Contatto sev 2015 18

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GAA 6500 Bellinzona 1 Mutazioni: SEV casella postale 3000 Berna 6 N. 18 22 ottobre 2015 91.mo anno Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch Doris Kubli attenta sui giovani interessati ai trasporti pubblici. Pagine 6 e 7 Intervista Nemmeno il SEV può sottrarsi alle necessità di risparmiare per non intaccare la propria solidità finanziaria. Pagina 2 Comitato SEV Giornata dedicata alla Commissione del personale. Pagina 16 Focus.sev «I ricchi non hanno bisogno dell’AVS, ma l’AVS ha bisogno dei ricchi». Questa è la celeberrima frase dell’ex consigliere federale Hans-Peter Tschudi - padre fondatore della previdenza vecchiaia - che resta tuttora valida. È infatti alle persone con un reddito basso o con un reddito «normale», che l’AVS viene in soccorso, in molti casi per contrastare la povertà che con- traddistingue un gran numero di pensionati e pensionate. L’AVS è IL pilastro delle assicura- zioni sociali: non è solo meno caro rispetto al secondo pilastro (previdenza professionale) e al terzo pilastro (previdenza privata), ma è an- che il più equo ed efficace. Ecco perché – come un bene prezioso– dobbiamo rafforzare l’AVS ad ogni costo. Dossier alle pagine 8, 9 e 10 AVS: un modello di successo Le persone con scarsi mezzi fi- nanziari sono fortemente di- pendenti dall’AVS quando van- no in pensione. Ecco perché dobbiamo difendere l’AVS con tutte le nostre forze. USS / ma Da tempo presso le Officine di Bellin- zona si avverte una situazione di disa- gio, dovuta in particolare al calo dei volumi di lavoro. Martedì scorso, il per- sonale si è mobilitato per richiamare l’attenzione delle autorità politiche. L’atmosfera durante il corteo e all’inter- no della sala del Gran Consiglio, riempi- ta in ogni ordine di posti, era quella del 2008. «Non sembra siano passati sette anni» ci ha confidato un giornalista. A diminuire sono ora le commesse di ma- nutenzione di vagoni merci, il settore che nel 2008 si voleva lasciare a Bellin- zona. «Il Cantone - ha dichiarato il con- sigliere di Stato Christian Vitta - non ha investito tempo e risorse nel centro di competenze per poi comunque assiste- re alla concretizzazione dello scenario di declino programmato delle Officine, che si voleva scongiurare». a pagina 3 Viva preoccupazione per il calo delle ordinazioni «programmato» Gli operai delle Officine in Gran Consiglio La crisi del modello europeo, l’affondo delle politiche neoliberiste e la libera circolazione delle persone hanno un prezzo particolarmente alto per lavoratori e lavoratrici. Lo ha spiegato a Rivera il professore Sergio Rossi nel quadro della conferenza dell’Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa dedicata all’attuale crisi che pervade l’Unione europea. a pagina 11 La crisi dell’UE

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Page 1: Contatto sev 2015 18

GAA6500 Bellinzona 1

Mutazioni:SEV casella postale 3000 Berna 6

N. 18

22 ottobre201591.mo anno

Tel. 091 825 01 15 - Fax 091 826 19 45 - E-mail: [email protected], Internet: www.sev-online.ch

Doris Kubli attenta suigiovani interessati aitrasporti pubblici.

Pagine 6 e 7

IntervistaNemmeno il SEV può sottrarsi alle necessità dirisparmiare per non intaccare la propriasolidità finanziaria.

Pagina 2

Comitato SEVGiornata dedicataalla Commissionedel personale.

Pagina 16

Focus.sev

«I ricchi non hanno bisogno dell’AVS, ma l’AVSha bisogno dei ricchi». Questa è la celeberrimafrase dell’ex consigliere federale Hans-PeterTschudi - padre fondatore della previdenzavecchiaia - che resta tuttora valida. È infatti allepersone con un reddito basso o con un reddito«normale», che l’AVS viene in soccorso, inmolti casi per contrastare la povertà che con-traddistingue un gran numero di pensionati epensionate. L’AVS è IL pilastro delle assicura-zioni sociali: non è solo meno caro rispetto alsecondo pilastro (previdenza professionale) eal terzo pilastro (previdenza privata), ma è an-che il più equo ed efficace. Ecco perché – comeun bene prezioso– dobbiamo rafforzare l’AVSad ogni costo.

Dossier alle pagine 8, 9 e 10

AVS: un modello di successoLe persone con scarsi mezzi fi-nanziari sono fortemente di-pendenti dall’AVS quando van-no in pensione. Ecco perchédobbiamo difendere l’AVS contutte le nostre forze.

USS

/ ma

■ Da tempo presso le Officine di Bellin-zona si avverte una situazione di disa-gio, dovuta in particolare al calo deivolumi di lavoro. Martedì scorso, il per-sonale si è mobilitato per richiamarel’attenzione delle autorità politiche.L’atmosfera durante il corteo e all’inter-no della sala del Gran Consiglio, riempi-ta in ogni ordine di posti, era quella del2008. «Non sembra siano passati sette

anni» ci ha confidato un giornalista. Adiminuire sono ora le commesse di ma-nutenzione di vagoni merci, il settore

che nel 2008 si voleva lasciare a Bellin-zona. «Il Cantone - ha dichiarato il con-sigliere di Stato Christian Vitta - non hainvestito tempo e risorse nel centro dicompetenze per poi comunque assiste-re alla concretizzazione dello scenariodi declino programmato delle Officine,che si voleva scongiurare».

a pagina 3

Viva preoccupazione per il calo delle ordinazioni «programmato»

Gli operai delle Officine in Gran ConsiglioLa crisi del modello europeo, l’affondodelle politiche neoliberiste e la liberacircolazione delle persone hanno unprezzo particolarmente alto per lavoratorie lavoratrici. Lo ha spiegato a Rivera ilprofessore Sergio Rossi nel quadro dellaconferenza dell’Unione sindacalesvizzera Ticino e Moesa dedicataall’attuale crisi che pervade l’Unioneeuropea.

a pagina 11

La crisi dell’UE

Page 2: Contatto sev 2015 18

ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 18/1522.10.2015

Nuova galleriadel Bözberg■ L’Ufficio federale deitrasporti (UFT) ha rilasciato alleFFS l’approvazione dei piani perla costruzione della nuovagalleria del Bözberg. È questa lamaggiore fra le misure destina-te a valorizzare l’asse del SanGottardo quale corridoio di4 metri per favorire l’ulterioretrasferimento del traffico mercidalla strada alla rotaia.

App per macchinisti■ Le FFS hanno sviluppatoun’applicazione per aiutare ilpersonale di locomotiva suitreni in uscita dalle stazioni.Installata sull’iPad del macchi-nista, WarnApp emette unsegnale visivo e acustico se iltreno dovesse muoversi versoun segnale di fermata. ManfredHaller, responsabile deimacchinisti del traffico viaggia-tori, ha spiegato che WarnAppnon va confusa con i sistemi diprotezione dei treni, come lasegnalazione nelle cabine diguida equipaggiate con ETCSLevel 2. L’app si limita adavvisare e non interviene suifreni della locomotiva. Inoltre èstata concepita solo perl’impiego in stazione e nonfunziona lungo le tratte. Altrecompagnie ferroviarie come laBLS non possono utilizzarlapoiché nella cabina del macchi-nista non è previsto un appositoiPad sul quale sono caricati varidati, che riguardano ad esempiola velocità del treno, gli orari el’infrastruttura. L’inosservanzadei segnali di stop alle stazioniè sovente motivo di incidente.

IN BREVE

Lo scorso anno, le analisi delcomitato SEV si erano concen-trate sulle voci di spesa, in par-ticolare su quelle inerenti allacomunicazione. Quest’anno, ilcomitato ha discusso i risultatidi un gruppo di lavoro che haverificato le possibilità di ac-quisire nuove entrate. Le con-clusioni di questo gruppo han-no tuttavia confermato comeindividuare nuove entrate pos-sa risultare persino più difficileche trovare possibilità di ri-sparmio. Le misure che hannosuperato l’esame sono due: igiovani che giungono al termi-ne della formazione beneficia-no dell’esenzione dalle quotesino alla fine dell’anno civile epotranno così apprezzare concalma i vantaggi dell’affiliazio-ne al sindacato. Succede infattispesso che, in vista della finedell’apprendistato, i giovanidiano le dimissioni in tuttafretta. Inoltre, laddove vengo-no organizzate azioni specifi-che e mirate, il SEV dovrebbeanche promuovere campagnedi raccolta fondi. Queste nondovrebbero però essere costi-tuite da lettere di richiesta, co-me quelle che regolarmente ciintasano la bucalettere, ma darichieste puntuali. Sono poiallo studio ulteriori proposte,come la modifica dell’assicura-

zione infortuni dell’agenda,che si vorrebbe scollegare dal-la consegna dell’agenda stes-sa, laddove quest’ultima nonviene richiesta. È pure di nuovostata discussa la transizioneda attivo a pensionato e la pos-sibilità di sviluppare attivitàatte a coinvolgere maggior-mente membri e rispettivi part-ners nella vita sezionale. Daultimo, si vorrebbe intensifica-re le collaborazioni nel settoredei servizi.La discussione ha in seguitoaffrontato il preventivo 2016che, nonostante le difficoltà incui ci troviamo, risulta moltoequilibrato, chiudendo con unmodesto disavanzo di 17 000

franchi, anche grazie al fattoche non si prevedono spesestraordinarie. Nel 2016 non siterrà il congresso, ma vi saran-no i frutti dei primi risparminella comunicazione. L’ammi-nistratore SEV Aroldo Cambi hamenzionato tre fattori criticiper il futuro delle finanze delSEV:■ il calo del numero di membricomporta inevitabilmente unadiminuzione degli introiti lega-ti alle quote.■ Per i prossimi anni non saràpossibile computare introiti dacapitale, visto i tassi di interes-se.■ Nel complesso, il SEV saràconfrontato con un calo dei

propri mezzi finanziari e quindicon la necessità di comprimerei propri costi.Il comitato ha accettato il pre-ventivo, prendendo atto dellespiegazioni ed accettando duemodifiche del regolamento sul-le quote: la prima , come indi-cato, esonera dalle quote colo-ro che terminano la loro primaformazione sino alla fine del-l’anno civile; la seconda preve-de il dimezzamento delle quo-te di chi segue una secondaformazione.

Peter Moor

Reclutare il maggior nu-mero di membri possi-bile, perderne il menopossibile e riflettere adogni voce di spesa sonogli ingredienti della ri-cetta del SEV per nonintaccare la propria so-lidità finanziaria.

Sforzi di bilancioNemmeno il SEV può sottrarsi alle necessità di risparmiare

Il Comitato SEV ha deciso disostenere finanziariamente gliscioperanti dei TPG, il cui con-tributo finanziario può esserenullo se lo desiderano. Un fon-do di solidarietà finanziato da-gli non scioperanti, i contributidella sottofederazione e dellesezioni VPT completano il rego-lamento finanziario. Secondo imedia, gli scioperanti e i sin-dacati sarebbero i grandi per-

denti dell’accordo raggiuntotra il Fronte sindacale TPG e ladirezione per il pagamento deidanni causati dallo scioperodel 19 novembre 2014, ossia

350 mila franchi. Eppure i 688scioperanti ne pagheranno lametà attraverso due ore di la-voro e il prelievo di 120 fran-chi, spalmati equamente sui

salari di ottobre e novembre.Ma questi contributi possonoessere ridotti a zero, perché ilSEV ha accettato di assumersila totalità dei danni. Il Comita-

to SEV ha infatti accettato unasoluzione che la segretaria sin-dacale Valérie Solano definiscesimbolicamente forte. In effettigli scioperanti riceveranno unindennizzo pari alla sommadedotta dal loro salario (120franchi), come previsto dal re-golamento SEV; saranno pureindennizzati per le due ore chedevono lavorare senza salarioper l’azienda.

Sciopero TPG, aiuti concreti

Il Comitato SEV sostiene finanziariamente i colleghi

La federazione europea deilavoratori dei trasporti ETFintende promuovere un’inizia-tiva dei cittadini «perun’Europa dei trasportiequa», per la quale deveraccogliere un milione di firmeentro settembre 2016. Il SEVintende coinvolgere anche icittadini di stati UE domiciliatiin Svizzera.Il 29 ottobre, l’ETF indiràanche una giornatad’azione degli accompa-gnatori treno per sensibiliz-zare gli utenti sull’importanzadelle colleghe e dei colleghi diquesta categoria per il comforte la sicurezza loro e dell’eser-cizio. A questa azioneparteciperà anche il personaletreno affiliato al SEV.Il comitato ha discusso alungo anche della riforma

della previdenza vecchia-ia, dimostrando di apprezzarealcuni elementi usciti daldibattito al Consiglio degliStati. Vi sono però giustificatitimori che l’esame da partedel Nazionale trasformi lariforma in un mero progetto dirisparmio. L’iniziativa AVSplusva quindi mantenuta comeelemento di pressione.Il settore turistico continuaad essere un cantiere del SEV.Il comitato ha infatti accettatoun progetto di reclutamentoper le due prossime stagioniinvernali. Barbara Spalinger loha illustrato come un esperi-mento che preveda una sortadi «adesione di prova» per imembri che sarebberochiamati a pagare le quotesolo al termine della stagione2016/17.

Il SEV ha poi adeguato ilproprio regolamento delpersonale riprendendo ledisposizioni del CCL FFS: lemadri avranno così diritto a18 settimane di congedomaternità, anziché 16 e i papàriceveranno 10 giorni dicongedo anziché 5.Continua infine la riflessionesulla nuova procedurafiscale per le facilitazionidi viaggio. L’idea di richiede-re una perizia per contestarela legalità delle nuoveprescrizioni ha dovuto essereabbandonata, in quanto ipotenziali periti hanno dettochiaramente che non avrebbeavuto possibilità di riuscita. Sistanno pertanto verificandoaltre possibilità.

IL COMITATO IN BREVE

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN. 18/1522.10.2015

L’atmosfera durante il corteo eall’interno della sala del GranConsiglio, riempita in ogni or-dine di posti, era quella del2008. «Non sembra siano pas-sati sette anni» ci ha confidatoun giornalista. A diminuire so-no ora le commesse di manu-tenzione di vagoni merci, il set-tore che nel 2008 si volevalasciare a Bellinzona; le loco-motive - che allora nelle inten-zioni sarebbero state trasferitea Yverdon - sembrano potercontare su un portafoglio di or-dinazioni più cospicuo, anchese non mancano alcune inco-gnite.Nel complesso, però, le ore di

lavorazione stanno diminuen-do in modo vistoso e le FFS ap-paiono intenzionate ad ade-guare la struttura al calo delleesigenze. La volontà di acquisi-re nuove ordinazioni da altriclienti risulta piuttosto affievo-lita e, come se non bastasse, siaggiungono altre circostanzesfavorevoli, come la rivaluta-zione del franco e la concorren-za estera sempre più agguer-rita.

Creare le premesse per invertirela tendenzaLe Officine si trovano in una fa-se di transizione. La fondazio-ne per un «centro di competen-ze per la mobilità sostenibile»è stata creata e ha nominatoun direttore solo pochi mesi fa.Per prendere piede in questosettore, certo non dei più facili,occorre del tempo, durante ilquale è vitale poter contare suvolumi di lavoro e di attivitàadeguati. Sottrarli in questa fa-se alle Officine, che sono evi-dentemente il fulcro attorno alquale il centro di competenze

dovrebbe svilupparsi, equivaleinvece a tagliare l’erba sotto aipiedi della struttura. Il messag-gio che gli oltre cento operaidelle Officine hanno portato alcapo del dipartimento finanzeed economia Christian Vitta -che conosce molto bene la ma-teria avendo diretto lo studiodi fattibilità del centro di com-petenze per conto del prece-dente governo cantonale - ealla presidente della deputa-zione alle camere Marina Ca-robbio, è proprio questo: leFFS si sono impegnate a forni-re nei primi anni volumi di la-voro equivalenti e questo im-pegno lo devono rispettare.Un messaggio recepito in pie-no: «Il Cantone - ha dichiaratoChristian Vitta - non ha investi-to tempo e risorse nel centro dicompetenze per poi comunqueassistere alla concretizzazionedello scenario di declino pro-grammato delle Officine, che sivoleva scongiurare». «Nonpossiamo accettare che pro-prio in vista dell’apertura dellalinea di base del Gottardo gliha fatto eco la consigliera na-zionale Marina Carobbio Gu-scetti - le prospettive di impie-go nel nostro cantone venganocompromesse in questo mo-do». La politica ha quindi assi-curato pieno sostegno alle po-sizioni degli operai, i quali nonhanno mancato di ripetere loslogan che ha permesso a tuttala struttura, che appariva con-dannata nel 2008, di giungeresino ai giorni nostri: «Resiste-re, resistere, resistere».

Pietro Gianolli

OBE: la carica dei 100Da tempo presso leOfficine di Bellinzona siavverte una situazionedi disagio, dovuta inparticolare al calo deivolumi di lavoro. Marte-dì scorso, il personalesi è mobilitato per ri-chiamare l’attenzionedelle autorità politiche.

Il personale delle Officine si oppone al «declino programmato»

gi

Una sala piena e molto attenta che ha incassato il pieno sostegno delle autorità politiche.

gi

Gianni Frizzo, Chistian Vitta, Marina Carobbio e Matteo Pronzini

Domenica scorsa, la popolazione svizzera ha elettoil proprio Parlamento e questa elezione ha indica-to molto chiaramente la direzione verso la qualevuol rivolgere il paese, consegnando all’UDC unavittoria che merita l’aggettivo di storica.

Non spetta a noi discutere in questa sede le ragio-ni e le modalità di questa vittoria. A noi premepiuttosto riflettere sulle conseguenze di questo ri-sultato e sulle sfide che dovremo affrontare neiprossimi anni nel nostro lavoro sul fronte politico.

Appare chiaro che le rivendicazioni di carattereambientale, come la promozione del trasporto fer-roviario, incontreranno maggiori difficoltà e che lequestioni di politica sociale non saranno verosi-milmente risolte secondo i nostri intendimenti. Èinfatti difficile immaginare che la rivalutazione del-le rendite o il miglioramento della posizione di la-voratrici e lavoratori possano trovare una maggio-ranza nelle due camere. Questa è la scelta dellamaggioranza della popolazione, della quale biso-gna tener conto.

Non per questo i sindacati rinunceranno a far vale-re tutto il loro peso nelle questioni di loro compe-tenza: continueremo pertanto ad impegnarci nelletrattative per i vari CCL nell’interesse dei dipen-denti e a promuovere se del caso referendum e ini-ziative per influire sulle decisioni politiche. Le no-stre possibilità di successo, in questo ambientetendenzialmente più sfavorevole, dipendono in mi-sura ancora maggiore dalla collaborazione e dal-l’impegno della nostra base. Se un successo politi-co a queste elezioni avrebbe potuto facilitarci ilcompito, l’insuccesso registrato non lo rende im-possibile. Ci aspetta però un lavoro duro, che sia-mo pronti ad affrontare.

Parlando al plurale, mi riferisco anche ai due se-gretari SEV Philipp Hadorn e Edith Graf-Litscher,brillantemente rieletti al Consiglio nazionale, aiquali vanno le nostre congratulazioni, come pure atutti coloro che hanno collaborato e che collabore-ranno con i sindacati in favore degli interessi dellapopolazione lavoratrice.

Da noi si dice che ad un’elezione ne segue un’al-tra. In altre parole: il lavoro ricomincia e continua,per noi professionisti del sindacato e per voi, lanostra base, per cui, conto si di voi!

EDITORIALE

«Ci aspetta un lavoro duro, che siamo pronti adaffrontare.» Giorgio Tuti, Presidente SEV

Page 3: Contatto sev 2015 18

ATTUALITÀ ......

2contatto.sevN. 18/1522.10.2015

Nuova galleriadel Bözberg■ L’Ufficio federale deitrasporti (UFT) ha rilasciato alleFFS l’approvazione dei piani perla costruzione della nuovagalleria del Bözberg. È questa lamaggiore fra le misure destina-te a valorizzare l’asse del SanGottardo quale corridoio di4 metri per favorire l’ulterioretrasferimento del traffico mercidalla strada alla rotaia.

App per macchinisti■ Le FFS hanno sviluppatoun’applicazione per aiutare ilpersonale di locomotiva suitreni in uscita dalle stazioni.Installata sull’iPad del macchi-nista, WarnApp emette unsegnale visivo e acustico se iltreno dovesse muoversi versoun segnale di fermata. ManfredHaller, responsabile deimacchinisti del traffico viaggia-tori, ha spiegato che WarnAppnon va confusa con i sistemi diprotezione dei treni, come lasegnalazione nelle cabine diguida equipaggiate con ETCSLevel 2. L’app si limita adavvisare e non interviene suifreni della locomotiva. Inoltre èstata concepita solo perl’impiego in stazione e nonfunziona lungo le tratte. Altrecompagnie ferroviarie come laBLS non possono utilizzarlapoiché nella cabina del macchi-nista non è previsto un appositoiPad sul quale sono caricati varidati, che riguardano ad esempiola velocità del treno, gli orari el’infrastruttura. L’inosservanzadei segnali di stop alle stazioniè sovente motivo di incidente.

IN BREVE

Lo scorso anno, le analisi delcomitato SEV si erano concen-trate sulle voci di spesa, in par-ticolare su quelle inerenti allacomunicazione. Quest’anno, ilcomitato ha discusso i risultatidi un gruppo di lavoro che haverificato le possibilità di ac-quisire nuove entrate. Le con-clusioni di questo gruppo han-no tuttavia confermato comeindividuare nuove entrate pos-sa risultare persino più difficileche trovare possibilità di ri-sparmio. Le misure che hannosuperato l’esame sono due: igiovani che giungono al termi-ne della formazione beneficia-no dell’esenzione dalle quotesino alla fine dell’anno civile epotranno così apprezzare concalma i vantaggi dell’affiliazio-ne al sindacato. Succede infattispesso che, in vista della finedell’apprendistato, i giovanidiano le dimissioni in tuttafretta. Inoltre, laddove vengo-no organizzate azioni specifi-che e mirate, il SEV dovrebbeanche promuovere campagnedi raccolta fondi. Queste nondovrebbero però essere costi-tuite da lettere di richiesta, co-me quelle che regolarmente ciintasano la bucalettere, ma darichieste puntuali. Sono poiallo studio ulteriori proposte,come la modifica dell’assicura-

zione infortuni dell’agenda,che si vorrebbe scollegare dal-la consegna dell’agenda stes-sa, laddove quest’ultima nonviene richiesta. È pure di nuovostata discussa la transizioneda attivo a pensionato e la pos-sibilità di sviluppare attivitàatte a coinvolgere maggior-mente membri e rispettivi part-ners nella vita sezionale. Daultimo, si vorrebbe intensifica-re le collaborazioni nel settoredei servizi.La discussione ha in seguitoaffrontato il preventivo 2016che, nonostante le difficoltà incui ci troviamo, risulta moltoequilibrato, chiudendo con unmodesto disavanzo di 17 000

franchi, anche grazie al fattoche non si prevedono spesestraordinarie. Nel 2016 non siterrà il congresso, ma vi saran-no i frutti dei primi risparminella comunicazione. L’ammi-nistratore SEV Aroldo Cambi hamenzionato tre fattori criticiper il futuro delle finanze delSEV:■ il calo del numero di membricomporta inevitabilmente unadiminuzione degli introiti lega-ti alle quote.■ Per i prossimi anni non saràpossibile computare introiti dacapitale, visto i tassi di interes-se.■ Nel complesso, il SEV saràconfrontato con un calo dei

propri mezzi finanziari e quindicon la necessità di comprimerei propri costi.Il comitato ha accettato il pre-ventivo, prendendo atto dellespiegazioni ed accettando duemodifiche del regolamento sul-le quote: la prima , come indi-cato, esonera dalle quote colo-ro che terminano la loro primaformazione sino alla fine del-l’anno civile; la seconda preve-de il dimezzamento delle quo-te di chi segue una secondaformazione.

Peter Moor

Reclutare il maggior nu-mero di membri possi-bile, perderne il menopossibile e riflettere adogni voce di spesa sonogli ingredienti della ri-cetta del SEV per nonintaccare la propria so-lidità finanziaria.

Sforzi di bilancioNemmeno il SEV può sottrarsi alle necessità di risparmiare

Il Comitato SEV ha deciso disostenere finanziariamente gliscioperanti dei TPG, il cui con-tributo finanziario può esserenullo se lo desiderano. Un fon-do di solidarietà finanziato da-gli non scioperanti, i contributidella sottofederazione e dellesezioni VPT completano il rego-lamento finanziario. Secondo imedia, gli scioperanti e i sin-dacati sarebbero i grandi per-

denti dell’accordo raggiuntotra il Fronte sindacale TPG e ladirezione per il pagamento deidanni causati dallo scioperodel 19 novembre 2014, ossia

350 mila franchi. Eppure i 688scioperanti ne pagheranno lametà attraverso due ore di la-voro e il prelievo di 120 fran-chi, spalmati equamente sui

salari di ottobre e novembre.Ma questi contributi possonoessere ridotti a zero, perché ilSEV ha accettato di assumersila totalità dei danni. Il Comita-

to SEV ha infatti accettato unasoluzione che la segretaria sin-dacale Valérie Solano definiscesimbolicamente forte. In effettigli scioperanti riceveranno unindennizzo pari alla sommadedotta dal loro salario (120franchi), come previsto dal re-golamento SEV; saranno pureindennizzati per le due ore chedevono lavorare senza salarioper l’azienda.

Sciopero TPG, aiuti concreti

Il Comitato SEV sostiene finanziariamente i colleghi

La federazione europea deilavoratori dei trasporti ETFintende promuovere un’inizia-tiva dei cittadini «perun’Europa dei trasportiequa», per la quale deveraccogliere un milione di firmeentro settembre 2016. Il SEVintende coinvolgere anche icittadini di stati UE domiciliatiin Svizzera.Il 29 ottobre, l’ETF indiràanche una giornatad’azione degli accompa-gnatori treno per sensibiliz-zare gli utenti sull’importanzadelle colleghe e dei colleghi diquesta categoria per il comforte la sicurezza loro e dell’eser-cizio. A questa azioneparteciperà anche il personaletreno affiliato al SEV.Il comitato ha discusso alungo anche della riforma

della previdenza vecchia-ia, dimostrando di apprezzarealcuni elementi usciti daldibattito al Consiglio degliStati. Vi sono però giustificatitimori che l’esame da partedel Nazionale trasformi lariforma in un mero progetto dirisparmio. L’iniziativa AVSplusva quindi mantenuta comeelemento di pressione.Il settore turistico continuaad essere un cantiere del SEV.Il comitato ha infatti accettatoun progetto di reclutamentoper le due prossime stagioniinvernali. Barbara Spalinger loha illustrato come un esperi-mento che preveda una sortadi «adesione di prova» per imembri che sarebberochiamati a pagare le quotesolo al termine della stagione2016/17.

Il SEV ha poi adeguato ilproprio regolamento delpersonale riprendendo ledisposizioni del CCL FFS: lemadri avranno così diritto a18 settimane di congedomaternità, anziché 16 e i papàriceveranno 10 giorni dicongedo anziché 5.Continua infine la riflessionesulla nuova procedurafiscale per le facilitazionidi viaggio. L’idea di richiede-re una perizia per contestarela legalità delle nuoveprescrizioni ha dovuto essereabbandonata, in quanto ipotenziali periti hanno dettochiaramente che non avrebbeavuto possibilità di riuscita. Sistanno pertanto verificandoaltre possibilità.

IL COMITATO IN BREVE

ATTUALITÀ

...... 3

contatto.sevN. 18/1522.10.2015

L’atmosfera durante il corteo eall’interno della sala del GranConsiglio, riempita in ogni or-dine di posti, era quella del2008. «Non sembra siano pas-sati sette anni» ci ha confidatoun giornalista. A diminuire so-no ora le commesse di manu-tenzione di vagoni merci, il set-tore che nel 2008 si volevalasciare a Bellinzona; le loco-motive - che allora nelle inten-zioni sarebbero state trasferitea Yverdon - sembrano potercontare su un portafoglio di or-dinazioni più cospicuo, anchese non mancano alcune inco-gnite.Nel complesso, però, le ore di

lavorazione stanno diminuen-do in modo vistoso e le FFS ap-paiono intenzionate ad ade-guare la struttura al calo delleesigenze. La volontà di acquisi-re nuove ordinazioni da altriclienti risulta piuttosto affievo-lita e, come se non bastasse, siaggiungono altre circostanzesfavorevoli, come la rivaluta-zione del franco e la concorren-za estera sempre più agguer-rita.

Creare le premesse per invertirela tendenzaLe Officine si trovano in una fa-se di transizione. La fondazio-ne per un «centro di competen-ze per la mobilità sostenibile»è stata creata e ha nominatoun direttore solo pochi mesi fa.Per prendere piede in questosettore, certo non dei più facili,occorre del tempo, durante ilquale è vitale poter contare suvolumi di lavoro e di attivitàadeguati. Sottrarli in questa fa-se alle Officine, che sono evi-dentemente il fulcro attorno alquale il centro di competenze

dovrebbe svilupparsi, equivaleinvece a tagliare l’erba sotto aipiedi della struttura. Il messag-gio che gli oltre cento operaidelle Officine hanno portato alcapo del dipartimento finanzeed economia Christian Vitta -che conosce molto bene la ma-teria avendo diretto lo studiodi fattibilità del centro di com-petenze per conto del prece-dente governo cantonale - ealla presidente della deputa-zione alle camere Marina Ca-robbio, è proprio questo: leFFS si sono impegnate a forni-re nei primi anni volumi di la-voro equivalenti e questo im-pegno lo devono rispettare.Un messaggio recepito in pie-no: «Il Cantone - ha dichiaratoChristian Vitta - non ha investi-to tempo e risorse nel centro dicompetenze per poi comunqueassistere alla concretizzazionedello scenario di declino pro-grammato delle Officine, che sivoleva scongiurare». «Nonpossiamo accettare che pro-prio in vista dell’apertura dellalinea di base del Gottardo gliha fatto eco la consigliera na-zionale Marina Carobbio Gu-scetti - le prospettive di impie-go nel nostro cantone venganocompromesse in questo mo-do». La politica ha quindi assi-curato pieno sostegno alle po-sizioni degli operai, i quali nonhanno mancato di ripetere loslogan che ha permesso a tuttala struttura, che appariva con-dannata nel 2008, di giungeresino ai giorni nostri: «Resiste-re, resistere, resistere».

Pietro Gianolli

OBE: la carica dei 100Da tempo presso leOfficine di Bellinzona siavverte una situazionedi disagio, dovuta inparticolare al calo deivolumi di lavoro. Marte-dì scorso, il personalesi è mobilitato per ri-chiamare l’attenzionedelle autorità politiche.

Il personale delle Officine si oppone al «declino programmato»

gi

Una sala piena e molto attenta che ha incassato il pieno sostegno delle autorità politiche.

gi

Gianni Frizzo, Chistian Vitta, Marina Carobbio e Matteo Pronzini

Domenica scorsa, la popolazione svizzera ha elettoil proprio Parlamento e questa elezione ha indica-to molto chiaramente la direzione verso la qualevuol rivolgere il paese, consegnando all’UDC unavittoria che merita l’aggettivo di storica.

Non spetta a noi discutere in questa sede le ragio-ni e le modalità di questa vittoria. A noi premepiuttosto riflettere sulle conseguenze di questo ri-sultato e sulle sfide che dovremo affrontare neiprossimi anni nel nostro lavoro sul fronte politico.

Appare chiaro che le rivendicazioni di carattereambientale, come la promozione del trasporto fer-roviario, incontreranno maggiori difficoltà e che lequestioni di politica sociale non saranno verosi-milmente risolte secondo i nostri intendimenti. Èinfatti difficile immaginare che la rivalutazione del-le rendite o il miglioramento della posizione di la-voratrici e lavoratori possano trovare una maggio-ranza nelle due camere. Questa è la scelta dellamaggioranza della popolazione, della quale biso-gna tener conto.

Non per questo i sindacati rinunceranno a far vale-re tutto il loro peso nelle questioni di loro compe-tenza: continueremo pertanto ad impegnarci nelletrattative per i vari CCL nell’interesse dei dipen-denti e a promuovere se del caso referendum e ini-ziative per influire sulle decisioni politiche. Le no-stre possibilità di successo, in questo ambientetendenzialmente più sfavorevole, dipendono in mi-sura ancora maggiore dalla collaborazione e dal-l’impegno della nostra base. Se un successo politi-co a queste elezioni avrebbe potuto facilitarci ilcompito, l’insuccesso registrato non lo rende im-possibile. Ci aspetta però un lavoro duro, che sia-mo pronti ad affrontare.

Parlando al plurale, mi riferisco anche ai due se-gretari SEV Philipp Hadorn e Edith Graf-Litscher,brillantemente rieletti al Consiglio nazionale, aiquali vanno le nostre congratulazioni, come pure atutti coloro che hanno collaborato e che collabore-ranno con i sindacati in favore degli interessi dellapopolazione lavoratrice.

Da noi si dice che ad un’elezione ne segue un’al-tra. In altre parole: il lavoro ricomincia e continua,per noi professionisti del sindacato e per voi, lanostra base, per cui, conto si di voi!

EDITORIALE

«Ci aspetta un lavoro duro, che siamo pronti adaffrontare.» Giorgio Tuti, Presidente SEV

Page 4: Contatto sev 2015 18

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4 POLITICA SOCIALE E DEI TRASPORTIcontatto.sevN. 18/1522.10.2015

8 ottobre 2015, Lussemburgo:il consiglio dei ministri dell’UEdibatte sulla proposta dellaCommissione europea sul quar-to pacchetto ferroviario appro-vato in prima lettura dal Parla-mento. Un punto importanteriguarda l’obbligo della messaa concorso dei servizi ferroviarinel campo del traffico viaggia-tori interno, richiesto dallacommissione che pretende ri-sparmi e miglioramenti qualita-tivi grazie a una maggiore con-correnza.

Rischi per la sicurezza,la qualità e il personale

I sindacati e alcune aziendeferroviarie sono contro l’obbli-go della messa a concorso per-ché di fatto non migliorerebbené la qualità, né la sicurezzadei servizi ferroviari. In realtàle aziende che otterrebbero leconcessioni grazie ad offerte alribasso, risparmierebbero tan-to sulla qualità, quanto sullasicurezza al solo scopo di farecomunque degli utili. Ma c’èun altro rischio per nulla remo-to: che risparmiano sulle spal-le del personale. In caso di ag-giudicazione diretta deicontratti di prestazione, questi

rischi invece restano molto piùbassi.Una maggiore concorrenza nonpuò che rafforzare dumping sa-lariale e sociale, tanto più chela Commissione europea ha ri-fiutato di stabilire condizioniminime di assunzione per vin-cere il concorso. Ma va oltre:non vuole neppure sancirel’obbligo di ripresa del perso-nale nel caso di cambiamentodell’azienda e preferisce la-sciare ai singoli Stati la libertàdi scelta su tali direttive.Entrambe le decisioni sonostate fortemente criticate dallaFederazione europea dei lavo-ratori dei trasporti (ETF): forza-re la messa a concorso senzaimpedire alle imprese di ri-sparmiare sul personale e dilasciare ampi spazi di manovraper licenziare il personale, èsemplicemente e totalmenteasociale!

Tutelare le linee perifericheL’ETF chiede inoltre che gli Statiottengano il diritto di impedirealle imprese ferroviarie di con-centrarsi solo sulle linee reddi-tizie e ad abbandonare i servizimeno redditizi. Questo tipo diatteggiamento che consiste nel

scegliere il boccone migliore èuna grande minaccia per le re-gioni periferiche, che rischianodi vedere la loro offerta di tra-sporto pubblico deteriorarsi epersino essere confrontate conla chiusura di linee, su richiestadi azionisti privati affamati diprofitti. Gli Stati devono poterrifiutare tali atteggiamenti daparte delle imprese ferroviarie,poiché altrimenti toccherebbe aloro il compito di sovvenzionarefortemente linee non redditizieper poterle mantenere.

Azione efficacePer richiamare l’attenzione deiministri e renderli consapevolidei pericoli della liberalizzazio-ne e della concorrenza, l’ETF siè radunata per una veglia mat-tutina lo scorso 8 ottobre inPiazza d’Europa in Lussembur-go. Più di 150 sindacalistigiunti soprattutto da Lussem-burgo e Francia, ma anche daGermania, Gran Bretagna, Ita-lia, Svizzera, Slovenia e Un-gheria, hanno spiegato le lorobandiere e i loro striscioni.Il presidente della sezione fer-roviaria dell’ETF, Guy Greivel-ding, ha lanciato un chiaro ap-pello ai ministri: «Non sacrifi-

cate il futuro del trasporto fer-roviario in nome della liberaliz-zazione e della concorrenza».Alain Sutour, presidente delComitato per il trasporto urba-no dell’ETF, ha chiesto ai mini-stri di consentire nuovamenteassegnazioni dirette anche neltrasporto urbano.

Il pericolo corre anchesui binari svizzeriA Lussemburgo c’era ancheuna piccola ma agguerrita de-legazione, anche se la Svizzeranon fa parte dell’Unione euro-pea. Barbara Spalinger, vice-presidente del SEV, ha spiega-to questa presenza a unasquadra della televisione RTL:«Siamo solidali con i nostri col-leghi dei paesi membri del-l’UE», ha spiegato. «E non dob-biamo dimenticare che ipacchetti ferroviari europei in-fluenzano direttamente la legi-slazione svizzera. Non voglia-mo che il nostro sistemaferroviario, che funziona bene,sia messo in pericolo da diret-tive illogiche come l’obbligoassoluto della messa a concor-so». Markus Fischer

Oltre 150 sindacalistiprovenienti dai paesidell’UE e dalla Svizzerahanno chiesto ai mini-stri del trasporto euro-pei di mantenere l’asse-gnazione diretta delleconcessioni ferroviariee di prevedere nei bandidi concorso degli stan-dard sociali.

Lussemburgo: i sindacati dei trasporti hanno manifestato contro il quarto pacchetto ferroviario dell’UE

Bandi di concorso sistematici? AttentiFi

Un coro di critiche al quarto pacchetto ferroviario

Fi

Il SEV si fa notare

Barbara Spalinger in azione

Fi

Guy Greivelding e Alain Sutour Francesi ... molto accesi

Lo scorso 8 ottobre i ministri deitrasporti europei hanno concor-dato un compromesso chepermette, parallelamente albando di concorso delle presta-zioni ferroviarie nel campo deltraffico viaggiatori, di mantenerela procedura di aggiudicazionediretta di contratti di serviziopubblico, ma a condizioni moltorestrittive: le autorità cheattribuiscono direttamentel’appalto devono dimostrare chela qualità e l’efficienza economi-ca dell’impresa ferroviariaaumentano. Un organismoindipendente sarà chiamato aconfermare questo requisito.Solo i piccoli contratti cheinteressano l’intera rete ferrovia-ria di un (piccolo) paese,potrebbero sfuggire a questorequisito. Contrariamente alParlamento, il Consiglio deiministri non vuole neppureimporre che gli standard sociali

siano rispettati quando vieneindetto un bando di concorso.L’ETF spera di aggiungere questopunto quando il testo ripasseràin Parlamento. Il Consiglio deiministri degli Stati membridell’UE continuerà, per contro, adare la possibilità di impedireche le aziende ferroviarie siconcentrino solo sulle lineeredditizie. La versione del quartopacchetto ferroviario adottatadal consiglio dei ministri (e inprecedenza dal Parlamento),arriverà in una nuova fase anovembre: i rappresentanti diConsiglio dei ministri, Parlamen-to e Commissione europeasvilupperanno congiuntamenteuna nuova versione che torneràsui banchi del Parlamentoall’inizio del 2016. Durantequesto lasso di tempo l’ETF nonabbasserà la guardia e continue-rà a combattere per otteneremiglioramenti. Fi

Compromesso insufficiente

Page 5: Contatto sev 2015 18

ATTUALITÀ ......

5contatto.sevN. 18/1522.10.2015

Sei candidature presentate, seipersone elette: tre come titola-ri e altre tre come supplenti.L’esito dello spoglio avvenutolo scorso 6 ottobre, ha dato irisultati seguenti: Gregory De-lessert 40 voti, Lucio Campesi

32 voti, Felice Orlando Ferrazzo31, Marco Magistro Contenta28, Dario La Ferlita 19 e StellaKnoll 8. Risultano pertantoeletti come membri titolari:Gregory Delessert, Lucio Cam-pesi (attuale presidente dellaCoPe) e Felice Orlando Ferraz-zo. Sugli 80 aventi diritti han-no votato in 62, per una per-centuale di votanti pari al78 %. Raggiunto il quorum deimacchinisti, definito nel nuovo

regolamento della CoPe (quo-rum macchinisti richiesto: 35;macchinisti votanti: 50).Contro l’esito del voto non so-no stati inoltrati ricorsi (artico-lo 2. F del regolamento); laCoPe entrerà pertanto in caricadal 1o gennaio 2016 e si orga-nizzerà autonomamente comeprevede lo statuto.

red.

Nuovi e vecchi volti nel-la commissione del per-sonale (CoPe) di TILOscaturiti dallo spogliodelle schede.

TILO: eletta la nuova CoPeLa nuova commissione entrerà in carica dal 1o gennaio 2016

Il Consiglio federale ha perciòadottato le revisioni delle rela-tive ordinanze, che entrerannoin vigore a inizio 2016 insiemealla disposizione costituziona-le e alle modifiche delle leggifederali.Con la votazione sul progettoFAIF si è stabilito che in futuro iCantoni verseranno un contri-buto annuo di circa 500 milionidi franchi nel Fondo per l’infra-struttura ferroviaria (FIF). Incompenso, saranno sgravatidel finanziamento per l’infra-struttura delle ferrovie privateper un importo di circa 300 mi-lioni di franchi annui. Oggi ilConsiglio federale ha stabilito

a livello di ordinanza la chiavedi ripartizione per il contributoal finanziamento che i Cantonidevono versare nel FIF. La basedi calcolo è costituita dai tre-ni-chilometri del traffico regio-nale viaggiatori (TRV) ordinaticongiuntamente dalla Confede-razione e dai Cantoni. Gli im-porti saranno ricalcolati ognianno e comunicati ai Cantoniin febbraio dell’anno prece-dente. Nel contempo il Consi-glio federale ha ridefinito labase di calcolo per le quotecantonali del finanziamentodell’offerta di trasporto nelTRV. Poiché secondo FAIF i Can-toni non parteciperanno più

direttamente al finanziamentodell’infrastruttura ferroviaria,la lunghezza della rete di ferro-vie private non sarà più consi-derata nel calcolo delle quotecantonali del TRV. Ai fini diquesto calcolo sarà determi-nante solo la densità della po-polazione nel Cantone consi-derato: se questa è minore, laquota della Confederazione alfinanziamento del TRV saràproporzionalmente maggiore.Una novità sostanziale consi-ste nella pianificazione coordi-nata del mantenimento dellaqualità e dell’ampliamento, enel loro finanziamento tramiteil FIF. L’attuazione è però chia-

ramente separata; pertanto alivello di ordinanza si distinguenettamente tra mantenimentodella qualità e ampliamento.Ciò si ripercuoterà, ad esem-pio, sulle stazioni che dovran-no essere adeguate a seguitodell’aumento dei viaggiatori.Gli adeguamenti di stazioni incui entro il 2030 sono attesipiù di 20 000 viaggiatori algiorno sono considerati am-pliamenti e vanno quindi finan-ziati tramite le fasi di amplia-mento FAIF; quelli invece cherispondono a esigenze minoririentrano nel mantenimentodella qualità e saranno quindifinanziati e attuati tramite le

convenzioni sulle prestazioniquadriennali.Il Consiglio federale ha inoltreprecisato in che modo i Canto-ni o altre parti interessate de-vono procedere nel caso in cuiintendano prefinanziare misu-re di ampliamento già decise.Ha fissato altresì le regole daseguire nei casi in cui i Cantonio altre parti interessate voglia-no attuare misure supplemen-tari o alternative connesse amisure di ampliamento già de-cise. La legge stabilisce che incaso di misure supplementarie alternative non devono insor-gere costi per la Confederazio-ne. L’ordinanza precisa che icosti per l’esercizio e il mante-nimento della qualità devonoessere assunti dai Cantoni o daterzi per 40 anni dopo l’entratain servizio. L’Ufficio federaledei trasporti (UFT) può ridurrequesto periodo se per gli im-pianti è prevista una durata divita più breve.Le ordinanze, la disposizionecostituzionale relativa a FAIF ele modifiche delle leggi entre-ranno in vigore il 1° gennaio2016.

Comunicato stampa

Il progetto, accolto dalPopolo e dai Cantoni,concernente il finanzia-mento e l’ampliamentodell’infrastruttura ferro-viaria (FAIF) implicanuovi processi di piani-ficazione e competenzeper il finanziamento.Per attuarli occorre ade-guare diverse ordinan-ze, ad esempio deveessere disciplinata lachiave di ripartizioneper il contributo al fi-nanziamento versatodai Cantoni.

Il progetto FAIF sui binariIl Consiglio federale ne disciplina l’attuazione

frg

Page 6: Contatto sev 2015 18

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6contatto.sevN. 18/1522.10.2015

■ Doris Kubli, in base a quan-to si legge un po’ dapper-tutto la ricerca di un postodi tirocinio è diventata piùfacile e varie aziende si la-mentano perché faticano atrovare apprendisti/e. Cipuò dire se anche login èconfrontata con questa pe-nuria?

Dobbiamo osservare le cose inmodo differenziato e non sipuò generalizzare così. Per pri-ma cosa dobbiamo differenzia-re per area geografica: la situa-zione del mercato perl’apprendistato non è identicoovunque. E ci sono anche diffe-renze di occupazione. Ci sonoprofessioni che in realtà nonhanno un alto indice di gradi-mento nei giovani, è un dato difatto. Molte aziende non sonoancora riuscite a sedurre i/legiovani di oggi. Una nuova ge-

nerazione è alle porte e alcunidatori di lavoro non hanno an-cora cercato di adattarsi. Checosa è importante ora per que-sti giovani? È troppo facile direche hanno minori capacità sco-lastiche e non soddisfano i re-quisiti. Possiamo pure girare ladomanda altrimenti e chiedersidi quali nuove capacità benefi-ciano. I/le giovani hanno buo-ne reti, sanno come utilizzarealcuni strumenti e sono abitua-ti a gestire molte informazioni.Hanno maggiori competenzesociali rispetto a quelle cheavevamo ai nostri tempi. Oggisi parla perlopiù di ciò chemanca loro, mentre dovremmovedere le cose in modo diver-so, cambiare filosofia.

■ Torno alla mia domanda ini-ziale: attualmente avetemaggiori difficoltà a trovareapprendisti/e?

No, la Segreteria di Stato per laformazione, la ricerca e l’inno-vazione (SEFRI) parla di una«situazione stabile» e vorreb-be che ci fossero ancora piùposti in modo che sia davveropossibile fare una scelta. L’an-no scorso in Svizzera sono sta-ti messi a disposizione 8000posti di apprendistato, il checorrisponde al 9 %. login reclu-ta un po’ meglio rispetto allamedia, dal momento che solo il3 % dei posti non hanno potu-to essere concessi. È per que-sto che dobbiamo costante-mente evolvere e orientarci in

base alla nuova situazione delmercato.

■ In alcuni mestieri, login hasempre avuto difficoltà atrovare i candidati, vero?

Sì, non è una novità. Ecco per-ché penso che dobbiamo con-siderare la situazione in mododifferenziato tra i diversi setto-ri. Per i nostri mestieri manuali

è difficile e sentiamo commen-ti analoghi anche in altri setto-ri.

■ A login per molti anni si re-gistrava un record di ap-prendisti di anno in anno.Questa situazione appartie-ne ormai al passato?

La crescita ha chiaramente su-bito una battuta di arresto. At-tualmente, in base alle nostrestime, possiamo dire che la si-tuazione si sta consolidando.C’è anche da considerare il fe-nomeno dei trasferimenti tra lediverse professioni e in quellenuove.

■ Parliamo delle novità, ap-punto. Quest’anno sarannoformati i primi agenti deitrasporti pubblici. Chi intra-prende questa formazione?

Che cosa facevano primaquesti/e giovani?

Il confronto con il passato èdifficile perché si tratta diun’altra generazione e di altrigiovani; inoltre dobbiamo an-che tenere conto che l’ambien-te in cui operano è cambiato.Per questa formazione cerchia-mo giovani entusiasti, che vo-gliono lavorare nella gestione

del trasporto pubblico e a cuipiace il contatto con i clienti,soprattutto nei treni. Così co-me descritta sembra la vecchiaformazione del personale tre-no, che oggi non esiste più co-sì come concepita in passato.Oggi si passa dall’apprendista-to di agenti del trasporto pub-blico se si desidera diventareagente del treno direttamentedopo la scuola.

■ Prima era necessario segui-re una formazione commer-ciale nei trasporti pubblici,giusto?

Sì, fino a un anno fa. Ma que-sto percorso non esisterà piùin futuro. Il tirocinio di impie-gati di commercio dei trasportipubblici ha ormai quindici annie le esigenze della formazionesono cambiate. Dobbiamo

sempre chiederci se vogliamoformare degli specialisti o deigeneralisti. A livello aziendaleattualmente sono piuttosto glispecialisti ad essere ricercati.

■ In che cosa consiste la for-mazione di agente del tra-sporto pubblico?

Soprattutto la pianificazione ela distribuzione. L’idea è chenon si imparino solo le attivitàsui treni, ma anche ciò che ac-cade dietro, a monte, come ladistribuzione del personale edel materiale rotabile. Ci sonodue possibili orientamenti, matutto viene affrontato durantela formazione. Per questi pro-fessionisti le possibilità lavora-tive si aprono nelle aziende ditrasporto pubblico locali o ur-bane.

■ Ma ovviamente non si trattadi un lavoro manuale. Qualisono i requisiti per iniziarequesta formazione?

Ciò che è veramente importan-te è il piacere di lavorare neltrasporto pubblico ed essereconsapevoli che si tratta di unlavoro con orari irregolari e chesi deve prestare servizio anchenei fine settimana. Se si desi-derano orari di ufficio, allora èmeglio non guardare ai tra-sporti pubblici come opportu-nità professionale. Per questogenere di lavoro la flessibilità èil requisito principale e occorrecomunicarlo fin dall’inizio. Co-me criterio di ammissione

Occupazione dei posti di apprendistato presso login: a che punto siamo?

«Si rende necessariauna nuova filosofia»È in autunno che si prendono le prime decisioni sugli apprendisti e sulle apprendiste dell’anno successi-vo. Coloro che ottengono un posto sono sollevati, mentre chi si vede confrontato con diversi rifiuti, sisente sotto pressione. Qual è la situazione attuale del mercato sul fronte dei posti per l’apprendistato,sia dal profilo dell’azienda formatrice, sia dal profilo delle persone?

«Cerchiamo giovani entusiasti, chevogliono lavorare nella gestione deltrasporto pubblico e a cui piace ilcontatto con i clienti, soprattutto neitreni».

pan.

Doris Kubli, 39 anni, haseguito una formazione di capomovimento presso le FFS. Dopoun anno trascorso nel settoredella vendita ad Aarau, èpassata alla direzione generale.Dopo 10 anni presso le FFS, nel2006 va a login, dove riveste ilruolo di responsabile dellacomunicazione e del marketing.Il suo compito è invogliare igiovani ad entrare nel mondoferroviario attraverso login.

BIO

INTERVISTA

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contatto.sevN. 18/1522.10.2015

chiediamo anche, se necessa-rio, una formazione scolasticadi livello medio-alto e compe-tenze linguistiche in almenoun’altra lingua. I requisiti sonoleggermente inferiori rispettoalla formazione di impiegato dicommercio dei trasporti pub-blici.

■ Qual è la situazione nei po-sti tradizionalmente difficilida assegnare, come peresempio personale di puli-zia e costruttore di binari?

Possiamo tranquillamente ag-giungere gli elettricisti della re-te! Queste sono realmente lenostre tre preoccupazioni. Vi èuna combinazione di condizio-

ni sfavorevoli: non sono pro-fessioni «sognate»; formiamoinfatti persone attive nella ma-nutenzione che in parte hannogli stessi compiti dei pulitori,sebbene l’immagine della pro-fessione è molto migliore. Van-no inoltre aggiunte le condizio-ni di lavoro nel settore deitrasporti pubblici, gli orari irre-

golari. Se faccio un corso diformazione nell’edilizia, me-glio allora diventare muratoree lavorare in modo regolare ein ogni caso più regolarerispetto al costruttore di binari.Lo stesso dicasi per gli elettri-cisti di rete; dal punto di vistagiovanile, non è una professio-ne attrattiva a causa degli ora-ri. Dobbiamo poi tenere contoche presso login le condizionimediche sono più rigoroserispetto alla concorrenza.

■ Ma le condizioni medichesono le stesse indipenden-temente se costruisco un bi-nario o una strada, giusto?

In termini di condizioni di ba-

se, sì, è identica. Ma sfociamosubito nel campo della sicurez-za dei trasporti pubblici e l’UFTha voce in capitolo. Uno che sioccupa di logistica per i tra-sporti pubblici svolge un lavo-ro diverso rispetto a quanto fa-rebbe per Ikea; i requisitimedici, inoltre, non sono glistessi. Entrambi devono natu-

ralmente avere una schiena sa-na, ma nel trasporto pubblicoci sono altri aspetti da prende-re in considerazione.

■ Il consumo di certe sostan-ze suscita preoccupazionequando c’è di mezzo la sicu-rezza?

Si, ma non solo. Nel nostro set-tore una scarsa visione dei co-lori poveri, un fatto di per sébanale, può comportare un’esclusione diretta. In definitivaè il medico che decide e a volteperdiamo proprio i/le candida-ti/e che avremmo volentieri as-sunto.

■ Torniamo di nuovo su questigiovani che completano unaformazione presso login ene sono orgogliosi, perchésanno che questa formazio-ne è una garanzia di qualità.Hanno una buona possibili-tà di ottenere un lavoro atempo indeterminato? Qualè la situazione del mercatodel lavoro? I pulitori che la-vorano per la manutenzionedel materiale rotabile, han-no solo la possibilità di es-sere assunti come tempora-nei?

In linea di principio, l’aziendaforma apprendisti perché ne

ha bisogno, in particolare nelsettore dell’esercizio. Abbiamobisogno di queste nuove leve.Ma non è lo stesso per tutte leoccupazioni. In alcuni settorigli specialisti sono moltorichiesti, in altri il mercato èsaturo. Occorre una riflessioneda entrambe le parti. Il model-lo di comunità di formazionefunziona bene e la maggiorparte delle persone che stannocompletando la formazionetrovano un posto di lavoro. Ri-prendo il bandolo della matas-sa della nostra conversazione,quando ho detto che dovrem-mo anche adattarci alla nuovagenerazione. Gli/le apprendi-sti/e che finiscono e che desi-derano però iniziare una for-mazione in una scuolauniversitaria professionale, sa-ranno piuttosto interessati aun tempo parziale. O forse altermine della formazione desi-derano viaggiare un anno o seimesi prima di iniziare un lavo-ro. La transizione nel mondodel lavoro può avere più suc-cesso se entrambe le parti so-no flessibili.

■ Gli ex apprendisti si fannosentire? Si sa se hanno tro-vato o meno un lavoro?

La maggior parte degli appren-

disti ha un impiego subito do-po la formazione in una dellenostre aziende partner. Chie-diamo a tutti come vanno le co-se, a che punto sono e come siintende procedere. Il nostro la-voro non si ferma con la finedel contratto di apprendistato.

■ Vi è quindi un mercato dellavoro vero e proprio e lagioventù trova un impiego.

Proprio così. Ogni anno le azien-de si presentano e vengono con-dotte delle discussioni. Abbiamoanche una piattaforma dove leaziende possono registrare i loroposti di apprendistato. Se la per-sona dimostra flessibilità, cipossono essere posti interes-santi. Molti giovani si trovano inuna situazione confortevole: vi-vono ancora con i genitori e, pri-ma di mettere radici, voglionoviaggiare. Di fronte alla ricerca diun impiego appaiono distesi e sidicono che un lavoro lo troveran-no sicuramente. Le loro opportu-nità sono ormai così grandi cheun determinato settore a volteperde le persone formate cheavrebbe voluto conservare.

Peter Anliker

«I/le giovani hanno buone reti, sanno comeutilizzare alcuni strumenti e sono abituati a gestiremolte informazioni. Hanno maggiori competenzesociali rispetto a quelle che avevamo ai nostritempi».

pan.

Doris Kubli nella sede di login a Olten, sempre con lo sguardo attento sui giovani interessati ai trasporti pubblici

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6contatto.sevN. 18/1522.10.2015

■ Doris Kubli, in base a quan-to si legge un po’ dapper-tutto la ricerca di un postodi tirocinio è diventata piùfacile e varie aziende si la-mentano perché faticano atrovare apprendisti/e. Cipuò dire se anche login èconfrontata con questa pe-nuria?

Dobbiamo osservare le cose inmodo differenziato e non sipuò generalizzare così. Per pri-ma cosa dobbiamo differenzia-re per area geografica: la situa-zione del mercato perl’apprendistato non è identicoovunque. E ci sono anche diffe-renze di occupazione. Ci sonoprofessioni che in realtà nonhanno un alto indice di gradi-mento nei giovani, è un dato difatto. Molte aziende non sonoancora riuscite a sedurre i/legiovani di oggi. Una nuova ge-

nerazione è alle porte e alcunidatori di lavoro non hanno an-cora cercato di adattarsi. Checosa è importante ora per que-sti giovani? È troppo facile direche hanno minori capacità sco-lastiche e non soddisfano i re-quisiti. Possiamo pure girare ladomanda altrimenti e chiedersidi quali nuove capacità benefi-ciano. I/le giovani hanno buo-ne reti, sanno come utilizzarealcuni strumenti e sono abitua-ti a gestire molte informazioni.Hanno maggiori competenzesociali rispetto a quelle cheavevamo ai nostri tempi. Oggisi parla perlopiù di ciò chemanca loro, mentre dovremmovedere le cose in modo diver-so, cambiare filosofia.

■ Torno alla mia domanda ini-ziale: attualmente avetemaggiori difficoltà a trovareapprendisti/e?

No, la Segreteria di Stato per laformazione, la ricerca e l’inno-vazione (SEFRI) parla di una«situazione stabile» e vorreb-be che ci fossero ancora piùposti in modo che sia davveropossibile fare una scelta. L’an-no scorso in Svizzera sono sta-ti messi a disposizione 8000posti di apprendistato, il checorrisponde al 9 %. login reclu-ta un po’ meglio rispetto allamedia, dal momento che solo il3 % dei posti non hanno potu-to essere concessi. È per que-sto che dobbiamo costante-mente evolvere e orientarci in

base alla nuova situazione delmercato.

■ In alcuni mestieri, login hasempre avuto difficoltà atrovare i candidati, vero?

Sì, non è una novità. Ecco per-ché penso che dobbiamo con-siderare la situazione in mododifferenziato tra i diversi setto-ri. Per i nostri mestieri manuali

è difficile e sentiamo commen-ti analoghi anche in altri setto-ri.

■ A login per molti anni si re-gistrava un record di ap-prendisti di anno in anno.Questa situazione appartie-ne ormai al passato?

La crescita ha chiaramente su-bito una battuta di arresto. At-tualmente, in base alle nostrestime, possiamo dire che la si-tuazione si sta consolidando.C’è anche da considerare il fe-nomeno dei trasferimenti tra lediverse professioni e in quellenuove.

■ Parliamo delle novità, ap-punto. Quest’anno sarannoformati i primi agenti deitrasporti pubblici. Chi intra-prende questa formazione?

Che cosa facevano primaquesti/e giovani?

Il confronto con il passato èdifficile perché si tratta diun’altra generazione e di altrigiovani; inoltre dobbiamo an-che tenere conto che l’ambien-te in cui operano è cambiato.Per questa formazione cerchia-mo giovani entusiasti, che vo-gliono lavorare nella gestione

del trasporto pubblico e a cuipiace il contatto con i clienti,soprattutto nei treni. Così co-me descritta sembra la vecchiaformazione del personale tre-no, che oggi non esiste più co-sì come concepita in passato.Oggi si passa dall’apprendista-to di agenti del trasporto pub-blico se si desidera diventareagente del treno direttamentedopo la scuola.

■ Prima era necessario segui-re una formazione commer-ciale nei trasporti pubblici,giusto?

Sì, fino a un anno fa. Ma que-sto percorso non esisterà piùin futuro. Il tirocinio di impie-gati di commercio dei trasportipubblici ha ormai quindici annie le esigenze della formazionesono cambiate. Dobbiamo

sempre chiederci se vogliamoformare degli specialisti o deigeneralisti. A livello aziendaleattualmente sono piuttosto glispecialisti ad essere ricercati.

■ In che cosa consiste la for-mazione di agente del tra-sporto pubblico?

Soprattutto la pianificazione ela distribuzione. L’idea è chenon si imparino solo le attivitàsui treni, ma anche ciò che ac-cade dietro, a monte, come ladistribuzione del personale edel materiale rotabile. Ci sonodue possibili orientamenti, matutto viene affrontato durantela formazione. Per questi pro-fessionisti le possibilità lavora-tive si aprono nelle aziende ditrasporto pubblico locali o ur-bane.

■ Ma ovviamente non si trattadi un lavoro manuale. Qualisono i requisiti per iniziarequesta formazione?

Ciò che è veramente importan-te è il piacere di lavorare neltrasporto pubblico ed essereconsapevoli che si tratta di unlavoro con orari irregolari e chesi deve prestare servizio anchenei fine settimana. Se si desi-derano orari di ufficio, allora èmeglio non guardare ai tra-sporti pubblici come opportu-nità professionale. Per questogenere di lavoro la flessibilità èil requisito principale e occorrecomunicarlo fin dall’inizio. Co-me criterio di ammissione

Occupazione dei posti di apprendistato presso login: a che punto siamo?

«Si rende necessariauna nuova filosofia»È in autunno che si prendono le prime decisioni sugli apprendisti e sulle apprendiste dell’anno successi-vo. Coloro che ottengono un posto sono sollevati, mentre chi si vede confrontato con diversi rifiuti, sisente sotto pressione. Qual è la situazione attuale del mercato sul fronte dei posti per l’apprendistato,sia dal profilo dell’azienda formatrice, sia dal profilo delle persone?

«Cerchiamo giovani entusiasti, chevogliono lavorare nella gestione deltrasporto pubblico e a cui piace ilcontatto con i clienti, soprattutto neitreni».

pan.

Doris Kubli, 39 anni, haseguito una formazione di capomovimento presso le FFS. Dopoun anno trascorso nel settoredella vendita ad Aarau, èpassata alla direzione generale.Dopo 10 anni presso le FFS, nel2006 va a login, dove riveste ilruolo di responsabile dellacomunicazione e del marketing.Il suo compito è invogliare igiovani ad entrare nel mondoferroviario attraverso login.

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INTERVISTA

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contatto.sevN. 18/1522.10.2015

chiediamo anche, se necessa-rio, una formazione scolasticadi livello medio-alto e compe-tenze linguistiche in almenoun’altra lingua. I requisiti sonoleggermente inferiori rispettoalla formazione di impiegato dicommercio dei trasporti pub-blici.

■ Qual è la situazione nei po-sti tradizionalmente difficilida assegnare, come peresempio personale di puli-zia e costruttore di binari?

Possiamo tranquillamente ag-giungere gli elettricisti della re-te! Queste sono realmente lenostre tre preoccupazioni. Vi èuna combinazione di condizio-

ni sfavorevoli: non sono pro-fessioni «sognate»; formiamoinfatti persone attive nella ma-nutenzione che in parte hannogli stessi compiti dei pulitori,sebbene l’immagine della pro-fessione è molto migliore. Van-no inoltre aggiunte le condizio-ni di lavoro nel settore deitrasporti pubblici, gli orari irre-

golari. Se faccio un corso diformazione nell’edilizia, me-glio allora diventare muratoree lavorare in modo regolare ein ogni caso più regolarerispetto al costruttore di binari.Lo stesso dicasi per gli elettri-cisti di rete; dal punto di vistagiovanile, non è una professio-ne attrattiva a causa degli ora-ri. Dobbiamo poi tenere contoche presso login le condizionimediche sono più rigoroserispetto alla concorrenza.

■ Ma le condizioni medichesono le stesse indipenden-temente se costruisco un bi-nario o una strada, giusto?

In termini di condizioni di ba-

se, sì, è identica. Ma sfociamosubito nel campo della sicurez-za dei trasporti pubblici e l’UFTha voce in capitolo. Uno che sioccupa di logistica per i tra-sporti pubblici svolge un lavo-ro diverso rispetto a quanto fa-rebbe per Ikea; i requisitimedici, inoltre, non sono glistessi. Entrambi devono natu-

ralmente avere una schiena sa-na, ma nel trasporto pubblicoci sono altri aspetti da prende-re in considerazione.

■ Il consumo di certe sostan-ze suscita preoccupazionequando c’è di mezzo la sicu-rezza?

Si, ma non solo. Nel nostro set-tore una scarsa visione dei co-lori poveri, un fatto di per sébanale, può comportare un’esclusione diretta. In definitivaè il medico che decide e a volteperdiamo proprio i/le candida-ti/e che avremmo volentieri as-sunto.

■ Torniamo di nuovo su questigiovani che completano unaformazione presso login ene sono orgogliosi, perchésanno che questa formazio-ne è una garanzia di qualità.Hanno una buona possibili-tà di ottenere un lavoro atempo indeterminato? Qualè la situazione del mercatodel lavoro? I pulitori che la-vorano per la manutenzionedel materiale rotabile, han-no solo la possibilità di es-sere assunti come tempora-nei?

In linea di principio, l’aziendaforma apprendisti perché ne

ha bisogno, in particolare nelsettore dell’esercizio. Abbiamobisogno di queste nuove leve.Ma non è lo stesso per tutte leoccupazioni. In alcuni settorigli specialisti sono moltorichiesti, in altri il mercato èsaturo. Occorre una riflessioneda entrambe le parti. Il model-lo di comunità di formazionefunziona bene e la maggiorparte delle persone che stannocompletando la formazionetrovano un posto di lavoro. Ri-prendo il bandolo della matas-sa della nostra conversazione,quando ho detto che dovrem-mo anche adattarci alla nuovagenerazione. Gli/le apprendi-sti/e che finiscono e che desi-derano però iniziare una for-mazione in una scuolauniversitaria professionale, sa-ranno piuttosto interessati aun tempo parziale. O forse altermine della formazione desi-derano viaggiare un anno o seimesi prima di iniziare un lavo-ro. La transizione nel mondodel lavoro può avere più suc-cesso se entrambe le parti so-no flessibili.

■ Gli ex apprendisti si fannosentire? Si sa se hanno tro-vato o meno un lavoro?

La maggior parte degli appren-

disti ha un impiego subito do-po la formazione in una dellenostre aziende partner. Chie-diamo a tutti come vanno le co-se, a che punto sono e come siintende procedere. Il nostro la-voro non si ferma con la finedel contratto di apprendistato.

■ Vi è quindi un mercato dellavoro vero e proprio e lagioventù trova un impiego.

Proprio così. Ogni anno le azien-de si presentano e vengono con-dotte delle discussioni. Abbiamoanche una piattaforma dove leaziende possono registrare i loroposti di apprendistato. Se la per-sona dimostra flessibilità, cipossono essere posti interes-santi. Molti giovani si trovano inuna situazione confortevole: vi-vono ancora con i genitori e, pri-ma di mettere radici, voglionoviaggiare. Di fronte alla ricerca diun impiego appaiono distesi e sidicono che un lavoro lo troveran-no sicuramente. Le loro opportu-nità sono ormai così grandi cheun determinato settore a volteperde le persone formate cheavrebbe voluto conservare.

Peter Anliker

«I/le giovani hanno buone reti, sanno comeutilizzare alcuni strumenti e sono abituati a gestiremolte informazioni. Hanno maggiori competenzesociali rispetto a quelle che avevamo ai nostritempi».

pan.

Doris Kubli nella sede di login a Olten, sempre con lo sguardo attento sui giovani interessati ai trasporti pubblici

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8contatto.sevN. 18/1522.10.2015

a partita sulla previdenzavecchiaia si fa semprepiù dura, con una parte

dei partiti borghesi e i datori dilavoro che hanno una solaidea: ridurre le prestazioni,innalzando l’età di pensiona-mento, riducendo il tasso diconversione o introducendo unmeccanismo di risparmio perl’AVS. Da anni, questi ambientidenigrano l’AVS e ora si op-pongono al proposto aumentodelle rendite di 70 franchi per

L le persone sole e di 226 fran-chi per i coniugi.

Importante fonte di redditoL’AVS è l’istituzione sociale piùimportante della Svizzera e hasaputo assorbire egregiamenteil progressivo invecchiamentodella popolazione, evitando piùvolte il previsto collasso. Essacostituisce inoltre per la stra-grande maggioranza della po-polazione anziana il principalecespite di entrata, conferman-dosi come il sistema di previ-denza più efficiente ed econo-mico.

Rafforzare ulteriormente l’AVSLa validità di una riforma dipen-de dalla capacità di discutere difatti concreti, anziché perdersiin scontri ideologici. Nella fatti-specie, è evidente che, per ave-re qualche possibilità di supe-rare lo scoglio del votopopolare, una riforma comequesta deve proporre anchechiari miglioramenti dal profilosociale. Oltre al recente studiopubblicato dalla politologa zuri-ghese Silja Häusermann, loconfermano i risultati dei pro-cessi di riforma andati in portoin passato. Per le lavoratrici e ilavoratori di questo paese è

quindi indispensabile rafforza-re l’AVS, anziché indebolirla.

Risparmiare con l’AVS èconveniente anche per i giovaniL’AVS offre molti vantaggi an-che ai giovani. L’affermazioneche i giovani siano chiamati apagare sempre di più per versa-re le rendite agli anziani, mache non riceveranno mai unapropria rendita, è uno spettroagitato ad arte.Se non vi fosse l’AVS, dovrem-mo pagare molto di più per unaprevidenza vecchiaia privata.Dovremmo accantonare rispar-mi ogni mese ed affidarne lagestione a banche o assicura-zioni vita per ricavarne un red-dito. A fare l’affare sarebberoqueste ultime, chiamate ad of-frire nuove soluzioni di previ-denza a milioni di assicurati. Diche far sorridere i manager e gliazionisti.

L’AVS incide meno sui soldia disposizione per vivereSenza AVS, invece, la maggiorparte di noi dovrebbe spenderemolto di più per la propria pre-videnza vecchiaia se vuole rica-varne le stesse prestazioni. Sitratta di importi molto rilevanti.Una coppia che prima del pen-

Il dibattito sulla futura struttura della previdenza vecchiaia è molto acceso. Con l’innalza-mento delle rendite AVS, la riforma accolta dal Consiglio degli Stati durante l’ultima sessio-ne e che verrà sottoposta prossimamente al nuovo Consiglio nazionale, fa un passo nellagiusta direzione. Essa prevede però anche importanti peggioramenti, come l’innalzamentodell’età pensionistica delle donne e l’abbassamento del tasso di conversione del secondopilastro. In questo frangente, è importante approfondire le conoscenze sull’AVS, per evitaredi farsi condizionare da opinioni superficiali e populistiche.

Una previdenza vecchiaiaforte per tutti: l’AVS

L’AVS deve essere rafforzata, anziché indebolita

«Se in Svizzera è possibile vivere dignitosamentela propria vecchiaia, è merito delle assicurazioni

sociali, soprattutto dell’AVS.»Paul Rechsteiner, presidente USSt

SGB

I nemici dell’AVS non perdono occasione per denigrarla, tentandodi convincere la maggioranza dei votanti della necessità di riformevolte al suo ridimensionamento. Vengono così presentati scenarisempre più neri per dare l’impressione che l’AVS sia sull’orlo dellacrisi finanziaria.

Il presente dossier è un estrattodi un fascicolo redatto dall’Unio-ne sindacale svizzera (solo intedesco e francese), in cui gliautori Doris Bianchi, DanielLampart, Jasmin Aregger, DavidGallusser e Thomas Zimmer-mann illustrano il funzionamen-to dell’AVS e spiegano i motiviche garantiscono il finanziamen-to delle future rendite e chi sonoi principali beneficiari. Ilfascicolo tocca anche i temi delsecondo e terzo pilastro (cassepensioni risp. risparmio privato).

INFO

DOSSIER

...... 9

contatto.sevN. 18/1522.10.2015

sionamento guadagnava com-plessivamente 11 000 franchi almese, riceve oggi una renditaAVS di 3510 franchi. Per questarendita, durante la vita profes-sionale ha dovuto pagare con-tributi sullo stipendio e IVA percomplessivi 460 000 franchi.Per ricavare una rendita dellostesso importo presso un assi-curatore privato avrebbe peròdovuto pagare quasi il doppio,ossia 350 000 franchi in più.Inoltre, queste somme sono al-la portata solo di chi cominciapresto a risparmiare importi co-spicui. Un giovane di 25 anniche oggi guadagna 5000 fran-chi, dovrebbe accantonare1000 franchi al mese, ossia

continua a pagina 10

Coppia di coniugi nati nel 1949 e che prima del pensionamento guadagnavano complessivamente 11 000 franchi al mese.

Sono in molti a sottovalutarel’importanza per le donne dell’AVS,che pure è l’unica a tener conto deicompiti educativi e di assistenzasvolti nell’ambito famigliare per ilcalcolo delle rendite. Per questo, lerendite del secondo pilastro dinumerose donne risultano inferiori.Molte donne anziane possonocontare solo su rendite modeste.Praticamente tutte ricevono unarendita AVS, mentre solo 58 su100 beneficiano anche di unarendita del secondo pilastro(presso gli uomini sono 78 su 100).Oltretutto, queste rendite per ledonne sono spesso molto modeste:la loro media di 1390 franchi

mensili è la metà di quellamaschile, mentre le prestazioni incapitale medie ammontano inmedia a 50 000 franchi, un terzodella media presso gli uomini. Maperché?

Gli ostacoli della previdenzaprofessionale

Per le donne risulta difficileaccantonare un avere di vecchiaiaadeguato, anche se la maggiorparte di loro è attiva professional-mente. Quasi il 20 percento di loronon è assicurato, in quantoconsegue un reddito inferiore aquello minimo di 21 150 franchi

all’anno. Lavorando spesso atempo parziale, anche quando ledonne percepiscono un salariosuperiore al minimo, hanno unostipendio assicurato al secondopilastro molto basso, a causa delladeduzione della cifra di coordina-mento. Altri fattori negativi sono ladiscriminazione salariale tutt’oraesistente e la concentrazione inprofessioni meno ben retribuite.Il livello inferiore delle renditegiustificherebbe quindi l’età piùbassa di pensionamento.

AVS solidale e favorevolealle famiglie

L’AVS presenta invece numerosi

vantaggi per le donne, dato cheassicura tutti indipendentementedal grado d’impiego o dalla loroattività professionale. Presso lecoppie sposate, i redditi conseguitidurante il matrimonio vengonocumulati e divisi per due. Questosplitting impedisce che solo unconiuge abbia a subire le conse-guenze dell’aver dovuto rinunciarealla propria attività professionaleper assistere la famiglia, comespesso è il caso delle donne.Questi compiti danno diritto adaccrediti educativi e assistenzialicon effetti positivi sulle rendite, lacui progressione privilegia inoltre iredditi bassi, generando un’ulterio-re forma di compensazione.

L’importanza dell’AVS per le donne

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8contatto.sevN. 18/1522.10.2015

a partita sulla previdenzavecchiaia si fa semprepiù dura, con una parte

dei partiti borghesi e i datori dilavoro che hanno una solaidea: ridurre le prestazioni,innalzando l’età di pensiona-mento, riducendo il tasso diconversione o introducendo unmeccanismo di risparmio perl’AVS. Da anni, questi ambientidenigrano l’AVS e ora si op-pongono al proposto aumentodelle rendite di 70 franchi per

L le persone sole e di 226 fran-chi per i coniugi.

Importante fonte di redditoL’AVS è l’istituzione sociale piùimportante della Svizzera e hasaputo assorbire egregiamenteil progressivo invecchiamentodella popolazione, evitando piùvolte il previsto collasso. Essacostituisce inoltre per la stra-grande maggioranza della po-polazione anziana il principalecespite di entrata, conferman-dosi come il sistema di previ-denza più efficiente ed econo-mico.

Rafforzare ulteriormente l’AVSLa validità di una riforma dipen-de dalla capacità di discutere difatti concreti, anziché perdersiin scontri ideologici. Nella fatti-specie, è evidente che, per ave-re qualche possibilità di supe-rare lo scoglio del votopopolare, una riforma comequesta deve proporre anchechiari miglioramenti dal profilosociale. Oltre al recente studiopubblicato dalla politologa zuri-ghese Silja Häusermann, loconfermano i risultati dei pro-cessi di riforma andati in portoin passato. Per le lavoratrici e ilavoratori di questo paese è

quindi indispensabile rafforza-re l’AVS, anziché indebolirla.

Risparmiare con l’AVS èconveniente anche per i giovaniL’AVS offre molti vantaggi an-che ai giovani. L’affermazioneche i giovani siano chiamati apagare sempre di più per versa-re le rendite agli anziani, mache non riceveranno mai unapropria rendita, è uno spettroagitato ad arte.Se non vi fosse l’AVS, dovrem-mo pagare molto di più per unaprevidenza vecchiaia privata.Dovremmo accantonare rispar-mi ogni mese ed affidarne lagestione a banche o assicura-zioni vita per ricavarne un red-dito. A fare l’affare sarebberoqueste ultime, chiamate ad of-frire nuove soluzioni di previ-denza a milioni di assicurati. Diche far sorridere i manager e gliazionisti.

L’AVS incide meno sui soldia disposizione per vivereSenza AVS, invece, la maggiorparte di noi dovrebbe spenderemolto di più per la propria pre-videnza vecchiaia se vuole rica-varne le stesse prestazioni. Sitratta di importi molto rilevanti.Una coppia che prima del pen-

Il dibattito sulla futura struttura della previdenza vecchiaia è molto acceso. Con l’innalza-mento delle rendite AVS, la riforma accolta dal Consiglio degli Stati durante l’ultima sessio-ne e che verrà sottoposta prossimamente al nuovo Consiglio nazionale, fa un passo nellagiusta direzione. Essa prevede però anche importanti peggioramenti, come l’innalzamentodell’età pensionistica delle donne e l’abbassamento del tasso di conversione del secondopilastro. In questo frangente, è importante approfondire le conoscenze sull’AVS, per evitaredi farsi condizionare da opinioni superficiali e populistiche.

Una previdenza vecchiaiaforte per tutti: l’AVS

L’AVS deve essere rafforzata, anziché indebolita

«Se in Svizzera è possibile vivere dignitosamentela propria vecchiaia, è merito delle assicurazioni

sociali, soprattutto dell’AVS.»Paul Rechsteiner, presidente USSt

SGB

I nemici dell’AVS non perdono occasione per denigrarla, tentandodi convincere la maggioranza dei votanti della necessità di riformevolte al suo ridimensionamento. Vengono così presentati scenarisempre più neri per dare l’impressione che l’AVS sia sull’orlo dellacrisi finanziaria.

Il presente dossier è un estrattodi un fascicolo redatto dall’Unio-ne sindacale svizzera (solo intedesco e francese), in cui gliautori Doris Bianchi, DanielLampart, Jasmin Aregger, DavidGallusser e Thomas Zimmer-mann illustrano il funzionamen-to dell’AVS e spiegano i motiviche garantiscono il finanziamen-to delle future rendite e chi sonoi principali beneficiari. Ilfascicolo tocca anche i temi delsecondo e terzo pilastro (cassepensioni risp. risparmio privato).

INFO

DOSSIER

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contatto.sevN. 18/1522.10.2015

sionamento guadagnava com-plessivamente 11 000 franchi almese, riceve oggi una renditaAVS di 3510 franchi. Per questarendita, durante la vita profes-sionale ha dovuto pagare con-tributi sullo stipendio e IVA percomplessivi 460 000 franchi.Per ricavare una rendita dellostesso importo presso un assi-curatore privato avrebbe peròdovuto pagare quasi il doppio,ossia 350 000 franchi in più.Inoltre, queste somme sono al-la portata solo di chi cominciapresto a risparmiare importi co-spicui. Un giovane di 25 anniche oggi guadagna 5000 fran-chi, dovrebbe accantonare1000 franchi al mese, ossia

continua a pagina 10

Coppia di coniugi nati nel 1949 e che prima del pensionamento guadagnavano complessivamente 11 000 franchi al mese.

Sono in molti a sottovalutarel’importanza per le donne dell’AVS,che pure è l’unica a tener conto deicompiti educativi e di assistenzasvolti nell’ambito famigliare per ilcalcolo delle rendite. Per questo, lerendite del secondo pilastro dinumerose donne risultano inferiori.Molte donne anziane possonocontare solo su rendite modeste.Praticamente tutte ricevono unarendita AVS, mentre solo 58 su100 beneficiano anche di unarendita del secondo pilastro(presso gli uomini sono 78 su 100).Oltretutto, queste rendite per ledonne sono spesso molto modeste:la loro media di 1390 franchi

mensili è la metà di quellamaschile, mentre le prestazioni incapitale medie ammontano inmedia a 50 000 franchi, un terzodella media presso gli uomini. Maperché?

Gli ostacoli della previdenzaprofessionale

Per le donne risulta difficileaccantonare un avere di vecchiaiaadeguato, anche se la maggiorparte di loro è attiva professional-mente. Quasi il 20 percento di loronon è assicurato, in quantoconsegue un reddito inferiore aquello minimo di 21 150 franchi

all’anno. Lavorando spesso atempo parziale, anche quando ledonne percepiscono un salariosuperiore al minimo, hanno unostipendio assicurato al secondopilastro molto basso, a causa delladeduzione della cifra di coordina-mento. Altri fattori negativi sono ladiscriminazione salariale tutt’oraesistente e la concentrazione inprofessioni meno ben retribuite.Il livello inferiore delle renditegiustificherebbe quindi l’età piùbassa di pensionamento.

AVS solidale e favorevolealle famiglie

L’AVS presenta invece numerosi

vantaggi per le donne, dato cheassicura tutti indipendentementedal grado d’impiego o dalla loroattività professionale. Presso lecoppie sposate, i redditi conseguitidurante il matrimonio vengonocumulati e divisi per due. Questosplitting impedisce che solo unconiuge abbia a subire le conse-guenze dell’aver dovuto rinunciarealla propria attività professionaleper assistere la famiglia, comespesso è il caso delle donne.Questi compiti danno diritto adaccrediti educativi e assistenzialicon effetti positivi sulle rendite, lacui progressione privilegia inoltre iredditi bassi, generando un’ulterio-re forma di compensazione.

L’importanza dell’AVS per le donne

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10 DOSSIERcontatto.sevN. 18/1522.10.2015

4400 franchi in più di quantopaga all’AVS.

Solidale ed efficienteIl rapporto premi-prestazionidell’AVS per i redditi bassi emedi è così favorevole grazie alsuo sistema di finanziamentobasato sulla solidarietà. I con-tributi AVS vengono infatti ver-sati sull’integralità di tutti glistipendi, inclusi i bonus dei topmanager. La rendita massima èper contro limitata a 2350 fran-chi, ossia al doppio delle rendi-ta minima. Chi guadagna moltosi trova così a pagare molto dipiù di quanto potrà ricavare eciò va a vantaggio dei dipen-denti «normali». Inoltre, l’AVStiene conto dei compiti svolti in

famiglia e dispone di un’ammi-nistrazione efficiente e deveavere cura del benessere comu-ne. I suoi scopi sono quindimolto diversi da quelli degli as-sicurati privati e delle banche,improntati al massimo profittoe che quindi spremono ognipossibile centesimo di contri-buto dagli assicurati.

AVS denigrataTutte le previsioni di collassofinanziario dell’AVS sono pro-nunciate immancabilmente nel-l’ambito di una campagna con-dotta nell’interesse del profittodi banche e assicurazioni. Uni-tamente a chi consegue redditielevati, queste hanno tutti gliinteressi a combattere il raffor-zamento dell’AVS e hanno ten-tato sin dalla sua creazione di

limitarne le rendite e di impe-dire che possano garantire dasole la sopravvivenza. Renditebasse dell’AVS indurrebbero in-fatti a investire maggiormentenella previdenza professionalee privata, procurando a banchee assicurazioni ulteriori affari.Gli introiti annui dell’AVS, circa40 miliardi di franchi, vengonoriversati sotto forma di rendita.Eventuali eccedenze vengonoaccumulate sul fondo di com-pensazione AVS, che disponeattualmente di 43 miliardi.L’AVS offre quindi al settore fi-nanziario possibilità ridotte diguadagno, se paragonate aquelle del secondo pilastro, chedispone di un patrimonio inve-stito di ben 891 miliardi, la cuigestione costituisce evidente-mente un affare importante per

il settore finanziario. Le speseamministrative, della gestionepatrimoniale e gli utili di tutto ilsecondo pilastro ammontavanonel 2013 a 6,4 miliardi, 10 vol-te superiori alle spese ammini-strative dell’AVS, che ammonta-vano a circa 600 milioni l’anno.

Terzo pilastro per aggirarele imposteBanche e assicurazioni fannomolti affari anche con il terzopilastro, che non può essereconsiderato un’assicurazionesociale e per il quale possonoquindi definire liberamente itassi d’interesse e le spese. Neconsegue che i tassi di interes-se sono immancabilmente infe-riori a quelli del secondo pila-stro e le spese superiori. Nondobbiamo quindi meravigliarci

se banche e assicurazioni fo-mentino i dubbi sulla tenutadell’AVS per spingere la popo-lazione a far capo alla previden-za privata.Tra gli oppositori del rafforza-mento dell’AVS troviamo anchechi consegue redditi elevati.Come indicato, essi paganomolto di più di quanto potrannoricavare dall’AVS, della qualepoi non hanno bisogno nellaloro vecchiaia. Essi di battonoquindi contro ulteriori prelieviche andrebbero a diminuire iloro elevati stipendi e i loro bo-nus, infischiandosene delle dif-ficoltà dei redditi bassi e medi.

pan

segue da pagina 9

Un tempo, gli anziani in Svizze-ra soffrivano di povertà. Unapiaga che ha potuto essere cu-rata con la creazione dell’AVS,di cui hanno beneficiato anchei giovani, sollevati dall’obbligodi assistenza ai loro genitori.Oggi, i giovani ne beneficianoanche in un altro senso: l’indi-pendenza economica delle ge-nerazioni precedenti permettedi coinvolgerle maggiormentein compiti di assistenza, peresempio ai nipoti.Se in Svizzera è possibile vive-re dignitosamente la propriavecchiaia, è merito delle assi-curazioni sociali, soprattuttodell’AVS.Ciò nonostante, o forse proprioper questo, l’AVS ha dovuto su-bire negli ultimi vent’anni unacrescente pressione politica,con numerosi studi che tendo-no a metterne in discussione ilruolo. Studi che spesso vengo-no commissionati da banche eassicurazioni e che trasmetto-no l’impressione che l’AVS sia

sull’orlo del collasso finanzia-rio.

I fatti parlano chiaroI sindacati intendono combat-tere questa campagna di disin-formazione con i fatti. Soloconoscendo le diverse implica-zioni è possibile farsi un’opi-nione propria e partecipare at-tivamente al dibattito politico.Queste conoscenze assumonoinoltre grande importanza an-che in vista dei confronti che sistanno profilando su tutto ilsettore della previdenza pro-fessionale e vecchiaia.

La crescita dell’aspettativa di vitaè un fattore positivo Un argomento ricorrente sonole difficoltà finanziarie per farfronte all’aumento dell’aspet-tativa di vita e del numero di

beneficiari di rendite. Eviden-temente, ogni rendita deve es-sere finanziata, ma sostenereche l’aumento dell’aspettativadi vita costituisca un problemaè una contraddizione in termi-ni. Un’aspettativa di vita ridot-ta è infatti conseguenza di con-dizioni di vita precarie, mentreil suo aumento riflette un chia-ro progresso sociale ed econo-mico. Un progresso economicoche permette anche di far fron-te all’estensione del periodo incui verranno versate le rendite,ma solo nella misura in cui sipermette alle assicurazioni so-ciali di fare in modo che essovada a beneficio di tutti. E innessun caso questa condizio-ne si avvera come nell’AVS.

Un esempio di efficienzae solidarietàL’AVS riunisce come nessun’al-tra assicurazione i vantaggi diun grande numero di assicuraticon il principio della solidarie-tà. Questo è il segreto dellasolidarietà del suo finanzia-mento. Un altro aspetto è la li-mitazione verso l’alto delle suerendite, che riconosce anche amilionari la stessa rendita dipersone di ceto medio. Sonoquesti i fattori che hanno per-messo all’AVS negli ultimi 40

anni di finanziare l’importanteaumento di beneficiari di ren-dita senza dover ricorrere al-l’aumento di contributi, con lasola eccezione, quasi 20 annifa, dell’aumento dell’un per-cento di IVA. E se anche neiprossimi 10 o 15 anni si ren-desse necessario un altro per-cento in più, si tratterebbe diun ottimo investimento, inquanto l’AVS coniuga al meglioil principio della solidarietàcon quello dell’efficienza eco-nomica.

Un aiuto per i più deboliI motivi già citati rendono l’AVSanche estremamente favorevo-le per i redditi bassi e medi,dato che può offrire un rappor-to assolutamente vantaggiosotra premi e prestazioni. Unaspetto che vale per tutte legenerazioni. Senza l’AVS, legenerazioni più anziane si ve-drebbero di nuovo confrontatecon fenomeni di povertà e conuna vecchiaia da affrontare incondizioni poco dignitose. Mal’AVS è molto favorevole ancheper i giovani, dato che i contri-buti sullo stipendio risultanomolto modesti. Basti pensareche le trattenute medie del se-condo pilastro hanno ormairaggiunto il 18 percento, men-

tre quelle per l’AVS sono rima-ste immutate negli ultimi 40anni all’8,4 percento.Per questo occorre adesso ri-lanciare l’opportunità di rive-dere verso l’alto le prestazioniAVS, che hanno ormai accumu-lato un certo ritardo sull’evolu-zione dei salari, mentre le pro-spettive per rendite delle cassepensioni sono rese piuttostocupe dall’evoluzione negativadel mercato dei capitali. Leprestazioni AVS dipendono in-vece in misura molto minoredagli umori della borsa, risul-tando così più stabili. La di-scussione sulle rendite è quin-di di fondamentale importanzaper la nostra società. Negli ulti-mi vent’anni, sindacati e partitia loro vicini sono riusciti adifendere le rendite. Adessobisogna però riportarle più vi-cine all’evoluzione degli sti-pendi, poiché chi ha lavoratotutta una vita deve poter bene-ficiare di rendite del primo edel secondo pilastro sufficientiper una vita dignitosa, comedel resto prescrive anche la Co-stituzione federale. Per questodobbiamo batterci per un’AVSpiù forte e opporci agli attacchinei suoi confronti.

Paul Rechsteiner, presidente USS

Sostenere e rilanciare l’AVSChi attacca l’AVS mette in discussione l’essenza stessa del nostro paese

L’AVS giova sia ai gio-vani che agli anziani.Quest’assicurazione so-ciale è fondamentaleper la coesione del no-stro paese.

arch

ivio

Page 11: Contatto sev 2015 18

POLITICA ......

11contatto.sevN. 18/1522.10.2015

«Che cosa resta dei nobili prin-cipi di Jean Monet, uno dei pa-dri fondatori dell’Europa? Benpoca cosa». Ha esordito così ilpresidente dell’Unione sinda-cale svizzera Ticino e Moesaintroducendo la mattinata distudio sull’Europa GrazianoPestoni. «Oggi l’Unione euro-pea si muove su logiche pura-mente finanziarie, con conse-guenze pesanti sul mercato dellavoro e a livello sociale». Larealtà è lì da vedere. E SergioRossi, professore ordinario dieconomia all’Università di Fri-borgo, questa realtà l’ha conte-stualizzata con gli occhi lucididel ricercatore.

La camicia di forzadella politica monetariaAl centro della riflessione le ri-cadute della crisi dell’eurozonasu lavoratori e lavoratrici, men-tre sullo sfondo aleggia la poli-tica monetaria e il macignodella finanziarizzazione. Se sipensa che l’euro è una monetaunica senza Stato, si può facil-mente comprendere che man-ca una controparte istituziona-le che faccia da contrappesoalla politica monetaria. Il pro-cesso di finanziarizzazione -per cui interessi e paradigmi fi-nanziari hanno avuto la megliosu qualsiasi aspetto socio eco-nomico - è un’eredità degli an-ni Ottanta che negli anni si èingrossata come un fiume inpiena: oggi banche e sistemafinanziario sono sempre piùgrossi, prepotenti e invadenti.Del resto, ha spiegato Rossi, lafinanziarizzazione è figlia deiregimi neoliberisti, con tutti isuoi volti e le sue conseguen-ze: «La finanziarizzazione - haspiegato il professore - si tra-duce in un’ampia diffusionedelle strategie di management

e di aumento del valore borsi-stico delle imprese per attirarecapitali. Per non parlare delladeregolamentazione crescentedel mercato del lavoro e dellatendenza a decentrare la con-trattazione salariale. Questoprocesso favorisce la riduzionedel livello di impiego e dei co-sti del lavoro per aumentare lacompetitività delle imprese».Insomma il processo di finan-ziarizzazione dell’impresa edella società è l’espressionemateriale della costruzionedell’egemonia del grande capi-tale. Così si conferisce ai prin-cipali azionisti delle società unmaggiore controllo sulle stes-se, inducendole prima di tuttoa massimizzare il rendimentodei propri fondi e dunque a mi-gliorare i dividendi.

Finanziarizzazionee declino del lavoroNel bel libro «La fabbrica dellacrisi», Angelo Salento e Gio-vanni Masino sottolineano lostretto legame tra finanziariz-zazione dell’impresa e declinodel lavoro, inteso come «decli-no sia dell’occupazione, sia delvalore sociale del lavoro, siadel potere economico e nego-ziale delle classi lavoratrici». È- ahinoi - chiarissimo che unagestione aziendale centrataquasi esclusivamente sul rigi-do controllo dei costi, si tradu-ce inevitabilmente in un rap-

porto con il personale di puracalcolabilità: «Nel lavoratorenon si cerca la qualità dell’es-sere insostituibile, ma la quali-tà di essere indefinitamentesostituibile». Assistiamo quin-di ad una vera e propria tra-sformazione del rapporto dellavoro, dove l’impresa si riap-propria del pieno controllo sul-la flessibilità normativa e sala-riale, che altro non è se nonl’obiettivo ultimo dell’imposta-zione neoliberista. Del restoSergio Rossi non ha mancatodi sottolineare come «dallacondizione del personale si siapassati alla gestione delle ri-sorse umane, orientata allaflessibilità secondo esigenze abreve termine».

L’austerità fallimentareRossi non ha mancato di de-nunciare il fallimento delle po-litiche di austerità impostequasi manu militari dalla co-siddetta Troika senza consulta-re il popolo. Ricette al velenoche hanno avuto un impattonegativo sulle politiche di pro-tezione sociale, sui sistemipensionistici e sulle politicheoccupazionali. Certo, la situa-zione è molto più complessa ri-spetto a quanto tentiamo didescrivere in queste righe, magli effetti di questa crisi esi-stenziale dell’Unione europeala constatiamo tutti i giorni fre-quentando da vicino il mondo

del lavoro, dove gli svantaggidegli accordi bilaterali in certicasi hanno superato la sogliadel dolore. Rispondendo aduna domanda della platea,Sergio Rossi ha parlato di au-mento della concorrenza - slea-le - nel mercato del lavoro edha stilato un elenco che sisgrana come un rosario del de-clino: «Mancato rispetto dellemisure di accompagnamento,pressioni al ribasso sui salari,rallentamento dell’espansionedei consumi autoctoni, riduzio-ne della coesione sociale e na-zionale, aumento dei prezzi edelle pigioni nel ramo immobi-liare, tendenza alla sostituzio-ne dei lavoratori (poco qualifi-cati) e aumento della duratadella disoccupazione per variecategorie».

Piste per uscire dalla crisiMa allora come uscirne? «In-tanto evitando il (sovra)indebi-tamento delle famiglie (la crisiattuale in Eurolandia non è le-gata al debito pubblico ma aldebito privato), e il rigonfia-mento di bolle speculative su-gli atti reali o finanziari. Occor-re poi introdurre - spiega Rossi- un salario minimo differenzia-to che varia secondo il progres-so tecnico nel ramo di attivitàinteressato, tenendo inoltreconto dell’evoluzione del costodella vita nella regione in cui sitrova. Necessario anche intro-

durre un limite tra il salariomassimo e il salario minimonelle grandi aziende transna-zionali. Infine introdurre un co-mitato misto per la determina-zione delle retribuzioni e per laco-gestione dell’impresa.In una recente intervista al«Fatto Quotidiano», il sociolo-go italiano Luciano Gallino si èespresso sulle condizioni percontrastare ideologicamente eculturalmente la vulgata neoli-berista. Ecco la sua risposta:«Il neoliberismo ha stravinto labattaglia culturale, ha conse-guito un’egemonia a cui Gram-sci poteva guardare con invi-dia: controlla 28 su 29 governidei paesi dell’area europea,qualunque siano i nomi deipartiti di governo. Ha il 95 del-la stampa a favore, il 99 % del-le TV, domina nelle università eha conquistato i governi (...). Ilfatto è che non basta dire ‹pro-letari della UE unitevi› o cam-biando forma dire ‹precari› o‹classi medie impoverite del-l’UE unitevi›. Bisogna fornireidee, documenti, possibilità diazione e controreazione».

Affronto al dialogo socialeE bisogna ovviamente continu-are con le denunce, come quel-la di Nicola Nicolosi della CGIL,che accende i riflettori su datiche danno fastidio ma sonotremendamente reali: «In Euro-pa è aumentato il lavoro mino-rile e sono aumentati fenomenidi repressione. Nel contemposono diminuiti i diritti sociali esanitari. Crescono populismi exenofobia, le ricette neoliberi-ste con il loro carico di privatiz-zazioni tornano prepotente-mente in auge. I tenori delneoliberismo fanno molti pro-seliti, lo si vede - come sinda-cati europei - nel drammaticoindebolimento del dialogo so-ciale. Un dialogo che non c’èpiù e che nelle trattative si tra-duce in una roba del genere:senti io faccio così, te lo comu-nico e arrivederci». Un approc-cio arrogante che in Ticino staormai mettendo solide radici.

Françoise Gehring

Certo, è inutile negarload oltranza: la crisi delmodello europeo e lalibera circolazione dellepersone, hanno unprezzo, particolarmentealto per lavoratori e la-voratrici.

L’affondo del neoliberismoRivera - Conferenza dell’Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa sull’Unione europea e l’attuale crisi

Graziano Pestoni, Nicola Nicolosi e Sergio Rossi

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12 POLITICAcontatto.sevN. 18/1522.10.2015

Il lavoro non basta, ci sta di-cendo chiaramente il mercato:lo dimostra il collasso dei red-diti. L’illusione che bastava ti-rarsi indietro le maniche peravere un’esistenza dignitosa epartecipare alla vita pubblica èfranata. Qualcuno deve averebarato. Si torna così a sognarela città ideale, la città utopica,una società dove ci sia postoper tutti partendo proprio dalconcetto di lavoro. O meglio,separando il concetto di reddi-to da quello del lavoro. In Sviz-

zera si vota per la prima voltasul «reddito di base incondi-zionato» ed è un rovesciamen-to culturale epocale. All’iniziofu maledizione divina: «Con ilsudore della tua fronte guada-gnerai il pane». I privilegiati sene lavarono le mani perché sisentirono salvati: scampato ilpericolo, schioccarono fruste espararono colpi nella carne perricordare a quei maledetti, che

esisteva una punizione daespiare. La gran massa nonaveva il tempo per filosofeg-giare e stava piegata a sgobba-re in una vita che concedevacome unica grazia la morte. Leforche, le carestie, i crimini peruna pagnotta, la fame, la po-vertà.Certo, il lavoro ha permessoall’ingegno umano di dare vitaa imprese ardite e di costruireciviltà e pensieri e a molti uo-mini e donne di realizzarsi edemanciparsi. In questo senso illavoro è stato strumento di in-clusione sociale e forse perqualcuno di riscatto. Basi sullequali il diritto borghese si èmodellato ponendo al centrodella propria costruzione giuri-dica il diritto di proprietà, cheha finito per essere il fonda-mento dell’ordine sociale.L’utopia veicolata stava nellapossibilità per tutti i cittadinidi divenire proprietari: lo stru-mento per accedere a questodiritto era costituito dal con-tratto e, conseguentemente,dal libero scambio in un mer-cato di uguali.Scusate, ma non crediamo siaandata proprio così: il mercatoliberista si è dimostrato so-

stanzialmente sanguisuga. Ilpresente evidenzia l’irraziona-lità dell’ organizzazione econo-mica che miete vittime ovun-que: disoccupati, interinali,precari, mancanza di entratesufficienti anche per chi lavoraa tempo pieno con la prospetti-va di pensioni che non sfame-ranno (...). Il dibattito sollevatodall’iniziativa popolare soste-nuta da 126 mila firmatari sul«reddito di base incondiziona-to» obbliga anche il sindacatoa ragionare sulla questione.Incontriamo Donato Anchora,di Tirbi, l’associazione «Ticinoreddito di base incondiziona-to», che si occupa di fare cam-pagna nel nostro cantone.

■ L’iniziativa chiede il versa-mento mensile di un redditouniversale di circa 2500franchi per adulto senzacontropartita. Non vi ritene-te audaci nella proposta?

Per nulla, anzi pensiamo di es-sere agganciati alla realtà. Sia-mo convinti che sia parados-salmente l’unico mezzo persalvare il lavoro e rendere lasocietà davvero inclusiva concittadini non più ricattabili dalmercato come avviene oggi.Non si mette in discussione ilconcetto di lavoro, ma si inten-de separarlo da quello di red-dito. È in questo snodo che stala novità, la potenza e l’essen-za del messaggio. Certo, è uncambiamento di paradigma edel metro con cui si valorizza illavoro: non più valore moneta-rio, bensì considerato in basealla sua reale utilità per la co-munità.

■ È un tentativo di ridistribui-re altrimenti la ricchezza?

Non ha una valenza ideologi-ca, se è questo cui si riferisce,anche se il sistema da noiprospettato favorisce l’ugua-glianza e una ripartizione delpotere più equilibrata. Certo,siamo convinti che la ricchez-za esista (del resto producia-mo più di quanto possiamoconsumare) e sia un’ereditàricevuta dalle generazionipassate di cui dobbiamo po-

ter godere. Il precariato ditanti lavoratori non è accetta-bile in quanto non giustificatodalle reali condizioni di mer-cato. Un diritto si guadagnaper le generazioni future e ildiritto in questione è quello diliberare le persone, dando lo-ro la reale possibilità di deci-dere di sé e della propria vita.

■ Al di là delle questioni del-la sostenibilità economicadel reddito universale perle finanze pubbliche, vi sipotrebbe obiettare di chie-dere allo Stato di fare dabalia ai cittadini...

Lo Stato ne gioverebbe perchésarebbe snellito nel suo appa-rato: il reddito di base rim-piazzerebbe le assicurazionisociali attuali. Non si tratta divenire meno alle responsabili-tà individuali, né si invocauna società senza lavoro, mapiù sensata. Si tratta di favori-re una società del sapere, del-le relazioni umane e soprat-tutto più democratica. Lafunzione principale del reddi-to di base è garantire il mini-mo vitale, permettendo al sin-golo di costruire la propriaesistenza secondo interessi,attitudini e passioni senza illimite del reddito che sappia-mo essere in molti casi appli-cato arbitrariamente, oltre cheun ricatto sociale. Ora, tantilavori utili per la società – co-me ad esempio il personale dicura – sono sottopagati ri-spetto al loro contributo, altrisovrastimati e tanti mestieriinventati a tavolino per occu-pare le persone. Vogliamomettere ordine, trovando unaformula diversa da quella delcapitale e applicata dai poteriforti? Il vero potere è il con-trollo sul nostro tempo attra-verso quelle otto ore di lavoroche ci vengono imposte.

Raffaella Brignonigiornalista del quindicinale area

Articolo pubblicato su gentileconcessione della direzione diarea

Nel 2050 in Svizzeral’esistenza di tutti saràgarantita in modo in-condizionato. Ogni per-sona avrà diritto a unreddito: non importa sericca o povera, se eser-citi un’attività lucrativao meno, se sana o ma-lata, se viva sola o conaltre persone. Per lamaggior parte dellepersone il reddito di ba-se non significheràmaggiore disponibilitàfinanziaria, poiché so-stituirà parte delle en-trate attuali. La novitàrisiede nell’assenza dicondizioni.

A tutti senza condizioniSull’iniziativa popolare sul reddito incondizionato sarà il popolo ad esprimersi

sev

Per la maggioranza dellasinistra, il testo ha il merito disollevare alcuni problemi reali,ma le risposte che fornisce sonoinadeguate. Per la destra, laproposta di modifica costituzio-nale è semplicemente impossi-bile da finanziare. L’oggetto vaagli Stati. «I Verdi - ha spiegatoChristian van Singer (Verdi/VD) -condividono gli obiettivi degliiniziativisti di meglio conciliarevita privata e professionale e didedicare più tempo agli impegnifamiliari e lavorativi». Per ilvodese l’iniziativa non potràtuttavia mantenere le suepromesse.

Le risposte ai quesiti sollevatidall’iniziativa sono infatti altre,ha aggiunto Marina CarobbioGuscetti (PS/TI): «condizioni dilavoro decenti e dignitose,nonché una rete socialeadeguata e sicura». In aula solopochi deputati sono saliti allatribuna per difendere il testo.Fra loro Ada Marra (PS/VD).La vodese, pur non facendosialcuna illusione sulla sortedell’iniziativa, ha affermato disostenerla poiché «è la solauscita possibile al vicolo ciecorappresentato dal capitalismo».

Il dibattito passa agli Stati.

IL PARLAMENTO DICE NO

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AGENDA ......

13contatto.sevN. 18/1522.10.2015

Non è che l’anniversario abbia suscitato un grandeinteresse. E lo si può capire alla luce di quanto ac-cade nel mondo, visto che si trattava di celebrare i70 anni della Carta dell’ONU. In effetti l’anniversa-rio risale allo scorso giugno, ma è stato celebratocon l’apertura a settembre dell’Assemblea genera-le al Palazzo di vetro di New York. Il segretario ge-nerale ne ha sottolineato l’importanza ricordando,in particolare, come l’ONU sia nata dandosi l’im-perativo di scongiurare un terzo conflitto mondiale,obiettivo raggiunto. Non c’è dubbio che la diplo-mazia e i rapporti internazionali nel dibattito onu-siano abbiano avuto la loro importanza, anche se,ed è altrettanto indubbio, che l’equilibrio del terro-re atomico abbia influito forse in modo determi-nante.Non sono ovviamente da sottovalutare i considere-voli successi dell’ONU nell’affermazione dei princi-pi di democrazia e dei diritti umani nella coscienzadell’intera umanità, anche se poi a prevalere sem-bra sia l’ipocrisia. Come infatti spiegare diversa-mente che a presiedere la commissione per i dirittiumani venga chiamata l’Arabia Saudita? Paese do-ve si cercano volontari boia per potere eseguire lecentinaia e centinaia di condanne a morte, dove unboggler viene condannato a diecimila frustate esvariati anni di prigione per avere criticato il regi-me dove un ragazzo di 17 anni viene torturato econdannato alla pena capitale per avere difeso unimam sciita.Non c’è stato il terzo conflitto mondiale, ma legrandi potenze hanno combattuto direttamenteo per interposte nazioni in mezzo mondo: dallaCorea al Vietnam, dall’Afghanistan all’Iraq, nelVicino Oriente come nel continente africano e inquello sudamericano. E si sono susseguiti i mas-sacri, dall’Indonesia alla Cambogia, dal Ruandaalla Bosnia-Erzegovina, al Darfour, solo per citarnealcuni.Anche sul fronte dei diritti umani e del diritto inter-nazionale il bilancio non può davvero dirsi soddi-sfacente, basti pensare a quanto avviene dadecenni e continua ad accadere a tutt’oggi in Pale-stina.Il grande gioco dell’ipocrisia detta legge. Prendetela cronaca di questi giorni sul ginepraio siriano,dove l’interrogativo resta: «chi bombarda chi?».L’Occidente accusa Putin di bombardare civili , co-me se gli aerei americani e loro alleati se ne aste-nessero, sia in Siria sia su altri fronti come inAfghanistan (si vedano i raid contro l’ospedale diMSF). Civili massacrati nel silenzio più totale, comenei giorni scorsi nello Yemen, dove i caccia sauditihanno centrato una festa nuziale causando unastrage: un classico «danno collaterale» con nume-rosi precedenti in Afghanistan e Pakistan.

DI GADDO MELANI

DENTRO LA CRONACA

Troppa ipocrisia

Quest’anno il nostro ritrovo si terrà pressol’hotel Riverside di Briga-Glis, con inizio alleore 10.30. Relatore ospite Helmut Hubacher,già consigliere nazionale, che tratterà il temadel primo e secondo pilastro e l’AVS. Il comita-to si augura una folta presenza dati gli interes-santi temi trattati e di grande attualità.

Il costo del pranzo è di 30 franchi e compren-derà l’aperitivo, il menu, le bibite e il caffè.

Iscrizione al più presto presso:Walter Schmid con il formulario che avete ri-cevuto o per telefono allo 027 923 54 31 oe-mail: [email protected].

12 novembre - Briga-Glis■ PV Vallese - Assemblea autunnale

Quale futuro per la vendita allo sportello?Rivalutazione o scomparsa?

Sabato 31.10.2015 – Hotel Olten, Olten,dalle 9.45 alle 15.30

Traduzione simultanea infrancese. Maggioriinformazioni e iscrizione al più presto a:e-mail [email protected] o telefono 031 357 57 05

Convegno del personale di vendita SEV AS

Anche quest’anno si svolgeranno le castagna-te della nostra sezione. Il comitato vi aspettanumerosi per trascorrere assieme un pomerig-gio in allegra compagnia. Gli addetti alle cal-daie faranno il possibile per preparare al me-glio le caldarroste. Oltre alle castagne vi saràservito del lardo e formaggio dell’alpe, il tuttobagnato con del buon vino e acque minerali.Non occorre iscriversi o annunciarsi.

■ Martedì 27 ottobre a Biasca al Bocciodromo Rodoni, ore 14:30

Treni consigliati per Biasca da Airolo pt. 13.01– Faido 13.19 – Biasca arr. 13.39. Da Locarnopt. 13.45 – Cadenazzo 13.57 – Bellinzona14.06 – Biasca arr. 14.17.Un nostro rappresentante sarà presente instazione. A disposizione un ampio posteggioper chi arriva con un mezzo privato.

■ Giovedì 29 ottobre a Vacallo al Centro sociale, ore 14:30

Per Vacallo, nei dintorni del Centro sociale, so-no a disposizione dei posteggi adeguati edinoltre è ben servito dai mezzi pubblici delMendrisiotto.

Il comitato sezionale

■ PV Ticino e Moesano - ferrovieri pensionati

Castagnate edizione 2015:27 ottobre a Biasca29 ottobre a Vacallo

Ricordiamo che il tradizionale pranzo di Nataleavrà luogo quest’anno al centro manifestazio-ni del mercato coperto di Mendrisio.

I dettagli saranno pubblicati sul prossimo nu-mero di contatto.sev.

■ Riservate la data!Il comitato sezionale

■ PV Ticino e Moesano - ferrovieri pensionati

Mercoledì 9 dicembre a Mendrisio

Preavviso pranzo di Natale

La nostra prossima assemblea avrà luogo al ristorante Alte Brauerei a Thusis, a partire dalle ore14.00. Dopo le trattande ordinarie, riceveremo informazioni d’attualità da parte di Peter Peyer, alquale potremo in seguito sottoporre le nostre questioni. Felix Murk

12 novembre a Thusis■ Pensionati VPT - Preavviso assemblea

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14 SERVIZIOcontatto.sevN. 18/1522.10.2015

Giornata della migrazione 2015

«A dire il vero volevamo tornare indietro» 7 novembre 2015, 09.00–17.00 Hotel Olten, Bahnhofstrasse 5, Olten

Film e discussione: «Eigentlich wollten wir zurückkehren» («A dire il vero volevamo tornare indietro») ������������ �����������������

World Café:Rientrare o restare – una riflessione personale e sociale

Iscrizione entro il 23 ottobre 2015 a:���������������������� ���������� Birmensdorferstrasse 65 �����������

044 242 84 66 [email protected] oppure direttamente su www.sev-online.ch/migrazione

Iscrivetevi subito!

§Un brutto episodio diaggressione mette inluce i problemi insorticon la Suva e la conse-guente posizione deigiudici di Mon Reposche danno torto allaSuva.

Colpi di diritto

Aline è responsabile di unufficio postale. Una mattina,mentre stava per prendereservizio, è vittima di un’ag-gressione violenta da partedi due individui. Minacciatadi morte, è costretta dai duemalfattori ad aprire la cas-saforte. Messo le mani sulmalloppo, i due sciaguratifuggono a bordo di un’autorubata.In seguito a questa violentarapina, Aline è vittima distress post-traumatico. So-spende il lavoro per tre me-si, dopo di chi riprende lasua consueta attività.

La ricaduta dopo un evento traumaticoIl Tribunale federale si è pronunciato sulla nozione di ricaduta in una recente sentenza.

Diciotto mesi dopo, ha luo-go il processo ai rapinatori etornano nelle mente di Alinequei brutti momenti. Così ilmedico la mette in malattiaa causa del riaffiorare deisintomi. Il suo medico nonha dubbi: si tratta della con-seguenza del trauma subitoin occasione della rapina. LaSuva, tuttavia, rifiuta diprendere a carico questa ri-caduta. Aline ricorre al Tri-bunale cantonale, che le dàragione. Ma la Suva decidea sua volta di impugnare lasentenza davanti al Tribu-nale federale.Le regole della presa a cari-co di una ricaduta sono fis-sate nell’articolo 11 dell’Or-dinanza della legge sull’as-sicurazione contro gli infor-tuni (OAINF). La giurispru-denza considera che untrauma psichico dovrebbenormalmente essere supe-rato, secondo la generale

esperienza della vita, nel gi-ro di qualche settimana o diqualche mese.La Suva non contesta il lega-me tra l’aggressione e iltrauma che ha causato laprima assenza dal lavoro,ma ritiene che nel frattempoAline è potuta tornare al la-voro, dimostrando così diessere guarita. La secondaassenza dal lavoro non èpertanto una ricaduta, vistoche il processo non è in sestesso un infortunio.

La valutazionedel Tribunale federaleIl Tribunale federale comin-cia con una serie di verifi-che, in particolare prenden-do in considerazione il con-fronto tra Aline e i suoi ag-gressori. I giudici voglionodeterminare se - in base al-l’esperienza generale dellavita e al corso delle cose -questa situazione può cau-

sare la riapparizione dei di-sturbi psichici e dunque giu-stificare un’incapacità lavo-rativa. Senza l’ombra di undubbio, l’attacco di cui èstata vittima Aline, è statoviolento e traumatizzante.Sola, ha dovuto confrontarsicon due uomini armati di pi-stola e subire le loro minac-ce; ovvio che ha temuto perla sua vita.Anche se Aline è stata ingrado di tornare al lavoroassai rapidamente, non sipuò concludere - come hafatto la Suva - che non vipossano essere delle rica-dute e che Aline sia guarita.Esattamente come un dannoalla salute fisica, anche untrauma psicologico può es-sere considerato superatosoltanto in apparenza e nonnei fatti, per poi manifestar-si nuovamente. Del resto sitratta della definizione di ri-caduta ai sensi dell’articolo

11 dell’OAINF. Tra l’altro ilconfronto tra una vittima egli autori di un’aggressioneviolenta, può suscitare nellavittima ricordi che le fannorivivere il trauma, scatenan-do così nuovi disturbi psi-chici.Aline è stata confrontata coni suoi aggressori diciottomesi dopo i fattacci e dopopiù di un anno dalla ripresadel lavoro. I giudici di MonRepos considerano plausibi-le che questa esperienzaabbia potuto provocare unanuova incapacità lavorativadi origine psichica. Il ricorsodella Suva deve pertantoessere respinto. L’istituto èstato dunque condannato apagare le prestazioni assi-curative dovute, le spesegiudiziarie e un’indennitàper il pagamento delle spe-se di avvocato sostenute daAline per la sua difesa.

Servizio di protezione giuridica

La nostra sezione presenta sentite condoglianze alcollega Giovanni Mondini, colpito negli affettifamiliari per il decesso della madre.

VPT Locarno

CONDOGLIANZE

Ad inizio settembre 93 pensionati si sono ritrovati per la gitaannuale e raggiunto con il treno il ristorante Les Cornettes aLa Chapelle d’Abondance. La famiglia Trincaz li ha accolti conun pranzo che si è prolungato fino al pomeriggio. Prima del ri-torno vi è ancora stato il tempo di visitare il museo e per unapasseggiata. Non è neppure mancata l’occasione per quattrochiacchiere in attesa del prossimo evento.

Peter Rolli

Una bella giornata■ PV Vallese

www.sev-online.ch

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AGENDA ......

15contatto.sevN. 18/1522.10.2015

È forse più facile far cambiare a un uomo la reli-gione, che non la sua dieta. Ciò nonostante il pri-mo libro nella storia a parlare di nutrizione, senon proprio di dietetica, è un testo religioso: laBibbia. «Non cucinerai il capretto nel latte di suamadre» è una delle tante prescrizioni dell’AnticoTestamento, con cui si esprime la regola generaledi non mischiare gli alimenti carnei con i latticini,come il burro e i formaggi. Addirittura andrebbeusato per le due categorie di cibo vasellame di-verso, per evitare ogni contaminazione! In realtà,secondo la Bibbia, in principio l’uomo era forzata-mente vegetariano, se non addirittura vegano.Solo dopo il Diluvio Universale all’umanità fu con-cesso di diventare onnivora e quindi anche carni-vora: «Ogni essere che ha vita vi servirà da cibo:vi do tutto questo, come già le verdi erbe». Tutta-via la Bibbia proibisce di cibarsi di tutta una seriedi animali, come il cammello, la lepre e soprattut-to il maiale; come anche di alcuni uccelli come lostruzzo (la cui carne oggi è di moda) e ogni insettoalato (con buona pace di chi vede negli insetti ilnostro cibo del futuro per far fronte alla crescitademografica). Al V secolo a.C. risalgono i primi ve-ri consigli dietetici, offerti dal padre della medici-na antica, Ippocrate, che nella sua opera «Diaita»(sul regime di vita) raccomandò: «Fa’ che il cibosia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo,perché l’uomo è ciò che mangia e da ciò che unuomo mangia dipende in buona parte la sua salu-te». Fu però solo nel 1467 che venne stampato unlibro rivoluzionario: «De honesta voluptate et va-letudine» (= Il piacere onesto e la buona salute),scritto dal cuoco, filosofo e moralista cremoneseBartolomeo Sacchi, detto il Platina, un vero geniodell’Umanesimo che non si limitò a riassumeretutto il sapere gastronomico dell’epoca, ma sispinse fino a «una trattazione sistematica dell’ar-te culinaria, della dietetica, dell’igiene alimenta-re, dell’etica dell’alimentazione e dei piaceri dellatavola». Ma per trovare un libro solo e specificata-mente nutrizionistico dobbiamo arrivare alla se-conda metà del Settecento, ossia al trattato «Deidanni del vitto e del modo di usarne utilmente» diAnton Maria Juniore della Porta, che alcuni consi-derano il vero antesignano della moderna dietolo-gia. Fermo restando che, secondo la definizionenon di un comico ma di biochimico come il com-pianto Isaac Asimov, «la prima legge della dieteti-ca sembra essere: se il sapore è buono, a te famale»!

ROBERTO DE ROBERTIS

A SPROPOSITO DI …

... dieteticaTempo di bilanci anche per la sottofederazio-ne AS Regione Ticino, confrontata quotidiana-mente con vecchie e nuove sfide.

■ Ordine del giorno dell’assemblea:1 Apertura e saluto del presidente sezionale,lista di presenza2 Approvazione ordine del giorno3 Nomina presidente del giorno e scrutatori4 Approvazione verbale ultima assemblea5 Relazione del presidente

6 Intervento del presidente centrale AS P.Käppler, discussioni e domande7 Rapporto del cassiere8 Consegna distintivi 25 ° e 40 ° d’apparte-nenza a SEV/AS9 Attualità sindacali con un/a collega del se-gretariato regionale del SEV10 Eventuali

Seguirà un rinfresco; i partecipanti sono pre-gati di annunciarsi ad Attilio Albertini:[email protected] aspettiamo. Vanni Nembrini, presidente

■ Sezione AS Ticino

Casa del Popolo Bellinzona, 18.00

Assemblea generale – 6 novembre

www.sev-online.ch

La Sezione ha il piacere di invitare tutti i membri attivi e pensionati delle sezioni VPT Sottoceneri ed of-frire la cena, come deciso in assemblea. La serata è aperta anche a mogli, fidanzate e compagne e verràloro richiesta la quota di 50.— franchi, bibite incluse (da versare al momento della cena).Il ristorante si trova sulla strada cantonale, alla rotonda «Ostarietta di Lamone» e proporrà il seguentemenu: aperitivo - arrosto di maiale al forno e contorno - panna cotta alle castagne - acqua e vino (1 litroogni 4 persone ) - caffè.

L’iscrizione è obbligatoria e ci si può rivolgere al più presto ai colleghi:Jgor Sassi (rimessa Ruggì – casella 64 / [email protected] / 079 409 80 75) oppure PeterBernet (Rimessa Ruggì – casella 34), oppure Michele Ponzo (rimessa Ruggì – casella 134).

Cena annuale VPT SottoceneriMartedì 10 novembre, LamoneRistorante «La Rupe di San Zeno», ore 19.30

contatto.sev è il giornale del sindacato del personaledei trasporti SEV. Pubblicazione quindicinale.

Editore: SEV, www.sev-online.ch.

Redazione: Peter Moor (caporedattore), Peter Anliker,Vivian Bologna, Beatrice Fankhauser, Markus Fischer,Françoise Gehring, Pietro Gianolli, Anita Merz, PatriziaPellandini Minotti, Henriette Schaffter.

Indirizzo della redazione: contatto.sev, CP, 6501Bellinzona, e-mail: [email protected], telefono 091825 01 15, fax 091 826 19 45.

Tiratura: edizione italiana: 3609 copie; totale: 43 612;certificata il 14.11.2014.Abbonamenti e cambiamenti di indirizzo: SEV,divisione amministrativa, casella postale, 3000 Berna 6,e-mail: [email protected], tel. 031 357 57 57, fax 031357 57 58.

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Prestampa: AZ Medien, Aarau, www.azmedien.ch.

Stampa: Mittelland Zeitungsdruck AG, Neumattstrasse1, 5001 Aarau, www.mittellandzeitungsdruck.ch (aziendadel gruppo AZ Medien AG).

ISSN 1662-8470

Prossima edizione: 5 novembre 2015.Chiusura redazionale: giovedì 29 ottobre,ore 10.

IMPRESSUM

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16 FOCUS.SEVcontatto.sevN. 18/1522.10.2015

«Le commissioni del personalesono chiamate a rappresentarecollaboratrici e collaboratori evi invito a ricordarvi sempre dichi vi ha eletto» ha tenuto a ri-cordare il presidente SEV Gior-gio Tuti in apertura di conve-gno, alludendo al conflitto chespesso attanaglia i membridelle CoPe tra gli interessi delpersonale e quelli dell’azien-da, dalla quale percepiscono lostipendio.

Conoscersi e parlarsiUn conflitto che rende ancorapiù importante una stretta col-laborazione tra commissionidel personale e sindacato, ba-sata su buoni e frequenti con-tatti personali. Questo conve-gno, diretto da ManuelAvallone, vicepresidente checura i rapporti con le FFS e cheha visto partecipare un centi-naio di membri CoPe a livello

di superficie, divisione e grup-po, aveva proprio per scopo difavorire questi contatti. Oltread Avallone, erano presenti an-che i segretari responsabili perle questioni delle divisioni FFS:Jürg Hurni per il traffico viag-giatori, Urs Huber per l’infra-struttura, Philipp Hadorn per laCargo e Daniel Froidevaux per isettori centrali e gli immobili.Sono intervenuti anche diversipresidenti centrali delle sotto-federazioni, due dei quali han-no anche cariche in seno allecommissioni del personale,per ricordare l’importanza del-le assemblee sezionali del sin-dacato, quale luogo prepostoal dibattito sulle varie questio-ni di reciproca competenza.Da parte sindacale è stato assi-curato anche il pieno sostegnoalle CoPe. «Vogliamo aiutarvinelle situazioni di conflitto» hasottolineato il presidente cen-trale AS Peter Käppler.Affermazioni che la base ha di-mostrato di condividere piena-mente: «Non vi sono divergen-ze tra gli interessi dellecommissioni del personale equelli del sindacato!» ha escla-mato Ruedi Baumann dellaCoPe del traffico viaggiatori,suscitando calorosi applausi.

Non resta quindi che compat-tare i ranghi e migliorare l’in-formazione reciproca - è statala conclusione condivisa dallasala.Questo punto è stato ripresoanche dal nuovo presidentedella commissione del perso-nale a livello di gruppo, WalterBuchmann: «Negli ultimi anni,la collaborazione non ha sem-pre funzionato al meglio. Dob-biamo impegnarci per miglio-rarla e soprattutto, quando ciincontriamo, dobbiamo inten-

sificare e approfondire loscambio di informazioni».

Futuro da plasmareDurante le trattative per il nuo-vo contratto collettivo di lavo-ro, è stato convenuto che entrometà 2016 si sarebbero svoltetrattative sulla struttura dellapartecipazione aziendale alleFFS. Un primo incontro ha giàavuto luogo tra FFS e SEV e indicembre seguirà un workshopin vista del quale CoPe e SEVvogliono definire una posizio-

ne condivisa. Numerosi inter-venti hanno comunque ricor-dato come il tutto non possarisolversi nella dissoluzionedelle CoPe a livello di divisionee di gruppo, pur condividendol’impostazione concordata chela partecipazione debba avereorigine in superficie, ossia lad-dove sono attivi le collaboratri-ci e i collaboratori.

Peter Moor

I membri SEV occupanogran parte dei mandatinelle commissioni delpersonale FFS. Un con-vegno ha riunito i rap-presentanti di tutte ledivisioni e di tutti i livel-li.

Uniti anziché divisiIncontro con i membri della CoPe all’inizio del loro mandato

pmo

Il vicepresidente SEV ha richiamato l’importanza di una miglior collaborazione tra CoPe e sindacato.

La domanda di questa edizione è:dov’è stata scattata questa foto,con due doppi scambi inglesi?

Si può partecipare al concorsoentro mercoledì 28 ottobre2015:

inviando una cartolina postalecon nome, cognome, indirizzo esoluzione a: SEV, Photomystère,casella postale, 3000 Berna 6;per e-mail: inviando le stesseindicazioni della cartolina [email protected]; per internet: sul nostro sitowww.sev-online.ch cliccare sulbox «Photomystere» a destrasotto l’agenda e riempire ilformulario con le indicazioni

richieste. Il nome della vincitrice odel vincitore sarà pubblicato sulnumero successivo. Non verràtenuta alcuna corrispondenza sulconcorso. Le vie legali sonoescluse.

È in palio un coltellino «Outrider»dal design SEV che verrà sorteg-giato tra coloro che avranno datola risposta esatta. La fotodell’ultima edizione riportava untreno della RBS alla stazione diBerna. Troverete una foto esplica-tiva sul nostro sito www.sev-on-line.ch.

Il fortunato vincitore dei buoniReka è: Roger Kocher diWiedlisbach, membro LPVMittelland.

Photomystère: «dov’è stata scattata questa foto?»

Tibert Keller