Contribuzione studentesca: un capitolo da rivedere

4
Contribuzione studentesca: un capitolo da rivedere Con il passare degli anni l’Ateneo di Tor Vergata ha deciso sempre di più di puntare per il proprio sostentamento sulla contribuzione studentesca. Quest’ultima infatti dal 2008 ad oggi ha visto un incremento medio di circa un terzo grazie a un aumento continuo di quella che, nata appunto come contribuzione, oggi è diventata una vera e propria tassa. Come si può vedere infatti dalla tabella si è passati da un gettito di 24 milioni per 36 mila studenti iscritti a 31 milioni per poco meno di 33.600 studenti passando così da circa 930 euro medi a quasi 1250 euro (ai quali ovviamente va aggiunta la tassa regionale). Ovviamente, il calo delle iscrizioni degli ultimi anni - che si può notare nella tabella qui sopra - non può essere imputato solamente a questo, ma concorre - in un periodo di acuta crisi economica, cui sono seguiti anche drastici tagli al welfare e nello specifico ai fondi nazionale e regionale per il Diritto allo Studio Universitario - ad un fenomeno generale di allontanamento dall’Università delle fasce più deboli della popolazione. È impossibile che l’Università possa contribuire alla mobilità sociale se, anche tramite l’innalzamento della contribuzione, tende ad esclude sistematicamente questi soggetti. Nel nostro Ateneo questo fenomeno è aggravato dal fatto che, provando a camuffare gli aumenti continui della contribuzione e “rimanere lo stesso concorrenziali” con le altre Università pubbliche e private di Roma, si è finiti per proporre un modello contributivo decisamente regressivo. Si è infatti proceduto ad aumentare la contribuzione alla maggior parte degli studenti - situati fra i 20 ed i 35 mila euro di ISEEU - non toccando invece se non marginalmente i redditi più alti. C’è bisogno quindi di ripensare totalmente il modello contributivo abbassando il gettito ottenuto dagli studenti e introducendo un sistema più equo. Progessività La fasciazione di Tor Vergata, se rappresentanta su un grafico reddito/importo versato all’università, assomiglia moltissimo a un logaritmo. Per capire quanto un modello come questo non tenga conto del potere di acquisto delle famiglie è sufficiente mettere a confronto uno studente con un reddito di 10.001 € con uno di 100.000 €: la contribuzione richiesta al primo è di 427,12 € (+120 € di tasse regionali) ovvero il 5,5% del proprio reddito;il secondo andrà a pagare 1767,12 (+140 € di tasse regionali) ovvero appena l’1,9%. Dal momento che la percentuale di reddito versata all’università decresce al crescere del reddito, questo è per Seguici su Facebook: Link Tor Vergata Vienici a trovare in Aula L1 della Facoltà di Scienze Tor Vergata

description

Breve analisi sulla contribuzione studentesca dell'Ateneo di Tor Vergata

Transcript of Contribuzione studentesca: un capitolo da rivedere

Page 1: Contribuzione studentesca: un capitolo da rivedere

Contribuzione studentesca: un capitolo da rivedere

Con il passare degli anni l’Ateneo di Tor Vergata ha deciso sempre di più di puntare per il proprio sostentamento sulla contribuzione studentesca. Quest’ultima infatti dal 2008 ad oggi ha visto un incremento medio di circa un terzo grazie a un aumento continuo di quella che, nata appunto come contribuzione, oggi è diventata una vera e propria tassa.

Come si può vedere infatti dalla tabella si è passati da un gettito di 24 milioni per 36 mila studenti iscritti a 31 milioni per poco meno di 33.600 studenti passando così da circa 930 euro medi a quasi 1250 euro (ai quali ovviamente va aggiunta la tassa regionale).Ovviamente, il calo delle iscrizioni degli ultimi anni - che si può notare nella tabella qui sopra - non può essere imputato solamente a questo, ma concorre - in un periodo di acuta crisi economica, cui sono seguiti anche drastici tagli al welfare e nello specifico ai fondi nazionale e regionale per il Diritto allo Studio Universitario - ad un fenomeno generale di allontanamento dall’Università delle fasce più deboli della popolazione. È impossibile che l’Università possa contribuire alla mobilità sociale se, anche tramite l’innalzamento della contribuzione, tende ad esclude sistematicamente questi soggetti.Nel nostro Ateneo questo fenomeno è aggravato dal fatto che, provando a camuffare gli aumenti continui della contribuzione e “rimanere lo stesso concorrenziali” con le altre Università pubbliche e private di Roma, si è finiti per proporre un modello contributivo decisamente regressivo. Si è infatti proceduto ad aumentare la contribuzione alla maggior parte degli studenti - situati fra i 20 ed i 35 mila euro di ISEEU - non toccando invece se non marginalmente i redditi più alti. C’è bisogno quindi di ripensare totalmente il modello contributivo abbassando il gettito ottenuto dagli studenti e introducendo un sistema più equo.

ProgessivitàLa fasciazione di Tor Vergata, se rappresentanta su un grafico reddito/importo versato all’università, assomiglia moltissimo a un logaritmo. Per capire quanto un modello come questo non tenga conto del potere di acquisto delle famiglie è sufficiente mettere a confronto uno studente con un reddito di 10.001 € con uno di 100.000 €: la contribuzione richiesta al primo è di 427,12 € (+120 € di tasse regionali) ovvero il 5,5% del proprio reddito;il secondo andrà a pagare 1767,12 (+140 € di tasse regionali) ovvero appena l’1,9%. Dal momento che la percentuale di reddito versata all’università decresce al crescere del reddito, questo è per

Seguici su Facebook: Link Tor VergataVienici a trovare in Aula L1 della Facoltà di Scienze Tor Vergata

Page 2: Contribuzione studentesca: un capitolo da rivedere

l’appunto uno schema decisamente regressivo: è dunque necessario ripensare totalmente il sistema contributivo, passando a dei modelli progressivi.

Un buon inizio sarebbe fissare una percentuale uguale per tutti, ad eccezione della “no tax area” (prima fascia) e dell’ultima fascia: anche queste due dovranno essere riviste, estendendo la prima alla soglia 17.838,32 € (coerentemente con quella prevista per richiedere la borsa di studio di Laziodisu), e innalzando iniziare la seconda almeno a 100.000 € dagli 84.000 attuali.

Successivamente, riteniamo si dovrebbe intraprendere una riforma nella direzione di quelle

Seguici su Facebook: Link Tor VergataVienici a trovare in Aula L1 della Facoltà di Scienze Tor Vergata

Page 3: Contribuzione studentesca: un capitolo da rivedere

avviate in questi anni da Università come quella di Pisa e la Statale di Torino: lo schema contributivo in questi atenei è simile ad un esponenziale con una spezzata, che con il crescere delle fasce va ad aumentare il coefficiente angolare (e dunque la contribuzione) dei segmenti. Applicando simili schemi, il sistema di contribuzione diverrebbe concretamente progressivo, non solo per le due fasce estreme.

Studenti a tempo parzialeDa qualche anno, è stata introdotta una nuova modalità per svolgere il proprio corso di studi, ovvero il cosiddetto “tempo parziale”, che permette di concordare una differente durata del proprio corso di studi. Se da un lato si offre la possibilità di diminuire i contributi (-25% se la durata si allunga di 3 anni, -20% per 2, -15% per 1 anno) a tutti gli studenti che - per motivi di salute come di lavoro - non riescono a tenere il passo con chi può frequentare e sostenere esami come attività a tempo pieno, dall’altro limita la possibilità dello studente a fare solo 30 CFU l’anno. Se, infatti, a tali studenti viene permesso di sostenere solo “metà” di un anno accademico, sarebbe più logico che - come nei Paesi anglosassoni dove tale schema è proposto - a tali studenti debba essere dimezzata la contribuzione. Bisogna poi tener conto del fatto che la maggior parte dei corsi di laurea non permette concretamente di ottenere 30 CFU agli studenti: impedendo a uno studente di ottenere anche 1 o 2 CFU in più, lo si condanna a sostenere un esame in meno, con la conseguente ricaduta sui tempi di laurea, inevitabilmente destinati ad allungarsi oltre la durata concordata. Chiediamo quindi di introdurre un margine percentuale sulla soglia dei 30 cfu l’anno in modo da ovviare tale problema e di permettere di cumulare i crediti di anno in anno in modo tale da poter sostenere effettivi 60 cfu in due anni, 90 in tre e così via e non i crediti sostenuti all’anno precedente incrementato di trenta.

Fuori CorsoSebbene nel nostro Ateneo circa uno studente su cinque si laurei in corso (tale percentuale sale se si considera quanti si laureino con la domanda cautelativa, ovvero entro l’ultima sessione dell’anno precedente), applicando la Spending Review del 2012, l’Università di Tor Vergata ha deciso di aumentare del 10% l’ammontare contributivo per gli studenti oltre il primo anno fuori corso.In primo luogo, riteniamo questa scelta fondata su premesse ideologiche ed errate: essa non tiene conto infatti del fallimento del processo di Bologna e del passaggio ai corsi triennali, che ha finito per accentuare un fenomeno - quello dei fuori corso - che i Rapporti OCSE “Education at a Glance” dimostrano non costituisca di per sé un “unicum” del nostro Paese, bensì sia fisiologico in tutti i Paesi industrializzati - sia quelli con Università gratuite che quelli anglosassoni. Il fatto che il fenomeno sia cresciuto negli anni dell’applicazione del 3+2 deve interrogare sulla necessità di formulare meglio questi corsi - un caso esemplare potrebbe essere il Corso di Laurea Triennale in Matematica, dove poco più del 10% degli studenti si laurea entro il primo anno fuori corso nonostante il Dipartimento di afferenza si sia classificato secondo in Italia nella classifica VQR.Va poi tenuto conto che - nonostante la retorica che veda negli studenti fuoricorso un “peso” - questi sono nella realtà dei fatti una “risorsa” per gli Atenei, in quanto usufruiscono ancora meno delle strutture e dei servizi offerti dall’università, versando i contributi per anni di cui hanno già sostenuto o di cui non possono ancora seguire i corsi.

Seguici su Facebook: Link Tor VergataVienici a trovare in Aula L1 della Facoltà di Scienze Tor Vergata

Page 4: Contribuzione studentesca: un capitolo da rivedere

Per questo, in totale controtendenza con il provvedimento legislativo, l’Università degli studi di Milano ha previsto uno schema contributivo in virtù del quale gli studenti fuori corso pagano mediamente un 30% in meno degli altri studenti: riteniamo che questa sia la via da seguire, e che un Ateneo debba - anziché sfruttare l’applicazione pedissequa della spending review per far gravare ancor più il suo sostentamento sugli studenti - contribuire a un approccio meno ideologico e più scientificamente fondato della questione fuoricorso.

Contribuzione uguale per tuttiAltro fenomeno da eliminare è quello della contribuzione differenziata non in base al reddito, ma sull’anno frequentato o sul corso di laurea scelto. Sebbene si sia fatto un grande passo avanti rispetto alla europeizzazione dell’offerta formativa, con l’introduzione di corsi di laurea svolti in lingua inglese, non riteniamo infatti giustificabile l’imposizione di contributi specifici - che vanno dai 1.000 ai 2.500 euro - per questi corsi di laurea. Lo stesso discorso si applica all’introduzione in alcuni corsi di contributi al funzionamento dei laboratori: troppo spesso questi oboli vengono ormai utilizzati per la retribuzione della normale didattica. Vanno poi considerate le mille tasse e balzelli imposti più di soppiatto, fra cui quella dei test di ingresso, che lungi dal coprire costi spesso nulli per l’università, costituiscono un’altra forma di contribuzione degli studenti. Riteniamo che, per gli iscritti a corsi che prevedono questi contributi, questi dovrebbero essere rimborsati, scalandoli dall’ammontare della prima rata.Altra tassa introdotta da un paio di anni è quella della verifica dei requisiti per l’accesso alle lauree magistrali: in tutti i corsi di laurea magistrale è infatti requisito sufficiente aver conseguito un corso di laurea coerente con la scelta della magistrale, rendendo così la verifica di fatto inutile. Come tale, riteniamo che anche questo contributo andrebbe eliminato.L’elenco dei contributi immotivati continua: 70 € per il duplicato del libretto; 35 € per il libretto di tirocinio; 2.350 euro richiesti agli studenti decaduti riammessi; 300 € per ogni anno di interruzione.

In sintesi, riteniamo fondamentale e prioritario rivedere integralmente il sistema di contribuzione studentesca, per far si che l’Università sia veramente pubblica, libera ed accessibile a tutti.

Seguici su Facebook: Link Tor VergataVienici a trovare in Aula L1 della Facoltà di Scienze Tor Vergata