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Convegno su “Le politiche di coesione territoriale:
un confronto tra Italia e Stati Uniti”
Università della Calabria 19/20 Ottobre 2016
Il monitoraggio delle politiche per l’innovazione nell’ambito della politica di coesione
Federica Bertamino
Agenzia per la Coesione Territoriale
Introduzione: la Politica di Coesione in Italia
La performance innovativa dei territori
L’innovazione nelle politiche di sviluppo regionale
La programmazione 2014-2020: il quadro nazionale e le scelte a livello regionale
Il monitoraggio dell’attuazione
Agenda
La politica di Coesione è il principale pilastro del bilancio dell’Unione europea per gli investimenti. Dal 1986 mira a rafforzare la coesione economica e sociale e dal 2008 territoriale (Libro verde sulla coesione territoriale, 2008), attraverso la riduzione del divario tra i livelli di sviluppo regionale/divari territoriali. La programmazione della Politica di Coesione è scandita da cicli di 7 anni.
La Politica di Coesione
La Politica di Coesione in Italia
• Il DL 101 del 31/8/2013, art 10 «Misure per il potenziamento delle politiche di coesione», ha istituito l’ Agenzia per la Coesione Territoriale al fine di assicurare il perseguimento delle finalità di cui all’articolo 119 (quinto comma) della Costituzione e rafforzare l’azione di programmazione, coordinamento, sorveglianza e sostegno della politica di coesione.
• Le funzioni relative alla politica di coesione sono ripartite tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Agenzia.
• L’ Agenzia è sottoposta alla vigilanza del Presidente del Consiglio dei ministri.
L’ Agenzia per la coesione territoriale
• a) Opera in raccordo con le amministrazioni competenti il monitoraggio sistematico e continuo dei programmi operativi e degli interventi della politica di coesione, anche attraverso specifiche attività di valutazione e verifica;
• b) svolge azioni di sostegno alle amministrazioni che gestiscono programmi europei o nazionali con obiettivi di rafforzamento della coesione territoriale sia attraverso apposite iniziative di formazione del personale delle amministrazioni interessate, che con l’intervento di qualificati esperti di settore per l’accelerazione e la realizzazione dei programmi;
• c) promuove, nel rispetto delle competenze delle singole amministrazioni pubbliche, il miglioramento della qualità, della tempestività, dell’efficacia e della trasparenza delle attività di programmazione e attuazione degli interventi;
• d) può assumere le funzioni dirette di autorità di gestione di programmi per la conduzione di specifici progetti a carattere sperimentale nonché nel caso di inerzia o inadempimento delle amministrazioni pubbliche responsabili.
• L’Agenzia per la coesione territoriale nasce per dare un forte impulso al miglioramento dell’attuazione della politica di coesione nazionale e comunitaria con l’obiettivo di raggiungere con successo i risultati prefissati per il ciclo di programmazione 2014-2020.
• Il monitoraggio dell’attuazione delle politiche di coesione è la prima delle funzioni che la legge istitutiva assegna all’Agenzia, segnando, in tal modo, una forte discontinuità con la passata governance delle politiche di coesione, che vedeva l’azione amministrativa centrale impegnata principalmente nell’attività di programmazione, del monitoraggio finanziario e della rendicontazione.
L’ Agenzia per la coesione territoriale
La performance innovativa dei territori
L’Obiettivo EU 2020 per le politiche di ricerca sviluppo tecnologico e innovazione
Migliorare la performance innovativa delle regioni con particolare riferimento alle regioni Meno Sviluppate
L’Italia ha fissato il proprio target all’1,53% per cento del PIL Valori al 2014: media UE: 2,03% Italia: 1,29% Regioni italiane: Provincia autonoma di Trento, Piemonte e Lazio avevano già raggiunto il target nazionale nel 2011
Raggiungere il target del 3% nel rapporto tra spesa in R&S e PIL.
L’obiettivo europeo per le politiche di R&I delle regioni
1. una distanza tra sistema industriale e della ricerca superiore alla media europea;
2. una debole attenzione e una limitata capacità di valorizzazione, soprattutto in senso commerciale, dei risultati della ricerca;
3. una limitata diffusione della formazione orientata all’imprenditorialità tecnologica;
4. una limitata capacità di assorbimento della nuova conoscenza da parte delle imprese attribuibile principalmente alla scarsa presenza di capitale umano qualificato nelle imprese, soprattutto con riferimento a ricercatori e competenze scientifico‐tecnologiche;
5. difficoltà di accesso a fonti di finanziamento per la ricerca e l’innovazione attraverso strumenti alternativi al sistema bancario e al sostegno pubblico (l’investimento di capitali di venture, soprattutto early stage, è quasi assente in Italia).
La performance innovativa dei territori L’obiettivo nazionale posto è raggiungibile, ma necessita l’individuazione di
interventi adeguati ad incidere sulle debolezze strutturali del Paese, quali:
La performance innovativa dei territori
Fonte: Commissione Europea, European Innovation Scoreboard 2016
La performance innovativa degli Stati Membri dell’Unione Europea (UE‐27)
European Innovation Scoreboard 2016
PUNTI DI DEBOLEZZA
Qualità del capitale umano
INDICATORI Italia Media
UE
% laureati sulla popolazione di età compresa tra i 30 e i 34 anni
24,9 % 38,5 %
Supporto finanziario rapporto tra gli investimenti in venture capital e il PIL
0,022 % 0,069 %
Fonte: Commissione Europea, European Innovation Scoreboard 2016
La performance innovativa dei territori
Il posizionamento dell’Italia
Fattori abilitanti
PUNTI DI DEBOLEZZA INDICATORI Italia Media
UE
rapporto spesa privata in R&S e PIL
rapporto tra spesa del settore pubblico in R&S e PIL
0,72 % 1,30 %
0,54 % 0,72 %
Spesa in ricerca e sviluppo
Attività collaborativa di R&I
% PMI che hanno avviato attività cooperative di R&I con altri soggetti, imprese e organismi di ricerca sul totale
4,8 % 10,3%
Fonte: Commissione Europea, European Innovation Scoreboard 2016
La performance innovativa dei territori
Il posizionamento dell’Italia
Attività delle imprese
I
PUNTI DI DEBOLEZZA INDICATORI Italia Media
UE
Export dei servizi ad alta intensità di conoscenza sul totale
Competitività nel settore dei servizi ad alta intensità di conoscenza
48,5% 63,1%
La performance innovativa dei territori
Il posizionamento dell’Italia
Outputs
Fonte: Commissione Europea, European Innovation Scoreboard 2016
PUNTI DI FORZA INDICATORI Italia Media
UE
Innovazione di prodotto/ processo delle imprese
Innovazione strategica e organizzativa delle imprese
% PMI che hanno introdotto innovazioni di prodotto/processo sul totale
% PMI che hanno introdotto innovazioni strategiche e organizzative sul totale
38,8 % 30,6%
44,7 % 36,2 %
Fonte: Commissione Europea, European Innovation Scoreboard 2016
La performance innovativa dei territori
Il posizionamento dell’Italia
Outputs
Regional Innovation Scoreboard (RIS) 2016
La performance innovativa dei territori
L’innovazione nella politica di coesione
L’innovazione nelle politiche di coesione L’evoluzione degli indirizzi strategici
Dall’Agenda di Lisbona all’economia imprenditoriale
2000 2005 2010 2015 2008 2009 2013
Innovation driven development paradigm
Knowledge economy Entrepreneurial economy
Lisbon Agenda
Lisbon Agenda review
Post 2010
Knowledge for growth
Eu 2020
Smart Specialisation
Strategy
Reg 1303/2013
Avvio 2014-2020
“Smart Specialisation Strategy”: indirizzo strategico e vincolo regolamentare
Politiche di crescita innovation driven basate su una visione integrata e place-based
di «ecosistema dell’innovazione»
Esse mirano: -alla concentrazione delle risorse pubbliche investite in conoscenza -su particolari «attività» -per rafforzare il vantaggio comparato delle regioni -in ambiti esistenti o nuovi
Implicazioni: -ruolo della specializzazione scientifica, tecnologica ed economica nello sviluppo del vantaggio comparato e nella crescita economica; -capacità di identificare domini utili a sostenere la competitività presente e futura dei territori; -modalità di gestione e governance che riconoscono un ruolo centrale a regioni, stakeholders privati e imprenditori nel processo di traduzione delle strategie in risultati economici e sociali.
2 principali elementi di originalità rispetto alle politiche industriali e per l’innovazione tradizionali
A. Descrive traiettorie di cambiamento strutturale:
- il cambiamento strutturale e non semplicemente l’accumulazione di capitale è il driver di crescita economica
- incoraggia la trasformazione di attività economiche, - modernizzando settori produttivi esistenti e aiutando settori più deboli a migliorare la
propria competitività grazie all’adozione di ICT, - sostenendo, per i territori più avanzati, lo sviluppo di nuove aree sulla frontiera
tecnologica
“Smart Specialisation Strategy”: indirizzo strategico e vincolo regolamentare
B. Riconosce un ruolo centrale all’ «entrepreneur»
Si basa su un processo di «scoperta imprenditoriale»:
-gli imprenditori in grado di combinare la conoscenza scientifica, tecnologica ed ingegneristica con la conoscenza del mercato, identificano i domini di attività economiche in cui la regione eccelle o ha il potenziale di eccellere in futuro (leadership degli imprenditori nel processo di apprendimento) -l’attore pubblico raccoglie la conoscenza imprenditoriale regionale e la trasforma in priorità di policy
In questo contesto, i soggetti imprenditoriali non sono solo coloro che creano nuove imprese ma anche gli innovatori che operano in imprese esistenti, nelle università, nella pubblica amministrazione.
2 principali elementi di originalità rispetto alle politiche industriali e per l’innovazione tradizionali
“Smart Specialisation Strategy”: indirizzo strategico e vincolo regolamentare
Condizionalità ex-ante:
«un fattore critico concreto e predefinito con precisione, che rappresenta un pre-requisito per l'efficace ed efficiente raggiungimento di un obiettivo specifico relativo a una priorità d'investimento o a una priorità dell'Unione – al quale tale fattore è direttamente ed effettivamente collegato e sul quale ha un impatto diretto» (Reg. 1303/2013 - Regolamento Generale dei Fondi Strutturali)
Il vincolo regolamentare
S3 come condizionalità ex-ante per gli investimenti in «ricerca sviluppo tecnologico e innovazione» «esistenza di una strategia di specializzazione intelligente nazionale o regionale in linea con il programma di riforma nazionale, che esercita un effetto leva sulla spesa privata in ricerca e innovazione ed è conforme alle caratteristiche di sistemi efficaci di ricerca e di innovazione ai livelli nazionale e regionale» (Allegato XI)
“Smart Specialisation Strategy”: indirizzo strategico e vincolo regolamentare
La programmazione 2014-2020:
il quadro nazionale e le scelte a livello regionale
La Politica di coesione 2014-2020
• La dotazione finanziaria
• per il ciclo 2014-2020:
• Accordo di Partenariato
• 42,085 mld • di cui :
• 31,1 mld (20,6 FESR + 10,4 FSE)
• 10,4 Feasr
• 0,537 Feamp
• + 1,1 mld cooperazione territoriale europea
• + 0,567 YEI (Youth Employment Initiative)
• Totale
• 44 mld
• + 20 mld cofinanziamento nazionale
L’Accordo di Partenariato 2014-2020
Documento predisposto da uno Stato membro
-in collaborazione con le istituzioni di livello centrale e locali e i partner economici
e sociali,
-definisce strategie, metodi e priorità di spesa
Genesi e struttura
Articolato in 11 Obiettivi Tematici:
La programmazione della Politica di Coesione è scandita da cicli di 7 anni L’Accordo di Partenariato è lo strumento di programmazione nazionale dei fondi strutturali e di investimento europei assegnati all'Italia per il ciclo di programmazione 2014-2020
Il sostegno agli “ecosistemi dell’innovazione”
Oltre che attraverso l’OT1 Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione :
• OT2 Agenda Digitale, che promuove il Digital Environment; • OT3 Competitività delle PMI, che promuove
l’Entrepreneurial Environment ; • OT10 Istruzione e Formazione, che promuove il Learning
Environment . Ad essi complessivamente sono stati destinati circa 13 miliardi di euro di risorse comunitarie, cui occorre aggiungere il cofinanziamento nazionale.
L’Accordo di Partenariato 2014-2020
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L’Accordo di Partenariato 2014-2020
• Le condizionalità ex ante previste nella programmazione 2014-2020 funzionano da leva per il cambiamento delle condizioni di contesto istituzionale e regolamentare per realizzare un ambiente favorevole all’imprenditorialità innovativa.
• Ne sono un esempio oltre alla presenza di una Strategia di Smart Specialisation (condizionalità ex ante OT1):
il Piano Nazionale delle Infrastrutture di Ricerca (condizionalità ex ante OT1);
l’Agenda Digitale Italiana e i Piani nazionale e regionali per le Reti di Prossima Generazione (condizionalità ex ante OT2);
lo Small Business Act (condizionalità ex ante OT3);
il Quadro politico strategico per l’apprendimento permanente (condizionalità ex ante OT10).
La Politica di coesione 2014-2020 Effetto traino per la politica ordinaria
L’Accordo di Partenariato 2014-2020
Indirizzi
Basato sull’approccio sistemico della Smart Specialisation Strategy che ne costituisce il perimetro applicativo
Orientato a
Obiettivo Tematico 1: rafforzare la ricerca,
lo sviluppo tecnologico e l'innovazione
- sostenere l’intero ciclo dell’innovazione, dalla generazione, alla diffusione, alla valorizzazione economica della conoscenza, accompagnando le imprese fino alla sperimentazione e alla prima produzione dei prodotti nuovi o innovati .
- massimizzare l’effetto leva dell’intervento pubblico sulla spesa privata in R&S, con la previsione di interventi di stimolo a
- Collaborazione ricerca-impresa, che genera processi di apprendimento reciproci sui recenti avanzamenti nella conoscenza scientifica e sulle potenziali applicazioni, incrementando l’efficienza dei processi interni di R&S;
- Partenariati pubblico-privati, con particolare riferimento ai Distretti Tecnologici, ai Laboratori Pubblico‐ Privati e ai Poli di Innovazione, che consentono un approccio strategico di lungo periodo, anche attraverso un’attivita ̀ di monitoraggio sistematico della loro performance
- Domanda pubblica di innovazione, che garantendo una futura domanda del nuovo prodotto, aumenta i tassi attesi di rendimento dell’investimento privato in R&S;
- sperimentare meccanismi di innovazione aperta, anche a sostegno della generazione di soluzioni innovative a specifici problemi di rilevanza sociale.
Risultati attesi e azioni
Risultati attesi e azioni
Risultati attesi e azioni
L’Accordo di Partenariato 2014-2020
Allocazioni finanziarie
Obiettivo Tematico 1: rafforzare la ricerca,
lo sviluppo tecnologico e l'innovazione
Indicatori di risultato
Indicatori di risultato
La Politica di coesione 2014 – 2020 Il quadro nazionale e le scelte regionali
L’Accordo di Partenariato è stato approvato con DECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE del 29.10.2014 (CCI 2014IT16M8PA001)
Sulla base delle indicazioni contenute nell’Accordo di Partenariato, le Amministrazioni
Regionali e Nazionali hanno elaborato i Programmi Operativi (POR e PON)
Sulla base delle indicazioni comunitarie hanno realizzato le Strategie di
Specializzazione Intelligente.
5 Meno sviluppate - GDP < 75% EU27 average
3 In Transizione - 75% =< GDP < 90% EU27 average
13 Più sviluppate- GDP > 90% EU27 average
21 S3 regionali e 1 nazionale
La via italiana alla S3: il monitoraggio della condizionalità ex ante
Condizioni eterogenee: varietà di traiettorie di sviluppo e ambiti di specializzazione individuati
13 S3 hanno soddisfatto la condizionalità ex ante 4 S3 completate,presto approvazione formale 4 S3 ancora in progress
Quali sono state le scelte delle regioni nei PO con riferimento all’OT 1?
0,00
100,00
200,00
300,00
400,00
500,00
600,00
700,00 B
asili
cata
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RA 01.1 RA 01.2 RA 01.3 RA 01.4 RA 01.5
Fonte: Elaborazioni NUVEC su dati estratti da SFC(sistema di scambio elettronico di dat itra la Commissione egli Stati membri)
Il monitoraggio dell’attuazione
Il monitoraggio dell’attuazione
1. Monitoraggio sistematico e continuo dei programmi operativi, in raccordo con le amministrazioni competenti, volto a far emergere eventuali criticità prima che si traducano in mancata realizzazione e ritardo nella spesa. Funzione di accompagnamento delle amministrazioni nell’attuazione, fornendo supporto anche nell’implementazione di strumenti/progetti complessi
2. Monitoraggio dell’efficacia delle politiche relative alle priorità tematiche coerentemente con gli obiettivi prefissati, trasparenza e accountability su ciò che è stato effettivamente realizzato, restituzione delle informazioni alle amministrazioni e ai cittadini
Attività di monitoraggio svolta dal NUVEC, Settore 1
• Monitoraggio condizionalità ex ante
• Monitoraggio Priorità Accordo di Partenariato
• Monitoraggio delle S3 regionali
Monitoraggio delle priorità dell’Accordo di Partenariato
Si affianca al ruolo svolto dalle strutture dell’Agenzia di supporto alle Amministrazioni nel monitoraggio continuo dei PO, fornendo una lettura trasversale dei programmi per OT attraverso l’analisi: • dei bandi avviati e della loro coerenza con gli obiettivi
prefissati; • dei dati di monitoraggio (in particolare degli indicatori di
realizzazione e non solo finanziari); • delle caratteristiche dei beneficiari; • dell’evoluzione degli indicatori territoriali; • dello stato di avanzamento degli indicatori di risultato a
livello regionale, coerentemente con gli obiettivi e i target fissati a livello regionale.
La Smart Specialisation Strategy rappresenta una strategia di «transizione» che descrive un «cambiamento di rotta»: da ciò discende che monitorare una S3 significa monitorare un sistema che sta cambiando.
Ind. di impatto: di lungo periodo correlati ad obiettivi generali di sviluppo sostenibile del territorio. Si riferiscono generalmente a variabili sistemiche in grado di misurare l’evoluzione del sistema territoriale nelle sue dimensioni • economica (e.g. PIL regionale, occupazione) • sociale (e.g. «BES») • dell’innovazione (e.g. “fast growing firms” come
rappresentativo del clima innovativo regionale) • di modernizzazione (e.g. infrastrutturazione o
alfabetizzazione digitale)
Ind. di transizione: di medio periodo collegati non agli obiettivi della strategia ma alle leve su cui agire per realizzare il mutamento di traiettoria a cui la strategia tende. Per individuarle occorre partire dalle scelte compiute in termini di • aree tecnologiche e/o produttive di
specializzazione • sottosistemi • tipologie di interventi presentate in modo combinato o separato
Gli indicatori di strategia
Monitoraggio dell’attuazione delle S3 regionali
Cosa dovrebbero cogliere gli indicatori ?
Monitoraggio delle S3 regionali Quali principali sfide?
Monitorare una Strategia è cosa diversa dal monitorare i singoli programmi che la attuano: indicatori di strategia e indicatori di programma • Definizione e condivisione con le Amministrazioni regionali di una metodologia comune per il
monitoraggio delle S3 (proseguimento attività avviata nel 2013 come UVAL-DPS). Monitoraggio dello stato di avanzamento delle S3 regionali con riferimento agli obiettivi
definiti, agli indicatori individuati e ai target fissati al 2018. • Monitoraggio dei progetti che contribuiscono all’attuazione delle S3, finanziati nell’ambito dei
programmi dei FS o con altre risorse nazionali o regionali.
Governance: 21 S3 regionali, ogni regione ha avuto la possibilità di definire indipendetemente il proprio sistema di monitoraggio • Non è possibile standardizzare le informazioni poiché ogni Strategia si focalizza su differenti
priorità e specifiche leve necessarie a livello territoriale per raggiungere gli obiettivi prefissati. • Tuttavia necessità di una visione nazionale di ciò che si realizza, bisogno di raccogliere,
comparare e sintetizzare informazioni da ogni sistema regionale, al fine di identificare ad esempio gruppi/famiglie di indicatori coerenti con tutte le strategie.
Grazie per l’attenzione!