Cino Zucchi, Serena Maffioletti, - Gizmo · 2018. 8. 29. · Cino Zucchi Chiesa “Resurrezione di...
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Cino Zucchi, Serena Maffioletti,
Un progetto per la periferia milanese, 1979
(tesi di laurea al Politecnico di Milano, relatori E. Battisti e N. Voceri)
Cino Zucchi, Serena Maffioletti,
Un progetto per la periferia milanese, 1979
(tesi di laurea al Politecnico di Milano, relatori E. Battisti e N. Voceri)
Cino Zucchi, Serena Maffioletti,
Un progetto per la periferia milanese, 1979
(tesi di laurea al Politecnico di Milano, relatori E. Battisti e N. Voceri)
Cino Zucchi, Serena Maffioletti,
Un progetto per la periferia milanese, 1979
(tesi di laurea al Politecnico di Milano, relatori E. Battisti e N. Voceri)
Cino Zucchi, E. Battisti, ed altri
Concorso per l’Operà de la Bastille
Parigi 1983
Cino Zucchi, con F. Veronesi,
Concorso nazionale per un centro culturale e sportivo
Botticino 1987
Cino Zucchi, con F. Veronesi,
Concorso nazionale per un centro culturale e sportivo
Botticino 1987
Cino Zucchi, con F. Veronesi,
Concorso nazionale per un centro culturale e sportivo
Botticino 1987
Studio Gregotti Associati
Università della Calabria
Cosenza
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Parcheggio e guardiola
Casorezzo 1981-1983
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Parcheggio e guardiola
Casorezzo 1981-1983
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Parcheggio e guardiola
Casorezzo 1981-1983
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Parcheggio e guardiola
Casorezzo 1981-1983
«L'unione tra parti e materiali diversi è risolta
attraverso una semplice giustapposizione, che ne rivela
l'alterità reciproca più che tentare di risolverla in una
sintesi disegnata, in una continuità armonica. Il lavoro
progettuale appare così più come un processo di
descrizione che di risoluzione. » [Cino Zucchi]
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Parcheggio e guardiola
Casorezzo 1981-1983
Robert Venturi
Headquarters Building
Penn 1960
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Edificio per uffici
Casorezzo 1982-1984
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Edificio per uffici
Casorezzo 1982-1984
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Edificio per uffici
Casorezzo 1982-1984
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Edificio per uffici
Casorezzo 1982-1984
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Edificio per uffici
Casorezzo 1982-1984
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Edificio per uffici
Casorezzo 1982-1984
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Edificio per uffici
Casorezzo 1982-1984
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Edificio per uffici
Casorezzo 1982-1984
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Edificio per uffici
Casorezzo 1982-1984
R. Venturi, D. Scott Brown, S. Izenour
Learning from Las Vegas
1972
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Spaccio dipendenti e magazzino di un’industria tessile
Casorezzo 1984-1987
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Spaccio dipendenti e magazzino di un’industria tessile
Casorezzo 1984-1987
Il progetto recupera le vecchie colonne in ghisa
un magazzino preesistente, abbattuto da un
nubifragio, rimettendole in opera come
struttura per una tettoia in ferro e alluminio che
distingue la parte commerciale da quella di
deposito merci. [Cino Zucchi]
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Spaccio dipendenti Bassetti
Milano 1987-1988
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Spaccio dipendenti Bassetti
Milano 1987-1988
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Spaccio dipendenti Bassetti
Milano 1987-1988
Icona e figura
Cino Zucchi, Roberto Giussani,
Spaccio dipendenti Bassetti
Milano 1987-1988
«L'icona della fabbrica - o meglio di un suo
frammento in città –è esibita
nell'artificio retorico
dell'espressione costruttiva»
[C. Zucchi, R. Giussani]
Icona e figura
«Vent’anni fa Robert Venturi teorizzava una separazione
tra la dimensione funzionale dell’architettura e quella
comunicativa; quest’ultima avrebbe coperto tutti i livelli
di significato. […] Stiamo oggi celebrando il funerale di
alcune di queste teorie, o meglio degli esiti sparsi della
loro volgarizzazione; alcuni dei problemi sollevati tuttavia
appaiano ancora inevasi, in particolare quello della
relazione tra piani diversi del fenomeno architettonico,
della sua doppia natura di oggetto e segno, di manufatto
fisico e prodotto culturale, sottoposto quindi a forse e
interpretazioni potenzialmente contraddittorie. »
[Cino Zucchi, 1991]
Cino Zucchi, Francesca Cadeo, Monica Lattuada,
Asnago e Vender. Architetture e progetti 1925-1970
Skira, Milano 1990
Cino Zucchi
Condominio XXI Aprile a Milano (1951-53)
Genova 1993
In un’epoca di manifesti e di appelli Asnago e Vender
non hanno lasciato pressoché alcuna testimonianza scritta
del loro credo architettonico, né si sono cimentati nelle
avventure saggistiche o teoriche che spesso occupavano i loro
colleghi. […] Sono queste le componenti milanesi di un
professionismo colto, che elabora una posizione sull’architettura
nel silenzio dello studio e nel cantiere, nella realtà della
costruzione, nel confronto giornaliero con il tema.
[Cino Zucchi]
In un’epoca di manifesti e di appelli Asnago e Vender
non hanno lasciato pressoché alcuna testimonianza scritta
del loro credo architettonico, né si sono cimentati nelle
avventure saggistiche o teoriche che spesso occupavano i loro
colleghi. […] Sono queste le componenti milanesi di un
professionismo colto, che elabora una posizione sull’architettura
nel silenzio dello studio e nel cantiere, nella realtà della
costruzione, nel confronto giornaliero con il tema.
[Cino Zucchi]
Essi usavano così bene il lessico razionalista proprio
perché razionalisti non erano: e non si sentivano
vincolati a quei dettami pateticamente confusionari (la
forma segue la funzione, il bello è solo nell’utile e così
via) che ridussero il razionalismo all’aridità meccanica di
stile internazionale per architetti svogliati. La loro
architettura non si presta alle contrapposizioni
ideologiche tra progressismo funzionalista e passatismo
disimpegnato. [Renato Airoldi]
Mi sembra piuttosto significativo che il primo
importante articolo di riscoperta di Asnago e Vender sia
stato pubblicato su Quaderns e quindi in una
dimensione internazionale di revisione critica del
moderno attraverso figure peculiari come quelle, per
limitarci al campo spagnolo, di Coderch e de la Sota. Mi
pare che le tematiche affrontate da alcuni lavori di
quest’ultimo, in particolare nell’edificio del Gubierno
Civil di Tarragona, possono essere in qualche modo
paragonate al lavoro di Asnago e Vender.
Cino Zucchi
Cino Zucchi
Guardiola e Magazzino automatizzato COROB
S.Felice (Mo) –1998-1999
Cino Zucchi
Guardiola e Magazzino automatizzato COROB
S.Felice (Mo) –1998-1999 «Insieme con il “monolite” in cemento e vetro
della nuova guardiola, lo schermo risponde
alla necessità di generare figure semplici n
ella confusione del tessuto industriale della
Pianura Padana.»
[C. Zucchi]
Cino Zucchi e Park Associati
Salewa headquarter
Bolzano 2007-2011
Cino Zucchi e Park Associati
Salewa headquarter
Bolzano 2007-2011 « Il tema funzionale -un grande magazzino, uffici,
un asilo, una cafeteria e una palestra di roccia
interna- è articolato seguendo il desiderio del
cliente di avere una rappresentazione del brand
della compagnia, leader europeo della passione
per la montagna.
[C. Zucchi]
Cino Zucchi e Park Associati
Salewa headquarter
Bolzano 2007-2011 L’eccezionale sito di progetto, adiacente
all’autostrada del Brennero suggerisce un edificio
“topografico”, in dialogo formale con le scabre
pareti rocciose circostanti.
[C. Zucchi]
«Il rivestimento in zinco al titanio prepatinato e
ossidato e la grande superficie vetrata a nord generano
una sensazione minerale dell’intero edificio sullo sfondo
del magnifico paesaggio di montagna..»
[C. Zucchi]
Cino Zucchi e Park Associati
Salewa headquarter
Bolzano 2007-2011
Cino Zucchi
Edificio U15, Milanofiori2000
Assago 2007-2011
Cino Zucchi
Edificio U15, Milanofiori2000
Assago 2007-2011
Cino Zucchi e Park Associati
Edificio U15, Milanofiori2000
Assago 2007-2011
Cino Zucchi
Edificio U15, Milanofiori2000
Assago 2007-2011La grande dimensione del lotto e della sagoma
limite dell’edificio indicata dal master plan è
interpretata piegandone i margini verso l’interno
fino a generare uno schema distributivo che
unisce le qualità positive di uno schema ad H con
quelle di una pianta a nucleo distributivo
centrale. [Cino Zucchi]
Cino Zucchi
Edificio U15, Milanofiori2000
Assago 2007-2011
Cino Zucchi
Edificio U15, Milanofiori2000
Assago 2007-2011
Cino Zucchi
Chiesa “Resurrezione di Gesù”
Sesto S.Giovanni (Mi) –2004
Cino Zucchi
Chiesa “Resurrezione di Gesù”
Sesto S.Giovanni (Mi) –2004
Cino Zucchi
Chiesa “Resurrezione di Gesù”
Sesto S.Giovanni (Mi) –2004Facciata e campanile sono trattati come
elementi autonomi che abbracciano lo spazio
concavo del sagrato, proteggendolo dal
“rumore di fondo” della città. [Cino Zucchi]
Stabilimenti Junghans, Giudecca
Consultazione a inviti per la ristrutturazione degli ex stabilimenti Junghans, Giudecca 1995
Committente: Judeca Nova S.p.A.
Edifici da demolire
Edifici soggetti a parziale ristrutturazione
Edifici da demolire con mantenimento del sedime
Cino Zucchi, Modello del progetto di concorso, Giudecca 1995
Ludovico Quaroni, progetto di concorso per il Quartiere Cep alle
Barene di San Giuliano a Mestre, 1959,
Cino Zucchi, Modello del progetto di concorso, Giudecca 1995
La tradizionale cornice in pietra d'Istria che
borda le finestre dell'edilizia minore veneziana
è trasfigurata in un motivo “grafico”, lavorando
sulla diversa profondità delle finestre in
rapporto ai diversi sistemi di oscuramento.
[Cino Zucchi]
Le facciate esterne in mattoni sono scavate
dalle alte nicchie delle scale, mentre verso il
giardino torri in acciaio e legno raccolgono i
balconi privati, richiamando le costruzioni in
legno dei pescatori e le alte gru che
caratterizzano questo lato dell'isola della
Giudecca. [Cino Zucchi]
Alejandro de la Sota, Palazzo del Gobierno Civil, Tarragona, 1956-63
Ignazio Gardella, Casa alle Zattere, Venezia, 1953 (Prima soluzione progettuale)
José Antonio Coderch, edificio per appartamenti
«La Barceloneta», Barcellona, 1951-54.
“Questi progetti mostrano una via praticabile, dove la
percezione della città esistente, la ricerca di strategie progettuali più
complesse, […] sono capaci di instaurare un nuovo patto fiduciario tra
architettura e società, fondando l’eticitàdell’atto architettonico sulla
comprensione, sul dialogo e non su un opportunistico eclettismo
che cerca le vie di minima resistenza.”
[Cino Zucchi]
2001 - Accordo di Programma per l'attuazione del Piano Integrato di Intervento tra i soggetti privati (Auredia s.r.l) e l'Amministrazione comunale
“L’imitazione sguaiata del passato ferisce. L’architetto deve
padroneggiare le tecniche che ha e inserirsi nel passato senza copiare ciò
che già c’è, ma riprendendo la città antica nella sua tessitura. […] Deve
rispettare i colori, le proporzioni e i materiali. E su questa base inserire il
nuovo. Lavorare in città come Venezia mette i brividi, è come uscire con
Nicole Kidman, ti senti sotto osservazione. Rapportarsi a città come ad
esempio Sesto San Giovanni è diverso: è più facile infatti che ogni
nuovo progetto sia più bello di quello che già c’è.
Ma non si può perdere di vista il contesto.”
[Cino Zucchi]
Potremmo considerare la questione dell'orientamento solare nella
progettazione. La relazione tra ambienti della casa e punti cardinali è sempre
stata presente in vario grado nell'architettura tradizionale e
nella trattatistica classica; […] Il concetto «tecnico» di asse eliotermico
contiene tuttavia in forma celata svariati a priori: quelli di edilizia aperta, di
serialità, di negazione della forma urbana preesistente.
Potremmo quindi ritenere che la questione del buon orientamento solare
debba essere in determinati casi applicata in subordine ad altri parametri,
quali ad esempio quello del rispetto della morfologia urbana di un contesto
dato.
Dobbiamo rispettare l'asse eliotermico nel centro storico di Bologna?
La decisione ci obbliga a esplicitare i nostri obiettivi prima di applicare il
bagaglio tecnico a nostra disposizione. [Cino Zucchi]
Asnago e Vender, Condominio XXI Aprile, Milano (1951-53)
Vico Magistretti, Torre al parco, Milano (1954)
Asnago e Vender, Casa in via Faruffini, Milano (1954)
Luigi Caccia Dominioni, Edificio residenziale via Nievo, Milano 1955
L. C. Dominioni, Edificio residenziale piazza Carbonari, Milano 1960
Gli anni sessanta hanno visto nella scuola e nella teoria d'architettura
una riaffermazione del concetto di autonomia disciplinare, contro una versione
ormai largamente scaduta del «metodo» gropiusiano. Se il secondo era animato da
una iconoclastia di matrice puritana, il primo ha avuto una sorta di esito non
desiderato, e cioè quello di saldare la nozione di valore a quella di forma. Le forme
dell'architettura sono state così fissate come delle variabili indipendenti,
riconoscendone l'immanenza rispetto a quelle teorie che le vedevano come il
semplice esito di un processo decisionale. Ciò non costituisce necessariamente un
male […] Tuttavia, questa pretesa autonomia ha fissato le forme e le loro
combinazioni base, ignorando il più delle volte il rapporto tra queste e una
prestazione, sia essa di volta in volta di natura costruttiva, distributiva, o
rappresentativa. Come si è smesso di vedere l'oggetto architettonico come risposta
ad una necessità, pur complessa o difficile da formulare, così abbiamo assistito ad
un bisticcio concettuale tra essenza e apparenza, tra contenuti e segni, dove i
secondi vengono esibiti non tanto a significare i primi, quanto a sopprimerli e
prenderne il posto. [Cino Zucchi]