Conosciamo il nuovo Presidente Giornata memorabile con gli ... · Mantova con “Tempo di guerra”...

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NOTIZIARIO DELLA PRO LOCO “LE CONTRÀ” - SANGUINETTO - ccp. n° 18535377 Dir. resp. Prof. Stefano Vicentini, Dir. Dino Troiani, Redazione: interno Castello, Aut. Tribunale VR n° 1125/3569, 29/07/94 - Spedizione in A.P. 70% - D.C.VR ANNO XV N. 5 Ottobre 2009 Conosciamo il nuovo Presidente Pro Loco Dino Troiani Giornata memorabile con gli amici Emigrà Avviso ai Presidenti delle Associazioni operanti in Sanguinetto. Si prega cortesemente di consegnare le date delle varie manifestazioni o degli appuntamenti del vostro Gruppo da inserire nel calendario 2010 lunedì 26 ottobre 2009 - sede Pro Loco ore 21. Si ringrazia per la collabo- razione e la puntualità delle consegne. Direttivo Pro Loco 1) Presidente, il calendario delle manife- stazioni annuali della Pro Loco è tradi- zionalmente ricco: rimarrà tale e quale o c’è qualche novità in cantiere? Tutto il gruppo è ben motivato, quindi ritengo che le iniziative non mancheranno di certo, e a tale proposito posso accennare a qual- che nuova iniziativa già emersa sia in sede di riunione sia durante le manifestazioni: “SERATE GASTRONOMICHE A TEMA SU SAPORI DI UN TEMPO, ORA PERDUTI”, un incontro al mese per i dodici mesi aper- ta a tutti; “UN FESTIVAL DEI GIOVANI” os- sia serate musicali dove gruppi di giovani si esibiscano cantando o suonando qualsiasi tipo di musica, alla presenza di una giuria; “SE- RATE CON GIOCHI D’ACQUA” sempre per giovani. Tutto questo, oltre a quanto già esistente nel calendario. Certo che per fare tali manifestazioni non bastano i buoni propositi ma servono gli euro!!! Vista la Nostra situazione finanziaria (a tutti nota) questo è possibile solo se le persone credono nel lavoro da Noi svolto per il paese, presenziando alle molteplici iniziative (anche solo con la loro gradita presenza), e da parte nostra avranno il massimo della disponibilità e qualità dei nostri prodotti.2) Qual è il miglior complimento sentito finora riguardo la Pro Loco? E quale la critica che più invita alla riflessione? Siamo subentrati da po- co e quindi grandi cose non abbiamo fatto per meritarci complimenti, per le critiche non me ne sono pervenute. Per ora abbiamo solo fatto girare l’ingranaggio di una macchina già in moto. Ingranaggio di una macchina precaria, vista la situazione; ma con molta caparbietà e determinazione, da parte di tutti quelli che si sono adoperati nel dare il proprio contribui- to per la buona riuscita di quest’ultima manifestazione “ANTICA SAGRA DEI ROFIOI”, ne siamo usciti vincitori. Un grazie particolare alle colon- ne portanti della Pro Loco, le instancabili signore che creano i ROFIOI, che più di qualche volta, grazie alla straordinaria bontà, hanno salvato la sagra. Per chi vuole fare critiche costruttive sono sempre a disposizio- ne, anche perché ho molto da imparare e quindi sono aperto a qualsiasi consiglio e\o critica. 3) C’è un gruppo nutrito di collaboratori, molto efficiente e presente. E i giovani, sono sensibili all’associazione? Si sta pensando anche al ricambio generazionale? Tutti i collaboratori sono eccezionali, instancabili, propositivi oltre che molto efficienti, non dicono mai “NO!”. Ho avuto l’impressione che i giovani conoscano poco la realtà dell’associazione ed il suo fine, per questo Noi puntiamo a fare delle manifestazioni dove coinvolgerli in prima persona, chiedendo la loro collaborazione. Così facendo, cerchiamo di far capire che cosa è la PRO LOCO, dando così continuità all’Associazione. La scommessa della “1^ edizione del Premio Emigrà” è stata vinta. Nell’elegante rinnovato Teatro Zinetti, con un pubblico interessato e partecipe, si sono radunati tanti ex sanguinettani, che dalle più varie provenienze hanno riportato nella loro terra natia ricordi, nostalgie, emozioni che il passare degli anni non cancella, ma vivifica. Sul palco la giuria, composta da amministratori comunali, Pro Loco ed esponenti della cultura, ha cercato di rompere gli indugi per stabilire un feeling con la platea. Così Piero Pistori, coordinatore ricco di entusiasmo e di giovanile euforia, ha presentato tutti scendendo persino tra la gente. Chiaro che i tempi, di fronte alla necessità di far dire a ciascuno una parola di saluto e di commento, si siano allungati, aumentando sensi- bilmente l’appetito. Ma il “dulcis in fundo” doveva essere naturalmente la proclamazione dei vincitori e la lettura dei loro scritti. E’ valsa la pena di pazientare un po’: hanno vinto Maria Lara Dionisi Comunian di Mantova con “Tempo di guerra” (sez. italiano) e Gilberto Gagliardi di Milano con “El mas-cio del capo” (sez. dialetto). La lettura dei due brani ha suscitato commozione nel primo caso, ricordando la guerra nel ‘45, e simpatia nell’altro, con un insolito “protagonista”. Interessante anche la presentazione del premio, in quanto è arrivata una dozzina di scritti da varie provenienze del nord Italia, maschi e femmine attenti ai con- tenuti ma anche alla scrittura. Oltre ai membri della giuria, sono inter- venuti Rita Crivellari Spiazzi, Gino Pivatelli ed Enrico Nascimbeni, tutti legati al “paese” e “cacciatori di vecchi ricordi”. La giornata si è aperta con la messa celebrata nella chiesa parrocchiale e, dopo la cerimonia letteraria, è proseguita negli stand gastronomici, presso l’area sportiva. Grazie a tutti i protagonisti della manifestazione, sanguinettani, ex com- paesani, amici e simpatizzanti. Molti hanno chiesto di rivederci il prossi- mo anno: è l’augurio migliore che potevamo farci… La redazione “Ti chiami Lupo Gentile” di Luisa Mattia; “Sono tossica di te” di Beatri- ce Masini; “Ritorno a casa saracena” di Adriana Merenda: è la terzina finalista del 59° Premio Castello. Tra questi la giuria sceglierà il vinci- tore: è composta da 5 ragazzi di cinque istituti scolastici della Bassa, e dai commissari Gian Paolo Marchi, Fiorenza Coppari, Giulio Galetto, Piero Zanotto e il sindaco locale Alessandro Braga. La manifestazione letteraria è domenica pomeriggio 18 ottobre. Siete tutti invitati. La terzina del 59° Premio Castello

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NOTIZIARIO DELLA PRO LOCO “LE CONTRÀ” - SANGUINETTO - ccp. n° 18535377Dir. resp. Prof. Stefano Vicentini, Dir. Dino Troiani, Redazione: interno Castello, Aut. Tribunale VR n° 1125/3569, 29/07/94 - Spedizione in A.P. 70% - D.C.VR

ANNO XV N. 5 Ottobre 2009

Conosciamo il nuovo PresidentePro Loco Dino Troiani

Giornata memorabile con gli amici Emigrà

Avviso ai Presidenti delle Associazioni operanti in Sanguinetto.Si prega cortesemente di consegnare le date delle varie manifestazioni o degli appuntamenti del vostro Gruppo da inserire nel calendario 2010 lunedì 26 ottobre 2009 - sede Pro Loco ore 21. Si ringrazia per la collabo-razione e la puntualità delle consegne. Direttivo Pro Loco

1) Presidente, il calendario delle manife-stazioni annuali della Pro Loco è tradi-zionalmente ricco: rimarrà tale e quale o c’è qualche novità in cantiere? Tutto il gruppo è ben motivato, quindi ritengo che le iniziative non mancheranno di certo, e a tale proposito posso accennare a qual-che nuova iniziativa già emersa sia in sede di riunione sia durante le manifestazioni: “SERATE GASTRONOMICHE A TEMA SU SAPORI DI UN TEMPO, ORA PERDUTI”, un incontro al mese per i dodici mesi aper-ta a tutti; “UN FESTIVAL DEI GIOVANI” os-sia serate musicali dove gruppi di giovani si esibiscano cantando o suonando qualsiasi tipo di musica, alla presenza di una giuria; “SE-RATE CON GIOCHI D’ACQUA” sempre per giovani. Tutto questo, oltre a quanto già esistente nel calendario. Certo che per fare tali

manifestazioni non bastano i buoni propositi ma servono gli euro!!! Vista la Nostra situazione finanziaria (a tutti nota) questo è possibile solo se le persone credono nel lavoro da Noi svolto per il paese, presenziando alle molteplici iniziative (anche solo con la loro gradita presenza), e da parte nostra avranno il massimo della disponibilità e qualità dei nostri prodotti.2) Qual è il miglior complimento sentito finora riguardo la Pro Loco? E quale la critica che più invita alla riflessione? Siamo subentrati da po-co e quindi grandi cose non abbiamo fatto per meritarci complimenti, per le critiche non me ne sono pervenute. Per ora abbiamo solo fatto girare l’ingranaggio di una macchina già in moto. Ingranaggio di una macchina precaria, vista la situazione; ma con molta caparbietà e determinazione, da parte di tutti quelli che si sono adoperati nel dare il proprio contribui-to per la buona riuscita di quest’ultima manifestazione “ANTICA SAGRA DEI ROFIOI”, ne siamo usciti vincitori. Un grazie particolare alle colon-ne portanti della Pro Loco, le instancabili signore che creano i ROFIOI, che più di qualche volta, grazie alla straordinaria bontà, hanno salvato la sagra. Per chi vuole fare critiche costruttive sono sempre a disposizio-ne, anche perché ho molto da imparare e quindi sono aperto a qualsiasi consiglio e\o critica. 3) C’è un gruppo nutrito di collaboratori, molto efficiente e presente. E i giovani, sono sensibili all’associazione? Si sta pensando anche al ricambio generazionale? Tutti i collaboratori sono eccezionali, instancabili, propositivi oltre che molto efficienti, non dicono mai “NO!”. Ho avuto l’impressione che i giovani conoscano poco la realtà dell’associazione ed il suo fine, per questo Noi puntiamo a fare delle manifestazioni dove coinvolgerli in prima persona, chiedendo la loro collaborazione. Così facendo, cerchiamo di far capire che cosa è la PRO LOCO, dando così continuità all’Associazione.

La scommessa della “1^ edizione del Premio Emigrà” è stata vinta. Nell’elegante rinnovato Teatro Zinetti, con un pubblico interessato e partecipe, si sono radunati tanti ex sanguinettani, che dalle più varie provenienze hanno riportato nella loro terra natia ricordi, nostalgie, emozioni che il passare degli anni non cancella, ma vivifica. Sul palco la giuria, composta da amministratori comunali, Pro Loco ed esponenti della cultura, ha cercato di rompere gli indugi per stabilire un feeling con la platea. Così Piero Pistori, coordinatore ricco di entusiasmo e di giovanile euforia, ha presentato tutti scendendo persino tra la gente. Chiaro che i tempi, di fronte alla necessità di far dire a ciascuno una parola di saluto e di commento, si siano allungati, aumentando sensi-bilmente l’appetito. Ma il “dulcis in fundo” doveva essere naturalmente la proclamazione dei vincitori e la lettura dei loro scritti. E’ valsa la pena di pazientare un po’: hanno vinto Maria Lara Dionisi Comunian di Mantova con “Tempo di guerra” (sez. italiano) e Gilberto Gagliardi di Milano con “El mas-cio del capo” (sez. dialetto). La lettura dei due brani ha suscitato commozione nel primo caso, ricordando la guerra nel ‘45,

e simpatia nell’altro, con un insolito “protagonista”. Interessante anche la presentazione del premio, in quanto è arrivata una dozzina di scritti da varie provenienze del nord Italia, maschi e femmine attenti ai con-tenuti ma anche alla scrittura. Oltre ai membri della giuria, sono inter-venuti Rita Crivellari Spiazzi, Gino Pivatelli ed Enrico Nascimbeni, tutti legati al “paese” e “cacciatori di vecchi ricordi”. La giornata si è aperta con la messa celebrata nella chiesa parrocchiale e, dopo la cerimonia letteraria, è proseguita negli stand gastronomici, presso l’area sportiva. Grazie a tutti i protagonisti della manifestazione, sanguinettani, ex com-paesani, amici e simpatizzanti. Molti hanno chiesto di rivederci il prossi-mo anno: è l’augurio migliore che potevamo farci… La redazione

“Ti chiami Lupo Gentile” di Luisa Mattia; “Sono tossica di te” di Beatri-ce Masini; “Ritorno a casa saracena” di Adriana Merenda: è la terzina finalista del 59° Premio Castello. Tra questi la giuria sceglierà il vinci-tore: è composta da 5 ragazzi di cinque istituti scolastici della Bassa, e dai commissari Gian Paolo Marchi, Fiorenza Coppari, Giulio Galetto, Piero Zanotto e il sindaco locale Alessandro Braga. La manifestazione letteraria è domenica pomeriggio 18 ottobre. Siete tutti invitati.

La terzina del 59° Premio Castello

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2 Vita del Paese

COMUNE DI SANGUINETTO - ASSESSORATO ALLA CULTURAAnno Accademico 2009-2010 Costo d’iscrizione: 20 Euro

Sabato 17 ottobre ore 20.45: Presentazione Anno accademico 2009/10 con intrattenimento musicale. Giorno degli incontri: Mercoledì.21 ottobre ore 15: Immagini e parole nella civiltà contadina - Prof. Dante Clementi. 28 ottobre ore 15: Dante e la matematica - Prof. Sandro Pistori. 4 novembre ore 15: La via della nevrosi e la parola come soluzione - Prof. Idalgo Carrara. 11 novembre orario da defi-nire: Visita città di Lodi. 18 novembre ore 15: Incontro con l’autore titolo dell’opera scatto mortale - Prof. Maria Pia De Carli. 25 novem-bre ore 15: Itinerario nella terraferma veneta di Marin Sanudo - Prof. Roberto Bruni. 2 dicembre ore 15: Riconoscere le sette - Prof. Me-neghello e Prof.ssa Priuli. 9 dicembre orario da definire: Visita al santuario di Saronno e alla pinacoteca di Brera. 16 dicembre ore 15: Rapporto tra medico e paziente - Prof.ssa Rosa Noci. 23 dicembre ore 15: Aspettando Natale - Mons. Bruno Fasani. Per informazioni: Comune di Sanguinetto - Ufficio Cultura Tel. 0442.81036. Coordina-tore e Rettore: Assessore alla Cultura Marzia Altobel e Rag. Gianni Fioravanti Tel. 0442.81007 - 338.4616410.

Università del Tempo Libero

AVVISO: Variazione giorno e orario di ricevimento dell’Assessore all’Istruzione e alla Cultura Altobel Marzia - sabato mattina dalle 9.00 alle 12.00 e su appuntamento chiamando al 349.7588039.

Il Premio Castello, mio padre Giulio e... tanti altri ricordi Arriva puntuale anche quest’anno, come le prime nebbie della Bas-sa, come un treno che arriva in orario, come tutti gli appuntamenti più importanti, il Premio Castello di Sanguinetto “Giulio Nascimbeni”, il concorso di narrativa per ragazzi più importante in Italia. Un pre-mio che per il nostro paese è un motivo di orgoglio, di vanto che va valorizzato al massimo. Quest’anno sarà ancora più coinvolgente del passato, entrando nel vivo della lettura con la più ampia partecipazione. Si offriranno a tutti i partecipanti momenti di danza come espressione di quella fantasia che si mani-festa ogni volta che ci predisponiamo a leggere un buon libro e l’eleganza della voce teatrale per una narrazione entusiasmante e travolgente. Sono queste alcune novità riferitemi dall´assessore Mar-zia Altobel. Intitolato a mio padre, Giulio Nascim-beni. Ed è di lui che parlerò. Sfoglierò con voi un piccolo libro di ricordi dell´uomo che più ho amato e stimato nella vita, assieme a mia madre, Carla. Ricordi privati che si possono raccontare, che solo io conosco, e custodisco gelosamente nel casset-to del mio cuore. Giulio, lo chiamerò per nome, viveva la sua vita per i libri, anche quelli per ra-gazzi. Per lui questo Premio è sempre stato una cosa molto importante. Quando doveva scrivere una recensione su un libro per i ra-gazzi era felice. Ricordo il tic e tac della sua macchina da scrivere a Milano, lo sentivo dalla camera da letto, lui, non scriveva nel suo studio, ma in cucina, con un bicchiere di vino sul tavolo dove “el pociava” dei biscottini secchi. Quel tic tac della sua Olivetti è ancora come una musica che suona, tutti i giorni della mia vita, nella mia mente e nel mio cuore. Per Giulio, Sanguinetto voleva dire patria, radici, amici, casa. Non amava Milano. In casa nostra si parlava rigorosamente il dialetto, e così tutti ci sentivamo un po’ più vicini al nostro paese. Poi si partiva per Sanguinetto. E per lui, per me e Carla era un giorno di festa. Lei preparava dei panini prima di partire. Perchè? Perchè Giulio non si

fermava agli autogrill. Gli sembrava una perdita di tempo e così, mia mamma, gli porgeva i bocconi e lui mangiava guidando lungo la A4. E si arrivava. Coi miei nonni Bepi e Gemma che ci aspettavano in piedi in giardino. Sono piccoli momenti, lo so, ma penso che, i piccoli momenti, siano le cose più dolci della nostra vita. Cosa faceva Giulio

appena arrivato? Baciava i suoi genitori, metteva la valigia in camera da letto e si precipitava al telefo-no a chiamare il suo amico del cuore, Carlo Rossi. Poche parole: “Son rivà se vedemo tra diese minu-di in uficio”. L´“ufficio” era il bar di Cincian, dove ad aspettarli c´era un altro suo grande amico, Nandino. Ricordo che regolamente mia madre si arrabbiava: “Ma Giulio, fermati almeno dieci minuti a casa”. Ma mentre lei gli diceva questa frase lui era già uscito. E davanti a un Negroni finalmente poteva parlare coi suoi amici. In verità parlava con tutti. Salutava tut-ti. Sorrideva a tutti. Attenzione, non parlava del suo mestiere o di letteratura, ma di calcio e del paese. Non amava fare sfoggio della sua cultura. Quello lo faceva quando lavorava. Era la sua filosofia di vita e mi diceva sempre: “Diffida da chi parla solo di se stesso, ama solo se stesso e il suo lavoro o la sua

carica istituzionale, perchè quelli così sono dei gran “mona” e non valgono nulla”. Ho fatto teso-ro di questo suo insegnamento. Così viveva le

sue giornate a Sanguinetto Giulio, detto “il signo-re della Terza Pagina del Corriere della Sera”. Lui,

che a casa nostra a Milano portava a cena Montale, Pasolini, Moravia. Lui che dava del tu alla lingua italia-

na con una facilità per me irraggiungibile. Qua in paese amava sentirsi uno del paese, e basta. Ed è lui che mi ha anche insegnato ad amare Sanguinetto. E lo ringrazio. Ho avuto un padre irrangiungibile. E sono fiero di questo. Un momento prima di morire, Giulio, con la mano, mi fece un gesto. Voleva una boccata di siga-retta. Gliela diedi, fece una tirata e poi chiuse gli occhi per sempre, stringendomi la mano. E tutti i suoi libri, usando l´immaginazione e il sogno, si misero a piangere. Enrico Nascimbeni

ERRATA CORRIGE: nello scorso articolo di presentazione della Pro Loco è stato dimenticato il nome di un candidato membro, Antonio Nella. Ci scusiamo con l’interessato. La Redazione

Terminate le attività estive con un meraviglioso soggiorno al mare...Senigallia è sempre bella e accogliente; ottimo il trattamento in Hotel e bellissimo anche il tempo. Contiamo di tornarci anche a Settembre dell’anno prossimo. Sono ripresi i corsi di Ginnastica dolce che si tengono sempre il Lunedi e il Giovedi dalle ore 17.30 alle 18.30 fino alla fine di Aprile. Prossimi appuntamenti: 25 Ottobre - Festa del Pensionato. 11 Novembre - Castagnata alla Casa di Soggiorno per Anziani alle ore 15.30. 5 Dicembre - apertura mercatino di Natale alla Casa di Soggiorno per Anziani. 21 Dicembre Festa degli Auguri alla Casa di Soggiorno per Anziani alle ore 15.30. Stiamo program-mando anche l’itinerario per Capodanno...e a giorni riceveremo il programma per la crociera...Le mille e una notte, nove giorni a Du-bai, Oman, Emirati Arabi e Bahein. Un viaggio straordinario che ci farà conoscere un mondo unico dove convivono in armonia le realtà più contrastanti.Per informazioni telefonare al 0442 81647La responsabile del gruppo Maria Cavallini

Gruppo Pensionati L’Ancora

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Tecnolog ia per il benessere climatico

Idrocomfort System s.r.l. Via Labriola, 4 - 37054 Nogara (VR)tel. 0442 510511 fax 0442 538455 www.idrocs.it [email protected]

Riscaldamento Energie alternativeClimatizzazione Geotermia

Cultura

Come tutte le attività umane, anche la nostra associazione ha bisogno di norme che guidino e

favoriscano il raggiungimento dello scopo che ci si prefigge e che nel no-stro caso è quello della donazione di sangue. Una delle regole del nostro statuto prevede che dopo due anni di inattività donazionale il donatore venga depennato dall’elenco dei soci: sono paroloni per dire che dopo due anni che un donatore non effettua una donazione di sangue viene cancellato. Questo non significa che si cancellano e si dimenticano le do-nazioni effettuate e non viene meno la gratitudine e la riconoscenza per la generosità dimostrata: semplicemente si cerca di mantenere realistico e aggiornato l’elenco dei soci attivi, che cioè donano regolarmente, per scopi pratici e fini statistici. Poiché è imminente la revisione biennale dell’elenco dei soci, il Direttivo invita i donatori che non donano da due anni o stanno per superare questo termine, ad effettuare una donazione al più presto, per evitare la cancellazione: se ci fossero motivi di salute o impedimenti vari gli interessati, per evitare la cancellazione, avvertano con premura il consigliere Alessandro Maestrello o il Presidente stesso, Giulio Passilon-go. Precisando che anche chi è stato cancellato può riprendere a donare in qualsiasi momento ed essere automaticamente reiscritto alla sezione, Il Direttivo sollecita tutti i soci ad una assidua e regolare donazione, se-gno concreto di altruismo e generosità ed invita tutti coloro che godono di buona salute, in particolare i giovani, a farsi donatori per condividere così il loro benessere fisico con chi è malato e soffre gravemente. Donare san-gue, infatti, stimola in modo benefico l’organismo del donatore, costituisce un controllo dei parametri fondamentali della sua salute e rappresenta un nobile gesto di civismo e di solidarietà. Il Direttivo Avis Sanguinetto

Ai donatori Avis e a tutti i giovaniConcerto di Enrico Nascimbeni

CORDOGLIO. A nome dell´Amministrazione Comunale e del Paese, esprimo il più profondo cordoglio per la scomparsa di due

nostri concittadini. Partecipo al lutto che ha colpito le famiglie e gli amici. La competenza professionale, la passione civile che hanno contraddistinto l´uno e l´altro ci hanno reso tristi, in questi giorni di lutto. Li abbiamo accompagnati nel viaggio verso il Padre, ricordando tutti i momenti che abbiamo vissuto insieme. Hanno regalato nella loro vita momenti felici e saggi. Tutti nei nostri cassetti o album ab-biamo ricordi scattati da Flavio, che mai dimenticheremo nel sorriso che stava dietro a quel grosso obiettivo. Grazie Corrado Guerrer,

grazie Flavio Ragaiolo. Marzia Altobel

Venerdì 30 ottobre il cantautore En-rico Nascimbeni sarà in concerto nel Teatro del Castello, alla ore 21. Nascimbeni ha scelto il suo paese come prima data del tour che por-terà in giro per l´Italia e all´estero, per presentare il suo nuovo album, l´ottavo della sua carriera. Ma chi è Enrico Nascimbeni? Molti compae-sani lo vedono qualche volta al bar, che si beve il suo caffè, con l´aria “un po’ così”, come canterebbe Pa-olo Conte. Capelli lunghi, orecchini, tatuaggi, jeans e maglietta. Insom-ma un cinquantaduenne un po’ fuori dalle righe. Parla con tutti, saluta tutti e ha un sorriso per tutti. Ma non parla di musica, mai. Gli argomenti sono quelli rigorosamente da bar: calcio, donne e politica, e naturalmen-te quello che succede in paese. Chi è nato e chi morto, chi si è sposato e chi la domenica è andato a pescare, o a fare un giro in bicicletta. In-somma Enrico è, e si considera un cittadino di Sanguinetto, paese che come il padre Giulio, ama da sempre. La sua vita? A due anni era già un migrante. Eh sì, viveva e ha vissuto fino a pochi anni fa a Milano. “Una città fredda - come la descrive lui - dove non sai nemmeno che faccia abbia il tuo vicino di casa”. A quindici anni nel liceo classico che frequen-ta, ha come professore un certo Roberto Vecchioni. E da lì che parte la sua passione per la musica e l´amicizia fraterna e la collaborazione, (che dura ancora oggi), con uno dei più grandi cantautori italiani. A 17 anni pubblica il suo primo album, “Maracaibo”, al quale seguono “Verso il mare” e “Hotel Costarica”. Nel frattempo si laurea all´Università Statale di Milano in Lettere Moderne. I suoi lavori vanno bene: nei suoi dischi suonano la Premiata Forneria Marconi, duetta con Vecchioni, Gianna Nannini, Antonello Venditti. Ma Enrico, che cominciava ad avere suc-cesso, molla tutto per il giornalismo. Vuole seguire le orme paterne, con la consapevolezza che mai raggiungerà i livelli giornalistici del padre, che però gli ha trasmesso l´amore per la notizia e per i libri. Inizia la sua carriera al “Giorno”, dove si occupa di cronaca nera, poi si sposta a “L´Arena” di Verona. Ritorna a Milano e lavora per “L´Indipendente”, per il quale segue l´inchiesta sulle tangenti a Milano, “Mani pulite”. Scri-ve un libro su questa inchiesta, con l´attuale direttore di TG5, Andrea Pamparana, “Le mani pulite”, (edito Mondadori) e un romanzo, “Il tropico del ricordo”, (edito Bompiani). Dalla carta stampata passa a giornalismo televisivo e approda a Mediaset, a “Studio Aperto”, il Tg di Italia1. Viene promosso Inviato Speciale, una qualifica nelle gerarchie del giornalismo corrisponde a quella di Direttore. È inviato di guerra, per più volte fa i suoi servizi televisivi sotto le bombe, a Sarajevo, nelle ex jugoslavie. Poi, l´altra svolta nella sua vita. Molla tutto e torna a cantare e scrivere canzoni per altri artisti, da Vecchioni a Baccini, da Patty Pravo a Mietta, da Paola Turci a Syria, Marco Carta, Mango, Tom Waits, Leonard Cohen, Suzanne Vega, Miguel Bosé e tanti altri. Pubblica altri tre album, l´ultimo, “Uomini sbagliati”, con 76.000 copie vendute conquista il disco d´oro e quello di platino, e per otto mesi è in testa alle classifiche di vendita in Italia. Nel frattempo scrive il suo primo libro di poesie, anzi di non-poesie, come le chiama lui “Non -poesie - L´amore ai tempi di Myspace”, (edito Paradisi di Carta), che attualmente è tra i primi cinque libri di poesia più venduti in Italia. Ma Enrico non è uno di quelli che “se la tira” come mi pa-re dicono a Milano. Lo trovate sempre al bar a parlare di calcio e donne, e di suo padre Giulio, il punto di riferimento della sua vita, il suo esempio costante, ora diventato un ricordo. Ma mai della sua musica, dei sei suoi libri, dei suoi successi. “Ogni matto ha il suo paese..” ironizzava Fabrizio De André parlando di se stesso. Io affermo: “avercene nel nostro paese di “matti” come Enrico Nascimbeni”. Marzia Altobel

Quando suonava la sirena (13^ puntata)Nella foto sono presenti i primi due direttori dello stabilimento di Sanguinetto dell’allora Monda Knorr. Il dott. W. Scarani, primo direttore, quando la fabbri-ca era ancora in fase di ultimazione; l’inaugurazione ufficiale avvenne nel giu-gno del 1966, ma la produzione era già attiva da un paio di anni. Il secondo direttore è il dott. V. Corsini, che ha diretto per molti anni. La figura di questi due dirigenti fu di primaria importanza per tutte le decisioni che vennero pre-se per il buon andamento dello stabilimento. La foto è relativa ad un momento di festa, una premiazione, con i dirigenti e le maestranze. Gieffe

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4 “Premio Emigrà”: i racconti vincitoriTEMPO DI GUERRA. Nel 1944 a Sanguinetto il Comando tedesco ave-va requisito la nostra falegnameria, per esigenze belliche legate all’atti-vità del Cantiere Militare; a mio padre rimase la gestione dell’ammasso del carbone e della legna da consegnare alle famiglie che usufruivano delle tessere annonarie. Proprio in quel periodo successe un fat-to che coinvolse anche me. Una notte fui svegliata da uno strano ticchettio sui vetri della finestra che dava sul cortile; incuriosi-ta, mi alzai e vidi un uomo che gettava in alto dei sassolini e gesticolava in modo affannoso. Andai a chiamare mio padre il quale si affacciò alla finestra e sussurrò: “Mio Dio, vengo subito!”, poi rivolto a me: “Torna a letto e restaci!”. Natu-ralmente non obbedii e mi acquattai sul pianerottolo per vedere che cosa stesse succedendo. L’uomo entrò, abbracciò mio padre e piangendo dis-se: “Per carità aiutami, sono scappato ma non posso andare a casa mia perché probabilmente i tedeschi saranno là a controllare”. Non vidi altro. La mattina seguente mio padre con tono molto serio mi disse: ”Io mi fido di te e mi devi promettere di non rivelare a nessuno quello che hai visto questa notte. Se i tedeschi lo venissero a sapere, potrebbero arrestarci tutti o uccidere me ed il nonno”. Io, un po’ spaventata ma orgogliosa dell’ incarico che mi era stato affidato, mantenni il segreto per lungo tempo. In seguito gli eventi precipitarono: il Comando di Verona aveva ordina-to alle truppe stanziate nella nostra zona di resistere ad oltranza alla avanzata nemica. In alcuni punti della strada provinciale che attraversa l’intero paese furono edificate grosse barriere anticarro e fu imposto a tutti gli abitanti di trasferirsi all’interno del castello insieme alle truppe tedesche che avevano lo scopo di difenderlo. In quei giorni gli Americani avevano raggiunto le rive del Po ad Ostiglia. I colpi di cannone avevano già centrato alcune case ed un’ala del castello: la nostra fortezza stava diventando una trappola mortale, perciò una delegazione di capifamiglia andò a trattare con gli ufficiali tedeschi, i quali fecero issare la bandiera bianca: per noi la guerra era finita. Dopo l’arrivo degli Americani, venne a casa nostra, questa volta di giorno, l’uomo che di notte aveva bussato alla mia finestra, mi prese in braccio ringraziando me e mio padre; final-mente seppi il seguito della vicenda. Egli durante l’occupazione tedesca era stato arrestato e stava per essere deportato in Germania. Il treno sul quale era stato costretto a salire fece una sosta alla stazione di Nogara e in quei pochi minuti egli era riuscito a scendere e a nascondersi alla vista delle guardie. Durante la notte si era messo a correre attraverso i campi e, dopo aver scavalcato la recinzione del nostro orto, era entrato nel cortile con la speranza di trovare un rifugio sicuro. Purtroppo la nostra casa, frequentata ogni giorno dai tedeschi, sarebbe stato il nascondiglio meno adatto per un ricercato politico; allora mio padre, assiduo lettore di romanzi di avventura, aveva messo in atto un piano rischioso. Da-to che i parenti di quell’uomo gestivano un forno per il pane ed erano nostri clienti, il ricevere una normale consegna a domicilio di carbone o di legna non avrebbe dovuto destare alcun sospetto. Alle prime luci dell’alba, mio padre era andato ad avvertire il fornaio poi, tornato a casa, aveva fatto salire il suo amico sul carretto a mano e completato il carico con alcuni sacchi di carbone, sistemati in modo da occultare completa-mente l’insolito passeggero. Prima di partire, mio padre aveva atteso l’arrivo dei falegnami per non modificare il suo abituale comportamento, si era poi avviato spingendo il carretto lungo la massicciata del paese, per consegnare “ la merce” ordinata. ”Vi assicuro - disse mio padre - che il mettere in pratica quanto si è letto su un libro non è così semplice: non avevo previsto che, mentre percorrevo quel tratto di strada, avrei dovuto soffrire tanto, non solo per lo sforzo fisico ma soprattutto per la paura che il mio piano fallisse”. “Anche per me è stata una esperienza tremenda - continuò il nostro ospite. La polvere di carbone mi seccava la gola, ma non potevo né tossire né fare alcun movimento. Ho vissuto poi la mia lunga clausura nascosto in una nicchia che mio fratello aveva scavato nel deposito della pula di riso. Dovevo stare in silenzio benché respirassi a fatica per il pulviscolo che mi intasava i polmoni. Nel buio del mio rifu-gio il tempo non passava mai e spesso venivo assalito dal timore di non resistere e dalla nostalgia della mia famiglia. Uscivo dalla tana solo di

notte ma non ho mai voluto che mia moglie venisse a trovarmi, per non mettere in pericolo la sua vita e quella delle nostre bambine. Ho passato momenti tragici quando tutta la famiglia fu costretta a trasferirsi nel ca-stello: io rimasi là nel rifugio, solo, ignaro di quanto stava succedendo.

Quando tutto finì, mi sentii ri-nascere: la grande paura era passata!”. Nella storia ufficiale del paese questa vicenda non comparirà mai, tuttavia io so-no orgogliosa che mio padre non solo abbia salvato la vita al suo amico Libero Camiletti, ma che abbia riposto in me

una grande fiducia, malgrado io fossi una bambina di nove anni e avrei potuto essere il punto debole nella attuazione del suo piano.

Maria Lara Dionisi Comunian

EL MAS-CIO DEL CAPO (1945). El capo l’èra nostro papà, ciamà da tuti “capo” parché l’èra capostassion, ‘na gran brava persona, ma sopratuto un gran papà; e difati quando disemo mas-cio se intendemo la bestia, che, al scominsio de la storia (che pó l’é la storia de la so vita) l’èra un mas-cìn morbido e rosa che l’èra un amor. ‘Sto mas-céto l’avea fato tra-sloco in Castel con la nostra faméja nei ultimi mesi de guèra, parché in stassion i bombardamenti i èra ormai a l’ordine del giorno. Le galine e i conei aveeno dovù “sacrificarli” parché la nova abitassion da sfolà l’èra al terso piano de le scole elementari nel Castel, un camaron pien de leti: i nostri quatro, i du de le sìe de Bologna, più qualche altro parente vegnù via da le cità dove la vita l’èra quasi impossibile. In stassion par qualche tempo gh’èra stà anca i nostri cusini de Milan, dei butei bei e simpatici, che ancora ghé in paese ci se ié ricorda. I èra rientrà in cità , ci par far el soldà, ci par studiar, trane uno, el Giorgio, milite a Isola dela Scala, che a gnanca disnov’ani el s’ha fermà par sempre nel “nostro” cimitero. ‘Na maledéta demenica, a do mesi dala fine de la guéra, ‘na Mama lo ga ciamà desperà per via de ‘na bomba cascà nela corte piena de buteleti. Generoso e spavaldo, anca se no l’era el so compito, l’ha zercà de tirar su el “bengala” (i ghe ciamava così quele picole e curiose mine semenà coi aerei de note) ma el ghe sciopà in man devastandolo sul colpo. Par el nostro mas-céto ghè saltà fora un postesìn che’l parea fato aposta, con quatro asse in fondo al balcon che’l corea longo tuta la camara. El dasea (el ghé ancora) sul lato esterno del castel, quel che guarda la piassa, alto sora la fossa dove, in qualche maniera, el de più el rivava zó a ingrassar le piante de Zuppini. Ghe tegnea drìo me sìa Luciana, ‘na bèla bionda pearìna, che la lo ciamava “ninno”, la ghe parlava e la ghe gratava la pansa, come a una creatura, che apena el la vedea el se roersava gambe a l’aria a ciapar le cocole. El magnar no’l ghé mancava, parchè, anca se la fame l’èra tanta e i nostri disnari scarsi assè, de svanzaure par lù ghe n’éra sempre (altroché i problemi del rifiuto “umido”, no se butava via gnente), con la zonta de crusca e de un poco de formenton, tanto che s’avea messo a frequentar la picola porzilara ‘na colonia de ratoni, ‘na vintina de pantegane che, sul far de la sera, le sfilava in bela vista su la ringhiera de fero del balcon pa’ndar a sbecolar qualcosa in compagnia del “ninno”. De come émo fato fora i non graditi ospiti, che l’é n’altra bèla storia, ve ne parlaremo st’altra olta. El tempo el passava, tra zughi in piassa e corse in rifugio, el soteraneo che ghé soto le scole, dove adesso ghé ‘l Coro, e che alora l’èra scuro, fredo e umido, dove i più picoli i pianzea quando i rintronava i colpi del canon che sparava da Ostiglia. El nostro campion el vegnea su ben, tanto che in autuno (anca par via che se dovéa rientrar a la stassion, bombardà ma rimessa a posto), quando l’è sta el momento de ‘ndar via, n’ha ciapà un colpo a tuti quanti parché, deventà quasi un quintal, no’l passava più da nessuna parte. A un murador, amico del papà, ghé vegnù l’idea de calarlo da la ringhiera zó ne la fossa con dele corde e ‘na carucola. L’è sta ‘na giornada storica, parché s’avea sparso la notissia e tanta gente la s’avea radunà in piassa davanti al mureto, par assistar a lo spetacolo. E tra i zighi del mas-cio tacà via par aria tuto ligà, la disperassion de me sìa e i batimane dei spetatori, finalmente el “ninno” l’ha tocà tera incolume. Ma par poco, parché el so destin, che po’ l’èra el nostro sostentamento, ormai l’èra segnà. Gilberto Gagliardi

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5Cultura

Maschilismo e femminilità nella società contadina Nella società contadina nascere maschio è senz’altro un privilegio perché il maschio gode di prestigio per il vigore fisico e per le capacità mentali mentre la dòna, la femmina, è considerata inferiore, sia per forza che per intelligenza. Quando nasce una bambina i più estremisti, vale a dire i più tradizionalisti, la considerano una disgrazia e sono quasi tentati di sopprimerla, tanto le dòne no i é bòne da gnente e no le capise gnente parché le gh’à el zervèl de ‘na galina, col pretesto che le donne hanno un fisico debole e facoltà mentali ridotte (non me ne vogliano le gentili lettrici, se riporto i pregiudizi molto radicati e diffusi del tempo). Il vecchio parroco don Antonio, ad esempio, mentre una domenica durante i vespri raccoglieva l’elemosina, sentendo che una donna storpiando la litania Regina patriarcharum cantava Regina dei prèti al caro, con prontezza di spirito e con una certa acrimonia, tra l’offeso ed il divertito, completando la metafora, la apostrofò con la’ invettiva: “e ti vaca tacà al timonzèl!” L’espressione, riportata più volte con ironia e garbo da don Cornelio, eccessiva, priva di intenti offensivi ma poco consona al luogo sacro, allora comprensibile da tutti senza bisogno di precisazioni, la dice lunga sulla mentalità del tempo e sul ruolo della donna nella società: considerata come essere inferiore, di supporto al maschio, la femmina è paragonabile ad una mucca aggiogata col timone mobile (timonzèl) al traino davanti ai buoi, in maniera aggiuntiva, provvisoria e saltuaria. In famiglia il capo indiscusso è il marito: l’é lu che gh’à le braghe, è lui che porta i pantaloni, cioè quello che comanda, che compie le scelte, dalle più importanti alle meno significative, che fa gli affari, anche i più piccoli. La moglie è sottomessa al marito, lo teme e lo rispetta, ne esegue la volontà e chiede preventivamente il suo parere e la sua approvazione per realizzare proprie iniziative o piccoli desideri. Formalmente i coniugi si rispettano molto, si danno addirittura del “voi”, nonostante il rapporto affettivo e confidenziale che intercorre tra loro. Tuttavia el barba, soprannome che il capo porta anche se la barba non ce l’ha, spesso chiede consiglio alla moglie e più sovente si rimette alla volontà della stessa, tanto che è divenuta proverbiale l’espressione “fè vu, Pasqua !” che si può tradurre con “fa’ come credi, moglie mia!” il che salva la forma, perché il maschio autorizza

la femmina, ma in realtà lascia carta bianca alla donna stessa, la vera, anche se informale, detentrice del potere. Disgraziata, però, è la famiglia nella quale le braghe la ghe i’ à ela, ed il marito deve sempre chiedere il parere ed il permesso alla moglie, perché contravviene al principio dell’autorità maschile e tradisce l’ideale di donna, così definito dal proverbio: che la piasa, che la tasa, che la staga in casa. Nelle famiglie numerose, anche per ragioni di spazio, vige indiscussa la segregazione: ai pasti il capofamiglia siede a capotavola contornato dagli adulti maschi, è servito rigorosamente per primo, quando parla i figli lo ascoltano in silenzio: i suoi consigli e i suoi pareri sono ordini. Le donne, invece, consumano i pasti in

una stanza secondaria assieme ai bambini e non osano intromettersi nei discorsi dei òmeni, dei maschi e, tantomeno, ingerirsi in afàri da òmeni, nelle questioni importanti. Soprattutto in campagna i ruoli sono diversi e corrispondono alla natura ed alla tradizione: la cura della casa, dei bambini , della famiglia e del cortile sono esclusivo appannaggio femminile, la campagna e la stalla sono di competenza maschile. Gli uomini fanno i lavori più pesanti, quelli che richiedono muscoli e forza, le donne quelli che comportano minor fatica ma necessitano di prontezza di riflessi. Anche le operaie a giornata rispettano la

tradizionale divisione dei ruoli ma ricevono una retribuzione inferiore a quella dei maschi: la paga da dòna è una prassi consolidata che tutti accettano con naturalezza e nessuno si sogna di mettere in discussione. In società la discriminazione non è da meno: a scuola, quella elementare ovviamente, le classi sono rigorosamente divise per sesso; in chiesa le donne ed i bambini si dispongono sui banchi mentre gli uomini pagano la sedia ed occupano lo spazio libero fra i banchi e l’altare maggiore; nelle processioni e nei cortei funebri le donne formano la parte anteriore, gli uomini quella posteriore. Nella vita personale il maschio gode di una certa libertà e quei pochi che hanno soldi ed amano la vita e le avventure, quei che ciòca la scùria e che core la cavalìna, sono guardati con ammirazione ed una punta di invidia. La donna, invece, deve mantenere un comportamento corretto, di basso profilo, mai provocatorio: sia in privato che in pubblico deve mostrare un atteggiamento riservato e vestire in modo estremamente decoroso per conservare integra quella reputazione che in una società ristretta e conservatrice è molto facile compromettere o perdere irrimediabilmente.

a cura diGiuseppe VaccariÒmeni e dòne

Caro Direttore del giornale “El Peagno”, in qualità di uno dei migrà che più “el se fa veda e sentir”, con orgoglio nel nostalgico GIORNO DEL RITORNO credo d’interpretare il pensiero generale se rivolgo i più cordiali ringra-ziamenti a tutti coloro che ci hanno accolto nell’annuale festosa rimpatriata. A cominciare dagli amici concittadini presenti numerosi alla S. Messa, insieme a noi, col buon pastore Don Ulisse, nella luce del Vangelo, l’unico modo per fare comunità, ricomporre l’aggregazione disinteressata di un tempo, nella fede dei padri, delle mamme. An-cora grazie all’Amministrazione Comunale e all’Associazione Pro Loco Le Contrà, che con la loro estroversa accoglienza ed interventi premurosi, mostrano nei nostri riguardi di “figlioli prodighi” (che tornano), amorevolezza e sensibilità. Lo avevamo già sottolineato a parole, ma ci pare che ora qui, per iscritto, il ringraziamento ri-manga per sempre, secondo il detto latino: verba volant, scripta manent. Il giorno

13 settembre, con un bel sole più che estivo che illuminava el Castel e le nostre menti, eravamo più di cento a fare ritorno, ad occupare il nuovissimo teatro Zinetti, dove ci fu l’attesa premiazione dei migliori “Racconti della memoria”, novità assoluta di quest’anno. I relatori, in ordine alfabetico Altobel Marzia, Ambrosi Dante, Galetto Giulio, Guerra Silvano, Perini Sandro, Vaccari Daniela, Vaccari Giuseppe e Vicentini Stefano, hanno dato vita con i loro ponderati giudizi e dilettevoli letture degli elaborati, ad un vero concorso letterario, da ripetersi negli anni venturi. Al termine del simposio, con le tavolate imbandite dai componenti dell’arte culinaria della Pro Loco, in tutti i partecipanti serpeggiava il proponimento de “catarse anca st’an che vien” in questo abituale Giorno del Ritorno, assurto ormai a data importante sul “Calendario delle Contrà”. Perché c’è sempre un Dio che non fa mai dimenticare la terra dove si è nati e perché quello “de catarse”, dello stare insieme, (fare con quello che si ha ed aiutare gli altri, come dicevano i nostri genitori, nonni), è il miglior antidoto anche alle crisi economiche, alla recessione in atto. Arrivederci dunque nel 2010, con l’augurio per tutti di tanta salute e Pace nei cuori. Piero Pistori P.S. Naturalmente sono disponibili le foto della manifestazione, per chi le volesse. Ringrazio infinitamente El Peagno per l’interessamento continuo nei riguardi dei “migrà” sanguinettani. A tal proposito sta nascendo una nuova idea per l’organizzazione del prossimo anno. Piero Pistori

LETTERA INREDAZIONE

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6 Sport / Compleanni

La nuova stagione 2009/10 dell’AC Sanguinetto è iniziata bene, con i ra-gazzi di mister Paolo Bottura hanno centrato la qualificazione al secondo turno del Trofeo Veneto per le squadre di Seconda Categoria, e certa-mente questo risultato ha portato molto entusiasmo attorno all’ambiente neroverde. Vittoria al debutto contro il Bovolone, l’anno scorso rivale in

campionato, a segno uno degli ultimi arrivati, la punta Jean Luc Dal Molin, pareggio contro l’Asparetto e vittoria decisiva con l’altra realtà frazione di Cerea, ossia l’Atletico San Vito. L’inizio del campionato per il Sanguinetto ha registrato un pareggio sul campo del S. Stefano Zimella, la squadra di mister Freddy Serato e del presidente Cristia-no Giusti, che tutti ricordano nel suo passato da giocatore della Sambonifa-cese e che ha finito la sua carriera da giocatore nel Legnago; alla seconda giornata una brutta sconfitta casalin-ga contro la matricola Pozzo. La rosa pian piano si è completata con l’arrivo del già citato Jean Luc Dal Molin, che

l’anno scorso ha vinto il campionato con la maglia dell’Isola Rizza; altro arrivo è il centrocampista Giacomo Monastero, classe ‘89 delle giovanili del Legnago, che l’anno scorso ha giocato per poco tempo anche nel Concamarise. Il giocatore che si è fatto notare in questo primo scorcio di campionato è stato decisamente Stefano Bertozzo, classe ’89, tra l’altro figlio del direttore sportivo Graziano: sue le reti in campionato contro S. Stefano Zimella e Pozzo, ma anche del gol vittoria che ha dato la qualificazione al secondo turno del Trofeo Veneto contro l’Atletico San Vito. Ora per il Sanguinetto sarà un ottobre dove non avrà un attimo di pausa: si parte con la terza di cam-pionato, e ci sarà la delicata trasferta contro il Cologna Veneta, alla quin-ta e sesta due gare casalinghe consecutive con le favorite alla vittoria finale del campionato, ossia Atletico Vigasio 2008 e Golosine. Per non dimenticare le gare di Coppa, dove i nero verdi saranno in campo il 7, il 21 ottobre e il 4 novembre e affronteranno Sorgà Rondinelle, S. Stefano Zimella e Nuovo San Martino. Stefano Paganetto

Ottobre senza pause per il Sanguinetto

Il 20 OttobreLaura Boniottocompie 2 anni.Tanti auguri damamma Elena e

papà Alessio.

I gemelliniASIA E ANDREA ZUCCATI

hanno compiuto 3 anniil 24 settembre.

Tanti Auguri da parte dei nonni

L’ASSESSORATO ALLA CULTURAINVITA I GIOVANI ALLA MUSICA

Il Comune di Sanguinetto vuol conoscere i suoi “giovani musicisti”, persone di qualsiasi età che usano qualunque tipo di strumento. E’ importante per poter avere una mappa musicale del proprio paese; non importa il livello che disponete, ma conta che nell’ascoltare il vostro strumento vi trasmetta note positive, non solo alla vostra persona ma anche a chi vi circonda.Nome:_____________________Cognome: _____________________

Età: ________Luogo di residenza: ____________________________

Strumento musicale suonato: ________________________________-Se invece la musica ti attrae e hai voglia di imparare, segnala lo strumento che ti piacerebbe un giorno suonare: ______________________________Si ringrazia per la disponibilità e si prega di inviare la risposta tramite mail all’indirizzo [email protected], indicando come oggetto “In-formazioni musica”, oppure portando il tagliando in Comune - Ufficio Cultura, all’attenzione dell’assessore Marzia Altobel, o tramite fax al numero 0442. 365150 specificando sempre l’oggetto “Informazioni musica”. Si ricorda che i dati verranno conservati solo per la finalità sopra indicata, per garantirne la massima privacy delle informazioni fornite. Marzia Altobel

Calcio neroverde... amarcord

Vivissimi Auguri alla Classe 1939

La classe 1939 ha festeggiato i suoi 70 annia Borghetto di Valeggio sul Mincio.

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7Parrocchia

SOLENNITA’ DEI SANTI E COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI. . . VERSO L’AVVENTO

OTTOBRE Corso fidanzati dal 22 ottobre al 17 gennaio 2010. Domenica 4: ore 10.30 apertura Anno Catechistico, mandato cate-chisti e ministri straordinari; ore 12 supplica Madonna di Pompei; ore 15 S. Rosario; ore 15.30 S. Messa dell’unzione, don Roberto Visentini; segue rinfresco salone S.Giorgio. Domenica 18: Giornata missionaria. Giovedì 22: ore 20.45 1° incontro fidanzatiDomenica 25: ore 10.30 Battesimi

NOVEMBRE Domenica 1: Solenni-tà di tutti i Santi; SS. Messe 9; 10.30; 18 in Duomo. AL CIMITERO ore 15 suffragio e be-nedizione dei defunti. Lunedì 2: Commemo-razione dei defunti: ore 10 S. Messa al Cimite-ro; ore 15 S. Messa al Cimitero; ore 20.30 S. Messa in Duomo (in suffragio dei parroci, curati e religiosi nati o che hanno svolto il loro ministero a Sangui-netto).Giovedì 5; 12; 19; 26 Incontro fidanzati ore 20.45.Domenica 22: ore 10.30 Solennità Cristo Re, ultima domenica Anno Liturgico. S. Messa Ringraziamento e benedizione automezzi.Domenica 29 Prima domenica di Avvento Anno C.

DICEMBRE27 Novembre, 4-11-18 Dicembre: Catechesi adulti.3-10-17 Dicembre: ore 20,45 Incontro fidanzati.Martedì 8: Immacolata Concezione, S. Messa ore 10.30Presentazione bambini I Comunione.

La Parrocchia di Veneracompie 50 anni

Il giorno 31 maggio 2009, in occasione dell’anniversario dell’istitu-zione della Parrocchia di Venera, dedicata a Maria Regina, durante la celebrazione delle ore 10,30 si è svolta una processione che ha attraversato il centro del paese. L’immagine della Madonna ha gui-dato il corteo composto da tutti i paesani, i gruppi rappresentativi di Venera e le autorità. Si ringraziano quanti si sono adoperati per la buona riuscita dell’evento, con il lavoro di preparazione, l’addobbo delle abitazioni e non da ultimo per la nutrita partecipazione.

Nel mese di agostoè fiorita la mia pianta

di mimosa.Molto fuori stagione,la festa della donna

è in primavera.Che sia per colpa

dei mutamenti climaticio anche la natura

reclama le “quote rosa”?

Anna Maria Faccini

LONTANO MI STAIQuando ti vidieri vecchio, ormai stanco.Ora rimaniancor in piedicon i mattoncini rossiche raccontanola storia di coloroche lavoravano per te.Rosse le murache nascondonola tua epoca,con il verdeche ti circondae la poca acqua.Le grida dell’ecodi fanciulli scolari,con gli abitanti del tuo circondato.Mite e silenzioso è il tuo tempo passato.Tutto questo lo vidida fanciullaper mano di mio nonno,questo mi colpì!Castello di Sanguinetto!Marina Tambara

ANTICA MONDINACon l’acqua alle ginocchia,con la schiena chinaricami il tuo piccolo risoFortunata seise la risaiati arriva alla caviglia.Con l’ugolacanti un cantodedicato allacoltivazione del chicco.Riporti alla serala stanchezzae l’umiditàche sentiraialla tua vecchiaia.A casa c’è chiti aspettacon l’incassopovero per la tua età,ma vieni ricambiatacon l’amoreche hai in te.Marina Tambara

Fiumicino 6 giugno 2009. Sono il figlio di Tambara Silvano, Maresciallo dei Carabinieri Reali. Mia figlia Marina ha il pallino di scrivere poesie e poi regalarle a chi conosce. Ne ha scritta una sul mare, l’ha data ad una libreria che l’ha fatta pubblicare sul libro del Movimento Italiano Casalin-ghe. Ve ne invio due, se vi piacciono potete pubblicarle sul Peagno, ne sarei molto contento. Saluti a tutti voi Giulio Tambara

Poesie per gli amici del Peagno

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MUOVERSI IN ALLEGRIA

COME ERAVAMO. Siamo nel 1953, il Teatro Comunale, ancora in veste di vero teatro, prima dell’incendio, era usato per fare memora-bili feste danzanti, organizzate dagli allora allegri giovani qui ritratti.

Tutti sappiamo quanto importante sia l’attività fisica per tutti noi; viene raccomandata dai medici perché grazie ad essa il nostro fisico risponde nel miglior modo al passare degli anni ed inoltre, fattore non meno im-portante, ha ripercussioni positive sul tono dell’umore soprattutto quando l’attività ginnica viene svolta in compagnia di altre persone. E proprio su questi principi basilari si sviluppa la quotidianità della Casa di Soggiorno per Anziani di Sanguinetto; qui infatti gli Ospiti, o meglio i “ragazzi” come preferisce definirli il fisioterapista della struttura, si impegnano tutte le mattine nella Ginnastica di Gruppo. Essa consiste in una serie di eserci-zi a corpo libero eseguiti a ritmo di musica, con l’uso di palle e bastoni, proposti non solo dal fisioterapista ma anche dagli Ospiti stessi che si

divertono ad inventarne sempre di nuovi. L’attività è oramai talmente tanto consolidata che i “ragazzi”, finita la colazione, si recano in palestra autonomamente ed aiutano il fisioterapista stesso ad accompagnare i compagni magari meno autosufficienti, creando così un consolidamento dei rapporti ed enfatizzando il senso di appartenenza ad un gruppo: una vera e propria seconda famiglia. Con la bella stagione poi, si è voluto unire l’utilità della ginnastica mattutina con la voglia di aria aperta usan-do l’ampio spazio ombreggiato dell’entrata della struttura come palestra. Inutile dire che i “nonni” hanno partecipato numerosi ed in maniera entu-siasta agli incontri, che venivano altresì animati dall’educatrice a dalla psicologa della struttura con giochi di squadra e non, in modo da tenere sempre viva l’attenzione e la curiosità. Con l’ar-rivo dell’autunno risulta ora difficile riproporre tutto questo, ma non c’è tempo per la nostalgia perché la palestra inaugurata solo l’anno scorso aspetta di essere rivissuta con tutta la grinta, la gioia e la voglia di vivere che anima i nostri cari Anziani.

Il fisioterapista Stefano Saccoman

Con l’articolo “Giulio Nascimbeni. Dal Castello al trono della Terza Pagina”, uscito sul quotidiano L‘Arena in “Spe-ciale Sanguinetto”, il nostro direttore prof. Stefano Vicentini ha ricevuto una segnalazione di merito al premio gior-nalistico “Alfio Menegazzo” dedicato alla valorizzazione della cultura e delle tradizioni venete. E’ stato premiato lo scorso 13 settembre a villa Widmann di Mira (Ve). Complimenti dalla redazione

Grazie sostenitori del Peagno

Dionisi Mario SanguinettoFalsiroli Luciano MilanoLuccato Luciano SanguinettoMarcomini Dino VeronaOlivo Nicola e Lisetta VeronaZanetti Arrigo Parabiago (MI)