Communis - Edizione dedicata al progetto New Cinema Of Human Rights
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BIMESTRALE A CURA DELLA CONSULTA GIOVANILE DI PALAZZO ADRIANO
X Uscita
Ha preso il via lunedì 25 luglio, a Pa-
lazzo Adriano, il progetto estivo New
Cinema of Human Rights is a Human
Rights Meeting With Young People.
Si è trattato di un progetto pilota
basato sul tema dei Diritti Umani e
sull'approccio partecipativo che ha
coinvolto la Consulta Giovanile di
Palazzo Adriano e l'associazione pal-
ermitana H.R.Y.O. - Human Rights
Youth Organization - che da tempo
lavora nell'ambito dell'educazione e
della sensibilizzazione ai principi e ai
valori della Dichiarazione Universale
dei Diritti dell'Uomo.
Le attività sono state curate e svilup-
pate dallo staff della H.R.Y.O., esper-
ta nell'ambito dell'E.D.U., finanziate
dalla European Youth Foundation,
Council of Europe (Fondazione Eu-
ropea dei Giovani del Consiglio d'Eu-
ropa), patrocinate dal Comune di Pa-
lazzo Adriano e si sono rivolte ad un
target di ragazzi dell'età dai 6 ai 17
anni.
Non è di certo casuale il titolo che i
ragazzi hanno deciso di dare al loro
progetto: esso è legato infatti alla te-
matica del cinema, tanto cara a Palaz-
zo Adriano, set del film Nuovo Cine-
ma Paradiso di Giuseppe Tornatore,
al quale ci si è ispirati per la scelta del
nome. Ma non è finita qui, non ci si
accontenta solo del nome. Il cinema è
stato utilizzato come mezzo di comu-
nicazione per trasmettere pensieri e
opinioni, lasciando spazio alle idee,
alla creatività e alla libera espressione
artistica. Legate alla cinematografia,
anche diverse altre attività come la
realizzazione dei video proiettati in
piazza durante la serata conclusiva e
dei quali i bambini sono stati protago-
nisti e realizzatori. Il resto delle atti-
vità sviluppate sono state tratte dal
Compassito, un manuale sui Diritti
Umani.
Tra le altre attività ci sono stati gio-
chi, discussioni di gruppo, brain stor-
ming e la creazione di un blog nel
quale sono stati inseriti tutti gli elabo-
rati che i bambini hanno realizzato
nel corso della settimana e che potete
visitare collegandovi all'indirizzo
h t t p : / /
n e w c i n e m a o f h u m a n -
rights.blogspot.com/, inoltre intervi-
ste da parte dei partecipanti alla citta-
dinanza, con il duplice scopo di ac-
crescere rapporti e contatti tra le dif-
ferenti generazioni e stimolare la ri-
flessione sui temi trattati all'interno
della comunità locale, nonché di in-
formare la cittadinanza del progetto
che si sta realizzando.
Gli obiettivi che i giovani dell'asso-
ciazione e della Consulta Giovanile
si sono prefissati sono significativi:
oltre che, come detto, favorire la co-
noscenza in merito ai Diritti Umani,
ci si è proposto anche di accrescere
l'importanza della comunicazione tra
persone favorendo l'ascolto reciproco,
lo sviluppo delle conoscenze sui nuo-
vi media e di sviluppare le relazioni
tra il Comune di Palazzo Adriano e il
Consiglio d'Europa.
Altro momento significativo del pro
getto è stato l'incontro-dibattito che
l'associazione H.R.Y.O. e la Consulta
Giovanile, in collaborazione con la
ONVGI di Palazzo Adriano, hanno
organizzato per incontrare tutti i rap-
presentanti delle istituzioni locali.
L'evento ha fatto parte del gruppo di
attività volte alla realizzazione dei
progetti “New Cinema of Human
Rights is a Human Rights Meeting
with Young People” e de “La Caro-
vana dei Diritti” (Giubbe d’Italia di
Palazzo Adriano) sulla tematica dei
Diritti del Minore.
Non poteva di certo mancare Com-
munis, il giornalino della Consulta
Giovanile, che proprio questa sera
compie il suo secondo anno di vita.
Ancora una volta utile a trasmettere
messaggi, punti di vista e raccontare
per non far cadere nel dimenticatoio
le esperienze che i giovani della Con-
sulta Giovanile fanno. Un mezzo di
comunicazione che va sempre più
valorizzato oggi vuol parlare di Diritti
Umani per ricordare che anche le li-
bertà di comunicare, denunciare ed
esprimersi liberamente sono diritti
inalienabili di ogni essere pensante.
EPIFANIA LO PRESTI
N E L L A P I A Z Z A D E L N U O V O C I N E M A P A R A D I S O :
N E W C I N E M A O F H U M A N R I G H T S I S A H U M A N R I G H T S
M E E T I N G W I T H Y O U N G P E O P L E
L'associazione H.R.Y.O. con la Consulta Giovanile di Palazzo Adriano e i partecipanti al progetto "New Cinema Of Human Rights is a
Human Rights Meeting With Young People"
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“COMMUNIS” Palazzo Adriano MESE DI LUGLIO
L'esperienza vissuta a Palazzo
Adriano durante la realizzazio-
ne del progetto è stata il frutto
di una serie incredibile di coin-
cidenze, energie positive ed
entusiasmo.
Ricordo la prima riunione a cui partecipai insieme
ad una rappresentante della H.R.Y.O. ed uno della
Consulta Giovanile del Comune di P.A.
All'inizio sembrava tutto molto confuso, non si
sapevano i dettagli e se tutto sarebbe filato liscio
ma dentro di me sentivo una forte emozione posi-
tiva, mi ricaricavo con i sorrisi e le idee un po' an-
nebbiate di Epifania lo Presti che , nonostante la
sua timidezza e il suo fare dolce palesava una sicu-
rezza al di fuori del comune, ricordo infatti che
anche nel caso in cui non ci avessero assegnato il
finanziamento avremmo comunque realizzato il
progetto.
Parlando del progetto questo è stato un gran suc-
cesso, come presidente della H.R.Y.O. ho potuto
notare lo sviluppo dei nostri livelli qualitativi du-
rante la fase di realizzazione, qualità che non si
sarebbe potuta raggiungere senza l'ausilio e il sup-
porto della Consulta Giovanile; proprio la Consul-
ta credo sia stata il miglior partner e il perno prin-
cipale di questo progetto, se da un lato noi ci sia-
mo occupati degli aspetti legati all'educazione ai
diritti del fanciullo, i ragazzi “ Consulti” si sono
resi protagonisti di tutte le varie fasi, una motiva-
zione ed un entusiasmo trascinanti e soprattutto
rigeneranti.
Amanti del proprio territorio, i ragazzi della Con-
sulta, hanno reso possibile quell'impatto locale uti-
le alla comunità; i soli genitori dei partecipanti,
nonostante le prime diffidenze hanno poi capito
l'importanza del lavoro da noi svolto.
Il progetto inoltre ci ha permesso di stabilire la
prima relazione progettuale con la Fondazione eu-
ropei per i giovani in seno al Consiglio d'Europa
ed inoltre con il Comune di Palazzo Adriano che
ha patrocinato e agevolato il tutto.
Molto spesso si parla di Europa e cooperazione
internazionale, politiche giovanili, sviluppo locale
fino ad arrivare ai grandi filosofi e letterati che
parlano di come poter cambiare il mondo; noi non
crediamo di poter cambiare il mondo, ma miglio-
rare un po' noi stessi ed i partecipanti al progetto,
forse una piccola goccia nel mare o un fuoco di
paglia estivo oppure l'inizio di tante cose, sognan-
do mi piace pensare che il mondo possa cambiare
proprio partendo da Palazzo Adriano, che i sogni e
le idee bizzarre dei giovani forse non siano poi
così folli soprattutto quando sono indirizzate a be-
neficio degli altri. E' negli altri che possiamo tro-
vare quegli input necessari per migliorare noi stes-
si ed è con gli altri che possiamo risolvere quei
conflitti che causano spesso una inutile sofferenza.
Vedere i propri diritti garantiti o parlare di questi
non dovrebbe essere solo argomento di aule di tri-
bunale o di facoltà universitarie, ma i valori che
questi esprimono dovrebbero aiutare giornalmente
ciascuno di noi, un premio nobel per la pace una
volta ha detto “ la pace nel mondo è possibile solo
se dentro di noi questa pace è presente, per questo
dobbiamo lavorare su noi stessi affinché questa si
sviluppi“ per tal motivo non smettiamo mai di cer-
care di migliorare impostando sempre la nostra
motivazione affinché tutto il nostro lavoro possa
essere maggiormente di beneficio al più alto nu-
mero di persone.
MARCO FARINA
NEW CINEMA OF HUMAN RIGHT S, IS A HUMAN R IGHT S
MEETING WITH YOUNG PEOPLE
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“COMMUNIS” Palazzo Adriano MESE DI LUGLIO
La mia lettera per Palazzo Adriano
Era il 21 Marzo. Impossibile dimenticare questa data, che coincide con la “Giornata Internazionale Contro il
Razzismo”. Armata con tutto il materiale utile per realizzare, nel cuore serale palermitano, una giornata di sensi-
bilizzazione, mi sono recata poche ore prima nel quartiere Ballarò, zona in cui si riuniscono universitari e giova-
ni.
Chi immaginava quello che sarebbe accaduto da quel giorno ad oggi!
Con una birra in mano e un piatto di riso africano seduta a chiacchierare con Epifania è nato il progetto “New
Cinema Of Human Rights is a Human Rights Meeting With Young People”. Tutto è iniziato con una semplice
domanda su come fosse il paese di Palazzo Adriano. E tra una domanda ed una risposta si materializzavano le
linee del progetto.
L'entusiasmo era crescente e non sono passati molti giorni dalla prima riunione ufficiale tra me ed Epifania per
mettere nero su bianco le centinaia di idee che avevamo. E quando tutti i fogli, un tempo bianchi, si sono ritro-
vati pieni di scritte ed appunti, è iniziato il vero lavoro da ufficio: dare forma alle idee e scrivere il progetto.
Il tempo per presentarlo non era tanto e devo confessare che avevo molta paura che non saremmo arrivate a ela-
borare tutto il materiale utile per presentare il progetto al Consiglio D'Europa. Ma quando esiste il lavoro di
squadra, quello su cui puoi veramente contare, quello in cui basta un semplice sguardo per muovere le acque,
tutto ciò che sembrava impossibile diventa possibile. È una frase fatta, lo so, ma vi assicuro che questa è la frase
che ancora oggi caratterizza questo progetto e che mi ha maggiormente consolidato l'idea che “basta volerlo”. Se
si vuole si può ed oggi posso dire che è vero. Avrei dovuto realizzare un progetto, in un contesto da me scono-
sciuto, con i ragazzi della Consulta Giovanile, mai visti prima e con tante altre piccole incognite.
Oggi sono qua e i risultati hanno superato di gran lunga le mie aspettative. Ero consapevole della validità e della
riuscita del progetto, ma non immaginavo che sarebbe stato quello che in realtà è.
I ragazzi della Consulta Giovanile sono straordinari. Credo di avergli ripetuto centinaia di volte che sono uno
staff stupendo e ancora di più sono dei ragazzi grandiosi. Questo progetto non mi ha dato solo l'opportunità, con
la Consulta Giovanile, di poter stringere dei rapporti lavorativi con altri enti/organizzazioni, ma mi ha permesso
di stringere dei rapporti umani che definisco paradisiaci. La simpatia, la disponibilità, la cura e le attenzioni....
Questo è uno dei tantissimi doni che il progetto sta lasciando nel mio cuore: occorre veramente poco per regala-
re la gioia a qualcuno. Non posso non approfittare di questo spazio per dire: “Grazie ragazzi! Avete reso, per
me, questo progetto una gioia!”.
E i bambini che hanno partecipato al progetto. Non ci sono parole per le bellissime sensazione che mi state do-
nando. Siete vivaci, delle piccole pesti, ma siete una scoperta infinita. La vostra gioia di vivere, la vostra intelli-
genza e i risultati che state raggiungendo (anche senza rendervene conto; ed io me ne rendo conto!) mi riempio-
no il cuore. Questo progetto è nato per voi e spero che questa esperienza la portiate sempre dentro.
Gli abitanti di Palazzo Adriano, dai genitori che ho conosciuto, ai commercianti, tutti quanti mi avete donato
quel sorriso nel cuore che non si dimentica mai. E Palazzo Adriano, un paese veramente squisito.
Colgo anche l'occasione per ringraziare Marco Farina che con il suo aiuto e la sua bravura come educatore e con
i bambini ha permesso la realizzazione di tutte le attività.
E infine ringrazio i genitori di Epifania che ci hanno ospitati per tutta la durata del progetto a Palazzo Adriano.
Vi saluto con la speranza che noi vi stiamo donando anche solo un briciolo di quello che tutti quanti voi state
regalando a noi.
"E' ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il possibile.
Coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che appariva loro come possibile, non hanno mai avanzato di un
solo passo" (M. Bakunin)
VALERIA CORBO
Ma quando esiste il lavo
ro di squadra, quello
su cui puoi veramente
contare, quello in cui
basta un semplice sgu
ardo per muovere le
acque, tutto ciò che s
embrava impossibile
diventa possibile.
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“COMMUNIS” Palazzo Adriano MESE DI LUGLIO
Liberté, égalité, fraternité
Oggi si parla tanto di Diritti Umani: ma cosa sono? Dove e quando nascono?
Il batterio dei Diritti Umani è da ricondurre all’età moderna. La Francia per prima sente il bisogno di
rivoluzionare il cosiddetto Ancien Régime, ovvero il sistema di governo francese e in generale dei go-
verni europei, che precedono il 1789. A ragion veduta, dunque, i Diritti Umani possono essere conside-
rati l’eredità più preziosa che la Rivoluzione Francese e tutte le Rivoluzioni che seguono , o si verifica-
no contemporaneamente, hanno lasciato al mondo. Gli ideali rivoluzionari contro il dispotismo, contro
le condizioni politiche lesive delle libertà e dei bisogni primi dell’uomo, possono essere riassunti, al-
meno inizialmente, nel motto liberté (secondo la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino
1795, «La libertà consiste nel potere di fare ciò che non nuoce ai diritti altrui») égalité (principio teori-
camente presente nel concetto di Stato di diritto, ma con la Rivoluzione Francese venne praticamente
messo in atto) e fraternité (secondo la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino 1795, «Non
fate agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi; fate costantemente agli altri il bene che vorreste
ricevere»).
Ovviamente, il progresso portò maggiore consapevolezza delle necessità dell’uomo e delle possibilità
di ottenere sempre più diritti: dopo le atrocità delle due guerre mondiali, e dopo aver sentito il bisogno
di una strategia utile ad evitare ulteriori atrocità belliche, nasce l’ONU (Organizzazione delle Nazioni
Unite) che attualmente comprende 193 Stati del mondo su un totale di 201e la Dichiarazione universa-
le dei Diritti Umani che, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948, può essere considerata un codice etico di
importanza storica fondamentale: è stato infatti il primo documento a sancire universalmente (cioè in
ogni epoca storica e in ogni parte del mondo) i diritti che spettano all'essere umano.
Prende ispirazione proprio dall’affascinante storia che ha portato alla consapevolezza dei diritti e dal
bisogno di mettere in contatto i più giovani con essi il progetto New Cinema of Human Rights, realiz-
zato a Palazzo Adriano a partire dal 18 Luglio 2011 dall’associazione H.R.Y.O in collaborazione con
la Consulta giovanile. Cinque giorni di attività di apprendimento non formale per bambini di età com-
presa tra i sette e i diciassette anni al fine di: accrescere la conoscenza in merito ai Diritti Umani, svi-
luppare le conoscenze dei nuovi media, garantire lo sviluppo della creatività, cambiare le attitudini del-
le nuove generazioni, sviluppare le relazioni fra il Comune di Palazzo Adriano e il Consiglio D'Europa,
e sviluppare le relazioni fra la H. R.Y.O. - Human Rights Youth Organization e il Comune di Palazzo
Adriano.
Il progetto ha previsto la realizzazione di un blog, che sarà gestito proprio dai partecipanti e la realizza-
zione di un sito internet, oltre all’organizzazione di un evento finale, che si terrà il 30 luglio 2011, du-
rante il quale i bambini si esibiranno in spettacoli, saranno esposti i lavori e proiettati i cortometraggi
realizzati nei giorni del progetto.
DOMENICO FILIPPELLO
È possibile trovare ulteriori informazioni su nel gruppo Nuovo Cinema dei Diritti Umani
oppure all’ indirizzo
http://newcinemaofhumanrights.blogspot.com e http://www.hryo.eu
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“COMMUNIS” Palazzo Adriano MESE DI LUGLIO
Tutti gli abitanti di Giancaldo sanno che il lunedì alla sta-
zione vecchia c'é il mercato. Tante donne giovani e anziane e
alcuni uomini, a dire il vero pochi e volenterosi sherpa delle
consorti le quali nel lento scorrere della mattinata tra le ban-
carelle affidano alle spossate braccia maschili le borse di
frutta o polli o carta igienica.
Se si esclude il lunedì di pasquetta, a Giancaldo tutti i lunedì
mattina dell'anno sono fatti per il mercato. Mercato e basta.
Fino all'una non esiste altro da fare.
Lunedì scorso però la tranquillità silenziosa e terribile di un
paese in via di estinzione è stata turbata da un evento stranis-
simo.
Tanti di quegli adulti non andavano da Padre Pio ma tirava-
no grittu grittu verso la Casa del Fanciullo.
E chi stà succedennu avra' pensato Michele, che dalla pompa
di benzina vedeva scendere questi adulti blasfemi assieme a
delle piccole macchioline arancioni con occhi eccitati e sor-
risi smaglianti.
Booh, forse c'è la pediatra, o forse sbagliaru strada.
In pochi minuti Giancaldo è in subbuglio. Che cosa è questa
invasione di colore arancione.
Questi genitori sciagurati con questi sacchetti arancione do-
tati di piedini uccidono il
lunedì, commentavano gli ultimi quattro reduci della secon-
da guerra punica mummificati ma ancora respiranti in mis-
sione alla villa comunale.
Al bar il sentimento di sdegno è unanime. Ma a chist' ura
dunni hannu di ghiri cu sti sacchiteddi arancioni chi ridinu e
sotarianu?
La preoccupazione popolare monta fino a fare dire a qualche
anonimo temerario “ chiamamu i carabine-
ra, chi è tuttu stu culuri a Giancaldo”.
A onor del vero bisogna chiarire una cosa importante.
Da diversi anni oramai Giancaldo attendeva la fine. Si pro-
prio la fine quella fisica; il paese tutto aveva deciso che era
ora di spirare, schiattare, accuppare, affussari, insomma mo-
rire, estinguersi, squagliari.
Per legge comunale, dopo la tragica chiusura dell' Ospedale,
l'eterno riposo della Casa di Riposo e la fine delle assunzioni
alla Forestale, tutti i giovani in età da lavoro dovevano met-
tersi in salvo in una grande città del nord che si trovasse so-
pra Roma. I più piccoli invece dovevano attendere il loro
turno migratorio a casa e a scuola (ma l'altra scuola, no quel-
la grande e bella col ponte, l'altra quella dei vecchi) .
Per loro niente più giochi, ne biciclette, ne pallone. La villa?
Un mausoleo ad apertura unica, unica perchè si apriva solo il
giorno della commemorazione dei Caduti. Non parliamo di
Cinema. Il Cinema Paradiso era gia' fallito da tempo e resta-
va qualche fila di sedie qua e là presso qualche sciacallo
sognatore.
Erano trascorsi anni di grigiore durante i quali la vista dei
giancaldesi si era abituata a vedere in bianco e nero e il loro
cervello triste e depresso a immaginare atti autolesionisti.
L'ultimo anno poi, una tragedia. Erano tutti scantati. Nessu-
no più usciva da casa.
Prima, in passato, dopo la festa di San Giovanni cominciava
lo struscio estivo.
Si usciva tutte le sere e tutte le sere la piazza e u stratuni
erano pieni di gente vociante, comitive di ragazzi allegri,
bambini che giocavano a scarricacanala o ammucciaredda,
genitori maschi sbracati nelle banchine e femmine fringuel-
lanti.
Altri tempi. I circoli, i bar, Armando. Altri tempi.
Cio' che ora affliggeva i Giancaldesi erano quelle piccole
macchie arancioni che vagavano sorridenti per il paese.
“C'hannu na scritta inglese davanti”informava u pisciaru.
“Forse sono alieni che vogliono comunicare con noi nella
lingua più diffusa sulla terra” ipotizzava u professuri.
Intanto lo strano fenomeno si ripeteva anche il martedì e
pure il mercoledi. I curiosi più curiosi cercarono allora di
studiare il caso da vicino e cominciarono a pedinare qualche
genitore che col suo fagotto colorato andava alla Casa del
Fanciullo.
Riferirono poi in piazza che dentro c'era un gran vociare di
bambini e ragazze e ragazzi che felici disegnavano, colora-
vano, cantavano e si divertivano con giochi sempre nuovi.
Non solo. Parlavano di diritti umani e della politica con la P
maiuscola, discutevano sull' uguaglianza di tutti gli uomini e
dei loro diritti fondamentali.
Cose mai viste ne sentite dalle giovani orecchie dei piccoli
arancioni. Cose mai fatte, cose bellissime.
D'improvviso si svelò il mistero. Le macchioline arancioni
era tutti i bambini, tutti i ragazzi e i tanti giovani che non si
rassegnavano alla feroce legge comunale della fuga da Gian-
caldo, tutti uniti a vivere un nuovo modo di stare assieme.
I più grandi che insegnano ai piccoli, i giovani che aiutano i
grandi a gestire l'irruenza dei bambini e tutti uniti per una
settimana a vivere insieme e bene un assaggio di felicita' e
serenità comune.
Quando tutti a Giancaldo seppero cosa era successo alla Ca-
sa del Fanciullo, quando tutti ascoltarono dalle piccole voci
eccitate e felici dei bambini arancioni la meravigliosa avven-
tura che Human Rights aveva offerto loro, allora anche gli
adulti capirono che non bisogna mai perdere la fiducia nel
futuro e che il futuro abita in ogni uomo libero e tutti, con
fiducia, ritornarono ad uscire le sere d'estate e si sforzarono
di inventarsi un lavoro proprio a Giancaldo e insegnarono ai
loro figli il valore di una vita semplice e serena come quella
di un piccolo paese della Sicilia.
Non tutto ritornò normale a Giancaldo. Il cinema Paradiso
non ritorno più a Giancaldo, ma quelle si sa sono storie da
film.
ANDREA MISTRETTA
IL MISTERO COLORATO
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“COMMUNIS” Palazzo Adriano MESE DI LUGLIO
Le immagini scorrono veloci. Bambini ai lavori forzati. Donna muore di parto… non capisco: vita o
morte? Uno stupido virus della malaria abbatte, uccide e uccide ancora. Schiavi. Torture. Qualcuno è
dietro le sbarre ingiustamente. Un muro di divisione: palestinesi, israeliani. Lancio di bombe, bombe e
ancora bombe. Sguardo gelido: è Hitler. Un elmetto protettivo per terra, accanto una scarpa… cazzo!
Dicono siano di un muratore che lavorava in nero e che è caduto giù da un tetto. Lavoro nero, morte
bianca. Niger, Afghanistan, Sierra Leone, Repubblica Centrafricana, Mali. Un solo pallone: in mano,
ancora da cucire. Norvegia, Australia, Islanda, Canada, Irlanda. Tanti, troppi giocattoli sparsi per casa.
Un libro: “Tieni, te lo regalo. Io ne ho tanti… impara l’alfabeto”.
Liberi. Liberi di amare senza esserne uccisi. L’amore non può uccidere. Liberi di vivere dignitosamen-
te. Liberi di gridare, difendersi, nascondersi, uscir fuori dalle tane. Voglio una casa, un letto, un tetto.
Ho sete, voglio dell’acqua. Non una sola goccia, no! Un bicchiere. Non voglio aver fame.
Immagini viste e riviste in documentari che sembrano essere tutti uguali, riescono ancora una volta a
farmi aprire gli occhi su quanto siano acute le differenze in questo mondo fin troppo sporco. E posso
essere ancora scossa da tali visioni nonostante la tv e internet mi abbiano abituata ad immagini molto
più cruente?
Le iniziative di questa settimana, dedicate alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e del Mino-
re, hanno voluto in qualche modo far prendere coscienza del fatto che, nonostante l’istituzione di tali
atti normativi, così forti e destinati ad essere capisaldi delle nostre coscienze, i soprusi nei confronti dei
più deboli e le discriminazioni sono ancora indelebili e fanno indissolubilmente parte delle geometrie
fredde e spigolose della quotidianità.
È questo un forte punto di riflessione sul quale anch’io vorrei soffermarmi.
Sì, è vero che ci sono le leggi a tutelarci, è vero che ogni individuo può denunciare chi prova a calpe-
starlo, è vero che gli Stati più potenti dovrebbero farsi carico di aiutare quelli in difficoltà: sono solo
parole messe per iscritto? Esiste un confine geografico attraversato il quale questa Dichiarazione U-
niversale dei Diritti Umani diventa carta straccia?
« Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di co-
scienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. »
Recita così il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. E quest'anno è stato
celebrato il suo 62esimo compleanno.
EPIFANIA LO PRESTI
Take a stand for human rights
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“COMMUNIS” Palazzo Adriano MESE DI LUGLIO
Il diritto alla favola…
Parlando di diritti nella mia mente si scatena un turbine di pensieri quasi dovuti,cercati e da rispettare.
Aggiungendo la parola bambino,automaticamente ripenso all’infanzia passata … Allora il diritto cessa
di essere obbligo e diventa colorato,fantasioso semplice. Il diritto alla favola,alla spensieratezza,il dirit-
to alla serenità all’allegria,diritto ad essere come si è nella semplicità di un età composta da un solo
numero ma spesso ingiustamente adoperata. Le prime parole pronunciate,la gioia nel sentirle, la felicità
di un sorriso a volte non ricercato. La bontà espressa nei volti di quelle piccole e indifese creature che
vivono la loro infanzia nella guerra per un dio che per loro forse non c’è mai stato,per un colore che
non conoscono. I bimbi ascoltano,percepiscono tutto, comprendono benissimo il rumore della distru-
zione che li circonda,del dolore che affligge la loro mamma o il loro lontano papà. Crescono in un atti-
mo e nello stesso istante sognano la loro libertà. Una libertà diversa dalla nostra. La libertà del sorriso
del gioco e della comprensione. Una libertà rosa,azzurra ma anche gialla,fatta di piccole macchinine,di
colorate fattorie di matite pronte ad esprimere un mondo vivace e dinamico!Quei bambini non giocano
con i soldatini,sono stanchi di pistole giocattolo . E nella loro fragilità, nella loro stanchezza ,un orco
cattivo mette nelle minuscole mani, un arma vera pronta a colpire un altro fratello. E’ proprio vero
viviamo di inutili nefandezze,cerchiamo rifugio nel mondo apparente,ignoriamo e discriminia-
mo,siamo belve!Belve con lo spirito e con la fede,nell’assolutezza ricerchiamo noi stessi
nell’immediatezza troviamo spiccioli e briciole di serenità. Ma, mai e poi mai fermiamo la nostra men-
te,mai o troppo poco ci rivolgiamo a quei bambini così distanti,ma fin troppo vicini. Ma non tutto è
così grigio,a volte piccoli angeli terreni mettono a disposizione il loro grande amore per loro per i no-
stri fratelli lontani. Ed io dico Grazie,grazie perché alleviate i sensi di colpa di chi inerme non pensa a
loro.Grazie perché la vostra esistenza ha un senso. Grazie a quei ragazzi che pieni d’allegria si sono
catapultati in un progetto e sperano nell’accettazione dello stesso!Grazie Ragazzi!! “In ogni bambino
c'è una scintilla di vita:questo impulso verso la crescita e lo sviluppo fa parte di lui,è qualcosa con cui è
nato e che lo sollecita ad andare avanti in modi che non dobbiamo nemmeno cercare di capire” (D.W.
Winnicot "Bambino e mondo esterno")
MARIA GRAZIA PROFETA
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“COMMUNIS” Palazzo Adriano MESE DI LUGLIO
SE LA PASSIONE UNISCE… CHI CI SEPARERA’?
Sabato 30 Luglio 2011, durante la serata conclusiva del progetto New Cinema of Human Rights is a
Meeting With Young People in corso in questi giorni a Palazzo Adriano,dieci ragazzine di età com-
presa tra gli 11 e i 13 anni, partecipanti dello stesso progetto, si cimenteranno in un piccolo spettacolo
danzante. La coreografia è organizzata in quattro momenti che si susseguono nel tempo, in cui le pic-
cole ballerine danzeranno a ritmi diversi, ognuno rappresentante un tipico ballo di nazione differente.
Si comincia con uno scattante Flamenco sulla colonna sonora de “Il Ciclone”, seguirà un saltellante
ballo africano il quale inizia con il risveglio della savana con la musica tratta da “Il Re Leone”, ci sarà
poi una ritmata danza cubana e infine una veloce Samba brasiliana. La scelta di questo momento dedi-
cato alla danza ha due motivazioni importanti. In primo luogo si propone di dare un piccolo esempio
di rispetto nei confronti delle altre culture e tradizioni ricordando a tal proposito il diritto alla libertà
di pensiero,fede, opinione ed espressione sancito dagli articoli 18 e 19 della Dichiarazione Universale
dei Diritti Umani. Inoltre l’organizzazione stessa della coreografia, in cui i primi tre stili vengono bal-
lati da gruppi differenti che infine si uniranno per danzare a ritmo di samba, mette in evidenza come
individui di nazionalità,lingua e cultura diversa siano uniti nella danza, un’arte in cui non ci possono
essere incomprensioni e difficoltà nel comunicare e nel capirsi, un’arte dove non importa la lingua
parlata perché l’emozione è univoca e le note universali, sottolineando in tal modo l’uguaglianza che
esiste tra tutti noi cittadini del mondo intero.
EMANUELA LUPO
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“COMMUNIS” Palazzo Adriano MESE DI LUGLIO
PICCOLI CONSIGLI ……
di MariaGrazia
UN FILM DA VEDERE
LA GUERRA DEI BOTTONI
Autore: Louis Pergaud
È UNA GUERRA SENZA FUCILI: NESSUNO SPARO
RIECHEGGIA PER LA CAMPAGNA, NEMMENO UNA
GOCCIA DI SANGUE VIENE VERSATA. IL NEMICO SI
ACQUATTA DIETRO I CESPUGLI PRONTO A STRAP-
PARTI I BOTTONI. CHI TORNERÀ A CASA A BRAGHE
CALATE?
Quando sei nato non puoi più nasconderti
Film del 2005 diretto da Marco Tullio Giordana.
Ispirato al romanzo omonimo (2003) di Maria Pace Ottieri. Il titolo del film è la traduzione di
un'espressione africana sentita dal protagonista Sandro da un migrante incontrato nella sua città
che vuole significare che la stessa nascita segna il passaggio ad una vita difficile che devi affronta-
re con le tue forze e a cui non puoi sfuggire nascondendoti, evitando di fare le tue scelte.Il film che
tratta il problema dell'emigrazione clandestina è stato presentato in concorso al 58º Festival di
Cannes.[1]A proposito di questa opera, il regista Marco Tullio Giordana ha dichiarato: «Volevo
raccontare con gli occhi ancora innocenti e perfino riconoscenti di un bambino che è stato salvato
da loro chi sono questi migranti. Sandro scopre che sono molto simili a lui, che sono governati da-
gli stessi sentimenti, che può nascere l’amicizia, l’amore, il bisogno l’uno dell’altro, in modo asso-
lutamente sincero.»
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