Club Alpino Italiano Sezione di Parma 10° CORSO ESCURSIONISMO AVANZATO PROGRAMMAZIONE e CONDUZIONE...
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Club Alpino Italiano Sezione di Parma
10° CORSO ESCURSIONISMO
AVANZATOPROGRAMMAZIONE e PROGRAMMAZIONE e
CONDUZIONECONDUZIONEDI UN'ESCURSIONEDI UN'ESCURSIONE
-2008-
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La fase di preparazione di una
escursione costituisce un momento di
importanza fondamentale che
condiziona lo svolgimento ed il
successo dell’escursione stessa.
E' possibile sintetizzare i
comportamenti da tenere nelle diverse
fasi dell’escursione, dalla mera
programmazione alla vera e propria
conduzione.
Nello schema che segue si articolano i
comportamenti da tenere nelle varie
fasi dell’attività.
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Prima di entrare nei termini spiccioli della questione, preme fare un breve inciso sulla documentazione:
- Internet da usare con oculatezza: spesso
le informazioni sono prezzolate dagli
operatori economici
- Guide da confrontare autori diversi ed un
autore su percorsi già conosciuti (...per
farci la gamba)
- Cartografia esiste un mondo che,
fortunatamente, si sta perfezionando. Si
consigliano le edizioni in scala 1:25.000
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Meteo Terreno Gruppo
A casa - Bollettino meteo - Informazioni locali
- Carta 1:25.000 - Documentazione - Pianificazione del percorso - Confrontarsi con chi ha conoscenza diretta
- Chi, quanti partecipanti? - Equipaggiamento (anche
il presunto superfluo) - Cura delle condizioni
fisiche ed esperienze
In ambiente (luogo di partenza)
- Manifestazioni meteo reali
- Previsioni
- Le condizioni di percorribilità del sentiero sono quelle attese?
- Segnaletica - Condizioni di manutenzione
- Condizioni fisiche e motivazioni del gruppo
- Equipaggiamento occorrente (eliminare il superfluo)
Durante l’escursione
- Evoluzione meteo - Variazioni barometriche e/o altimetriche
- Perdita di tempo: terreno difficile, guadi, difficoltà improvvise
- Pericoli oggettivi e soggettivi
- Vie di fuga
- Disciplina del gruppo e responsabilità dei singoli
- Tecnica di marcia - Assistenza al gruppo - Aspetti didattici
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Lasciato il rifugio in direzione est CAI 625, si supera Forcella Vallone 11 (2180) e si scende nel vallone Riobianco dove è il bivacco Gorizia 2 2 (1950). Si scende ancora sino a quota 1625 33 ove si trova il bivio CAI 630 per Forca Riobianco (1860) “sen-tiero Puppis”. Passata la Forca 44 si scende nella Valle Riofreddo (tratti attrezzati) sino a raggiungere 55 il 618 che si segue in salita in direzione ovest. Superata Sella Carnizza 66 (1767) in breve si scende al Pellarini 77 (1499).
Durata ore 6Dislivello 858, 1233Difficoltà EE con brevi
tratti EEA.
11 2233
44
55
6677
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11.. il sentiero Puppis risulta non attrezzato
2. 2. le condizioni meteo cambiano
3. 3. piove a dirotto
4. 4. S.Carnizza si reputa im-praticabile per difficoltà e dislivello. Si va a S.Prasnig
5.5. il meteo migliora: si torna? no! S.Carnizza non da affidamento
6.6. il meteo peggiora
7.7. è tardi, non si riesce a comunicare con il rifugio. Si allunga un messo...
8.8. … che raggiunge il Pel-larini in 10h30, il gruppo dopo 1h30. morale...
11
223344
55
66
77
88
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Pianificazione del percorso:
- valutazione del grado di difficoltà;- calcolo dei tempi di percorrenza;- individuazione dei punti di appoggio (bivacchi o simili);- recapiti dei rifugi (telefono, email - prenotare!)- numeri utili (Soccorso Alpino, taxi, aziende di soggiorno, sezione CAI, …)- vie di fuga;- percorsi alternativi;- valutazioni logistiche:
- strade- possibilità di transito e accesso
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In funzione dell’itinerario prescelto, è
opportuno avere una certa omogeneità
dei partecipanti in merito alle seguenti
caratteristiche:
- esperienze
- capacità tecniche
- affiatamento
- condizioni fisiche
Se necessario, i singoli partecipanti o
alcuni di essi devono essere in grado di
gestire, unitamente al responsabile
dell’escursione, situazioni critiche.
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La somma delle condizioni fisiche dei
singoli non necessariamente corrisponde
alla condizione del gruppo. Infatti, in tale
realtà sociale si innescano delle
dinamiche collettive che occorre valutare
attentamente.
L’effetto “gregge” può provocare
situazioni inattese che potrebbero
compromettere la conduzione
dell’escursione.
Occorre sempre mantenere alta
l’attenzione e la tensione del gruppo
lavorando sui singoli partecipanti.
Il rilassamento o la disattenzione è un
pericolo da evitare.
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1.Prima della partenza:
- controllo dell’equipaggiamento
- valutazione delle condizioni fisiche
- informare il gestore del rifugio circa il
nostro itinerario
2. Durante la marcia:
- partenza lenta
- andatura il più possibile costante
- adeguare la marcia sul più debole
- verifica della reazione dei partecipanti
- evitare soste troppo lunghe
(raffreddamento)
- verifica saltuaria della propria
posizione
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Spesso ci vuole più coraggio a rinunciare
che ad arrivare in vetta!
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Grafico svizzero
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Scala delle difficoltà escursionistiche
• T = turistico. – Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi ben evidenti e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Costituiscono di solito l’accesso ad alpeggi o rifugi. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e una preparazione fisica alla camminata.
• E = escursionistico. – Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri, oppure su tracce di passaggio in terreno vario (pascolo, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti o attrezzati. Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, o tratti brevi e non faticosi né impegnativi grazie ad attrezzature che però non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico. Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del territorio montuoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamenti adeguati.
• EE = per escursionisti esperti. – Si tratta di itinerari generalmente segnalati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido. Terreno vario, a quote relativamente elevate. Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche quali percorsi attrezzati. Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente alpino; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate. Per i percorsi attrezzati è inoltre necessario conoscere l’uso di dispositivi di autoassicurazione quali moschettoni, dissipatore, imbragatura, cordini.
• EEA = per escursionisti esperti con attrezzature. – Dizione relativa a certi percorsi attrezzati o vie ferrate, al fine di prevenire l’escursionista che l’itinerario richiede obbligatoriamente l’uso di dispositivi di autoassicurazione.
(tratto da G.Buscaini, Guida ai Monti d’Italia – Monte Rosa, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, Milano, 1991).