Comune di Bentivoglio L’Associazione Anno Domini … · patto tra dei e uomini, in modo analogo...

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C ’era una volta al Castello L ’Associazione Anno Domini presenta... Un viaggio tra li giochi de lo Rinascimento Comune di Bentivoglio 1 a edizione Li divertimenti de lo Messer Zoanne Bentivoglio, BO - 9-10 Luglio 2016 Castello di Bentivoglio

Transcript of Comune di Bentivoglio L’Associazione Anno Domini … · patto tra dei e uomini, in modo analogo...

C’era una volta al Castello

L’Associazione Anno Domini presenta...

Un viaggio tra li giochi de lo Rinascimento

Comune diBentivoglio

1a edi

zion

e

Li divertimenti de lo Messer Zoanne

Bentivoglio, BO - 9-10 Luglio 2016Castello di Bentivoglio

pulizie industrialie condominiali

Via Giulio Novelli, 264/b40018 San Pietro in Casale (BO)

Tel. 051 811988 - Mob. 338 [email protected]

Durante le due giornate di festa saranno tenuti concerti di musica da camera

e rappresentazioni itineranti di favola per bambini. Gli orari saranno indicati in apposite tabelle

pubblicate durante la festa.

PROGRAMMA A.D. SABATO 9 luglio 2016

Ore 17,00 APERTURA DE LO CASTELLO ET LABORATORI Accampamento medievale Laboratorio con argilla per apprendisti vasai e scultori Crea il tuo scudo personaleORE 18,00 PRESENTAZIONE FESTA Tenuta dallo Magnifico Messer Zoanne in personaORE 18,00 Apertura Taverna dello Allocco Mescita birra et cena medievaleORE 18,15 SPECTACOLO DELLO GIULLARE DE CORTE Giuochi et lazzi dello giullare per allietare gli animiORE 18,30 CONFERENZA DI APERTURA DELLA MOSTRA .LA GIOCONDA RACCONTATA DA LEONARDO.

Presentazione di una teoria rivoluzionaria tenuta da Pier Paolo Samoggia Presso la Sala dei Cinque Camini

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Via Cesare Battisti, 14/A

San Pietro in Casale (BO)

Tel. 345 1190729

[email protected]

ORE 18,45 VISITA AL CASTELLO DI BENTIVOGLIO Guidata dallo Magnifico Messer Zoanne in personaORE 18,45 i FALCONIERI DEL ROSONE Dimostrazione di volo libero di rapaci diurniORE 19,30 COMBATTIMENTI DI ARMATI A cura della compagnia "Societa' dei Vai"ORE 21,00 SPECTACOLO DELLO GIULLARE DE CORTE Giuochi et lazzi dello giullare per allietare gli animiORE 21,30 COMBATTIMENTI DI ARMATI A cura della compagnia "Lame del conte"ORE 22,00 i FALCONIERI DEL ROSONE Dimostrazione di volo libero di rapaci notturniORE 23,00 CONCERTO DI MUSICA POPOLARE MEDIEVALE I TROVADORES DE ROMAGNA Balleremo al ritmo in uso alle taverne medievali

Via della Libertà, 79 - San Giorgio di Piano - Tel 051 893315

La domenica pomeriggio sara' possibile divertirsi effettuando giri a cavallo all'ombra delle mura del castello

PROGRAMMA A.D. DOMENICA 10 luglio 2016

ORE 9,00 APERTURA CASTELLO E ACCAMPAMENTO Lo castello si desta e ripartono li giuochiORE 9,30 APERTURA GIOCHI E LABORATORI Laboratorio con argilla per apprendisti vasai e scultori ORE 10,00 COMBATTIMENTI DI ARMATI A cura della compagnia "Lame del conte"ORE 10,30 SPECTACOLO DELLO GIULLARE DE CORTE Giuochi et lazzi dello giullare per allietare gli animiORE 10,45 INVESTITURA DI GIOVANI CAVALIERI Il comandante della "Societa' dei Vai" guiderà un gruppo di giovani aspiranti cavalieri nel percorso dell'investitura ORE 11,00 CONCERTO DI MUSICA POPOLARE MEDIEVALE I TROVADORES DE ROMAGNA Balleremo al ritmo in uso alle taverne medievaliORE 12,00 Apertura Taverna dello Allocco Mescita birra et pranzo medievale

Via Dante, 6 - San Giorgio di PianoTel. 051 897464 - [email protected]

PROGETTAZIONE DI INTERNIIl progetto di arredamentopermette di organizzare al meglio gli impianti elettrici e idraulici valutando in anticipo il risultato finale

ORE 16,00 UN MATRIMONIO TRAVAGLIATO Rappresentazione teatrale a cura della compagnia "Lame del conte"ORE 16,30 SPECTACOLO DELLO GIULLARE DE CORTE Giuochi et lazzi dello giullare per allietare gli animiORE 16,45 INVESTITURA DI GIOVANI CAVALIERI "Lame del conte" guidernno un gruppo di giovani aspiranti cavalieri nel percorso dell'investitura ORE 17,00 COMBATTIMENTI DI ARMATI A cura della compagnia "Societa' dei Vai"ORE 17,35 VISITA AL CASTELLO DI BENTIVOGLIO Guidata dallo Magnifico Messer Zoanne in personaORE 18,00 CONCERTO DI MUSICA POPOLARE MEDIEVALE I TROVADORES DE ROMAGNA Balleremo al ritmo in uso alle taverne medievaliORE 19,00 COMBATTIMENTI DI ARMATI A cura della compagnia "Lame del conte"

Sede - Bentivoglio (BO)Via MArconi, 30/32Tel. 051 6640034Mob. 347 [email protected]

Altedo (BO)051 871215

Agenzie

Castello Argile (BO)051 6640034

Argelato (BO)051 6640034

Cento (FE)051 6835900

La mostra è tratta dal libro appena dato alle stampe “La piccola Gioconda. Il lato oscuro” dell’autore bolognese Pierpaolo Samoggia.

Una lettura inedita del dipinto di Leonardo Da Vinci, conosciuto come il ritrat-to di Monna Lisa, svela una concezione artistica unica e irripetibile che dissimula tra le sue sfumature una narrazione iconografica sorprendente, spettacolare e coinvolgente. Leonardo infatti dissimula nei suoi lavori visioni alternative attraverso un metodo di lettura sfuggente, ma che può essere indagato e finalmente verificato. Ne esce un’ avvincente racconto, direttamente di sua mano, che cambia molti punti di riferimen-to in merito alle conoscen- ze attuali del dipinto e di Leonardo in gene- rale. Ogni pennellata racchiude un significato, una figura o un tratto dal preciso valore che va oltre l’apparenza. Gli spettatori potranno così riscontrare alcuni degli episodi emersi di un viag- gio all’interno del più famoso dipinto del mondo, rendendo esplicita una straordinaria concezione arti-stica, molto diversa dalla semplice visione superficiale universalmente conosciuta.

pe lo bon sapere

La Gioconda raccontata da Leonardo

Via Asinari, 27/2 Bentivoglio (BO)Tel. 051 6640306 - [email protected]

LaVorazioni e commercio carne

Via Marconi, 30 Bentivoglio (BO)

Il castello fu fatto costruire da Giovanni II Bentivoglio fra il 1475 e il 1481 di fian-co alla Rocca, quest’ultima fatta costruire nel 1390 dal Comune di Bologna con fini strategici: nel torricino vi erano infatti la campana d’allarme e il braciere per le se-gnalazioni con Bologna e altri luoghi. Il castello fu adibito da Giovanni II a dimora di svago e di caccia, la Domus Jocundita-tis, come si leggeva nella decorazione pitto-rica della corte, per brevi soggiorni e adat-ta ai divertimenti della corte bentivolesca.L’edificio è a pianta quadrata, dalle finestre ampie, dal vasto e luminoso cortile, dalle ac-coglienti stanze con annessi servizi e stalle. I caratteri sono quelli di una tipica costruzio-ne rinascimentale, una dimora di campagna senza le preoccupazioni difensive eccessive, con

due ariosi porticati, stanze e corridoi semplici con vivaci decorazioni, purtroppo oggi in maggioranza perdute tranne quelle dei fiordalisi, degli stemmi e dei ghepardi. Un posto a parte hanno la Sala dei Cinque Camini e la Sala del Pane, quest’ultima così definita dallo splendido ciclo di affreschi che la adornano narrando in dieci riquadri la storia della panificazione. Il castello, sotto la proprietà dei Bentivoglio, ospitò personaggi illustri: i duchi di Ferrara Ercole I e Alfonso I, Lucrezia Borgia, il pontefice Giulio II, quest’ultimo ospite l’anno successivo la caduta dei Bentivoglio avvenuta nel 1506.

pe lo bon sapere

Il CASTELLO

Il suono delle campane segna l’inizio della giornata con la prima alle sei di mattina; nelle case, la gente si sve-glia, si fa tre volte il segno della cro-ce, si veste completamente, e lava ciò che resta scoperto, le mani e il viso.

L’abitudine dell’antichità romana di prendere un bagno quotidiano si era ormai persa, alla pulizia del cor-po si era ormai sostituita la pulizia della biancheria; i bagni pubblici, luogo tipico degli incontri amorosi e della prostituzione, sono ormai poco numerosi (Parigi nel 1292 ne con-tava ventisei per duecentomila abi-

tanti), il bagno si fa solo se sporchi per motivi particolari o dopo un lungo viaggio con la tinozza per il bucato. I vestiti sono: la camicia, indumento comune a uomo e donna, di lino, cotone, lana o seta per i più abbienti, con le maniche lunghe, accollata ma senza colletto; quella femminile arriva fino a terra, quella maschile a mezza gamba. Se non escono di casa, le donne delle classi agiate sopra la camicia indossano un’ampia veste da camera di lino o seta e d’inverno una giacca di ermellino. Uomini e donne sopra la camicia indossano una veste abbottonata e chiusa da lacci, quella maschile fino a mezza gamba quella femminile fino a terra. Sotto la veste gli uomini portano brache di stoffa leggera, lino o tela, e un secondo paio più pesante (di qui i detti “calare le brache” o “rimanere in brache di tela”). Ogni veste femminile è provvista di un certo numero di maniche di diversa foggia, colore e stoffa, da indossare a seconda dell’occasione e della stagione (da cui il detto “è un altro paio di maniche”). Dal VI -VIII secolo si usano tuniche di lana di foggia germanica. D’inverno ci si pro-tegge con una seconda veste della sessa lunghezza della prima e con mantelli di feltro o pelliccia (volpe, zibellino, ermellino, martora, lince, castoro, orso, lontra, faina, coniglio, talpa, agnello, tasso) per le classi più abbienti. Dal XIII secolo entrano in uso le calze di lana, lavorate ai ferri dalle donne di casa, talora anche suolate; durante il primo millennio invece si usavano fasce per proteggere le gambe, diventate poi pantaloni da lavoro e brache.

pe lo bon sapere

Vita quotidiana nel medioevo

Se non si indossavano calze suolate si usavano stivaletti o stivali, le donne pantofole, zoccoli o scarpe con suole o vere e proprie zeppe di sughero. La giornata inizia con la Messa; la religione è parte integrante della vita medievale, tutti condividevano la stesa visione dei destini dell’uomo e dell’universo, anzi, il soprannatu-rale non era sentito distinto dalla vita terrena ma ne faceva parte, come la città antica sorgeva nel momento in cui venivano riconosciute le sue divinità ed era considerata un patto tra dei e uomini, in modo analogo nel Medioevo il mondo sensibile è popolato da presenze divine che intervengono continuamente. Guerre, carestie e pestilenze sono punizioni divine o opera dei demoni, la pioggia di ghiac-cio era considerata opera dei demoni che vivevano nello strato d’aria intermedia fra quella chiara e tiepida vicino alla terra e quella caldissima più vicina al sole. Contro tutti questi pericoli era necessario prendere provvedimenti, recarsi spesso in Chiesa, una messa era considerata un’azione valida per scongiurare una malattia o far concludere un affare non meno di una medicina o di un viaggio, partecipare alle processioni, assistere alle sacre rappresentazioni, fare un pellegrinaggio.

Piazza Trento Trieste, 240016 San Giorgio di Piano (BO)

Tel. e Fax 051 [email protected]

COMPAGNIE D.ARMEE ASSOCIAZIONI PARTECIPANTI

Compagnia "Societa' dei Vai" di BolognaCompagnia "Le lame del Conte" di PadovaAssociazione "Nobiltà e contado" di Pistoia

Lo Nador GiullareI Falconieri del Rosone

I Trovadores di RomagnaAssociazione culturale "Il Temporale" di Bentivoglio

Centro Sociale Ricreativo Culturale "Il Mulino" di Bentivoglio

C.P. GROUP S.r.l. Via Roma, 118/G 40012 Calderara di Reno (BO) - ITALY Direct: +39 051 41 49 503 Ph: +39 051 727384 - Fax: +39 051 728864 e-mail: [email protected] e-mail PEC: [email protected] - Web: www.cpgroupsrl.com

Si sa, per vivere l'uomo ha bisogno di mangiare. Ma si sa anche che ancor più forte è il suo bisogno di bere. Acqua, naturalmente, l'acqua "utile et humile et pretiosa et casta" di San Francesco, l'acqua da cui il nostro corpo è composto in altissima percentuale, l'acqua senza la quale tutto si dissecca e muore, l'acqua che delle bevande è quella più naturale e indispensabile. E tuttavia il bisogno di bere può trasformarsi in piacere, un piacere che non dipende solo dal liquido ingerito ma, oltre che dal modo o dal luogo, anche dalle persone con cui lo si beve.Nell'Occidente, grecizzato prima e romanizzato poi, infatti, il vino era considerato la componente principale non solo del symposium, il rito del bere insieme, ma anche del banchetto aristocratico, della cui ritualità costituiva un indispensabile elemento.Uso passato poi al Medioevo, quando il vino entrò a far parte anche dell'alimentazione degli strati più bassi della popolazione di cui, per quanto in ma fosse la sua qualità, costituiva un importante integratore alimentare. Le sue riconosciute virtù igieniche e terapeutiche, poi, ne estendevano il consumo anche alle donne -partorienti incluse- agli adolescenti, agli ammalati. A tale scopo quindi, rientrava a buon diritto anche nelle diete ospedaliere e persino -e la Regola di San Benedetto ne è buona dimostrazione- in quelle monastiche di cui costituiva anche elemento essenziale di nutrimento e ristoro.La comune, ricorrente raccomandazione, infatti, per tutti coloro che ne consumavano e, a maggior ragione per le donne, i giovinetti, i religiosi, riguardava essenzialmente la misura. Ad esser soprattutto condannati erano quindi gli eccessi e, naturalmente, la frequentazione dei luoghi deputati al consumo incontrollato di questa bevanda utile e pericolosa insieme: la taverna.Perché, se il consumo del vino nel Medioevo coinvolgeva, con le ovvie distinzioni di prezzi e qualità, un po' tutti i ceti sociali, interessava soprattutto le numerose taverne esistenti all'interno delle città o disseminate lungo le vie di comunicazione.Di taverne, celle, osterie era costellata infatti l'Europa medievale: da quelle lungo le strade stagionalmente percorse da forestieri, mercanti, viaggiatori, soldati, a quelle cittadine, distribuite lungo le strade e nei mercati, tra banchi di carne e di frutta, di panni e altre merci, e affollate da salariati, venditori ambulanti, servitori.E poi ancora mendicanti, imbroglioni, giocatori di professione e bari; ma anche mercanti e cittadini dei ceti più elevati, che non disdegnavano bere un buon bicchiere di vino, meglio se in compagnia. In molte di esse non solo si vendeva vino, ma si servivano cibi di grande semplicità atti soprattutto a stimolare il bisogno di riempire con frequenza il bicchiere e, addirittura, si approntavano giacigli più o meno improvvisati per la notte. Ma poiché frequentemente vi si praticava il gioco e si esercitava la prostituzione, erano luoghi comunemente ritenuti di malaffare. Per questo le taverne erano talora costrette a trasferirsi dalle prescrizioni volte a tutelare luoghi pubblici o religiosi; e tuttavia, quasi sempre, i divieti ad esse relativi, come del resto le norme che regolavano l'esercizio dell'attività, gli orari di apertura durante il giorno e la notte, la somministrazione di cibi, venivano tranquillamente disattesi. Intorno alle taverne ruotava dunque una vita intensa: vi si mangiava, si beveva, si giocava, si fornicava, si trascorreva il tempo dello svago e del riposo, si prestava orecchio alla circolazione delle notizie e alle conversazioni degli artisti e dei mercanti, si intrattenevano relazioni sociali, si organizzava la protesta, si cercava un'alternativa al proprio mondo, alla propria vita quotidiana. Di taverne parlano infatti, fra gli altri, Benedetto Varchi e il Lasca, l'Ariosto, il Pulci e il Guicciardini; frequentatori di osterie saranno, come già lo erano stati Cecco Angiolieri, il Sacchetti e Folgòre, anche il Magnifico Lorenzo e Galileo, Machiavelli e Michelangelo, che ce ne hanno lasciate testimonianze in prosa e in rima.

Tratto da "Mangiare nelle taverne medievali. Tra cibo, vino e giochi"Autore: Rossella Omicciolo ValentiniEdizioni Penna e papiri

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I BANCHETTI NEL MEDIOEVO

AUTORIZZAZIONE N. 28306 – DIR. SANITARIO DR.SSA SVEVA BORIN

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