mobiliari 311 1218 1286 243
3.8.1 Sommario Fornero 19 31 38 12
3.8.2 Opposizione Fornero 6 9 6 9
5.1 Tutele 578 42 109 511
5.3 Curatele 48 1 6 43
5.4 Eredità giacenti 59 24 23 60
5.5 Amministrazioni di sostegno 4190 568 569 4189
Totali: 7803 8529 9091 7241
Nel periodo di riferimento, 01.07.2018/30.06.2019, nonostante la scopertura
di un posto in organico coperto solo a partire dal mese di marzo 2019, la
sezione civile del Tribunale di Pordenone continua, come già avvenuto nel
precedente periodo, a definire un numero di procedimenti contenziosi civili
maggiore rispetto ai procedimenti sopravvenuti. In particolare, le pendenze
complessive del ruolo contenzioso civile sono passate dalle 2642 del 1.7.2018
alle 2286 al 30.6.2019 con una diminuzione significativa di 356 procedimenti.
Rilevante è la diminuzione dei procedimenti di cognizione ordinaria, con
immediato riflesso sulla durata ragionevole dei processi, passata dalle 1855
pendenze al 1.07.2018 alle 1527 al 30.6.2019, con una diminuzione in termini
assoluti di 328 procedimenti, in aumento rispetto al periodo precedente, nel
62
quale la diminuzione era stata pari a 266 procedimenti; nonché, la
diminuzione delle pendenze nei settori del fallimentare (da n. 586 a n. 521) e
delle procedure esecutive mobiliari (da n. 311 a n. 243) ed immobiliari (da n.
1108 a n. 1005). Il trend è stato invertito in positivo, rispetto al periodo
precedente, anche con riferimento al settore della previdenza ed assistenza
con una diminuzione delle pendenze da n. 158 procedimenti a n. 120
procedimenti.
Si segnala, inoltre, la diminuzione a n. 307 da n. 493 dei procedimenti non
contenziosi, pendenti al 30.6.2018 e indicati al punto 1.5 del prospetto
statistico.
Tali procedimenti sono in corso di chiusura, previa verifica, da parte dei
Giudici tutelari, dell’assenza della necessità di iniziative per la definizione
prima del raggiungimento della maggiore età del minore.
La situazione evidenziata non solo consente di rispettare, nella normalità dei
casi, il termine massimo di durata triennale dei procedimenti, ma anche di
ridurre progressivamente l’arretrato costituito da procedimenti con R.G. ultra
triennale, nel rispetto dei programmi annualmente predisposti. La
prospettiva per il 2020 è di confermare l’andamento in essere.
Stabili le sopravvenienze in materia lavoro e previdenza, così come i
procedimenti di sfratto, esecuzione mobiliare ed immobiliare, sintomi di una
crisi economico/finanziaria non ancora superata.
Sarebbe necessario, osserva il Presidente del Tribunale, un intervento
legislativo che valorizzasse la negoziazione assistita, estendendo anche ad
essa l’istituto del patrocinio a spese dello Stato in favore dei non abbienti e
regolamentando la problematica relativa agli accordi negoziati che
contengono trasferimenti immobiliari.
Va infine segnalato il massiccio ricorso dell’utenza – con particolare
riferimento alle controversie familiari – all’istituto del patrocinio a spese dello
Stato. Al fine di garantire l’effettività del diritto di difesa, arginare gli abusi e
63
svolgere un penetrante controllo circa il reale compendio economico
patrimoniale dei richiedenti, il Tribunale di Pordenone ha stipulato, in data
26.9.2018, un Protocollo d’intesa con la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle
Entrate e l’Ordine degli Avvocati, avente ad oggetto l’ottimizzazione
dell’operato dell’Agenzia delle Entrate e/o della Guardia di Finanza nella
verifica, in sinergia con il Tribunale, dell’esattezza, dell’effettività e della
permanenza delle condizioni che disciplinano l’ammissione al gratuito
patrocinio, oltre all’adozione di una modulistica aggiornata e unica.
Sportelli di prossimità, Giudice tutelare, amministrazioni di sostegno:
In costante crescita le amministrazioni di sostegno con una sopravvenienza
nel periodo di n. 568 procedure e una pendenza finale di n. 4189 procedure. Il
settore richiede l’assegnazione di due giudici tutelari, che svolgono anche
altre funzioni civili, e comporta un notevole impegno per la grande quantità
di istanze spesso urgenti sia dei giudici che del personale di Cancelleria.
In particolare, il Presidente evidenzia che il Tribunale di Pordenone, sin
dall’entrata in vigore della legge 9 gennaio 2004 n. 6 con l’introduzione del
nuovo istituto giuridico dell’ “amministrazione di sostegno”, ha adottato un
modello organizzativo in grado di far fronte, data l’estesa latitudine
applicativa della nuova normativa, al trend di crescita della domanda di
amministrazioni di sostegno, senza gravare sulle esili e già fortemente
“stressate” strutture della cancelleria del giudice tutelare (code degli utenti
agli sportelli, con disagi per essi, ma anche una rilevante distrazione di
attività lavorativa degli operatori dal pur molto oneroso back office) e facendo
ricorso al coinvolgimento delle risorse umane del volontariato.
Il modello organizzativo adottato presso il Tribunale di Pordenone prevede
una “rete territoriale degli sportelli”, che copre tutto il circondario del
Tribunale, e l’istituzione di albi locali degli amministratori di sostegno, ed è
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frutto di una spinta sinergica, autenticamente “di squadra”, che rispecchia e
realizza una precisa filosofia d’intervento: l’integrazione delle competenze e
delle volontà del pubblico (Stato/Enti locali) e del “privato sociale”
(volontariato); senza nessuna, peraltro nemmeno legalmente possibile,
abdicazione ovvero delega impropria di funzioni, giudiziarie ed
amministrative, pubbliche; senza nessuna supplenza improvvisata e precaria.
Si tratta piuttosto dell’applicazione forte del “principio di sussidiarietà” e
della piena valorizzazione delle profonde energie solidali che sono, per
tradizione e cultura, saldamente radicate nella nostra società civile regionale.
In sintesi, è stata ed è la scelta di aprire il Tribunale per dare piena attuazione
ad una legge utile alla collettività, mediante l’impiego del grande valore
sociale aggiunto rappresentato dal volontariato.
In particolare, a partire dal 2007 sono state sottoscritte con i Comuni capofila
degli ambiti socio-assistenziali del territorio provinciale e, successivamente,
con tutti i Comuni del Portogruarese, convenzioni per la gestione di sportelli,
gestiti da associazioni di volontariato, con le seguenti finalità: fornire
all’utenza informazioni utili per l’inoltro dei ricorsi per l’amministrazione di
sostegno, supportare gli amministratori di sostegno - familiari o volontari -
nella gestione amministrativa della procedura, collaborare con la cancelleria
per la standardizzazione delle procedure, e l’inoltro di ricorsi e rendiconti.
Questo modello di sussidiarietà e di collaborazione tra volontariato, Ambito
socio-assistenziali dei Comuni e Tribunale è stato recepito anche dalla
normativa regionale (legge regionale FVG n. 19 del 16 novembre 2010) che,
con apposito regolamento, ha inteso dare piena attuazione all’istituto
dell’amministrazione di sostegno, finanziando anche personale dipendente
delle associazioni che gestiscono gli sportelli. Tale personale (5 addetti per gli
11 sportelli presenti nel territorio) ha il compito di fare da collettore dei
ricorsi e delle istanze presso gli sportelli e di recapitarli in cancelleria,
predisponendo, su delega delle parti istanti, le copie dei decreti del Giudice e
65
di comunicarli alle stesse.
Gli sportelli sono operativi in ognuno degli UTI della Provincia di Pordenone
e presso il comune di Portogruaro e sono gestiti da personale volontario, con
piena soddisfazione delle esigenze informative e di assistenza all’utenza (in
particolare degli A.d.S.) e uno stretto e quotidiano contatto operativo con la
cancelleria del giudice tutelare; per ripartizione interna dei compiti, un
Giudice tutelare ne ha la responsabilità, primaria e diretta, d’indirizzo e di
controllo.
Un ulteriore salto di qualità nella strutturazione del servizio sono in fase di
avanzata sperimentazione: l’utilizzazione, per le udienze di audizione dei
beneficiari, dello strumento della video conferenza e la implementazione,
anche per le procedure di amministrazione di sostegno, del PCT.
Per realizzare il modello organizzativo della Rete degli Amministratori di
sostegno sono in vigore i seguenti protocolli:
• “Accordo di collaborazione al fine di rafforzare l’azione della rete del privato
sociale nell’attuazione dell’istituto dell’amministrazione di sostegno nelle aree
in cui opera la Fondazione BCC Pordenonese, avvalendosi anche delle
associazioni di volontariato con le quali la fondazione collabora” stipulato in
data 13 marzo 2018 tra il Tribunale di Pordenone, la Fondazione Banca di
Credito Cooperativo Pordenonese e l’Associazione di volontariato “San Pietro
Apostolo”;
• “Accordo per l’istituzione e gestione sperimentale telematica dello sportello
per l’amministrazione di sostegno gestito dall’Associazione ADS rete di
solidarietà” stipulato in data 30 marzo 2018 tra il Tribunale di
Pordenone e il Comune di Portogruaro;
• “Protocollo d’intesa per la concessione in comodato d’uso gratuito al Comune
di Pordenone, Ente avvalitore dell’UTI del Noncello e gestore del servizio
sociale dei Comuni, di alcuni locali del Tribunale di Pordenone per lo
svolgimento delle attività dello sportello degli amministratori di sostegno”
66
stipulato in data 29 giugno 2018 tra il Tribunale di Pordenone e il
Comune di Pordenone.
Settore esecuzioni:
Il Presidente del Tribunale segnala il particolare rilievo dell’attività svolta nel
settore delle esecuzioni mobiliari ed immobiliari, che costituisce un cardine
decisivo per la realizzazione dell’effettività dei diritti e della giurisdizione,
garantita anche da procedimenti esecutivi celeri ed efficienti, che necessitano
dell’individuazione di prassi organizzative snelle ed efficaci, che consentano
la migliore operatività in concreto degli istituti processuali, al fine di
predisporre adeguate forme di informazione ed accesso e che garantiscano
una vendita al miglior prezzo e nel minor tempo possibili, così da soddisfare
al massimo il diritto del creditore e sacrificare al minimo i diritti del debitore.
L’organizzazione in essere presso il Tribunale di Pordenone ha permesso il
raggiungimento di tali obiettivi, poiché nel periodo di riferimento nel settore
dei procedimenti esecutivi immobiliari si è passati da n. 1108 pendenze a n.
1005 con una diminuzione pari a 46 procedimenti; mentre, nel settore dei
procedimenti esecutivi mobiliari si è passati da n. 311 pendenze a n. 243, con
una diminuzione pari a n. 68 procedimenti.
Per risalente prassi dell’Ufficio le deleghe per la vendita nelle esecuzioni
immobiliari sono conferite unicamente a notai. Si è infatti verificato che il
conferimento della delega ai notai che nel tempo si sono resi disponibili (una
dozzina in questo momento) consente di gestire il servizio in termini ottimali,
assicurando elevata professionalità dei delegati e omogeneità delle condotte.
I notai interessati, oltre ad essere destinatari delle necessarie indicazioni da
parte del G.E., anche mediante specifici incontri di aggiornamento, sono
riuniti in un’apposita Associazione, che si avvale di dipendenti e
collaboratori: ciò rende ulteriormente coordinata l’attività delegata. Lo stesso
67
notaio viene delegato per le attività di vendita ed incaricato della custodia
degli immobili. Quanto al criterio di distribuzione, si provvede
all’assegnazione ai notai inseriti nell’elenco con rotazione automatica;
analogo criterio è impiegato per la nomina degli esperti stimatori.
Nel corso del 2018 è stata realizzata l’attività di formazione e
specializzazione, in collaborazione con il locale Consiglio dell’Ordine degli
Avvocati, al fine dell’inserimento tra i professionisti delegati di un numero di
avvocati compatibile con il mantenimento dell’efficienza e della funzionalità
del sistema.
Nel corso del 2019 è iniziata la sperimentazione dell’inserimento a rotazione
tra i professionisti delegati alle vendite degli avvocati che hanno frequentato
il corso di specializzazione e formazione.
Analoga iniziativa è prevista d’intesa con l’Ordine dei Dottori Commercialisti
ed Esperti Contabili.
Con circolare del Presidente del Tribunale dell’8.3.2018 sono state emanate
disposizioni in tema di pubblicità legale delle vendite giudiziarie nelle
procedure fallimentari ed esecutive ed altri servizi correlati, al fine, in attesa
dell’emanazione da parte del Ministero della Giustizia di direttive uniche ed
uniformi per tutti i Tribunali dirette a regolare il servizio, di implementare e
migliorare il modulo organizzativo esistente.
Nel periodo di riferimento le somme ricavate dalle vendite di immobili
pignorati sono state pari a euro 20.155.154, rispetto a euro 23.055.332,24 del
periodo precedente: tale diminuzione è stata essenzialmente determinata
dall’avvio, nel corso del primo semestre 2019, delle vendite telematiche, le
quali hanno determinato un ritardo nell’espletamento delle procedure.
Settore penale: Sopravvenienze: sono sopravvenuti n. 1440 procedimenti monocratici (n. 53
collegiali) in luogo dei precedenti n. 1100 (n. 48 collegiali). L'aumento
68
costituisce un indice tendenziale, già rilevato lo scorso anno, connotante tutto
il settore penale a fronte del lavoro svolto dalla Procura della Repubblica,
ormai a pieno organico. Infatti anche in ambito collegiale risultano n. 53
sopravvenienze a fronte delle pregresse n. 48 ma, soprattutto, ciò appare con
evidenza con riferimento al Tribunale per il riesame, sempre attestato su una
quarantina di procedimenti, addirittura in calo (n. 31 nella pregressa
annualità) che, viceversa nel periodo in esame sono più che raddoppiati,
attestandosi a n. 91 procedure.
Pendenze: quanto al monocratico si riscontrano n. 1169 procedimenti
pendenti (n. 840 il dato precedente), mentre in ambito collegiale il numero
ammonta a n. 58 (n. 62 nella pregressa annualità).
Esauriti: monocratico n. 1111 (n. 1051 nell'anno precedente); collegiale n. 57
(n. 36 nell'anno precedente).
Con riferimento alla durata media dei processi penali, la stessa è rimasta
sostanzialmente invariata per i processi attribuiti al collegio (giorni 377 il
luogo di 380) mentre persiste il trend positivo riscontrato nella durata media
concernente il giudice monocratico, con giorni 252 in luogo dei precedenti
322, tendenza confermata anche per questa annualità al contenimento entro
l'anno dei tempi di definizione. Circa le sentenze di non doversi procedere
per prescrizione del reato nel periodo in osservazione nessuna pronuncia
risulta per il collegio mentre per il tribunale monocratico se ne sono registrate
soltanto 13.
Per quanto attiene l'incidenza dei riti alternativi si conferma la tendenziale
crescita del ricorso ai riti alternativi in ambito monocratico limitatamente alla
applicazione della pena (n. 189 rispetto a n. 136 dell’anno precedente) mentre
pressoché invariato è il numero dei giudizi abbreviati (72 a fronte di 70), con
adeguato ricorso deflattivo all’istituto della messa alla prova. Si evidenzia il
drastico incremento delle sopravvenienze, aumentate di un terzo rispetto al
precedente periodo. Ciò è dovuto ad una modificazione strutturale del trend
69
degli affari penali legata all'ampliamento del circondario del Tribunale di
Pordenone con la inclusione in esso del mandamento di Portogruaro (pari a
circa un terzo di quello di Pordenone): fino a tutto il 2017 si era stabilizzata
una fascia media di circa n. 5500 notizie di reato all'anno, nel 2018 il numero
di iscrizioni è salito di circa un terzo sul dato medio del precedente
quadriennio. A tale notevole incremento di procedimenti verificatosi a monte
si sono coerentemente manifestati gli effetti sulle sopravvenienze
dibattimentali, situazione che ha comportato un significativo aumento dei
tempi di fissazione delle udienze dibattimentali rispetto alla richiesta di
citazione a giudizio, tempi pressoché raddoppiati. Malgrado l'aumento del
numero di procedimenti definiti in virtù del contenimento dei tempi di
trattazione (passati nel monocratico dai precedenti 322 giorni agli attuali 252
giorni del periodo, restando invece sostanzialmente invariati - 377 giorni -
quelli del collegiale), la criticità della situazione per le ragioni suesposte
risulta altresì accentuata, nonostante un maggiorato impegno lavorativo dei
suoi componenti, dall’assenza di un apprezzabile incremento della pianta
organica della Sezione penale dibattimentale, tanto più in considerazione del
fatto che nell'autunno 2019 sono pervenuti in fase dibattimentale alcuni
procedimenti di eccezionale consistenza (in particolare il procedimento
collegiale n. 1106/2019 R.G. Trib. relativo a violazioni e truffe in materia di
raccolta del risparmio e abusivismo finanziario, con diciassette imputati ed
oltre 1220 persone offese, un migliaio di parti civili costituite, un centinaio di
difensori), che terranno impegnati per lungo tempo il collegio ed i giudici
monocratici.
In ordine alla ragionevole durata dei processi si rileva che rispetto alla
pregressa annualità (nella quale si erano registrati complessivamente n. 98
procedimenti definiti oltre i due anni), nel periodo in considerazione i
procedimenti sforanti i 24 mesi si sono ridotti a n. 63. Al riguardo tuttavia
valgono i rilievi concernenti la complessità di alcuni procedimenti collegiali e
70
la sospensione di molti processi - sia collegiali che monocratici - determinata
da irreperibilità ovvero correlata al tempo necessario per l'espletamento della
messa alla prova.
La evidenziata criticità nella concreta gestione giurisdizionale degli affari
penali si accompagna alla parallela criticità nella gestione amministrativa,
laddove l'organico di personale di cancelleria non appare adeguato a far
fronte al corrispondente aumento del carico di procedimenti.
UFFICIO GIP/GUP
Nel periodo in osservazione sono rimasti immutati i tre giudici che
compongono tale struttura, il che ha sicuramente giovato ai fini della
produttività complessiva.
L'ufficio si è però trovato ad affrontare un rilevante incremento qualitativo e
di valenza tipologica del carico di lavoro proveniente dalla locale Procura
della Repubblica, nonostante il decremento numerico di esso (il Presidente
segnala infatti che le sopravvenienze sono passate da n. 6291 dell'anno
precedente a n. 5257 nel periodo in questione, con una diminuzione quindi di
n. 1034 fascicoli, pari al 16,43% rispetto all'anno precedente).
I procedimenti a carico di soggetti noti che sono stati esauriti sono passati da
n. 4996 dell'anno precedente a n. 5219 nel periodo in valutazione, con un
incremento quantitativo di n. 223, pari al 4,46% in più rispetto al passato.
I procedimenti pendenti alla fine del periodo sono passati da n. 2156
dell'anno precedente a n. 2194 nel periodo in esame, con un incremento
quindi di n. 38 procedimenti.
Le sentenze complessivamente emesse sia dal GIP che dal GUP sono passate
dalle 437 del periodo precedente alle 564 del periodo de quo, con un
incremento rilevante di n. 127 sentenze, pari al 29,06% in più.
I decreti che dispongono il giudizio emessi dal GUP sono passati da n. 136
nel periodo precedente a n. 220, con un incremento quindi di n. 85 decreti,
71
pari al 62,50%.
I decreti penali emessi sono passati da n. 954 a n. 914, con un decremento
quindi di n. 40 decreti, pari al 4,19% in meno rispetto al periodo precedente.
La maggior parte delle pendenze si riferisce a procedimenti con richiesta di
archiviazione che, dovendosi procedere ad una scelta in tema di priorità, si è
deciso di trattare con minore urgenza, salvi i casi di segnalata o rilevata
opposizione alla richiesta di archiviazione da parte delle persone offese.
Circa le misure cautelari personali e reali, si osserva che dalla lettura delle
rilevazioni statistiche del SICP emerge che i provvedimenti su misure
cautelari personali sono passati da n. 177 del periodo precedente a ben n. 401
del periodo in valutazione, con un incremento quindi più del doppio; i
provvedimenti che hanno concesso sequestri preventivi o conservativi sono
passati da n. 26 a n. 46, con un incremento dunque quasi del doppio.
Nel periodo in oggetto l'ufficio GIP/GUP ha ricevuto ed evaso dalla Procura
n. 168 richieste di provvedimenti cautelari personali, a fronte delle n. 160 del
periodo precedente, con un incremento quindi di n. 8 provvedimenti, ed ha
altresì ricevuto (ed evaso) n. 69 richieste di misure cautelari personali a fronte
delle n. 106 analoghe richieste del periodo precedente, con una riduzione
quindi di n. 37 provvedimenti. Devesi però tenere presente che durante il
periodo in esame la locale Procura della Repubblica ha avuto per molti mesi
una scopertura di due Pubblici Ministeri a fronte dell’organico previsto in
pianta, circostanza che ha sicuramente inciso in modo significativo sulla
produttività di quell'ufficio e quindi, in generale, sul numero di istanze
dirette all'ufficio GIP/GUP.
Il Presidente del Tribunale di Pordenone evidenzia altresì che l'ufficio ha
trattato il processo Gaiatto Fabio più 16 (oltre a tre società per responsabilità
amministrativa correlata a reato): tale processo, di estrema complessità non
solo sotto il profilo tecnico/giuridico ma anche sotto quello organizzativo, è
stato definito con rito abbreviato per l’imputato principale, con
72
patteggiamenti per tre imputati e con il rinvio a giudizio per i restanti
prevenuti ed è stato celebrato in nove udienze (sei presso il centro culturale
Aldo Moro di Cordenons – tre presso la sede del Tribunale); ha visto
impegnate 13 unità di personale di varie qualifiche, nonché altro personale
delle Forze dell'ordine e dei Comuni di Cordenons e di Pordenone e di due
associazioni di volontariato.
73
TRIBUNALE DI GORIZIA
Il Presidente del Tribunale di Gorizia, svolgendo una complessiva
analisi in cui confluiscono sia gli aspetti gestionali dell’Ufficio che quelli
partitamente riferiti al settore civile ed a quello penale, riferisce - con
riguardo al settore civile – che l’andamento della giustizia nel periodo di
riferimento (1.7.2018/30.6.2019) presenta per il quinto anno consecutivo un
sensibile miglioramento, come dimostrano i risultati conseguiti documentati
dai dati statistici.
Si continua a registrare, infatti, una riduzione delle pendenze dei
procedimenti con cognizione ordinaria, passati da n. 954 a n. 651. E’ rimasto
invece sostanzialmente invariato il numero delle pendenze ultratriennali: 106
in luogo di 92 del periodo precedente.
Un incremento delle pendenze si registra nelle cause di lavoro, passate da n.
213 a n. 245, mentre non si registra alcuna pendenza ultratriennale.
Con riguardo alle procedure fallimentari si registra, anche in questo
anno, una significativa riduzione delle pendenze, passate da n. 131 a n. 104
(sopravvenute n. 12, definite n. 38).
Altrettanto significativa è la riduzione che continua ad aversi, per il
quinto anno consecutivo, nelle pendenze delle procedure esecutive
immobiliari, passate da n. 245 a 193.
Precisazioni circa la copertura delle piante organiche dei magistrati e del personale amministrativo
Il Presidente del Tribunale ritiene di mettere in primaria evidenza,
benché già sottolineato nelle precedenti relazioni, il fatto che la pianta
organica dei magistrati del Tribunale di Gorizia è sottodimensionata rispetto
al carico di lavoro complessivo dell’Ufficio.
Questa situazione è stata in più occasioni riconosciuta dal Consiglio
74
Superiore della Magistratura: nella relazione del 14.1.2009 adottata all’esito di
una ricognizione complessiva degli Uffici Giudiziari di Gorizia, nella quale si
evidenziò “il permanere, nonostante l’elevata produttività dei Giudici, della
situazione di sofferenza del Tribunale, destinata ad aggravarsi con le nuove delicate
sopravvenienze, radicatasi negli anni per le carenze di organico (sia in astratto che in
concreto) e per l’irrazionale rapporto tra dotazioni della Procura e del Tribunale in
assenza di un radicale intervento sulla pianta organica del Tribunale”.
Nello stesso anno, con la deliberazione del 28.7.2009, nell’approvare la
formazione delle tabelle di organizzazione del Tribunale di Gorizia per il
triennio 2009/2011, il Consiglio Superiore della Magistratura ebbe a ribadire
il proprio giudizio sulla gravità del problema delle carenze organiche del
Tribunale di Gorizia e dispose la trasmissione della deliberazione stessa al
Ministro della Giustizia, nuovamente “segnalando la necessità di una modifica
delle piante organiche del Tribunale di Gorizia”.
Nella deliberazione, poi, del 30.7.2010, assunta nella pratica
19/PO/2010, il CSM mise ancora una volta in evidenza la grave situazione
del Tribunale di Gorizia e –ancora una volta- dispose la trasmissione di copia
della delibera al Ministro della Giustizia per quanto di competenza in tema di
piante organiche.
L’insufficienza della pianta organica, ripetutamente messa in evidenza,
come appunto rilevato dallo stesso CSM, è poi aggravata dall’ampio e
continuo avvicendamento dei giudici.
Negli ultimi otto anni, infatti, su un organico di dieci giudici c’è stato
un avvicendamento di ben ventinove unità, come messo in evidenza nella
Relazione ispettiva del Ministero dei Giustizia del 2013 (che segnala un
avvicendamento di 17 magistrati dal 2008 al 2013) e nella Relazione
dell’indagine ispettiva Ministero dei Giustizia dell’aprile 2015 (che segnalava
un avvicendamento di 12 magistrati dal dicembre 2013 all’aprile 2015).
Considerati gli scostamenti temporali tra le date di scopertura dei posti
75
e quelle in cui questi vengono effettivamente coperti (Gorizia risulta poco
attrattiva sicché i posti di giudice vengono coperti quasi esclusivamente dai
MOT che, dovendo completare il periodo di tirocinio, si insediano dopo un
più lungo tempo dall’assegnazione), capita ogni anno di non poter disporre
per lunghi periodi di un’ampia percentuale dei magistrati in organico.
La pianta organica del Tribunale di Gorizia, del resto, è
sottodimensionata anche rispetto alla realtà economica del circondario. Nel
circondario di Gorizia, a Monfalcone, è infatti insediato uno dei più
importanti cantieri navali del mondo ed è operante una vivace
imprenditorialità, come risulta dai dati forniti dalla locale Camera di
Commercio relativi al numero delle società di capitali e alle loro dimensioni.
Con riguardo al personale amministrativo, il Tribunale di Gorizia è
bensì un Tribunale di piccole dimensione, ma sicuramente sottodimensionato
nella previsione della pianta organica del personale amministrativo, cui si
aggiungono le scoperture. Dal febbraio 2015 è presente la Dirigente
Amministrativa, che però da ottobre 2017 è in reggenza in quanto trasferita al
Tribunale di Pordenone.
Si riporta schematicamente la situazione del personale amministrativo,
dopo l'assegnazione di cinque unità di personale, assistenti giudiziari, che
hanno preso possesso nel mese di febbraio e aprile 2018.
Pianta organica: 38 Qualifica Previsti in pianta Presenti Posti vacanti Direttore 3 3 0
Funzionario giudiziario 9 4 5
Cancelliere 6 5 1
Assistente giudiziario 10 10 0
Operatore giudiziario 2 2 0
Operatore centralinista 1 1 0
Conducente automezzi 2 1 1
Ausiliari 5 3 2 Totale 38 29 9
76
Il Presidente precisa altresì che un assistente è già in pensione dal
1.11.2019 e che una assistente è vincitrice di altro concorso per cui è
attualmente in aspettativa per il periodo di prova: pertanto la scopertura a
breve sarà di due unità nel profilo.
La scopertura complessiva reale attuale è quindi del 30% circa
(formalmente del 23,68%). Le scoperture insistono per una percentuale del
55,56% tra i funzionari giudiziari.
Segnala inoltre che:
n. 2 unità usufruiscono del regime del part-time;
n. 7 unità di personale hanno diritto ai permessi ai sensi della legge n.
104/1992;
un direttore amministrativo in sovrannumero è applicato per cinque giorni
settimanali al GDP di Gorizia, ufficio in cui non è presente alcuna figura
apicale, così come un operatore giudiziario è sempre stato applicato agli
Uffici dei Giudici di Pace e poi distaccato presso altri uffici di altre
amministrazioni.
Inoltre dall’UNEP sono applicati 2 assistenti giudiziari.
Le vacanze attengono a personale di qualifica elevata, mancando infatti
n. 5 funzionari, mentre delle unità presenti n. 3 sono ausiliari - di cui due con
limitazioni per motivi di salute - e n. 2 operatori.
L’assenza di funzionari è drammatica per tutti i servizi amministrativi e
di diretto impatto sul cittadino (atti notori, successioni, recupero crediti,
schede per il casellario ecc).
La recente ispezione ministeriale ha evidenziato lacune nei servizi
amministrativi, quelli non a diretto ed immediato supporto della
giurisdizione, così fotografando una realtà (peraltro già nota) di un ufficio
dove il personale è scarso e, pur lavorando con dedizione, non sempre ha
potuto acquisire le competenze necessarie né ha il tempo per operare
77
sfruttando adeguatamente le risorse tecnologiche ed i programmi comunque
in uso.
Si sono conclusi nel 2018 e non più reiterati nel 2019 due progetti
formativi in attuazione di quanto previsto dall'art. 7 del decreto
interministeriale del 20 ottobre 2015, pubblicato sulla G.U. n. 257 del 4
novembre 2015, per tirocinanti inseriti, giusta previsione di cui all'art. 21 ter
del d.l. 27 giugno 2015, n. 83, convertito con modificazioni dalla L. 6 agosto
2015 n. 132, nella struttura organizzativa denominata "Ufficio per il
processo", istituito a norma dell'art. 50 del D.L. 24 giugno 2014, n. 90,
convertito con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n, 114. Il periodo di
tirocinio di 40 ore mensili per anno aveva colmato in parte l’assenza di
personale per la fotocopiatura di atti e di archiviazione.
Una riflessione per la qualifica e le competenze richieste
nell’assunzione di nuovo personale si impone anche alla luce della riforma
che ha attribuito agli uffici giudiziari la competenza a gestire le spese di
funzionamento dei medesimi (contratti di manutenzione edile, impiantistica,
somministrazione, custodia e sorveglianza, ecc.), prima affidate ai Comuni
che provvedevano mediante proprio personale tecnico.
Difficoltà ulteriore, conseguente alla carenza di personale ed assorbente
delle energie dei presenti anche di qualifica elevata, è quella di garantire
l'assistenza alle udienze penali e del GIP. Le udienze sono per lo più
garantite dal personale appartenente all'area penale, atteso che non è
possibile coinvolgere personale delle altre aree, ma nel 2019 il turno di
assistenza alle udienze penali è stato, dopo il previsto periodo di formazione,
integrato dalla presenza di tutti gli assistenti neoassunti.
E' stata centrale nel 2019 la focalizzazione dell'obiettivo ispezione
ministeriale, volta a produrre tutte le statistiche richieste e ad assecondare le
richieste degli ispettori. L’ufficio è stato impegnato per i primi sei mesi
dell’anno a riordinare i servizi ed a verificare l’andamento degli stessi, a dare
78
efficienza anche in una situazione di palese difficoltà, valorizzando aspetti di
solito trascurati dei servizi di cancelleria: in questo caso la possibilità di
raggiungere il risultato si è concretizzata a seguito di una puntuale
programmazione dell’obiettivo effettuata dal capo dell’ufficio con la
dirigente amministrativa.
Nel settore civile si continua a registrare una riduzione delle pendenze
dei procedimenti con cognizione ordinaria e, dato ancor più rilevante, delle
pendenze ultratriennali. Una riduzione significativa si continua ad avere
anche nelle pendenze delle cause di lavoro, tra le quali non si registra alcuna
pendenza ultratriennale, e nelle procedure fallimentari. Va da sé che una
maggiore operatività e produttività dei giudici ha un riverbero immediato sul
lavoro di cancelleria: più udienze, più sentenze, più provvedimenti e poi
schede, recuperi, corpi di reato, liquidazioni ecc.
Riferisce il Presidente del Tribunale che il personale delle cancellerie,
nelle persone dei funzionari e dei direttori responsabili, è stato indirizzato ad
operare secondo una graduazione delle priorità che, attraverso la
riorganizzazione dei processi lavorativi, evidenzi e di conseguenza elimini le
attività a scarso valore aggiunto e le attività non necessarie o essenziali.
Si impone quindi la rilettura dei principi costituzionali in tema di
giustizia con scelte organizzative intese ad evitare ed impedire
comportamenti che siano di ostacolo ad una sollecita definizione del
processo, nonché ad operare nel rispetto dei diritti del cittadino e degli utenti.
In quest’ottica opera nel Tribunale di Gorizia uno Sportello per
l’Amministrazione di sostegno, gestito da volontari che informano l’utenza e
la indirizzano nell’istruzione della procedura.
II Tribunale di Gorizia anche per l'anno 2019 ha stipulato una
convenzione che ha dato inizio ad un progetto di tirocinio per una persona
disabile, con il Consorzio CISI - Servizio Integrazione Lavoro.
La valenza sociale del progetto e l'apertura che il Tribunale dimostra
79
verso un percorso di solidarietà ed inclusione si coniugherà con il vantaggio
umano e lavorativo che l'apporto di una tale nuova unità comporta.
In tema di formazione, questa è stata il perno del sistema di
valutazione del personale, che dal 2019 ha aperto nuove tematiche
organizzative in un’ottica che struttura la perfomance dell’Ufficio vincolandola
al contributo di tutte le parti (personale ,utenza, dirigenza), alla sua
progettazione e misurazione: il SMVP è lo strumento attraverso il quale il
Ministero della Giustizia disciplina il funzionamento del proprio ciclo della
performance e lo integra nel quadro più ampio delle attività di pianificazione,
programmazione e rendicontazione.
Tale processo valutativo si è svolto attraverso tre fasi di realizzazione:
individuazione preventiva degli obiettivi (individuali o di gruppo) da
conseguire, delle prestazioni attese e relativi criteri di valutazione per
tutto il personale operante nell’ufficio, suddiviso nelle diverse aree.
verifiche periodiche su iniziativa del dirigente
verifica finale con motivazione dei risultati conseguiti
Confermate le aspettative per il 2019 relativamente alle misure introdotte
nel sistema delle vendite immobiliari con l'obiettivo di assicurare, da un lato,
la più rapida soddisfazione dell'interesse creditorio e, dall'altro, evitare,
tramite lo smobilizzo dei cespiti, effetti pregiudizievoli per la produttività.
In particolare lo Sportello di coordinamento delle vendite immobiliari,
realizzato al piano terra del Palazzo, continua ad operare con l'obiettivo di
fornire al cittadino notizie in merito alle procedure immobiliari, con rilascio
di idonea modulistica e quanto necessario per la partecipazione alle aste.
Lo sportello - nato con lo scopo di servire al meglio l'utenza e sollevare la
cancelleria da una serie di informazione, oltre che razionalizzare il sistema
delle vendite immobiliari - nel corso del tempo ha ampliato e centrato i
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seguenti obiettivi: organizzazione e gestione delle attività prodromiche alla
vendita fino a raggiungere il target di acquirenti potenzialmente interessati
all'acquisto dei beni; standardizzazione delle procedure affidate ai
Professionisti delegati, ampliamento delle vendite con realizzazioni certe e
celeri.
Con l’attivazione delle vendite online si è ulteriormente definita
l'attenzione che il Tribunale di Gorizia ha per le procedure in questo ambito.
Prassi organizzative per il più efficace funzionamento dell’Ufficio e
programmi predisposti per la riduzione dell’arretrato.
Il Presidente del Tribunale di Gorizia osserva che il miglioramento
della efficienza del funzionamento dell’Ufficio passa essenzialmente
attraverso la adozione di nuovi metodi di lavoro da parte dei giudici, atti a
garantire la ragionevole durata del processo. I piani organizzativi sono stati
progettati in una “prospettiva di sistema”, cioè in una visione organica di
lungo periodo.
Punto di partenza al fine di assicurare la ragionevole durata del processo è
stata la rigorosa applicazione del principio di proporzionalità, che del
principio costituzionale di ragionevole durata del processo è espressione.
Il principio di proporzionalità viene inteso come impiego
proporzionato delle risorse giudiziarie per pervenire ad una decisione entro
un termine ragionevole, tenuto conto della necessità di riservare risorse ad
altri processi attraverso un punto di equilibrio, cioè tra la protezione degli
interessi individuali coinvolti nella singola vicenda processuale e la
protezione degli interessi collettivi alla gestione razionale dell’insieme dei
processi.
Trattare un processo secondo giustizia, invero, include tra l’altro
trattare il processo in modo proporzionato alla sua importanza, alla
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complessità delle questioni che esso pone, attribuire ad esso una quota
appropriata delle risorse del sistema giudiziario, tenendo conto appunto
della necessità di riservare le risorse anche agli altri processi.
Una necessaria rilettura, peraltro già in atto, dei principi costituzionali
in tema di giustizia anche in chiave di efficienza, non solo di garanzia,
impone al Giudice di evitare e di impedire comportamenti che siano di
ostacolo ad una sollecita definizione del processo, tra i quali rientrano
certamente quelli che si traducono in un’inutile dispendio di attività
processuale e formalità superflue perché non giustificate dalla struttura
dialettica del processo.
La concretizzazione del principio di cui si discorre è avvenuta con la
formalizzazione di indicazioni condivise sia di natura interpretative delle
norme processuali in un’ottica funzionale alla ragionevole durata del
processo sia di natura organizzativa del lavoro del Giudice al fine di
standardizzarne la tempistica nella definizione dei procedimenti, in direttive
allo scopo di istituzionalizzare l’attività di ciascun giudice. In particolare è
stato indicato di portare a decisione con rapidità le cause avviate sulla base di
domande prive di qualunque fondamento alla luce delle circostanze obiettive
del caso.
Con riguardo al settore penale l’applicazione del principio di
proporzionalità è avvenuta anche attraverso la razionalizzazione degli
accessi alla udienza dibattimentale sia con riguardo ai numeri sia con
riguardo alla tipologia dei reati e dei procedimenti, privilegiando i
procedimenti in cui la data del commesso reato consenta una prognosi di
definizione del processo che, anche in considerazione dei successivi gradi,
scongiuri l’epilogo della prescrizione, evitando laddove possibile che la
trattazione dei procedimenti di più recente iscrizione, ma riguardante reati
destinati inevitabilmente a prescriversi, oltre a generare la diseconomia di
una attività giudiziaria non seguita da una decisione di condanna o
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assoluzione per cui detta attività è concepita possa compromettere la rapida
definizione e la ragionevole durata dei procedimenti di più recente iscrizione.
Inoltre, (anche) allo scopo di evitare diseconomie generate dalla ripetizione
dell’attività istruttoria dovuta alla mancata definizione dei procedimenti
penali in conseguenza dell’ampio e continuo avvicendamento dei giudici, è
stata istituzionalizzata la trattazione dei procedimenti in sequenza invece che
in parallelo con la calendarizzazione delle udienze e la fissazione di un timing
di lavoro.
Con riguardo alle procedure esecutive immobiliari ed a quelle
fallimentari, nelle quali si sono registrate, come s’è visto, le riduzioni delle
pendenze più elevate, è stato implementato il programma organizzativo già
progettato e avviato nei due anni precedenti, concretizzatosi nel supportare -
con la necessaria e determinante collaborazione degli ordini professionali -
un adeguato percorso di socializzazione professionale dei professionisti
chiamati a svolgere queste procedure, nel programmare e standardizzare gli
atti integranti la loro attività con fissazione dei relativi tempi, nell’assiduo
monitoraggio da parte del giudice della loro attività esecutiva.
L’idea di fondo che sta alla base di questo programma organizzativo è
quella che a seguito delle recenti riforme intervenute nelle procedure
esecutive immobiliari e in quelle fallimentari vi è stato un arretramento
dell’attività del giudice nello svolgimento di tali procedure.
Il giudice cioè non è più il protagonista in queste procedure, perché i
protagonisti sono i professionisti: il professionista delegato alle procedure di
vendita e il curatore. Il ruolo del giudice è essenzialmente di garanzia, non di
gestione.
Alla base di questo c’è il convincimento del legislatore che l’attività di
gestione in queste procedure può essere svolta efficientemente da
professionisti competenti. Tra i compiti di chi dirige un ufficio giudiziario vi
è allora, secondo il Presidente del Tribunale, sicuramente quello di
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contribuire con gli ordini professionali al consolidamento della formazione
dei professionisti che collaborano con gli uffici giudiziari. Si può
giustificatamente ritenere che nei settori in esame l’efficienza di un Tribunale
dipende in larga misura dalla possibilità di potersi e sapersi avvalere di
professionisti dotati di adeguata competenza ed elevata professionalità. Sono
stati realizzati pertanto incontri di studio interdisciplinari atti ad offrire
adeguate opportunità ricognitive agli esperti ed è stato istituita una struttura,
situata all’ingresso del Tribunale, finalizzata a fornire ai soggetti interessati
informazioni utili all’acquisto e alla visita degli immobili.
Con riguardo al settore penale dibattimentale, infine, il Presidente segnala
che si registra una riduzione delle pendenze, passate da n. 1474 a n. 1194.
Ritiene altresì opportuno segnalare nuovamente che il numero delle sentenze
di assoluzione a seguito di giudizio dibattimentale (n. 444) supera
ampiamente quello delle sentenze di condanna (n. 266).
2. TEMATICHE GIUSLAVORISTICHE DI RILIEVO
Nel comune ambito dell’attività giurisdizionale della Corte di Appello e dei
Tribunali (con particolare riguardo a quello di Trieste) si segnalano talune
delle più significative decisioni assunte in tema di Lavoro, previdenza e
assistenza.
Tribunali: • Assoggettabilità ad obbligo assicurativo INAIL degli orchestrali: il
Tribunale di Trieste ha fatto applicazione del principio, elaborato dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione, secondo cui rileva anche l’esposizione al rischio c.d. ambientale, che si configura per la presenza del lavoratore in ambienti ove si svolgono lavorazioni rischiose e protette,
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verificandone l’applicabilità alla fattispecie sub iudice alla luce delle circostanze del caso concreto.
• Patto di non concorrenza per il periodo successivo alla cessazione del rapporto di lavoro: limiti di validità con particolare riferimento al criterio della determinabilità ex ante del corrispettivo in favore del lavoratore. Il medesimo Tribunale, esclusa la validità di un patto di non concorrenza che presenti profili di aleatorietà nella determinazione del corrispettivo in favore del lavoratore, ha ritenuto nullo un patto di non concorrenza in cui il corrispettivo sia variabile in ragione della durata del rapporto di lavoro ed in cui (soltanto) al datore di lavoro sia riservata la facoltà di recedere entro la fine del rapporto di lavoro medesimo.
• Limiti della integrabilità della disciplina dettata dalla fonte primaria in materia di contratto di lavoro intermittente da parte della contrattazione collettiva: si è ritenuto che la contrattazione collettiva non possa escludere tout court il ricorso al contratto di lavoro intermittente nel settore di riferimento.
• Garanzie del lavoratore nelle procedure di c.d. cambio appalto disciplinate dalla contrattazione collettiva: il Tribunale, escluso che la disciplina del c.d. cambio appalto integri, di per sé sola, una fattispecie di cessione di azienda ex art. 2112 cod.civ., ha escluso, non ravvisandosi clausole di maggior favore in punto inquadramento, che il lavoratore incluso in una procedura di cambio appalto mantenga il diritto al medesimo inquadramento a prescindere dalla verifica, in concreto, della effettiva sussumibilità delle mansioni svolte nella declaratoria contrattuale di riferimento;
• Accertamento di rapporto di lavoro sussumibile nelle collaborazioni organizzate dal committente ex art. 2 d.lgs. n. 81/2015 nel testo originario: risoluzione di questioni relative alla natura del rapporto accertato e disciplina concretamente applicabile;
• Licenziamento disciplinato dal d.lgs. n. 23/2015 e determinazione delle indennità risarcitorie dopo Corte Costituzionale n. 194/2018;
• Licenziamento nel pubblico impiego e potere di rideterminazione della sanzione ex art. 63 comma 2 bis d.lgs. 165/2001 introdotto dal d.lgs. n. 75/2017;
• Indebito uso di permessi sindacali e di permessi ex L. 104 e licenziamento.
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La Corte di Appello di Trieste, a sua volta, si è occupata con particolare attenzione delle seguenti tematiche:
• limiti all'esercizio del diritto di critica da parte del lavoratore
dipendente che svolge anche funzioni sindacali (si tratta del caso della dipendente di una società appaltatrice del servizio di pulizia di uno stabilimento ospedaliero della Regione che, in una intervista televisiva, evidenzia lo stato - peraltro indimostrato - di scarsa igiene e pulizia dei locali destinati ai pazienti ricoverati: la Corte ha affermato che il lavoratore, il quale sia anche rappresentante sindacale, può esprimere il suo dissenso e criticare le scelte e i comportamenti del datore di lavoro, ma rispettando i vincoli comunemente denominati di continenza sostanziale, formale e materiale);
• rilevanza del mancato rispetto di norme formali e procedurali interne ai fini del licenziamento per giustificato motivo soggettivo (si tratta del caso di un dipendente di una società che esercita anche l'attività di raccolta del risparmio, accusato di numerose violazioni, fra cui accettare documenti non sottoscritti in sua presenza);
• sussistenza e limiti ex art. 2112 cod.civ. del potere del cessionario di un ramo d'azienda di licenziare i lavoratori trasferiti per un giustificato motivo oggettivo inerente al ramo stesso;
• modalità di reclutamento del personale da parte delle società a partecipazione pubblica, totale o maggioritaria (art.18 d.l. 112/2008); divieto di costituzione del rapporto di lavoro per effetto della stipula di un contratto di appalto privo dei requisiti previsti dall'art. 29 del d.lgs. n. 276/2003 o di una somministrazione di lavoro irregolare o di un altro contratto di collaborazione autonoma invalido o fittizio;
• attuale vigenza della legge n. 260/1949 nel campo degli Enti Pubblici e modalità di godimento delle festività infrasettimanali da parte dei lavoratori turnisti (si tratta del caso dei dipendenti di un Comune, addetti al servizio di Polizia Locale, che rivendicano il diritto a non lavorare nelle giornate festive comprese nel turno settimanale di lavoro);
• obbligo di denuncia da parte del datore di lavoro di variazioni rilevanti ai fini dell'inquadramento o della classificazione ai fini dell'assicurazione INAIL; decorrenza degli effetti del mutamento; conseguenze della denuncia omessa o non rispondente al vero;
• diritto all'indennizzo previsto dalla legge n. 210/1992 in capo al cittadino italiano che risieda stabilmente all'estero ed ivi subisca (nel 1979) una trasfusione dalla quale deriva una invalidità permanente:
• legittimità dell'uso di forme di lavoro flessibile (come l'assunzione a
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termine) da parte di Enti Pubblici Locali; conseguenze dell'abuso dei contratti a termine e divieto di conversione;
Da segnalare infine che:
a) sembra essersi esaurito, allo stato, il filone delle cause promosse dai
diplomati magistrali e dai titolari di abilitazione conseguita per mezzo dei
percorsi TFA e PAS al fine di ottenere l'inserimento nelle Graduatorie ad
esaurimento;
b) vi sono ancora casi (seppure non numerosi) di richiesta di indennizzo ai
sensi della legge n. 210/1992 per patologie asseritamente contratte a seguito
di vaccinazione (obbligatoria o facoltativa);
c) vi sono altresì alcune cause promosse dai congiunti di lavoratori deceduti
per gravi patologie (in particolare mesotelioma pleurico e carcinoma
polmonare) conseguenti all'esposizione all'amianto, al fine di ottenere il
risarcimento dei danni subiti (iure proprio e iure haereditatis): si tratta di cause
che comportano l'esame di complesse questioni giuridiche e medico-legali in
tema di nesso di causalità (con particolare riferimento al tema della dose-
dipendenza).
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Tribunale per i Minorenni
L’anno giudiziario appena conclusosi è stato particolarmente
impegnativo per il Tribunale per i Minorenni, che ha fatto registrare un
significativo aumento del carico di lavoro specialmente nel settore civile:
indice, forse, di un crescente disagio non solo tra gli adolescenti ma anche
delle famiglie che sempre più spesso non riescono ad offrire ai loro figli un
ambiente adeguato in cui crescere.
Si è registrata infatti nell’anno di riferimento una sopravvenienza di n.
1425 ricorsi a fronte di n. 1352 dell’anno precedente. Nella stragrande
maggioranza dei casi il ricorso è promosso dal Pubblico Ministero su
segnalazione dei Servizi Sociali ma anche - sempre più di frequente - da parte
di medici e insegnanti che intercettano (o, come nel caso dei medici,
constatano) i segni di un malessere profondo che si traduce in trascuratezza
fisica ed educativa, nonché in atti di violenza sui minori o di violenza da
parte di un genitore sull’altro genitore (quasi sempre la vittima è la madre)
con conseguente esposizione del minore alla così detta violenza assistita, i cui
effetti, gravemente pregiudizievoli sui minori, faticano ancora ad essere
apprezzati nella loro effettiva entità (si ricorda, sul punto, che la recente legge
n. 69 del 2019, così detta “codice rosso”, ha finalmente recepito – all’art. 9 –
ciò che la giurisprudenza aveva da tempo affermato: il minore di anni
diciotto che assiste ai maltrattamenti di cui all’articolo medesimo si considera
parte offesa del reato).
E’ significativo il fatto che nel periodo di riferimento in esame siano
stati emessi n. 547 provvedimenti interlocutori a protezione del minore, a
fronte di n. 418 provvedimenti emessi nel periodo di riferimento precedente.
La piaga dell’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti continua ad essere
diffusa tra gli adulti (i genitori) ma anche tra gli adolescenti, per i quali
l’abuso, in particolare di sostanze stupefacenti, segna spesso il loro ingresso
88
nel circuito penale. Nel periodo di riferimento sono state emesse n. 26 misure
cautelari di cui n. 7 in carcere: è appena il caso di ricordare che quella del
carcere è una misura “estrema”, essendo il sistema penale minorile italiano
volto a favorire quanto più possibile la rieducazione del minore attraverso
percorsi che gli consentano di prendere coscienza della condotta illecita posta
in essere e lo stimolino e indirizzino verso una progettualità costruttiva per il
proprio futuro.
Restando in tema di violenza, merita di essere segnato il “Protocollo
d’intesa per il Coordinamento delle azioni a contrasto della violenza
domestica e di genere”, promosso e coordinato dal Prefetto di Gorizia, al
quale questo Tribunale per i Minorenni ha aderito.
Quasi raddoppiate (sia pure, comunque, con numeri contenuti) le
sentenze di adozione in casi particolari, conseguenza anche della oramai
consolidata interpretazione giurisprudenziale che consente l’adozione del
figlio del partner a prescindere dal sesso di costui: interpretazione evolutiva
della normativa vigente alla quale questo Tribunale ha sin dall’inizio aderito
nell’interesse superiore del minore.
Aumentate quasi di un terzo le domande di adozione nazionale a fronte
di un numero sempre molto esiguo di minori dichiarati adottabili: sul punto,
tuttavia, vi è anche da segnalare che vi sono dei minori dichiarati adottabili
che, a causa di importanti problematiche, soprattutto psichiche, ma talvolta
anche solo “a causa” dell’età (si tratta infatti di minori ormai di adolescenti)
non riescono a trovare una coppia disponibile ad adottarli.
Si conferma la flessione, già rilevata negli anni scorsi, del numero di
coppie che opta per la adozione internazionale, così come si registra la
costante flessione nel numero di coppie che porta a termine l’iter (gestito
esclusivamente, ex lege, dagli Enti autorizzati): il dato conferma la flessione
(più significativa) che si registra a livello nazionale già da qualche anno e che
sembra trovare origine sia negli elevati costi sia nella progressiva “chiusura”
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da parte di molti Paesi, non più disposti a dare i loro minorenni in adozione a
coppie straniere, ovvero determinati a darli solo in via meramente residuale,
quando cioè sono falliti tutti i tentativi di farli adattare da una coppia del
Paese di origine. Si aggiunge, per completezza, che vi sono Paesi che rendono
l’iter legale veramente molto complesso e costoso: la Nigeria, ad esempio,
pretende che la coppia di aspiranti genitori risieda nel Paese per almeno
cinque mesi.
Nel settore penale deve essere segnalato il significativo aumento di
sopravvenienze per quanto riguarda l’Ufficio di Sorveglianza minorile: n. 51
a fronte di n. 15 nel periodo di riferimento dello scorso anno.
Merita di essere ricordata, a tale proposito, l’entrata in vigore, in data
10 novembre 2018, del decreto legislativo 2 ottobre 2018 n. 121, avente ad
oggetto “Disciplina dell’esecuzione delle pene nei confronti dei condannati
minorenni”, per i dubbi interpretativi che hanno suscitato alcune sue
disposizioni.
Ci si riferisce, in particolare, all’esecuzione della pena presso il
domicilio ai sensi della legge n. 199/2010. Tale legge, infatti, non è
specificatamente richiamata dal decreto in esame, sicché ci si è posti il
problema se tale istituto possa ancora ritenersi applicabile all’esecuzione
della pena per i minorenni in considerazione dell’esistenza della detenzione
domiciliare prevista dall’art. 6 del citato decreto legislativo n. 121/2018 e
della sua compatibilità con tale misura. Il Tribunale per i Minorenni di
Trieste, dopo ampia discussione, ne ha ritenuto la vigenza e la compatibilità
nel rispetto delle modifiche introdotte dal decreto richiamato.
Restando nell’ambito nelle novità normative degli ultimi anni, mentre
si può confermare la modesta incidenza sul carico di lavoro delle novità
apportate dalla legge n. 47/2017 in materia di Minori Stranieri non
accompagnati (MSNA) - così detta legge Zampa dal nome della prima
90
firmataria del disegno di legge – quanto ai provvedimenti relativi
all’accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati, al rimpatrio
assistito e volontario, alle espulsioni (fermo restando la competenza in
materia del TM: la riforma ha previsto che il Tribunale provveda
“tempestivamente e comunque non oltre trenta giorni” e “a condizione che
comunque il provvedimento stesso non comporti un rischio di danni gravi
per il minore”), di vera emergenza è invece lecito parlare quanto alla nomina
dei tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati e alla
complessiva “gestione” delle tutele. Com’è noto, la legge sopra ricordata ha
attribuito al Tribunale per i Minorenni la competenza per la nomina del
tutore e la intera gestione delle tutele dei minori stranieri non accompagnati -
MSNA - a far tempo dal trentesimo giorno dalla data di entrata in vigore del
decreto e, quindi, dal 3 marzo 2018. Nel periodo di riferimento (1° luglio
2018/30 giugno 2019) sono state n. 635 le richieste (tutte o quasi provenienti
dal Pubblico Ministero minorile di apertura di tutela per altrettanti MSNA.
Nel medesimo periodo, i provvedimenti emessi per la “gestione delle
tutele” (nomine di tutore, convocazioni dei minori, decreti per problematiche
varie, trasferimenti di tutele, chiusura per allontanamento del minore o per
maggiore età) sono stati n. 1190, mentre n. 707 sono stati i decreti collegiali di
affidamento dei MSNA all’Ente Locale per collocamento - con richiesta in via
principale di collocamento in famiglia affidataria, in subordine in idonea
comunità - e predisposizione di un progetto educativo.
Benché, come è evidente, il solo dato numerico non sia sufficiente ad
illustrare un problema, posto che i numeri possono (e, in questo caso, hanno)
“pesi” diversi (non tutte le tutele richiedono il medesimo impegno), si ritiene
necessario fornire qualche dato per una maggiore comprensione del
fenomeno.
Si premette che i dati cui si fa riferimento sono quelli ufficiali forniti dal
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Direzione genarle
91
dell’immigrazione e delle politiche di integrazione, Divisione II) e
fotografano la situazione ad una determinata data: rilevano, cioè, le presenze
di MSNA registrate ad una certa data. Ne consegue che essi non registrano i
flussi (che sono significativamente più elevati) e nemmeno i minori non
rintracciati ufficialmente.
La data di riferimento è il 30 novembre 2019, non essendo ancora
disponibili quelli complessivi alla fine del mese di dicembre.
Il confronto tra i dati al 30 novembre 2018 e quelli al 30 novembre 2019 fanno
emergere una rilevante riduzione della presenza in Italia di MSNA: si passa,
infatti, da un totale di n. 11.339 (di cui n. 833 di sesso femminile) ad un totale,
sempre su tutto il territorio nazionale, di n. 6.369 (di cui n. 373 di sesso
femminile). Si conferma, quindi, la significativa flessione di presenze che già
si era rilevata negli anni precedenti: al 30 novembre 2017, infatti, vi era una
presenza in Italia di n. 18.508 (di cui n. 1.291 di sesso femminile) MSNA, per
passare, al 30 novembre 2018, ad una presenza, sempre in Italia, come si è
detto, di n. 11.339 (di cui n. 833 di sesso femminile).
In controtendenza rispetto a tale dato, la regione Friuli Venezia Giulia si
conferma la terza (al 30 novembre 2019) con n. 671 minori (di cui n. 5 di
sesso femminile; al 30 novembre 2017 era la decima), preceduta solo dalla
Lombardia con n. 792 minori e dalla Sicilia, che è scesa addirittura a n. 1.433
MSNA (al 30 novembre 2018 ne contava n. 4.758, nel 2017 MSNA erano n.
8.116) , e seguita da Emilia Romagna, che registra una presenza di n. 586
minori; Toscana: n. 454; Lazio: n. 407; Veneto: n. 307.
Si richiama l’attenzione sulla circostanza che si tratta di un dato
assoluto, non rapportato alla popolazione, e il rilievo è di non poco momento
ove si consideri che il Friuli Venezia Giulia ha una popolazione di poco più
di 1.200.000 abitanti, mentre la Lombardia – che, come già rilevato, ha solo n.
121 minori in più - ha una popolazione superiore ai dieci milioni di abitanti
92
(10.020.000); l’Emilia Romagna ne ha quasi cinque (4.499.000), il Lazio
5.5898.000.
Mentre quasi tutte le Regioni hanno visto ridurre la presenza nel loro
territorio di MSNA (ad eccezione appunto di poche che, però, hanno
comunque numeri contenuti: ad esempio, la Regione Abruzzo aveva n. 46
minori nel 2018, ne ha n. 119 nel 2019), alcune anche in modo drastico - come
la Calabria che è passata da n. 700 a n. 176 presenze - la Regione Friuli
Venezia Giulia, pur registrando anch’essa una lieve flessione rispetto al 2018
(ma non rispetto al 2017), continua ad avere numeri decisamente importanti.
Il dubbio che il maggior numero di presenze sul territorio del FVG possa
essere legato alla “chiusura” del Mediterraneo conseguente al blocco degli
sbarchi ha trovato solo parziale conferma nei dati forniti dal Dirigente
Superiore della Polizia di Stato - Zona Polizia di Frontiera in occasione di un
convegno (18 dicembre 2018) organizzato dal CIR-Rifugiati.
La rotta balcanica, infatti, è tradizionalmente quella preferita dalle etnie
asiatiche e medio orientali (pakistani, afghani, bengalesi), mentre quella
balcano-marittima è solitamente percorsa dai migranti curdo irakeni e, ormai
raramente, dai siriani.
La rotta mediterranea (con partenza cioè dalle coste libiche) è invece
preferita dagli africani: in particolare sub-sahariani ma anche nord africani,
ed è proprio con riferimento ai nord africani che possiamo parlare di una
ricaduta sulla nostra Regione del “blocco” del Mediterraneo, essendo emerso
che qualche etnia nord africana – per ora in misura contenuta – abbia
intrapreso la rotta terrestre (quella balcanica appunto) benché molto più
lunga e rischiosa tenuto conto dei numerosi Paesi da attraversare.
Quanto esposto riguarda non solo gli adulti, ma anche i minori stranieri
non accompagnati, e se è vero che la nostra Regione non sempre è
considerata la meta quanto piuttosto un luogo di transito per raggiungere
Paesi ritenuti più appetibili, di fatto non sono pochi quelli che poi, invece, si
93
fermano anche in attesa di un non facile ricongiungimento.
A fronte della descritta situazione quanto al numero dei minori non
accompagnati e in presenza di una normativa che prevede che ogni tutore
possa essere nominato al massimo per tre minori “salvo che sussistano
specifiche e rilevanti ragioni”, il Tribunale per i Minorenni può contare in
concreto su poco più di trenta tutori che, inevitabilmente, hanno ben più di
tre tutele ciascuno.
Sono stati effettuati quattro corsi di preparazione, che hanno portato
alla iscrizione di n. 45 tutori volontari. Il numero, già di per sé fortemente
insufficiente, si è ulteriormente assottigliato a causa di richieste di
cancellazione, impossibilità di far fronte a troppe tutele, ragioni personali e
anche ragioni economiche, posto che la tutela è completamente gratuita (la
previsione di un’equa indennità a carico del tutelato non è ragionevolmente
ipotizzabile nei casi che ci occupano) e non è nemmeno previsto un rimborso
spese.
Il Tribunale per i Minorenni di Trieste si adopera in ogni modo per
agevolare l’esercizio della tutela nei limiti delle proprie competenze (utilizzo
di posta elettronica per comunicare, adattamento degli orari per la
prestazione del giuramento, nomina che tenga conto della residenza del
tutore e della collocazione del minore), ma vi sono incombenti che richiedono
spostamenti (anche semplicemente andare a conoscere il tutelato) sui quali
non è possibile intervenire in modo agevolante.
Il numero così ridotto di tutori incide di fatto sulla qualità della
funzione esercitata: premesso che i (pochi) tutori di cui l’Ufficio può disporre
sono persone qualificate, disponibili e professionali, è ovvio che l’avere a che
fare con un numero elevato di minori non consente ai tutori di occuparsene
con la dedizione e l’impegno che vorrebbero e che la legge stessa richiede,
legge che, sul punto, risulta quindi, di fatto, sistematicamente non
adeguatamente applicata.
94
L’esiguo numero di tutori disponibili, inoltre, obbliga a fare delle
scelte: e così accade che si preferisca nominare il tutore ai più giovani,
sacrificando la nomina per minori prossimi alla maggiore età, per i quali
quindi le funzioni tutorie continuano ad essere esercitate dal rappresentante
della comunità che li ospita ai sensi dell’art. 3 della legge n. 183/1984 (salvo
che la nomina di un tutore sia assolutamente necessaria, come, ad esempio,
nella procedura per il riconoscimento della protezione internazionale).
Stupisce infine in modo particolare, che tra i tutori volontari di cui
all’Elenco vi sia un solo avvocato (lo scorso anno ve ne erano due, ma uno ha
chiesto di essere cancellato): stupisce perché quella degli Avvocati è una
categoria (specie i giovani professionisti) che si è sempre distinta nell’offrire
la propria disponibilità per curatele, tutele e amministrazioni di sostegno.
Imbarazzo suscita, poi, il raffronto con altre realtà: la Lombardia che,
come già ricordato, ha solo centoventun minori non accompagnati più della
nostra Regione, può contare su oltre duecento tutori volontari; l’Emilia
Romagna, che ha cento trentasei minori meno del Friuli Venezia Giulia, ha
circa 140 iscritti; il Piemonte, che ha “solo” 276 minori, ha avuto nel 2018 n.
560 domande di partecipazione ai corsi per tutori volontari. Numeri elevati
di richieste (nell’ordine dei 400) si sono registrati anche in Lazio e in Toscana:
qui, addirittura, i tutori volontari nominati hanno dato vita ad una protesta
perché non erano ancora stati abbinati al un MSNA.
Riferisce la Presidente del Tribunale che il suo Ufficio, unitamente al
Garante, si sta attivando per una maggiore sensibilizzazione del problema
nella popolazione, al fine di superare la criticità, essendo però consapevole
del fatto che ciò difficilmente potrà avvenire con il solo impiego delle forze
del Tribunale medesimo: é necessario dunque un impegno corale e un
supporto da parte delle istituzioni tutte (ella confida in particolare in un
concreto aiuto da parte della Regione F.V.G.) perché non si deve scordare che
se l’accoglienza è importante, altrettanto lo è l’integrazione ed il ruolo del
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tutore in questa fase è pacificamente insostituibile.
Al fine di superare la rilevata criticità, il Tribunale ha aderito al
progetto Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020:
strumento finanziario istituito con Regolamento UE 516/2016, che ha tra i
suoi obiettivi anche quello della promozione del tutore volontario per minori
stranieri non accompagnati e la produzione di linee guida per i tutori
volontari, oltre alla offerta di un sostegno per la migliore gestone delle tutele.
L’Ufficio ha sottoscritto altresì un protocollo d’intesa con il Consiglio
Italiano per i Rifugiati (CIR) grazie al quale, unitamente alla unità operativa
locale della Autorità Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza e
grazie al finanziamento erogato con fondo FAMI gestito dal Ministero
dell’Interno, il CIR (in persona di due avvocatesse) ha aperto uno sportello
informativo presso un’aula messa a disposizione dallo stesso Tribunale
affinché, nel pomeriggio del venerdì, i tutori volontari possano chiedere
consigli e suggerimenti nell’adempimento di pratiche burocratiche, in
particolare per quanto riguarda l’iter per l’ottenimento della protezione
internazionale.
Purtroppo, però, si tratta di progetti a termine.
Triplicate ma ancora in numero decisamente esiguo le richieste di
prosieguo amministrativo ai sensi dell’art. 13 della legge n. 47/2017. Nella
nostra Regione, infatti, sono state presentate (ed evase) n. 21 istanze; n. 28
dalla entrata in vigore della legge: il numero - modesto in assoluto, lo è
ancora di più se confrontato con altre realtà n. (244, nel 2018, a Milano ad
esempio) – induce ad una riflessione sulle ragioni di tale scarsa applicazione
della norma, ragioni che vanno probabilmente individuate o nelle scarse
risorse economiche disponibili o in una politica di diversa distribuzione delle
stesse.
Per concludere, qualche dato sulla nazionalità dei MSNA presenti sul
territorio regionale.
96
Mentre nei due anni che precedono la popolazione più rappresentata
era quella dei minori provenienti dall’Afghanistan, attualmente sono i minori
provenienti dal Pakistani quelli maggiormente presenti sul territorio.
Seguono: Bangladesh, Kosovo, Albania e Afghanistan. A livello nazionale
invece (sempre al 30 novembre 2019) i più numerosi sono i minori che
provengono dall’Albania. Seguono Pakistan, Egitto, Bangladesh, Costa
d’Avorio, Gambia, Kosovo.
La stragrande maggioranza dei MSNA è di sesso maschile sia in FVG
che a livello nazionale (ove peraltro, vale la pena sottolinearlo, su n. 373
minori di sesso femminile n. 98 provengono dalla Nigeria, mentre le
rimanenti n. 275 si distribuiscono su altre 16 nazionalità: dato che si
commenta da solo).
Trieste è la città che conta più presenze di MSNA (384), seguita da
Udine (189) e, quindi, da Gorizia (68) e Pordenone (30). Sino allo scorso anno,
invero, era Udine la città con maggiore presenze di MSNA (360): l’inversione,
rispetto a Trieste (che nel 2017 ne ospitava addirittura solo 66) è dovuta,
presumibilmente, alla nascita di nuove strutture per minori non
accompagnati.
Ancora troppo pochi, infine, i collocamenti presso famiglie affidatarie,
specie se si considera che il collocamento in famiglia è posto dal TM come
priorità: quello della difficoltà di veder realizzati collocamenti di minori in
famiglie affidatarie, del resto, è un problema che si presenta anche a
prescindere dai minori stranieri.
La netta maggioranza ha 17 anni (n. 486); n. 144 hanno sedici anni; n. 36
ne ha 15.
La maggior parte di questi ragazzi sogna di trovare un lavoro (spesso
nel settore della ristorazione, specialmente i giovani pakistani; meno
appetibili risultano invece lavori come saldatore o falegname); seguono corsi
di italiano; parlano poco e malvolentieri di quello che hanno passato. In
97
taluni casi (per i giovani afghani ad esempio) la difficoltà di imparare la
lingua italiana è aggravata da un significativo grado di analfabetismo.
Sotto il profilo della salute, si sono registrati pochissimi (un paio) casi
di HIV e altrettanto pochi di scabbia, mentre decisamente diffusi sono i
disturbi psichiatrici: sono ragazzi che hanno subito traumi molto significativi
(in viaggio o nel Pese di origine, spesso motivo per il quale lo hanno dovuto
abbandonare), di cui continuano a portare i segni.
Mantengono per lo più contatti costanti con le famiglie di origine e in
genere si comportano correttamente, ma non si possono nascondere casi di
intemperanze e di devianza.
A volte la convivenza nella medesima struttura di minori appartenenti
ad etnie diverse sfocia in risse che, come purtroppo è capitato, possono
assumere anche dimensioni importanti.
Un paragrafo a sé meritano i ragazzi provenienti dal Kosovo.
Sebbene in flessione, continua tuttavia ad essere significativo il numero di
giovani provenienti dal Kosovo. Solitamente arrivano in Italia a diciassette
anni compiuti da qualche mese e sanno già a chi rivolgersi. Sono “non
accompagnati” solo formalmente, perché, in realtà, spesso le famiglie li
hanno accompagnati fino alla frontiera e, compiuti i diciotto anni, compare
all’improvviso uno zio, un fratello, un parente insomma, che ha una piccola
attività e dal quale, quindi, vanno a vivere e lavorare (la Corte di Cassazione,
peraltro, con ordinanza n. 9199/2019 ha affermato che la presenza di parenti
non fa venire meno lo status di minori non accompagnati, condizione che può
venire meno solo in presenza del genitore esercente la responsabilità
genitoriale).
Alcuni di loro si limitano ad attendere la maggior età per ottenere la
conversione del permesso di soggiorno senza fare assolutamente nulla
(nemmeno seguono i corsi di italiano), sfruttando quindi, di fatto, il sistema
di accoglienza che il nostro Paese offre loro.
98
Osserva la Presidente che strategie proposte per bloccare questi “finti”
minori non accompagnati alla frontiera non pare abbiano avuto successo,
posto che quotidianamente almeno un ragazzo proveniente dal Kosovo entra
in Italia.
Nonostante notevoli difficoltà il Tribunale per i Minorenni continua a
cercare di creare, per i minori che lo vogliono e ne hanno le capacità,
condizioni di integrazione vera, tramite l’inserimento nel circuito della scuola
e del lavoro. Molti di costoro non vogliono tagliare i legami con i loro genitori
con i quali, come si è detto, continuano quindi a mantenere un contatto
(telefonico).
Per gli altri, per quelli davvero soli (perché non hanno più nessuno che
si interessi di loro: non scordiamoci che spesso si tratta di minori che hanno
perso i genitori e i parenti nei conflitti bellici dai quali sono scappati) si apre
invece la strada della adozione: strada tuttavia non agevole, trattandosi
spesso di minori di età compresa tra i 16 ed i 17 anni.
Per tutti i minori la legge (art. 7 legge n. 47/2017) prevede l’affidamento
familiare in via prioritaria rispetto al ricovero in struttura di accoglienza e a
tal fine gli enti locali “possono promuovere la sensibilizzazione e la
formazione di affidatari” per favorire tali inserimenti.
Tuttavia, come già rilevato, ad oggi gli affidamenti familiari sono pochi.
Pur potendo contare su buone strutture di accoglienza per minori in Regione,
si ritiene che il collocamento in una famiglia sia maggiormente rispondente
all’interesse superiore dello stesso: è in questa prospettiva, quindi, che il
Tribunale per i Minorenni intende muoversi (pur consapevole delle difficoltà
che vi sono, posto che la “sensibilizzazione e la formazione di affidatari” che
spetta agli Enti locali, a noma del sopra richiamato art. 7, deve essere attuata
“senza costi aggiuntivi”.
99
TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA DI TRIESTE
1. Indicazioni sulla realizzazione e sugli effetti delle riforme più recenti
Gli effetti delle recenti riforme (decreti legislativi nn. 123 e 124 del 2018)
non hanno significativamente inciso sul numero dei detenuti ristretti nelle
carceri del Distretto: se al 30 giugno 2019 esso ammontava a n. 652 unità (di
cui n. 260 stranieri) a fronte di n. 477 posti regolamentari, lo stesso è
ulteriormente aumentato, alla data del 30 novembre 2019, a n. 664 unità, con
una discreta flessione del numero degli stranieri (n. 226).
Si segnala in particolare il dato del sovraffollamento relativo alla Casa
Circondariale di Tolmezzo: a fronte di una capienza regolamentare di n. 149
unità, l’istituto vedeva presenti n. 203 detenuti al 30.6.2019, mentre ne vedeva
presenti ben n. 235 al 30.11.2019.
Ed è proprio la situazione della Casa circondariale di Tolmezzo che
rappresenta, come sottolineato dal Presidente di quel Tribunale, un ulteriore
importante fattore di criticità quale derivato dall’irrompere nel sistema - a mò
di vero e proprio colpo d’ariete - di due importanti pronunce, destinate a
costituire un importante quanto difficile banco di prova per la giurisdizione
di sorveglianza del Distretto.
Ci si riferisce anzitutto alla sentenza della Corte EDU del 13 giugno
2019, divenuta definitiva il 7 ottobre 2019, pronunciata nella causa Viola
contro Italia, che ha accertato da parte dell’Italia la violazione dell’art. 3 della
Convenzione in forza della presunzione inconfutabile di pericolosità sociale
che assiste i condannati alla pena del cd. ergastolo ostativo i quali non
abbiano collaborato con la giustizia.
Se la “dimostrazione della dissociazione del condannato dall’ambiente mafioso
può esprimersi anche in modo diverso dalla collaborazione con la giustizia”, lo Stato
italiano è obbligato a “mettere a punto una riforma del regime della reclusione a
100
vita che garantisca la possibilità di un riesame della pena” anche in assenza di
collaborazione con la giustizia.
Ci si riferisce poi alla sentenza della Corte costituzionale n. 253/2019,
che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 4 bis, comma primo,
legge n. 354 del 1975 nella parte in cui non prevede che ai detenuti per i
delitti di cui all’articolo 416 bis del codice penale e per quelli commessi
avvalendosi delle condizioni previste dallo stesso articolo ovvero al fine di
agevolare l’attività delle associazioni in esso previste, possano essere concessi
permessi premio anche in assenza di collaborazione con la giustizia a norma
dell’art. 58 ter del medesimo ordinamento penitenziario, allorché siano stati
acquisiti elementi tali da escludere sia l’attualità di collegamenti con la
criminalità organizzata, sia il pericolo del ripristino di tali collegamenti; in
via consequenziale è stata poi dichiarata l’illegittimità costituzionale del
medesimo articolo nella parte in cui non prevede che i detenuti per i delitti
ivi contemplati diversi da quelli di cui all’articolo 416 bis del codice penale e da
quelli commessi avvalendosi delle condizioni previste dallo stesso articolo
ovvero al fine di agevolare l’attività delle associazioni in esso previste,
possano essere concessi permessi premio anche in assenza della
collaborazione con la giustizia ai sensi dell’art. 58 ter del medesimo
ordinamento penitenziario, allorché siano stati acquisiti elementi tali da
escludere sia l’attualità di collegamenti con la criminalità organizzata,
terroristica o eversiva, sia il pericolo del ripristino di tali collegamenti.
Da tale pronuncia deriva che tutte le istanze avanzate da condannati
per reati ostativi (siano essi ergastolani siano essi condannati a pena solo
temporanea) non potranno più essere dichiarate inammissibili per difetto
della collaborazione con la giustizia, ma dovranno essere istruite dal
magistrato di sorveglianza secondo le precise indicazioni contenute nella
sentenza in questione.
101
Si riporta la circolare di indirizzo operativo emessa al riguardo dal Presidente
del Tribunale di Sorveglianza.
Oggetto: Corte cost. n. 253 del 2019. Concessione di permessi-premio ai
condannati per i delitti di cui all’art. 4 bis o.p. Adempimenti istruttori.
A seguito del deposito della motivazione della sentenza indicata in
oggetto, alla cui integrale lettura non posso che rinviare, quale base di un
futuro confronto, mi sembra opportuno brevemente riassumere il complesso
iter (istruttorio e valutativo) cui i magistrati di sorveglianza sono chiamati in
caso di presentazione di istanze di permesso-premio da parte di condannati
per i delitti di cui all’art. 416 bis c.p. e per quelli commessi avvalendosi delle
condizioni previste dallo stesso articolo, ovvero al fine di agevolare l’attività
delle associazioni in esso previste.
La Corte in sostanza enuclea - mettendoli di fila uno accanto all’altro - i
seguenti adempimenti istruttori da svolgersi d’ufficio e da sottoporre ad una
“seria verifica”.
Richiamato l’onere di “specifica allegazione” da parte del condannato
circa l’esclusione sia dell’attualità di collegamenti con la criminalità
organizzata sia del pericolo di un loro ripristino “tenuto conto delle concrete
circostanze personali ed ambientali”, la verifica di spettanza del magistrato
dovrà avere ad oggetto:
1) la condotta carceraria del condannato nel corso dell’espiazione della
pena;
2) il contesto sociale esterno in cui il detenuto sarebbe autorizzato a
rientrare, sia pure temporaneamente ed episodicamente;
3) l’esame delle dettagliate informazioni acquisite per il tramite del
Comitato provinciale per l’ordine e per la sicurezza pubblica
competente;
102
4) l’esame di quanto acquisito presso il Procuratore nazionale antimafia
od il Procuratore distrettuale circa la sussistenza di attuali collegamenti
con la criminalità organizzata (a tal proposito riterrei opportuno
acquisire le informazioni da tali organi anche d’ufficio, posta l’assoluta
peculiarità sotto il profilo criminologico di molti dei detenuti presso la
Casa circondariale di Tolmezzo);
5) l’esame delle “stringenti informazioni di natura economico-
patrimoniale” (da richiedersi anche alla Guardia di Finanza, che io
credo non ci vorrà negare nel frangente la propria collaborazione).
Premesso che i permessi-premio non possono essere concessi quando il
Procuratore nazionale antimafia o il Procuratore distrettuale comunica,
d’iniziativa o su segnalazione del Comitato provinciale per l’ordine e la
sicurezza pubblica (ovvero su richiesta del magistrato), l’attualità di
collegamenti con la criminalità organizzata (ferma restando comunque in tal
caso l’autonomia valutativa dal magistrato di sorveglianza), l’onere (gravante
sul condannato) di allegazione degli elementi a favore assurge poi ad onere
di fornire “veri propri elementi di prova a sostegno” ove le informazioni
pervenute dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica
depongano in senso per lui negativo.
Tutt’altro discorso è ovviamente a farsi per i condannati per tutti gli altri
reati elencati dell’art. 4 bis o.p., rispetto ai quali la parte finale della sentenza,
dato atto dell’intervento parzialmente ablatorio realizzato sui reati di
criminalità organizzata di matrice mafiosa, afferma di non poter operare “a
tutto danno dei detenuti per reati rispetto ai quali possono essere privi di
giustificazione sia il requisito della collaborazione con la giustizia, sia la
dimostrazione dell’assenza di legami con un, inesistente, sodalizio criminale
di originaria appartenenza”.
103
Ritengo, sotto quest’ultimo aspetto, che l’inesistenza di elementi tali da far
ritenere la sussistenza di collegamenti con la criminalità organizzata,
terroristica od eversiva potrà apparire in re ipsa nella maggior parte dei casi,
fermo restando - ben s’intende - l’obbligo di acquisire dettagliate formazione
dal Questore a norma del comma 2 bis dell’art. 4 bis o.p.
Quanto alla sorte dei procedimenti aventi ad oggetto la collaborazione
impossibile od irrilevante, mi sembra che permanga l’interesse del
condannato a coltivarli.
In questo caso l’iter accertativo ed argomentativo circa la sussistenza di
elementi tali da escludere l’attualità di collegamenti con la criminalità
organizzata, terroristica od eversiva - non diversamente dal passato - appare
più semplice.
Esempio: se il Tribunale di sorveglianza accerta che il clan camorristico
facente capo a Caio, cui il condannato Tizio apparteneva, è stato sradicato dal
territorio a seguito dell’individuazione e della condanna di tutti i sodali che
ne facevano parte, sarà ben più facile escludere l’attualità di collegamenti con
la criminalità organizzata sol che difetti la prova che Tizio abbia avuto
contatti con altre associazioni criminali. In tal caso inoltre l’ordinamento
penitenziario non fa cenno all’ulteriore requisito costituito dalla sussistenza
del pericolo della ripresa di contatti criminali associativi (elemento - questo -
che comunque potrà essere facoltativamente utilizzato dal magistrato di
sorveglianza nell’esercizio del suo potere valutativo a rinforzo di un
eventuale provvedimento di rigetto).
104
APPUNTO SULL’ATTIVITA’ DELLA COMMISSIONE TERRITORIALE PER LA PROTEZIONE INTERNAZIONALE DI
TRIESTE
CARATTERISTICHE GENERALI E PECULIARITA’ DEL FLUSSO DI RICHIEDENTI ASILO NEL FRIULI VENEZIA GIULIA
Le note che seguono meritano senz’altro di essere riportate non soltanto per il
loro intrinseco interesse, ma anche perché si correlano – quale evidente
premessa operativa – a quanto già si è detto sopra con riguardo all’attività
giurisdizionale del Tribunale di Trieste nella materia della protezione
internazionale.
- La quasi totalità del flusso di richiedenti la protezione internazionale
nel Friuli Venezia Giulia proviene da due Paesi, Afghanistan e Pakistan. In particolare nel 2017, nel 2018 e nel 2019 il Pakistan è divenuto di gran lunga il principale Paese di origine dei migranti, superando ampiamente l’Afghanistan
- I richiedenti asilo che presentano istanza di protezione internazionale nel Friuli Venezia Giulia entrano nel territorio regionale attraverso i valichi austriaci e/o sloveni e risultano provenire o dalla Bosnia, o, in buona misura, da altri Paesi Europei, per cui sono Dublinanti o Dublino - positivi.
- La percentuale dei richiedenti asilo Dublino positivi è cambiata rispetto ad anni fa: mentre nel 2017 i richiedenti asilo provenienti da Paesi europei (Germania, Austria, Francia) erano quasi l’80% del totale, nel 2019 il flusso di richiedenti è risultato provenire prevalentemente dalla Bosnia, e non è più Dublino – positivo.
- Nel corso di quest’ultimo anno gli arrivi provenienti dalla rotta balcanica sono notevolmente incrementati, segno di una decisa riapertura della stessa rotta balcanica quale conseguenza della chiusura della rotta mediterranea (nel 2019 nel comprensorio di Trieste le persone identificate che hanno manifestato la volontà di chiedere la protezione internazionale sono state 5500, mentre a Gorizia sono state circa 1100; in provincia di Udine le persone rintracciate sono state 1334, di cui 932 hanno poi chiesto la protezione internazionale).
- La durata media del procedimento per la concessione della protezione internazionale si è ridotto considerevolmente: si è passati da una durata di circa un anno, agli attuali quattro mesi. Tale
105
riduzione è dovuta sia al trasferimento di Commissione di circa 500 richiedenti (da Trieste a Vicenza) sia al trasferimento fisico fuori regione di quasi un migliaio di richiedenti asilo prima presenti in Friuli Venezia Giulia.
- La Commissione di Trieste ha in questo momento qualche centinaio di richieste di protezione che si trovano in attesa di Decisione da parte della Commissione Dublino ( n. 833 al 31 dicembre 2019), mentre 23 casi sono di competenza italiana a causa del mancato trasferimento del richiedente nel Paese competente entro sei mesi dall’accettazione da parte di questo, cui si aggiungono n. 454 casi in cui si è in attesa di informazioni sul mancato trasferimento da parte dell’Unità Dublino; e n. 356 casi in cui si è in attesa di notizie sul trasferimento (perché è stato impugnato o non è stato ultimato per qualche ragione), mentre la Commissione di Udine ha n. 545 casi di “Dublinanti” in attesa di decisione;
- La Commissione Territoriale di Trieste ha recentemente mutato composizione rispetto al passato. Dal 9 luglio 2018 i relatori/ intervistatori sono funzionari specificamente selezionati per questi compiti e si affiancano al Presidente (un viceprefetto) ed al componente designato dall’UNHCR. La Commissione effettua circa 12 audizioni giornaliere. Dei 5 funzionari inizialmente assegnati due sono in congedo per maternità ed una è prossima al perido di astensione obbligatoria mentre altri quattro sono stati assegnati a decorrere dal 18 febbraio 2019 .
- Presso la Commissione di Udine sono impiegati un operatore amministrativo, un funzionario amministrativo e sei funzionari istruttori. Nel mese di ottobre un assistente amministrativo operante a tempo pieno è stato trasferito ad altra sede periferica del Ministero dell’Interno.
- La quasi totalità delle istanze di protezione internazionale respinte dalla Commissione Territoriale di Trieste/Gorizia e dalla sezione di Udine sono state impugnate dinnanzi al Tribunale di Trieste,. Le Commissioni Territoriali di Trieste e Udine si costituiscono pressoché nella totalità dei procedimenti giudiziari.
- Vanno segnalate come un segnale positivo di sensibilità istituzionale da parte dell’Amministrazione regionale la previsione della L.R. 28 dicembre 2017, n. 45, al comma 11 dell’art. 8, e quella dell’’art. 8, comma 27, lettera a), L.R. 13/2019, che hanno previsto il finanziamento da parte dell’amministrazione regionale – attraverso la stipula di un accordo con l'Università degli Studi di Trieste e con l'Università degli Studi di Udine - di tirocini extracurricolari formativi e di orientamento da realizzarsi presso le sedi delle Commissioni Territoriali di Trieste e Udine e del Tribunale di
106
Trieste, così rinforzando gli organi istituzionali preposti al contenzioso in materia di diritto d'asilo. Per tali finalità è stata stanziata la somma di euro 100.000 interamente a carico della Regione, suddivisa in parti uguali per finanziare le due Università di Trieste e di Udine, in modo da poter garantire con questi tirocini una migliore gestione del contenzioso in materia di protezione internazionale.
ISTANZE DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE PRESENTATE PRESSO LE QUESTURE DEL FVG (MODELLO C 3). ANNO 2019 FRIULI VENEZIA GIULIA: 2010 (Trieste, Gorizia, Pordenone) + 915 (Udine) ANNO 2018 FRIULI VENEZIA GIULIA; 2361 ((Trieste, Gorizia, Pordenone) + 990 (Udine) ATTIVITA’ DELLA COMMISSIONE NEGLI ULTIMI TRE ANNI ANNO 2019: Istanze esaminate: 2871 (Trieste) + 1467 (Udine) totale 4338 Nel corso del 2019 sono stati concessi:
- status di rifugiato: (Trieste) 192; (82 Pakistan; $3 Afghanistan; 23 Iraq) + (Udine) 67
- protezioni sussidiarie: (Trieste) 312 (126 Pakistan; 81 Afghanistan; 49 Iraq; 29 Venezuela) + (Udine) 109
- protezioni umanitarie: (Trieste) 48 + (Udine) 107 - dinieghi: (Trieste) 1328; (846 Pakistan; 130 Kosovo; 23 Ucraina; 21
Albania, 18 India) + (Udine) 964 - altri esiti: (Trieste) 490 (228 tra sospesi, rinunce, assenti, 262
inammissibili). + (Udine) 28 (7 irreperibili; 1 inammissibile; 20 assenti) - rinnovi (Trieste) 495
ANNO 2018: Istanze esaminate: 2533 (Trieste) + 1607 (Udine) Nel corso del 2018 sono stati concessi:
- status di rifugiato: (Trieste) 198 + (Udine) 94 - protezioni sussidiarie: (Trieste) 452 + (Udine) 234;
107
- protezioni umanitarie: (Trieste) 139 + (Udine) 158 ; - dinieghi: (Trieste) 1435 (838 Pakistan; 70 Kosovo; 35 Senegal; 23 Serbia;
21 Bangladesh; 18 Nigeria; 7 Iraq) + (Udine) 752 - altri esiti: (Trieste) 307 (sospesi, assenti, irreperibili etc) + (Udine) 346
La Protezione umanitaria La valutazione della concessione della protezione umanitaria da parte delle
Commissioni Territoriali nonché da parte dei Tribunale e delle Corti
d’Appello ha risposto in passato a logiche eccessivamente discrezionali,
essendo stata lasciata sostanzialmente libera da paletti normativi.
Può quindi sostenersi che tale forma di protezione ha goduto in passato di
un’ampiezza e di una indeterminatezza tali da far sì che l’organo
amministrativo prima, ed il giudice poi, fossero chiamati nella pratica non ad
una operazione di “interpretazione ermeneutica” ma ad una sorta di opera di
“creazione”, con la sostituzione del legislatore nello stabilire le situazioni di
“vulnerabilità” ed i relativi presupposti.
In altre parole, tanto le Commissioni Territoriali che gli organi giurisdizionali
sono stati chiamati a riempire di contenuti una norma sostanzialmente “in
bianco”, stabilendo se un certo tipo di malattia dovesse o meno essere
riconosciuta meritevole di una protezione umanitaria; o se un’offerta di
lavoro o l’esistenza di un contratto meritasse il rilascio di un permesso di
soggiorno per motivi umanitari e non di lavoro.
Il decreto legge 113 del 2018 ha soppresso del tutto la protezione umanitaria
come tipologia di protezione di diritto interno, aprendo una serie di questioni
da qui ai prossimi anni.
La prima, relativamente alla retroattività della protezione umanitaria è stata
recentemente risolta dalle sezioni unite della Corte di Cassazione.
Ma altre ce ne saranno, il cui impatto dovrà essere misurato alla luce delle
innovazioni normative annunciate dal Governo sui cd. Decreti Sicurezza.
In materia di protezione umanitaria il Tribunale di Trieste ha fatto propria la
giurisprudenza sul bilanciamento tra vulnerabilità e integrazione (Cass. Civ.
108
n. 4455/2018) e di valutazione comparativa tra situazione soggettiva e
oggettiva del richiedente con riguardo al Paese di origine e situazione di
integrazione nel Paese di accoglienza, conformemente all’orientamento poi
fatto proprio dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 29460/2019).
Peraltro va osservato che anche le due Commissioni Territoriali avevano
sposato da subito l’orientamento poi fatto proprio prima dal Tribunale e poi
dalla stessa Cassazione a Sezioni Unite, così orientando le proprie decisioni
sin dall’inizio all’indirizzo nomofilattico del giudice di legittimità.
Le disposizioni del decreto legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito in legge 1
dicembre 2018, n. 132 hanno poi abrogato l’istituto della protezione
umanitaria, lasciando alla valutazione del Questore, su istanza
dell’interessato, la possibilità di rilascio diretto di cinque tipi di permesso di
soggiorno (per “protezione speciale”, “per calamità”, “per cure mediche”,
“per atti di particolare valore civile”, e di permessi di soggiorno “per casi
speciali”), sostituendo così la protezione umanitaria con queste tipologie di
permesso.
L’impatto degli interventi normativi recenti: dal decreto cd Minniti (DECRETO-LEGGE 17 FEBBRAIO 2017 n. 13, convertito con modifiche nella legge 13 aprile 2017 n. 46) ai cd Decreti Salvini (dl n. 113/2018, convertito con Legge 132/2018; dl n. 53 /2019, convertito con legge n. 77/2019)
Estremamente rilevante sul sistema complessivo della protezione
internazionale è stato l’impatto della legislazione che si è succeduta in questi
ultimi anni.
Deve infatti sottolinearsi che ben tre interventi normativi in tre anni si sono
succeduti in vario modo ad innovare la materia, molto spesso
sovrapponendosi a precedenti riforme, spesso non ancora completate.
Esemplare in tal senso la previsione del decreto legge n. 13/2017 e successive
modificazioni (cd, decreto Minniti), che ha introdotto l’obbligo della
109
videoregistrazione e della trascrizione dell’audizione del richiedente con
l’ausilio di sistemi automatici di riconoscimento vocale.
Tale previsione, infatti, è rimasta ancora sostanzialmente inattuata, in quanto
non sono state ancora fornite alle commissioni territoriali le telecamere ed i
sistemi di trascrizione automatica delle audizioni.
Questa previsione avrebbe dovuto produrre rilevanti effetti processuali sui
nuovi giudizi innanzi al Tribunale, accelerando la rapida conclusione del
processo di primo grado. In realtà tale obiettivo è diventato sostanzialmente
inattuabile a causa dell’assenza della strumentazione tecnica necessaria.
Infatti l’art. 6, comma 1, lett. g) del d.l. n. 13/2017 e successive modificazioni
ha previsto che il giudice ha – più che la facoltà, l’obbligo - di sentire il
richiedente in udienza, quando la videoregistrazione dell’audizione non è
disponibile.
Siccome il sistema della videoregistrazione non è mai entrato in funzione per
mancanza della relativa strumentazione è chiaro che i tempi del processo non
possono non risentirne.
Ne consegue che se non dovessero essere apportate ulteriori modifiche
normative (ad esempio con l’introduzione dell’audioregistrazione ovvero
dell’audizione in alternativa a quella video) o non dovesse essere finalmente
garantita la fornitura dei necessari strumenti di videoregistrazione, gli
auspicati miglioramenti e l’accelerazione del giudizio di primo grado
rimarranno obiettivi meramente utopistici.
110
La legge 19.7.2019 n. 69 (c.d. “codice rosso”)
Premessa E’ stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 25.7.2019 ed è entrata in
vigore in data 9.8.2019 la legge 19.7.2019 n. 69, recante “Modifiche al codice
penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle
vittime di violenza domestica e di genere”.
Essa contiene importanti modifiche al codice penale, alle norme di
attuazione del codice di procedura penale, all’ordinamento penitenziario, al
codice delle misure di prevenzione e ad altre disposizioni ancora, fra le quali
acquistano importanza le modifiche al D. Lvo n. 204/2007, norma di
attuazione della Direttiva 2004/80/CE relativa all’indennizzo delle vittime
da reato.
Conviene trattare tali modifiche in capitoli separati, sulla base del
seguente ordine logico: 1. le modifiche al codice penale; 2. le modifiche al
codice di procedura penale; 3. le altre modifiche procedimentali; 4. le
modifiche al procedimento di prevenzione; 5. le altre modifiche.
1. Le modifiche al codice penale a. Il dato normativo Plurime modifiche interessano il codice penale, fra le quali vanno qui
menzionate quattro nuove fattispecie criminose:
• quella dell’art. 387 bis c.p., e cioè la violazione dei provvedimenti che applicano le misure cautelari di cui agli artt. 282 bis, 282 ter e 384 bis c.p.p.: tale violazione – oltre a giustificare, ovviamente, una richiesta di aggravamento della misura nel procedimento penale originario – è costruita come fattispecie autonoma di reato (come già accade, ad esempio, per l’evasione dagli arresti domiciliari ex art. 385, comma terzo, c.p.p.);
111
• quella dell’art. 558 bis c.p., e cioè la costrizione o induzione al matrimonio (o all’unione civile), espressamente punibile anche quando è commessa all’estero da cittadino italiano o da straniero residente in Italia ovvero in danno di cittadino italiano o di straniero residente in Italia;
• quella dell’art. 583 quinquies c.p., e cioè la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso – fattispecie che prima era prevista come aggravante del reato di lesioni al n. 4 del secondo comma dell’art. 583 c.p., e che ora costituisce invece reato autonomo: per questo tale fattispecie viene espunta dal secondo comma dell’art. 583 c.p.; inoltre, essa è espressamente menzionata nel catalogo dei reati la cui commissione aggrava il delitto di omicidio (art. 576 n. 5 c.p.);
• quella dell’art. 612 ter c.p., e cioè la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (c.d. “revenge porn”), fattispecie di nuovo conio.
Le modifiche di natura penale non sono solo quelle anzidette, in quanto il
legislatore ha stabilito altresì:
• per i reati di cui agli artt. 572 c.p., 609 bis, 609 ter, 609 quater, 609 octies e 612 bis c.p. cospicui aggravamenti di pena;
• nel secondo comma dell’art. 572 c.p. una nuova aggravante ad effetto speciale (la quale ha implicato la necessità di una nuova formulazione dell’art. 61 comma 11 quinquies c.p.) e nel quarto comma l’espressa indicazione del riconoscimento della qualità di persona offesa al minorenne che assiste ai maltrattamenti;
• nell’art. 577 c.p. un ridisegno delle circostanze aggravanti per l’omicidio e per le lesioni personali volontarie, con l’ulteriore fissazione, nell’ultimo comma, della regola di giudizio del divieto di prevalenza di attenuanti diverse dalle sole quattro ivi elencate, rispetto alle aggravanti enunciate nella predetta norma;
• nell’art. 609 septies c.p. due nuove regole sulla procedibilità, che vanno qui sottolineate: la prima è la fissazione del termine di dodici mesi dal fatto per la presentazione della querela con riferimento ai reati ex art. 609 bis e 609 ter c.p.; la seconda è la procedibilità d’ufficio per tutte le ipotesi di cui all’art. 609 quater c.p.;
• nell’art. 165 c.p. un nuovo obbligo per il giudice che ritenga di concedere la sospensione condizionale della pena per taluno dei delitti ivi indicati, nel senso che il beneficio debba essere necessariamente subordinato alla partecipazione del condannato a specifici percorsi di recupero.
E’ necessario esaminare il problema se la nuova figura di reato di cui al citato
art. 387 bis c.p. consenta o meno l’arresto, come accade per il delitto di
112
evasione. La risposta, nella situazione normativa attuale, deve essere
negativa. Ed invero:
• il nuovo reato è punito con la pena massima di anni tre di reclusione, e dunque non raggiunge i limiti di pena indicati dall’art. 381 primo comma c.p.p. ai fini dell’esercizio della facoltà di arresto in flagranza da parte della polizia giudiziaria;
• il nuovo reato non è indicato nel catalogo dei reati puniti con pena meno severa ed elencati nell’art. 381, comma secondo, c.p.p. ai fini dell’esercizio della predetta facoltà di arresto in flagranza;
• l’arresto per il delitto di evasione (385 c.p.), anche al di fuori della flagranza, è espressamente menzionato dall’art. 3 del d.l. 13.5.1991 n. 152 conv. in legge 12.7.1991 n. 203: ma la Legge qui esaminata non ha inserito in tale norma pure il delitto di cui all’art. 387 bis c.p.
2. Le modifiche al codice di procedura penale a. Il dato normativo Tre fondamentali norme del codice di procedura penale sono state
modificate dalla legge in esame:
• quella dell’art. 347 c.p.p., il cui terzo comma estende l’obbligo di immediata comunicazione al Pubblico Ministero, oltre che delle notizie dei reati indicati dall’art. 407 comma 2 lett. a) numeri da 1 a 6 c.p.p., anche delle notizie dei reati di cui agli artt. 572, 609 bis, 609 ter, 609 quater, 609 quinquies, 609 octies, 612 bis, 612 ter (e cioè la fattispecie, di nuovo conio, di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti) del codice penale, nonché delle notizie dei reati di lesioni personali volontarie di cui all’art. 582 c.p. e di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso di cui all’art. 583 quinquies c.p. (altra fattispecie di nuovo conio), sempre che tali fattispecie di lesioni e di deformazione del viso siano aggravate da taluna delle cinque aggravanti ivi menzionate (e cioè siano state compiute: 1. contro l’ascendente o il discendente, per motivi abietti o futili o con sevizie o crudeltà o con mezzo venefico o insidioso o con premeditazione; 2. in occasione della commissione di taluno dei delitti di cui agli artt. 572, 583 quinquies, 600 bis, 600 ter, 609 bis, 609 quater e 609 octies; 3. dall’autore del delitto previsto dall’art. 612 bis nei confronti della medesima persona offesa; 4. contro l’ascendente o il discendente anche adottivo o contro il coniuge anche legalmente separato o contro l’altra parte dell’unione civile o contro la persona stabilmente convivente con il colpevole o ad esso legata da relazione affettiva; 5. contro il coniuge divorziato o contro l’altra
113
parte dell’unione civile ove cessata o contro il fratello e la sorella, o contro l’adottante o l’adottato nei casi regolati dal titolo 8° del Libro primo del codice civile, o contro il padre o la madre adottivi o il figlio adottivo o infine contro un affine in linea retta);
• quella dell’art. 362 c.p.p., il cui comma 1 ter prevede che per tutti i delitti appena menzionati – tranne che per il delitto ex art. 612 ter c.p., e cioè la fattispecie di nuovo conio di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti) del codice penale – il Pubblico Ministero assuma informazioni dalla persona offesa e da chi ha presentato denuncia, querela o istanza entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, salvo che sussistano esigenze di tutela di minori degli anni diciotto ovvero esigenze di riservatezza delle indagini anche nell’interesse della persona offesa;
• quella dell’art. 370 c.p., i cui commi 2 bis e 2 ter dispongono che per il catalogo dei delitti ora indicati a proposito dell’art. 347 c.p.p. (e dunque compreso il delitto ex art. 612 ter c.p.) la polizia giudiziaria procede senza ritardo al compimento degli atti delegati dal Pubblico Ministero e pone senza ritardo a disposizione di quest’ultimo la documentazione dell’attività espletata, come previsto dall’art. 357 c.p.p.
Sono state operate altresì ulteriori modifiche al codice di procedura
penale. Il legislatore, infatti, ha previsto:
• all’art. 90 bis l’obbligo, in capo agli inquirenti, di fornire informazioni alla persona offesa sui servizi di assistenza alle vittime di reato;
• all’art. 90 ter l’obbligo di comunicare sempre i provvedimenti di scarcerazione e di cessazione della misura di sicurezza detentiva nonché le notizie dell’evasione dell’imputato in custodia cautelare o condannato e della volontaria sottrazione alla misura di sicurezza detentiva da parte dell’internato sia alla persona offesa che al suo difensore, se nominato, per i delitti sopra indicati (e cioè tutti quelli indicati a proposito delle modifiche all’art. 347 c.p.p, escluso solo il reato ex art. 612 ter c.p.);
• all’art. 659 c.p.p. l’obbligo, perfettamente simmetrico a quello di cui sopra, di comunicare sempre i provvedimenti di scarcerazione del condannato disposti dal giudice di sorveglianza alla persona offesa e al suo difensore, se nominato, per i delitti sopra indicati (e cioè tutti quelli indicati a proposito delle modifiche all’art. 347 c.p.p, escluso solo il reato ex art. 612 ter c.p.);
• agli artt. 282 quater e 299 analoghi obblighi di comunicazione in favore della persona offesa e del suo difensore, se nominato;
114
• all’art. 190 bis l’estensione delle regole di tutela dell’esame del testimone minorenne, originariamente stabilite solo per i minori degli anni sedici, a beneficio di tutti i minori degli anni diciotto;
• all’art. 275 l’esclusione dalla regola dell’inapplicabilità della custodia cautelare in carcere se la pena detentiva non sia superiore a tre anni anche per il delitto ex art. 612 ter c.p. (accanto ai delitti, già da tempo previsti nella clausola di esclusione, ex artt. 572 e 612 bis c.p. ed a quelli ex artt. 423 bis c.p. e 624 bis c.p. nonché a quelli di cui all’art. 4 bis dell’Ordinamento penitenziario);
• all’art. 282 ter la possibilità di rafforzare il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa con le particolari modalità di controllo previste dall’art. 275 bis.
b. le conseguenze pratiche delle modifiche agli artt. 347, 362 e 370
c.p.p. Come chiarisce la Relazione illustrativa al progetto di legge originario,
il nuovo assetto normativo intende soddisfare l’esigenza che il Pubblico
Ministero sia posto immediatamente nelle condizioni di poter valutare se
richiedere o meno una misura cautelare, allorché si trovi a svolgere indagini
sulle fattispecie di reato più volte nominate. Detta Relazione, infatti, afferma
che gli interventi sul codice di procedura penale sono accomunati
dall’esigenza di evitare che eventuali stasi nell’acquisizione e nell’iscrizione
delle notizie di reato o nello svolgimento delle indagini preliminari possano
pregiudicare la tempestività di interventi, cautelari o di prevenzione, a tutela
delle vittime dei predetti reati, con correlativa possibilità di messa in pericolo
della vita o dell’incolumità fisica della vittima.
E’ alla stregua di tale esigenza, pertanto, che va parametrato il termine
di tre giorni stabilito dal legislatore: termine certamente non perentorio, non
derivando alcuna conseguenza processuale dalla sua eventuale inosservanza;
ma altrettanto certamente ordinatorio, e dunque sollecitatorio verso una
rapida valutazione, da parte del Pubblico Ministero, dell’eventuale necessità
di chiedere una misura cautelare.
115
Ne consegue che, ove il Pubblico Ministero sia in grado di valutare se
richiedere o meno una misura cautelare senza dover esaminare la persona
offesa – ad esempio perché la medesima è già stata diffusamente e
puntualmente sentita dalla polizia giudiziaria nel momento in cui s’era
presentata per sporgere denuncia o querela – certamente non deve sentirla
una seconda volta a distanza di pochissimi giorni dalla già avvenuta
audizione solo perché tale adempimento parrebbe imposto, con mero
automatismo, dal nuovo comma 1 ter dell’art. 362 c.p.p.
Mette conto di osservare, in tale ordine d’idee, che dell’ordinamento
giuridico vigente fa parte a buon diritto la Direttiva europea 212/29/UE (la
quale istituisce “norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle
vittime di reato”), il cui art. 20 lett. b) prevede testualmente che il numero delle
audizioni della vittima sia limitato al minimo e che le audizioni abbiano
luogo solo se strettamente necessarie ai fini dell’indagine penale. Tale
Direttiva, parzialmente attuata con il D. Lvo. N. 212/2015, integra anche nella
parte non espressamente attuata un parametro interpretativo della
legislazione vigente: e dunque deve essere considerata al fine di pervenire ad
un’interpretazione corretta dal nuovo precetto normativo.
Non va poi dimenticato che sulla stessa polizia giudiziaria grava
l’obbligo di assicurarsi che la persona offesa vulnerabile non sia chiamata più
volte a rendere sommarie informazioni, salvo che ciò sia assolutamente
necessario ai fini delle indagini (cfr. art. 351 comma 3 ter, ultimo periodo,
c.p.p.); ed inoltre di identico obbligo è destinatario lo stesso Pubblico
Ministero (cfr. art. 362 comma 1 bis).
116
c. le conseguenze pratiche delle altre modifiche al codice di procedura penale
Sono sufficienti brevi cenni a proposito delle altre modifiche al c.p.p.
riassunte al paragrafo a. del presente capitolo.
La polizia giudiziaria deve:
• aggiornare le notizie da fornire alla persona offesa ex art. 90 bis c.p.p. indicando espressamente i servizi di assistenza alle vittime di reato presenti sul territorio di competenza;
• curare che gli obblighi di comunicazione previsti dall’art. 90 ter c.p.p. siano sempre effettuati ove ricorrano i reati dell’elenco più volte riportato;
• curare che gli obblighi di comunicazione previsti dagli artt. 282 quater e 299 c.p.p. siano sempre effettuati sia in favore della persona offesa che in favore del suo difensore, se nominato;
• porre particolare attenzione al fatto che, se la persona offesa si trova in struttura protetta, nelle informative dirette al Pubblico Ministero e destinate ad essere inserite nel fascicolo processuale siano sempre omesse le indicazioni che consentano d’identificare tale struttura protetta.
Le altre norme modificate (art. 190 bis, 275 e 282 ter) riguardano
propriamente attività e competenze del Giudice, anche ad istanza o su
indicazione del Pubblico Ministero. 3. Le altre modifiche procedimentali a. Il dato normativo Fra le norme di attuazione del codice di procedura penale è stato
inserito l’art. 64 bis, il quale impone, per l’ormai consueto catalogo dei reati
(comprendente questa volta pure l’art. 612 ter c.p.), la comunicazione, al
giudice civile procedente nei procedimenti di separazione personale dei
coniugi o delle cause relative ai figli minori o all’esercizio della potestà
genitoriale, di copia dei seguenti atti:
1. ordinanze che applicano misure cautelari personali; 2. ordinanze che dispongono la sostituzione o la revoca delle misure
cautelari personali;
117
3. avviso di conclusione delle indagini preliminari; 4. provvedimento di archiviazione del procedimento; 5. sentenza emessa.
b. Le conseguenze pratiche La legge non spiega chi sia tenuto alla trasmissione al giudice civile di
tali atti né se sia doveroso accertarsi se esista un procedimento civile di tal
fatta fra le medesime parti.
Sotto il primo profilo, va osservato che l’atto sub 3. è certamente un atto
del Pubblico Ministero, sicché sarà compito della segreteria del magistrato
assegnatario del procedimento, non appena spedisce l’avviso ex art. 415 bis
c.p.p., quello di trasmetterne copia al giudice civile competente. Le altre
quattro tipologie di atti sono invece proprie del giudice, sicché parrebbe
ragionevole che il relativo compito spetti alla cancelleria di questo: va
rilevato peraltro, a contrariis, che la maggior parte degli atti riguarda la fase
delle indagini preliminari, sicché sotto il profilo pratico pare più semplice, in
tal caso, che l’obbligo venga curato dalla segreteria del Pubblico Ministero,
che dispone del fascicolo processuale. Vi fa peraltro eccezione la sentenza –
che presuppone il passaggio alla fase processuale vera e propria – e vi fanno
altresì eccezione le ordinanze cautelari emesse in pendenza di giudizio. Sarà
opportuno, in ogni caso, verificare nell’attuazione pratica quali possano
essere le difficoltà operative di tale adempimento.
Sotto il secondo profilo, va rilevato che pare doveroso estendere sempre
l’investigazione, in siffatta tipologia di reati, ad accertare, interpellando
all’uopo le parti interessate, se sia stato instaurato un procedimento civile di
tal fatta e all’acquisizione dei suoi estremi, allo scopo di adempiere
correttamente a tale nuovo obbligo normativo.
118
4. Le modifiche al procedimento di prevenzione a. Il dato normativo La novella normativa all’art. 4 D. Lvo n. 159/2011 va ad interpolare il
comma 1 lettera i-ter), che indicava solo il delitto ex art. 612 bis c.p.,
aggiungendovi anche quello di cui all’art. 572 c.p. Inoltre, all’art. 8 comma 5
esplicita, fra i provvedimenti di competenza del Tribunale (ora distrettuale),
l’imposizione del divieto di avvicinarsi a determinati luoghi, frequentati
abitualmente dalle persone cui occorre prestare protezione o da minori
Le altre modifiche a. Il dato normativo Di tre ulteriori modifiche mette conto qui di trattare, sia pure
rapidamente.
Le prime due modifiche riguardano la legge n. 354/1975 (Ordinamento
penitenziario), ove:
• all’art. 4 bis ai commi 1 quater e 1 quinquies viene aggiunto il delitto ex art. 583 quinquies c.p. fra quelli che prescrivono particolari cautele ai fini della concessione di benefici a detenuti e internati;
• all’art. 13 bis viene integrato l’elenco dei reati per cui è previsto un trattamento psicologico con finalità di recupero e di sostegno con la menzione dei delitti di cui agli artt. 572, 583 quinquies, 609 bis, 609 octies e 612 bis c.p. e viene altresì stabilito che i percorsi di reinserimento possono avvenire pure presso enti o associazioni in accordo con gli istituti penitenziari.
La terza modifica è il coinvolgimento della Procura della Repubblica, e
non più della Procura Generale, nelle procedure di indennizzo delle vittime
da reato di cui al D. Lv. 9.11.2007 n. 204, emesso in attuazione della Direttiva
europea n. 2004/80/CE.
119
In tale complessiva ottica un primo quanto non trascurabile profilo di
criticità – comune alle indagini riguardanti tali tipologie di reato – deriva
dalla difficoltà di reperire interpreti per l’ascolto delle persone di nazionalità
straniera (sovente coinvolte in questi episodi) e psicologi per il miglior
approccio ai minori e/o alle vittime che si trovano in condizioni di
vulnerabilità (ciò anche a causa della esiguità dei correlati compensi).
Con particolare riguardo poi al portato operativo della legge n. 69/2019, al di
là dell’evidente segno di civiltà che essa rappresenta e pur premature
apparendo eventuali valutazioni di lungo respiro, già si prospetta il rischio,
ancora una volta, di dare vita ad una riforma incondizionatamente positiva
nelle intenzioni, ma poi priva di effettività di tutela in assenza di un impiego
congruo di nuove risorse: la concatenazione in tempi ridottissimi di
denuncia, delega di indagini, accertamenti di p.g., richiesta di misura
cautelare personale non detentiva, richiesta di giudizio immediato, decreto di
giudizio immediato per i reati di maltrattamenti familiari e stalking porrà
sotto particolare pressione i Tribunali, non in grado di affrontare, per i ruoli
già appesantiti e per la cronica carenza di personale amministrativo, un
processo in tempi correlabili alle scadenze cautelari (si pensi al cospicuo
numero di testi, anche presentati dalla parte civile e dalla difesa, o alla
ampiezza e difficoltà dell’esame in aula della persona offesa, in assenza di
incidente probatorio, su imputazioni che involgono la vita decennale, spesso
di interi nuclei familiari); ne conseguirà una risposta giudiziaria solerte solo
nelle prime fasi del procedimento, ma probabilmente – in assenza di una
adeguata implementazione di nuove risorse - latente nella fase terminale più
significativa: quella del giudizio dibattimentale.
Si passano in rassegna, inoltre, i primi dati statistici che danno conto della
attività di contrasto e di prevenzione svolta nel Distretto dalle Questure e
dall’Arma dei Carabinieri, così come riferiti da tali organi:
120
QUESTURA DI TRIESTE Con riguardo alle nuove fattispecie di reato introdotte dalla legge n. 69/2019
si è registrato un caso di "Costrizione o induzione al matrimonio" (ex art. 558
bis c.p.), per il quale la Squadra Mobile ha deferito all'Autorità Giudiziaria
un cittadino pakistano che aveva predisposto il carteggio presso il locale
Comune al fine di celebrare il matrimonio, contro la sua volontà, con una
cittadina rumena fatta giungere in Italia con la promessa di un lavoro
mensile come addetta alle pulizie.
A) Per quanto attiene alla "Deformazione dell'aspetto della
Nessun caso, invece, è stato registrato di "Diffusione illecita di immagini o
video sessualmente espliciti" (ex art. 612 ter c.p.).
Molto consistente è risultata l'attivazione della procedura del
"Codice Rosso" in presenza di lesioni aggravate nelle ipotesi previste, pari a
44 casi.
B) La legge in argomento ha introdotto altresì il reato di
«violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del
divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa» ex art.
387 bis c.p. punendo con la reclusione da sei mesi a 3 anni chiunque violi gli
obblighi o i divieti derivanti dal provvedimento che applica le citate misure
cautelari o quella pre-cautelare dell'ordine di allontanamento d'urgenza
dalla casa familiare della PG)), che peraltro costituisce presupposto per
l'aggravamento delle misure cautelari sopra indicate.
Nel primo periodo di applicazione si sono registrati 5 casi di
violazione del provvedimento dell'Autorità Giudiziaria, due relativi
all'allontanamento dalla casa familiare e tre al divieto di avvicinamento,
mentre la Squadra Mobile ha eseguito quattro ordinanze di custodia
121
cautelare in carcere/arresti domiciliari per inottemperanza al Divieto di
avvicinamento ovvero perseveranza negli atti persecutori.
C) La legge in argomento ha stabilito che per tutti i delitti sub
A) - tranne che per la diffusione illecita di immagini o video sessualmente
espliciti - il P.M. assuma informazioni dalla persona offesa e da chi ha
presentato denuncia, querela o istanza entro tre giorni dall'iscrizione della
notizia di reato, salvo che sussistano esigenze di tutela di minori degli anni
diciotto ovvero esigenze di riservatezza delle indagini anche nell'interesse
della persona offesa.
Inoltre, a seguito dell'intervento normativo, la polizia giudiziaria è
tenuta, senza ritardo, a compiere gli atti delegati dal Pubblico Ministero e a
porre, senza ritardo, a disposizione del Pubblico Ministero la
documentazione dell'attività espletata.
Alla luce dei predetti dispositivi, particolarmente rilevante è stata
l'attività svolta dagli uffici dipendenti, che ha fatto registrare un aumento
del 73 % delle deleghe eseguite.
Molto efficace si è confermato infine lo strumento
dell'Ammonimento del Questore nei confronti degli autori tanto di atti
persecutori (art. 8 legge n. 38/2009), attivabile dalla parte lesa in via
alternativa all'azione penale, quanto di violenza domestica (art. 3 legge n.
119/2013), atto emanabile anche d'iniziativa ed in assenza di querela sulla
base delle risultanze emerse dalla relativa istruttoria.
RILEVAZIONE APPLICAZIONE C.D. "CODICE ROSSO" CONFRONTO PERIODO 09.08.2018-09.01.2019/09.08.2019-09.01.2020
A) TIPOLOGIA DI REATO NR. DENUNCE
2018/2019 2019/2020 Maltrattamenti in famiglia 35 41
122
Violenza sessuale 5 11 Atti sessuali con minorenne 3 1 Corruzione di minorenne O O Violenza sessuale di gruppo O O Atti persecutori 20 22 Costrizione o induzione al matrimonio (nuovo art. 558 bis)
- 1
Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (nuovo art. 612 ter)
- O
Lesioni personali volontarie nelle fattispecie previste (nuova previsione)
- 44
Deformazione aspetto con lesioni permanenti al viso (nuovo art. 583 quinquies)
- i
B) TIPOLOGIE PROVVEDIMENTI NR. DENUNCE
Violazione provvedimento allontanamento casa familiare (nuovo art. 387 bis c.p,)
- 2
Violazione provvedimento divieto avvicinamento (nuovo art. 387 bis c.p.)
- 3
Esecuzione Ordinanze di Custodia Cautelare in carcere e/o domiciliari
0 4
C) ATTIVITÀ DELEGATA E D'INIZIATIVA NR. ATTI ESEGUITI
2018/2019 2019/2020 Provvedimenti divieto avvicinamento eseguiti 10 9 Provvedimenti allontanamento casa familiare eseguiti - art. 282 bis c.p.p.
5 5
Deleghe eseguite 84 145 Provvedimenti Allontanamento casa familiare d'urgenza eseguiti (ex art 384 bis c.p.p.)
O O
Ammonimenti del Questore emanati violenza domestica (art. 3 Legge 119/2013)
0 5
Ammonimento del Questore emanati per stalking (art. 8 Legge 38/2009)
8 1
Comando Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia
PROVINCIA DI TRIESTE
RILEVAZIONE APPLICAZIONE C.D. “CODICE ROSSO” CONFRONTO PERIODO 09.08.2018-09.01.2019/09.08.2019-09.01.2020
TIPOLOGIA DI REATO
NR. DENUNCE 2018/2019 2019/2020 Maltrattamenti in famiglia 17 16 Violenza sessuale 10 13 Atti sessuali con minorenne 2 2
123
Corruzione di minorenne / / Violenza sessuale di gruppo / / Atti persecutori 8 11 Costrizione o induzione al matrimonio (nuovo) - / Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (nuovo) - / Lesioni personali volontarie nelle fattispecie previste (nuovo) - / Lesioni volontarie e deformazione aspetto con lesioni permanenti al viso (nuovo) - /
TIPOLOGIE PROVVEDIMENTI
NR. DENUNCE
Violazione provvedimento allontanamento casa familiare (nuovo) - 10 Violazione provvedimento divieto avvicinamento (nuovo) - 18
Questura di Udine Si comunica che dal 9.08.2019 al 31.12.2019, questo Ufficio ha raccolto: nr. 11 denunce per maltrattamenti in famiglia, nr. 12 per violenza sessuale, nr. 1 per corruzione di minorenne, nr. 5 per atti persecutori. Sono stati eseguiti nr. 8 provvedimenti cautelari di divieto di
avvicinamento e sono state ricevute dall’A.G. circa 20 deleghe d’indagine di cui alcune ancora in trattazione.
Non sono state redatte c.n.r. relative ai nuovi reati introdotti dalla relativa normativa.
Si aggiunge, inoltre, che sono stati emessi nr. 4 ammonimenti di cui tre per atti persecutori e nr. 1 per violenza domestica.
Comando Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia
PROVINCIA DI UDINE
RILEVAZIONE APPLICAZIONE C.D. “CODICE ROSSO”
CONFRONTO PERIODO 09.08.2018-09.01.2019/09.08.2019-09.01.2020
TIPOLOGIA DI REATO
NR. DENUNCE
2018/2019 2019/2020 Maltrattamenti in famiglia 37 14 Violenza sessuale 16 19 Atti sessuali con minorenne 1 / Corruzione di minorenne / 1 Violenza sessuale di gruppo / / Atti persecutori 18 12 Costrizione o induzione al matrimonio (nuovo) - / Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (nuovo) - / Lesioni personali volontarie nelle fattispecie previste (nuovo) - / Lesioni volontarie e deformazione aspetto con lesioni permanenti al viso (nuovo) - /
TIPOLOGIE PROVVEDIMENTI
NR. DENUNCE
124
Violazione provvedimento allontanamento casa familiare (nuovo) - 24 Violazione provvedimento divieto avvicinamento (nuovo) - 39
QUESTURA DI PORDENONE
RILEVAZIONE APPLICAZIONE C.D. "CODICE ROSSO" CONFRONTO PERIODO 09.08.2018-09.01.2019/09.08.2019-09.01.2020
TIPOLOGIA DI REATO NR DENUNCE 2018/2019 2019/2020 Maltrattamenti in famiglia 10 7 Violenza sessuale 1 2 Atti sessuali con minorenne 0 0 Corruzione di minorenne 0 0 Violenza sessuale di gruppo 0 0 Atti persecutori 5 3 Costrizione o induzione al matrimonio (nuovo) - O Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (nuovo) - O Lesioni personali volontarie nelle fattispecie previste (nuovo) - O Lesioni volontarie e deformazione aspetto con lesioni permanenti al viso (nuovo)
- O
TIPOLOGIE PROVVEDIMENTI N. DENUNCE Violazione provvedimento allontanamento casa familiare (nuovo) - O Violazione provvedimento divieto avvicinamento (nuovo) - O
ATTIVITÀ DELEGATA E D'INIZIATIVA
ESEGUIT
NR. ATTI 2018/2019 2019/2020
Provvedimenti cautelari divieto avvicinamento eseguiti 1 0 Deleghe eseguite 2 0 Provvedimenti Allontanamento casa familiare d'urgenza eseguiti 1 0
Comando Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia
PROVINCIA DI PORDENONE
RILEVAZIONE APPLICAZIONE C.D. “CODICE ROSSO” CONFRONTO PERIODO 09.08.2018-09.01.2019/09.08.2019-09.01.2020
TIPOLOGIA DI REATO
NR. DENUNCE 2018/2019 2019/2020 Maltrattamenti in famiglia 18 9 Violenza sessuale 4 7 Atti sessuali con minorenne 1 / Corruzione di minorenne / 1
125
Violenza sessuale di gruppo / / Atti persecutori 8 7 Costrizione o induzione al matrimonio (nuovo) - / Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (nuovo) - 1 Lesioni personali volontarie nelle fattispecie previste (nuovo) - / Lesioni volontarie e deformazione aspetto con lesioni permanenti al viso (nuovo) - /
TIPOLOGIE PROVVEDIMENTI
NR. DENUNCE
Violazione provvedimento allontanamento casa familiare (nuovo) - 11 Violazione provvedimento divieto avvicinamento (nuovo) - 5
QUESTURA DI GORIZIA RILEVAZIONE APPLICAZIONE C.D. "CODICE ROSSO"
CONFRONTO PERIODO 09.08.2018-09.01.2019/09M8.2019-09.01.2020
TIPOLOGIA DI REATO NR. DENUNCE 2018/2019 2019/2020 Maltrattamenti in famiglia 6 15 Violenza sessuale 9 7 Atti sessuali con minorenne Corruzione di minorenne Violenza sessuale di gruppo Atti persecutori 3 6 Costrizione o induzione al matrimonio (nuovo) - Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (nuovo) - Lesioni personali volontarie nelle fattispecie previste (nuovo) - 8 Lesioni volontarie e deformazione aspetto con lesioni permanenti al viso (nuovo)
-
TIPOLOGIE PROVVEDIMENTI NR. DENUNCE Violazione provvedimento allontanamento casa familiare (nuovo) - Violazione provvedimento divieto avvicinamento (nuovo) - 2
ATTIVITÀ DELEGATA E D'INIZIATIVA NR. ATTI ESEGUITI 2018/2019 2019/2020
Provvedimenti cautelari divieto avvicinamento eseguiti 3 3 Deleghe eseguite 35 37 Provvedimenti Allontanamento casa familiare d'urgenza eseguiti
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Comando Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia
PROVINCIA DI GORIZIA
RILEVAZIONE APPLICAZIONE C.D. “CODICE ROSSO” CONFRONTO PERIODO 09.08.2018-09.01.2019/09.08.2019-09.01.2020
TIPOLOGIA DI REATO
NR. DENUNCE 2018/2019 2019/2020 Maltrattamenti in famiglia 12 12 Violenza sessuale 5 8 Atti sessuali con minorenne / 1 Corruzione di minorenne / / Violenza sessuale di gruppo / / Atti persecutori 10 2 Costrizione o induzione al matrimonio (nuovo) - / Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (nuovo) - / Lesioni personali volontarie nelle fattispecie previste (nuovo) - / Lesioni volontarie e deformazione aspetto con lesioni permanenti al viso (nuovo) - /
TIPOLOGIE PROVVEDIMENTI
NR. DENUNCE
Violazione provvedimento allontanamento casa familiare (nuovo) - 4 Violazione provvedimento divieto avvicinamento (nuovo) - 4
Resta in ogni caso essenziale formulare, pur a fronte delle suesposte quanto
imprescindibili considerazioni di carattere giuridico e statistico, le seguenti
osservazioni, anche di carattere culturale e sociale:
La legge in esame, che è priva di uno stanziamento di risorse, punta
innanzitutto sul fattore tempo con una corsia preferenziale per la violenza
sulle donne, con indagini più veloci per contrastarla, e sulle pene più severe
introducendo anche nuovi reati.
Appaiono essere suoi punti di forza:
la previsione di taluni nuovi reati: revenge porn e violazione degli ordini di
protezione, che diventa un reato procedibile d’ufficio;
l’obbligo della indispensabile comunicazione tra cancelleria penale e civile
riguardo ai procedimenti a carico dei violenti.
Punti di debolezza, che potrebbero impedire una reale tutela delle vittime:
il mancato stanziamento per la formazione di operatori che vanno
127
sensibilizzati alla violenza di genere per evitare superficiali archiviazioni o
sottostime che vanno ad aumentare il danno già patito dai soggetti deboli: a
tal proposito viene sempre di più avvertita la necessità di formazione dei
CTU nei contenziosi più conflittuali di separazione e di affidamento, dove
nonostante la segnalazione di violenza il minore potrebbe trovarsi affidato al
violento anche contro il volere del figlio stesso.
Il rischio di rivittimizzare la donna collegato all’obbligo di ascoltare la
vittima entro 3 giorni;
l’assenza di una previsione normativa relativa alla concreta tutela delle
vittime nel periodo successivo alla denuncia: denunciare, infatti, pone le
vittime in ulteriore pericolo se la rete di protezione è inadeguata o comunque
insufficiente. Il percorso di recupero della autonomia psicologica ed
economica, senza supporti e strutture adeguate, può trasformarsi in una
ulteriore angoscia e portare le vittime a ritirare le denunce se non vengono
attentamente ascoltate dalle istituzioni, se i processi sono troppo lenti, se non
ricevono aiuti concreti.
La difesa di tale tipologia di persone non può essere delegata soltanto alla
Magistratura, ma richiede che tutti i soggetti coinvolti nella attività tutela, di
prevenzione e di repressione dei fenomeni delittuosi in esame siano
competenti e sensibilizzati a lavorare in rete. Richiede anche un cambiamento
culturale contro gli stereotipi di genere.
Deve essere, in particolare, recepita e diffusa la Convenzione di Instanbul
all’interno e all’esterno dei Palazzi di Giustizia: la Convenzione 11..5.2011 del
Consiglio d’Europa è una legge dello Stato che impone non solo di prevenire
e punire la violenza sulle donne ma anche di attuare politiche efficaci a
favorirne la parità, l’emancipazione e l’autodeterminazione delle donne, in
modo da non intervenire sulla violenza soltanto in modo securitario e
giuridico ma anche culturale e sociale.
128
Il CSM ha adottato la risoluzione del 9 maggio 2018 indicando significative
linee guida: richiede un approccio specialistico, corsie preferenziali, intese
tra uffici giudicanti e requirenti e protocolli operativi tali da evitare danni
emotivi alle vittime, indicazioni di buone prassi da seguire per la
valutazione del rischio, riconoscimento di indici di violenza di genere, misure
di protezione ulteriori alle misure cautelari, opportune collaborazioni con i
servizi dei Centri antiviolenza e del cd. Terzo settore per informazioni più
complete in sede penale e forme di sostegno morale e materiale in favore
della persona offesa.
129
LE “FRODI CAROSELLO”
A chiusura di questa relazione il sottoscritto ritiene di dover esprimere, anche a riscontro della qualificata e costante attività preventiva e repressiva svolta nel Distretto dalla Guardia di Finanza (il cui impegno ha trovato puntuale esito in sede giurisdizionale), una riflessione di carattere tecnico/giuridico sul sempre più frequente ed insidioso fenomeno delle c.d. “frodi carosello”.
1. Lo scenario attuale.
Il settore della distribuzione dei carburanti è un comparto
fondamentale e strategico per l’economia nazionale, con un valore che si
aggira sui 45 miliardi di €uro all’anno di fatturato complessivo e che ingloba
circa 80 mila lavoratori fra titolari, collaboratori e dipendenti, occupati, con
oltre 22.000 impianti nella rete ordinaria e circa 450 aree di servizio
autostradali.
Un settore nel quale numerose sono le criticità, segnalate in più
occasioni anche da parte delle Associazioni di categoria, quali: una rete
distributiva estremamente frammentata e inefficiente, oltreché insicura dal
punto di vista ambientale; il dilagare di comportamenti illegali nella
commercializzazione di prodotti attraverso l’esenzione di imposta e accise,
l’esistenza di fenomeni di contraffazione con l’ingresso diretto della
criminalità organizzata nella gestione della rete distributiva e
commercializzazione di detti prodotti, nonché il fenomeno più incisivo per
l’intera economia, rappresentato dalle cosiddette “frodi carosello”.
Risale solo a poche settimane orsono una delle tante operazioni della
Guardia di Finanza, che ha consentito di individuare e smantellare
un’organizzazione criminale con diramazioni internazionali che, attraverso
imprese prestanome e distributori stradali compiacenti, ha immesso in
consumo nel territorio statale oltre 4 milioni di litri di carburante in completa
130
evasione d’imposta.
Purtroppo si deve evidenziare come il distretto di questa Corte
d’Appello sia fortemente esposto ai fenomeni delittuosi legati alla
commercializzazione illecita dei carburanti per autotrazione, come
dimostrano non solo i numerosi sequestri di prodotto proveniente dall’Est
Europa operati a ridosso dei nostri confini dalla Guardia di Finanza, ma
anche le note vicende che hanno riguardato il coinvolgimento di uno storico
deposito fiscale triestino, dichiarato fallito dal Tribunale di Trieste a causa di
ingentissimi debiti erariali ed i cui ultimi amministratori sono stati
destinatari, da parte della Prefettura di Trieste, di una interdittiva antimafia
per connessioni con la criminalità organizzata di stampo mafioso.
Il fenomeno delle frodi carosello si è dunque progressivamente esteso
negli ultimi anni in diverse regioni d’Italia, e non poteva non coinvolgere
anche il Friuli Venezia Giulia, definito “la porta dell’Est Europa”, ove si è
manifestato con particolare virulenza.
La percezione comune dell’illegalità posta in essere risulta blanda,
poiché si manifesta con una riduzione del prezzo al pubblico dei carburanti
alla pompa che, se da un lato ha favorito i consumatori, dall’altro ha
danneggiato lo Stato e gli imprenditori onesti del settore.
I carburanti sono infatti generi di largo consumo in un mondo ancora in
larga parte basato sui combustibili fossili quali fonti di energia. Si aggiunga
che l’incidenza fiscale su tali prodotti è significativa. Ciò spiega perché i
carburanti per autotrazione siano spesso oggetto di frode fiscale nel settore
dell’IVA (come nel passato avveniva con le autovetture, i telefoni cellulari, gli
elettrodomestici, i pneumatici, ecc.). L’IVA incide per il 22% della base
imponibile, influendo sul prezzo finale applicato al consumatore e per questo
motivo l’evasione dell’imposta porta alle organizzazioni criminali
significativi margini di guadagno illecito. La benzina ed il gasolio per
131
autotrazione sono i carburanti maggiormente commercializzati dai
distributori stradali (la cosiddetta “rete distributiva”) e dalle aziende che
solitamente dispongono di depositi privati di stoccaggio (mercato “extra
rete”).
Nel tempo, le modalità degli illeciti si sono via via modificate, non solo
per sottrarsi all’efficace azione di contrasto sviluppata dalla Guardia di
Finanza in numerose operazioni di servizio, ma anche per aggirare gli
interventi normativi adottati dal Legislatore per arginare il fenomeno.
Le organizzazioni criminali dedite a tali illeciti utilizzano il modello
delle “frodi carosello”, attraverso la creazione di società di comodo, le
cosiddette “cartiere”, che sfruttando il “salto” di applicazione dell’IVA negli
acquisti intracomunitari o mediante l’uso di false dichiarazioni d’intento
vendono il prodotto sul mercato a basso costo, incassando l’IVA che
successivamente non viene versata all’Erario.
Il mercato dei carburanti, negli ultimi dieci anni, è variato in ragione
della grande richiesta proveniente dalle società che gestiscono catene di
distributori stradali (di proprietà o in convenzione) e/o depositi commerciali
di prodotti petroliferi, rappresentati da storiche aziende radicate nel territorio
d’origine che, rifornendosi nel mercato “extra-rete”, hanno creato una
propria rete distributiva a marchio indipendente e costituiscono le cosiddette
“pompe bianche”.
La necessità di approvvigionarsi al miglior prezzo d’acquisto nonché
problemi finanziari e/o di affidamento del credito hanno portato diversi di
questi operatori, che si rifornivano esclusivamente dalle primarie società e
compagnie petrolifere, depositanti presso i locali depositi fiscali, a rivolgersi
a nuove realtà imprenditoriali. Dopo una iniziale cautela, ha preso avvio il
commercio all’ingrosso di carburanti di provenienza comunitaria.
Proprio in questo anello della filiera, si sono inseriti i nuovi trader
132
esercenti “il commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi”, costituitisi quasi
sempre come società a responsabilità limitata), che sebbene non dispongano
di impianti di stoccaggio ed esperienza pregressa nel settore comprano e
rivendono ingenti volumi di carburanti a prezzi oltremodo concorrenziali.
A loro volta, le aziende con la qualifica di “destinatario registrato”, in
concomitanza della crisi dovuta al calo delle vendite dei depositi
commerciali, hanno ritrovato vitalità economica avviando l’attività di
fornitura del servizio logistico alle nuove società “trader” che acquistavano la
merce nel mercato estero ed avevano la necessità di immetterlo nel mercato
nazionale. In origine, i “destinatari registrati” avevano stipulato contratti di
“passaggio deposito” con i proprietari delle merci, i quali assicuravano il
versamento delle accise e corrispondevano un compenso fisso per ogni litro
di carburante movimentato.
Tale canale di approvvigionamento, parallelo ai depositi fiscali, ha reso
i prodotti petroliferi suscettibili di frodi all’IVA, alla stessa stregua delle altre
merci generiche non sottoposte al regime delle accise, mediante il ricorso ai
classici schemi fraudolenti delle frodi “carosello” e del ricorso a false
dichiarazioni d’intento.
Nel dettaglio, un primo meccanismo di frode individuato prevede il
ricorso a società nazionali, prive di struttura operativa ed intestate a soggetti
“prestanome”, le quali acquistavano prodotti energetici da un fornitore
comunitario avvalendosi del “reverse charge” (con IVA neutra e di fatto in
assenza di IVA a credito); immettevano in consumo il prodotto (con regolare
fattura e documentazione di trasporto) a prezzi sensibilmente inferiori
rispetto a quelli di mercato, senza poi provvedere agli obblighi tributari di
presentazione della dichiarazione dei redditi e di versamento dell’IVA a
debito sulle vendite effettuate. Detta architettura fa sì che un soggetto
interposto (missing trader) effettui gli acquisti intracomunitari per poi
133
rivendere i beni ad un soggetto nazionale (interponente), realizzando una
cessione imponibile ai fini IVA. La base imponibile indicata nelle fatture di
vendita, tuttavia, è inferiore rispetto a quella dell’acquisto intracomunitario.
Soltanto per effetto dell’applicazione dell’IVA, il valore complessivo indicato
in fattura torna ad essere pari o poco superiore al prezzo dell’acquisto
intracomunitario. Il profitto per l’interposto, quindi, è connesso all’IVA
esposta e non versata, piuttosto che al ricarico applicato.
Tale pratica consente all’interponente di presentarsi sul mercato con
prezzi decisamente più competitivi rispetto ad aziende estranee a tali frodi
fiscali.
In sostanza, il soggetto residente interposto acquista solo formalmente
la merce senza averne mai la materiale disponibilità e si limita ad una
funzione di “sponda” allo scopo di fornire un filtro all’operazione, che si
conclude con il mancato versamento dell’IVA da parte dell’interposto e con
la detrazione da parte dell’interponente.
La legge di bilancio del 27 dicembre 2017 n. 205, per tali ragioni,
introdusse una serie di obblighi mirati a prevenire e contrastare l’evasione
fiscale ed i fenomeni fraudolenti nel settore dei prodotti energetici.
Tra le nuove previsioni fu inserito l’obbligo del versamento dell’IVA (a
mezzo modello F24 ELIDE) o la presentazione di una fideiussione per
garantirne il pagamento prima dell’immissione in consumo dei carburanti
estratti da un destinatario registrato o da un deposito fiscale, tranne nel caso
fosse il titolare del deposito stesso ad acquistare la merce dal fornitore
comunitario.
Tale novità legislativa ha spinto le organizzazioni criminali ad adottare
un nuovo schema fraudolento, consistente nell’utilizzo di false dichiarazioni
d’intento. I destinatari registrati, infatti, dopo l’assolvimento degli obblighi ai
fini accise (obblighi che già curavano anche nello schema frode carosello
134
illustrato poc’anzi), hanno continuato ad immettere in consumo senza
versamento di IVA i carburanti nei confronti dei clienti, previa presentazione
da parte degli stessi di una dichiarazione d’intento ideologicamente falsa, in
quanto non supportata da esportazioni reali. Formalmente, appare che i
destinatari registrati acquistino in proprio la merce ma, di fatto, operano per
conto e sotto la direzione di coloro che hanno creato le società di comodo con
la qualifica di “esportatori abituali”, che per tale ragione possono acquistare
il bene in regime di non imponibilità ai fini IVA.
In questo modo, vengono commercializzati ingenti quantità di
carburanti che vengono comunque immessi nella rete distributiva nazionale
a prezzi fuori mercato, grazie al successivo mancato versamento dell’IVA.
Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di rilevare come
gran parte dei trader che hanno commercializzato carburanti, estratti dai
depositi dei destinatari registrati del Triveneto, negli ultimi anni siano stati
coinvolti in frodi fiscali e vi sono elementi comuni che inducono a ritenere
assai plausibile una continuità di gestione nei comportamenti fraudolenti
individuati. Peraltro, le stesse investigazioni hanno permesso di rilevare
come questi adottino sistemi e procedure volti a creare una netta distinzione
tra i carburanti acquistati dal mercato nazionale, estratti dai depositi fiscali
nazionali di Porto Marghera (VE), detenuti in serbatoi distinti e destinati
esclusivamente ai clienti storici e alla propria rete distributiva, da quelli di
provenienza estera e destinati ai clienti delle società trader.
In sintesi, La tipica frode fiscale all’IVA nel settore dei carburanti può
essere delineata nei seguenti passaggi essenziali:
− a capo della frode c’è una organizzazione che acquista prodotto
petrolifero da un fornitore principale, in alcuni casi consapevole;
135
− l’acquisto è effettuato senza IVA (in regime di non imponibilità) da
società aventi le caratteristiche di società “cartiere”, che generalmente
presentano false dichiarazioni d’intento, non avendo i requisiti di
esportatore abituale e/o effettuano un acquisto intracomunitario non
imponibile IVA. Tali società sono formalmente amministrate da
prestanome ma in realtà sono riconducibili e gestite direttamente
dall’organizzazione;
− le società utilizzate, definite “cartiere commerciali”, hanno un elevato
turnover, operano per periodi piuttosto brevi, generalmente a cavallo di
una sola annualità, senza presentare le dichiarazioni fiscali o, comunque,
non versando l’IVA all’Erario (scaturente dalle successive vendite ai
clienti finali);
− le società “cartiere”, attraverso broker operanti sul territorio nazionale,
vendono ai clienti finali a prezzi assolutamente concorrenziali, al di sotto
del valore di mercato, alterando le fisiologiche dinamiche concorrenziali,
sfruttando indebitamente il vantaggio economico dell’IVA non versata;
− i pagamenti, tranne talune eccezioni per i clienti più affidabili, avvengono
attraverso bonifico BIR (urgente), prima della partenza dell’autobotte
piena di carburante;
− il vantaggio del cliente finale è che acquista al di sotto del valore di
mercato e, quindi, è concorrenziale rispetto ai suoi competitors;
− il vantaggio dell’organizzazione criminale è che la società interposta non
versa l’IVA, che viene totalmente incamerata e costituisce l’illecito
arricchimento.
Sotto il profilo penale-tributario, le fatture per le operazioni appena
descritte sono soggettivamente inesistenti, perché i rapporti commerciali
sono intercorsi tra soggetti diversi da quelli che nei documenti figurano quali
136
parti del rapporto.
Gli elementi raccolti sono inizialmente compendiati dalla polizia
giudiziaria in una comunicazione di notizia di reato ex art. 8 D.Lgs. n.
74/2000 per l’emissione di fatture soggettivamente inesistenti, al fine di
consentire a terzi l’evasione dell’IVA, a carico dei legali rappresentanti dei
depositi destinatari registrati e dei soggetti che hanno curato la creazione
delle cartiere e organizzato la distribuzione dei carburanti.
L’ipotesi di reato si bassa sul fatto che il legale rappresentante del
“destinatario registrato”, ubicato nel territorio di competenze del reparto
operante, ha emesso fatture soggettivamente inesistenti, su esclusiva
indicazione di un dominus, nei confronti delle società di comodo utilizzate per
acquistare i prodotti petroliferi, beneficiando del regime di non imponibilità
dell’IVA, da rivendere a una società “filtro”.
Nondimeno, la prosecuzione delle investigazioni mette quasi sempre in
luce il coinvolgimento di diversi soggetti dell’intera filiera commerciale,
legati da un vincolo associativo ex art. 416 c.p. finalizzato alla commissione di
un numero indeterminato di violazioni al D.Lgs. n. 74/2000 (emissione ed
utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa e/o infedele
dichiarazione dei redditi, indebite compensazioni di crediti IVA inesistenti),
di conseguenti trasferimenti fraudolenti di valori (art. 12 quinquies d.l. n.
306/1992, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 1992, n. 356),
nonché di autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche (ex art. 648 ter e
648 ter1 c.p.).
2. Le novità normative introdotte nella specifica materia con la Legge di
Bilancio per il 2020.
Per arginare la virulenza dei fenomeni di frode carosello nel settore
della commercializzazione dei carburanti per autotrazione, il Decreto Fiscale
licenziato dal Parlamento con la Legge di Bilancio 2020 ha introdotto tre
137
specifici articoli contenenti una serie di misure volte a prevenire le frodi
relative alla commercializzazione dei carburanti (artt. 5, 6 e 7 del d.l. 26
ottobre 2019 n. 124).
L’articolo 5 (Contrasto alle frodi in materia di accisa e norme in materia di
confisca) introduce alcune disposizioni di modifica al Testo Unico Accise –
TUA di cui al D.Lgs. n. 504/1995, volte nel complesso a prevenire e reprimere
le frodi nel settore delle accise. Più in dettaglio: a) sono chiariti i termini per
la trasmissione della nota di ricevimento, ai fini di chiusura del regime
sospensivo dei prodotti sottoposti ad accisa (ventiquattro ore dal momento in
cui i prodotti sono presi in consegna dal destinatario) e sono chiarite le
modalità di presa in consegna del bene, qualora il trasporto sia effettuato con
automezzi; b) sono disciplinati compiutamente i requisiti soggettivi di
onorabilità per il rilascio della qualifica di destinatario registrato a fini
doganali; c) sono ampliate le ipotesi in cui il gestore di un deposito fiscale
privato di prodotti sottoposti ad accisa è tenuto ad ottenere la licenza fiscale,
mediante l’abbassamento dei requisiti dimensionali del deposito rilevanti ai
fini della loro tracciabilità; d) sono disciplinate le fattispecie per le quali è
negato il rilascio della licenza di esercizio di deposito fiscale di prodotti
energetici, nonché le ipotesi di sospensione dell’istruttoria; e) sono
disciplinati i requisiti soggettivi di onorabilità dell’esercente il deposito
fiscale di alcol e bevande alcoliche; f) si prevede l’obbligatorietà della confisca
(anche per equivalente) del profitto del reato, nel caso di reati doganali
previsti dal TUA.
In particolare, tale ultima novella prevede che nel caso di condanna o di
applicazione della pena su richiesta, per uno dei delitti in materia doganale
previsti dal TUA, sia sempre ordinata la confisca dei beni che ne
costituiscono il profitto o il prezzo, salvo che appartengano a persona
estranea al reato. Quando la confisca del profitto non sia possibile, è
138
obbligatoria la confisca per equivalente, ovvero dei beni di cui il reo ha la
disponibilità, per un valore corrispondente a tale prezzo o profitto. La norma
chiarisce che la confisca non opera per la parte che il contribuente si impegna
a versare all’erario anche in presenza di sequestro. Nel caso di mancato
versamento la confisca è sempre disposta.
Si ricorda che l’articolo 240, comma primo del codice penale dispone
che la confisca del prezzo del reato sia solo facoltativa. Le norme in esame si
pongono in deroga a tale disposto, allineando così le norme in materia di
confisca per i reati doganali a quelle, di contenuto pressoché analogo,
previste per i reati tributari dall’articolo 12-bis del D.Lgs. n. 74 del 2000 (come
modificato dall’articolo 10 del D.Lgs n. 158/2015, con il quale è stato
riformato il sistema sanzionatorio fiscale a seguito della delega del 2014).
L’articolo 6 (Contrasto alle frodi in materia di carburanti) modifica le
norme della legge di bilancio 2018 volte alla prevenzione e al contrasto delle
frodi IVA nel settore della vendita di carburanti. In particolare si prevede che,
nei casi di deposito fiscale utilizzato anche come deposito IVA, le cessioni di
carburante intervenute durante la custodia in deposito siano effettuate con
pagamento dell’IVA. Nel caso di depositi a utilizzo misto, inoltre, è escluso il
pagamento anticipato dell’IVA al momento dell’estrazione dal deposito solo
in presenza di due condizioni concomitanti: la riconosciuta affidabilità
dell’operatore e la prestazione di idonea garanzia. Le modifiche rendono più
restrittive le deroghe al pagamento anticipato dell’IVA al momento
dell’estrazione dal deposito: l’anticipato versamento non è effettuato se i
carburanti sono di proprietà del gestore del deposito solo a condizione che il
deposito sia di capacità non inferiore a 3000 metri cubi. Con finalità di
prevenzione di fenomeni di frode si vieta l’utilizzo della dichiarazione
d’intento per tutte le cessioni e le importazioni definitive che riguardano i
carburanti e gli altri prodotti energetici interessati dalla disciplina antifrode,
139
salve specifiche eccezioni (acquisto di gasolio commerciale per trasporto).
Di particolare significato è la lettera c) dell'articolo in rassegna, che
inserisce due nuovi commi (941-bis e 941-ter) nell’articolo 1 della menzionata
legge di bilancio 2018, cioè la n. 205/2017. La relazione illustrativa al disegno
di legge chiarisce quali sono i meccanismi fraudolenti alla base della scelta
normativa: il comma 941 consente al proprietario dei beni, nel caso in cui sia
anche titolare del deposito di stoccaggio, di poter estrarre gli stessi prodotti
senza effettuare il versamento anticipato dell’imposta (previsto dal comma
937). Successivamente o contestualmente a tale immissione in consumo/
estrazione, il Legislatore rileva come talvolta il titolare del deposito abbia
ceduto il prodotto a una società “cartiera”, fatturando lo stesso senza
applicazione dell’IVA a fronte dell’esibizione, da parte della medesima
società, di una dichiarazione d’intento “non autentica”. In tal modo non
viene effettuato il versamento dell’IVA sui prodotti in questione, che possono
essere così venduti sottocosto sul mercato. Orbene, il comma 941-bis
impedisce l’utilizzo della dichiarazione d’intento per tutte le cessioni e le
importazioni definitive che riguardano i carburanti e gli altri prodotti previsti
dal comma 937, con le eccezioni di cui al successivo comma 941-ter (cessioni
aventi ad oggetto il c.d. gasolio commerciale usato come carburante di cui
all’art. 24-ter del TUA, e cioè quello impiegato dai soggetti esercenti talune
categorie di trasporto merci e passeggeri), ai fini dello svolgimento
dell’attività di trasporto.
Con riferimento alle dichiarazioni di intento, si ricorda in questa sede
che essa è un documento proprio degli esportatori abituali: si tratta di
contribuenti qualificati, con uno specifico volume di operazioni effettuate
nell’anno precedente, i quali - previo il rispetto di adempimenti formali -
possono effettuare operazioni di acquisto senza IVA nel limite di un plafond il
cui ammontare è determinato dalla legge. Ove intendano acquistare o
140
importare senza applicazione dell’IVA, essi debbono trasmettere
telematicamente all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione d’intento. La
dichiarazione, unitamente alla ricevuta di presentazione rilasciata
dall’Agenzia delle entrate, va poi consegnata al fornitore o prestatore, oppure
in dogana.
L’articolo 7 (Contrasto alle frodi in materia di idrocarburi) introduce
disposizioni volte a contrastare l’uso fraudolento di taluni prodotti,
classificabili come oli lubrificanti, illecitamente venduti e utilizzati come
carburanti per autotrazione o combustibili per riscaldamento, allo scopo di
evadere il pagamento dell’accisa. A tal fine viene previsto un sistema di
tracciabilità di alcune tipologie di oli lubrificanti, mediante l’attribuzione di
un codice amministrativo di riscontro necessario per la loro circolazione nel
territorio nazionale. Il codice è emesso dal sistema informatizzato
dell’Agenzia Dogane e Monopoli su richiesta del soggetto che effettua
l’immissione in consumo di tali prodotti, ovvero del mittente, a seconda della
destinazione finale degli oli lubrificanti. Tale sistema di tracciabilità viene
esteso anche alle preparazioni lubrificanti e ad altri prodotti individuati con
decreto ministeriale che, in relazione alle loro caratteristiche, possono essere
destinati all’impiego come carburanti per motori, combustibili per
riscaldamento ovvero come lubrificanti. Ove i prodotti lubrificanti in transito
non siano stati presentati all’Ufficio delle dogane di uscita oppure i dati
inseriti ai fini del rilascio del codice amministrativo di riscontro risultino non
veritieri, si configura il tentativo di sottrazione del prodotto all’accertamento
dell’accisa, con l’applicazione delle conseguenti sanzioni penali. L’operatività
delle norme in esame è tuttavia subordinata all’emanazione delle
disposizioni secondarie di attuazione.
Come anticipato, la novella intende contrastare l’uso fraudolento di
taluni prodotti classificabili come oli lubrificanti, che sono invece
141
illecitamente venduti e utilizzati come carburanti per autotrazione o
combustibili per riscaldamento, allo scopo di evadere il pagamento
dell’accisa. Nella relazione governativa viene chiarito che tali miscelazioni e
impiego irregolare consentono di eludere le disposizioni UE che impongono
vincoli specifici per la movimentazione tra gli Stati membri dei prodotti da
impiegare nella carburazione o nella combustione per riscaldamento (la cui
circolazione può avvenire - a differenza di quella prevista per gli oli
lubrificanti non destinati a usi di combustione e carburazione - soltanto tra
soggetti abilitati, a seguito dell’emissione di uno specifico documento fornito
dal sistema telematico doganale).
Avuto particolare riguardo all'attribuzione di un codice amministrativo
di riscontro, lo stesso dovrà essere richiesto telematicamente all’Agenzia
delle dogane e monopoli non prima delle 48 ore precedenti all’introduzione
dei prodotti nel territorio nazionale e, comunque, almeno 12 ore prima
dell’introduzione. L’obbligo di richiesta del codice è posto in capo: a) al
soggetto che ne effettua la prima immissione in consumo, se gli oli
lubrificanti provengono da un altro Stato membro dell’Unione europea e
sono destinati ad essere immessi in consumo nel territorio nazionale; b) al
mittente dei prodotti stessi, se provengono da un altro Stato membro
dell’Unione europea e non sono destinati ad essere immessi in consumo nel
territorio nazionale.
Infine, l’articolo 7, comma 1, lettera b) del provvedimento in esame
integra l’articolo 40 del TUA, che disciplina le fattispecie penali di sottrazione
all'accertamento o al pagamento dell'accisa sui prodotti energetici, inserendo
un periodo alla fine del comma 3. Per effetto delle modifiche si configura il
tentativo di sottrazione del prodotto all’accertamento dell’accisa anche nelle
seguenti ipotesi: a) i prodotti lubrificanti in transito non sono stati presentati
all’Ufficio delle dogane di uscita; b) i dati inseriti ai fini del rilascio del codice
142
amministrativo di riscontro risultano non veritieri. Si ricorda che l’articolo 40
TUA punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa dal
doppio al decuplo dell'imposta evasa, non inferiore in ogni caso a 7.746 euro,
chiunque sottrae con qualsiasi mezzo i prodotti energetici, compreso il gas
naturale, all'accertamento o al pagamento dell'accisa. Il tentativo è punito con
la stessa pena prevista per il reato consumato.
Sul piano investigativo, si evidenzia altresì che il successivo comma 2
del provvedimento in esame prevede che i dati relativi alla circolazione degli
oli lubrificanti e di altri specifici prodotti di cui al nuovo articolo 7-bis TUA
siano resi accessibili, con modalità da indicare nel decreto attuativo, anche
alla Guardia di finanza al fine dello svolgimento dei controlli di competenza.
3. Considerazioni conclusive
Ci sono sei miliardi di ragioni se tra le priorità nella lotta all’evasione
fiscale in questa manovra economica è stata indicata la lotta alle frodi sui
carburanti. Le ultime stime sul fenomeno dicono che dal 10 al 20% del
prodotto movimentato in Italia corra ormai sul mercato illegale e parallelo,
sottraendo all’Erario 6 miliardi, in buona parte attraverso frodi sull’Iva. Il
giro d’affari è vorticoso e le organizzazioni che si sono inserite mettono sotto
schiaffo gli operatori onesti, anche con minacce dirette. Spesso riescono
a rilevare l’intera filiera, dal deposito alla pompa, per rendere più difficili i
controlli. Quando vengono scoperte, i responsabili spariscono perché
utilizzano società-cartiera intestate prestanome.
ll Decreto fiscale è intervenuto con una serie di importanti novità in
materia di accise ed IVA sui carburanti destinati all’autotrazione, tutte
fondamentalmente rivolte ad un deciso irrigidimento di un sistema che è
pervaso da fenomeni fraudolenti che il legislatore da tempo tenta di arginare.
Con le novità appena passate in rassegna, vengono ristretti i termini per la
143
circolazione delle merci in sospensione e ad accisa assolta, è istituito un
nuovo speciale regime per gli oli lubrificanti, mentre i depositi fiscali e
commerciali sono destinatari di particolari strette in termini di certificazione
dei requisiti di affidabilità oggettiva e soggettiva. Sul lato IVA, poi, il
legislatore rettifica alcune disfunzioni della legge n. 205/2017 sul pagamento
anticipato dell’imposta per i carburanti in estrazione da un deposito fiscale o
da quello di un destinatario registrato, al contempo eliminando le lettere di
intento per il settore, che si assume essere, ad oggi, la fonte primaria delle
attività evasive in materia di IVA.
Con l’art. 6 il Decreto fiscale ha infatti innovato, ancora, la previgente
legge n. 205/2017 (Legge di bilancio 2018), introducendo il comma 941-bis ed
il comma 941-ter, con cui ha dato esecuzione ad un’istanza, da più parti
rappresentata, finalizzata ad arginare la proliferazione di lettere
d’intento ideologicamente false che, malgrado le misure amministrative di
gestione e di controllo adottate nell’ultimo triennio, continuavano ad essere
uno strumento di abuso per l’evasione dell’IVA. Le lettere di intento infatti,
in quanto dichiarazioni che consentivano all’esportatore abituale -
strutturalmente a credito IVA - di acquistare merci in esenzione da imposta,
rappresentavano uno strumento abusato con cui veniva elusa l’imposta e
sono ora radicalmente escluse dal sistema: in sostanza, la loro emissione,
salva la deroga di cui si dirà, non è più possibile per le benzine ed il gasolio
destinati all’autotrazione.
La norma, tuttavia, nell’intento di garantire gli interessi di tutte le parti,
ha concesso - come cennato - un’ultima eccezione al divieto: possono infatti
essere emesse lettere di intento da parte di imprese che esercitano l’attività di
autotrasporto di cose e persone (così come elencate all’art. 24-ter T.U. Accise),
che acquistino il prodotto per l’esercizio dell’attività di impresa, purché tale
acquisto sia effettuato presso depositi commerciali, ossia presso operatori
144
non qualificabili come soggetti obbligati ai fini delle accise (depositi
fiscali ex art. 23 TUA o destinatari registrati ex art. 8 TUA) o che stoccano
prodotto presso tali soggetti obbligati, come i c.d. traders.
Obiettivamente, la norma in questione introduce una stretta molto
rilevante, riducendo drasticamente il numero di dichiarazioni di intento
emettibili ed il novero di soggetti che possono procedere con tale pratica.
Sul lato attivo, infatti, l’Erario sceglie di compiere un salto rilevante,
assicurandosi l’accisa e l’IVA, anzitutto, da parte di depositi dai quali il
prodotto è immesso in consumo, con evidente beneficio di cassa poiché
questi soggetti devono ora vendere comunque con IVA e, si assume, versarla;
sul lato passivo, invece, la scelta è nel senso di concentrare l’ipotesi di non
imponibilità solo per le forniture effettuate in favore di imprese di trasporto
internazionale, che potrebbero maturare un credito IVA strutturale per i
servizi non imponibili effettuati ai sensi dell’art. 9 Decreto IVA.
E' al contempo evidente che per fronteggiare in modo sempre più
incisivo il fenomeno delle frodi carosello, sul piano giudiziario occorrerà
prestare sempre maggiore attenzione alle sue implicazioni estere ed alle
ramificazioni create oltre confine dalle organizzazioni criminali che ne sono
gli attori.
Le convergenti esperienze investigative sinora maturate, non solo a
livello nazionale, ma altresì in questo Distretto, inducono a temere che anche
le società fornitrici estere, depositanti presso i depositi fiscali oltre confine,
siano spesso state create ad hoc, rappresentate da prestanome e, di fatto,
riconducibili alle organizzazioni criminali.
Per tale ordine di ragioni, qualora dalle indagini svolte dovesse
emergere, anche su di un piano ancora solo indiziario, il coinvolgimento
attivo, nel meccanismo fraudolento, di un deposito o altro operatore estero
della filiera, l’indagine acquista inevitabilmente il connotato della
145
“transnazionalità”, previsto dalla legge 16 marzo 2006 n. 146, rubricata
“Ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni
Unite contro il crimine organizzato transnazionale, adottati dall'Assemblea
generale il 15 novembre 2000 ed il 31 maggio 2001”, definito a mente del
relativo articolo 3, secondo il quale:
“… si considera reato transnazionale il reato punito con la pena della
reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo
criminale organizzato, nonché: a) sia commesso in più di uno Stato; b) ovvero sia
commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale della sua preparazione,
pianificazione, direzione o controllo avvenga in un altro Stato; c) ovvero sia
commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato un gruppo criminale organizzato
impegnato in attività criminali in più di uno Stato; d) ovvero sia commesso in uno
Stato ma abbia effetti sostanziali in un altro Stato…”
In questo frangente diviene quindi imprescindibile avviare tutti gli
strumenti di cooperazione internazionale, sia di polizia che giudiziaria, utili
ad acquisire, per via ufficiale, elementi di riscontro al costruendo impianto
probatorio.
Con specifico riguardo a quest'ultimo, laddove dovesse rendersi
necessario ed urgente acquisire all’estero elementi probatori giudizialmente
rilevanti, utili per corroborare il quadro investigativo, si dovrà ricorrere agli
strumenti di cooperazione giudiziaria internazionale, recentemente rivisitati
grazie all’introduzione nell’Ordinamento Nazionale di una serie di novelle
normative conseguenti al mutato orientamento del Legislatore europeo di
snellirne il ricorso e valorizzarne la funzione.
Ed è proprio per tali ragioni che, in via di conclusione, si ritiene
proficuo ed opportuno riepilogarne gli estremi.
• “Convenzione basata sull'articolo K3 del Trattato sull'Unione
europea, relativa alla mutua assistenza ed alla cooperazione tra le
146
Amministrazioni doganali”, c.d. “Napoli 2” - fatta a Bruxelles il 18 dicembre
1997 e ratificata dall’Italia con Legge 30 dicembre 2008, nr. 217, utile ad
acquisire (nelle forme dell’art.10 della Convenzione), per i reati doganali e nel
comparto delle accise, tutti gli elementi documentali afferenti a ciascuna
movimentazione di merce (fatture, lettere di vettura/documenti di trasporto,
ordini, conferme d’ordine, pagamenti, etc.), dai quali rilevare gli effettivi
proprietari e destinatari.
In base all’art. 14 della Convenzione, il materiale acquisito è utilizzabile
in sede processuale. Laddove se ne ravvisi l’opportunità la Autorità
richiedente – previo consenso di quelle richieste – potrebbe anche partecipare
- in base alle previsioni dell’art. 10, comma 3, della Convenzione – alle
operazioni in territorio estero.
• Ordine di Indagine Europeo – OIE (c.d. “European Investigation
Order – EIO), introdotto nel nostro Ordinamento dal D.Lgs. n. 108/2017, di
attuazione della Direttiva 2014/41/UE del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 3 aprile 2014 o, per i Paesi Europei che non vi hanno aderito o
quelli genericamente ExtraUE, la Rogatoria Internazionale.
L’OIE rappresenta la migliore innovazione nella cooperazione
giudiziaria europea. Tramite il suo invio è possibile richiedere l’esecuzione di
perquisizioni, l’acquisizione di documenti fiscali/contabili, l’escussione di
persone informate sui fatti a sommarie informazioni, l’invio di informazioni
su rapporti bancari/finanziari e financo, se necessario, intercettazioni
telefoniche et alia, nonché, richiedere di partecipare alle operazioni in
territorio estero.
L’OIE è attivabile direttamente dalla Procura della Repubblica
inquirente con spedizione di copia tradotta al competente Ufficio giudiziario
147
estero, da individuarsi mediante consultazione del sito “European Judicial
Network”, applicativo ATLAS.
• Intervento di EUROJUST.
Nei casi più articolati, ove ad essere coinvolti siano almeno due Stati
membri dell’Unione europea o un Paese terzo, ed alla frode IVA si
aggiungano ipotesi di violazioni alla normativa sulle accise, di
riciclaggio/autoriciclaggio ovvero di ricettazione aut alia, il Procuratore della
Repubblica che procede dovrà informare, ai sensi dell’art. 7, comma 3, della
Legge 41/05, EUROJUST, l’Ufficio europeo istituito nel 2002 per sostenere e
rafforzare il coordinamento e la cooperazione tra le Autorità nazionali nella
lotta contro le forme gravi di criminalità transnazionale che interessano
l'Unione europea.
L’Organo Sovranazionale, ricevuta la richiesta, assegnerà al caso un
numero (che dovrà essere, poi, sempre indicato in ogni successiva
comunicazione/attività) e, in tempi brevissimi (previ, di norma, contatti tra il
Magistrato di collegamento ed il Pubblico Ministero ovvero tra la Polizia
giudiziaria ed uno degli Esperti Nazionali Distaccati – END: c.d. “Seconded
National Expert – SNE”, al momento tre, uno per ogni Forza di Polizia), potrà:
indire riunioni di coordinamento (c.d. “coordination meeting”) presso la sede
de L’Aja con i Magistrati di collegamento residenti (c.d. “national members”)
dei Paesi interessati, e almeno un rappresentante dell’Autorità Giudiziaria
e della Forza di Polizia di ciascuno dei Paesi interessati (per i quali sostiene
le spese di viaggio a/r ed un pernottamento);
costituire un centro di coordinamento (c.d. “coordination center”), presso la
propria sala operativa de L’Aja per il coordinamento di operazioni di
ricerca che necessitino della contestuale esecuzione in più Stati;
148
istituire, coordinare e finanziare una Squadra Investigativa Comune – SIC
(c.d. “Joint Investigation Team – JIT”), conseguenza di un contratto tra le
Autorità Giudiziarie interessate in cui si individuano, assieme agli obiettivi
di breve periodo, anche il Magistrato di riferimento di ogni Stato
interessato e le risorse umane delle rispettive Forze di Polizia, che - come
fossero parte di un’unica entità - investigheranno assieme senza ulteriori
vincoli rogatoriali.
• Certificato di “sequestro europeo”.
L’obiettivo cautelare, nel caso di soggetti con patrimonio estero potrà, in ogni caso, volgere all’ottenimento del sequestro europeo, eseguibile con la emissione, da parte del Giudice per le Indagini Preliminari che ha concesso la misura cautelare reale, di un “certificato”, a valenza unionale, sul modello previsto dall’art. 9 del D.Lgs. n. 35/2016, che ha recepito, nel nostro Ordinamento, la “decisione quadro 2003/577/GAI del Consiglio, del 22 luglio 2003, relativa all'esecuzione nell'Unione europea dei provvedimenti di blocco dei beni o di sequestro probatorio”.
FONTI:
Trieste, 21 gennaio 2020
Tabelle statistiche
Ministero della Giustizia – Direzione Generale di Analisi Statistica ed Organizzativa - Roma
ELABORAZIONE:
Ufficio Statistico della Corte d’Appello di Trieste - Dottor Gelindo Bergagna
- Basi dati DGSTAO (cubi - modelli trimestrali);
- DWGC (Datawarehouse della Giustizia civile);
- Registri informatici civili e penali in uso negli Uffici del Distretto (SICID, SIECID, PI, SICP, SIRIS, CONSOLLE)
PIANTA ORGANICA
Tav. 1
Tav. 2
Tav. 3
Tav. 4
Tav. 5
Tav. 6
Tav. 7
Tav. 8
Tav. 9
Tav. 10
Tav. 11
Tav. 12
Tav. 13
Tav. 14
Tav. 15
Tav. 16
Tav. 17
Tav. 18
Tav. 19
Tav. 20
Tav. 21
Tav. 22
Tav. 23
Tav. 24
Tav. 25
Tav. 26
Tav. 27
Tav. 28
Tav. 29
Tav. 30
Tav. 31
Tav. 32
Tav. 33
Tav. 34
Tav. 35
Tav. 36
Tav. 37 a)-b)
Tav. 38 a)-b)
Tav. 39 a)-b)
Tav. 40 a)-b)
Tav. 41
Tav. 42
Tav. 43
Andamento Amministrazioni di Sostegno Tribunale di GORIZIA
Andamento Amministrazioni di Sostegno Tribunale di TRIESTE
Andamento Amministrazioni di Sostegno Tribunale di PORDENONE
Andamento Amministrazioni di Sostegno Tribunale di UDINE
Dettaglio materia Tribunale di Gorizia - Contenzioso Civile: composizione percentuale della pendenza e durate per materia
Dettaglio materia Tribunale di Trieste - Contenzioso Civile: composizione percentuale della pendenza e durate per materia
Dettaglio materia Tribunale di Udine - Contenzioso Civile: composizione percentuale della pendenza e durate per materia
Andamento indicatori di durata Lavoro e Previdenza: Tribunali e Corte d'Appello
Andamento Procedimenti di Protezione Internazionale: Tribunale di TRIESTE
Andamento Lavoro e Previdenza: Tribunali e Corte d'Appello
Andamento Procedimenti di Protezione Internazionale: Corte d'Appello di TRIESTE
Procedimenti penali Collegiali definiti con sentenza di merito distinti per rito nei Tribunali ordinari nell'A.G. 2018/2019
Procedimenti contro NOTI definiti presso l'Ufficio GIP/GUP - per le principali modalità di definizione nell'A.G. 2018/2019
Procedimenti contro NOTI definiti presso la Procura della Repubblica per le principali modalità di definizione
Procedimenti penali definiti distinti per sede, tipo rito e classe di durata nei Tribunali Dibattimento nell'A.G. 2018/2019
Procedimenti penali definiti distinti per sede, tipo rito e classe di durata nei Tribunali Gip Gup nell'A.G. 2018/2019
Procedimenti penali definiti distinti per sede, tipo rito e classe di durata nelle Procure nell'A.G. 2018/2019
Procedimenti penali Monocratici definiti con sentenza di merito distinti per rito nei Tribunali ordinari nell'A.G. 2018/2019
Movimento Divorzi (01.07.18 - 30.06.19) - Tribunali e Corte d'Appello
Andamento Contenzioso Civile: Tribunali e Corte d'Appello
Dettaglio materia Tribunale di Pordenone - Contenzioso Civile: composizione percentuale della pendenza e durate per materia
TAVOLE PENALI
Procedimenti penali iscritti, definiti e pendenti nell'A.G. 2018/2019. Confronto con l'A.G. precedente e variazioni percentuali.
Procedimenti penali iscritti, definiti e pendenti nell'A.G. 2018/2019.
Andamento e durate materia Dibattimento Penale - Corte d'Appello di TRIESTE
Andamento indicatori di durata Contenzioso Civile: Tribunali e Corte d'Appello
Dettaglio materia Corte d'Appello di Trieste - Contenzioso Civile: composizione percentuale della pendenza e durate per materia
Procedimenti penali iscritti, definiti e pendenti nell'A.G. 2018/2019
Procedimenti penali iscritti, definiti e pendenti nell'A.G. 2018/2019. Sedi degli Uffici del Giudice di Pace per circondario
Procedimenti penali Iscritti nel Distretto nell'A.G. 2018/2019 distinti per sede
Andamento e distribuzione per Circondario dei procedimenti definiti per prescrizione negli ultimi 10 Anni Giudiziairi.
Incidenza dei procedimenti definiti per PRESCRIZIONE sul totale dei procedimenti A.G. 2018/2019.
Movimento Giudice Tutelare - Tribunali del Distretto
ORGANICO MAGISTRATI - UFFICI GIUDICANTI (copertura al 31.12.2019)
INDICE DELLE TAVOLE
Movimento Separazioni (01.07.18 - 30.06.19) - Tribunali e Corte d'Appello
ORGANICO MAGISTRATI - UFFICI REQUIRENTI (copertura al 31.12.2019)
ORGANICO PERSONALE AMMINISTRATIVO PER AREA - UFFICI GIUDICANTI (copertura al 31.12.2019)
ORGANICO PERSONALE AMMINISTRATIVO PER AREA - UFFICI REQUIRENTI (copertura al 31.12.2019)
TAVOLE CIVILI
Movimento Affari Contenziosi Civili (01.07.18 - 30.06.19) - Tribunali e Corte d'Appello
Movimento Affari Contenziosi Civili (01.07.18 - 30.06.19) - Uffici del Giudice di Pace ed Appello Giudice di Pace
Movimento Lavoro e Previdenza (01.07.18 - 30.06.19) - Tribunali e Corte d'Appello
Movimento Volontaria Giurisdizione (01.07.18 - 30.06.19) - Tribunali e Corte d'Appello
Movimento Procedimenti Speciali Sommari (01.07.18 - 30.06.19) - Tribunali
Movimento Giudice Tutelare (01.07.18 - 30.06.19) - Tribunali
Tipologia ufficio PresidentiPresidenti di
Sezione*
Consiglieri, Giudici e
Magistrati di sorveglianza
Totale giudici togati
Giudici ausiliari ed
onorari *
Corte d'Appello di Trieste 1 su 1 3 su 4 16 su 17 20 su 22 4 su 6
Tribunale Minorenni 1 su 1 4 su 4 5 su 5
Tribunali e Uffici Sorveglianza 1 su 1 4 su 5 5 su 6
Tribunale di GORIZIA 1 su 1 10 su 11 11 su 12 5 su 7
Tribunale di PORDENONE 1 su 1 1 su 1 17 su 18 19 su 20 6 su 9
Tribunale di TRIESTE 1 su 1 3 su 4 21 su 22 25 su 27 12 su 13
Tribunale di UDINE 1 su 1 3 su 3 30 su 32 34 su 36 11 su 18
Totale Distretto Giudicanti 7 su 7 10 su 12 102 su 109 119 su 128 38 su 53
Consiglieri, Totale Giudici
TAV. 1: ORGANICO PERSONALE TOGATO E NON TOGATO UFFICI GIUDICANTICopertura al 31.12.2019 in valori assoluti per Ufficio e Qualifica
Copertura per qualifica giudici togati copertura non togati
Scopertura in valori percentuali
7 10
102
712
109
10
0%
83
%
94
%
75%
80%
85%
90%
95%
100%
0
20
40
60
80
100
120
Presidenti Presidenti di Sezione* Consiglieri, Giudici e
Magistrati di
sorveglianza
3853
72
%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
0
20
40
60
80
100
120
Giudici
ausiliari ed
onorari*
Tipologia ufficio PresidentiPresidenti di
Sezione*
Consiglieri, Giudici e
Magistrati di sorveglianza
Totale giudici togati
Giudici ausiliari e
onorari
Corte d'Appello di Trieste 0% 25% 6% 9% 33%
Tribunale Minorenni 0% 0% 0%Tribunali e Uffici Sorveglianza 0% 0% 0%Tribunale di GORIZIA 0% 9% 8% 29%
Tribunale di PORDENONE 0% 0% 6% 5% 33%
Tribunale di TRIESTE 0% 25% 5% 7% 8%
Tribunale di UDINE 0% 0% 6% 6% 39%
Totale Distretto Giudicanti 0% 20% 6% 7% 28%
* La voce 'Presidenti di Sezione' comprende i Presidenti di Sezione, i Presidenti di Sezione GIP e i Presidenti di Sezione Gip Aggiunti.La voce 'Giudici ausiliari e togati' comprende i Giudici ausiliari di Corte d'Appello ed i Giudici onorari di Tribunale (GOT).
Copertura magistrati togati e componenti non togati per Ufficio
20
5 5
11
19
25
34
22
5 6
12
20
27
36
6 79
13
18
67
%
71
%
67
%
92
%
61
%
91
%
10
0%
83
% 92
%
95
%
93
%
94
%
75%
80%
85%
90%
95%
100%
105%
0
10
20
30
40
Corte
Appello
Trib Minori Trib e Uff
Sorv
Trib GO Trib PN Trib TS Trib UD
TOGATI
NON TOGATI
La voce 'Giudici ausiliari e togati' comprende i Giudici ausiliari di Corte d'Appello ed i Giudici onorari di Tribunale (GOT).
Tipologia ufficio Procuratore Generale
Avvocato Generale
Procuratore della
Repubblica
Sostituto Procuratore
Generale
Procuratore Aggiunto
Sostituto Procuratore
Totale requirenti
Procura Generale di Trieste 1 su 1 1 su 1 3 su 4 5 su 6
Procura per i Minorenni di Trieste 1 su 1 2 su 2 3 su 3
Procura di Gorizia 1 su 1 5 su 5 6 su 6
Procura di Pordenone 1 su 1 6 su 7 7 su 8
Procura di Trieste 1 su 1 10 su 10 11 su 11
Procura di Udine 1 su 1 1 su 1 14 su 14 16 su 16
Totale Distretto Requirenti 1 su 1 1 su 1 5 su 5 3 su 4 1 su 1 37 su 38 48 su 50
TAV. 2: ORGANICO PERSONALE DI MAGISTRATURA UFFICI REQUIRENTICopertura al 31.12.2019 in valori assoluti per Ufficio e Qualifica
Copertura per qualifica
1 1
53
1
37
1 1
5 41
38
10
0%
10
0%
10
0%
75
%
10
0%
97
%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
120%
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Procuratore
Generale
Avvocato
Generale
Procuratore della
Repubblica
Sostituto
Procuratore
Generale
Procuratore
Aggiunto
Sostituto
Procuratore
Tipologia ufficio Procuratore Generale
Avvocato Generale
Procuratore della
Repubblica
Sostituto Procuratore
Generale
Procuratore Aggiunto
Sostituto Procuratore
Totale requirenti
Procura Generale di Trieste 0% 0% 25% 17%Procura per i Minorenni di Trieste 0% 0% 0%Procura di Gorizia 0% 0% 0%Procura di Pordenone 0% 14% 13%Procura di Trieste 0% 0% 0%Procura di Udine 0% 0% 0% 0%Totale Distretto Requirenti 0% 0% 0% 25% 0% 3% 4%
Scopertura in valori percentuali
Copertura per Ufficio
5
3
67
11
16
6
3
6
8
11
16
83
%
10
0%
10
0% 8
8% 1
00
%
10
0%
75%
80%
85%
90%
95%
100%
105%
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
Procura Generale
di Trieste
Procura per i
Minorenni di
Trieste
Procura di Gorizia Procura di
Pordenone
Procura di Trieste Procura di Udine
Tipologia ufficio Dir.
Amm. Funz.* Cancell.* Assist. Operat.
Conduc. Aut.
AusilTutte le
qualifiche **
Corte d'Appello di Trieste 1 su 3 13 su 19 5 su 8 11 su 13 10 su 13 2 su 2 4 su 7 47 su 63
Tribunale Minorenni 1 su 2 2 su 4 3 su 4 6 su 5 1 su 1 2 su 2 1 su 1 16 su 18
Tribunali e Uffici Sorveglianza 2 su 3 3 su 7 3 su 3 5 su 5 2 su 2 3 su 3 3 su 3 21 su 25
Tribunale di GORIZIA 4 su 3 4 su 9 5 su 6 9 su 10 3 su 3 1 su 2 3 su 5 31 su 36
Tribunale di PORDENONE 2 su 3 5 su 16 8 su 12 20 su 21 8 su 7 1 su 3 4 su 8 49 su 68
Tribunale di TRIESTE 1 su 4 11 su 21 7 su 10 33 su 32 7 su 10 1 su 3 5 su 10 65 su 86
Tribunale di UDINE 5 su 10 16 su 33 14 su 20 28 su 30 19 su 19 3 su 3 9 su 11 97 su 125
Uffici Giudice di Pace 1 su 2 3 su 5 2 su 8 13 su 14 6 su 8 0 su 0 10 su 7 35 su 41
Totale Distretto Giudicanti 17 su 30 57 su 114 47 su 71 125 su 130 56 su 63 13 su 18 39 su 52 361 su 462
Tipologia ufficio Dir.
Funz.* Cancell.* Assist. Operat. Conduc.
AusilTutte le
TAV. 3: ORGANICO PERSONALE AMMINISTRATIVO UFFICI GIUDICANTICopertura al 31.12.2019 in valori assoluti per Ufficio e Qualifica
Scopertura in valori percentuali
Copertura al 31.12.2019 per qualifica
17
5747
125
56
13
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Direttori Funzionari Cancellieri Assistenti Operatori Conducenti Ausiliari
Tipologia ufficio Dir.
Amm. Funz.* Cancell.* Assist. Operat.
Conduc. Aut.
AusilTutte le
qualifiche **
Corte d'Appello di Trieste 67% 32% 38% 15% 23% 0% 43% 25%Tribunale Minorenni 50% 50% 25% -20% 0% 0% 0% 11%Tribunali e Uffici Sorveglianza 33% 57% 0% 0% 0% 0% 0% 16%Tribunale di GORIZIA -33% 56% 17% 10% 0% 50% 40% 14%Tribunale di PORDENONE 33% 69% 33% 5% -14% 67% 50% 28%Tribunale di TRIESTE 75% 48% 30% -3% 30% 67% 50% 24%Tribunale di UDINE 50% 52% 30% 7% 0% 0% 18% 22%Uffici Giudice di Pace 50% 40% 75% 7% 25% -43% 15%
Totale Distretto Giudicanti 43% 50% 34% 4% 11% 28% 25% 22%
** A seguito del DM 14/02/2018 è stata ampliato il ruolo organico dell'assistente giudiziario mediante riduzione di altri profili professionali della seconda area non individuati specificatamente. Pertanto il totale della pianta organica deve ancora far riferimento al DM pubblicato su B.U. del 31/7/2015.
Copertura per Ufficio
* La voce "Funz." comprende tutti i Funzionari, siano essi Giudiziari, Contabili, Lingusitici o Statistici. La voce "Canc." comprende oltre ai Cancellieri in senso stretto anche i Contabili di seconda fascia.
47
1621
31
49
65
97
35
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Corte Appello Trib Minori Sorveglianza Trib GO Trib PN Trib TS Trib UD GDP Distretto
individuati specificatamente. Pertanto il totale della pianta organica deve ancora far riferimento al DM pubblicato su B.U. del 31/7/2015. La copertura totale si riferisce quindi al ruolo del 31/07/2015, che a causa di quanto sopra non corrisponde alla somma delle dotazioni delle singole qualifiche.
Tipologia ufficio Dir.
Amm. Funz.* Cancell.* Assist. Operat.
Conduc. Aut.
AusilTutte le
qualifiche **
Procura Generale di Trieste 2 su 2 3 su 4 3 su 5 6 su 4 2 su 2 2 su 2 2 su 4 20 su 23
Procura per i Minorenni di Trieste 0 su 1 2 su 3 1 su 2 2 su 2 1 su 1 2 su 2 0 su 2 8 su 13
Procura di Gorizia 0 su 3 0 su 4 4 su 4 3 su 4 5 su 6 4 su 4 3 su 3 19 su 27
Procura di Pordenone 3 su 2 2 su 5 1 su 4 5 su 6 6 su 7 2 su 4 3 su 3 22 su 30
Procura di Trieste 2 su 4 5 su 7 6 su 12 9 su 9 9 su 13 3 su 5 5 su 8 39 su 56
Procura di Udine 1 su 3 8 su 12 10 su 13 11 su 12 12 su 20 3 su 5 6 su 9 51 su 73
Totale Distretto Requirenti 8 su 15 20 su 35 25 su 40 36 su 37 35 su 49 16 su 22 19 su 29 159 su 222
TAV. 4: ORGANICO PERSONALE AMMINISTRATIVO UFFICI REQUIRENTI4Copertura al 31.12.2019 in valori assoluti per Ufficio e Qualifica
Copertura al 31.12.2019 per qualifica
Scopertura in valori percentuali
8
20
25
36 35
16 19
15
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4037
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Direttori Funzionari Cancellieri Assistenti Operatori Conducenti Ausiliari
Tipologia ufficio Dir.
Amm. Funz.* Cancell.* Assist. Operat.
Conduc. Aut.
AusilTutte le
qualifiche **
Procura Generale di Trieste 0% 25% 40% -50% 0% 0% 50% 13%Procura per i Minorenni di Trieste 100% 33% 50% 0% 0% 0% 100% 38%Procura di Gorizia 100% 100% 0% 25% 17% 0% 0% 30%Procura di Pordenone -50% 60% 75% 17% 14% 50% 0% 27%Procura di Trieste 50% 29% 50% 0% 31% 40% 38% 30%Procura di Udine 67% 33% 23% 8% 40% 40% 33% 30%Totale Distretto Requirenti 47% 43% 38% 3% 29% 27% 34% 28%
** A seguito del DM 14/02/2018 è stata ampliato il ruolo organico dell'assistente giudiziario mediante riduzione di altri profili professionali della seconda area non individuati specificatamente. Pertanto il totale della pianta organica deve ancora far riferimento al DM pubblicato su B.U. del 31/7/2015. La copertura totale si riferisce quindi al ruolo del 31/07/2015, che a causa di quanto sopra non corrisponde alla somma delle dotazioni delle singole qualifiche.
Scopertura in valori percentuali
Copertura per Ufficio
* La voce "Funz." comprende tutti i Funzionari, siano essi Giudiziari, Contabili, Lingusitici o Statistici. La voce "Canc." comprende oltre ai Cancellieri in senso stretto anche i Contabili di seconda fascia.
20
8
1922
39
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23
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2730
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30
40
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60
70
80
Procura Generale Procura Minorenni Procura Gorizia Procura Pordenone Procura Trieste Procura Udine
La copertura totale si riferisce quindi al ruolo del 31/07/2015, che a causa di quanto sopra non corrisponde alla somma delle dotazioni delle singole qualifiche.
Uffici Giudicanti Pendenti iniziali Iscritti Definiti Pendenti finaliTribunale di GORIZIA 1.068 690 866 892Tribunale di PORDENONE 2.389 1.643 1.964 2.068Tribunale di TRIESTE* 3.229 3.507 2.283 4.453Tribunale di UDINE 2.555 2.554 2.845 2.264
Totale Tribunali 9.241 8.394 7.958 9.677Corte d'Appello di TRIESTE* 1.293 774 1.002 1.065
Percentuale Appello 10% (Iscr. in Corte d'Appello su tot. definiti Tribunale)
Tav. 5 - Movimento Affari Civili Contenziosi (01.07.18 - 30.06.19)Tribunali e Corte d'Appello
Fonte dati: DWGC Ministero Giustizia, aggiornamento del 09/09/2019. * Il dato del Contenzioso per Trieste comprende anche i procedimenti della Sezione Immigrazione.
Tav. 6 - Movimento Civile (01.07.18 - 30.06.19)
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
Tribunale di GORIZIA Tribunale di PORDENONE
Tribunale di TRIESTE* Tribunale di UDINE Corte d'Appello di TRIESTE*
Iscritti
Definiti
Pendenti finali
Uffici Giudice di pace per Circondario
Pendenti iniziali Iscritti Definiti Pendenti finali
Giudice di Pace GORIZIA 246 1037 1059 224Giudice di Pace PORDENONE 2.251 2371 2367 2255Giudice di Pace TRIESTE 992 2341 2387 946Giudici di Pace UDINE (Circ.*) 2.859 3809 3763 2905
Totale Giudici di Pace 6.348 9.558 9.576 6.330Appello GDP (Trib. Distretto) 232 129 162 199
Percentuale Appello Gdp 1% (Iscr. Appello GdP in Tribunale su tot. definiti GdP)
Tav. 6 - Movimento Civile (01.07.18 - 30.06.19)Uffici del Giudice di Pace ed Appello Gdp
Fonte: Cubi DGSTAO Ministero della Giustizia per movimento Giudice di Pace, basi dati SICID dei Tribunali del Distretto per Appello Giudice di Pace (di competenza della sede Tribunale presso cui insiste il Giudice di Pace).* Il Circondario di Udine comprende gli Uffici del Giudice di Pace di Udine, Tolmezzo e Gemona del Friuli.
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
Giudice di Pace GORIZIA
Giudice di Pace PORDENONE
Giudice di Pace TRIESTE
Giudici di Pace UDINE (Circ.*)
Appello GDP (Trib. Distretto)
Iscritti Definiti Pendenti finali
Uffici Giudicanti Pendenti iniziali Iscritti Definiti Pendenti finaliTribunale di GORIZIA 183 555 494 244Tribunale di PORDENONE 381 555 619 317Tribunale di TRIESTE 227 666 744 149Tribunale di UDINE 526 814 911 429
Totale Tribunali 1.317 2.590 2.768 1.139
Corte d'Appello di TRIESTE 256 237 291 202
Percentuale appello LavPrev 9% (Iscr. In Appello su tot. definiti Tribunale)
Tav. 8 - Movimento Procedimenti Speciali Sommari (01.07.18 - 30.06.19)
Tav. 7 - Movimento Lavoro e Previdenza (01.07.18 - 30.06.19)Tribunali e Corte d'Appello
Fonte dati: DWGC Ministero Giustizia, aggiornamento del 09/09/2019.
0
200
400
600
800
1000
Tribunale di GORIZIA Tribunale di PORDENONE
Tribunale di TRIESTE Tribunale di UDINE Corte d'Appello di TRIESTE
MOVIMENTO LAVORO E PREVIDENZA
IscrittiDefinitiPendenti finali
Uffici Giudicanti Pendenti iniziali Iscritti Definiti Pendenti finali
Tribunale di GORIZIA 71 728 746 53Tribunale di PORDENONE 209 1858 1874 193Tribunale di TRIESTE 258 1631 1654 235Tribunale di UDINE 236 2541 2556 221
Totale Tribunali 774 6.758 6.830 702
Tav. 8 - Movimento Procedimenti Speciali Sommari (01.07.18 - 30.06.19)
Fonte dati: DWGC Ministero Giustizia, aggiornamento del 09/09/2019.
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
Tribunale di GORIZIA Tribunale di PORDENONE Tribunale di TRIESTE Tribunale di UDINE
MOVIMENTO SPECIALI SOMMARI
Iscritti
Definiti
Pendenti finali
Uffici Giudicanti Pendenti iniziali Iscritti Definiti Pendenti finaliTribunale di GORIZIA 266 1897 1870 293Tribunale di PORDENONE 287 1544 1530 301Tribunale di TRIESTE 875 3430 3365 940Tribunale di UDINE 651 2444 2478 617
Totale Tribunali 2.079 9.315 9.243 2.151
Corte d'Appello di TRIESTE 44 158 146 56
Percentuale appello VolGiur 2% (Iscr. In Appello su tot. definiti Tribunale)
Tav. 9 - Movimento Volontaria Giurisdizione (01.07.18 - 30.06.19)Tribunali e Corte d'Appello
Fonte dati: DWGC Ministero Giustizia, aggiornamento del 09/09/2019.
0500
1000150020002500300035004000
Tribunale di GORIZIA Tribunale di PORDENONE Tribunale di TRIESTE Tribunale di UDINE
MOVIMENTO VOLONTARIA GIURISDIZIONE
IscrittiDefinitiPendenti finali
Uffici Giudicanti Pendenti iniziali Iscritti Definiti Pendenti finali
Tribunale di GORIZIA 1197 339 338 1198Tribunale di PORDENONE 5437 1268 1636 5069Tribunale di TRIESTE 2654 657 654 2657Tribunale di UDINE 5694 1247 1656 5285
Totale Tribunali 14.982 3.511 4.284 14.209
Tav. 10 - Movimento Giudice Tutelare (01.07.18 - 30.06.19)
Fonte dati: DWGC Ministero Giustizia, aggiornamento del 09/09/2019.
Nota: dal movimento VG sono esclusi i dati del Giudice tutelare (riportati sotto) e le verbalizzazioni di dichiarazione giurata.
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
Tribunale di GORIZIA Tribunale di PORDENONE Tribunale di TRIESTE Tribunale di UDINE
MOVIMENTO GIUDICE TUTELARE
Iscritti
Definiti
Pendenti finali
Uffici Giudicanti Iscritti di cui giudiziali Definiti di cui
giudizialiPendenti
finalidi cui
giudiziali
Tribunale di GORIZIA 196 52 (27%) 192 59 (31%) 107 81 (76%)
Tribunale di PORDENONE 367 203 (55%) 337 192 (57%) 180 113 (63%)
Tribunale di TRIESTE 333 138 (41%) 369 170 (46%) 157 112 (71%)
Tribunale di UDINE 702 251 (36%) 644 267 (41%) 347 210 (61%)
Totale Tribunali 1.598 644 (40%) 1.542 688 (45%) 791 516 (65%)
Corte d'Appello di TRIESTE 23 20 (87%) 23 21 (91%) 8 6 (75%)
Percentuale appello Separaz 1% (Iscr. In Appello su Definiti in Tribunale)
Tav. 11 - Movimento Separazioni (01.07.18 - 30.06.19)Tribunali e C orte d'Appello
Fonte dati: DWGC Ministero Giustizia, aggiornamento del 09/09/2019.
0
100
200
300
400
500
600
700
800
Tribunale di GORIZIA Tribunale di PORDENONE Tribunale di TRIESTE Tribunale di UDINE
MOVIMENTO SEPARAZIONI
IscrittiDefinitiPendenti finali
Uffici Giudicanti Iscrittidi cui
contenziosi Definitidi cui
contenziosiPendenti
finalidi cui
contenziosi
Tribunale di GORIZIA 164 57 (35%) 174 64 (37%) 138 109 (79%)
Tribunale di PORDENONE 251 143 (57%) 296 169 (57%) 144 110 (76%)
Tribunale di TRIESTE 281 141 (50%) 331 172 (52%) 182 151 (83%)
Tribunale di UDINE 502 190 (38%) 532 238 (45%) 247 184 (74%)
Totale Tribunali 1.198 531 (44%) 1.333 643 (48%) 711 554 (78%)
Corte d'Appello di TRIESTE 28 18 (64%) 32 19 (59%) 11 8 (73%)Percentuale Appello Divorzi 2%
Tav. 12 - Movimento Divorzi (01.07.18 - 30.06.19)Tribunali e C orte d'Appello
Fonte dati: DWGC Ministero Giustizia, aggiornamento del 09/09/2019.
0
100
200
300
400
500
600
Tribunale di GORIZIA Tribunale di PORDENONE Tribunale di TRIESTE Tribunale di UDINE
MOVIMENTO DIVORZI
IscrittiDefinitiPendenti finali
Anno Giudiziario *
Iscr
itti
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initi
Pen
dent
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ali
Indi
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cam
bio
Indi
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Var
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one
perc
entu
ale
dei p
ende
nti
A.G.1112 3.668 3.965 4.470 1,08 0,47 -6%
A.G.1213 3.647 4.236 3.881 1,16 0,52 -13%
A.G.1314 3.415 3.824 3.472 1,12 0,52 -11%
A.G.1415 3.174 3.459 3.187 1,09 0,52 -8%
A.G.1516 3.210 3.037 3.360 0,95 0,47 5%
A.G.1617 2.912 3.303 2.969 1,13 0,53 -12%
A.G.1718 2.695 3.109 2.555 1,15 0,55 -14%
A.G.1819 2.554 2.845 2.264 1,11 0,56 -11%
Anno Giudiziario *
Iscr
itti
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initi
Pen
dent
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Indi
ce d
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Indi
ce d
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ento
Var
iazi
one
perc
entu
ale
dei p
ende
nti
A.G.1112 2.107 2.582 2.783 1,23 0,48 -15%
A.G.1213 2.071 2.127 2.727 1,03 0,44 -2%
Tav.13 -Andamento Affari Contenziosi Civili ultimi 8 Anni Giudiziari nel Distretto di Trieste
Tribunale di UDINE
Tribunale di PORDENONE
4.470
3.881 3.472 3.1873.360
2.969 2.5552.264
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000 Pendenti finali Iscritti Definiti
2.783 2.727 2.724 2.6492.968
2.799
2.3892.068
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
4.500
Pendenti finali Iscritti Definiti
A.G.1314 2.260 2.263 2.724 1,00 0,45 0%
A.G.1415 2.104 2.179 2.649 1,04 0,45 -3%
A.G.1516 2.102 1.783 2.968 0,85 0,38 12%
A.G.1617 1.927 2.096 2.799 1,09 0,43 -6%
A.G.1718 1.700 2.110 2.389 1,24 0,47 -15%
A.G.1819 1.643 1.964 2.068 1,20 0,49 -13%
Anno Giudiziario *
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Indi
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Var
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one
perc
entu
ale
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ende
nti
A.G.1112 912 1.146 1.845 1,26 0,38 -11%
A.G.1213 950 1.010 1.785 1,06 0,36 -3%
A.G.1314 840 976 1.649 1,16 0,37 -8%
A.G.1415 753 1.090 1.312 1,45 0,45 -20%
A.G.1516 872 905 1.279 1,04 0,41 -3%
A.G.1617 830 886 1.223 1,07 0,42 -4%
A.G.1718 714 869 1.068 1,22 0,45 -13%
A.G.1819 690 866 892 1,26 0,49 -16%
Tribunale di GORIZIA
* Il periodo di riferimento convenzionale per l'Anno Giudiziario è dal 1 luglio di un anno al 30 giugno dell'anno successivo.
Fonte dati: DWGC del Ministero Giustizia per il periodo 2015-2019. Per gli anni precedenti della serie sono stati utilizzati i dati estratti direttamente dai Registri
2.783 2.727 2.724 2.6492.968
2.799
2.3892.068
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
1.845 1.7851.649
1.312 1.279 1.2231.068
892
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2.000
Pendenti finali Iscritti Definiti
Fonte dati: DWGC del Ministero Giustizia per il periodo 2015-2019. Per gli anni precedenti della serie sono stati utilizzati i dati estratti direttamente dai Registri SICID del Distretto.
Anno Giudiziario *
Iscr
itti
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Indi
ce d
i sm
altim
ento
Var
iazi
one
perc
entu
ale
dei p
ende
nti
A.G.1112 2.122 2.227 2.681 1,05 0,45 -4%
A.G.1213 2.350 2.447 2.584 1,04 0,49 -4%
A.G.1314 2.153 2.375 2.362 1,10 0,50 -9%
A.G.1415 2.262 2.154 2.470 0,95 0,47 5%
A.G.1516 2.245 2.109 2.606 0,94 0,45 6%
A.G.1617 2.639 2.295 2.950 0,87 0,44 13%
A.G.1718 3.103 2.824 3.229 0,91 0,47 9%
A.G.1819 3.507 2.283 4.453 0,65 0,34 38%
Anno Giudiziario *
Iscr
itti
Def
initi
Pen
dent
i fin
ali
Indi
ce d
i ri
cam
bio
Indi
ce d
i sm
altim
ento
Var
iazi
one
perc
entu
ale
dei p
ende
nti
A.G.1112 934 1.055 1.668 1,13 0,39 -7%
A.G.1213 855 1.084 1.439 1,27 0,43 -14%
Tav.13 -Andamento Affari Contenziosi Civili ultimi 8 Anni Giudiziari nel Distretto di Trieste
Tribunale di TRIESTE (con procedimenti di protezione internazionale)
Corte d'Appello di TRIESTE (con procedimenti di protezione internazionale)
2.681 2.5842.362 2.470 2.606
2.9503.229
4.453
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
4.500
5.000
Pendenti finali Iscritti Definiti
1.668
1.4391.301
1.1451.252
1.048
1.293
1.065
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800Pendenti finali Iscritti Definiti
A.G.1314 795 933 1.301 1,17 0,42 -10%
A.G.1415 810 966 1.145 1,19 0,46 -12%
A.G.1516 910 803 1.252 0,88 0,39 9%
A.G.1617 832 1.036 1.048 1,25 0,50 -16%
A.G.1718 1.090 845 1.293 0,78 0,40 23%
A.G.1819 774 1.002 1.065 1,29 0,48 -18%
* Il periodo di riferimento convenzionale per l'Anno Giudiziario è dal 1 luglio di un anno al 30 giugno dell'anno successivo.
Fonte dati: DWGC del Ministero Giustizia per il periodo 2015-2019. Per gli anni precedenti della serie sono stati utilizzati i dati estratti direttamente dai Registri SICID
Per il settore Civile il focus è sull'andamento del Contenzioso, materia che costituisce il nocciolo del settore, sia in termini di
volume che di durata.
I grafici mostrano una chiara tendenza al calo delle pendenze per quasi tutti gli uffici fino all'anno 2014-2015.
La riduzione è dovuta principalmente alla diminuzione dei sopravvenuti per gli uffici di primo grado, ma anche ad un
accresciuto ritmo delle definzioni in taluni anni. Si veda ad esempio l'andamento della linea dei definiti (fucsia), superiore a
quella degli iscritti (blu) per diversi anni nel caso dei Tribunali di Gorizia e Udine nonchè della Corte d'Appello di Trieste.
Per Udine, Pordenone e Gorizia (grafici a sinistra) la tendenza alla contrazione dell'arretrato è tuttora in corso.
Per il Tribunale di Trieste, competente per la materia Protezione internazionale, vi è un forte rallentamento ed un aumento
delle pendenze, dovuto al notevole incremento delle richieste di concessione dello status di rifugiato negli ultimi anni.
La Corte d'Appello, non più comptetente in materia di Immigrazione, ha ripreso un ritmo in cui le definizioni sono superiori
alle sopravvenienze.
1.1451.048 1.065
0
200
400
600
800
1.000
1.200
Fonte dati: DWGC del Ministero Giustizia per il periodo 2015-2019. Per gli anni precedenti della serie sono stati utilizzati i dati estratti direttamente dai Registri SICID del Distretto.
Anno Giudiziario *
Durata procedimenti
definiti **
Età media procedimenti pendenti **
Num proc. pendenti >2
anni
Num proc. pendenti >3
anniNum proc. pendenti >2 anniNum proc. pendenti >3 anni
A.G.1112 519 428 535 235
A.G.1213 458 394 491 144
A.G.1314 394 360 442 165
A.G.1415 374 334 338 105
A.G.1516 348 330 355 101
A.G.1617 359 385 475 140
A.G.1718 386 394 427 129
A.G.1819 381 376 359 119
Anno Giudiziario *
Durata procedimenti
definiti **
Età media procedimenti pendenti **
Num proc. pendenti >2
anni
Num proc. pendenti >3
anni
A.G.1112 559 536 769 334
A.G.1213 557 482 673 262
Tav.14 - Contenzioso Civile Andamento indicatori di durata - Uffici del Distretto di Trieste
Tribunale di UDINE
Tribunale di PORDENONE
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1.000Num proc. pendenti >2 anni
Num proc. pendenti >3 anni
Età media procedimenti pendenti **
Durata procedimenti definiti **
500
600
700
800
900
1.000
A.G.1213 557 482 673 262
A.G.1314 478 436 574 253
A.G.1415 436 442 548 205
A.G.1516 427 464 670 257
A.G.1617 467 527 782 350
A.G.1718 543 546 725 336
A.G.1819 566 493 517 227
Anno Giudiziario *
Durata procedimenti
definiti
Età media procedimenti
pendenti
Num proc. pendenti >2
anni
Num proc. pendenti >3
anni
A.G.1112 916 830 822 551
A.G.1213 771 791 755 485
A.G.1314 709 826 707 465
A.G.1415 819 735 538 301
A.G.1516 603 683 441 287
A.G.1617 608 636 370 228
A.G.1718 639 604 328 127
A.G.1819 591 553 279 127
Tribunale di GORIZIA
* Il periodo di riferimento convenzionale per l'Anno Giudiziario è dal 1 luglio di un anno al 30 giugno dell'anno successivo.
** La durata della materia Contenzioso è qui calcolata al netto dei procedimenti speciali, i quali per loro natura si svolgono in tempi rapidi, abbassando di molto la durata media.
0
100
200
300
400
500
600
700
Num proc. pendenti >2 anni Num proc. pendenti >3 anni
Età media procedimenti pendenti ** Durata procedimenti definiti **
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1.000
Num proc. pendenti >2 anni
Num proc. pendenti >3 anni
Età media procedimenti pendenti
Durata procedimenti definiti
Fonte dati: Dati estratti da Pacchetto Ispettori - SICID in data 18/12/2019
Anno Giudiziario *
Durata procedimenti
definiti **
Età media procedimenti pendenti **
Num proc. pendenti >2
anni
Num proc. pendenti >3
anni
A.G.1112 537 449 590 251
A.G.1213 445 414 459 128
A.G.1314 390 399 411 136
A.G.1415 380 375 405 111
A.G.1516 353 391 445 174
A.G.1617 383 373 413 165
A.G.1718 379 337 420 154
A.G.1819 452 447 438 168
Anno Giudiziario *
Durata procedimenti
definiti
Età media procedimenti
pendenti
Num proc. pendenti >2
anni
Num proc. pendenti >3
anni
A.G.1112 755 438 384 87
A.G.1213 670 416 267 45
Tav.14 - Contenzioso Civile Andamento indicatori di durata - Uffici del Distretto di Trieste
Tribunale di TRIESTE (con procedimenti di protezione internazionale)
Corte d'Appello di TRIESTE - Andamento indicatori di durata Contenzioso civile
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1.000Num proc. pendenti >2 anni
Num proc. pendenti >3 anni
Età media procedimenti pendenti **
Durata procedimenti definiti **
500
600
700
800
900
1.000Num proc. pendenti >2 anniNum proc. pendenti >3 anniEtà media procedimenti pendentiDurata procedimenti definiti
A.G.1213 670 416 267 45
A.G.1314 585 417 282 31
A.G.1415 613 340 131 16
A.G.1516 532 333 131 20
A.G.1617 489 310 87 21
A.G.1718 465 285 80 21
A.G.1819 473 344 70 24
* Il periodo di riferimento convenzionale per l'Anno Giudiziario è dal 1 luglio di un anno al 30 giugno dell'anno successivo.
** La durata della materia Contenzioso è qui calcolata al netto dei procedimenti speciali, i quali per loro natura si sovlgono in tempi rapidi, abbassando di molto la durata media.
0
100
200
300
400
500
600
700
Giorni
LEGENDA.
I dati sono riportati per Anno Giudizario e vanno dal 1 luglio 2011 al 30 giugno 2019. Per AG112, ad esempio, si intende l'Anno Giudizario
2011-2012, ovvero il periodo dal 01/07/2012 al 30/06/2012. L'utilizzo della convenzione di considerare insieme i dati 'a cavallo' di due anni è
dovuto alla necessità di avere dei dati consolidati da presentare ad inizio anno, in occasione delle cerimonie inaugurali dell'Anno Giudiziario
presso gli uffici giudiziari.
Una breve descrizione degli indicatori di durata utilizzati:
1) durata dei procedimenti definiti: è data dalla effettiva misurazione del tempo intercorso tra la data di iscrizione e la data di definizione di
un procedimento;
2) Età media dei procedimenti pendenti: è data dai giorni intercorsi dalla data di iscrizione alla data osservazione. L'età media dei pendenti si
misura convenzionalmente a fine periodo (ad es. al 30/06/2012, al 30/06/2013 , etc. fino al 30/06/2019);
3) Procedimenti pendenti > 2 anni: semplicemente è il numero dei procedimenti pendenti da più di due anni alla data di osservazione, che è
sempre a fine periodo (ad es. per l'anno giudiziario 2018-2019 (AG1819) è il 30/06/2019).
4) Procedimenti pendenti > 2 anni: come l'indice precedente, però riferito ad una pendenza maggiore di 3 anni;
I grafici descrivono gli andamenti per il SETTORE CONTENZIOSO CIVILE dei suddetti indici di durata negli uffici di primo grado del Distretto
(Tribunali di GORIZIA, PORDENONE, TRIESTE ed UDINE) e nell'ufficio di secondo grado competente (Corte d'Appello TRIESTE).
Anche per le gli indicatori di durata si può dire che nel Distretto di Trieste vi sia una tendenza alla riduzione in corso negli ultimi anni.
Fonte dati: Dati estratti da Pacchetto Ispettori - SICID in data 18/12/2019
Ruolo AFFARI CIVILI CONTENZIOSI e AGRARIA Materia
Pendenti Inizio Sopravvenuti Definiti Pendenti FineDurata media in giorni
Agraria 1 3 2 2 102
Altri istituti e leggi speciali (Altri istituti cpc) 5 5 5 5 407
Altri istituti e leggi speciali di competenza di CdA primo grado 11 10 12 9 473
Altri istituti e leggi speciali in genere 6 4 6 4 335
Altri istituti e leggi speciali (Libro III cpc) 33 17 26 24 544
Altri istituti e leggi speciali (Tutela dei diritti) 18 15 11 22 608
Cause in materia minorile 0 2 1 1 145
Contratti Bancari 21 14 12 23 620
Contratti e obbligazioni varie 257 145 191 211 558
Contratti e obbligazioni varie (Contr. atipici) 96 66 55 107 612
Contratti e obbligazioni varie (Contr. d'opera) 77 61 53 85 583
Contratti e obbligazioni varie (Contr. libro II) 2 3 1 4 375
Controversie di diritto amministrativo 26 30 26 30 307
Diritti reali - possesso - trascrizioni 46 29 31 44 597
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Altro) 11 1 6 6 661
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Possesso/Divisione) 12 10 3 19 801
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Tutela diritti) 2 1 1 184
Diritto industriale - vecchio rito 3 5 5 3 405
Diritto societario - procedimenti ante d.l.vo n. 5/2003 11 13 9 15 656
Fallimento e procedure concorsuali 23 22 24 21 267
Famiglia 25 45 47 23 192
Locazione e comodato di immobile urbano - affitto di azienda 24 24 32 16 225
Persone giuridiche e diritto societario (Persone giuridiche) 1 1 0 442
Procedimenti cautelari davanti alla Corte di Appello 0 7 6 1 54
Responsabilita extracontrattuale 102 90 78 114 584
TAV. 15 - Corte d'Appello di Trieste - Contenzioso Civile Dettaglio per materia - Anno Giudiziario 2018/2019
Stato della persona e diritti della personalita 458 132 339 251 421
Successioni 22 21 19 24 667
Totale Contenzioso Civile Corte 1.293 774 1.002 1.065 473
I dati sono estratti dal sistema DWGC SICID, aggiornati al 09/09/2019.Fonte: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa
0 100 200 300 400 500 600 700 800 900
Procedimenti cautelari davanti alla Corte di Appello
Agraria
Cause in materia minorile
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Tutela diritti)
Famiglia
Locazione e comodato di immobile urbano - affitto di azienda
Fallimento e procedure concorsuali
Controversie di diritto amministrativo
Altri istituti e leggi speciali in genere
Contratti e obbligazioni varie (Contr. libro II)
Diritto industriale - vecchio rito
Altri istituti e leggi speciali (Altri istituti cpc)
Stato della persona e diritti della personalita
Persone giuridiche e diritto societario (Persone giuridiche)
Altri istituti e leggi speciali di competenza di CdA primo grado
Altri istituti e leggi speciali (Libro III cpc)
Contratti e obbligazioni varie
Contratti e obbligazioni varie (Contr. d'opera)
Responsabilita extracontrattuale
Diritti reali - possesso - trascrizioni
Altri istituti e leggi speciali (Tutela dei diritti)
Contratti e obbligazioni varie (Contr. atipici)
Contratti Bancari
Diritto societario - procedimenti ante d.l.vo n. 5/2003
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Altro)
Successioni
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Possesso/Divisione)
Durata media in giorni
La durata di un procedimento è calcolata dalla data
di iscrizione alla data di pubblicazione. I procedimenti
conteggiati sono ovviamente quelli definiti all'interno
del periodo considerato. Il dato è stato estratto da SICID
tramite l'applicativo PI (pacchetto Ispettori).
TAV. 15 - Corte d'Appello di Trieste - Contenzioso Civile Dettaglio per materia - Anno Giudiziario 2018/2019
Gruppi di materie Somma di Pendenti Inizio
Somma di Sopravvenuti
Somma di Definiti
Somma di Pendenti Fine
Durata media in giorni
Diritto d'Impresa, societario, fallimento 38 40 39 39 379Diritti Reali 71 40 41 70 611Famiglia (e Minori) 25 47 48 24 191Altri istituti e leggi speciali 74 54 62 66 496Altro (Successioni, Agararie, Controversie diritto amministrativo, Locazioni, Appello cautelari) 72 82 83 71 339Responsabilita extracontrattuale 102 90 78 114 584Stato della persona e diritti della personalita (Immigrazione) 458 132 339 251 421Contratti 453 289 312 430 573
Famiglia
2%
Diritto d'Impresa,
societario, fallimento
4%
Altri istituti e leggi
speciali
6%Diritti Reali
7%
Altro (Successioni,
Agararie, Controversie
diritto amministrativo,
Locazioni, Appello
cautelari)
Contratti
40%
Corte d'Appello di Trieste - Contenzioso Civile -
composizione percentuale della pendenza(al 30.06.2019)
cautelari)
7%Responsabilita
extracontrattuale
11%Stato della persona e
diritti della personalita
23%
Diritto d'Impresa, societario, fallimento
Diritti Reali
Famiglia (e Minori)
Altri istituti e leggi speciali
Altro (Successioni, Agararie, Controversie diritto amministrativo, Locazioni, Appello
cautelari)
Responsabilita extracontrattuale
Stato della persona e diritti della personalita (Immigrazione)
Contratti
0
100
200
300
400
500
600
700
Contenzioso Civile Corte d'Appello di TRIESTE - Grafico a superficie600-700
500-600
400-500
300-400
200-300
100-200
0-100
Il grafico riporta le variabili principali (sopravvenuti ,definiti, finali e
durata in giorni) in un unico spazio tridimensionale.
Si vede come la Sezione Immigrazione e la materia Contratti costituiscano
la parte più corposa del lavoro in termini numerici e di durata.
La durata è elevata anche per le materie diritto d'impresaa, diritti reali e
responsabilità extracontrattuale, seppur meno importanti in valore assoluto.
Ruolo AFFARI CIVILI CONTENZIOSI e AGRARIA Materia
Pendenti Inizio Sopravvenuti Definiti Pendenti FineDurata media in giorni
Agraria 1 1 0 167
Altri istituti e leggi speciali (Altri istituti cpc) 11 13 16 8 432
Altri istituti e leggi speciali (Diritto navigazione) 1 1 1 1 269
Altri istituti e leggi speciali in genere 24 18 19 23 439
Altri istituti e leggi speciali (Libro III cpc) 66 25 52 39 805
Altri istituti e leggi speciali (Tutela dei diritti) 10 4 7 7 469
Cause in materia minorile 2 2
Contratti Bancari 17 10 12 15 955
Contratti e obbligazioni varie 199 57 118 138 905
Contratti e obbligazioni varie (Contr. atipici) 18 12 11 19 922
Contratti e obbligazioni varie (Contr. d'opera) 108 44 62 90 911
Contratti e obbligazioni varie (Contr. libro II) 1 1
Controversie di diritto amministrativo 28 13 27 14 819
Diritti reali - possesso - trascrizioni 39 9 22 26 984
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Altro) 14 3 9 8 1757
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Possesso/Divisione) 53 24 30 47 978
Diritto societario - procedimenti ante d.l.vo n. 5/2003 5 2 2 5 1097
Fallimento e procedure concorsuali 13 2 8 7 329
Famiglia 256 371 371 256 272
Locazione e comodato di immobile urbano - affitto di azienda 39 27 33 33 522
Persone giuridiche e diritto societario (Persone giuridiche) 1 1
Responsabilita extracontrattuale 119 44 52 111 924
Stato della persona e diritti della personalita 6 1 4 3 948
Successioni 37 10 9 38 1095
Totale Contenzioso CivileTribunale 1.068 690 866 892 591
Tav.16 - Tribunale di GORIZIA - Contenzioso Civile Dettaglio per materia - Anno Giudiziario 2018/2019
I dati sono estratti dal sistema DWGC SICID, aggiornati al 09/09/2019.Fonte: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa
Agraria
Altri istituti e leggi speciali (Diritto navigazione)
Famiglia
Fallimento e procedure concorsuali
Altri istituti e leggi speciali (Altri istituti cpc)
Altri istituti e leggi speciali in genere
Altri istituti e leggi speciali (Tutela dei diritti)
Locazione e comodato di immobile urbano - affitto di azienda
Altri istituti e leggi speciali (Libro III cpc)
Controversie di diritto amministrativo
Contratti e obbligazioni varie
Contratti e obbligazioni varie (Contr. d'opera)
Contratti e obbligazioni varie (Contr. atipici)
Responsabilita extracontrattuale
Stato della persona e diritti della personalita
Contratti Bancari
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Possesso/Divisione)
Diritti reali - possesso - trascrizioni
Successioni
Diritto societario - procedimenti ante d.l.vo n. 5/2003
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Altro)
Durata media in giorni
La durata di un procedimento è calcolata dalla data
di iscrizione alla data di pubblicazione. I procedimenti
conteggiati sono ovviamente quelli definiti all'interno
del periodo considerato. Il dato è stato estratto da SICID
tramite l'applicativo PI (pacchetto Ispettori).
Tav.16 - Tribunale di GORIZIA - Contenzioso Civile Dettaglio per materia - Anno Giudiziario 2018/2019
Gruppi di materie Somma di Pendenti Inizio
Somma di Sopravvenuti
Somma di Definiti
Somma di Pendenti Fine
Durata media in giorni
Diritto d'Impresa e fallimento 19 4 10 13 482Diritti Reali 106 36 61 81 1095Responsabilita extracontrattuale 119 44 52 111 924Altro (Successioni, Agararie, Controversie diritto amministrativo, Locazioni, Appello cautelari) 105 50 70 85 705Altri istituti e leggi speciali 112 61 95 78 638
Contratti 343 123 203 263 911Famiglia e minori 264 372 375 261 279
Stato della persona e
diritti della personalita
0%
Diritto d'Impresa e
fallimento
1%
Diritti Reali
9%Responsabilita
extracontrattuale
12%
Altro (Successioni,
Agararie, Controversie
diritto amministrativo,
Locazioni, Appello
cautelari)
10%Altri istituti e leggi
Famiglia e minori
29%
Contenzioso Civile Tribunale di GORIZIA-
composizione percentuale della pendenza(al 30.06.2019)
10%Altri istituti e leggi
speciali
9%Contratti
30%
Diritto d'Impresa e fallimento
Diritti Reali
Responsabilita extracontrattuale
Altro (Successioni, Agararie, Controversie
diritto amministrativo, Locazioni, Appello …
Altri istituti e leggi speciali
Contratti
Famiglia e minori
0
200
400
600
800
1.000
1.200
Contenzioso Civile Tribunale di GORIZIA- Grafico a superficie1.000-1.200
800-1.000
600-800
400-600
200-400
0-200
Il grafico riporta le variabili principali (sopravvenuti ,definiti, finali e durata)
in un unico spazio tridimensionale.
Anche qui famiglia e contratti costituiscono la parte più corposa del lavoro.
Per quanto riguarda la durata le materie diritti reali , responsabilità
extracontrattuale e contratti risultano essere più cirtiche.
Ruolo AFFARI CIVILI CONTENZIOSI e AGRARIA Materia
Pendenti Inizio Sopravvenuti Definiti Pendenti FineDurata media in giorni
Agraria 1 10 8 3 245
Altri istituti e leggi speciali (Altri istituti cpc) 14 14 13 15 203
Altri istituti e leggi speciali in genere 43 34 47 30 484
Altri istituti e leggi speciali (Libro III cpc) 75 43 56 62 580
Altri istituti e leggi speciali (Tutela dei diritti) 43 14 25 32 725
Cause in materia minorile 5 1 5 1 995
Contratti Bancari 78 17 36 59 987
Contratti e obbligazioni varie 644 286 362 568 870
Contratti e obbligazioni varie (Contr. atipici) 65 29 36 58 899
Contratti e obbligazioni varie (Contr. d'opera) 194 122 129 187 709
Contratti e obbligazioni varie (Contr. libro II) 2 3 2 3 1843
Controversie di diritto amministrativo 38 23 40 21 380
Diritti reali - possesso - trascrizioni 79 44 48 75 869
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Altro) 18 11 16 13 896
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Possesso/Divisione) 199 125 137 187 613
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Tutela diritti) 0 3 1 2 120
Diritto industriale - vecchio rito 1 1 0 562
Diritto societario - procedimenti ante d.l.vo n. 5/2003 12 5 8 9 921
Fallimento e procedure concorsuali 67 31 68 30 633
Famiglia 358 639 652 345 229
Locazione e comodato di immobile urbano - affitto di azienda 82 87 89 80 481
Persone giuridiche e diritto societario (Persone giuridiche) 2 2
Responsabilita extracontrattuale 284 70 131 223 1075
Stato della persona e diritti della personalita 6 11 13 4 127
Successioni 79 20 40 59 1135
Tav. 17 - Tribunale di PORDENONE - Contenzioso Civile Dettaglio per materia - Anno Giudiziario 2018/2019
Totale Contenzioso CivileTribunale 2.389 1.642 1.963 2.068 592
I dati sono estratti dal sistema DWGC SICID, aggiornati al 09/09/2019.Fonte: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Tutela diritti)
Stato della persona e diritti della personalita
Altri istituti e leggi speciali (Altri istituti cpc)
Famiglia
Agraria
Controversie di diritto amministrativo
Locazione e comodato di immobile urbano - affitto di azienda
Altri istituti e leggi speciali in genere
Diritto industriale - vecchio rito
Altri istituti e leggi speciali (Libro III cpc)
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Possesso/Divisione)
Fallimento e procedure concorsuali
Contratti e obbligazioni varie (Contr. d'opera)
Altri istituti e leggi speciali (Tutela dei diritti)
Diritti reali - possesso - trascrizioni
Contratti e obbligazioni varie
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Altro)
Contratti e obbligazioni varie (Contr. atipici)
Diritto societario - procedimenti ante d.l.vo n. 5/2003
Contratti Bancari
Cause in materia minorile
Responsabilita extracontrattuale
Successioni
Contratti e obbligazioni varie (Contr. libro II)
Durata media in giorni
La durata di un procedimento è calcolata dalla data
di iscrizione alla data di pubblicazione. I procedimenti
conteggiati sono ovviamente quelli definiti all'interno
del periodo considerato. Il dato è stato estratto da SICID
tramite l'applicativo PI (pacchetto Ispettori).
Tav. 17 - Tribunale di PORDENONE - Contenzioso Civile Dettaglio per materia - Anno Giudiziario 2018/2019
Gruppi di materie Somma di Pendenti Inizio
Somma di Sopravvenuti
Somma di Definiti
Somma di Pendenti Fine
Durata media in giorni
Diritto d'Impresa 82 36 77 41 662Responsabilita extracontrattuale 284 70 131 223 1075Altri istituti e leggi speciali 175 105 141 139 539Altro (Successioni, Agararie, Controversie diritto amministrativo, Locazioni) 200 140 177 163 595Diritti Reali 296 183 202 277 694Contratti 983 457 565 875 846Famiglia e Minori 369 651 670 350 233
Diritto d'Impresa
2%
Altri istituti
e leggi
speciali
7%Altro (Successioni,
Agararie, Controversie
diritto amministrativo,
Locazioni)
8%Responsabilita
extracontrattuale
11%
Diritti Reali
13%
Famiglia
17%
Contratti
42%
Contenzioso Civile Tribunale di PORDENONE -
composizione percentuale della pendenza(al 30.06.2019)
Diritto d'Impresa
Responsabilita extracontrattuale
Altri istituti e leggi speciali
Altro (Successioni, Agararie, Controversie diritto amministrativo,
Locazioni)
Diritti Reali
Contratti
Famiglia e Minori
0
200
400
600
800
1.000
1.200
Contenzioso Civile Tribunale di PORDENONE- Grafico a superficie1.000-
1.200800-1.000
600-800
400-600
200-400
0-200
Il grafico riporta le variabili principali (sopravvenuti ,definiti, finali e indice di durata)
in un unico spazio tridimensionale.
Appare evidente che alcune materie come famiglia e contratti costituiscono
la parte più corposa del lavoro, sia come numero di pendenze che di durata.
Altre materia, quali impresa e responsabilità extracontrattuale,
sono meno rilevanti in valore assoluto ma importanti in termini di durata.
Ruolo AFFARI CIVILI CONTENZIOSI e AGRARIA Materia
Pendenti Inizio Sopravvenuti Definiti Pendenti FineDurata media in giorni
Agraria 3 8 9 2 195
Altri istituti e leggi speciali (Altri istituti cpc) 12 24 26 10 225
Altri istituti e leggi speciali in genere 27 26 41 12 350
Altri istituti e leggi speciali (Libro III cpc) 71 52 61 62 444
Altri istituti e leggi speciali (Tutela dei diritti) 29 20 26 23 263
Cause in materia minorile 7 5 2 637
Contratti Bancari 46 11 34 23 595
Contratti e obbligazioni varie 502 371 445 428 536
Contratti e obbligazioni varie (Contr. atipici) 250 155 201 204 517
Contratti e obbligazioni varie (Contr. d'opera) 240 165 214 191 489
Contratti e obbligazioni varie (Contr. libro II) 2 5 4 3 227
Controversie di diritto amministrativo 42 39 44 37 288
Diritti reali - possesso - trascrizioni 119 70 67 122 581
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Altro) 17 6 11 12 621
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Possesso/Divisione) 121 74 89 106 657
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Tutela diritti) 3 3 0 545
Diritto industriale - vecchio rito 3 3 0 506
Diritto societario - procedimenti ante d.l.vo n. 5/2003 11 4 9 6 484
Fallimento e procedure concorsuali 46 49 56 39 306
Famiglia 582 1.221 1.190 613 235
Locazione e comodato di immobile urbano - affitto di azienda 68 99 97 70 258
Persone giuridiche e diritto societario (Persone giuridiche) 2 1 1 475
Responsabilita extracontrattuale 227 102 140 189 669
Stato della persona e diritti della personalita 11 10 16 5 219
Successioni 114 43 53 104 869
Totale Contenzioso CivileTribunale 2.555 2.554 2.845 2.264 393
Tav. 18 - Tribunale di UDINE - Contenzioso Civile Dettaglio per materia - Anno Giudiziario 2018/2019
Totale Contenzioso CivileTribunale 2.555 2.554 2.845 2.264 393
I dati sono estratti dal sistema DWGC SICID, aggiornati al 09/09/2019.Fonte: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa
Agraria
Stato della persona e diritti della personalita
Altri istituti e leggi speciali (Altri istituti cpc)
Contratti e obbligazioni varie (Contr. libro II)
Famiglia
Locazione e comodato di immobile urbano - affitto di azienda
Altri istituti e leggi speciali in genere
Controversie di diritto amministrativo
Fallimento e procedure concorsuali
Altri istituti e leggi speciali (Libro III cpc)
Altri istituti e leggi speciali (Tutela dei diritti)
Persone giuridiche e diritto societario (Persone giuridiche)
Diritto societario - procedimenti ante d.l.vo n. 5/2003
Contratti e obbligazioni varie (Contr. d'opera)
Diritto industriale - vecchio rito
Contratti e obbligazioni varie (Contr. atipici)
Contratti e obbligazioni varie
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Tutela diritti)
Diritti reali - possesso - trascrizioni
Contratti Bancari
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Altro)
Cause in materia minorile
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Possesso/Divisione)
Responsabilita extracontrattuale
Successioni
Durata media in giorni
La durata di un procedimento è calcolata dalla data
di iscrizione alla data di pubblicazione. I procedimenti
conteggiati sono ovviamente quelli definiti all'interno
del periodo considerato. Il dato è stato estratto da SICID
tramite l'applicativo PI (pacchetto Ispettori).
Tav. 18 - Tribunale di UDINE - Contenzioso Civile Dettaglio per materia - Anno Giudiziario 2018/2019
Gruppi di materie Somma di Pendenti Inizio
Somma di Sopravvenuti
Somma di Definiti
Somma di Pendenti Fine
Durata media in giorni
Diritto d'Impresa 62 53 69 46 341Responsabilita extracontrattuale 227 102 140 189 669Altri istituti e leggi speciali 139 122 154 107 351Diritti Reali 260 150 170 240 623Altro (Successioni, Agararie, Controversie diritto amministrativo, 227 189 203 213 421Contratti 1.040 707 898 849 521Famiglia e Minori 600 1.231 1.211 620 237
Diritto d'Impresa
2%
Responsabilita
extracontrattuale
8%
Altri istituti e leggi
speciali
5%Diritti Reali
11%
Altro (Successioni,
Agararie, Controversie
diritto amministrativo,
Locazioni)
9%
Contratti
38%
Famiglia e Minori
27%
Contenzioso Civile Tribunale di UDINE-
composizione percentuale della pendenza(al 30.06.2019)
9%
Diritto d'Impresa
Responsabilita extracontrattuale
Altri istituti e leggi speciali
Diritti Reali
Altro (Successioni, Agararie, Controversie diritto
amministrativo, Locazioni)
Contratti
Famiglia e Minori
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
Contenzioso Civile Tribunale di UDINE- Grafico a superficie1.200-1.400
1.000-1.200
800-1.000
600-800
400-600
200-400
0-200
Il grafico riporta le variabili principali (sopravvenuti ,definiti, finali e durata)
in un unico spazio tridimensionale. Anche qui le materie Famiglia e Contratti
costituiscono la parte più corposa del lavoro. Per quanto riguarda la durata media
le materie Responsabilità Extracontrattuale e Diritti Reali
registrano i valori più alti, seppur numericamente meno significative.
Ruolo AFFARI CIVILI CONTENZIOSI e AGRARIA Materia
Pendenti Inizio Sopravvenuti Definiti Pendenti FineDurata media in giorni
Altri istituti e leggi speciali (Altri istituti cpc) 24 17 19 22 367
Altri istituti e leggi speciali (Diritto navigazione) 1 1 2
Altri istituti e leggi speciali in genere 114 65 99 80 457
Altri istituti e leggi speciali (Libro III cpc) 55 44 48 51 624
Altri istituti e leggi speciali (Tutela dei diritti) 6 4 4 6 586
Cause in materia minorile 4 2 3 3 1111
Contratti Bancari 15 4 13 6 494
Contratti e obbligazioni varie 310 198 184 324 651
Contratti e obbligazioni varie (Contr. atipici) 57 29 41 45 592
Contratti e obbligazioni varie (Contr. d'opera) 97 77 64 110 655
Contratti e obbligazioni varie (Contr. libro II) 2 1 2 1 491
Controversie di diritto amministrativo 48 44 41 51 561
Diritti reali - possesso - trascrizioni 65 34 28 71 903
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Altro) 7 2 1 8 1176
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Possesso/Divisione) 86 48 61 73 613
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Tutela diritti) 0 3 1 2 138
Diritto industriale post D.Lgs. 30/2005 (nuovo rito) 1 1
Diritto industriale - vecchio rito 20 12 11 21 1084
Diritto societario - procedimenti ante d.l.vo n. 5/2003 69 49 48 70 703
Fallimento e procedure concorsuali 4 19 10 13 223
Famiglia 444 633 715 362 254
Locazione e comodato di immobile urbano - affitto di azienda 56 55 66 45 311
Persone giuridiche e diritto societario (Persone giuridiche) 2 4 3 3 381
Responsabilita extracontrattuale 374 121 137 358 984
Stato della persona e diritti della personalita (Sez Immigrazione) 1.338 2.026 675 2.689 381
Tav.19 - Tribunale di TRIESTE - Contenzioso Civile Dettaglio per materia - Anno Giudiziario 2018/2019
Successioni 30 15 9 36 845
Totale Contenzioso CivileTribunale 3.229 3.507 2.283 4.453 452
I dati sono estratti dal sistema DWGC SICID, aggiornati al 09/09/2019.Fonte: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Tutela diritti)
Fallimento e procedure concorsuali
Famiglia
Locazione e comodato di immobile urbano - affitto di azienda
Altri istituti e leggi speciali (Altri istituti cpc)
Stato della persona e diritti della personalita (Sez Immigrazione)
Persone giuridiche e diritto societario (Persone giuridiche)
Altri istituti e leggi speciali in genere
Contratti e obbligazioni varie (Contr. libro II)
Contratti Bancari
Controversie di diritto amministrativo
Altri istituti e leggi speciali (Tutela dei diritti)
Contratti e obbligazioni varie (Contr. atipici)
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Possesso/Divisione)
Altri istituti e leggi speciali (Libro III cpc)
Contratti e obbligazioni varie
Contratti e obbligazioni varie (Contr. d'opera)
Diritto societario - procedimenti ante d.l.vo n. 5/2003
Successioni
Diritti reali - possesso - trascrizioni
Responsabilita extracontrattuale
Diritto industriale - vecchio rito
Cause in materia minorile
Diritti reali - possesso - trascrizioni (Altro)
Durata media in giorni
La durata di un procedimento è calcolata dalla data
di iscrizione alla data di pubblicazione. I procedimenti
conteggiati sono ovviamente quelli definiti all'interno
del periodo considerato. Il dato è stato estratto da SICID
tramite l'applicativo PI (pacchetto Ispettori).
Tav.19 - Tribunale di TRIESTE - Contenzioso Civile Dettaglio per materia - Anno Giudiziario 2018/2019
Gruppi di materie Somma di Pendenti Inizio
Somma di Sopravvenuti
Somma di Definiti
Somma di Pendenti Fine
Durata media in giorni
Diritto d'Impresa 96 84 72 108 681Diritti Reali 158 87 91 154 703Altri istituti e leggi speciali 176 114 151 139 513Responsabilita extracontrattuale 374 121 137 358 984Altro (Successioni, Agararie, Controversie diritto 158 131 135 154 430Contratti 481 309 304 486 636Famiglia e Minori 448 635 718 365 258Stato della persona e diritti della personalita (Immigrazione) 1.338 2.026 675 2.689 381
Diritto d'Impresa
2%
Diritti Reali
4%
Altri istituti e
leggi speciali
3%
Responsabilita
extracontrattuale
8%
Altro (Successioni,
Agararie, Controversie
diritto amministrativo,
Locazioni)
4%
Contratti
11%
Famiglia e Minori
Stato della persona e
diritti della personalita
(Immigrazione)
60%
Contenzioso Civile Tribunale di TRIESTE-
composizione percentuale della pendenza(al 30.06.2019)
Famiglia e Minori
8%
Diritto d'Impresa
Diritti Reali
Altri istituti e leggi speciali
Responsabilita extracontrattuale
Altro (Successioni, Agararie, Controversie diritto
amministrativo, Locazioni)
Contratti
Famiglia e Minori
Stato della persona e diritti della personalita
(Immigrazione)
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
Contenzioso Civile Tribunale di TRIESTE- Grafico a superficie2.500-3.000
2.000-2.500
1.500-2.000
1.000-1.500
500-1.000
0-500
Il grafico riporta le variabili principali (sopravvenuti ,definiti, finali e indice durata)
in un unico spazio tridimensionale. Per Trieste è da subito evidente il peso
preponderante della Sezione Immigrazione . In termini numerici seguono
Famiglia e Contratti . Per quanto riguarda la durata le materie
Responsabilità extracontrattuale e Diritti reali registrano i valori maggiori,
seppur numericamente meno significative.
Pendenti iniziali Iscritti Definiti Pendenti finali
Anno Giudiziario 2010-2011 417 296 351 362
Anno Giudiziario 2011-2012 362 1.035 310 1.087
Anno Giudiziario 2012-2013 1.087 577 912 752
Anno Giudiziario 2013-2014 752 347 824 275
Anno Giudiziario 2014-2015 275 641 372 544
Anno Giudiziario 2015-2016 544 604 526 622
Anno Giudiziario 2016-2017 622 1.015 677 960
Anno Giudiziario 2017-2018 960 1.559 1.181 1.338
Anno Giudiziario 2018-2019 1.338 2.026 675 2.689
Durata Età media Numero Numero
Tav. 23 - Andamento Procedimenti di Protezione Internazionale: Tribunale di TRIESTE
Fonte: dati estratti ed elaborati da Registro SICID tramite Pacchetto Ispettori (PI).
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
Anno Giudiziario 2010-2011
Anno Giudiziario 2011-2012
Anno Giudiziario 2012-2013
Anno Giudiziario 2013-2014
Anno Giudiziario 2014-2015
Anno Giudiziario 2015-2016
Anno Giudiziario 2016-2017
Anno Giudiziario 2017-2018
Anno Giudiziario 2018-2019
proc
edim
enti
Pendenti finali Iscritti Definiti
Periodo di riferimentoDurata
procedimenti definiti
Età media procedimenti
pendenti
Numero procedimenti
pendenti >2 anni
Numero procedimenti
pendenti >3 anni
Anno Giudiziario 2010-2011 372 249 1
Anno Giudiziario 2011-2012 444 127 1
Anno Giudiziario 2012-2013 317 350 26 1
Anno Giudiziario 2013-2014 415 249 25
Anno Giudiziario 2014-2015 340 167 4 1
Anno Giudiziario 2015-2016 315 185 1
Anno Giudiziario 2016-2017 321 223 5
Anno Giudiziario 2017-2018 323 169 13 2
Anno Giudiziario 2018-2019 381 435 11 3
Fonte: dati estratti ed elaborati da Registro SICID tramite Pacchetto Ispettori (PI).
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
500
Anno Giudiziario 2010-2011
Anno Giudiziario 2011-2012
Anno Giudiziario 2012-2013
Anno Giudiziario 2013-2014
Anno Giudiziario 2014-2015
Anno Giudiziario 2015-2016
Anno Giudiziario 2016-2017
Anno Giudiziario 2017-2018
Anno Giudiziario 2018-2019
Dur
ata
in g
iorn
i e N
umer
o pr
oced
imen
ti
Numero procedimenti pendenti >2 anniNumero procedimenti pendenti >3 anniEtà media procedimenti pendentiDurata procedimenti definiti
Pendenti iniziali Iscritti Definiti Pendenti finali
Anno Giudiziario 2010-2011 41 60 77 24
Anno Giudiziario 2011-2012 24 94 92 26
Anno Giudiziario 2012-2013 26 35 46 15
Anno Giudiziario 2013-2014 15 89 18 86
Anno Giudiziario 2014-2015 86 119 30 175
Anno Giudiziario 2015-2016 175 226 99 302
Anno Giudiziario 2016-2017 302 247 256 293
Anno Giudiziario 2017-2018 293 479 314 458
Anno Giudiziario 2018-2019 458 132 339 251
Tav. 24 - Andamento Procedimenti di Protezione Internazionale:Corte d'Appello di TRIESTE
Fonte: dati estratti ed elaborati direttamente dal Registro SICID della Corte d'Appello di Trieste.
0
100
200
300
400
500
600
Anno Giudiziario 2010-2011
Anno Giudiziario 2011-2012
Anno Giudiziario 2012-2013
Anno Giudiziario 2013-2014
Anno Giudiziario 2014-2015
Anno Giudiziario 2015-2016
Anno Giudiziario 2016-2017
Anno Giudiziario 2017-2018
Anno Giudiziario 2018-2019
proc
edim
enti
Pendenti finali Iscritti Definiti
Periodo di riferimentoDurata
procedimenti definiti
Età media procedimenti
pendenti
Numero procedimenti
pendenti >2 anni
Numero procedimenti
pendenti >3 anni
Anno Giudiziario 2010-2011 157 76
Anno Giudiziario 2011-2012 138 145
Anno Giudiziario 2012-2013 201 126
Anno Giudiziario 2013-2014 316 174
Anno Giudiziario 2014-2015 373 267 1
Anno Giudiziario 2015-2016 530 286 14
Anno Giudiziario 2016-2017 484 225 19 2
Anno Giudiziario 2017-2018 375 203 1
Anno Giudiziario 2018-2019 421 385 3 0
Fonte: dati estratti ed elaborati da Registro SICID tramite Pacchetto Ispettori (PI).
0
100
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400
500
600
Anno Giudiziario 2010-2011
Anno Giudiziario 2011-2012
Anno Giudiziario 2012-2013
Anno Giudiziario 2013-2014
Anno Giudiziario 2014-2015
Anno Giudiziario 2015-2016
Anno Giudiziario 2016-2017
Anno Giudiziario 2017-2018
Anno Giudiziario 2018-2019
Dur
ata
in g
iorn
i e N
umer
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imen
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Numero procedimenti pendenti >2 anniNumero procedimenti pendenti >3 anniEtà media procedimenti pendentiDurata procedimenti definiti
Anno Giudiziario *
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initi
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one
perc
entu
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ende
nti
A.G.1112 1.225 1.255 1.388 1,02 0,47 -2%
A.G.1213 1.191 1.401 1.175 1,18 0,54 -15%
A.G.1314 1.417 1.446 1.141 1,02 0,56 -2%
A.G.1415 1.292 1.590 835 1,23 0,66 -26%
A.G.1516 1.081 1.162 734 1,07 0,61 -10%
A.G.1617 1.040 1.069 658 1,03 0,62 -4%
A.G.1718 932 1.078 522 1,16 0,67 -22%
A.G.1819 814 911 429 1,12 0,68 -18%
Anno Giudiziario *
Iscr
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initi
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ali
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Indi
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one
perc
entu
ale
dei p
ende
nti
A.G.1112 715 782 658 1,09 0,54 -9%
A.G.1213 644 742 561 1,15 0,57 -15%
Tav. 22 - Andamento Lavoro e Previdenza: Tribunali e Corte d'Appello
Tribunale di UDINE
Tribunale di PORDENONE
1.388
1.175 1.141
835 734
658 522429
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Pendenti finali Iscritti Definiti
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351 374400
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pagina 1 di 4
A.G.1314 723 826 458 1,14 0,64 -18%
A.G.1415 795 836 426 1,05 0,66 -9%
A.G.1516 771 853 399 1,11 0,68 -17%
A.G.1617 757 804 351 1,06 0,70 -12%
A.G.1718 825 811 374 0,98 0,68 4%
A.G.1819 555 619 317 1,12 0,66 -17%
Anno Giudiziario *
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Pen
dent
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Indi
ce d
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altim
ento
Var
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one
perc
entu
ale
dei p
ende
nti
A.G.1112 568 587 705 1,03 0,45 -3%
A.G.1213 685 777 614 1,13 0,56 -13%
A.G.1314 672 720 566 1,07 0,56 -8%
A.G.1415 661 719 506 1,09 0,59 -10%
A.G.1516 686 790 400 1,15 0,66 -21%
A.G.1617 495 630 272 1,27 0,70 -33%
A.G.1718 489 573 207 1,17 0,73 -29%
A.G.1819 555 494 244 0,89 0,67 33%
Tribunale di GORIZIA
* Il periodo di riferimento convenzionale per l'Anno Giudiziario è dal 1 luglio di un anno al 30 giugno dell'anno successivo.
Fonte dati: Dati estratti direttamente dai Registri SICID del Distretto tramite Pacchetto Ispettori (PI). Nel movimento sono inclusi i procedimenti speciali.
561
458426 399
351 374317
0
100
200
300
400
500
600
Pendenti finali Iscritti Definiti
705
614566
506
400
272207
244
0
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200
300
400
500
600
700
800
900
1.000Pendenti finali Iscritti Definiti
Fonte dati: Dati estratti direttamente dai Registri SICID del Distretto tramite Pacchetto Ispettori (PI). Nel movimento sono inclusi i procedimenti speciali.
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Anno Giudiziario *
Iscr
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Var
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perc
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ende
nti
A.G.1112 925 935 795 1,01 0,54 -1%
A.G.1213 975 1.150 623 1,18 0,65 -22%
A.G.1314 965 1.004 584 1,04 0,63 -6%
A.G.1415 802 946 432 1,18 0,69 -25%
A.G.1516 1.133 1.055 522 0,93 0,67 18%
A.G.1617 765 915 329 1,20 0,74 -31%
A.G.1718 862 941 225 1,09 0,81 -26%
A.G.1819 666 744 149 1,12 0,83 -34%
Anno Giudiziario *
Iscr
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Def
initi
Pen
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Indi
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i ri
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Indi
ce d
i sm
altim
ento
Var
iazi
one
perc
entu
ale
dei p
ende
nti
A.G.1112 366 395 855 1,13 0,39 -3%
A.G.1213 419 449 825 1,27 0,43 -4%
Tav. 22 - Andamento Lavoro e Previdenza: Tribunali e Corte d'Appello
Tribunale di TRIESTE
Corte d'Appello di TRIESTE
795
623 584
432522
329225
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1.200
1.400
Pendenti finali Iscritti Definiti
855 825
614
434 442404
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500
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700
800
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1.000Pendenti finali Iscritti Definiti
pagina 2 di 4
A.G.1314 372 583 614 1,17 0,42 -26%
A.G.1415 389 569 434 1,19 0,46 -29%
A.G.1516 366 358 442 0,88 0,39 2%
A.G.1617 303 341 404 1,25 0,50 -9%
A.G.1718 275 420 259 0,78 0,40 -36%
A.G.1819 237 291 202 1,23 0,59 -21%
LEGENDA:
I dati sono riportati per Anno Giudiziario e vanno dal 1 luglio 2011 al 30 giugno 2019. Per AG112, ad esempio, si intende l'Anno
Giudizario 2011-2012, ovvero il periodo dal 01/07/2012 al 30/06/2012. L'utilizzo della convenzione di considerare insieme i dati "a
cavallo di due anni è dovuto alla necessità di avere dei dati consolidati da presentare ad inizio anno, in occasione delle cerimonie
inaugurali dell'Anno Giudiziario presso gli uffici giudiziari.
Il presente focus è sulla materia LAVORO E PREVIDENZA.
I grafici mostrano una chiara tendenza al calo delle pendenze per quasi tutti gli uffici negli ultimi anni.
La riduzione delle pendenze è visibilie per tutti gli uffici ed è dovuta in particolare alla diminuzione dei sopravvenuti.
Il grafico seguente mostra l'andamento dei principali indici di durata, tutti in contrazione per il settore Lavoro e Previdenza.
* Il periodo di riferimento convenzionale per l'Anno Giudiziario è dal 1 luglio di un anno al 30 giugno dell'anno successivo.
Fonte dati: Dati estratti direttamente dai Registri SICID del Distretto tramite Pacchetto Ispettori (PI). Nel movimento sono inclusi i procedimenti speciali.
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434 442404
259202
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Fonte dati: Dati estratti direttamente dai Registri SICID del Distretto tramite Pacchetto Ispettori (PI). Nel movimento sono inclusi i procedimenti speciali.
pagina 2 di 4
Anno Giudiziario *
Durata procedimenti
definiti
Età media procedimenti
pendenti
Num proc. pendenti >2
anni
Num proc. pendenti >3
anniNum proc. pendenti >2 anniNum proc. pendenti >3 anni
A.G.1112 835 577 374 175
A.G.1213 813 573 355 134
A.G.1314 768 524 297 126
A.G.1415 589 584 236 128
A.G.1516 703 395 117 29
A.G.1617 527 334 69 25
A.G.1718 474 376 70 8
A.G.1819 449 339 45 12
Anno Giudiziario *
Durata procedimenti
definiti
Età media procedimenti
pendenti
Num proc. pendenti >2
anni
Num proc. pendenti >3
anni
A.G.1112 483 393 91 27
A.G.1213 542 474 117 24
Tav. 23 - Andamento indicatori di durata Lavoro e Previdenza: Tribunali e Corte d'Appello
Tribunale di UDINE
Tribunale di PORDENONE
0
100
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800
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1.000Num proc. pendenti >2 anni
Num proc. pendenti >3 anni
Età media procedimenti pendenti
Durata procedimenti definiti
400
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600
700
800Num proc. pendenti >2 anniNum proc. pendenti >3 anniEtà media procedimenti pendentiDurata procedimenti definiti
pagina 3 di 4
A.G.1213 542 474 117 24
A.G.1314 530 495 108 50
A.G.1415 550 529 105 64
A.G.1516 641 349 43 16
A.G.1617 427 309 25 12
A.G.1718 359 284 28 6
A.G.1819 413 301 19 2
Anno Giudiziario *
Durata procedimenti
definiti
Età media procedimenti
pendenti
Num proc. pendenti >2
anni
Num proc. pendenti >3
anni
A.G.1112 743 488 132 42
A.G.1213 715 440 147 17
A.G.1314 657 383 89 19
A.G.1415 634 379 63 3
A.G.1516 553 360 49 1
A.G.1617 515 292 15 2
A.G.1718 410 255 8 1
A.G.1819 285 202 5 1
Tribunale di GORIZIA
* Il periodo di riferimento convenzionale per l'Anno Giudiziario è dal 1 luglio di un anno al 30 giugno dell'anno successivo.
** La durata della materia è qui calcolata al netto dei procedimenti speciali, i quali per loro natura si svolgono in tempi rapidi, abbassando di molto la durata media.
0
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800Num proc. pendenti >2 anniNum proc. pendenti >3 anniEtà media procedimenti pendentiDurata procedimenti definiti
Fonte dati: Dati estratti da Pacchetto Ispettori - SICID in data 22/01/2020
pagina 3 di 4
Anno Giudiziario *
Durata procedimenti
definiti
Età media procedimenti
pendenti
Num proc. pendenti >2
anni
Num proc. pendenti >3
anni
A.G.1112 440 327 76 6
A.G.1213 446 305 42 5
A.G.1314 359 330 69 11
A.G.1415 412 325 38 14
A.G.1516 425 305 40 8
A.G.1617 419 218 8 1
A.G.1718 295 161 2 0
A.G.1819 227 142 0 0
Anno Giudiziario *
Durata procedimenti
definiti
Età media procedimenti
pendenti
Num proc. pendenti >2
anni
Num proc. pendenti >3
anni
A.G.1112 979 482 212 48
A.G.1213 780 471 197 41
Tav. 23 - Andamento indicatori di durata Lavoro e Previdenza: Tribunali e Corte d'Appello
Tribunale di TRIESTE
Corte d'Appello di TRIESTE - Andamento indicatori di durata Lavoro e Previdenza
0
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300
400
500
600
700
800Num proc. pendenti >2 anni
Num proc. pendenti >3 anni
Età media procedimenti pendenti
Durata procedimenti definiti
500
600
700
800
900
1.000Num proc. pendenti >2 anniNum proc. pendenti >3 anniEtà media procedimenti pendentiDurata procedimenti definiti
pagina 4 di 4
A.G.1213 780 471 197 41
A.G.1314 707 374 68 21
A.G.1415 498 279 33 6
A.G.1516 411 292 34 7
A.G.1617 443 345 44 12
A.G.1718 424 318 28 7
A.G.1819 354 298 23 9
* Il periodo di riferimento convenzionale per l'Anno Giudiziario è dal 1 luglio di un anno al 30 giugno dell'anno successivo.
** La durata della materia è qui calcolata al netto dei procedimenti speciali, i quali per loro natura si sovlgono in tempi rapidi, abbassando di molto la durata media.
0
100
200
300
400
500
600
700
Giorni
LEGENDA.
I dati sono riportati per Anno Giudiziario e vanno dal 1 luglio 2011 al 30 giugno 2019. Per AG112, ad esempio, si intende l'Anno Giudizario
2011-2012, ovvero il periodo dal 01/07/2012 al 30/06/2012. L'utilizzo della convenzione di considerare insieme i dati 'a cavallo' di due anni è
dovuto alla necessità di avere dei dati consolidati da presentare ad inizio anno, in occasione delle cerimonie inaugurali dell'Anno Giudiziario
presso gli uffici giudiziari.
Una breve descrizione degli indicatori di durata utilizzati:
1) durata dei procedimenti definiti: è data dalla effettiva misurazione del tempo intercorso tra la data di iscrizione e la data di definizione di
un procedimento;
2) Età media dei procedimenti pendenti: è data dai giorni intercorsi dalla data di iscrizione alla data osservazione. L'età media dei pendenti si
misura convenzionalmente a fine periodo (ad es. al 30/06/2012, al 30/06/2013 , etc. fino al 30/06/2019);
3) Procedimenti pendenti > 2 anni: semplicemente è il numero dei procedimenti pendenti da più di due anni alla data di osservazizone, che è
sempre a fine periodo (ad es. paer l'anno giudiziario 2018-2019 (AG1819) è il 30/06/2019).
4) Procedimenti pendenti > 2 anni: come l'indice precedente però riferito ad una pendenza maggiore di 3 anni;
I grafici descrivono gli andamenti per il SETTORE LAVORO E PREVIDENZA dei suddetti indici di durata negli uffici di primo grado del Distretto
(Tribunali di GORIZIA, PORDENONE, TRIESTE ed UDINE) e nell'ufficio di secondo agrado competente (Corte d'Appello TRIESTE) .
Fonte dati: Dati estratti da Pacchetto Ispettori - SICID in data 22/01/2020
pagina 4 di 4
Giudice tutelare Tribunale Ordinario di Gorizia
Sopravvenuti DEFINITI Pendenti Fine
2 2
170 101 869
2 26
4 59 203
13 18 4
2 3 0
123 128 16
14 14 1
11 13 77
339 338 1.198
Giudice tutelare Tribunale Ordinario di Pordenone
Sopravvenuti DEFINITI Pendenti Fine
18 17 2
45 44 5
684 752 4.485
1 7 43
44 103 506
29 131 3
47 51 4
2 1 0
5 5 0
6 9 0
323 329 16
63 60 3
1 127 2
1268 1636 5.069
Giudice tutelare Tribunale Ordinario di Trieste
Sopravvenuti DEFINITI Pendenti Fine
2 2 3
440 319 2.233
11 14
32 151 342
20 18 15
2 2 0
4 3 2
133 124 45
24 24 0
3
657 654 2.657
Giudice tutelare Tribunale Ordinario di Udine
Sopravvenuti DEFINITI Pendenti Fine
9 8 3
3 4 3
672 509 3.797
3 64
73 629 1.270
4 2 13
6 5 6
3 3 0
6 8 1
425 439 125
45 45 2
1 1 1
1247 1656 5.285
Totale:
Tav. 24 - Movimento Giudice Tutelare - Anno Giudiziario 2018/2019
Oggetto
Affido familiare consensuale (art. 4, L. n. 184/1983)
Apertura amministrazione di sostegno (artt. 404 e segg., c.c.)
Apertura della Curatela
Apertura della tutela (art. 343 c.c.)
Autorizzazione al rilascio di documento valido per l'espatrio (art. 3 lett. A-B
Nomina di curatore speciale (artt. 320, ult. comma e 321 cc, art. 45 DispAtt CC)
Rappresentanza ed atti di amministrazione straordinaria di beni di figli minori
Trattamento Sanitario Obbligatorio ed amministrazione provvisoria (L833/1978)
Vigilanza del giudice tutelare sull'osservanza delle condizioni potesta`(337 cc)
Nomina di curatore speciale (artt. 320, ult. comma e 321 cc, art. 45 DispAtt CC)
Oggetto
Affido familiare consensuale (art. 4, L. n. 184/1983)
Altri istituti di competenza del giudice tutelare
Apertura amministrazione di sostegno (artt. 404 e segg., c.c.)
Apertura della Curatela
Apertura della tutela (art. 343 c.c.)
Apertura della Vigilanza sui Minori
Autorizzazione al rilascio di documento valido per l'espatrio (art. 3 lett. A-B
Autorizzazioni del giudice tutelare ex artt. 372, 373 e 374 c.c.
Interruzione volontaria di gravidanza di minore (art. 12, L. n. 194/1978)
Interruzione volontaria di gravidanza di minore (art. 12, L. n. 194/1978)
Rappresentanza ed atti di amministrazione straordinaria di beni di figli minori
Trattamento Sanitario Obbligatorio ed amministrazione provvisoria (L833/1978)
Vigilanza del giudice tutelare sull'osservanza delle condizioni potesta`(337 cc)
Totale:
Oggetto
Altri istituti di competenza del giudice tutelare
Apertura amministrazione di sostegno (artt. 404 e segg., c.c.)
Apertura della Curatela
Apertura della tutela (art. 343 c.c.)
Autorizzazione al rilascio di documento valido per l'espatrio (art. 3 lett. A-B
Apertura della tutela (art. 343 c.c.)
Nomina di curatore speciale (artt. 320, ult. comma e 321 cc, art. 45 DispAtt CC)
Rappresentanza ed atti di amministrazione straordinaria di beni di figli minori
Trattamento Sanitario Obbligatorio ed amministrazione provvisoria (L833/1978)
Vigilanza del giudice tutelare sull'osservanza delle condizioni potesta`(337 cc)
Totale:
Oggetto
Affido familiare consensuale (art. 4, L. n. 184/1983)
Altri istituti di competenza del giudice tutelare
Apertura amministrazione di sostegno (artt. 404 e segg., c.c.)
Apertura della Curatela
Vigilanza del giudice tutelare sull'osservanza delle condizioni potesta`(337 cc)
Totale:
Apertura della Vigilanza sui Minori
Autorizzazione al rilascio di documento valido per l'espatrio (art. 3 lett. A-B
Interruzione volontaria di gravidanza di minore (art. 12, L. n. 194/1978)
Nomina di curatore speciale (artt. 320, ult. comma e 321 cc, art. 45 DispAtt CC)
Rappresentanza ed atti di amministrazione straordinaria di beni di figli minori
Trattamento Sanitario Obbligatorio ed amministrazione provvisoria (L833/1978)
Periodo di riferimento
Pendenti iniziali
Iscritti DefinitiPendenti
finaliAds aperte nel periodo
ADS In corso fine periodo
Variazione perc. ADS in corso
A.G.1011 272 105 62 315 75 299 -A.G.1112 315 91 51 355 77 324 8%A.G.1213 355 123 70 408 106 381 18%A.G.1314 408 105 77 436 82 399 5%A.G.1415 436 147 67 516 113 463 16%A.G.1516 516 183 81 618 155 554 20%A.G.1617 618 199 98 719 154 655 18%A.G.1718 719 155 74 800 121 726 11%A.G.1819 800 170 101 869 138 793 9%
Tav. 25 - Andamento Amministrazioni Sostegno Tribunale di GORIZIA
GORIZIA: Le ADS in corso dal 2010 al 2019 sono cresciute da 299 a 793, cioè del 154%, ovvero con un ritmo del 13% annuo.
299 324381 399
463
554
655726
793
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1.000Pendenti finali
ADS In corso fine periodo
Ads aperte nel periodo
Lineare (ADS In corso fine periodo)
Periodo di riferimento
Pendenti iniziali
Iscritti DefinitiPendenti
finaliAds aperte nel periodo
ADS In corso fine periodo
Variazione perc. ADS in corso
A.G.1011 1.210 555 200 1.565 324 1.018 -A.G.1112 1.565 603 127 2.041 310 1.276 25%A.G.1213 2.041 632 316 2.357 402 1.570 23%A.G.1314 2.357 1.116 606 2.867 930 2.433 55%A.G.1415 2.867 1.302 195 3.974 1.138 3.510 44%A.G.1516 3.974 993 331 4.636 753 4.053 15%A.G.1617 4.636 811 1.118 4.329 838 3.990 -2%A.G.1718 4.329 825 601 4.553 632 4.184 5%A.G.1819 4.553 684 752 4.485 593 4.188 0%
Tav. 26 - Andamento Amministrazioni Sostegno Tribunale PORDENONE
PORDENONE: le ADS in corso dal 2010 al 2018 sono cresciute da 1018 a 4188, cioè del 311%, con un ritmo del 19% all'anno.
Fonte dati: DWGC del Ministero Giustizia per gli anni 2015-2019. Per gli anni precedenti della serie e il dettaglio delle ADS
1.0181.276
1.570
2.433
3.510
4.053 3.990 4.184 4.188
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000Pendenti finali
ADS In corso fine periodo
Ads aperte nel periodo
Lineare (ADS In corso fine periodo)
Fonte dati: DWGC del Ministero Giustizia per gli anni 2015-2019. Per gli anni precedenti della serie e il dettaglio delle ADS aperte ed in corso i dati sono stati estratti direttamente dai Registri SICID del Distretto.
Periodo di riferimento
Pendenti iniziali
Iscritti DefinitiPendenti
finaliAds aperte nel
periodoADS In corso fine periodo
Variazione perc. ADS in corso
A.G.1011 1.087 393 224 1.256 356 1.167 -A.G.1112 1.256 425 236 1.445 337 1.346 15%A.G.1213 1.445 376 261 1.560 330 1.461 9%A.G.1314 1.560 406 361 1.605 311 1.470 1%A.G.1415 1.605 397 288 1.714 335 1.581 8%A.G.1516 1.714 413 264 1.863 346 1.720 9%A.G.1617 1.863 414 282 1.995 306 1.797 4%A.G.1718 1.995 436 319 2.112 372 1.918 7%A.G.1819 2.112 440 319 2.233 420 2.093 9%
Tav. 27 - Andamento Amministrazioni di Sostegno Tribunale di TRIESTE
TRIESTE: Le ADS in corso dal 2010 al 2019 sono cresciute da 1167 a 2093, cioè del 79%, ovvero con un ritmo dell'8% annuo.
1.1671.346
1.461 1.4701.581
1.720 1.7971.918
2.093
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000Pendenti finali
ADS In corso fine periodo
Ads aperte nel periodo
Lineare (ADS In corso fine periodo)
Periodo di riferimento
Pendenti iniziali
Iscritti DefinitiPendenti
finaliAds aperte nel
periodoADS In corso fine periodo
Variazione perc. ADS in corso
A.G.1011 1.183 484 131 1.536 307 1.007 -A.G.1112 1.536 595 196 1.935 347 1.232 22%A.G.1213 1.935 528 219 2.244 374 1.496 21%A.G.1314 2.244 523 573 2.194 423 2.015 35%A.G.1415 2.194 760 329 2.625 636 2.400 19%A.G.1516 2.625 747 435 2.937 629 2.675 11%A.G.1617 2.937 787 464 3.260 670 3.007 12%A.G.1718 3.260 741 367 3.634 552 3.278 9%A.G.1819 3.634 672 509 3.797 661 3.511 7%
Tav. 28 - Andamento Amministrazioni di Sostegno Tribunale di UDINE*
UDINE: le ADS in corso dal 2010 al 2018 sono cresciute da 1007 a 3511, cioè del 249%, con un ritmo del 17% all'anno.
Fonte dati: DWGC del Ministero Giustizia per gli anni 2015-2019. Per gli anni precedenti della serie e il dettaglio delle ADS aperte ed
1.0071.232
1.496
2.0152.400
2.6753.007
3.2783.511
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000Pendenti finali
ADS In corso fine periodo
Ads aperte nel periodo
Lineare (ADS In corso fine periodo)
Fonte dati: DWGC del Ministero Giustizia per gli anni 2015-2019. Per gli anni precedenti della serie e il dettaglio delle ADS aperte ed in corso i dati sono stati estratti direttamente dai Registri SICID del Distretto. * il dato di Udine comprende le ADS ex Tolmezzo.
Periodo di riferimento
Pendenti iniziali
Iscritti DefinitiPendenti
finaliIndice di ricambio
Indice di smaltimento
Variazione percentuale dei
pendenti
AG1112 2.729 1.560 1.620 2.669 1,04 0,38 -2,20%AG1213 2.607 1.454 1.739 2.322 1,20 0,43 -10,93%AG1314 2.322 1.744 1.823 2.243 1,05 0,45 -3,40%AG1415 2.243 1.383 1.840 1.786 1,33 0,51 -20,37%AG1516 1.786 1.667 1.583 1.870 0,95 0,46 4,70%AG1617 1.870 1.772 1.614 2.028 0,91 0,44 8,45%AG1718 2.028 2.086 1.798 2.316 0,86 0,44 14,20%AG1819 2.316 2.216 1.806 2.726 0,81 0,40 17,70%
Tav. 29 - Andamento Dibattimento Penale negli ultimi 8 Anni Giudiziari: Corte d'Appello di TRIESTE
FONTE: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa (DGSTAO). Database modelli
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
proc
edim
enti
Pendenti finali Iscritti Definiti
Andamento durate
Periodo di riferimento
Durata procedimenti definiti (in giorni)
Età media procedimenti
pendenti (in giorni)
Num proc. pendenti >2
anni
Num proc. pendenti >3
anni
indice di durata prognostica
(rapporto pendenti/definiti)
AG1112 634 346 124 22 1,65AG1213 565 344 85 12 1,34AG1314 474 341 227 11 1,23AG1415 479 340 93 13 0,97AG1516 452 277 61 10 1,18AG1617 394 256 33 12 1,26AG1718 427 256 49 20 1,29
AG1819 406 283 86 36 1,5136
FONTE: i dati delle durate sono stati estratti fino al 2014-2015 dal database informatico non ufficiale in uso alla Cancelleria
FONTE: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa (DGSTAO). Database modelli trimestrali Webstat (Cubi). Dati aggiornati al 17 novembre 2019.
0
100
200
300
400
500
600
700
AG1112 AG1213 AG1314 AG1415 AG1516 AG1617 AG1718 AG1819
Num proc. pendenti >2 anni
Num proc. pendenti >3 anni
Età media procedimenti pendenti (in giorni)
Durata procedimenti definiti (in giorni)
FONTE: i dati delle durate sono stati estratti fino al 2014-2015 dal database informatico non ufficiale in uso alla Cancelleria Penale, dal 2015-2016 sono ottenuti da elaborazioni effettuate a partire da estrazioni Consolle SICP.
Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali
Procura Generale Esecuzioni Penali Iniziate 299 264 691 397 182 656 -25% 45% 5%
Avocazioni 0 0 0 0 0 0 N.D. N.D. N.D.
Corte di Appello 2.244 1.827 2.739 2.112 1.829 2.323 6% 0% 18%
Appello ordinario 2.216 1.806 2.726 2.086 1.798 2.316 6% 0% 18%
Appello assise 5 3 5 6 6 4 -17% -50% 25%
Appello minorenni 23 18 8 20 25 3 15% -28% 167%
Tribunale per i Minorenni 959 978 588 1.031 1.009 607 -7% -3% -3%
Sezione dibattimento 47 29 66 34 34 48 38% -15% 38%
Sezione GUP 288 241 468 245 252 421 18% -4% 11%
Sezione GIP 624 708 54 752 723 138 -17% -2% -61%
Tribunale Ordinario 24.957 23.972 14.700 24.080 21.934 14.162 4% 9% 4%
Dibattimento collegiale 222 277 431 249 197 484 -11% 41% -11%
Dibattimento monocratico 7.318 6.508 7.252 5.934 5.614 6.702 23% 16% 8%
Appello Giudice di Pace 82 67 54 36 40 30 128% 68% 80%
Sezione assise 3 2 5 1 1 4 200% 100% 25%
Sezione GIP/GUP - NOTI 17.332 17.118 6.958 17.860 16.082 6.942 -3% 6% 0%
Giudice di pace 4.072 4.741 1.712 5.740 5.686 2.929 -29% -17% -42%
Sezione dibattimento 1.279 1.595 1.130 1.664 1.548 1.750 -23% 3% -35%
Sezione GIP - NOTI 2.793 3.146 582 4.076 4.138 1.179 -31% -24% -51%
Procura presso il Tribunale 33.352 30.826 21.613 31.452 30.784 19.742 6% 0% 9%
Reati ordinari - NOTI 25.668 25.776 15.163 25.146 24.779 15.779 2% 4% -4%
Reati di compretenza DDA - NOTI 79 62 94 65 62 77 22% 0% 22%
Reati di competenza del GdP - NOTI 7.605 4.988 6.356 6.241 5.943 3.886 22% -16% 64%
Procura presso il Tribunale per i
Minorenni Registro NOTI - Mod. 52 917 895 410 933 1.007 388 -2% -11% 6%
FONTE: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa (DGSTAO). Database modelli trimestrali Webstat (Cubi). Dati aggiornati al 17 novembre 2019.
Tav. 30 - Procedimenti penali iscritti, definiti e pendenti nell'A.G. 2018/2019. Confronto con l'A.G. precedente e variazioni percentuali.
Tipologia Ufficio Materia A.G. 2018/2019 A.G. 2017/2018
Variazione percentuale
A.G. 2018/2019 vs. A.G. 2017/2018
Tav. 31 - Procedimenti penali iscritti, definiti e pendenti nell'A.G. 2018/2019.
Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali
2.584 2.935 2.316 2.745 2.257 2.674 -6% 30% -13%
Dibattimento collegiale 43 34 100 39 27 90 10% 26% 11%
Dibattimento monocratico 664 944 1.194 1.098 729 1.497 -40% 29% -20%
Appello Giudice di Pace 24 24 10 0 0 0 N.D. N.D. N.D.
Sezione GIP/GUP - NOTI 1.853 1.933 1.012 1.608 1.501 1.087 15% 29% -7%
6.720 6.130 3.619 7.480 6.082 3.045 -10% 1% 19%
Dibattimento collegiale 52 57 58 47 35 62 11% 63% -6%
Dibattimento monocratico 1.440 1.108 1.169 1.094 1.035 840 32% 7% 39%
Appello Giudice di Pace 15 10 6 5 9 1 200% 11% 500%
Sezione GIP/GUP - NOTI 5.213 4.955 2.386 6.334 5.003 2.142 -18% -1% 11%
6.345 6.038 4.018 5.710 5.390 4.161 11% 12% -3%
Dibattimento collegiale 47 66 87 53 57 108 -11% 16% -19%
Dibattimento monocratico 2.152 1.652 2.414 1.808 1.608 2.134 19% 3% 13%
Appello Giudice di Pace 23 19 18 16 9 15 44% 111% 20%
Sezione Assise 3 2 5 1 0 4 200% N.D. 25%
Sezione GIP/GUP - NOTI 4.120 4.299 1.494 3.832 3.716 1.900 8% 16% -21%
9.308 8.869 4.747 8.145 8.205 4.282 14% 8% 11%
Dibattimento collegiale 80 120 186 110 78 224 -27% 54% -17%
Dibattimento monocratico 3.062 2.804 2.475 1.934 2.242 2.231 58% 25% 11%
Appello Giudice di Pace 20 14 20 15 22 14 33% -36% 43%
Sezione Assise 0 0 0 0 1 0 N.D. -100% N.D.
Sezione GIP/GUP - NOTI 6.146 5.931 2.066 6.086 5.862 1.813 1% 1% 14%
24.957 23.972 14.700 24.080 21.934 14.162 3,6% 9,3% 3,8%
FONTE: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa (DGSTAO). Database modelli trimestrali Webstat (Cubi). Dati aggiornati al 17 novembre 2019.
A.G. 2018/2019 A.G. 2017/2018Variazione percentuale
A.G. 2018/2019 vs. A.G. 2017/2018
TRIBUNALE DI GORIZIA
TRIBUNALE DI PORDENONE
TRIBUNALE DI TRIESTE
TRIBUNALE DI UDINE
TOTALE TRIBUNALI DISTRETTO
Tribunale
(Nuovi circodari)Materia
Tav. 32 - Procedimenti penali iscritti, definiti e pendenti nell'A.G. 2018/2019
Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali
3.995 3.376 3.152 3.966 3.823 2.811 1% -12% 12%
Reati ordinari - NOTI 2.836 2.419 2.453 2.765 2.749 2.207 3% -12% 11%
Reati di competenza del GdP - NOTI 1.159 957 699 1.201 1.074 604 -3% -11% 16%
8.342 8.483 4.846 7.611 8.632 5.201 10% -2% -7%
Reati ordinari - NOTI 7.715 7.755 4.304 6.828 7.667 4.533 13% 1% -5%
Reati di competenza del GdP - NOTI 627 728 542 783 965 668 -20% -25% -19%
10.130 8.102 8.187 8.366 7.809 6.201 21% 4% 32%
Reati ordinari - NOTI 5.931 6.380 3.596 5.881 5.828 4.080 1% 9% -12%
Reati di competenza del GdP - NOTI 4.120 1.660 4.497 2.420 1.919 2.044 70% -13% 120%
Reati di compretenza DDA - NOTI 79 62 94 65 62 77 22% 0% 22%
10.885 10.865 5.428 11.509 10.520 5.529 -5% 3% -2%
Reati ordinari - NOTI 9.186 9.222 4.810 9.672 8.535 4.959 -5% 8% -3%
Reati di competenza del GdP - NOTI 1.699 1.643 618 1.837 1.985 570 -8% -17% 8%
33.352 30.826 21.613 31.452 30.784 19.742 6% 0% 9%
FONTE: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa (DGSTAO). Database modelli trimestrali Webstat (Cubi). Dati aggiornati al 17 novembre 2019.
Variazione percentuale
A.G. 2018/2019 vs. A.G. 2017/2018
Procura di PORDENONE
Procura di TRIESTE
Procura di UDINE
Totale Procure del Distretto
Procura di GORIZIA
Procure presso il Tribunale Materia A.G. 2018/2019 A.G. 2017/2018
Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali
911 1.024 363 1.001 1.054 476 -9% -3% -24%
Sezione dibattimento 337 316 187 218 138 165 55% 129% 13%
Sezione GIP - NOTI 574 708 176 783 916 311 -27% -23% -43%
920 791 573 819 1.024 501 12% -23% 14%
Sezione dibattimento 435 303 427 270 347 296 61% -13% 44%
Sezione GIP - NOTI 485 488 146 549 677 205 -12% -28% -29%
1.660 1.814 795 1.990 1.781 949 -17% 2% -16%
Sezione dibattimento 472 707 523 711 568 758 -34% 24% -31%
Sezione GIP - NOTI 1.188 1.107 272 1.279 1.213 191 -7% -9% 42%
1.501 1.903 554 1.930 1.820 1.003 -22% 5% -45%
UDINE - Sezione dibattimento 394 481 370 388 406 466 2% 18% -21%
TOLMEZZO - Sezione dibattimento 69 73 46 62 57 50 11% 28% -8%
GEMONA - Sezione dibattimento 7 18 4 15 25 15 -53% -28% -73%
UDINE - Sezione GIP - NOTI 1.031 1.331 134 1.465 1.332 472 -30% 0% -72%
4.992 5.532 2.285 5.740 5.679 2.929 -13% -3% -22%
Tav. 33 - Procedimenti penali iscritti, definiti e pendenti nell'A.G. 2018/2019. Sedi degli Uffici del Giudice di Pace raggruppate per circondario
Uffici del Giudice di Pace
raggruppati per circondarioMateria
A.G. 2018/2019 A.G. 2017/2018Variazione percentuale
A.G. 2018/2019 vs. A.G. 2017/2018
Ufficio del Giudice di pace di GORIZIA
Ufficio del Giudice di pace di PORDENONE
Ufficio del Giudice di pace di TRIESTE
Uffici del Giudice di pace Circondario di UDINE
Toltale Uffici del Giudice di Pace DISTRETTO
FONTE: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa (DGSTAO). Database modelli trimestrali Webstat (Cubi). Dati aggiornati al 17 novembre 2019.
Tribunale Dibattimento (monocratico e collegiale)
IscrittiUfficio del Giudice di pace - Dibattimento
Iscritti
GORIZIA 707 GORIZIA 337PORDENONE 1.492 PORDENONE 435TRIESTE 2.199 TRIESTE 472UDINE 3.142 UDINE 470
totale 7.540 totale 1.714
Tribunale - Ufficio Gip Gup IscrittiUfficio del Giudice di pace -Sezione GIP - NOTI
Iscritti
GORIZIA 1.853 GORIZIA 574PORDENONE 5.213 PORDENONE 485TRIESTE 4.120 TRIESTE 1.188UDINE 6.146 UDINE 1.031
totale 17.332 totale 3.278
Tav. 34 - Procedimenti penali Iscritti nel Distretto nell'A.G. 2018/2019 per sede
GORIZIA9%
PORDENONE20%
TRIESTE29%
UDINE42%
GORIZIA11%
GORIZIA20%
PORDENONE25%
TRIESTE28%
UDINE27%
GORIZIA
Procura - Reati ordinari - NOTI
IscrittiProcura - Reati competenza GdP - NOTI
Iscritti
GORIZIA 2.836 GORIZIA 1.159PORDENONE 7.715 PORDENONE 627TRIESTE 5.931 TRIESTE 4.120UDINE 9.186 UDINE 1.699
totale 25.668 totale 7.605
FONTE: Dati riportati da tabelle precedenti (tavv. 31,32, 33). MG-DGSTAO - Cubi Webstat al 17 nov 2019.
11%
PORDENONE30%
TRIESTE24%
UDINE35%
GORIZIA18%
PORDENONE15%
TRIESTE36%
UDINE31%
GORIZIA11%
PORDENONE30%
TRIESTE23%
UDINE36%
GORIZIA15%
PORDENONE8%
TRIESTE54%
UDINE23%
Periodo di riferimento
Corte d'Appello
(val. assoluti)
Corte d'Appello (andam. %)
Tribunali dibattimento
(val. assoluti)
Tribunali dibattimento
(andam. %)
Uffici Gip-Gup (val. assoluti)
Uffici Gip-Gup (andam.
%)Totali
A.Giud. 2009-2010 86 5,2% 351 5,1% 1.108 5,2% 1.545A.Giud. 2010-2011 87 5,3% 261 3,6% 749 4,2% 1.097A.Giud. 2011-2012 101 6,0% 166 2,4% 254 1,3% 521A.Giud. 2012-2013 81 4,6% 156 2,1% 364 1,9% 601A.Giud. 2013-2014 102 5,4% 235 3,2% 238 1,5% 575A.Giud. 2014-2015 107 5,6% 250 3,5% 310 2,1% 667A.Giud. 2015-2016 104 6,4% 162 2,1% 398 2,3% 664A.Giud. 2016-2017 98 6,1% 185 2,9% 409 2,7% 692A.Giud. 2017-2018 134 7,5% 130 2,2% 346 2,2% 610A.Giud. 2018-2019 91 5,0% 126 1,8% 481 2,8% 698
Tav. 35 - Andamento e distribuzione per Circondario dei procedimenti definiti per prescrizione - ultimi 10 anni Anni Giudiziari.
1.108
351
261
126
86
87
81107 104 98
13491600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
ANDAMENTO DEI PROCEDIMENTI DEFINITI PER PRESCRIZIONE NEL DISTRETTO: ANNI GIUDIZIARI 2008-2018 (valori assoluti)
Corte d'Appello (val. assoluti)
Tribunali dibattimento (val. assoluti)
Uffici Gip-Gup (val. assoluti)
FONTE: Dati elaborati da tav. 36 e precedenti relazioni inaugurali. MG-DGSTAO - Cubi Webstat al 17 nov 2019.
1.108
749
254364
238 310 398 409 346481
166156
235250 162 185
130
126101
81 102107 104
134
0
200
400
600
5,2% 5,3%
6,0%
4,6%
5,4% 5,6%
6,4%6,1%
7,5%
5,0%5,1%
3,6%
2,4%2,1%
3,2%3,5%
2,1%
2,9%
2,2%1,8%
5,2%
4,2%
1,3%
1,9%1,5%
2,1% 2,3%2,7%
2,2%
2,8%
0,0%
1,0%
2,0%
3,0%
4,0%
5,0%
6,0%
7,0%
8,0%
ANDAMENTO DEI PROCEDIMENTI DEFINITI PER PRESCRIZIONE NEL DISTRETTO: ULTIMI 10 ANNI GIUDIZIARI (valori percentuali)
Corte d'Appello (andam. %)Tribunali dibattimento (andam. %)Uffici Gip-Gup (andam. %)
Prescrizioni - Incidenza percentuale per settore e ufficio
Appello Dib.Dibattimento
collegiale
Dibattimento
monocratico
Totale
DibattimentoNoti Gip Gup Noti Procura
GORIZIA 2,9% 4,1% 4,1% 2,3% 1,2%
PORDENONE 0,0% 1,2% 1,1% 4,0% 2,4%
TRIESTE 5,0% 6,1% 2,1% 2,2% 1,9% 1,2%
UDINE 5,0% 1,0% 1,1% 2,7% 1,9%
Totale Distretto 5,0% 4,0% 1,7% 1,8% 2,8% 1,8%
Procedimenti penali definiti per PRESCRIZIONE nell'A.G. 2018/2019 (valori assoluti). Prescrizioni - Incidenza assoluta per settore
Corte d'Appello Tribunale e relative sezioni Gip presso il TribunaleProcura presso
il Tribunale
Tav. 36 Incidenza dei procedimenti definiti per PRESCRIZIONE sul totale dei procedimenti nell'A.G. 2018/2019
Sede
Corte d'Appello Tribunale e relative sezioniGip presso il
Tribunale
Procura presso il
Tribunale
4,1%
2,3%
1,2%
1,1%
4,0%
2,4%
5,0%
2,2%
1,9%
1,2%
1,1%
2,7%
1,9%
0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0%
Appello Dib.
Totale Dibattimento
Noti Gip Gup
Noti Procura
UDINE
TRIESTE
PORDENONE
GORIZIA
DISTRIBUZIONE PER CIRCONDARIO DEI PROCEDIMENTI DEFINITI PER PRESCRIZIONE NELL'ANNO GIUDIZIARIO
Noti Gip
Gup
Noti
Gup
To
tale
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GORIZIA 34 0 1 968 1 39 1.933 37 0 7 2.419 28
PORDENONE 57 0 0 1.118 0 13 4.955 190 4 3 7.755 187
TRIESTE 1806 91 66 0 4 1.671 0 35 4.299 74 1 6 6.442 80
UDINE 120 0 6 2.818 0 27 5.931 157 0 2 9.222 176
Totale Distretto 1.806 91 277 0 11 6.575 1 114 17.118 458 5 18 25.838 471
Sede Ufficio
FONTE: Ministero della Giustizia - Direzione Generale di Statistica e Analisi Organizzativa (DGSTAO). Database modelli trimestrali Webstat (Cubi). Dati aggiornati al 17 novembre 2019.
Dibattimento
AppelloDibattimento collegiale Dibattimento monocratico Noti Gip Noti
74
157
190
37
7
2
7
791
39
33
13
41
0
50
100
150
200
250
DISTRIBUZIONE PER CIRCONDARIO DEI PROCEDIMENTI DEFINITI PER PRESCRIZIONE NELL'ANNO GIUDIZIARIO
Dibattimento (Sentenze)Uffici Gip-Gup (Sentenze)Uffici Gip (archiviazioni)
Rito GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINETotale
complessivo
Giudizio ordinario 453 562 1.151 1.364 3.530
Giudizio direttissimo 6 5 10 12 33
Applicazione pena su richiesta 58 135 136 193 522
Giudizio immediato 2 5 10 22 39
Giudizio abbreviato 37 70 170 244 521
Giudizio di opposizione a
decreto penale62 157 14 149 382
TOTALE 618 934 1.491 1.984 5.027
% definiti con rito alternativo sul
totale definiti con sentenza26,7% 39,8% 22,8% 31,3% 29,8%
Tav. 37a - Procedimenti penali Monocratici definiti con sentenza di merito distinti per rito nei Tribunali ordinari nell'A.G. 2018/2019.
Definiti con sentenza monocratica
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
1.600
1.800
2.000Giudizio di opposizione a
decreto penale
Giudizio abbreviato
Giudizio immediato
Applicazione pena su
richiesta
Giudizio direttissimo
Giudizio ordinario
Rito GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINETotale
complessivo
Giudizio ordinario 31 46 49 102 228
Giudizio direttissimo 0 2 1 0 3
Applicazione pena su richiesta 0 5 1 0 6
Giudizio immediato 2 2 8 4 16
Giudizio abbreviato 0 1 0 0 1
Giudizio di opposizione a
decreto penale0 0 0 1 1
TOTALE 33 56 59 107 255
% definiti con rito alternativo sul
totale definiti con sentenza6,1% 17,9% 16,9% 4,7% 10,6%
Tav. 38a - Procedimenti penali Collegiali definiti con sentenza di merito distinti per rito nei Tribunali ordinari nell'A.G. 2018/2019.
Definiti con sentenza collegiale
0
20
40
60
80
100
120
Giudizio di opposizione a
decreto penale
Giudizio abbreviato
Giudizio immediato
Applicazione pena su
richiesta
Giudizio direttissimo
Giudizio ordinario
Rito GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINETotale
complessivo
Giudizio ordinario 73,3% 60,2% 77,2% 68,8% 70,2%
Giudizio direttissimo 1,0% 0,5% 0,7% 0,6% 0,7%
Applicazione pena su richiesta 9,4% 14,5% 9,1% 9,7% 10,4%
Giudizio immediato 0,3% 0,5% 0,7% 1,1% 0,8%
Giudizio abbreviato 6,0% 7,5% 11,4% 12,3% 10,4%
Giudizio di opposizione a
decreto penale10,0% 16,8% 0,9% 7,5% 7,6%
Totale Riti abbreviati 26,7% 39,8% 22,8% 31,3% 29,8%
Riti abbreviati
Tav. 37b - Valore percentuale del Monocratico definito con sentenza di merito nei Tribunali ordinari nell'A.G. 2018/2019.
Valori % per rito Definiti con sentenza monocratica
0%50%
100%
GORIZIA
PORDENONE
TRIESTE
UDINE
Giudizio ordinario
Giudizio direttissimo
Applicazione pena su
richiesta
Giudizio immediato
Giudizio abbreviato
Giudizio di opposizione
a decreto penale
Rito GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINETotale
complessivo
Giudizio ordinario 93,9% 82,1% 83,1% 95,3% 89,4%
Giudizio direttissimo 0,0% 3,6% 1,7% 0,0% 1,2%
Applicazione pena su richiesta 0,0% 8,9% 1,7% 0,0% 2,4%
Giudizio immediato 6,1% 3,6% 13,6% 3,7% 6,3%
Giudizio abbreviato 0,0% 1,8% 0,0% 0,0% 0,4%
Giudizio di opposizione a
decreto penale0,0% 0,0% 0,0% 0,9% 0,4%
Totale Riti abbreviati 6,1% 17,9% 16,9% 4,7% 10,6%
Tav. 38b - Valore percentuale del Collegiale definito con sentenza nei Tribunali ordinari nell'A.G. 2018/2019.
Valori % per rito Definiti con sentenza collegiale
Riti abbreviati
50%70%
90%110%
GORIZIA
PORDENONE
TRIESTE
UDINE
Giudizio ordinario
Giudizio direttissimo
Applicazione pena su
richiesta
Giudizio immediato
Giudizio abbreviato
Giudizio di opposizione
a decreto penale
Modalità GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINETotale
complessivo
Decreti di archiviazione 1.029 3.108 2.626 3.477 10.240 udine aggiunti a mano 2 trim
Sentenze di rito alternativo 164 408 485 653 1.710
Decreti penali di condanna
esecutivi160 314 156 571 1.201
Rinviati Per Il Giudizio 272 331 510 602 1.715
TOTALE 1.625 4.161 3.777 5.303 14.866
Tav. 39a - Procedimenti contro NOTI definiti presso l'Ufficio GIP/GUP - per le principali modalità di definizione nell'A.G. 2018/2019.
Definiti
Tav. 40a - Procedimenti contro NOTI definiti presso la Procura della Repubblica per le principali modalità di definizione nell'A.G. 2018/2019.
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
GORIZIAPORDENONE
TRIESTEUDINE
Rinviati Per Il Giudizio
Decreti penali di condanna esecutivi
Sentenze di rito alternativo
Decreti di archiviazione
Modalità GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINETotale
complessivo
Richieste di archiviazione 830 2.980 2.597 3.523 9.930
Richieste di rinvio a giudizio
ordinario258 516 678 661 2.113
Richieste di riti alternativi 576 1.077 440 1.462 3.555
Citazioni dirette a giudizio 323 1.008 1.606 2.252 5.189
TOTALE 1.987 5.581 5.321 7.898 20.787
Definiti
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
8.000
GORIZIAPORDENONE
TRIESTEUDINE
Citazioni dirette a giudizio
Richieste di riti alternativi
Richieste di rinvio a giudizio ordinario
Richieste di archiviazione
Modalità GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINETotale
complessivo
Decreti di archiviazione 63,3% 74,7% 69,5% 65,6% 68,9%
Sentenze di rito alternativo 10,1% 9,8% 12,8% 12,3% 11,5%
Decreti penali di condanna 9,8% 7,5% 4,1% 10,8% 8,1%
Decreti che dispongono il
giudizio16,7% 8,0% 13,5% 11,4% 11,5%
Valore Percentuale Definiti
Tav. 39b - Valori percentuali Procedimenti contro NOTI definiti presso l'Ufficio GIP/GUP
0%50%
100%
GORIZIA
PORDENONE
TRIESTE
UDINE
Decreti di
archiviazione
Sentenze di rito
alternativo
Decreti penali di
condanna
esecutivi
Rinviati Per Il
Giudizio
Modalità GORIZIA PORDENONE TRIESTE UDINETotale
complessivo
Richieste di archiviazione 41,8% 53,4% 48,8% 44,6% 47,8%
Richieste di rinvio a giudizio
ordinario13,0% 9,2% 12,7% 8,4% 10,2%
Richieste di riti alternativi 29,0% 19,3% 8,3% 18,5% 17,1%
Citazioni dirette a giudizio 16,3% 18,1% 30,2% 28,5% 25,0%
Tav. 40b - Valori percentuali Procedimenti contro NOTI definiti presso la Procura della Repubblica
Valore Percentuale Definiti
0%50%
100%
GORIZIA
PORDENONE
TRIESTE
UDINE
Richieste di
archiviazione
Richieste di rinvio
a giudizio
ordinario
Richieste di riti
alternativi
Citazioni dirette a
giudizio
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
GORIZIA 3 8,8% 1 2,9% 8 23,5% 22 64,7% 34 12,3%
PORDENONE 19 33,3% 13 22,8% 17 29,8% 8 14,0% 57 20,6%
TRIESTE 11 16,7% 13 19,7% 24 36,4% 18 27,3% 66 23,8%
UDINE 12 10,0% 12 10,0% 41 34,2% 55 45,8% 120 43,3%
Totale
complessivo45 16,2% 39 14,1% 90 32,5% 103 37,2% 277 100,0%
Tav. 41 - Procedimenti penali definiti distinti per sede, tipo rito e classe di durata nei Tribunali ordinari nell'A.G. 2018/2019.
TRIBUNALI - SEZIONE DIBATTIMENTO. Definiti con rito collegiale
Circondario
Classi di durataTotale rito
collegialeEntro 6 mesi Tra 6 mesi e 1 anno Tra 1 e 2 anni In oltre 2 anni
0
10
20
30
40
50
60
GORIZIAPORDENONE
TRIESTEUDINE
Entro 6 mesi
Tra 6 mesi e 1 anno
Tra 1 e 2 anni
In oltre 2 anni
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
GORIZIA 200 21,2% 153 16,2% 349 37,0% 242 25,6% 944 14,5%
PORDENONE 535 48,3% 319 28,8% 199 18,0% 55 5,0% 1.108 17,0%
TRIESTE 545 33,0% 425 25,7% 421 25,5% 261 15,8% 1.652 25,4%
UDINE 1.302 46,4% 561 20,0% 575 20,5% 366 13,1% 2.804 43,1%
Totale
complessivo2.582 39,7% 1.458 22,4% 1.544 23,7% 924 14,2% 6.508 100,0%
TRIBUNALI - SEZIONE DIBATTIMENTO. Definiti con rito monocratico
Circondario
Classi di durataTotale rito
monocraticoEntro 6 mesi Tra 6 mesi e 1 anno Tra 1 e 2 anni In oltre 2 anni
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
GORIZIAPORDENONE
TRIESTEUDINE
Entro 6 mesi
Tra 6 mesi e 1 anno
Tra 1 e 2 anni
In oltre 2 anni
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
GORIZIA 1.115 57,7% 443 22,9% 295 15,3% 80 4,1% 1.933 11,3%
PORDENONE 3.695 74,6% 875 17,7% 362 7,3% 23 0,5% 4.955 28,9%
TRIESTE 3.442 80,1% 362 8,4% 424 9,9% 71 1,7% 4.299 25,1%
UDINE 4.978 83,9% 743 12,5% 159 2,7% 51 0,9% 5.931 34,6%
Totale
complessivo13.230 77,3% 2.423 14,2% 1.240 7,2% 225 1,3% 17.118 100,0%
Tav. 42 - Procedimenti penali definiti distinti per sede e classe di durata nei Tribunali ordinari - Sezione GIP GUP nell'A.G. 2018/2019.
TRIBUNALI - SEZIONE GIP GUP. Definiti nel Registro Noti
Circondario
Classi di durataTotale Sezione
Gip Gup NotiEntro 6 mesi Tra 6 mesi e 1 anno Tra 1 e 2 anni In oltre 2 anni
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
4.500
5.000
GORIZIAPORDENONE
TRIESTEUDINE
Entro 6 mesi
Tra 6 mesi e 1 anno
Tra 1 e 2 anni
In oltre 2 anni
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
Definiti
% sul
totale
definiti
GORIZIA 1.482 61,3% 327 13,5% 384 15,9% 226 9,3% 2.419 9,4%
PORDENONE 5.029 64,8% 981 12,6% 908 11,7% 837 10,8% 7.755 30,0%
TRIESTE 3.442 53,4% 1.336 20,7% 1.226 19,0% 438 6,8% 6.442 24,9%
UDINE 5.993 65,0% 950 10,3% 1.906 20,7% 373 4,0% 9.222 35,7%
Totale
complessivo15.946 61,7% 3.594 13,9% 4.424 17,1% 1.874 7,3% 25.838 100,0%
Tav. 43 - Procedimenti penali definiti distinti per sede e classe di durata nelle Procure ordinarie nell'A.G. 2018/2019.
PROCURE DELLA REPUBBLICA. Definiti nel Registro Noti Mod. 21
Circondario
Classi di durataTotale Procura
NotiEntro 6 mesi Tra 6 mesi e 1 anno Tra 1 e 2 anni In oltre 2 anni
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
GORIZIAPORDENONE
TRIESTEUDINE
Entro 6 mesi
Tra 6 mesi e 1 anno
Tra 1 e 2 anni
In oltre 2 anni