Cocaina - Il Viaggio Allucinante Di Roberto Saviano Nel Regno Della Polvere

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5 APRILE 2013 21 20 IL VENERDI DI REPUBBLICA copertina IL VIAGGIO ALLUCINANTE DI ROBERTO SAVIANO NEL REGNO DELLA POLVERE IL PRIMO VERO ROMANZO DOPO IL SUCCESSO PLANETARIO DI GOMORRA. UNA DISCESA NEGLI INFERI DEL NARCOTRAFFICO E NELLA ÇNORMALITËÈ DI CHI SNIFFA. INCONTRO CON LÕAUTORE, CHE DICE: ÇVI RACCONTO LÕIMPERO DI UNA PIANTA CHE CRESCE IN SUDAMERICA MA HA LE RADICI IN CALABRIAÈ di ENRICO DEAGLIO “C ome sto? Sono dispera- to, anche se mi vergo- gno a dirlo. Per come sono finito… in questa morsa strana tra una vi- ta pubblica totale e la mia vita privata blindata. E proprio men- tre esce il libro, e i lettori mi daranno energia… Eppure mi sento come uno che ha sbagliato strada; molte volte ho pen- sato che non rifarei nulla di quello che ho fatto, che niente vale il prezzo della liber- tà e della serenità. Altre invece penso che posso farcela. Che valeva la pena. Al- cuni anni fa mi hanno offerto di andare in Scandinavia. C’era un Paese che mi avrebbe preso, nuova vita, un’altra iden- tità. Avrei dovuto farlo… E invece ho pensato che avrei potuto far emergere le storie che mi ossessionavano… E così non sono partito e tutto è cambiato, per sempre». Roberto Saviano ha 33 anni; dall’età di 26 è sotto il controllo totale dell’Arma dei carabinieri, da quando la camorra ha fatto sapere che vuole farlo fuori. Era un ragazzo e aveva scritto un libro diventa- to celebre: Gomorra. È diventato famoso come una rock star, simbolo di un sud giovane e coraggioso; ma anche l’uomo da evitare, l’oggetto di invidia. Lo leggo- no in milioni e altrettanti lo guardano raccontare le sue storie in televisione. Auto blindate e diversi carabinieri h 24, non può circolare per Napoli e per l’Ita- lia, la sua vita privata la protegge per non mettere nei guai nessuno, il Vimi- nale decide quello che può fare. È in an- sia per i suoi genitori, loro sono in ansia per lui. Non sa in quale parte del piane- ta andrà a vivere. Gli ho parlato a lungo – appuntamen- to telefonico in un luogo riservato in Ita- lia; io chiamavo dall’altra parte del mon- do – il 21 marzo scorso. Per il nuovo libro, naturalmente. Zero zero zero è l’atteso romanzo sulla cocaina, destinato a diventare bestseller mondia- le. In copertina, tre succulente piste di polvere bianca, su un fondo nero brillan- te che sembra davvero uno specchio. Iperrealistica, troppo vera. Se metterete il libro sul tavolo in salotto, capace che arriva un amico miope, dice «grazie», ar- rotola la banconota da venti euro e poi fa: «Ehi, ma che scherzo è questo?». Non ci sarebbe da stupirsi troppo: il primo capitolo è uno stupendo montaggio moz- zafiato di cento tipi umani che sniffano quotidianamente. Non li vedi? LE AVVENTURE DI BIANCA NEVE (ZERO ZERO ZERO DI ROBERTO SAVIANO, PP.448 éURO 18) é DA O0GGI NELLE LIBRERIE. LÕEDITORE FELTRINELLI HA FATTO UNA PRIMA TIRATURA RECORD DI 500 MILA COPIE E SONO GIË MOLTE LE PRENOTAZIONI DEI LETTORI. A DESTRA UN RAGAZZO CON PEZZI DI COCAINA NON TRATTATA CONTRASTO COCAINA

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Incontro con Roberto Saviano che dice:"Vi racconto l'impero di una pianta che cresce in Sudamerica ma che ha le radici in Calabria".di Enrico Deaglio

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5 A P R I L E 2 0 1 3 2120 I L V E N E R D I D I R E P U B B L I C A

copertina

IL VIAGGIO ALLUCINANTE DI ROBERTO SAVIANONEL REGNO DELLA POLVERE

IL PRIMO VERO ROMANZO DOPO IL SUCCESSO PLANETARIO DI GOMORRA. UNA DISCESA NEGLI INFERIDEL NARCOTRAFFICO E NELLA ÇNORMALITËÈ DI CHI SNIFFA. INCONTRO CON LÕAUTORE, CHE DICE:ÇVI RACCONTO LÕIMPERO DI UNA PIANTA CHE CRESCE IN SUDAMERICA MA HA LE RADICI IN CALABRIAÈ

di ENRICO DEAGLIO

“Come sto? Sono dispera-to, anche se mi vergo-gno a dirlo. Per comesono finito… in questamorsa strana tra una vi-ta pubblica totale e la

mia vita privata blindata. E proprio men-tre esce il libro, e i lettori mi darannoenergia… Eppure mi sento come uno cheha sbagliato strada; molte volte ho pen-

sato che non rifarei nulla di quello che hofatto, che niente vale il prezzo della liber-tà e della serenità. Altre invece pensoche posso farcela. Che valeva la pena. Al-cuni anni fa mi hanno offerto di andarein Scandinavia. C’era un Paese che miavrebbe preso, nuova vita, un’altra iden-tità. Avrei dovuto farlo… E invece hopensato che avrei potuto far emergerele storie che mi ossessionavano… E così

non sono partito e tutto è cambiato, persempre».

Roberto Saviano ha 33 anni; dall’etàdi 26 è sotto il controllo totale dell’Armadei carabinieri, da quando la camorra hafatto sapere che vuole farlo fuori. Era unragazzo e aveva scritto un libro diventa-to celebre: Gomorra. È diventato famosocome una rock star, simbolo di un sudgiovane e coraggioso; ma anche l’uomo

da evitare, l’oggetto di invidia. Lo leggo-no in milioni e altrettanti lo guardanoraccontare le sue storie in televisione.Auto blindate e diversi carabinieri h 24,non può circolare per Napoli e per l’Ita-lia, la sua vita privata la protegge pernon mettere nei guai nessuno, il Vimi-nale decide quello che può fare. È in an-sia per i suoi genitori, loro sono in ansiaper lui. Non sa in quale parte del piane-

ta andrà a vivere.Gli ho parlato a lungo – appuntamen-

to telefonico in un luogo riservato in Ita-lia; io chiamavo dall’altra parte del mon-do – il 21 marzo scorso.

Per il nuovo libro, naturalmente. Zero

zero zero è l’atteso romanzo sulla cocaina,destinato a diventare bestseller mondia-le. In copertina, tre succulente piste dipolvere bianca, su un fondo nero brillan-

te che sembra davvero uno specchio.Iperrealistica, troppo vera. Se mettereteil libro sul tavolo in salotto, capace chearriva un amico miope, dice «grazie», ar-rotola la banconota da venti euro e poifa: «Ehi, ma che scherzo è questo?». Nonci sarebbe da stupirsi troppo: il primocapitolo è uno stupendo montaggio moz-zafiato di cento tipi umani che sniffanoquotidianamente. Non li vedi?

LE AVVENTURE DI BIANCA NEVE

(ZERO ZERO ZERO DI ROBERTO SAVIANO, PP.448éURO 18) é DA O0GGI NELLE LIBRERIE. LÕEDITOREFELTRINELLI HA FATTO UNA PRIMA TIRATURARECORD DI 500 MILA COPIE E SONO GIËMOLTE LE PRENOTAZIONI DEI LETTORI. A DESTRA UN RAGAZZO CON PEZZI DI COCAINA NON TRATTATA

CONTRASTO

COCAINA

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copertinaLE AVVENTURE DI BIANCA NEVE

muscolatura e i movimenti di un grossoanimale, e non lo direste scritto da ungiovane. Per le categorie in vigore, non •un romanzo perchŽ non ci sono perso-naggi di fantasia, e quindi • una non fic-

tion novel, secondo il canone di A sangue

freddo di Truman Capote. Nella linguaspagnola sarebbe un relato real, e ha unantecedente in Noticia de un secuestro,unÕinchiesta sulla Colombia del narco-traffico pubblicata nel 1996 da GabrielGarc’a M‡rquez.

Teatro del libro • il mondo, trasfigura-to completamente da una sostanza, equindi quasi impossibile da riconoscere equindi da accettare. Zero Zero Zero segueil metodo di Gomorra. Allora era un ra-gazzo in Vespa che girava per le landeanonime della Campania e scopriva checÕera qualcosa che non tornava. Troppisoldi. Troppi morti. Un piccolo prete dicampagna, ammazzato. Laboratori tessi-li clandestini, cocaina, kalashnikov, con-tainer, discariche di rifiuti, i misteri di ungrande porto. Aveva raccontato Çil siste-maÈ, che doveva rimanere segreto. Dalloro punto di vista Ð per i componenti delÇsistemaÈ Ð, Saviano era assolutamenteda uccidere. Faceva troppo danno. Il pre-sidente del Consiglio, che era anche ilsuo editore, disse che il libro faceva catti-va pubblicitˆ allÕItalia. E dire che era lasua gallina dalle uova dÕoro. Oh, quantoci teneva a che lÕItalia non fosse messa incattiva luce! Sarebbe anche stato dispo-sto a perderci dei soldi!

Zero Zero Zero, come denuncia, • Go-

morra al cubo. E Saviano sa che gli por-terˆ un sacco di guai. CÕ• un sacco digente che non avrˆ piacere di vedere ilsuo nome stampato: ci sono grosse ban-che con una reputazione. Brokers. Fami-glie. Gente di potere. Meccanismi rac-contati. Soldi contati. Çé tutto vero, il li-bro ha la disciplina del saggioÈ, mi diceSaviano. ÇE tutto • stato verificato, unanno di lavoro solo per le verifiche. Effet-tivamente ci sono molte notizie che pri-ma erano riservate e sicuramente i diret-ti interessati vorranno sapere da chi hoavuto queste informazioniÈ.Parliamo in gergo: pensi che Chapo Guz-

mán (capo del maggiore cartello messi-

cano) metterà un contratto su di te?

(ride). ÇE chi lo sa? Dipende da come ilettori prenderanno il libroÉ AllÕepoca diGomorra, i casalesi non erano nemmenoil centro della storia. Eppure furono loroa sentirsi attaccatiÉÈ. Come hai lavorato?

ÇHo incontrato molti pentiti o infiltra-ti nel narcotraffico. Ho viaggiato con lepolizie di mezzo mondo. Ho adottato fal-se identitˆ, nel libro uno lo ringrazio an-che, David Dannon: era il mio nome fal-so, mi ha dato sei mesi di libertˆ. Hoascoltato centinaia di registrazioni, hopassato mesi con agenti di polizia. Sonostato in diversi Paesi con mille accrocchi,perchŽ lÕingresso mi • stato praticamen-te vietato in molti posti per motivi di si-curezza; io in realtˆ dipendo per i mieispostamenti comunque dai carabinieri edalla volontˆ dei governi di ospitarmi.Dalla Spagna al santuario della Madon-na dei Polsi, nella Locride, la coca uniscetutte le geografie: una cosa che mi hannodetto, e che mi suona vera • la coca è una

pianta che cresce in Sudamerica, ed ha le

radici in Calabria. Ho osservato gli ar-rembaggi dei mossos d’esquadra catalanicontro le imbarcazioni dei narcos al largodella GuineaÉ L“ davvero mi sono senti-to Salgari, per˜ nella scrittura mi sonotrattenuto. Ma cÕera unÕepica in queiduelli, per salvare il caricoÉÈ.Lo scrittore è il protagonista?

ÇNo, forse lo era in Gomorra; un ra-gazzo impertinente che andava in giro inVespa, occupava la strada. Che confusa-mente sperava che bastasse raccontareper poter cambiare le cose. Adesso • di-verso. CÕ• un uomo diventato adulto, ed •in fuga. Per consolarmi dico che la mia •una fuga in avanti. Ci sono molte caser-me, in questo libro. CÕ• aria di caserma.Stanzette anonime. Incontri non uffi-ciali. E poi tantissimi verbali. Centi-naia di faldoni, pdf di mille pagineciascuno che ho studiato come i li-bri fotocopiati quando sei al-lÕuniversitˆ. Leggere, poi in-dividuare Òi nucleiÓ dellastoria, poi gli elementi cu-riosi, il modo di parlare. Seincontri uno Ôndranghetistache lavora in Lombardia edice in unÕintercettazione:

se semini spine non puoi camminare

scalzoÉ beh, a me viene da cominciare dil“. Poi ci sono le lettere, ne ricevo circatre alla settimana, persone dellÕambientedel narcotraffico, che vogliono che rac-conti la loro storia. Il lavoro, alla fine, •fatto di asciugare, controllare, tagliare. Ilcontrario del romanziereÈ. Ti ha cambiato?

ÇPurtroppo s“. Ho sub“to una meta-morfosi. Sono il pi• grande drogato dicocaina letteraria che ci sia, la vedo dap-pertutto. Nei rapporti sociali. NellÕecono-mia. Mi trovo a ragionare come un nar-cotrafficante, ad entrare dentro la suascala di valori. Chi mi sta vicino me lo hafatto notare. Non • che sia diventato pi•nervoso, o violento, ma mi dicono che so-no cambiato, unÕossessioneÉ Ho un pre-cedente, credo. Si chiama Joe Pistone,un agente infiltrato nella famiglia Gambi-no di New York, quello da cui hanno fatto

il film Donnie Brasco con Al Pacino. LÕhoconosciutoÉ La sua vicenda mi ha moltocolpito. E pensare che io volevo scrivereun libro come Stephen Hawking, trattareil narcotraffico come la fisica dellÕuniver-so, mantenere le distanzeÉ Non so se cisono riuscitoÈ. L’altra ossessione, Saviano la cita nel

libro: è quella del capitano Achab per

Moby Dick, la balena bianca, l’animale

che si trasforma in Definizione del Ma-

le, con la sua forza di attrazione, con il

suo invito al suicidio.

ÇCome Moby Dick, la cocaina scac-cia tutti gli altri dalla scena e si imponecome unico protagonista. La merce chedomina il nostro tempo, come era il Pe-

trolio per Pasolini, il cotone dei roman-zi sulla schiavit•, lÕoppio per gli inglesie gli indiani nel Mare di papaveri diAmitav GhoshÉ.È.

Saviano la studia: dove cresce, quan-do matura, come si essicca, quanto co-sta trasportarla, che profitto produce,quale nuova classe borghese fa nasce-reÉ Quando gli dico che, per questamaterialitˆ totale, • lÕultimo scrittoremarxista, mi sembra imbarazzato, manon scontento (ÇBeh, il metodo • quel-loÉÈ). Lo studio di una merce, la sua in-fluenza sul cambiamento umano, la di-rezione che imprime allÕeconomia, allafinanza, alla morale si dimostrano unargomento tuttÕaltro che freddo. AnziSaviano narra con passione.

Ecco il dimenticato Pablito Escobar, ilragazzo proletario e intraprendente diMedellin che, allÕinizio degli anni Ottan-ta, guadagnava mezzo milione di dollarial giorno, e segnava sul suo registro con-tabile 2.500 dollari al mese per gli elasti-ci con cui tenere unite le banconote;piuttosto che la prigione offr“ alla Colom-bia di pagare lÕintero debito estero delPaese. Ecco lÕinfiltrato della Dea, KikiCamarena, che fu ucciso dopo nove oredi torture; mandarono il nastro registra-to alla Dea e i poliziotti che lo ascoltaro-no vomitarono. Ecco la riunione del 1989ad Acapulco in cui i signori della coca sispartirono i territori, mentre noi Ð inge-nuoni Ð guardavamo allo sbriciolamentodel muro di Berlino e brindavamo alla fi-ne della storia. Ecco la filosofia di

O sei cieco o stai mentendo. ÇOppu-re, semplicemente, la persona che ne fauso sei tuÈ.

Ho visto un filmato di Saviano nellastamperia dove allestiscono le prime co-pie del suo libro. Le riprendeva conlÕiPhone. Lo si sente dire: Çé come assi-stere alla nascita di un figlioÈ. Negli stes-si giorni lÕho visto in un filmato dei fune-rali del capo della polizia Antonio Man-ganelli (un uomo che Ð se avesse avutotempo Ð avrebbe potuto scrivere un ma-gnifico romanzo sulla mafia, il potere, ilcoraggio). Saviano sfilava nel corteo fu-nebre Ð un ragazzo col bavero rialzatoper il freddo, scortato quasi a testuggi-ne, in mezzo alle autoritˆ; mi ha detto:ÇManganelli mi ha aiutato molto; mi haprotetto, mi ha difeso. Mi ha spiegato,quando mi rivolgevo a lui sullÕorlo di unacrisi di nervi, come fare per abbassare il

livello dell’ansia. Aveva un metodo, era unsaggio napoletanoÈ.

Poi ho visto che era stato consultatoda Bersani appena incaricato di formareil governo. E che Bersani, dopo lÕincon-tro, aveva promesso che il suo governoavrebbe messo la lotta alle mafie al pri-mo posto. Allora gli ho scritto una mail,per sapere se sarebbe diventato ministro(mica per altro, per regolarmi sul pezzoda scrivere) e ho ricevuto come risposta:ÇNon ceder˜ alle sirene dei ministeri,non • il mio mestiereÈ.

Ed ecco il libro. 444 pagine, sette annidopo Gomorra, il saggio-romanzo scrittoper Mondadori, il libro che ha cambiatoil modo di scrivere sulla realtˆ italiana,un calcio alla commedia, allÕintimismo eai cannibali, e che ha generato il migliorefilm italiano dai tempi del neorealismo:la gomorrah, la brutta vita, di RobertoSaviano - Matteo Garrone come La dolce

vita di Ennio Flaiano - Federico Fellini dimezzo secolo fa.

Zero zero zero • il famoso Çsecondo li-broÈ, quello che gli autori temono di pi•,perchŽ il mondo li sta aspettando al var-co. é edito da Feltrinelli, chelo ha voluto come Çlibro inter-nazionaleÈ da mettere accanto ai suoigioielli di famiglia, pronto ad essere lettoin decine di lingue. LÕidea • grandiosa; ilprotagonista e signore del mondo • una

PABLO ESCOBAR (1949-1993),AL CELEBRE CAPO DEL CARTELLO

DI MEDELLIN, GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZDEDICÒ UN LIBRO-INCHIESTA

CHE HA ISPIRATO SAVIANO

UN MILITARE DELLA MARINA

NICARAGUENSE DURANTE UN GRANDE SEQUESTRO

DI DROGA NEL 2009

foglia, che diventa una pasta, che diventauna polvere, che diventa una merce dellaquale masse sterminate non possono pi•fare a meno. Una sostanza vietata che bi-sogna produrre, spostare, distribuire,vendere e che produce soldi come nessu-nÕaltra merce. Neanche il petrolio le stadietro; gli iPhone sono una bazzecola. Famuovere eserciti, determina colpi di sta-to, spappola le democrazie, costruiscecittˆ, salva o affonda le banche, plasmanuove borghesie, fidelizza i suoi consu-matori senza bisogno di grandi esperti dimarketing, • giudicata indispensabileper la carriera e per il sesso (in realtˆuna professionista del ramo spiega effi-cacemente allÕautore Çla trasformazionedel cazzo in cadavereÈ come effetto del-lÕuso cronico della coca), spinge allÕomici-dio di massa, mostra lÕesistenza vera delcuore di tenebra della natura umana, il-lude, poi travolge, ordina, dominaÉ

Zero zero zero • un libro potente, con la

Il filmGomorradi Garrone• la Brutta vitacinquantÕannidopo la Dolcevita di Fellini

In questolibro, comeMoby Dick, la cocainascaccia tutti e resta unicoprotagonista

AP

CORBIS

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copertinaLE AVVENTURE DI BIANCA NEVE

vita e di leadership insegnata da un ca-

po anonimo (ma che sembra molto Pa-

squale Condello, il Supremo della Ôndran-

gheta), per imparare a comandare:

ÇDiffida di tua moglie, ti tradiranno i

tuoi figliÈ, Çnon essere sensibile nel tuo

corpo, ma non trasformarlo in una bel-

vaÈ. Oppure la biografia di Salvatore

Mancuso, figlio di un contadino di Sapri

che divenne il capo degli squadroni del-

la morte colombiani; gli sconosciuti Pa-

squale Locatelli e Roberto Pannunzi,

broker coscienziosi, uno di Bergamo e

lÕaltro di Roma; il marmista che spost˜

tonnellate di coca al porto di Gioia Tau-

ro; lÕascesa sociale di una reginetta di

bellezza, i nomi dei cani pi• bravi a snif-

fare e i cani senza nome riempiti di dro-

ga e uccisi; il collaboratore

Bruno Fuduli che fece seque-

strare tonnellate di cocaina e

venne lasciato solo con i suoi

debiti a gridare su una piaz-

za di Vibo Valentia; lÕistituto

della decapitazione pubblica

delle spie ufficializzato dai

cartelli messicani, come par-

te del loro Narco Stato; la

vecchia Griselda, pioniera

del traffico, giˆ padrona di

Miami, assassina dei suoi

mariti, che in carcere ordi-

nava sesso ai giovanotti e

aveva un cane di nome Hi-

tlerÉ. Il libro di Saviano non

vi fa mancare niente. Com-

presi i due ritratti finali di

giornalisti, uno in Messico e

uno in Guatemala, che vole-

vano far sapere le cose e finirono am-

mazzati. Un triste omaggio alla voglia di

raccontare.

Siate voi consumatori (a proposito:

Milano • indicata tra i top del consumo

mondiale), siate voi amici alla lontana di

uno che conosce un pusher, siate voi in-

genui sottoscrittori di un hedge fund che

vi ricompensa bene in tempi di crisi, sia-

te voi consiglieri comunali in Calabria o

in Brianza, questo libro farˆ fremere Ð •

il caso di dirlo Ð le vostre narici.

Chiedo a Saviano.

Pensi che dopo questo libro dei consu-

matori decideranno di smettere?

ÇFrancamente, no. La cocaina non

riesce a far paura fisicamente. La sua

forza • quella di essere una droga che sta

nella vita. Con lÕeroina morivi, con la co-

caina, no. O meglio hai la sensazione che

puoi gestirtela. Questo ne fa il prodotto

che •. Anzi, quando descrivo quella di ot-

tima qualitˆ, sono cosciente di favorire la

domandaÈ.

Il narcotraffico può essere battuto con

la repressione?

ÇTemo di no. LÕinfiltrazione nei cartel-

li • finora lÕarma pi• efficace, ma lÕimpre-

sa • improba. La potenza finanziaria del

narcocapitalismo • oggi immensa. Idem

la sua capacitˆ di corruzioneÈ.

Ti senti portatore di una missione? Ti

senti uno scrittore moralista?

ÇNo, non ho missioni.

Quando sono in tv magari

posso sembrarlo perchŽ vo-

glio raccontare, e inevitabil-

mente indichi chi sono i buo-

ni e chi sono i cattivi. Sulla

pagina scritta, no. I narco-

trafficanti che descrivo, alcu-

ne volte, sono delle specie

strane, gli ultimi calvinisti del

ventunesimo secolo. Sento

lÕimpotenza, sento la solitudi-

ne, lÕossessione di raccontare:

confesso tutto nellÕultimo ca-

pitolo, spero che non mi tro-

vino ridicoloÈ.

Quanto durerà l’era della

cocaina?

ÇMolto tempo. LÕunica

possibilitˆ di interromperla •

la legalizzazione. Non sareb-

be una cosa buona, perchŽ si renderebbe

accessibile a tutti una sostanza che fa

male, molto male, ma farebbe crollare

tutto lÕimpero del narcotraffico immedia-

tamente. Ma non succederˆ. Dovremo

convivere, purtroppo. Contrastare fin

quando • possibileÈ.

Zero zero zero* • un libro fascinoso e

pericoloso: per narrazione, ritmo, e con-

tenuto. Alla fine, sappiate che non vi farˆ

star bene. E pensate che lÕautore sta peg-

gio di voi.

* La spiegazione del titolo • nellÕultima riga:

000 • la farina di migliore qualitˆ.ENRICO DEAGLIO

A voltemi sento come Joe Pistone,lÕagenteinfiltrato nella famiglia

La ÇnecropoliticaÈ, concetto

elaborato negli ultimi sei an-

ni in Messico, codificato do-

po il morto numero settan-

tamila, • il Çmutamento de-

gli equilibri di potereÈ attra-

verso una scia di cadaveri mutilati. Ro-

ba da far impallidire i Borgia. Il primo

frutto di questo nuovo scenario, pro-

dotto dalla lunga faida tra narcos, • sta-

to lÕistituzione su larga scala delle co-

siddette Çmacchine da guerraÈ. Si trat-

ta di gruppi stabili di armati, che si

muovono al riparo di apparati statali.

Possono essere trafficanti o squadroni

della morte. In ogni caso, come lanzi-

chenecchi, occupano cittˆ, eliminano

nemici, massacrano innocenti.

Il teatro in cui si muovono • la fron-

di PIERO MELATI

PARLA DIEGO ENRIQUE OSORNO, IL SAVIANO LATINOAMERICANO. È L’AUTORE DI UN’INDAGINE (CHE ORA ESCE IN ITALIA) SU UN PAESEDOVE L’OMICIDIO È ALL’ORDINE DEL GIORNO. E LUI NE SA QUALCOSA

stas uccisi per aver osato denunciarli.

ÇHo controllato il mio elenco di persone

conosciute e uccise in questo contesto.

Ne ho contate quindiciÈ ricorda Osorno.

Lui stesso ha rischiato la pelle quando,

il 15 agosto del 2011, si • inoltrato a Nue-

vo Laredo, una delle culle degli Zetas.

Voleva scrivere la storia della caccia per

uccidere Joaqu’n El Chapo Guzm‡n,

acerrimo nemico degli Zetas e capo del

cartello di Sinaloa, il narcos pi• ricerca-

to e potente del pianeta.

PerchŽ si chiamano Zetas, ovvero

Çquelli dell'ultima lettera dellÕalfabetoÈ?

ÇPerchŽ dopo di loro non cÕ• pi• nullaÈ

spiega Osorno. Niente li emoziona. A

parte i soldi. Vivono solo per asfaltare (in

gergo ÇammazzareÈ). La loro cittˆ •

Monterrey, in testa alla classifica

tiera che divide gli Stati Uniti dalle re-

gioni messicane di Nuevo Le—n e del Ta-

maulipas. Negli ultimi anni questa fetta

del nordest ha soppiantato Tijuana o

Ciudad Ju‡rez nellÕimmaginario univer-

sale del terrore. Qui, nella Frontera Chi-

ca, al confine tra Tamaulipas e Texas,

allÕinizio degli anni Zero, sono nati gli

Zetas, la mutazione genetica del crimi-

ne. Il cronista che li racconta si chiama

Diego Enrique Osorno, autore di un re-

portage di Çgiornalismo narrativoÈ (Z,

la guerra dei narcos, Nuova Frontiera, in

libreria dal dieci aprile). Osorno ricorda

di aver dedicato al tema settemila arti-

coli in dieci anni. Dice: ÇFaccio parte

della generazione Zeta. La guerra degli

Zetas ci ha segnatoÈ. Sono stati pi• o

meno suoi coetanei i sessanta periodi-

NEL SEGNO DI ZETAIN MESSICO LA VITAADESSO VALE ZERO

SOPRA, LA SANTISSIMA MUERTE

FOTOGRAFATA DAL GIORNALISTA DIEGO

ENRIQUE OSORNO (SOTTO).

A SINISTRA, IL SUO LIBRO

EDITO DA NUOVA FRONTIERA

(Z, LA GUERRA DEI NARCOS, PP.382, EURO

15, TRADUZIONE DI FRANCESCA BIANCHI)

DALL’ ALTO, UN MURO DI MONTERREY

CON UNA SCRITTA DEL GRUPPO ZETA.

SOPRA DUE UOMINI UCCISI

E UNA MANIFESTAZIONE ANTI-NARCOS,

SEMPRE A MONTERREY. GLI ADULTI SONO

COPERTI PER NON RISCHIARE VENDETTE

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26 I L V E N E R D I D I R E P U B B L I C A

mondiale del consumo pro-capite di Co-ca Cola, che loro mischiano con il crystal

meth, la più micidiale delle metanfetami-ne, carezzando gli amatissimi cuernos de

chivo, i mitra Ak-47, che servono a pro-teggere le spedizioni verso Ibiza dellepasticche prodotte a Tierra Caliente, nelMichoacán. Non più mariujana, non solococaina, dunque. Ma pillole e gocce per ilpopolo delle discoteche.

Osorno è cresciuto con l’insegna-mento di un vecchio cronista della Fron-

tera Chica: «Il miglior giornalismo èquello che non sei costretto a fare da tremetri sotto terra, per aver fatto troppedomande su “quelli dell’ultima lettera”».Qui anche i muri hanno orecchie. Zetasha fatto come la mafia in Sicilia, comeHamas nella striscia di Gaza: occupa-zione del territorio in cambio di servizi.Se i commercianti versano il pizzo, peresempio, fisco, polizia federale e delin-quenti comuni smettono di assillarli.Anche questo li ha resi leggendari, tan-to da scatenare il fenomeno dei narco-

corridos: inni dedicati alle loro imprese,come favole moderne di pupi siciliani.Beto Quintanilla, cantante di Nuevo Le-ón, si faceva fotografare nelle copertinedei dischi mentre sparavacon un kalashnikov.

«Essere uno Zeta» spiegaOsorno «significa dare sem-pre nell’occhio». Vestono dinero, girano su Suv blindati,non portano mai capelli rasa-ti, sanno maneggiare ogni ti-po di arma, dalla nove milli-metri ai missili terra-aria, dailanciagranate ai fucili d’assal-to MP-5. Un privilegio dei loro «coman-danti» è la semiautomatica Hertal, diproduzione belga, chiamata la strana ol’ammazzasbirri. Quasi interamente inplastica, leggera come un’arma ad ariacompressa, spara proiettili in grado diperforare ogni blindatura. Roba chespinge gli Zetas a definire la famosa 355Magnum del subcomandante Marcos«una specie di giocattolo».

Quando, il 31 gennaio del 1979, Gio-vanni Paolo II visitò Monterrey, avrebbemai potuto immaginare tutto questo?Ancora nei Novanta, la città era un luogo

di relax. I boss dei narcos ci andavano invacanza. Poi il cartello di Sinaloa e quel-lo del Golfo (le due principali formazionidi narcotraffico) hanno cominciato a far-si la guerra. Gli Zetas, in origine, eranola scorta di Osiel Cárdenas Guillén, ilboss del Golfo. Provenivano dai repartimilitari d’élite addestrati negli Stati Uni-ti, specializzati in tecniche di combatti-mento, spionaggio e strategie controri-voluzionarie. Quando il boss del Golfo

venne arrestato, nel 2003, illoro comandante HeribertoLazcano, ex capitano di fan-teria e disertore, decise dimettersi in proprio. E prestostabilì un record: mai al mon-do organizzazione criminaleha reclutato tanti ex militariprovenienti da gruppi specia-li delle forze armate. Risulta-to? Nel febbraio del 2010 il

cartello del Golfo era stato distrutto.Tutti gli altri, Sinaloa in testa, dovetteroallearsi per combattere gli Zetas.

Nella primavera del 2012, 49 torsiumani vennero gettati in una strada iso-lata nell’area industriale di Cadereyta.«Quel massacro sembrava opera diun’altra specie biologica, arrivata dachissà dove» spiega Osorno. Persino gliinviati dell’emittente araba Al Jazeera,abituati alle autobombe, dovettero scap-pare dalla zona. Presto il mondo capìche per Zetas non c’era nulla di più «an-tiquato» che uccidere con un semplice

colpo alla nuca. E questo avvenne graziea un blog, quello del Narco, e ai video ca-ricati su youtube, specializzati in fotogra-

fia narca. Accanto ai pistoleri, per la pri-ma volta, spuntarono così gli uomini delcriminal marketing. Artisti visivi che«hanno uno sguardo necropornografico»su orrori e torture. Li riprendono e poi limettono sul web. Nel 2011, a Nuevo La-redo, hanno mutilato due blogger ven-tenni. Non erano graditi. Periodicamen-te, espongono in strada striscioni con unnumero di cellulare, invitando soldati eex militari ad arruolarsi negli Zetas.

Durante la guerra a Ciudad Mier, nelfebbraio del 2010, distribuirono volantinialla popolazione: «Non uscite, vi preghia-mo di lasciarci lavorare». Gli avversaririsposero con un canto hip hop, intitola-to El reto (La sfida): «Coraggio ragazzi,non è un giochetto, premiamo noi il gril-letto». A San Fernando, il 23 agosto 2010,vennero trovati i cadaveri di 72 migranti.Prima del massacro, gli Zetas avevanooccupato le strade con i «branchi di au-to»: gruppi di 40 pickup, ogni brancocomposto da 160 ex militari. Ma si am-mazza solo il martedì. Perché? È il gior-no in cui si fanno le offerte alla Santissi-

ma Muerte, figura a forma di scheletrocon la falce in mano, detta la Jefa o laFlaquita (la «secca»). La morte elevata areligione. L’orario preferito per il matta-toio? Tra le sette e le dieci. È la fascia deitelegiornali più seguiti.

Duranteuna guerrainterna ai Narcos, si pregava la gente di nonuscire di casa

PIERO MELATI

UNO STRISCIONEDELLA CAMPAGNA DI RECLUTAMENTO PER NARCOTRAFFICANTI. DICE: « CERCASI MILITARI O EX MILITARI, OFFRIAMO BUONA PAGA, CIBO E PROTEZIONE PER LA TUA FAMIGLIA. NON SOFFRIRAI PIÙ MALTRATTAMENTI NÉ FAME. ASTENERSI PERDIGIORNO.PER CONTATTI, TEL....». IL FOTOGRAFO CHE HA SCATTATO QUESTA FOTO È SCOMPARSO

LE AVVENTURE DI BIANCA NEVEcopertina