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Llettina Ciao a tutti, manca poco alle vacanze di Natale e allora ho deciso di informarmi su tutte le tradizioni natalizie, di capodanno e della befana, ma troverete anche storie inventate su Babbo natale. Questo terzo numero è ricco di articoli interessantissimi: tante riflessioni sulla vicenda del Darwin, il domandone sull’ eutanasia, gli ultimi eventi di Torino, il volontariato, la musica, lo sport e infine le risate… Inoltre, solo x questo mese, dei super giochi e il concorso del Carlo… a voi la lettura! Al prossimo numero e felice 2009 ! Carlo

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Llettina

Ciao a tutti, manca poco alle vacanze di Natale e allora ho deciso di informarmi su tutte le tradizioni natalizie, di capodanno e della befana, ma troverete anche storie inventate su Babbo natale. Questo terzo numero è ricco di articoli interessantissimi: tante riflessioni sulla vicenda del Darwin, il domandone sull’ eutanasia, gli ultimi eventi di Torino, il volontariato, la musica, lo sport e infine le risate… Inoltre, solo x questo mese, dei super giochi e il concorso del Carlo… a voi la lettura! Al prossimo numero e felice 2009 !

Carlo

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Solo per questo mese grande concorso del Carlo… Se trovi la copia vincente, riconoscibile grazie ad un logo e alla scritta “HAI VINTO” tra le pagine, presentati subito in redazione(III D) e poi alla prossima riunione; grandi premi ti aspettano!!!!

Buona fortuna!!

Come tutti sapranno, sabato 22 novembre intorno alle ore 11 il liceo scientifico “Darwin” di Rivoli è stato teatro di una tragedia: il crollo del controsoffitto e di un tubo in ghisa nell’aula della 4G, che ha causato la morte di un ragazzo e il ferimento di altri 16. Il più grave rischia la paralisi degli arti inferiori, mentre i meno gravi sono già stati dimessi. Vito Scafidi, il ragazzo morto, aveva 17 anni e tutti i sogni e gli interessi che si possono avere alla nostra età. E’ assurdo morire a scuola, il luogo che dovrebbe accogliere i ragazzi in sicurezza. Questo fatto gravissimo non può e non deve essere dimenticato; proprio per questo gli studenti del Cattaneo si sono riuniti martedì 25 novembre davanti alla scuola per ricordare Vito, un ragazzo come noi. Due minuti di silenzio in suo onore e poi una buona parte degli studenti è andata a Rivoli, per partecipare al corteo organizzato dai ragazzi del Darwin e che ha mobilitato circa 8 mila ragazzi. Tante le scuole presenti: Cattaneo, Majorana, Romero, Dalmasso, Natta, Ferrari, Colombatto, Vittorini, Curie, Luxemburg, etc... Il corteo, volutamente silenzioso e senza bandiere per rendere omaggio a Vito, è partito da Piazza Martiri per arrivare fino al Darwin, dove ogni scuola ha lasciato traccia del proprio passaggio con un biglietto o con un cartellone. Le manifestazioni sono continuate anche nel pomeriggio; studenti del Gioberti, del Gobetti, del Berti, del Volta e del Cavour si sono riuniti davanti al palazzo della Provincia appendendo striscioni con la foto di Vito e la scritta “Perché così come è successo a lui può accadere a noi!”. Il Consiglio provinciale è stato invece interrotto dai ragazzi di Azione Studentesca che, in rigoroso silenzio, hanno srotolato uno striscione dai caratteri forti “Sulla vostra coscienza. Studenti anti-Saitta” (Saitta è il Presidente della Provincia di Torino). Mercoledì è stato il giorno più

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doloroso, il giorno dei funerali, ai quali hanno voluto partecipare circa un migliaio di persone. Parenti, compagni di scuola, amici, conoscenti e tantissime persone che, pur non conoscendo Vito, hanno deciso di rendergli omaggio. C’erano tutti tranne Maria Torelli, la preside del liceo Darwin, espressamente invitata dalla famiglia a non partecipare alla cerimonia.

Davide Masi

Addio Vito... Addio Vito. Addio Angelo sacrificato. Non ti conoscevo e, ora, non avrò la possibilità di conoscerti. Sei stato abbandonato dalla scuola, quella che dovremmo considerare la nostra seconda casa... Ma come facciamo? Come possiamo fidarci di un’istituzione che ha abbandonato un nostro coetaneo? Come possiamo fare finta di niente e lasciare che tutto vada avanti? É una vergogna! E continuano a parlare dei tagli alle scuole... Ma se non pensano a proteggere il futuro, come credono che andrà avanti l’Italia? Come? Dicono tanto i politici di essere istruiti, di avere studiato e così essere arrivati dove sono. Ma se questo è il frutto di anni e anni di studio, non credo di volere più studiare, perché penso che la prima cosa che ci debbano insegnare è COME PROVARE DEI SENTIMENTI e penso che nessuno li abbia provati. Non una lacrima, non una lacrima da quegli occhi di ghiaccio. E in compenso una vita in meno... Una famiglia distrutta. Tutte le scuole ferme. Ma a cosa servirà? Cambierà qualcosa? Il tuo sacrificio, Vito, sarà servito a qualcosa? Penso di no, ma lo spero vivamente. Rimani nei nostri cuori! Nella speranza che qualcosa cambi, ADDIO VITO.

Debs 1^R

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In memoria Un sabato "normale" in uno dei tanti Licei d'Italia: le lezioni fino al suono, tanto atteso da tutti gli studenti, dell'intervallo, pensando a consumare un panino o altro e con il desiderio di incontrare chi fa palpitare i loro cuori giovanili. All'improvviso la tragedia che spezza la "normalità": il crollo di una controsoffittatura che era lì in agguato; mai nessuno aveva pensato che potesse succedere. La morte di una giovane vita, di un ragazzo diciassettenne di nome Vito: la sua esistenza che guardava al futuro, accompagnato nel suo cammino dalla famiglia, dalle amicizie, dalla passione per il calcio, da occhi innamorati che si sono posati sui suoi occhi vividi; la sua fotografia ci parla con uno sguardo che è difficile dimenticare. Dopo la tragedia del Liceo "Darwin" di Rivoli le parole non possono esprimere il dolore straziante dei suoi cari e di me, anche se non l'ho mai incontrato. Non ci sono scusanti né di politici, né il ricorso alla fatalità, per dare una spiegazione a ciò che è accaduto, perché il problema della sicurezza o sul lavoro, o nelle scuole, o sulle strade e in tutti gli spazi occupati dall'uomo non può esaurirsi nei proclami: occorre un'azione concreta e subito, senza perdere un attimo di tempo. Vito la grida, ce la impongono tutte le vittime della burocrazia e dell'incuria. La morte di Vito e le condizioni precarie degli altri studenti coinvolti nel disastro di Rivoli in modo più o meno grave e come quella di tante altre vite che sono state vittime di colpe altrui suscita in me la rabbia e l'impotenza di fronte ad un evento così tragico, perché ancora una volta si cerca di eludere la drammaticità di tante disgrazie evitabili, attraverso la tanto conclamata prevenzione non attuata, per lo spreco di denaro pubblico, stanziato per finanziare progetti non realizzati o per erogarli ad enti inutili e, diciamolo chiaramente, per le spese dell'amministrazione pubblica e peri lauti stipendi dei nostri parlamentari e per tutta la macchina burocratica

di uno stato con governanti che si occupano soltanto del loro tornaconto personale. Penso con un sentimento intriso di amarezza al lacerante dolore dei suoi famigliari e di tutti coloro che lo hanno amato in vita e conserveranno dentro di sé il suo sorriso e il ricordo dei suoi giorni terreni. Sia Vito per noi che restiamo e che operiamo nella Scuola come un nume tutelare. In tua memoria , scriveremo il tuo nome sul controsoffitto restaurato dell'aula del tuo viaggio prematuro verso l'eternità: tu sei già parte di essa.

Prof. Antonio Bove

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Di recente le cronache si sono occupate di Eluana Englaro, la ragazza in stato vegetativo dal 1992 in seguito ad un incidente stradale. Il Tribunale di Milano hainfatti dato il via libera alla sospensione dell’alimentazione, dopo una lunga battaglia combattuta dal padre che ritiene giusto porre termine alla vita, se così la si può chiamare, della giovane. Il caso ha riscosso molto clamore, subito si sono scatenati i dibattiti tra favorevoli e contrari, secondo un copione già visto più volte, che conduce scienza, etica e religione a un delicato e fragile punto di contatto. Ecco le opinioni dei nostri intervistati: Risponde il Prof. Nino FIORI, docente di I.R.C. In questi giorni molto si è parlato e discusso su Eluana Englaro in coma da 17 anni, sul suo caso si è detto di tutto e di più; sono convinto che nessuno può darsi la vita da solo e nessuno la può togliere, tantomeno a un altro. Di fronte a queste che sono le ragioni profonde del nostro esistere, occorre fermarsi a riflettere a lungo e con senso di rispetto, usare il buon senso perché la vita è sacra sempre, non solo in alcuni momenti della nostra esistenza, e anche la morte ha una sua dignitas. Idratazione e nutrimento non sono accanimento terapeutico, bensì quello di cui una persona ha necessità per vivere. Elementi emotivi, patetici, passionali non possono che alterare il buon uso della ragione e portare ad una legislazione a gravissimo rischio di ingiustizia. Una legge, infatti, non può essere emanata per risolvere nell’immediato singoli casi umani, per quanto

emotivamente conturbanti: essa deve mirare ad un orizzonte ben più ampio di quello dell’immediatezza. Nel "caso Eluana" non è coinvolta solo questa nostra sventurata sorella; sono coinvolti innumerevoli malati, ai quali non siamo in grado di dare un nome, di cui non possiamo immaginare l’aspetto, malati attuali e malati futuri, il cui diritto alla vita è messo in pericolo e che noi dobbiamo garantire contro ogni rischio di abbandono terapeutico. Risponde una docente di scienze Certamente disquisire su un tema così difficile come quello della vicenda di Eluana, ci mette di fronte a riflessioni profonde, sul senso della vita e sui confini tra terapia e accanimento terapeutico. Io credo che si possa fare un passo avanti in questa situazione, che da anni divide l’opinione pubblica, se, finalmente, potrà essere inserito nella legislazione il cosiddetto testamento biologico. Non si tratta di legittimare se e quando “dare la morte o meno”, ma di permettere al libero cittadino di poter scegliere preventivamente, in modo autonomo e secondo la propria coscienza, il da farsi qualora dovesse trovarsi in situazione ormai giunta all’irreparabile. A mio avviso sarebbe un progresso di civiltà in uno stato che è (e sempre dovrà essere) laico e rispettoso nei confronti delle opinioni di tutti i suoi cittadini.

A cura di Nicola Abrescia Classe 4a R

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Quello che anche solo un anno fa nessuno avrebbe ritenuto possibile è successo: il 4 novembre 2008 Barack Obama (con 365 voti elettorali) è diventato il 44esimo Presidente degli Stati Uniti vincendo le elezioni contro il candidato repubblicano McCain (162 voti). Determinanti per la vittoria di Obama sono stati gli Stati dell’Ohio, della Pennsylvania e della Florida.

Sul suo cammino c’erano molti ostacoli, ad esempio la giovane età e il colore della pelle, ma lui ha vinto. La sua elezione segna una svolta nella storia non solo degli USA, ma di tutto il mondo: è il primo Presidente nero della storia americana. “Gli Stati Uniti sono un posto dove tutto è possibile, dove la democrazia è viva” ha detto Obama dopo la vittoria.La sua elezione ha avuto il record di affluenze: oltre il 65%. Ciò è dovuto al fatto che gli afroamericani si sono presentati alle urne in numero maggiore rispetto alle altre volte; con la sicurezza che votando lui si sarebbero sentiti più rappresentati.

L’elezione del primo Presidente afroamericano è un risultato storico: nonostante la costituzione del 1776 garantisca uguali diritti a tutti i cittadini la storia degli afroamericani è stata una storia di oppressione, umiliazioni ed emarginazioni; se pensiamo che solo 40 anni fa esistevano leggi discriminatorie in diversi stati degli Usa possiamo capire quale significato questa elezione abbia avuto. Martin Luther King si era battuto per abolire queste leggi e per questo venne ucciso. Ancora oggi vi sono episodi di intolleranza razziale anche se meno frequenti di allora. L’elezione di Obama può essere vista come la coronazione del sogno di King cioè abbattere i pregiudizi ancora esistenti tra bianchi e neri.

La vittoria di Obama inoltre accende moltissime speranze in un momento di grave crisi sia economica che politica; grossi sono i problemi che attendono il futuro presidente, che nel discorso fatto la notte delle le elezioni ha detto “mentre noi celebriamo stanotte, sappiamo che le sfide che il domani ci riserva sono le più grandi della nostra vita – due guerre, un pianeta in pericolo, la peggiore crisi economica in un secolo”.

Rispetto alla politica di Bush, che aveva come priorità la guerra al terrorismo, aveva negato il problema ambientale rifiutandosi di firmare i protocolli di Kyoto e non aveva fatto nulla per evitare la crisi economica che ha impoverito milioni di americani, Barack vuole cambiare totalmente in quasi tutti i campi. Per prima cosa promette il ritiro delle truppe americane dall'Afganistan e dall'Iraq, in modo graduale. Il problema più grave da affrontare attualmente, oltre la politica estera, è sicuramente l'economia. Inoltre dice di essere il Presidente di tutti gli americani, vuole aiutare le piccole e medie imprese, ascoltare il popolo e i giovani. Ma per Barack Obama non sarà facile: passare dalle parole ai fatti ed evitare al suo paese una fase di recessione pare quasi impossibile. Quando a gennaio 2009 si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca, dovrà operare scelte che avranno ripercussioni non soltanto in America, ma in tutto il mondo. Ci auguriamo che prenda le decisioni giuste, nell'interesse di tutti, sperando che non deluda le aspettative.

Francesca e Matteo

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Il Natale si avvicina più velocemente del previsto, ma che fare con i regali di Natale da comprare?! Troppo spesso accade infatti che i regali vengano procurati di corsa all’ultimo minuto, correndo da un negozio all’altro alla ricerca di idee regalo per amici e famiglia. Non deve per forza essersi così difficile trovare bei regali di Natale. Basta essere preparati per tempo e assicurarsi di scrivere un appunto ogni volta che viene in mente una buona idea regalo. Il primo consiglio utile da seguire per trovare un regalo di Natale è immaginarsi la giornata tipo della persona a cui vuoi fare un dono. Un altro consiglio è quello di evitare oggetti troppo tradizionali. BABBO NATALE Tutti i bambini italiani conoscono Babbo Natale come un vecchietto un po’ grassoccio che porta i regali vestito di bianco e rosso e stivali neri e con una lunga barba bianca.

Ma chi è veramente e da dove viene? Il concetto di figura mitica che porta i doni ai bambini trae origine da San Nicola, un vescovo di buon cuore, del quarto secolo, di cui tuttora il

personaggio porta il nome, Santa Claus, nei paesi nordeuropei. Fin da bambino, Nicola dimostrò doti particolari e da adulto divenne vescovo di Myra, località

dell’Asia Minore e qui compì grandi opere di bene. Una delle buone azioni, che poi lo collegò all’immagine del portatore di doni, fu di salvare una famiglia dalla povertà, gettando del denaro di notte attraverso la finestra della loro casa. Ma Nicolò poteva fare ben più di questo: resuscitava i morti in nome di Dio e poteva salvare i marinai dalle tempeste. Per queste doti fu nominato Santo e divenne il protettore dei marinai. Oggi l’immagine di Babbo Natale è utilizzata anche a scopi commerciali, soprattutto dalla Coca Cola che lo disegnò per la prima volta in una sua pubblicità. TRADIZIONI Natale è un periodo ricco di feste, buon cibo, regali e tante tradizioni antiche. Le tradizioni di Natale, così come le conosciamo oggi, presero forma nel 1500. Già a quel tempo, infatti, si iniziò a mangiare cibo particolare per le festività natalizie. Oggi le usanze che seguiamo sono il risultato di molte centinaia di tradizioni diverse provenienti da tutta Europa. Il tema principale che regna nel periodo di Natale, secondo la cultura cristiana, è la nascita di Gesù che porta la Pace in Terra. Le tradizioni di Natale coprono un po’ tutti gli aspetti di questo periodo: quello che mangiamo, beviamo, le feste che organizziamo, quello che cantiamo e i regali che compriamo, tutto è influenzato da tradizioni storiche. E’ quasi impossibile immaginare il Natale senza albero usanza che deriva dalla Germania, dove nacque.

Martina

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Capodanno è il 1° gennaio in tutti i paesi che seguono il calendario gregoriano, mentre per le popolazioni che seguono il calendario giuliano, ad esempio alcune chiese ortodosse, l’inizio dell’anno viene celebrato il 14 gennaio. Essa è una festa religiosa per celebrare la Solennità della Madre di Dio, ma anche un modo per festeggiare il passaggio dal 31 dicembre al 1° gennaio. La tradizione italiana prevede una serie di rituali scaramantici per il primo dell’anno, come quello da indossare biancheria intima di colore rosso o di gettare dalla finestra oggetti vecchio inutilizzati, ma quest’ ultima usanza sta scemando sempre più. Inoltre è solito mangiare a cena il 31 dicembre lenticchie e cotechino come auspicio di ricchezza e prosperità per l’anno nuovo, e il melograno, formato da molteplici chicchi rossi, che esprimono la fedeltà coniugale. Per i fidanzati, la tradizione prevede il baciarsi sotto un ramoscello di vischio. E per completare la serata si sparano i botti, che nell’ antichità servivano per allentare gli spiriti maligni. In Spagna c’è la tradizione di mangiare a mezzanotte dodici chicchi d’uva, uno per ogni rintocco dei dodici scoccati dal grande orologio di Puerta del Sol a Madrid. E

in Russia? Dopo il dodicesimo rintocco si apre la porta per far entrare l’anno nuovo. In Ecuador e in Perù si esibiscono dalla propria abitazione dei manichini di cartapesta e a mezzanotte si brucia nelle strade. Mentre in Giappone? Prima della mezzanotte, le famiglie si recano nei templi per bere sakè e ad ascoltare 108 colpi di gong che annunciano l’arrivo di un nuovo anno(si ritiene che il numero dei peccati che una persona commette in un anno sia questo e così ci si purifichi). Capodanno è festeggiato come augurio per l’anno nuovo, sperando che sia migliore di quello vecchio.

Angela

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UN DOLCE RITORNO Ogni anno il 6 gennaio è la mattina più desiderata da tutti i golosi. Infatti, dopo Natale in cui vengono donati oggetti ai bambini e non solo, finalmente arriva la Befana che riempie le nostre calze di cioccolatini e caramelle fino a farle scoppiare; così, per molti, questa festa è ancora più attesa del Natale. Secondo la tradizione la Befana fa visita ai bambini la notte precedente l'epifania (6 gennaio) per riempire le loro calze, appositamente lasciate appese, se sono stati buoni con dolci, altrimenti con carbone. Spesso la befana viene descritta come una vecchia, che vola su una scopa; a differenza di una strega è spesso sorridente ed è vista come una figura benevola. L’iconografia è fissa: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate; sempre a cavalcioni su una scopa e portando un sacco pieno di doni, dolci e naturalmente il carbone per i bambini che non si sono comportati bene. Secondo il racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia. Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò

ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù. Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare. Però la tradizione della Befana risale a tradizioni pre-cristiane che poi furono adattate alle esigenze cristiane. In queste feste pagane e agrarie relative all'inizio dell'anno, l'aspetto da vecchia sarebbe da mettere in relazione con l'anno trascorso. Infatti, la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura: la notte del 6 gennaio questa divinità, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l'anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta; prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l'anno successivo. I bambini buoni riceveranno ottimi dolcetti e qualche regalino, ma quelli cattivi solo il temutissimo carbone, che simboleggia le malefatte dell'anno passato: il potere psicologico della Befana sui bambini è quindi molto forte ed i suoi aspetti pedagogici non vanno di certo trascurati. In alcune regioni, come il Lazio, la Befana è una figura molto importante ed intorno alla sua festa si svolgono importanti fiere culinarie, ma è anche l'ultimo giorno di vera festa, l'ultimo in cui si tiene l'albero di Natale a casa. Addirittura, in molte regioni d'Italia, c'è l'usanza, anche tra gli adulti, di scambiarsi dei regali più modesti rispetto a quelli del 25 dicembre, oppure, soprattutto tra innamorati, cioccolatini e caramelle.

Edoardo e Eugenio

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In un paese fatato della regione scandinava, dove d’inverno regna il gelo e la situazione è ulteriormente aggravata dalla moltissima neve, regna un principe malvagio di nome Nicola. Dall’alto del suo nero castello, posto in cima ad una montagna accostata al centro abitato, estende la sua egemonia diffondendo panico e terrore. Infatti, egli ha imposto una sorta di dittatura su tutto il popolo fatato. Il suo potere magico era tale, che neanche i più saggi e colti eruditi osavano porsi davanti alla sua strada. Si era giunti nel periodo natalizio e Nicola esprimeva tutto il suo odio per le feste accanendosi sul popolo a lui sottoposto. Infatti, a causa di leggi da lui stesso emanate, gli abitanti del mondo fatato non potevano esprimersi riguardo al natale lungo le strade o scambiarsi regali in pubblico. Questa sua intolleranza verso ogni fonte di divertimento e questo suo vero e proprio odio nei confronti del “prossimo” erano sempre stati un mistero da risolvere per la popolazione. Infatti Nicola non era sempre stato così, ma dopo la morte della sua amata, avvenuta la notte del 24 dicembre di dieci anni prima, si era rinchiuso nel castello senza più uscirvi. Ora Nicola, piangente e dal balcone della sua camera, guardava la popolazione che lui tanto opprimeva e ricordava solo per quella sera la donna che aveva tanto amato. Quella stessa notte, stufo di rimanere isolato da quella felicità che lui stesso si era accorto aver alterato, scese dal castello, fino a giungere al centro della piazza principale. I suoi cittadini guardarono il loro sovrano con un misto di orrore e stupore, rimanendo paralizzati di fronte alla figura di quell’ uomo così stravolto. Un bambino, che forse non si rendeva conto di chi avesse davanti, porse al suo sovrano una stella di natale di un meraviglioso rosso acceso e Nicola, colpito profondamente dal gesto, gli disse: “ Ti prometto che entro il prossimo natale te la

restituirò assieme a ciò che in quell’ istante più desidererai”. Nonostante la tirannide con cui il loro sovrano aveva regnato e il totale disinteresse che aveva manifestato per i suoi cittadini negli ultimi anni, alcuni compaesani gli si avvicinarono, lo sostennero e lo portarono in casa. Nicola dovette essere sottoposto a diverse cure mediche in seguito a quella notte, ma dopo pochi giorni fu di nuovo in grado di riprendere il suo incarico di sovrano. Come era tradizione del sovrano, il primo gennaio ci si aspettava un suono di trombe proveniente dalla roccaforte del re ad indicare l’inizio dell’anno nuovo, ma quella mattina il silenzio regnò sull’intera valle. Nicola non si trovava più al castello, il regno non aveva più un sovrano. C’era qualcuno che sosteneva di averlo visto allontanarsi verso la foresta, ma da quel momento non si ebbero più sue notizie. La notte del 24 dicembre dell’anno seguente erano in corso i festeggiamenti natalizi, quando improvvisamente, dal cielo cadde una pioggia rossa, rossa di stelle di natale, e Nicola, a bordo di una slitta trainata da otto renne volanti, lanciava doni su doni al suo popolo, quel popolo che aveva dimostrato di essergli fedele anche quando avrebbero potuto voltargli le spalle. Dopo essere sceso al centro dei festeggiamenti, si accostò a quel bambino che gli aveva donato la stella di natale e gli chiese cosa desiderasse di più in quel momento; il bambino, ormai cresciuto abbastanza da capire la realtà delle cose, gli rispose: “Voglio essere come te Nicola, voglio donare almeno una stella di natale a tutti i bambini del mondo, voglio illuminare le loro case con la luce dei loro sorrisi”. Nicola divenne una tale figura paterna per i suoi cittadini che venne nominato San Nicola e quello stesso bambino prenderà in seguito il suo posto, con il nome di Babbo Natale.

DEDICATO A CHI CREDE IN BABBO NATALE ! Vaira Andrea

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ASSEMBLEA POLITICA Nei giorni 1 e 2 dicembre le classi del triennio sono state coinvolte in un dibattito politico con esponenti di destra e di sinistra organizzato dai Rappresentanti d’Istituto. Per la destra erano presenti Deabate di Azione Giovani e Callegaro del FUAS Azione Universitaria, mentre la controparte ha visto l’alternarsi di quattro esponenti della giovanile del Partito Democratico: Mereu, Furia, Bosonetto e Cavallo. Sono state molte le tematiche trattate nelle quattro assemblee, partendo dal ’68, dall’evoluzione dei partiti estremisti, dalla legge Gelmini e dall’immigrazione sfociando poi in altro. Il tema dell’immigrazione è stato molto apprezzato dagli studenti che, durante l’assemblea, hanno creato un vero e proprio dibattito tra loro e i relatori. Gli esponenti politici, tutti universitari, non molto più grandi degli studenti in auditorium, hanno cercato di coinvolgere al massimo i ragazzi con domande lasciate aperte e riflessioni. Anche l’assemblea sulla scuola ha avuto diversi interventi, coinvolgendo oltretutto i professori, particolarmente toccati da questa tematica. Considerando che è stata la prima assemblea dell’anno e che alcuni docenti hanno fatto i complimenti per la scelta dei relatori bisogna ritenersi soddisfatti di come si è realizzato l’intento dei Rappresentanti d’ Istituto di creare un momento di discussione e confronto per tutti gli studenti del triennio.

Alice 4°D, Carlotta 5°A

MEZZI DI COMUNICAZIONE: LIBERTA’ DI PENSIERO, LIBERTA’ DI PAROLA

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Questo è l’inizio dell’articolo 21 della nostra Costituzione. Dal 1946 in Italia c’è la libertà di stampa e da quel momento le forme di comunicazione si sono in parte modificate. Nel dopoguerra c’era la tv in bianco e nero, la radio e i giornali; ora la televisione è a colori e soprattutto c’è il computer, grande mezzo di comunicazione. I giornali probabilmente sono cambiati ora magari sono molto più ricchi, con inserti ed allegati, però in parte sono anche peggiorati; sempre di più la gente legge le testate free-press (per esempio i noti city, metro e leggo) che però non possono essere definite come giornali molto esaurienti. Tutte le testate hanno i lori siti web, sia i normali quotidiani sia quelli gratis, è la presenza di blog e siti di informazione è elevata. Una ricerca dell’Universal McCann ha stimato la presenza di 3,4 milioni di blog. Sono milioni i blogger, coloro che scrivono in uno spazio internet, in Italia e nel mondo, e probabilmente le vere denunce partono da loro. Tra tutti i blog esistenti di informazione credo che uno tra i più noti sia proprio quello di Beppe Grillo che tra le altre sta promuovendo la campagna “FREE BLOGGER” per salvaguardare la libertà di stampa anche sulle reti internet, compromessa da un disegno di legge. In questo disegno i blog rientrano nei prodotti editoriali, e quindi qualsiasi blog che fa attività di impresa (chiunque correda le proprie pubblicazioni con banner, promozioni o altri annunci) è obbligato a registrarsi al ROC, registro degli operatori di comunicazione, e quindi sottostare al codice civile ed è soggetto alle varie pene previste per i reati a mezzo stampa. Chi non si registra al ROC può essere denunciato e condannato per “stampa clandestina” come è accaduto a Carlo Ruta. Carlo Ruta è un giornalista che dal

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2001 si stava occupando di un sito di documentazione storico-sociale, Accadeinsicilia.net, dove scriveva i risultati dalle inchieste realizzate da lui stesso. Poi però nel 2004 il sito è stato oscurato e sequestrato dalla questura di Ragusa. Nel 2008 Ruta ha subito un processo ed è stato condannato per stampa clandestina, anche se molti continuano a pensare che l’oscuramente del suo sito sia dovuto più che altro ai potenti siciliani, i quali erano stati spesso denunciati dal giornalista. Certo questo non è l’unico episodio, ma è quello più recente. Con questa condanna si mette in discussione il diritto di esistenza dei blog in Italia, perché episodi del genere non si sono verificati altrove. Quindi in Italia i blog, che sono sempre in aumento anche come mezzo di comunicazione, devono essere considerate esattamente come le testate giornalistiche, e magari tra qualche decennio saranno loro ad essere più importanti di quelle cartacee.

Alice, 4°D

SE SCRIVERE NON FA PER VOI, MA VI INTENDETE DI VIDEO E COMPUTER, QUESTA E’ LA VOSTRA

OCCASIONE!!! INOLTRE POTETE INVIARCI I VOSTRI VIDEO SULLE VOSTRE VACANZE NATALIZIE PER IL NUMERO DI

GENNAIO! PER QUALSIASI INFORMAZIONE O PER INVIARE I

VOSTRI VIDEO SCRIVETECI SU [email protected]

O RIVOLGETEVI A EDOARDO E MARTINA DELLA 3D

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Dopo Cineambiente ad ottobre, a novembre a Torino si è svolto il film festival e a dicembre il Sottodiociotto Film Festival. Il Sottodiciotto film festival, giunto alla sua IX edizione, patrocinato dall’Aiace e con la collaborazione anche della Consulta Provinciale degli studenti di Torino e della Consulta Provinciale Giovani del Piemonte, si è svolto dal 4 al 13 dicembre. La rassegna interamente dedicata ai giovani ha avuto come filo conduttore il tema dei diritti traendo spunto dal 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Come tradizione il festival ha proposto diverse anteprime, quest’anno 12 tra cui Madagascar2, incontri con registi (Gabriel Salvatores) e diverse visioni di pellicole su tematiche importanti, come la sofferenza dei clandestini o la solidarietà femminile tra Oriente e Occidente. Ci sono state anche proiezioni per festeggiare il cinquantesimo compleanno dei puffi o l’ottantesimo di Topolino con diversi cortometraggi che hanno ripercorso la vita del personaggio Disney più famoso. La sera del 12 c’è poi stata la premiazione dei vari vincitori del concorso dedicato alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie e della categoria under18 extrascuola.

Alice, 4°D

Anche quest’anno la Circoscrizione IV promuove, in occasione delle festività del Natale e Capodanno, una serie di iniziative come spettacoli, allestimenti scenografici, corali e concerti, ma anche progetti di solidarietà con l’obiettivo di creare momenti di socializzazione, di aggregazione e di riflessione. Vi mostriamo il calendario: Sabato 20 dicembre, ore 21 Chiesa Sant’Anna A come Andersen concerto de I Musicanti del Villaggio Coro Gospel de Gli Amici di Giò

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Domenica 21 dicembre, ore 21 Chiesa Divina Provvidenza Concerto dei Giovani Talenti Domenica 21 dicembre, ore 21 Teatro Sant’Anna Concerto dell’Orchestra Quarta Suona Domenica 21 dicembre, ore 21 Chiesa Sant’Alfonso Concerto di Voci Bianche dell’Associazione Pietro Canonica Lunedì 22 dicembre, ore 21 Teatro Sant’Anna Concerto Rag Time and Blues Domenica 11 gennaio 2009, ore 21 Centro per il Protagonismo Giovanile bellARTE Spettacolo Danza del Guerriero di Luce

Corinne

È il 1964, tempo di fermenti, di voglia di cambiare il mondo, di ideali e di sogni. Un gruppo di ragazzi, su intuizione di Ernesto Olivero, cerca di realizzare un sogno condiviso da molti: sconfiggere la fame con opere di giustizia e di sviluppo. La prima tappa del loro cammino è di vivere la solidarietà verso i più poveri e sensibilizzare i giovani al sentimento di pace. Il 2 agosto del 1983 viene loro consegnato un edificio a Torino in piazza Borgo Dora, l’ex Arsenale militare, un’antica fabbrica di armi. Questi ragazzi cercano un nome che li identifichi: “Servizio Missionario Giovani”, più comunemente conosciuto con l’acronimo di SERMIG. Creano come logo una bandiera con la scritta “PACE” in primo piano di colore blu, circondata da altre di tutto il mondo, sotto la quale unire tutti i popoli con la grande speranza di sconfiggere la fame e le guerre. La scritta è in italiano perché vuole ricordare il primo Arsenale di guerra che è stato trasformato in un luogo di pace e inoltre perché l’Italia è il Paese in cui è nata l’idea della bandiera. Questo simbolo è apprezzato e condiviso dai rappresentanti di tutte le regioni del mondo!

I progetti dell’Arsenale della Pace sono molti; in circa 40 anni sono riusciti a realizzare più di 2.300 interventi umanitari e progetti di sviluppo in 88 nazioni del mondo e più di 100 azioni di pace in paesi in guerra.

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Il centro, aperto 24 ore su 24, è: un punto di incontro tra culture, religioni, schieramenti diversi per conoscersi, dialogare, camminare insieme; un riferimento per i giovani che hanno voglia di rendersi disponibili verso gli altri; una casa aperta a chi cerca soccorso: madri sole, carcerati, stranieri, persone che hanno bisogno di cure, di casa, di lavoro; un luogo accogliente dove ognuno può restituire qualcosa di sé: il tempo, la professionalità, i beni spirituali e materiali. Il risultato? Milioni di persone aiutano milioni di persone…

Corinne

EVVIVA LE BUONE ABITUDINI!!

liberamente ispirato al racconto più comico

che abbia mai letto durante un'interrogazione

Sembra proprio che la nostra salute stia a cuore a un sacco di specialisti, nutrizionisti, psicologhi, medici e affini, che ci bombardano di pillole di saggezza sul vivere e sul mangiar bene. Mi hanno incaricato di effettuare un articolo che racchiuda tutti questi consigli e dopo averli sperimentati personalmente per una settimana, sono giunto a illuminanti conclusioni. E a un ricovero in ospedale. Ogni giorno bisogna prendere un'aspirina e un bicchiere di vino rosso per prevenire l'infarto. E uno di vino bianco, per il sistema nervoso. Non dimentichiamo il bicchiere di birra, che tuttavia non ricordo bene a cosa servisse. Se li prendi tutti insieme ti può venire un'emorragia cerebrale, però non ti preoccupare perché non te ne renderai neanche conto. Tutti i giorni bisogna mangiare fibra. Tantissima fibra, finchè non riesci a cagare un maglione. Si devono fare tra i 4 e i 6 pasti quotidiani, leggeri, senza dimenticare di masticare 100 volte ogni boccone. E non dimentichiamoci lo yogurt! Se non ingurgitiamo tutti i giorni un bel vasetto di yogurt ci priviamo dei fantomatici “L. Casei Immunitas”, che sembra abbiano proprietà miracolose (e faccine simpatiche, da come ce li presentala la pubblicità) e se non li assumi tutti i giorni... sei spacciato. Facendo i calcoli, solo per mangiare se ne vanno 5 ore. Ricordiamoci poi dell’ igiene orale: dopo ognuno dei pasti citati bisogna lavarsi accuratamente i denti, massaggiarli ,usare il filo interdentale, usare abbondanti dosi di colluttorio, finchè in bocca ti rimangono dei denti. Conviene mettere il lettore Cd in bagno e qualche scorta di sudoku, perchè tra la fibra, e i denti ci passerai varie ore lì dentro. A questo punto, se vi sentite vagamente appesantiti per il cibo che avete ingurgitato in nome

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di una salute di ferro, basterà una bella passeggiata di un'oretta nei boschi. E se non ci sono i boschi vicino a casa, arrangiatevi. Un consiglio per tutti i passeggiatori: dopo mezz'ora tornate indietro, altrimenti l'oretta si raddoppierà e vi dovrà venire a recuperare la protezione civile, perchè vi sarete persi nei boschi e rischiate di perdere il solito appuntamento con il bagno. Non dimenticate di coltivare le amicizie, chiamate tutti i vostri amici, parenti, conoscenti e chiacchierateci almeno mezz'oretta tutti i giorni, raccontate loro ad esempio come passate le vostre giornate, del vostro rapporto con la fibra e suggerite loro di intraprendere una vita sana come la vostra. Se nel fare ciò perderete tutti i vostri amici, non perdetevi d'animo: avrete così acquistato più tempo per mangiare la fibra! C'è solo un piccolo ostacolo in cui un novello salutista come voi può incorrere nei primi tempi: per soddisfare tutte queste esigenze, ventiquattro ore non bastano. Quindi, l'unica è svolgere più cose contemporaneamente. Mentre passeggiate portatevi dietro una damigiana di vino e il cappellini americani con i reggi birre, sistemate il frigo in bagno (il contrario è fortemente sconsigliato). Invitate gli amici al bar e offrite a tutti uno yogurt alla banana (il mio preferito!). E mentre state andando in cerca dei regali di natale, sgranocchiate barrette di fibra! Adesso vi lascio, perchè ha cominciato a nevicare mentre passeggiavo alla Mandria, tracannavo il mio biberon di vino rosso allungato con yogurt alla banana, con in tasca la mia barretta di fibra d'emergenza! Potrei chiamare qualche mio amico per farmi venire a prendere, ma è da un po' che li chiamo e non mi rispondono più... AUGURI DI BUON NATALE E SOPRATTUTTO DI BUON ANNO!

Riccardo Torchio IV F

Le classi 1^ e 2^ G il 28 ottobre sono andate al Teatro Regio per una mattinata alla scoperta di uno dei teatri più eleganti di Torino. È stata una visita guidata molto interessante, che è cominciata con la storia dell’edificio e suoi cambiamenti nel corso degli anni. Ciò che ammiriamo oggi è dell’architetto Carlo Mollino che, dopo l’incendio del 1936, ha preparato un nuovo progetto con un design curvilineo e moderno, ma, soprattutto, ha voluto che non fosse più un teatro all’italiana, infatti la sala è ad anfiteatro con un ordine di palchi. La nostra guida ci ha poi portati a visitare ogni parte del Regio, cominciando dalla sala principale, per poi andare dietro alle quinte, nella sala prove di ballo e nel Piccolo Regio. Dopo la visita, ci siamo intrattenuti per la lezione in preparazione allo spettacolo a cui avremo assistito, intitolato “Ballet Nacional de España”, racconto danzato che narra la vita straordinaria di Federico García Lorca e la sua amicizia fraterna con Salvador Dalí, il tutto trasmesso al pubblico con un flamenco impeccabile. La sera del 7 novembre rieccoci in loco tutti eleganti e bellissimi, pronti a trascorrere questa serata diversamente dalla solita routine. I nostri posti sono nei palchi, emozionati ci accomodiamo e nell’attesa non sono mancate le foto. Lo spettacolo era suddiviso in due parti, la prima prevedeva una base di musica classica, mentre nella seconda era blues-jazz suonata dall’orchestra e cantata dal vivo. Un grandissimo complimento va ai ballerini, sono stati molto bravi e

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coinvolgenti, i costumi anch’essi perfetti con giochi di colori che davano armonia al balletto, siamo rimasti un po’ delusi solo per una cosa: mancavano le nacchere! Tuttavia possiamo confermare che è stata una bella esperienza, contentissimi anche i primini che hanno scoperto la simpatia e la pazzia dei loro amici di 2^. Infine, il giorno seguente si è tenuto un dibattito a scuola sullo spettacolo insieme ad un’esperta di teatro con la quale abbiamo discusso dell’ evento, esprimendo le nostre opinioni e critiche.

Fiore Désirèe 2^G

DIRITTO ALLO STUDIO

Il 17 novembre è da oltre 60 anni la giornata mondiale per il diritto allo studio. Ma cos’è questo diritto allo studio? È una possibilità garantita dall’art.34 della Costituzione che afferma che i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Il diritto allo studio è la possibilità per tutti di frequentare la scuola, non solo quella dell’obbligo. Oggi studiare costa molto, anche uno studente se ne accorge: i libri di testo hanno prezzi sempre più alti, per non parlare dei dizionari o del materiale scolastico necessario. Anche il poter raggiungere la scuola comporta un costo: quello dell’abbonamento per i mezzi pubblici. Non tutti hanno sufficienti risorse per far fronte a queste spese e il diritto allo studio dovrebbe garantire proprio la possibilità di coprirle tutte. Stato, Regione, Provincia, Comune ed Enti Privati indicono spesso bandi per borse di studio, ma non sono mai sufficienti dato l’alto numero di richieste. La nostra scuola ogni anno predispone una parte del budget a disposizione dell’istituto al diritto allo studio per gli studenti più bisognosi, dando così la possibilità di partecipare ad uscite didattiche e corsi tramite un aiuto finanziario. La data del 17 novembre ha un grande valore simbolico per il mondo della scuola e dell’università: nel 1933 centinaia di studenti cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono arrestati ed uccisi dai nazisti; nel 1974 ad Atene altri ragazzi greci furono massacrati dai carri armati del regime. L’assemblea mondiale di Bombay del World Social Forum decise, tre anni fa, di ripristinare questa data della memoria e di renderla un momento importante di mobilitazione studentesca per permettere che l’istruzione resti un bene pubblico e non venga privatizzato. Oltretutto, quest’anno, si è aggiunta un’altra importante tematica: l’approvazione a livello europeo della Dichiarazione Europea dei Diritti degli Studenti con l’obiettivo di

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sancire per legge in tutta Europa i diritto di tutti i giovani. Alice 4°D, Carlotta 5°A

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LABORATORIO H2O La mia classe, la 1^D, ed altre prime del nostro Liceo hanno partecipato ad una serie di incontri, nell’ambito dell’insegnamento della geografia, finalizzati alla sensibilizzazione dei giovani sui problemi dell’acqua. In tre lezioni, abbiamo avuto modo di comprendere quanto è importante questa risorsa riguardo alla quale bisogna innanzitutto porsi una domanda: l’acqua è una fonte esauribile o rinnovabile? Dai testi di geografia si apprende che essa rientra tra le risorse rinnovabili, ma in realtà non è così. Infatti, se il consumo di acqua continuerà ad essere così sostenuto, sicuramente la sua disponibilità è destinata ad esaurirsi. L’acqua potabile disponibile per i nostri consumi è pari allo 0,25% del totale presente sulla Terra. L’80% di essa viene consumato dai Paesi ricchi del Nord del mondo, mentre solo il 20% è destinato ai Paesi poveri del Sud del mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che per vivere dignitosamente, sono necessari 40 litri di acqua per persona al giorno. Purtroppo però in molti Stati si supera abbondantemente questo quantitativo: l’Italia, con i suoi 300 litri pro-capite, è al terzo posto nel mondo come consumo giornaliero d’acqua dopo Stati Uniti d’America e Canada. Il dato è impressionante, soprattutto considerato che ci sono Paesi i cui abitanti consumano in media meno di 10 litri d’acqua al giorno. Forse una delle principali cause dello spreco dell’acqua è proprio la disinformazione: infatti, dalle interviste effettuate dal “Parlamento dei giovani per l’acqua”, mostrateci in un video nell’ultimo incontro del nostro laboratorio, è risultato che molti italiani pensano di consumare meno di 30 litri di acqua al giorno! Le attività del laboratorio sono state guidate da un esperto dell’associazione “Il Triciclo – CISV” e sono state molto varie. Nel primo incontro abbiamo compilato a coppie una scheda riguardante la popolazione mondiale, che abbiamo poi

commentato insieme. Nella seconda lezione, dopo una breve introduzione sui problemi idrici mondiali, abbiamo svolto un gioco di ruolo, che ci ha consentito di capire le difficoltà di approvvigionamento idrico esistenti in varie località del mondo. La terza lezione è stata divisa tra la visione di video (uno dei quali realizzato da studenti nell’ambito del già citato “Parlamento dei giovani per l’acqua” riunitosi a Torino) ed una divertente attività, che ci ha fatto riflettere sul fatto che solo la collaborazione produce risultati positivi. Infine l’esperto ci ha informati che manca una pompa per portare l’acqua dal pozzo alla scuola media di Markounda (costruita anche grazie ai fondi raccolti nel nostro Liceo): il suo acquisto sarà il prossimo obiettivo del “Progetto Markounda”, perciò… diamoci da fare con qualche sacrificio finalizzato alla solidarietà! Questa esperienza è stata molto costruttiva, oltre che simpatica, perché ha sensibilizzato la nostra coscienza riguardo ad un problema di cui forse non tutti conoscevamo la drammaticità.

Emanuele Ravizzotti 1^D

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Elezioni alla Consulta I giorni 27 e 28 novembre 2008 si sono svolte le elezioni del Presidente e del Consiglio di Presidenza per la Consulta provinciale degli studenti. Noi due rappresentanti del "Cattaneo" vi abbiamo preso parte e, durante le due giornate, abbiamo discusso dei progetti da portare avanti nell'anno in corso. Tra questi il "Sottodiciotto Film Festival" dove verranno proiettati cortometraggi realizzati da ragazzi di scuole primarie e secondarie e anche alcune anteprime di film che usciranno al cinema. Verrà poi rinnovata la cooperazione al concorso "Pagella non solo rock" e al festival "Cinemambiente", altre due importanti manifestazione a cui la Consulta Provinciale partecipa finianziandole. Il primo giorno è stato eletto il nuovo presidente, anzi presidentessa; il giorno successivo sono state ultimate le elezioni rinnovando e riempiendo i posti vacanti del consiglio di presidenza (ex Giunta) di cui tra l'altro è entrata a fare parte la nostra rappresentante Alice Trombini. Per chi ancora non lo sapesse (e mi rivolgo soprattutto ai ragazzi/e di prima e seconda) la Consulta è l'organo provinciale che si occupa di progetti e organizza iniziative rivolte agli istituti superiori della provincia di Torino. Vi partecipano due rappresentanti per ogni scuola che formano la plenaria, cioè l'assemblea generale; dall’anno scorso la carica dura due anni . Il Consiglio di Presidenza è formato da otto membri eletti tra quelli della plenaria, il Presidente è il primo escluso dall’elezione dei Presidenti ed è l'organo che gestisce i rapporti con enti esterni e la parte finanziaria. Vi è poi il Presidente che rappresenta la totalità della Consulta, soprattutto al di fuori della provincia, come nel caso delle assemblee nazionali a cui partecipa da solo. Per ora la maggior parte del tempo è stata destinata appunto alle elezioni; vi terremo comunque informati riguardo alle decisioni prese, tramite strumenti quali il giornalino e il dipartimento studentesco. A presto

Alice Trombini e Andrea Obbertone

Per un Natale Solidale…

Tanti caffè. Sono quello che hanno da offrire i pensionati di Torino ai tanti cronisti della Stampa che portano i fondi per le Tredicesime dell’Amicizia. Da ormai un anno a questa a parte i pensionati di Torino si trovano sempre più spesso in difficoltà economiche per i numerosi e sempre i più frequenti rincari della vita. Le rinunce? Moltissime. Si chiudono frequentemente e mal volentieri i termosifoni, si cerca di risparmiare sulle derrate alimentari e a malincuore sul telefono. Ovviamente non mancano le visite mediche e le medicine di terza fascia, particolarmente costose. Si cerca così di arrotondare con qualche orlo a due, tre euro al pantalone oppure fornendo servizio stirando giacche alla presunta clientela. Agata, 95 anni, osserva il suo mondo ormai dal ballatoio: “Sono 35 anni che percepisco la minima, circa 400 euro, ed oramai ci ho fatto l’abitudine. Cerco di non sprecare sulle cose inutili e mi procuro solo lo stretto necessario. Ovviamente a causa della mia bassa pensione, non posso permettermi una badante e sono così costretta a stare in casa da sola e talvolta uscire a fare delle commissioni”. Questa è purtroppo la cruda realtà che colpisce oggigiorno 7 anziani su 10 e il numero di questi sta salendo con l’imminente progredire della crisi finanziaria. Quest’ultima sta colpendo molte famiglie italiane in ugual maniera. Poiché ci si deve ricordare dei più bisognosi, si invitano le persone a impiegare il proprio tempo nel compiere atti di solidarietà per dare un proprio contributo alla società che sta vivendo un momento difficile.

Simone

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Pensate che per fare qualcosa per gli altri sia necessario andare in Africa o essere delle sottospecie di santi? Che sì, il mondo ha tanti problemi, ma non compete a voi cercare di risolverli? Ebbene, la nuova rubrica rivolta al mondo del volontariato fa proprio al caso vostro. L’intento è quello di sfatare tanti luoghi comuni e fornire a tutti voi degli esempi di ruoli attivi sul nostro territorio, attraverso l’esperienza diretta dei ragazzi del nostro Istituto. Basta veramente poco per fare qualcosa di grande! Intervista a Fabio della IV E, 17 anni, animatore presso la parrocchia S. Anna D: In che cosa consiste la tua opera di volontariato? R: Si tratta di animazione giovanile in oratorio. Mi occupo di organizzare attività, giochi, laboratori, feste, tornei rivolti a bambini che frequentano le elementari e le medie. Ho un ruolo ludico-ricreativo, si alternano momenti di gioco e divertimento con occasioni di formazione o di riflessione religiosa. A questo proposito, sono particolarmente impegnato con i ragazzi di seconda media, che seguo settimanalmente nell’ora di Catechismo. D: Quanto tempo dedichi alla settimana a questo servizio? R: In maniera fissa, un paio d’ore alla settimana, senza contare i momenti di organizzazione con gli altri animatori. D: Da quanto tempo lo fai? Hai ricevuto una formazione specifica? R: Dalla prima superiore, prima ero un utente. Ho frequentato un corso di formazione che coinvolgeva diversi oratori proposto

dall’associazione NOI Torino. Toccava diversi aspetti, quali le modalità di animazione, il rapporto con gli altri animatori e consigli utili su come comunicare la fede ai ragazzi. D: Che cosa ti piace e in cosa ti arricchisce quello che fai? R: Prima di tutto mi diverto, mi metto in gioco in prima persona e sento di fare qualcosa di utile per gli altri. Per di più ho la possibilità di confrontarmi con dei coetanei, con cui instauro un rapporto più approfondito, più sincero rispetto a quello con le persone con cui entro in contatto per esempio a scuola. Mi sento giudicato come individuo, non come tipo. D’altra parte posso riconoscere i miei limiti, i pregi e i difetti e cercare di migliorarmi. D: Ti senti utile e stimato dalle persone con cui ti relazioni? R: Sì, a diversi livelli. Utile ai bambini come figura di riferimento e di supporto in generale, che ha peso nella loro formazione. D: A chi pensi serva di più: a te o a loro? R: E’ qualcosa che faccio per me facendolo per gli altri: la realizzazione di me stesso passa attraverso il mio rapporto con gli altri. D: Un oratorio è una realtà che si appoggia ad un’istituzione religiosa. Quanto pensi che conti l’aspetto della fede? R: La fede non è l’elemento scatenante e neanche indispensabile per avvicinarsi all’ambiente. Questo è, però, chiaramente influenzato dalla religione e quindi, ad una persona che non abbraccia la fede cattolica, anche se ne condivide i valori morali, può risultare difficile impegnarsi a fondo in un contesto del genere.

Francesca 4°E

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LA MUSICA A SCUOLA Per questo numero intervisteremo il Dj recident del Cattaneo: Dj Andi Giox. Ciao, qual è il tuo nome d’arte e perché l’hai scelto? Il mio nome d’arte è ANDI GIOX ed è nato in due tempi... Volevo un nome che fosse il più possibile rappresentativo anche della musica che suono, quindi non scontato ma nemmeno volutamente e indebitamente troppo “aggressivo” diciamo. Andi è nato un giorno entrando a scuola: continuavo a pensare a un nome efficace ed ho trovato questo che riprende anche quello di battesimo (Andrea). Giox, invece, è una mescolanza tra il mio soprannome, usato da alcuni amici, e il mio vero cognome. Quali genere suoni? La mia musica va dal techno house all’ house che riprende sonorità minimali, ma mi diverto a suonare qualsiasi genere musicale; seguo anche molto il gusto e le richieste del diverso pubblico che mi può capitare. Quali gruppi e/o Dj ti influenzano? Il mercato discografico italiano, per quanto riguarda i miei generi, è limitato. I produttori non intendono più mettere sul mercato del nostro paese i loro pezzi a causa delle spese che non sono recuperabili attraverso le vendite, per cui bisogna ampliare i propri orizzonti musicali ai paesi del nord, quali Germania, Olanda, Inghilterra e Canada: patrie dei più famosi Club. Qui nascono e operano Dj come Michael Mayer, Richie Hautin e lo stesso italianissimo Gabry Ponte, tanto citato e preso a modello come ho letto dalle interviste precedenti, che lavora ormai principalmente in Germania. Tra i Dj italiani i miei preferiti sono Andrea Roma e Lele Cecchini. Qual è la tua strumentazione?

Ho iniziato con poco, senza pretese. Non ero nemmeno sicuro che quell’ “esperimento” sarebbe diventato una passione e una fonte di guadagno. Dispongo di due cDj Gemini02, mixer Behringer e giradischi Noiz LOG 8000. Secondo te, la musica serve a qualcosa? Ovviamente serve! Ha diversi risvolti di utilità. Per chi la compone, la scrive, la pensa o anche semplicemente la mette in musica è un momento di spensieratezza, tutto è rivolto al suono, alla miglior resa di quello che in pochi minuti qualcuno a voluto esprimere attraverso quelle sette note. Quando suono, io vedo ciò che faccio quasi come un tributo a colui che rispecchia esattamente quello che io intendo per musica, che non si limita al genere “discotecaro”, ma si amplia a qualsiasi tipo di melodia, e, riproducendo ciò che egli ha pensato al meglio delle mie possibilità, cerco quindi di rendergli omaggio. Chi ascolta invece la musica prova un piacere diverso. Questa ha, infatti, il compito di allietare i suoi pensieri, rendere il momento dell’ascolto uno dei pochi della giornata in cui può davvero considerare solo se stesso. Io nelle mie esibizioni cerco di far rivivere queste sensazioni, anche solo facendo divertire, ma quel divertimento deve essere ampliato il più possibile altrimenti la “mia musica” si sarà rivelata solo un mero passatempo. Qual è stato il motivo che ti ha spinto a fare musica? Ho iniziato per caso e nemmeno nella mia città. Era un sabato qualunque, un sabato sera, e tra varie occasioni di festa mi è capitata sotto mano la console di un mio caro amico. Non avevo idea del funzionamento e del fine che questa dovesse suggerire ma il proprietario con pazienza mi spiegò, io imparai e non potei più farne a meno. Come è stata la prima volta che hai suonato dal vivo? In una parola direi…snervante!

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Prima di esibirmi avevo paura di fare brutta figura, di non piacere al pubblico o addirittura di provocare le lamentele del proprietario. Non avevo idea di cosa volesse dire esibirsi di fronte a quasi 1000 persone che hanno pagato per divertirsi. Ma la serata cominciò e io suonai il mio primo disco, piaceva!! Continuai con il secondo e da lì in poi le cose andarono da sé. Per quando è prevista la tua prossima performance? Sono in contatto con i proprietari di diversi locali quali “Club 21” e “Boccaccio” ma è ancora tutto da decidere. Nel frattempo ho in programma alcune date non ancora confermate al Patio e ai murazzi…incrocio le dita! Debs 1R

Caro prof ti scrivo… Oggi si parla di una scuola in crisi, di ragazzi sempre più prepotenti e svogliati per i quali la scuola è un’imposizione da cui si deve scappare, di insegnanti incapaci e demotivati e di sistemi d’insegnamento che non funzionano. Insomma, lo stereotipo di scuola italiana oggi è di un ambiente inutile e poco innovativo, SBAGLIATO! Infatti c’è qualcuno che ha deciso di criticare un po’ meno e di rimboccarsi le maniche un po’ di più; si tratta di alcuni ragazzi che fanno parte dell’ Asai (Associazione salesiana animazione interculturale) che hanno elaborato la visione di una scuola indispensabile per essere persone migliori, per avere più conoscenze, per il lavoro e per tutto ciò che ci aspetta nella vita. Questi ragazzi hanno promosso un’iniziativa per spingere i coetanei a scrivere delle “lettere” ai professori invitandoli ad avere più convinzione e voglia di insegnare per una scuola migliore; una lettera che venga letta anche dai genitori, dai giornalisti, dai politici per dimostrare che i ragazzi non sono davvero così scansafatiche e che sono consapevoli del loro ruolo nella scuola.

Il progetto è partito dal quartiere San Salvario di Torino con un messaggio di alcuni ragazzi rivolto ai professori, dove venivano espressi i pensieri e i consigli degli studenti per rendere le lezioni più accattivanti. Successivamente si è deciso di dare la possibilità ad altre scuole di produrre nuove idee, per poi riunirle

in un’unica grande lettera pubblica volta a sollevare il problema della organizzazione di un sistema scolastico adatto a tutti, su misura per ciascuno.

E’ un progetto molto ambizioso, ma senza dubbio con una consistente partecipazione si possono ottenere grandi risultati. Ad oggi la lettera da sottoscrivere e completare è stata diffusa

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in centinaia di scuole italiane, e sono già arrivate le prime risposte da Acri, Montesilvano, Novara e Udine. Inoltre, gli intraprendenti ragazzi di San Salvario hanno coinvolto i mass media facendosi intervistare e riprendere al lavoro da Rai Educational, ricavandone due trasmissioni andate in onda ad agosto e visibili su www.fuoriclasse.rai.it. Persino Luciana Littizzetto ha parlato della lettera nella sua trasmissione su Radio Deejay, evidenziando l’importanza di un’iniziativa non fine a se stessa, ma che riguarda il futuro, e quindi da valorizzare ed appoggiare; sui banchi di oggi siedono gli adulti di domani.

Una volta tanto, studenti e professori sono chiamati ad avere lo stesso obiettivo, vale a dire collaborare per ottenere una scuola migliore, in cui entrambe le parti riescano a dare il meglio.

Alessio & Alessandro

Messaggi Subliminali Il messaggio subliminale (dal latino sub, sotto, e limen, soglia, in riferimento al confine del pensiero conscio) si riferisce ad un'informazione che il cervello di una persona assimilerebbe a livello inconscio. Si cominciò a parlare pubblicamente dei messaggi subliminali nel lontano 1957. In quel periodo furono pubblicati da James Vicary i suoi studi in cui affermava che nei cinema in cui venivano inseriti brevi messaggi subliminali nei fotogrammi del film (mangia popcorn e bevi coca cola) aumentavano notevolmente i consumi di questi prodotti. Tuttavia, a cinquant'anni di distanza, questo esperimento ha assunto i tratti del mito. Alcuni stimoli che raggiungono il subconscio possono avere un qualche piccolo effetto sulle emozioni ed il comportamento, ma è da sottolineare il fatto che ad oggi non è provata alcuna efficacia di questi messaggi nascosti nelle pubblicità. Rimangono persistenti e numerose teorie cospirative sul fenomeno. Anche nei testi scritti possono nascondersi dei messaggi rintracciabili ed evidenziabili solo leggendo la medesima frase al contrario o solo le iniziali di ogni parola o delle righe. Attraverso l'uso di immagini, fisse o girate in video, avviene la maggior diffusione dei messaggi subliminali. Ad esempio nel film della Walt Disney “Il Re Leone”, in una scena, sembra essere leggibile la parola “sex” nella forma della polvere alzata da Simba. Altri presunti messaggi di questo genere sono rintracciabili nei film “Le Avventure di Bianca e Bernie” e “Sirenetta”. Alcuni ricercatori hanno sostenuto di aver trovato messaggi subliminali anche nella musica. Li dividono in varie nature, dalla scherzosa alla satanista istigante al suicidio. Questo ultimo genere ha visto coinvolti vari gruppi, come i Beatles, Queen, Led Zeppelin, Eminem e altri. I Judas Priest sono stati trascinati in tribunale con l'accusa di aver istigato due ragazzi al suicidio, dato che alcuni critici avvertirono nella registrazione la seguente eslamazione “Do it! Do it!” (Fallo! Fallo!). La causa è stata vinta dai Judas Priest. Persino il film “High School Musical” non è

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stato risparmiato. Alcune persone dichiarano di aver trovato messaggi subliminali di natura satanista sparsi qua e là tra le varie canzoni. In realtà il fatto che la maggior parte di questi casi sia emerso con la tecnica del backmasking, ovvero ascoltando al rovescio le registrazioni, rende del tutto inattendibile (e mai provato) che simili messaggi possano mai raggiungere la coscienza dell'ascoltare e influenzarlo. In realtà, sebbene alcuni brani mostrino messaggi registrati volutamente, la maggior parte sono frutto di interpretazioni personali. Con il passare del tempo si sono costituiti gruppi di matrice cattolica, come il Centro Culturale San Giorgio (CCSG), che hanno come obiettivo quello di mettere in guardia dai messaggi subliminali (che spesso sono forzature o rifiuto di interpretare delle metafore) e da supposte teorie della cospirazione, spiegando i loro motivi spesso in maniera non esauriente e contraddittoria (sul sito del CCSG vi è scritto che un messaggio subliminale non può indurre a non fare delle cose, senza dare spiegazioni esaurienti, ma soprattutto negando quanto scritto in un’altra pagina dello stesso sito per dimostrare l’efficacia di tali messaggi, ovvero un aneddoto di un negoziante che aveva inserito nel suo negozio messaggi subliminali che inducevano i clienti a non rubare la merce, con seguente diminuzione dei taccheggi) o distorcendo le relazioni di causa-effetto tra gli eventi (viene messo in relazione il calo delle nascite con la “corruzione” sessuale diffusa, a parer loro, dalle canzoni Rock & Roll tanto quanto da cantanti come Gianni Morandi, a partire dagli anni sessanta, dimentichi del boom economico e della diffusione del benessere, e di conseguenza, del fatto che non essendoci più bisogno di molte braccia da lavoro in famiglia le nascite iniziarono a calare). Non solo: molti dei loro metodi e delle loro dichiarazioni sono a carattere decisamente estremista e oltrepassano i limiti del fanatismo. Partendo dalle piccole cose, nel sito prima citato le iniziali dei nomi dei “fautori della dissoluzione” sono volutamente scritte in minuscolo. Non solo. E’ scritto anche, con implicito riferimento alle crociate e all’Inquisizione: “La Santa Chiesa ci ha sempre insegnato che:

«Il prezzo del peccato è la morte»!” (si giustificano le crociate agli Albigesi, ai Valdesi e a tutti i gruppi eretici definendoli “eretici satanisti”), così come nella nota preghiera che recita “Santo, Santo il Signore, dio dell’universo” si rimpiange il precedente “dio degli eserciti”, definendo il termine “più verace” rispetto all’attuale e paragonando la modifica all’evirazione (vi è una fronte impronta maschilista nel pensiero degli appartenenti al gruppo). Qualunque sia la propria opinione riguardo i messaggi subliminali, bisogna sforzarsi di affrontare razionalmente questo argomento e di non lasciarsi prendere dal panico. Non è sbagliato temere che qualcuno tramite agenti esterni riesca a influenzarci, ma è esattamente quello che ci accade tutti i giorni quando accendiamo la televisione. Un pericolo che tutti noi, quindi, affronta quotidianamente.

Riccardo e Vincenzo

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La schiava bambina “ Una storia commovente e tragica che aiuta a riflettere sulla condizione femminile in molti paesi “ cosi è stato definito da molti giornali il romanzo autobiografico di Diarytou; la ragazza africana originaria della Guiana che sin dall’ infanzia è stata costretta a subire continue violenze, ingiustizie e soprusi dalla vita. In questo romanzo Diaytou racconta la sua vita: l’infanzia, che trascorre felicemente con la nonna, l’adolescenza; il periodo più tragico della sua vita in cui dimentica cosa vuole dire la parola libertà ,in cui la famiglia e gli amici sono lontani e l’età adulta in riesce a liberarsi da quel mondo e da quella mentalità assurda. Appena tredicenne viene data in sposa ad un uomo che ha circa il triplo dei suoi anni, il sentimento che li lega non è amore, il marito infatti è presentato come il maggior antagonista della vicenda; è un uomo dispotico, le usa più volte violenza,la minaccia e la picchia, considerandola solo l’ultima delle sue cinque mogli. Essendo molto giovane Diarytou non osa ribellarsi non vuole offendere la sua famiglia ma soprattutto non vuole essere ripudiata e portare con sé questo disonore per tutta la vita. Per Diarytou è anche difficile frequentare la scuola, è un impegno molto pesante conciliare gli studi e le faccende domestiche cosi, preferisce abbandonare la propria istruzione piuttosto che ricevere altre percosse dal marito perché la cena non è ancora pronta sul tavolo. Fra terrori e minacce Diarytou riesce a vivere anche dei brevi momenti di felicità; quando, a quattordici anni, scopre la sua maternità, si accende in lei un barlume di speranza crede che la sua vita possa essere migliore, in realtà non sarà cosi; sia questa che le successive

gravidanze non arriveranno al termine. All’ età di venti anni grazie ad alcuni incontri fortunati riesce a trovare la forza e il coraggio di ribellarsi, separandosi da suo marito riesce di nuovo a vivere una vita vera, si stabilisce definitivamente in Francia dove tuttora risiede. Questo romanzo presenta in una maniera molto cruda il modo di vivere di alcuni nostri coetanei in questo secolo e non molto lontani da noi, la storia di questa giovane ragazza ci colpisce profondamente, i dettagli che sono descritti lasciano spesso sbalordito il lettore, il quale è costretto a fermarsi e riflettere sulla vita, sul significato della libertà ed a confrontare il nostro mondo fatto di scuola, amici, playstation, discoteche, con la realtà ovviamente ben diversa che altri giovani uguali a noi sono costretti a subire senza ribellarsi, potendo solo sognare una vita come la nostra.

Federica

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Il libro – STEPHENIE MEYER-

– “Allora preparati alla fine. Preparati al crepuscolo della tua vita

appena iniziata. Preparati a rinunciare a tutto.”

Quando Isabella Swan decide di lasciare l’assolata Phoenix per la fredda e piovosa cittadina di Forks, non immagina certo che la sua vita conoscerà presto una svolta improvvisa, eccitante e mortalmente pericolosa…Nella nuova scuola tutti sono incuriositi da lei e la trattano con gentilezza, tutti tranne uno: il misterioso e bellissimo Edward Cullen. Edward non dà confidenza a nessuno, frequenta soltanto i suoi cugini e fratelli,

tutti ugualmente belli e affascinanti. Ma c’è qualcosa in Bella che costringe Edward dapprima a cercare di stare lontano da lei e quindi ad avvicinarla. Tra i due inizia un’amicizia sospettosa che man mano si trasforma in un’attrazione potente,

irresistibile. Fino al giorno in cui Edward rivela a Bella di essere un vampiro… Una delle storie d’amore più intense, coinvolgenti, appassionanti che sia mai stata scritta. Twilight è un libro semplice e scorrevole, ma con una storia profonda, un amore emozionante e travolgente, da cui sarà difficile staccarsi prima dell’ultima pagina. Oltre ad essere una fantasiosa storia d’amore, questo libro è capace di insegnare molti di quei valori che nella società odierna si danno per scontati, come quello della famiglia, della solidarietà, dell’amicizia. Un Edward indimenticabile e una Bella nella quale è fin troppo facile immedesimarsi rendono questo libro assolutamente impedibile!

Giovanna Chiarenza & Ada Paola Giuzio 5°I

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Il film “Quando puoi vivere per sempre, per che cosa vivi?”

Il film di Twilight, di Catherine Hardwicke (con Kristen Stewart e

Robert Pattinson) uscito il 21 novembre nelle sale, dopo mesi di attesa, è stata una delusione e non basta pararsi dietro alla scusa del budget limitato. La trasposizione del fenomeno letterario è considerato il nuovo Romeo e Giulietta, e si prevedono più incassi ai botteghini di Titanic. Il film è superfluo, non coinvolgente e appassionante come il libro. Attori non corrispondenti alla descrizione del libro, cronologia della storia non

rispettata, scene completamente inventate, orribili effetti speciali accompagnati da dialoghi assurdi, forzati e ridicoli. Le poche scene d’amore tra Edward e Bella erano abbastanza coinvolgenti ma inserite qua e là come “appiccicate”, per cercare di rendere il film un po’ più gradevole. Alcuni personaggi sfioravano il ridicolo, primo fra tutti Jasper, se al suo posto avessero messo un manichino sarebbe stato sicuramente più espressivo! Il fatto più drammatico è che la stessa autrice, Stephenie Meyer, sia rimasta soddisfatta di questa parodia. Ci aspettavamo tutti un capolavoro, che sarebbe rimasto nella storia del cinema e invece siamo tutti rimasti con un vuoto dentro di noi, dopo aver visto come è stato distrutto un libro che aveva fatto sognare, sperare e amare.

Giovanna Chiarenza & Ada Paola Giuzio 5°I

Immaginate di trovarvi in mezzo alla strada e di vedere, ad un tratto, una o più persone correre e saltare su muri, pali, scalini e ringhiere come se fossero dei gatti. Non spaventatevi,

è probabile che vi troviate di fronte a dei traceurs (praticanti del parkour). Il Parkour è l'arte dello spostamento (l’art du déplacement) e consiste nel superare gli ostacoli che ci circondano tracciando un percorso che vada da un punto A ad un punto B nella maniera più creativa, fluida, atletica ed esteticamente valida. L'importante è comprendere che il parkour non è una gara a chi fa il salto più alto o più bello, è un PERCORSO, senza alcuna forma di competizione fra i praticanti; la competizione è con te stesso per cercare di innalzare il tuo limite dopo aver preso coscienza delle tue capacità. Affrontando la paura spesso ci si accorge che le nostre

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potenzialità vanno oltre i confini che diamo per scontati. Per questo il parkour è sia uno sport che una filosofia di vita quotidiana.

Non è

consigliabile muovere i primi passi da soli visto anche il fatto che a Torino esiste una numerosa crew di traceurs riconosciuti a livello nazionale, disposta a insegnare le basi in sicurezza nella scuola circense di Grugliasco (maggiori informazioni sul sito www.parkour.to nella sezione news). Cominciare da autodidatti può essere rischioso in quanto è molto facile imparare le tecniche in modo scorretto e farsi male. Nonostante possa diventare piuttosto pericoloso in certi casi, il parkour dà moltissime soddisfazioni che altri sport non si sognano nemmeno lontanamente di offrire. Cattura sia chi inizia a praticarlo sia coloro che restano soltanto a guardare perché ritengono di non esserne all’altezza. È uno sport in cui, anche se sono necessarie forza e potenza fisica, persino le ragazze possono benissimo raggiungere un buon livello divertendosi. Concludiamo citando una frase che riassume la filosofia dei traceurs: “Il Parkour non cambia il mondo ma il modo in cui lo guardi”

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IL CAPODANNO CINESE (o Festa di Primavera) Il Capodanno è la più importante festività tradizionale cinese e

celebra l’inizio del nuovo anno. E’ conosciuta anche come Festa di Primavera e può essere paragonata al nostro Natale. Il Capodanno coincide con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno (la festività può cadere tra il 21 gennaio ed il 19 febbraio). Questa festività viene celebrata anche in altri paesi orientali: Corea, Mongolia, Vietnam, Nepal, e, naturalmente, in tutte le comunità cinesi sparse in tutto il mondo. I festeggiamenti durano quindici giorni e

si concludono con la festa delle lanterne. Anche se la festa dura due ettimane, sono considerati festivi solamente i primi due o tre giorni durante i quali scuole, uffici ed esercizi pubblici rimangono chiusi. Durante queste due settimane, la tradizione

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vuole che si stia il più possibile con la propria famiglia e che si vadano a trovare i parenti stretti e gli amici più cari. Ci si veste soprattutto di rosso e si addobbano le proprie case con oggetti portafortuna raffiguranti dei pesci. Sulle porte sono posti dei motti beneaugurati dipinti su tela o carta, si appendono fuori dalle porte delle lanterne rosse realizzate in carta di riso che vengono staccate e portate in giro per le strade durante l’ ultimo giorno del Capodanno. Un rituale di questa festa è La Danza del Leone, che si svolge durante il primo giorno di festa. Durante questo rituale la gente sfila per le strade seguendo un manichino che ha le sembianze di un leone e la parata è accompagnata da suoni di tamburi. La sera che precede l’inizio del nuovo anno, la famiglia si riunisce a casa del parente più anziano per una cena. Questa deve essere a base di pollo e pesce e quest’ultimo deve necessariamente essere abbondante per portare fortuna e prosperitànel nuovo anno. Il Capodanno termina con la festa delle lanterne, che coincide con la prima sera di luna piena del nuovo anno secondo il calendario lunare, in questa occasione in tutte le città si festeggia sfilando con le lanterne. E’ una manifestazione spettacolare soprattutto per la grande varietà di forme e dimensioni delle lanterne, che a volte sono disposte in modo da creare delle strutture che formano paesaggi, draghi e personaggi.

Chen Ylong

LA FESTA DI MEZZO AUTUNNO

La festa della luna è una delle grandi feste tradizionali cinesi. Secondo il calendario tradizionale cinese, il settimo, l’ottavo e il nono mese costituiscono la stagione autunnale. La Festa della Luna è chiamata anche Festa di Mezz’ autunno poichè cade nel 15° giorno dell’ 8° mese lunare esattamente nel mezzo della stagione, quando il caldo dell’estate ha ceduto il passo al fresco tempo autunnale, segnato dacieli azzurri e lievi brezze. In questo giorno la luna si trova alla massima distanza dalla Terra e in nessun altro periodo è così luminosa. In quel momento, come dicono i Cinesi, la luna è perfettamente rotonda. Le offerte alla Luna e la sua contemplazione sono le attività principali della Festa. La sera, quando la luna si leva, tutte le famiglie si riuniscono all’aperto attorno a una tavola per ammirarne il chiarore e mangiare dei dolci della Luna. Chi è lontano da casa cerca di rientrare per raggiungere la propria famiglia. Ed è per questo che la Festa di Mezz’autunno è chiamata la Festa della Riunione Familiare (La luna piena è considerata il simbolo della riunione, del ritrovarsi). La Festa della Luna è un giorno feriale, ed è considerata principalmente un’occasione per sedersi all’aperto, tempo permettendo, e rilassarsi con amici e parenti, guardare la luna piena e mangiarne i suoi dolci .

Chen Xinhe Xu

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IL NATALE NELLE FILIPPINE

Il Natale è una delle feste più importanti delle Filippine ed è così grande che la preparazione di questa occasione richiede del tempo. Durante questa stagione si preparano degli squisiti dolci natalizi; quelli più comuni sono il bumbong di puto e il bibingka, che vengono serviti su foglie di banana con burro o margarina e polpa di noce grattugiata. La gente locale crea anche splendide decorazioni tra cui il Parol. Per i filippini il simbolo di questa stagione non è il comune albero ma la stella di Natale, appunto il Parol. Un gran numero di questi vengono appesi dovunque, dai centri commerciali, agli uffici e persino nelle case più modeste. Cominciando dal 16 Dicembre, una grande parte della popolazione si affolla nelle chiese per assistere alla messa della loro congregazione cattolica locale. Questa parte della tradizione cattolica filippina è denominata Misa de Gallo o localmente è conosciuta come Simbang Gabi. Un altro aspetto di questa stagione è il Caroling: un gruppo di bambini va di casa in casa per intonare i canti natalizi più conosciuti sia in inglese si a in tagalog, che è la lingua ufficiale nelle Filippine. I carols potevano essere intonati anche da ragazzi, adulti e anziani, che un tempo andavano persino di macchina in macchina; ma questo in seguito venne proibito per motivi di sicurezza.

Ai lavoratori nelle Filippine solitamente viene permessa una vacanza di cinque giorni in modo che sia impiegati sia datori di lavoro possano passare del tempo con le loro famiglie. La notte di Natale viene celebrata dalle famiglie con un pranzo a mezzanotte. Questa tradizione viene denominata Noche Buena, momento di ringraziamento in cui le famiglie hanno la possibilità di stare insieme. Alla Noche Buena le famiglie possono invitare degli amici, che spesso considerano questo gesto come un grande onore. La mattinata di Noche Buena o di Natale è il momento più atteso dei bambini , infatti, dopo aver mangiato e festeggiato, la famiglia si riunisce con gli amici per scambiarsi i regali. Ecco come noi filippini festeggiamo il Natale. Buon Natale e Maligayan Pasko!!!

Maria Cleofe Cordova IV R

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Che effetto fanno gli oroscopi?

Gli oroscopi, parole messe lì senza un perché, magari espresse dopo anni di studio, parole insignificanti ma che, a volte, influenzano molta gente. Tutte le mattine prendo la metro per andare a scuola e prendo i giornali City, Metro e Leggo. Molte notizie sono interessanti, alcune colpiscono, altre sconvolgono, altre fanno sorridere o procurano amarezza. Ma c’è gente che non prende quei giornali e tanti altri per sapere come sarà il tempo durante la giornata o come ha chiuso la borsa, no. Prendiamo per esempio noi liceali, tutti bene o male nella stessa fascia d’età, tra i 13 e i 19 anni. Quanti di noi prendono il giornale per leggere l’ oroscopo e decidono se saranno felici o tristi, se oseranno o meno, se si cambieranno le mutande oppure no. Ma cosa succede quando i tre giornali presentano tre aspettative di giornata completamente opposte?? Quando in uno c’è scritto – Serata noiosa-, in un altro –Serata ok- e, in un altro ancora, -Questa sera stai attento perché potresti farti male? Cosa si fa in questi casi?? Niente! Ma, purtroppo, c’è chi non capisce che l’oroscopo è un GIOCO e lo prende troppo seriamente, basando la sua giornata su quello. Quindi, se per caso vi trovate su un oroscopo – Lavoro: Progressi interessanti-, preoccupatevi, il prof di latino vi metterà un bel DUE!!!

Debs 1^R

ARIETE: Conferme in amore. Attenti agli amici potrebbero nascere equivoci e complicazioni che metterebbero in discussione i vostri rapporti. Riflettete prima di agire. Sarete concentratissimi nello studio e per fine mese raccoglierete i frutti del vostro lavoro. TORO: Un po’ di confusione in amore Prendetevi delle pause per rilassarvi perché i vostri sbalzi di umore potrebbero rovinare un’ amicizia importante. Grande complicità con i vostri compagni che questo mese saranno essenziali per il vostro profitto. GEMELLI: Alti e bassi con il vostro partner. Tra voi e i vostri amici ci saranno degli ostacoli con scontri frequenti, ma tutto si risolverà per il meglio. Lo studio non rende forse: dovreste organizzarvi meglio il lavoro CANCRO: Amore a gonfie vele.Lo stress che lo studio vi provoca vi farà mettere da parte alcune amicizie. Le vostre ottime capacità saranno capite al meglio a scuola e questo mese sarà più che soddisfacente. LEONE: Questo è il momento giusto per iniziare una storia importante. Gli amici vi sono vicini e vi sosterranno nelle vostre scelte. A scuola sarete geniali e le vostre fantastiche iniziative vi porteranno al successo; riuscirete a risolvere anche le questioni più difficili. VERGINE: Scelta sentimentale decisiva in questo mese. Crisi con i vostri amici ma alla fine loro vi faranno divertire e vivrete un periodo davvero speciale. A scuola grandissime soddisfazioni e supererete tutte le prove al meglio. Se dovete fare qualche cambiamento non potrà che farvi bene

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BILANCIA: Un grandissimo dicembre… vi innamorerete, grandi occasioni per i single. Gli amici non vi abbandoneranno anzi ci saranno chiarimenti e cambiamenti anche radicali. Ciò però non vi distrae dallo studio infatti a scuola continuate a essere brillanti e lucidi. Questo è il momento migliore per mostrare il vostro valore. SCORPIONE: Vivacità nei rapporti, saprete tenervi strette le persone a cui tenete. Vi legherete di più ai vostri amici in questo dicembre pieno di dubbi e timori. A scuola ci saranno dei miglioramenti, anche perché vi saranno offerte delle chance in più. SAGGITTARIO: Tranquillità con il partner. Nuove amicizie daranno un po’ di brio in questo mese e saranno di grandissimo aiuto. Ma non disperatevi: miglioramenti il prossimo mese. Lo studio invece vi offre straordinarie possibilità e otterrete ottimi risultati. CAPRICORNO: Vi attendono incontri passionali. Gli amici vi provocheranno ma voi sarete bravissimi nel riappacificare tutti. Conferme scolastiche vi tranquillizzeranno, però dovrete avere tanta grinta e forza di volontà. ACQUARIO: Il partner sarà da voi un po’ trascurato. Attenti perché in arrivo ci sono polemiche e tensioni che si intensificheranno a fine mese.Troppo studio vi provoca tanto stress e le vostre idee non sono capite a pieno. FATEVI FORZA. PESCI: Molti litigi in amore. Il dialogo migliorerà tantissimo i rapporti tra voi e i vostri amici e compagni, anche se alcune separazioni non vi dispiaceranno troppo. A scuola siete concentratissimi e riuscirete a portare al meglio a termine i vostri progetti.

Martina 3 D

SOLUZIONI GIOCHI NOVEMBRE

CALCOLO ENIGMISTICO : CRUCIVERBA:

FACILE: DIFFICILE:

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Hanno contribuito per la realizzazione di questo numero de “Il Carlo” la prof.ssa Banchi, la prof.ssa La Calce, Giugliano Martina, Lepore Federica, Iacono Edoardo, Di Filippo Debora, Iacono Eugenio, Fiore Desiree, Amalberto Corinne, Cerra Angela, Candelari Matteo, Forno Simone, Lorenzoni Francesca, Masi Davide, Barile Nicola, Salvaggio Alessio, Troilo Alessandro, Vaira Andrea, Stoian Stefan, Peirone Alessandro, Brugnano Vincenzo, Messina Elisa, Porcelli Sara, Trombini Alice, Pidello Francesca, Torchio Riccardo, Abrescia Nicola, Chiarenza Giovanna, Giuzio Ada Paola, Chen Xinhe Xu, Chen Ylong.

Il sito della redazione è

[email protected] … Al prossimo numero !!!!!!!!!