Come cambia la globalizzazione - Luca Paolazzi Direttore Centro Studi Confindustria - Festival...
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Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
Come cambia la globalizzazione.
Luca Paolazzi
Direttore Centro Studi Confindustria
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
La globalizzazione sta cambiando volto.Il turbo del commercio mondiale
non è più innestato. Anzi…
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
Non sale più il peso degli scambi mondiali(Import di beni in % PIL ed elasticità su PIL* su dati in volume
aggregati a cambi di mercato)
* Rapporto tra la variazione percentuale dell’import e quella del PIL.Fonte: stime CSC su dati FMI e CPB.
0,0
1,0
2,0
3,0
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14,0
16,0
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28,0
1987 1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2015
Paesi avanzati
Paesi emergenti
Mondo
Elasticità mondiale (sc. destra)
Media 2012-2015
Media 1988-2007
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
Perché?
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
1. La polarizzazione del commercio mondiale.
Si affermano nuovi poli manifatturieri,che aggregano più paesi e si intensifica
il commercio regionale di manufatti.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
I principali blocchi attorno a cui ruotal’import-export di prodotti industriali sono tre:
l’Asia orientale, che ha conquistato la prima posizione, l’Europa occidentale
e il Nord America.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
2012.Fonte: elaborazioni CSC su dati ComTrade.
I 3 grandi poli del commercio mondiale
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
2012.Fonte: elaborazioni CSC, con software Pajek, su dati ComTrade.
La polarizzazionedegli scambi globali di beni manufatti
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
Fonte: elaborazioni CSC su dati ComTrade.
Export di manufatti: l’Asia supera l’Europa(% export extra-area sul totale mondiale di export extra-area)
Area geografica 1996 2007 2012
Variazione
1996-2012
(in punti %)
Asia orientale e Oceania 30,4 36,9 39,3 8,8
Europa occidentale 33,8 30,9 30,4 -3,3
America del Nord 23,2 16,0 14,1 -9,1
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
2. L’esaurimento della frammentazionedelle filiere.
Le catene del valore superano i confininazionali e sono globali.
L’interscambio è costituito in larga parteda semilavorati.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
* Comprende la spesa per carburanti delle famiglie.Fonte: elaborazioni CSC su dati FMI e CPB.
2/3 degli scambi mondiali è di semilavorati(Mondo, importazioni per categorie di beni, 2014)
Consumo
Investimento
Intermedi*
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
Il fatto che il commercio mondiale rimangastabile in rapporto al PIL suggerisce che la spinta
alla frammentazione si stia esaurendo.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
3) L’attenuazione degli effetti di shock storicie tecnologici (caduta del muro Est-Ovest,
ingresso della Cina nel WTO, rivoluzione ICT).
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
4) La perdita di slancio dell’industrializzazione degli emergenti.
Infatti, dall’annuale graduatoria elaborata dal CSC emerge la stabilizzazione delle quote
nazionali sulla produzione industriale mondiale.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
L’ascesa di alcuni paesi emergenti si è fatta meno dirompente. Si è fermato l’arretramento per molti paesi avanzati. Si è ristretta la forbice
delle dinamiche. Rimane la progressione impressionante, senza precedenti storici,
della Cina: 8,3% nel 2000, 14,3% nel 2007, 28,3% nel 2012 e 32,8% nel 2014.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
Paesi ordinati sul 2014. Paesi avanzati: UE-15, Svizzera, Stati Uniti, Canada, Giappone e Corea.Fonte: elaborazioni CSC su dati e stime Global Insight e ONU.
Avanzano ma più lentamente i BRIC. Italia 8^
Paese produttore
Quota % sulla produzione manifatturiera mondiale(cambi e prezzi correnti)
Tasso % di crescita medio annuo della produzione
manifatturiera (dollari 2005)
Quota % su popolazione
mondiale al 20142000 2007 2012 2014 2007-2012 2012-2014
1 Cina 8,3 14,3 28,3 32,8 9,4 7,1 18,9
2 Stati Uniti 24,5 17,7 14,2 14,1 -1,0 3,3 4,4
3 Giappone 16,0 9,5 8,7 6,2 -3,6 0,0 1,8
4 Germania 6,7 7,5 5,3 5,3 0,1 1,5 1,1
5 Corea del Sud 3,2 3,9 3,8 3,7 4,2 2,7 0,7
6 India 1,7 2,8 3,0 2,7 5,9 3,1 17,8
7 Brasile 2,0 2,6 3,0 2,6 0,6 -0,7 2,8
8 Italia 4,2 4,5 2,6 2,5 -5,3 -1,9 0,8
9 Francia 4,0 3,9 2,6 2,5 -2,7 -0,2 0,9
10 Russia 0,8 2,1 2,1 1,9 0,2 0,6 2,0
Mondo 0,8 2,5
Paesi avanzati 72,4 60,0 46,3 43,7 -1,6 1,5 12,9
Area euro 21,0 23,1 15,4 15,1 -2,3 0,5 4,4
BRIC 12,8 21,8 36,3 40,1 7,5 5,7 41,5
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
In scuro gli anni della crisi.Fonte: elaborazioni CSC su dati e stime Global Insight.
Su la Cina, giù il Giappone, stabili gli altri(Quota % sulla produzione manifatturiera mondiale, dollari correnti, 2000-14)
Cina
Brasile India Russia
0
10
20
30
40
Stati Uniti
GiapponeGermania
Sud Corea Italia Francia
0
10
20
30
40
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
5) Il ripensamento dell’organizzazionedelle produzioni su scala globale,
basato sull’esperienza delle imprese.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
6) Le nuove politiche industriali che puntano a rivalorizzare il ruolo del manifatturiero.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
7) La fine della grande liberalizzazionemultilaterale degli scambi.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
In conclusione, la distanza geograficarimane importante nel condizionare
il commercio internazionale.
Luca Paolazzi – Direttore Centro Studi Confindustria
La distanza è misurata in chilometri, pesati per la quota della popolazione residente nella città principale di ciascun paese sul totale della popolazione.
Fonte: elaborazioni CSC su dati GeoDist e ComTrade.
La distanza condiziona il commercio internazionale(Probabilità di scambi bilaterali in funzione della distanza)
0,4
0,6
0,8
1,0
5 6 7 8 9 10
Pro
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Distanza (in scala logaritmica)