Claudio Magris- Pipi Per Strada

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  • 7/30/2019 Claudio Magris- Pipi Per Strada

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    CORRIERE DELLA SERA 31 agosto 2008

    LE RONDE E LA REPRESSIONE DI UN FENOMENO CHE FIGLIO DEI TEMPI

    Il vizio malinconico di farla franca

    Eclissi dei vespasiani, abuso di birra e menefreghismo: cosdilaga la moda maleducata della pip per strada

    Mal comune, mezzo gaudio. Anche il malumore, se condiviso, perde lacida malinconia della solitudine edellidiosincrasia individuale, si alleggerisce, non ha pi la bocca storta del suscettibile condomino disturbato dachiasso dei bambini del vicino, ma piuttosto lallegro e sboccato brontolare di una camerata di soldaticonsegnati in caserma. Cos il malumore diventa quasi buonumore, come nelle scolaresche punite di un tempo,quando a scuola esistevano le punizioni e non ancora i Consigli dei genitori. Condivido dunque con animo serenoil malumore dei miei concittadini, dei cittadini di Trieste, per labitudineevidentemente sempre pi diffusa nelmia citt di fare la pip in strada, per la moda che induce come denuncia lassessore comunale ai Lavori

    pubblici, Franco Bandelli i giovanotti maleducati di buona famiglia ad andarla a fare sui muri, sui portoni esulle vetture parcheggiate.

    Ci conseguenza non tanto della progressiva scomparsa dei vecchi e gloriosi vespasiani, travolti dalleristrutturazioni e dai lavori pubblici quanto del crescente consumo di birre, di una minore sensibilit morale neiconfronti della minzione allaperto (non pi sentita quale trasgressione, al pari di altre abitudini un temposocialmente riprovate e ora socialmente accettate) e del numero insufficiente di forze dellordine (specie poliziamunicipale) preposte alla repressione del reato ovvero a infliggere le multe recentemente stabilite dal Comune dTrieste per chi piscia sulla pubblica via. A dire il vero, non mi ero accorto di questo dilagare del fenomeno e nonmi capita di vederne tante tracce per le strade, ma si tratta evidentemente di una mia distrazione o forse delcolpevole egoismo del letterato, insensibile ai bisogniin senso letterale e traslatodella comunit. Delle trecause principali del deplorevole costume, il declino del vespasiano forse la pi importante.

    Il problema, tuttavia, non solo triestino, anche se Trieste, citt importante e mitteleuropea ma pursempre di provincia, si trova ad affrontare in ritardo unemergenza che aveva colpito Milano gi nel 1981,emergenza descritta con esilarante umorismo e sbrigliata fantasia linguistica da Alberto Cavallari in quelmagistrale caleidoscopio che il suo Vicino&Lontano. Scomparso o sempre pi raro il vecchio tempietto verde peraltro deprecabilmente maschilista, perch offriva ristoro unicamente alluomo in piedi le autoritmilanesi dellepoca, assediate come un castello medioevale dal fossato sempre pi pieno dacqua e allaffannosaricerca di rimedi, pensarono a un certo momento di acquistare i nuovissimi cessi elettronici installati a Parigi daChirac allora sindaco della Ville Lumire; forse insinuava Cavallari perch ossessionati dallinvidia perlammirata modernit o postmodernit del Beaubourg. Il desiderio di innovazione tecnologica era ed tuttavia

    vivo pure a Trieste; infatti gi anni fa lassessore comunale Paolo Rovis aveva proposto di installare alcuniapparecchi Urilift, lorinatoio cilindrico a scomparsa.

    Non per forse un caso che Milano abbia lasciato perdere lidea parigina, forse per il timore chelautomatismo del vespasiano francese, il quale scatenava un mulinello purificatore di acqua e detersivi, in caso dguasto potesse scattare troppo presto e investire lutente. Se tali guasti fossero stati frequenti, avrebberoprovocato proteste e turbato la pace sociale. Il secondo fattore, la birra, ha una pesante incidenza; non solo per uprocesso meramente fisiologico, comune a ogni liquido, ma per un rapporto in questo caso privilegiato tralimmissione e lemissione del liquido, attestato da quel gentiluomo inglese il quale si chiedeva pensoso se era piintenso il piacere di bere la birra o di espellerla poco dopo. Ma sul consumo di birra, a parte i minorenni, nullapu lautorit in un Paese liberale, oltretutto sempre pi permeato di ideologie radicali avverse ad ogniproibizionismo. Resta, fondamentale, lintervento delle forze dellordine, della legge, che, come noto, non puimpedire materialmente i reati, ma pu scoraggiarli con la loro sanzione.

    Ma qui che scatta lallarme, perch lorganico della polizia municipale scarso, gi difficile pattugliare lestrade, i sindacati sono contrari a estendere le mansioni e a prolungare lorario di lavoro dei vigili per ronde

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    anti-pip, non ci sono fondi per straordinari, dopo le due di notte i vigili urbani non lavorano pi e quel compitospetterebbe dunque alle volanti e ai carabinieri, i quali possono avere buoni motivi per ritenere di essere destinaa evitare altri e peggiori guai. In ogni caso il sindaco Alemanno, alle prese con stupri e violenze dogni genere nelsua Babele, invidier il collega triestino e anche noi triestinicontinenti, incontinenti o multati potremorallegrarci di avere pi probabilit, la notte, di imbatterci in uno screanzato mingente che in uno stupratore.Trieste tuttavia ha un problema in pi rispetto a Milano: il mare, luogo per eccellenza in cui orinare tacitamentaccettato ma non perci meno disdicevole, quale profanazione di quel paesaggio ed elemento del mondo che pidogni altro evoca linfinito, leros, il divino.

    Secondo unantica tradizione portoghese pisciare in mare peccato, sia pure veniale. Ma come individuar

    i trasgressori? Nella Londra del Settecento era proibito fare la pip nel Tamigi, ma sorveglianti appostati sulle susponde potevano facilmente cogliere i colpevoli sul fatto, come tutori della legge incuranti degli spruzzi dognigenere, avrebbero potuto farlo allepoca del mio liceo, quando il mare invernale infuriato dalla bora copriva ilmolo Audace e gelava ed era un rito virile andare in cima al molo sfidando il ghiaccio scivoloso, rischiando difinire fra le onde, e orinare in mare senza preoccuparsi della direzione del vento. Ma quando la si fa in mare,stando sottacqua? Impiegare subacquei, sommozzatori, palombari? Le volonterose ronde leghiste sarebberosicuramente disposte a supplire alla mancanza di vigili urbani nelle ronde anti-pip, ma la loro provenienzageneralmente terragnola le rende inadatte a operazioni sottomarine. Certo, dover rassegnarsi allineluttabilemette un po di malumore...

    Claudio Magris