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    COLLANA I SAGGI

    Mario Iannarelli

    Chi veramente Rudolf Steiner?

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    Mario Iannarelli

    Chi veramente Rudolf Steiner?

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    2 edizione ampliata ed aggiornata

    Edizioni Il CalamaioVia B. Orero, 3500159 Roma

    Tel. e fax 064384095/43568567email: [email protected]

    Sito INTERNET: www.ilcalamaio.com

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    Esprimo il mio pi vivo ringraziamentoalla Signora Marina Sagramora

    e a mia moglie Roberta Calierno

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    PREMESSA

    Da quando le copie del mio libroNessi esoterici del testamentospirituale di Rudolf Steinersono in circolazione, sono trascorsi pi dicinque anni. A oggi, ne sono state stampate e distribuite pi di quattro-cento, di cui alcune anche allestero. La rivista online LArchetipolo sta pubblicando a puntate per pi di quattromila lettori regolari,riscuotendo un sempre crescente interesse. Credo di poter dire, standoai fatti, che la risposta dei lettori stata pi che buona: moltissimi mihanno manifestato direttamente la loro soddisfazione, sia per il conte-nuto, sia per la forma espressiva, che ha reso comprensibile argomentinotevolmente difficili dellantroposofia generale e della cristologiaantroposofica.

    Perch esprimo queste considerazioni? Le ragioni sono molte, madue, per me, di particolare importanza. La prima nasce ispirata dalvoler celebrare lanniversario dei 150 anni dalla nascita di Rudolf

    Steiner. La seconda che non ho conoscenza di critiche, giudizi,recensioni su quanto scritto nel mio libro sopra citato; in esso hoespresso, tra laltro, pensieri e ipotesi di lavoro sui rapporti spiritualidelle individualit di Lazzaro, Giovanni Battista, Christian Rosen-kreuz, il Bodhisattva Maitreya, Manes-Parsifal ecc. Indicare GiovanniBattista, Raffaello, Novalis come lattuale Bodhisattva Maitreya,futuro Buddha Maitreya, una mia originale lettura delle notiziedateci da Rudolf Steiner, che non solo non aveva precedenti, ma che

    tra laltro non concordava con quelle gi date sia da Sergej Prokofieffnel suo libro Eterna individualit sia da altri ricercatori. Gi questoavrebbe dovuto suscitare un certo dibattito, ma forse stato uno diquegli elementi che, al contrario, non lhanno fatto sorgere, almeno alivello della intellighenzia antroposofica.

    La seconda ragione che, sempre nel mio libro, ho affrontato ilproblema di dare una risposta allultimo invito che Rudolf Steiner

    fece, con la sua viva voce, agli antroposofi presenti e futuri, alla fine

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    del suo ultimo discorso: Ma quello che, oggi, attraverso le parole,volevo dire allanima vostra, questo: affidarvi il compito di indagaredurante lintero corso della vostra vita sul mistero di Lazzaro-Giovanni,onde poter conoscere, in futuro, chi realmente sia, in ciascuno di voi,

    Lazzaro-Giovanni. Accogliete questo pensiero micheliano.Alla fine del volume, dopo tante premesse, ho dato la seguente

    risposta Noi lo abbiamo voluto accogliere e, nella sua conclusione,esso cos risuona nella nostra anima: Lazzaro-Giovanni ci permeacon il nucleo di luce trasfuso in lui dal Cristo, la realt, gi attuata,del nostro futuro, un elemento di potenza che attende solo di dispie-garsi in noi, lo ierofante per la nostra Damasco individuale. Egli il messaggero del Cristo in noi, il precursore che, come por-tatore dello Spirito Santo, nella sfera interiore dellanima umanapermette lattuarsi della Comunione con il Cristo, cos come nellasfera esteriore della storia della Terra gi lattu per luomo Ges diNazareth. Se, liberamente, gli consentiremo di battezzare, purifi-care la nostra anima, vi accender il germe di Luce del Cristo, che cipermetter di vederLo, perch Giovanni venne come testimone perrenderGli testimonianza. Giovanni in noi il testimone della Luce,

    il testimone del Cristo, egli continua e continuer a esserlo finch,divenuto Buddha Maitreya, ci parler, anche dallesterno, con la vocee la Parola di Cristo, perch tutti credano per mezzo di lui(Giovanni, Prologo).

    Queste furono le mie parole, allora, per rispondere al compito diSteiner, ma, se si fa attenzione, io non ho realmente risposto! Non hoprecisato chi realmente, in ciascuno di noi, Lazzaro-Giovanni. Hodetto che il Bodhisattva Maitreya, e ho solo descritto cosa fain noi,

    non chi in noi. In realt tale risposta presente in tutto il libro,mai, per, in forma esplicita: essa sarebbe dovuta sorgere, libera-mente, in anime deste, educatesi in piena dedizione e devozione acogliere in molte parole di Steiner (non certo nelle mie) il non dettodirettamente, apertamente, ciononostante avvertibile da menti ecuori non chiusi da preconcetti e pregiudizi. Siamo avvezzi a unalettura che, troppo spesso, un mero scorrere le parole con gli occhi,

    con il pensiero intellettuale, non anche con il cuore.

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    Quella mia indiretta risposta su chi sia davvero Giovanni in noi,non stata colta. Allora, dopo aver atteso un lungo periodo, ho decisodi darla in forma pi esplicita. A tal scopo, far precedere dellenote per indirizzare il lettore che voglia essere attento, sagace e

    pieno di dedizione alla ricerca della verit.Marie Steiner, nelle sue Osservazioni sullultimo discorso di

    Rudolf Steiner (riportato pi avanti) scrisse, tra laltro: Egli ter-min con quello che corre come un filo rosso lungo le sue rivelazionidi saggezza: il mistero di Novalis, Raffaello, Giovanni vi siamosempre rimandati nei pi diversi aspetti.

    Perch vi siamo sempre rimandati? Perch Steiner fece quellac-corato appello, prima di tacere per sempre in pubblico, persistendonellintenzione di proseguire lesposizione solo attraverso le suevive parole sonore? Ebbene, la mia risposta che dovremmo arrivarea dire a noi stessi, per sforzo autonomo e in completa dedizione aquel filo rosso presente nelle sue rivelazioni: S, Giovanni, inciascuno di noi, in me, sei Tu!. E perch non vi siano dubbi di sortanel lettore, affermo con una significativa sicurezza interiore, chenon sinonimo di certezza assoluta che lIo che ha agito (tra gli

    altri) in Enkidu, Elia, Cratilo, Aristotele, Giovanni Battista, nelladuplice entit di Lazzaro/Giovanni Evangelista, Schionatulander,Tommaso DAquino, Raffaello, Novalis, , forse, lo stesso che haagito anche in Rudolf Steiner, realizzandone il mirabile destino. Vada s che la mia significativa sicurezza interiore, come tale, nonpu e non deve valere per nessuno, ma essa mi spinge a presentare lamia affermazione, come tutte quelle precedenti, come plausibile elegittima ipotesi di lavoro per ogni ricercatore, anche se differente da

    altre gi accreditate, affinch possa stimolare ogni antroposofo averificare di persona, e in completa autonomia da ogni autorit, lasua eventuale verit. La domanda lasciataci da Steiner alla fine delsuo ultimo discorso, presuppone che si possa trovare la risposta, concertezza interiore, frequentando e studiando con dedizione totale lasua opera. Se cos non fosse, perch lavrebbe formulata? Tenendosempre presente le molteplici modalit di incorporazione, animazione,

    ispirazione, attraverso cui i Bodhisattva hanno agito e continuano ad

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    agire nellumanit, forse potremo arrivare a conclusioni che, in unprimo momento, possono apparirci del tutto impossibili.

    Ora, prima di entrare nelle descrizioni degli argomenti di questolavoro, ritengo opportuno riportare ci che ne scrisse Marie Steiner,

    e quanto gi descrissi nel mio libro Nessi esoterici del testamentospirituale di Rudolf Steinernel capitolo sulla sfera dei Bodhisattva.Lo ritengo necessario, affinch il lettore possa formulare i suoi giudizipartendo da elementi di conoscenza resi pi presenti alla memoria.

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    OSSERVAZIONI DI MARIE STEINER SULLULTIMO

    DISCORSO DI RUDOLF STEINER

    (Conferenza del 28 settembre 1924, O.O. N 238)

    Va tenuto presente che Rudolf Steiner non pot portare a terminelesposizione del 28 settembre 1924. In ricordo di quellUltimo

    discorso, nel Notiziario della Societ Antroposofica del settembre

    1925 Marie Steiner scrisse un articolo dal titolo: Alla vigilia del

    giorno di Michele.

    Egli non pot portare avanti la conferenza come in origine

    avrebbe desiderato. Ci diede soltanto la prima parte del mistero diLazzaro; allora egli non solo mi disse, ma in seguito scrisse anchesulla copertina della prima stesura della conferenza: Da non dif-fondere fino a che non avr dato anche la seconda parte. Fu poicostretto a farlo per le molte richieste come per tante altre cose. Oraegli non ci dar pi la seconda parte. Alle nostre forze conoscitiverimane il compito di saper distinguere giustamente tra i misteri di

    incarnazione e incorporazione, nellincrociarsi delle linee delle indivi-dualit. Egli termin con quello che corre come un filo rosso lungo lesue rivelazioni di saggezza: il mistero di Novalis, Raffaello, Giovanni.Vi siamo sempre rimandati nei pi diversi aspetti. Lultimo, ilpi difficile perch sincrocia con unaltra linea di individualit, civenne dato la vigilia del giorno di Michele, poi Rudolf Steiner cessdi parlare.

    La spiegazione orale di Rudolf Steiner, accennata da Marie Steiner,

    fu poi confermata dal dott. Ludwig Noll, che cur Rudolf Steinerassieme alla dottoressa Ita Wegman: Con il risveglio di LazzarolEntit spirituale di Giovanni Battista, che dalla sua morte era statolo Spirito che adombrava la schiera degli Apostoli, penetr dallaltofino allanima cosciente di Lazzaro stesso, e dal basso penetr lentitdi Lazzaro, fino al loro compenetrarsi. Dopo il risveglio, Lazzaro Giovanni, il discepolo che il Signore amava (si veda in meritoanche la sesta conferenza del cicloIl Vangelo di Marco, O.O. N 139,in cui Elia viene presentato come anima di gruppo degli Apostoli).

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    Secondo la dottoressa Margarete Kirchner-Bockholt, RudolfSteiner diede inoltre alla dottoressa Ita Wegman questa ulteriorespiegazione: Sulla base delle forze terrestri, Lazzaro poteva a queltempo evolversi appieno solo fino allanima razionale o affettiva; il

    mistero del Golgotha ebbe luogo nel Quarto Periodo Postatlantico,e in esso si svilupp appunto lanima razionale o affettiva. Diconseguenza da unaltra Entit cosmica dovettero essergli dati, apartire dallanima cosciente, Manas, Budhi e Atma. Di fronte alCristo vi era cos un uomo che si estendeva dalle profondit dellaTerra fino alle altezze dei cieli, che aveva in s il corpo fisico etutte le rimanenti parti costitutive fino a quelle spirituali di Manas,Budhi e Atma che solo in un lontano avvenire potranno essere svi-luppate da tutti gli uomini (dal Notiziario della Societ Antropo-sofica, anno 40, n. 48 del 1dicembre 1963).

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    LA SFERA DEI BODHISATTVA

    Le note bibliografiche si possono trovare nel libro citato

    Nessi esoterici del testamento spirituale di Rudolf Steiner.

    Che cosa sia un Bodhisattva in fondo non lo possiamo com-prendere se non ci immergiamo, in qualche misura, nel processodellevoluzione umana, e se non lasciamo che si presenti davanti anoi ci che abbiamo ascoltato nel corso degli anni. Queste paroledi Steiner sono molto adatte a giustificare il timore animico con cuici apprestiamo a parlare di questo argomento; esso rimane miste-rioso, nonostante sia stato descritto cos spesso nellopera antropo-sofica. Nellintento, quindi, di presentare un compendio significativodi quanto abbiamo analizzato nel corso degli anni, e volendociimmergere in qualche misura nel processo evolutivo umano,leggeremo una serie di altre citazioni relative alla sfera dei Bodhi-sattva: [Con le] grandi individualit-guida [sono intesi i Bodhi-sattva], abbiamo a che fare, sotto certi riguardi, con uomini dallo

    sviluppo pi elevato, con uomini che hanno attraversato almenouna volta tutti i destini dellumanit.Chi sono questi uomini dallo sviluppo pi elevato? E da cosa

    riconoscerli come quelli che hanno attraversato almeno una voltatutti i destini dellumanit? Vediamo cosa ci viene detto nella con-ferenza del 18 settembre 1909 (O.O. N 114): A capo dellOra-colo che aveva la direzione di tutti gli altri Oracoli, e che chia-mato lOracolo Solare, cera il Manu, la guida della popolazione

    Atlantica. Questo Iniziato aveva sempre intorno a s, fra i diversiuomini, dei discendenti possibilmente diretti della coppia capostipitecio intorno a s i discendenti diretti di Adamo ed Eva. Questidiscendenti venivano particolarmente educati e curati nellambientedellOracolo solare.

    Il giorno dopo, Steiner dir ancora qualcosa di molto interessante,che abbiamo gi considerato nel capitolo su Giovanni Battista, ma

    che ora acquista uno spessore maggiore grazie a tutti i nessi gi

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    presentati in questo lavoro: Anche allindividualit di GiovanniBattista viene provveduto dalla Loggia madre, ossia dal centro spiri-tuale dellumanit [lOracolo Solare]. In quel centro spirituale laguida o Manu dirige gli eventi secondo la necessit. Un Io com

    quello di Giovanni Battista sincarna conforme alla direzione di quelloche il centro della vita spirituale della Terra. LIo di Giovanniproviene dallo stesso centro da cui proviene anche lanima delBambino Ges del Vangelo di Luca. Infatti, lIo che in sostanzanon viene dato al Ges del Vangelo di Luca, viene dato invece alcorpo di Giovanni Battista, cosicch fin dal principio lanima chevive nel Ges del Vangelo di Luca e lIo che vive in GiovanniBattista, hanno fra loro un intimo rapporto.

    Riassumendo, questi uomini che hanno attraversato tutti i destinidellumanit sono, ed quasi ovvio, i discendenti diretti di Adamoed Eva, cio di quella coppia primigenia che, dopo luscita del Sole(avvenuta alla fine dellEpoca Iperborea), continu a incarnarsi incorpi sempre pi esposti alle fortissime forze mummificatrici del-la Luna, con cui la Terra era rimasta unita sino alla fuoriuscita diquestultima (avvenuta verso la fine dellEpoca Lemurica).

    Proseguendo, leggiamo dal libro Scienza occultadi Steiner altrenotizie da collegare alle precedenti: Ma il corpo vitale delle animeche ritornavano dai pianeti [sulla Terra, dopo la fuoriuscita dellaLuna] non poteva essere altrettanto ben protetto quanto quello deidiscendenti di coloro che erano rimasti sulla Terra [dopo la scis-sione del Sole e prima di quella della Luna]. La protezione di questiultimi emanava da unEntit elevata che guidava il cosmo allorchil Sole si distacc dalla Terra; questa Entit appare, nella sfera che

    qui si considera, come il reggente del regno solare la guida del-levoluzione solare divenne lIo superiore che agiva sul corpovitale dei discendenti di coloro che erano rimasti sulla Terra. Gliuomini che sentivano nel loro corpo vitale linfluenza del sublimeessere solare si possono chiamare uomini solari. Questa influenzadeterminava una minore connessione tra il corpo fisico e il corpoeterico, tale da rendere questultimo pi mobile e plasmabile rispetto

    a quelli degli uomini che non la ricevevano, subendo maggiormente

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    linflusso luciferico. Gli uomini solari erano esseri umani che ave-vano conservato, anche nellEpoca Lemurica, certe caratteristiche cheerano appartenute a tutta lumanit, prima della diaspora sui varipianeti avvenuta a causa della divisione del Sole dalla Terra. Queste

    caratteristiche, di natura pi spirituale, non furono distrutte in questiesseri umani che godettero della protezione del Cristo nel loro Spirito

    vitale, dalle forze lunari, poi intervenute con tutta la loro potenza.

    Alla conoscenza di ci che in passato si rivel attraverso il Cristopotevano per giungere soltanto coloro che appartenevano allumanitsolare, nel senso pi sopra accennato. Essi coltivavano il loro segretosapere e le discipline che vi conducono, in una localit speciale allaquale si pu dare il nome di Oracolo del Cristo e del Sole.

    Dobbiamo avvalerci ancora di altre notizie, per meglio compren-dere la natura di questi speciali esseri umani: Entit che per contoloro potrebbero vivere nello spazio che sta intorno alla Terra, devonoscendere per comunicare alluomo quello che esse gi sanno e pos-sono, quali membri pi anziani e pi perfetti della gerarchia. Essidevono incarnarsi in corpi umani, non per la propria evoluzione,perch non ne hanno bisogno sincarnano in corpi umani per

    divenire Maestri degli uomini. Sono Entit che appartengono a Gerar-chie spirituali superiori, a quelle di Mercurio e di Venere. I figli diVenere e Mercurio scendono sulla Terra e divengono i Maestri dellagiovane umanit. Ora dobbiamo porci la domanda: come avvieneche un figlio di Venere discenda? Come avviene che un Bodhi-sattva possa vivere sulla Terra? Lessere di un Bodhisattva, lesseredei figli di Mercurio e di Venere, costituiscono un importante capi-tolo dellevoluzione della nostra Terra nel suo rapporto con tutto il

    cosmo. Perci considereremo domani la natura dei figli di Mercurioe di Venere, dei Bodhisattva e Dhyani-Buddha.

    Esaminiamo quanto Steiner disse il giorno dopo, sul cui contenuto,di seguito, faremo le nostre osservazioni: Certo, in generale, veroil fatto che ai tempi lemurici, attraverso certi esseri umani, parla-vano Spiriti della Personalit [gli Spiriti della Personalit o Archaisono esseri collegati a Venere], che lo stesso facevano ai tempi atlan-

    tici Arcangeli [gli Arcangeli sono esseri collegati a Mercurio] e ai

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    tempi postatlantici Angeli [gli Angeli sono esseri collegati alla Luna].Ma anche dopo lAtlantide si trovano uomini che sono pervasi nelloro corpo fisico da Spiriti della Personalit, nella stessa condizionein cui si trovavano una volta gli uomini lemurici attraverso i quali

    parlavano Spiriti della Personalit.Nei tempi postatlantici possonodunque esservi uomini che sono lincarnazione esteriore di uno

    Spirito della Personalit, che presentano assolutamente le caratte-

    ristiche umane normali, ma che portano ancora in s un tale Spi-

    rito, perch allumanit occorrono questi grandi capi. Nei tempi

    postatlantici esistono anche uomini che hanno in s un Arcangelo,

    uno Spirito di Mercurio, il quale anima il loro corpo fisico e spe-

    cialmente leterico. E finalmente vi anche una terza categoria di

    uomini i quali sono animati e ispirati nel corpo fisico, eterico e astrale

    da un essere angelico, uomini attraverso i quali parla un Angelo.Secondo la dottrina orientale tali personalit umane ricevono nomispeciali. Una personalit umana che esteriormente s un uomodellEpoca Postatlantica, ma che in realt porta in s uno Spiritodella Personalit e ne animato dentro il corpo fisico, si chiama nelladottrina orientale Dhyani-Buddha. Questo dunque un nome comune

    dato a individualit umane che sono animate, dentro il loro corpofisico, da uno Spirito della Personalit. Le personalit umane chesono animate dentro il loro corpo eterico, che nellEpoca Postatlanticaportano in s un Arcangelo, si chiamano Bodhisattva. E quelle cheportano in s un Angelo, che sono cos animate nel loro corpo fisico,eterico e astrale, si chiamano Buddha-umani. Abbiamo dunque tregradi: i Dhyani-Buddha, i Bodhisattva e i Buddha-umani. Questa la vera dottrina dei Buddha, delle loro classi e categorie, che dob-

    biamo considerare in relazione con tutte le vie e i modi in cui operanole Gerarchie. Se dunque sentiamo parlare dei Buddha (e nelladottrina orientale non si parla solo di un Buddha, ma di molti, fra iquali vi sono naturalmente gradi diversi di perfezione), teniamopresente che un Buddha viveva sulla Terra ma dietro al Buddha viera ancora il Bodhisattva e persino il Dhyani-Buddha. Poteva peranche darsi che ad esempio il Dhyani-Buddha e il Bodhisattva non

    scendessero fino ad animare il corpo fisico, ma che il Bodhisattva

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    scendesse solo fino ad animare il corpo eterico: ne risultava un essereche non giungeva fino ad animare e ispirare un corpo fisico umano,ma solo un corpo eterico. Cos pu accadere che un simile Bodhi-sattva, che dunque fisicamente non per nulla visibile (poich se

    appare solo in un corpo eterico non fisicamente visibile, e vi furonocerto di tali Bodhisattva fisicamente invisibili) possa a sua volta,come essere superiore, ispirare specialmente il Buddha-umano. Siha allora il Buddha-umano, che gi ispirato da un Angelo, ma chenel suo corpo eterico viene ancora ispirato da un Arcangelo. Pidi una personalit di tempi passati, alla quale rivolgiamo il nostrosguardo, si pu solo comprendere se la intendiamo come un puntodove sincontrano e si radunano diversi esseri che si manifestano e

    si annunziano attraverso luomo. Una sola persona pu alle volte

    venire animata e ispirata da diverse individualit delle Gerarchie

    superiori. Talvolta, attraverso una personalit che ci sta davanti,

    ci parlano non soltanto gli abitanti di Mercurio, ma quelli di

    Mercurio e di Venere.Si vede bene che ci viene svelato un vivente tessere e tramare di

    Entit superiori della terza Gerarchia con esseri umani veramente

    speciali, in quanto hanno una natura solare e godono della con-tinua protezione del Cristo, specie nel loro corpo eterico. Cogliamoloccasione per ricordare che le Entit della terza Gerarchia Angeli,Arcangeli e Archai sono i servitori rispettivamente, della terza,della seconda e della prima Gerarchia; ma ricordiamo ancora che laterza Gerarchia, nella sua totalit, al servizio dello Spirito Santo,come la seconda lo del Figlio, o Logos, e la prima lo del Padre.Pertanto, nella terza Gerarchia dobbiamo veder manifestarsi la Trinit,

    ma, in particolare, lessere dello Spirito Santo.Sappiamo che la Loggia dei dodici Bodhisattva, con il Cristo al

    centro, irradia proprio le correnti e le forze dello stesso Spirito Santo,e sappiamo ancora che proprio la terza Gerarchia impegnata nellaDirezione spirituale dellumanit, specialmente con la categoria delleArchai. Tutto ci verr ripreso pi avanti, ma giova sin dora tenerpresente tutti questi nessi, anche per meglio comprendere quanto

    andremo ancora conoscendo e commentando.

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    Analizzando meglio le ultime parole di Steiner, possiamomettere dei punti fissi:

    fin dallEpoca Lemurica, come poi nellAtlantica e nellattuale

    Postatlantica, queste Entit superiori: Archai, Arcangeli e Angeli,attraverso questi uomini speciali, parlavano al resto dellumanit;

    tutto ci accadr anche nei tempi futuri, perch allumanitoccorrono questi grandi capi;

    Dhyani-Buddha, Bodhisattva e Buddha-umani sono nomi dati aindividualit umane particolarmente evolute, ma essi, nella lettera-tura antroposofica, molto spesso vengono usati per indicare anche

    le singole personalit in cui sincorporano questi Io, o ancora perindicare le Entit divino-gerarchiche che, singolarmente o congiun-tamente, animano delle nature umane;

    per superare queste apparenti contraddizioni, tali solo per il nostrointelletto legato ai sensi, bene, per ognuno di noi, esercitarsi asaper distinguere tra incarnazioni e incorporazioni, cos come ciesortano a fare le Osservazioni di Marie Steiner;

    si devono accettare le difficolt dintendimento della sfera e del-

    lagire dei Bodhisattva: sono uno scoglio contro cui ci si imbattemolte volte, prima di poter godere di una certa qual compren-sione. Questa, tuttavia, non pu, molto pi che in altre occasioni,avere uninquadratura definitiva tipo organigramma. Le cosesono variabilissime, in funzione dei compiti temporali e degliuomini (bodhisattvici), appunto disponibili nei vari tempi. C datener sempre in mente che, con i nomi Dhyani-Buddha, Bodhi-

    sattva, Buddha, in primo luogo si designano Archai, Arcangeli,Angeli, ovvero Figli di Venere, Mercurio, Luna. Il Bodhisattva(Arcangelo) sincorpora per 5.000 anni in unentit umana che,frattanto, designata, anche lei, con il nome di Bodhisattva ed guidata, sia dallAngelo custode, che dallArcangelo-Bodhisattva,il quale laiuta a raggiungere il grado di sviluppo (angelico) diBuddha-umano. Quando, con lilluminazione, diventer Buddha-umano, liberer il suo Angelo custode, giacch avr maturato

    pienamente il suo S spirituale, iniziando a maturare il suo Spirito

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    vitale. Avviene comunque che, durante il suo tirocinio di 5.000anni, questentit umana sia denominata con lo stesso appella-tivo di Bodhisattva (ovvero del suo Arcangelo-bodhisattvico),mentre in lui ancora agisce anche il suo Angelo-Buddha divino,

    per prendere poi definitivamente, con la raggiunta illumina-zione, il nome del rango spirituale raggiunto: Buddha-umano.Le cose sono veramente complicate, e si pu comprendere che,per giungere ai livelli superiori di Dhyani-Buddha, diventinoanche pi complesse, anche se, volendo proseguire verso laltocon gli stessi criteri, potremmo abbozzarne un quadro;

    le modalit con cui si sono avverate e si avverano le varie in-corporazioni e incarnazioni (in questo ultimo caso, dei Bodhi-sattva che sincarnano per la prima e ultima volta per divenireBuddha-umani), sono di svariatissime forme, per cui solo unchiaroveggente-pensatore, cio un vero Iniziato nella Scienzadel Graal dei Tempi Nuovi, pu penetrare, conoscitivamente,tutta la cangiante realt di questi eventi spirituali cos complessi.Per avere unidea della variabilit e della complessit di questecollaborazioni viventi, citiamo due affermazioni di Steiner che

    possono darcene una misura: Nei Bodhisattva possono operareEntit fino alle Virt. E ancora: Il Cristo operava come Bodhi-sattva in Buddha. Chi si interessa attivamente alla nuova Scienzadello Spirito, dovrebbe accostarsi a questi segreti nutrendo unaprofonda dedizione alla verit, mantenendo la fedelt a quanto ci stato dato in dono conoscitivo e la costanza di alimentare ilsentimento del sacro nel meditarne assiduamente i contenuti;

    Teniamo sempre desta la coscienza che talvolta, attraverso unapersonalit che ci sta davanti, ci parlano non soltanto gli abitantidi Mercurio, ma quelli di Mercurio e di Venere. Lavranno tenutadesta coloro cui stava davanti la personalit di Rudolf Steiner?E anche oggi quando leggiamo lultimo discorso di Rudolf Stei-ner che, ormai privo di forze e con volont sacrificale si era alzatoper segnalare fondamentali verit, purtroppo non comprese dai suoidiscepoli pi diretti anche oggi, si diceva, desta la nostra co-

    scienza nellafferrare che, come servizio sacro, egli volle farlo solo

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    attraverso le parole e non per iscritto? lecito pensare che attra-verso le parole pronunciate, oltre i pensieri e la volont di Steiner,si esprimesse anche un Maestro della Scuola sovrasensibile diMichele, il Precursore del Cristo: il Bodhisattva Maitreya?

    lecito supporre che tale essere, nellideale di sollecitare la co-scienza di chi poteva divenire suo collaboratore spirituale, loabbia fatto attraverso le parole di Steiner, parlando alle anime deisuoi discepoli spirituali (molti dei quali gi frequentavano la Scuolaterrena di Michele, che Rudolf Steiner, come suo strenuo servitore,aveva da poco costituito).

    Dopo questi pensieri, facciamo una breve ricostruzione storicadei rapporti tra gli esseri divini e gli uomini di natura solare. Ci noto che, sino alla fine dellEpoca Iperborea, tutti gli uomini eranodi natura solare, giacenti nel grembo delle divinit da cui, con illoro essere e con la loro vita, dipendevano totalmente. Non si eraverificato ancora linflusso luciferico, che avrebbe dato inizio allascissione dal divino e alla discesa dalle altezze eteriche nella materiaterrestre. Sappiamo inoltre che, nellEpoca Lemurica, con lavvenuto

    distacco del Sole e lazione inaridente delle forze lunari ancora unitealla Terra, quasi tutte le anime umane si erano trasferite sugli altripianeti del sistema solare per potervi continuare la loro evoluzione.Pochissimi uomini, i pi potenti in senso animico-spirituale, continua-rono a incarnarsi nei corpi fisici sempre pi densificati, e a ripro-durli. Questi costituirono, poi, la schiera dei grandi capi umani, iquali indirizzarono e guidarono le anime umane quando, dopo lafuoriuscita della Luna, nellultimo terzo dellEpoca Lemurica, queste

    cominciarono sia a poter tornare sulla Terra sia a incarnarsi neicorpi fisici che contribuirono a rendere sempre meno densi e duri.

    Ora torniamo ad altre citazioni dallopera di Rudolf Steiner, che ciserviranno per proseguire: Cos i grandi capi degli antichi tempilemurici, nei quali era ancora necessario agire molto pi universal-mente, erano animati da Spiriti di Venere. Coloro che nellEpocaAtlantica dovevano dirigere masse di popolo pi piccole erano ani-

    mati da Arcangeli. Quelli che si chiamano i re-sacerdoti dei tempi

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    atlantici sono una maya. Si pu designare ci che viene indagatoe tramandato nelle antiche sedi occulte dellAtlantide con il nomedi Oracoli. Il nome di Oracoli si addice assai bene a questesedi di insegnamento e di governo degli uomini atlantici che porta-

    vano in s un Arcangelo. Dal supremo capo degli Oracoli atlanticifurono conservati i sette pi eminenti corpi eterici dei sette grandicapi di questi Oracoli. ...LIniziato atlantico dellOracolo solarenon altri che quello che spesso viene chiamato Manu.

    Grazie alle ultime parole di Rudolf Steiner, possiamo formulare ilgiudizio: nel Manu agiva unEntit del rango delle Archai, giacch:Dal supremo capo degli Oracoli atlantici furono conservati i settepi eminenti corpi eterici dei sette grandi capi di questi Oracoliche portavano in s un Arcangelo. Tenendo conto di tutto ciche abbiamo considerato, il Manu deve essere designato come unDhyani-Buddha, ovvero un uomo solare nel quale agiva un Arch;i sette grandi capi dellAtlantide devono essere riconosciuti comeBodhisattva, cio uomini solari nei quali agivano gli Arcangeli; ilBuddha-umano un uomo solare guidato dallAngelo fino al mo-mento in cui, nella sua incarnazione finale, raggiunge lIlluminazione.

    Ripresentiamo, per questi esseri, nomi, gradi e qualit, una sorta dischema riepilogativo:

    I Bodhisattva umani sono al lavoro per spiritualizzare completa-mente il loro corpo astrale in S spirituale. La loro esistenza sisvolge nella sfera del Buddhi, o Provvidenza, da riconoscere comeMondo sovraspirituale, superiore a quello del Devachan. Qui, essisono in continua contemplazione del Cristo come fonte della loro

    saggezza, mentre attraverso le loro azioni spirituali si manifesta loSpirito Santo. In questo stadio sono ancora aiutati dal loro Angelo eispirati dallArcangelo;

    I Buddha-umani hanno gi spiritualizzato il loro s con il dive-nire, da Bodhisattva, Buddha. Lavorano sul loro corpo eterico perspiritualizzarlo interamente in Spirito vitale. La loro esistenza sisvolge nella sfera del Nirvana, quella propria del Logos-Figlio,

    ancora pi elevata di quella del Buddhi.

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    I Dhyani-Buddha sono i pi elevati, infatti essi gi lavorano allapiena maturazione del loro uomo spirituale, o Atma. La sfera incui si svolge la loro esistenza quella che Steiner definisceBeatitudine in Dio, la pi alta di tutte, quella da cui proviene e

    opera il principio del Padre.

    Quando un uomo solare-bodhisattvico ha completato lo sviluppodel suo S spirituale e diviene Buddha, libera il suo Angelo. Infatti,nella conferenza del 25 ottobre 1909 (O.O. N 115) leggiamo: Checosa succede quando un Bodhisattva attraversa unincarnazione, comenel caso del Gotama Buddha? Avendo raggiunto un determinato gra-dino, il Bodhisattva ascende al piano successivo, al piano del Nirvana.E ancora in quella del 20 maggio 1913 (O.O. N 152): La guida indi-viduale degli uomini sottost agli Angeli, agli esseri Angelici. Quandoun uomo passa da Bodhisattva a Buddha, il suo Angelo diventa, percos dire, libero.

    Continueremo il quadro storico con altre notizie del divenire spi-rituale umano, desunte dalla conferenza del 28 agosto 1923 (O.O.N 227): Quando percorreva tempi molto remoti dellevoluzione

    della Terra tempi preistorici luomo si trovava anche sulla Terrain compagnia di Entit spirituali, che non dipendevano direttamentedalla Terra stessa, ma dipendevano dal cosmo anche nella loro vitaterrestre. Si pu dire che i Maestri divini, non maestri terreni, eranoa quel tempo a capo dei Misteri e istruivano gli uomini sulla Terraagivano sugli individui nei loro corpi eterici. Cos i Maestri piantichi degli uomini nei Misteri, i Maestri elevati, coloro di cui gliuomini fisicamente incarnati non erano che i servi, erano Maestri

    eterici divini. Si mostravano solo nei Misteri, ma ivi si mostra-rono e grazie ai Misteri divennero abitanti della Terra insieme agliuomini. Quelle Entit si ritirarono poi dalla Terra, ritornarono allaLuna, e vivono ora come in una fortezza cosmica, non percepibili perlesistenza terrestre, allinterno dellesistenza lunare. Se dunque con-sideriamo linterno dellesistenza lunare, dobbiamo vederla come unariunione degli esseri che una volta, nel loro corpo eterico, furono i

    grandi Maestri degli uomini sulla Terra. Dopo la morte luomo si

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    trova realmente in un rapporto con le Entit divino-spirituali che untempo lo avevano educato e istruito assieme allintera umanit.

    Il giorno dopo, quindi nella conferenza del 29 agosto 1923 (op.cit.),Steiner aggiungeva ancora: Guardiamo indietro allora appunto a un

    tempo in cui lattuale popolazione lunare dava dei Maestri agliuomini terrestri. Poi quella popolazione lunare, con gli ultimi grandiMaestri dellumanit, si ritirata nella fortezza lunare del cosmo.Ma, sempre di nuovo nascevano sulla Terra uomini che, nella lorovita karmica, avevano la possibilit di rimanere in interiore relazionecon le esperienze della popolazione lunare. Questi esseri, che sempredi nuovo nascevano nel corso dellevoluzione della Terra, apparivanoquindi come messaggeri della grande assemblea della popolazionelunare, apparivano a coloro che nel primo, secondo e terzo periodo diCivilt Postatlantica avevano popolato la Terra e sviluppato in Orienteuna civilt superiore. Questi Iniziati della Luna venivano chiamatiBodhisattva. Essi erano uomini sulla Terra, ma in loro continuava avivere direttamente sulla Terra la spiritualit dei grandi Maestri lunari.Succede cos che si presentano tempi nelluniverso in cui la popola-zione lunare, poich pi vicina alla popolazione solare di quanto

    non lo sia quella della Terra, sviluppa rapporti specialmente intimicon la popolazione solare; cos per mezzo degli Iniziati lunari, chevengono chiamati Bodhisattva in Oriente, la saggezza solare puarrivare agli uomini della Terra nelle antiche civilt orientali.

    Giacch necessario raccogliere ancora notizie su questo tema, tor-niamo alla conferenza del giorno precedente, cio del 28 agosto (op.-cit.): Sono per rimasti dei successori di quelle Entit, che nella remotaEpoca Postiperborea dellumanit [lEpoca Lemurica] comparvero di

    tempo in tempo sulla Terra. In Oriente furono chiamati Bodhisattva.Essi apparivano incarnati in corpi umani, ma erano tuttavia successoridelle Entit che si erano trincerate sulla Luna. Cos la vita dei Bodhi-sattva si svolge in comune con le Entit che vivono nella fortezzalunare cosmica. L risiedono le sorgenti della loro forza, le sorgentidei loro pensieri. AllEpoca in cui agivano i Bodhisattva, compiuto iltempo, dopo il primo terzo del Quarto Periodo Postatlantico, e cio

    nellanno 1 d.C., penetr lazione del Mistero del Golgotha, lazione del

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    Cristo circondata dalla dodecuplice azione dei Bodhisattva; vi vieneaccennato, ed proprio vero, con i dodici Apostoli attorno al Cristo.

    Ora necessario continuare con gli estratti di due conferenze, laprima del 22 marzo 1909 (O.O. N 107): E quei Maestri che hanno

    compreso che il progresso dellumanit dipende dalla comprensionedellevento del Golgotha, sono uniti insieme entro la direzione del-lumanit come Maestri della saggezza e dellarmonia dei senti-menti. E come un tempo le lingue di fuoco discesero aleggiando sullacomunit, quasi in un vivo simbolo universale, cos quello che il Cristostesso denomin lo Spirito Santo domina come luce sulla Loggia deidodici Maestri. Il tredicesimo la guida della Loggia dei dodici. LoSpirito Santo il grande Maestro di quelli che noi chiamiamo i Maestridella saggezza e dellarmonia dei sentimenti. Sono essi dunque colo-ro attraverso la cui voce i contenuti di saggezza dello Spirito Santofluiscono gi sulla Terra per lumanit, in questa o quella corrente. Icontenuti di saggezza, trasmessi dal movimento scientifico spiritualeal fine di comprendere il mondo, e dentro il mondo gli Spiriti, flui-scono ad opera dello Spirito Santo entro la Loggia dei dodici; e insostanza questo che a poco a poco condurr lumanit alla libera

    autocosciente comprensione del Cristo e dellevento del Golgotha.La seconda conferenza quella del 3 maggio 1909 (op.cit.), nellaquale ci vengono date ulteriori notizie su questi Maestri non divinidellumanit: Essa [la Scienza dello Spirito] in grado di asserireche proprio intorno al polo Nord le condizioni della Terra nellEpocaLemurica erano affini al massimo a quelle che regnavano sulla Terraquando Sole e Luna vi erano uniti [cio nellEpoca Iperborea prece-dente la Lemurica]. Oggi queste condizioni si sono modificate ulte-

    riormente. Ma, sotto un certo rapporto, vale ancora oggi il fatto cheintorno al polo Nord esiste il pi forte influsso del centro della Terrasulla sua superficie e che ivi gli influssi del Sole e della Luna sono ipi esigui. Quel che a partire dallEpoca Lemurica si fatto valere, ecio il fatto che lirradiazione da fuori abbia acquistato un cos grandeinflusso, si verificato al minimo intorno al polo Nord: cos chelazione dellinterno della Terra sulla superficie e su tutto quello che

    ci vive sopra, spinta al massimo intorno al polo Nord. Per contro,

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    linflusso del Sole e della Luna esplica la maggiore forza intornoallEquatore. Era cos gi allEpoca Lemurica. Dalla cronaca del-lAkasha possiamo desumere che, con il distacco del Sole e dellaLuna, le condizioni sulla Terra si sono totalmente rinnovate. Ne

    risult per anche un effetto ben determinato. Ne sorse qualcosa chdi importanza fondamentale per tutta levoluzione terrestre. Intornoal polo Nord, per il motivo su esposto, era data la minor possibilitalluomo dincarnarsi in una forma umana cos da trovarci la suamigliore espressione. Perci nellantica Epoca Lemurica si raccoglie-vano intorno al polo Nord quegli esseri che, se cos posso dire, nonpretendevano di scendere del tutto sulla Terra, e a cui piaceva di pirimanere su nelle regioni dove laria era impregnata di vapore acqueo.Abbiamo dunque intorno al polo Nord nellEpoca Lemurica un generedi Spiriti che non si preoccupava troppo dei corpi fisici che bruli-cavano quaggi, sopra la Terra; un genere che, in sede spirituale,constava per un occhio doggi di forme trasparenti e perci nonpropriamente visibili, le quali, come tali, erano altamente svilup-pate, ma in rapporto alle loro forme fisiche mostravano unumanitinferiore. Vivevano in un corpo eterico, erano piuttosto esseri eterici,

    e stavano in un libero rapporto con i corpi primitivi che si svilup-pavano gi sulla Terra e non avevano ancora alcuna particolareconsistenza. Perci gli uomini intorno al polo Nord erano allora insommo grado esseri eterici dotati di corpi eterici altamente svilup-pati [quelli salvaguardati dal Cristo], ma di poco sviluppati corpifisici; esseri che, per cos dire, potevano rappresentare nei loro corpieterici tutta la saggezza del mondo come per tramite di unelevatapotenza di chiaroveggenza, e che guardavano al firmamento, com-

    prendendo quali Entit abitassero gli spazi cosmici. Diversamentestavano le cose nelle regioni equatoriali. L linflusso esterno delSole e della Luna fu sempre pi vivo. Laria fu permeata, riscaldatadai raggi del Sole. Tutti quei fenomeni che si svolgevano nellatmo-sfera caddero sotto la dipendenza del Sole e della Luna; e la conse-guenza ne fu che in quelle regioni, e precisamente nellantica Lemu-ria, gli uomini discesero al massimo nei loro corpi fisici, e che ivi i

    corpi eterici compenetrarono nel modo pi profondo i corpi fisici.

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    Di quelle Entit che non scendevano ancora e rimanevano allostato eterico, unentit eterica apparteneva sempre a molti quaggi.Erano anime di gruppo lass; le anime intorno allequatore eranoassai pi individuali, ciascuna era assai pi dentro il suo corpo. Gli

    abitatori dunque di quelle regioni che oggi vediamo intorno al poloNord stavano essenzialmente, nellEpoca Lemurica, sotto il segnodellanima di gruppo. Tutta una schiera di uomini guardava su alla suaanima di gruppo. Se poi consideriamo queste anime di gruppo inquanto anime, esse erano assai pi altamente sviluppate che non leanime che nellEpoca Lemurica entravano nei corpi fisici intornoallEquatore. Possiamo dunque dire: intorno al polo Nord viveva unapopolazione che abbiamo da cercare, come in una specie di paradiso(Shamballa) nelle regioni dellaria, e che non era ancora scesa sullaTerra. Confrontate ora tutto ci che appare come una necessaria con-seguenza di quanto gi prima abbiamo appreso, con la nozione chequelle elevate Entit che furono un tempo i Maestri dellumanit sonodiscese da una fredda regione nordica! Abbiamo ora trovato le animedi gruppo intorno al polo Nord. Volendo diventare Maestri di coloroche erano anime pi anguste ed entravano di pi nei corpi fisici,

    dovettero scendere di pi anchesse e presentarsi nei loro corpi etericialla facolt chiaroveggente dellEpoca Lemurica, oppure assumere,mediante un sacrificio, la figura umana fisica della popolazione dellaLemuria antica. In quellEpoca possiamo distinguere una duplicepopolazione: una specie ancora rimasta allo stato spirituale, a cui lacorporeit terrestre appariva, in sostanza, solo come unappendicedella sua entit spirituale, e unaltra popolazione gi scesa nella mate-rialit, nel fisico. Che cosa sarebbe accaduto se non fosse subentrato

    alcun cambiamento nellevoluzione della Terra? Allora, in genere, lemigliori anime dei paesi polari non avrebbero potuto discendere in unacorporeit fisica. E daltra parte la popolazione intorno allequatoresarebbe, per cos dire, andata pi o meno in rovina. Essendo scesaprematuramente in una corporeit fisica, essa cadde in quei vizi edifetti che hanno condotto alla catastrofe della Lemuria. E la conse-guenza ne fu che la miglior parte della popolazione trasmigr nelle

    regioni poste fra lEquatore e i paesi nordici. Giacch, nellEpoca

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    Lemurica, abbiamo i membri di pi sicuro avvenire dellumanit. Neipaesi intermedi fra lEquatore e il polo Nord, nel miglior modo sisvilupparono i corpi umani che poterono poi diventare portatori dellemigliori anime umane in quelle regioni dellantica Atlantide che si

    stendevano nella zona oggi detta temperata. Nei loro discendentinellAtlantide il germe dellIo, dellautocoscienza, gi predisposto sindallantica Epoca Lemurica, venne sempre pi fuori, si svilupp sem-pre pi sulla Terra. Se gli uomini non fossero in gran parte trasmigratinellAtlantide, esso non sarebbe potuto pervenire a una desta evolu-zione dellIo. Giacch la popolazione dei Lmuri sarebbe a poco apoco caduta in sfacelo, sarebbe soggiaciuta a tutte le passioni, e le mi-gliori anime del Nord non sarebbero, in genere, discese sulla Terra,perch non avrebbero potuto trovare corpi adatti. Per il fatto che lamiglior parte della popolazione Lemurica emigr verso lAtlantide,il corpo umano si trasform in modo da poter diventare nella giustamisura il portatore dellautocoscienza. Ci furono degli uomini deltutto normali rispetto alla loro interiorit, i quali non avevano esaltatotroppo legoismo, n si erano limitati a elaborare il senso dellIo inuna maniera inferiore. In essi la dedizione al mondo esterno e il senti-

    mento dellIo si bilanciavano. Tali uomini erano sparsi dappertutto.Erano per quelli con i quali gli Iniziati atlantici poterono far di pi.Gli uomini normali erano dunque i migliori per essere adoperatidagli Iniziati come materiale per levoluzione futura, ed erano anchequelli che il grande Iniziato solare, il Manu, raccolse intorno a scome il popolo pi atto per levoluzione.

    Per ultimo prendiamo una citazione ancora dalla conferenza del3 maggio 1909 (op.cit.): Questi uomini eterici erano in certo qual

    modo anime di gruppo per parecchie corporeit. Le migliori fra questeanime, i futuri Maestri dellumanit, sincarnarono nellincontaminatomondo eterico del Nord. In tempi successivi tali Maestri dellumanitproseguirono la loro azione sotto le forme di comunit sacerdotali cheavevano il loro centro nel Nord della Scandinavia. I Greci vedevano inqueste comunit i veri Misteri apollinei. Le popolazioni celtiche del-lEuropa centrale accolsero in un tempo successivo la loro saggezza

    solare dai Misteri dei Drotti e chiamarono i loro sacerdoti Druidi. I

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    Misteri solari del Nord derivano dal periodo che precede il peccatooriginale; quelli irlandesi, atlantici, dal periodo successivo.

    In quanto abbiamo raccolto dai brani di queste ultime conferenzesono comprese, veramente, moltissime notizie meritevoli di un serio

    approfondimento. In prima istanza ci preme far rilevare che, anche sein forma estremamente sintetica, si potuto avere una descrizionedel divenire dellumanit nellEpoca Lemurica che, sotto moltepliciaspetti, stata veramente cruciale per gli avvenimenti e gli effetti chene sono derivati.

    Si potuto vedere come, sin dallora, lumanit si divise in duegruppi con qualit spirituali-animico-corporee polarmente differenzia-te. Il senso di queste scissioni, con quelle che seguirono nellEpocaAtlantica e Postatlantica, stato gi descritto quando si tratt dellemigrazioni dei popoli; vedemmo che lumanit si divise in due cor-renti principali, allinterno delle quali si svilupparono due modalitiniziatiche: quella macrocosmica, o esteriore, nella corrente del Nord,e quella microcosmica, o interiore, nella corrente del Sud.

    I corpi fisici dellumanit lemurica localizzata nel Nord della Terra,erano guidati da esseri umani spiritualmente avanzati, essi erano sen-

    titi come anime di gruppo. Fra questi si formarono delle grandi guideche, quando fu necessario, poterono incorporarsi, sacrificalmente, neicorpi fisici degli uomini che vivevano intorno allequatore.

    Sappiamo ora che attraverso questi Maestri umani agirono, al tem-po della Lemuria, degli Spiriti della Personalit o Archai: Cos igrandi capi degli antichi tempi lemurici erano animati da Spiriti diVenere. Ci viene in pi detto che ci avvenne, similmente, nellEpocaAtlantica con gli Arcangeli e nellEpoca Postatlantica con gli Angeli.

    Anche perch Steiner lha spesso detto, desideriamo ricordare allettore che, usando queste schematizzazioni, necessario formarsirappresentazioni elastiche, dinamiche e, per quanto possibile, non cri-stallizzate; infatti, le modalit incorporatorie e incarnatorie dei Bodhi-sattva sono molto differenziate, e ci accaduto perch, nei varitempi, la qualit e quantit dei corpi fisici necessari, adatti a questoscopo, spesso stata insufficiente, per cui a volte, in un solo essere

    umano si sono verificate pi presenze divine.

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    Oltre questo ci stato rivelato che le Entit, le quali hanno direttoe ispirato i maestri umani, si sono in seguito ritirate nella fortezzalunare, da l continuando lazione educatrice dellumanit per mezzodi uomini adatti a ci: Ma sempre di nuovo nascevano sulla Terra

    uomini che nella loro vita karmica avevano la possibilit di rima-nere in interiore relazione con le esperienze della popolazione lunare.Questi esseri apparivano quindi come messaggeri della popola-zione lunare. E affinch non vi siano dubbi sul come e perch questiuomini avessero questa possibilit, Steiner ce ne indica la natura:Questi inviati della Luna venivano chiamati Bodhisattva, e ancora:Cos la vita dei Bodhisattva si svolge in comune con le Entit chevivono nella fortezza lunare cosmica. L risiedono le sorgenti dellaloro forza, le sorgenti dei loro pensieri. Se aggiungiamo le gi ci-tate parole di Steiner: Dopo la morte luomo si trova cos realmentein un rapporto con le Entit divino-spirituali che un tempo lo avevanoeducato e istruito assieme allintera umanit, possiamo considerareun nesso particolare. Questi due ultimi citati richiamano, fra laltro, ilparticolare rapporto che si instaur, dopo la morte, tra lanima di coluiche serv come modello per il personaggio di Strader nei quattro Dram-

    mi mistero di Steiner (si sa che fu uno scienziato di nome GideonPiker) e questi Maestri divini dellumanit. Tale rapporto dovrebbetoccarci con particolare interesse, data lattualit delle condizioni evo-lutive che lo determinarono, attualit e condizioni nelle quali siamoora anche pi coinvolti, e per le quali dovremmo intraprendere tuttele necessarie azioni di difesa. Tutto ci descritto nella conferenza del18 settembre 1924 (O.O. N 238) del ciclo suiNessi karmici.

    Come ulteriore nesso, esaminando brevemente la conferenza tenuta

    dieci giorni dopo, cio quella dellUltimo discorso, troveremo quelpasso che ora ci si illuminer di nuova luce: Consideriamo sottoquesto aspetto Raffaello, come egli dopo aver varcato la porta dellamorte entri nel campo dei mondi stellari, dellevoluzione spirituale,portando con s la sua arte gi in Terra luminosa di fulgore stellare, enotiamo come Raffaello, entrando nella sfera lunare, entri in rapportocon gli Spiriti che vi dimorano e che sono le individualit spirituali

    degli antichissimi grandi Maestri dellumanit, la cui saggezza aveva

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    profondamente ispirato Raffaello-Elia; vediamo come egli viva in co-munit con quegli esseri della Luna e con tutte le anime con le qualiaveva sperimentato stadi precedenti della Terra; vediamo come eglisi congiunga spiritualmente con tutte le origini spirituali della Terra,

    con tutta la realt spirituale che sola rese possibile unumanit e lapenetrazione divina nellelemento terreno; vediamo Raffaello in certoqual modo fra i suoi, congiunto con quelli che egli pi amava nella suaesistenza come Elia, poich erano quelli che allinizio dellesistenzaterrestre avevano posto una mta alla vita terrestre stessa.

    Grazie a quanto esaminato, ora possiamo formarci delle rappre-sentazioni attendibili. Questi esseri erano, e sono, i suoi Maestridivini, con i quali la vita dei Bodhisattva si svolge in comune nellafortezza lunare cosmica, ed l, in questa comunit, che risiedonole sorgenti della loro forza, la sorgente dei loro pensieri.

    Elia-Giovanni fa parte della Loggia dei dodici Maestri umani, iquali hanno compreso che il progresso dellumanit dipende dallacomprensione dellevento del Golgotha e per questo: sono uniti in-sieme entro la Direzione dellumanit, quella Direzione dellumanita cui partecipano tutte le Entit che hanno compreso e accettato il

    sacrificio del Cristo e il Suo trasferimento dal Sole alla Terra. QuellaDirezione spirituale dellumanit in cui agiscono tutti gli esseri cheafferrano luomo nellinteriorit ove sta il Cristo agente secondo ilnuovo impulso dionisiaco che vuole metamorfosare in vera libertcristica quella luciferica, arbitraria ed egoistica. Quella Direzione spi-rituale alla quale appartengono e con cui collaborano i Bodhisattva,che Steiner definisce Maestri della saggezza e dellaccordo armo-nioso dei sentimenti dellumanit; cos infatti scrive nella lettera

    del 2 gennaio 1905 a un socio della Societ Teosofica, sul perchElia si sentisse, nella sfera lunare: tra i suoi con quelli che piamava. Queste entit elevate hanno aperto la via che la rimanenteumanit deve ancora percorrere. Esse agiscono ora come i grandiMaestri della saggezza e dellarmonia dei sentimenti umani. Essisono esseri umani che si sono differenziati dalla rimanente umanitper aver convissuto, anche dopo lEpoca Iperborea (nella quale la

    Terra ripercorreva, in forma nuova, levoluzione dellantico Sole),

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    nella zona Iperborea della Terra, cio al polo Nord, ove lirradia-zione delle forze fisiche del Sole e della Luna era, ed , minima, men-tre quella spirituale era, ed , massima. Essi hanno sempre condivisolesistenza, nel Mondo spirituale o sulla Terra, con i loro Maestri

    Lunari di saggezza. I Bodhisattva, riuniti nella loro Loggia in numerodi dodici intorno al Tredicesimo, al Logos, sono la realt superioreche, circa duemila anni fa, si proiett su quella terrena dei dodiciApostoli intorno al Cristo, ma non manc di adombrare altre loggedodecuplici nel corso dei secoli dopo il Mistero del Golgotha, e nonmancher di vivificare le attuali possibili comunit umane che, libera-mente, vorranno costituirsi in vista di questo archetipo. Ogni lavorosuperiore viene svolto soltanto riunendosi: la Tavola Rotonda di Artcomprendeva di norma dodici persone. Vengono in mente i dodicipersonaggi deiDrammi Mistericon al centro Benedetto, e ci risuona-no le parole dellUltimo discorso: Se quattro volte dodici uomini.Le comunit umane che si costituiscono veramente secondo questoarchetipo, si pongono, in umilt, in ricezione del Principio dellaSaggezza universale, perch si collegano ai dodici uomini solari.Rileggiamo: Lo Spirito Santo, lo Spirito pentecostale, agisce come

    Maestro di quelli che noi chiamiamo i Maestri della saggezza edellarmonia dei sentimenti. Sono essi, dunque, coloro attraverso cuila voce e i contenuti di saggezza dello Spirito Santo fluiscono gisulla Terra per lumanit, in questa o quella corrente. I contenuti disaggezza trasmessi dal movimento scientifico-spirituale fluisconoad opera dello Spirito Santo entro la Loggia dei dodici; e in sostanza questo che a poco a poco condurr lumanit alla libera autocoscientecomprensione del Cristo e dellevento del Golgotha.

    Gli Angeli, Arcangeli e Archai, come servitori dello Spirito Santo,condividono le Sue ispirazioni con la schiera dei Bodhisattva. QuesteEntit gerarchiche, ritirate nella loro roccaforte lunare, agiscono nel-linteriorit umana secondo la qualit dionisiaca-luciferica, e sono,insieme ai Bodhisattva, la fonte di queste ispirazioni. Ci avvieneperch, come ci ha spiegato Steiner, esse sono pi vicine agli esserisolari di quanto lo siano gli uomini (anche se gi Bodhisattva), e pos-

    sono, come esseri lunari, fare da mediatori per ci che fluisce dal

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    Sole. Se ne pu dedurre, quindi, che esistono due correnti spiritualidi diversa natura: la lunare-interiore e la solare-esteriore.

    I Bodhisattva, fino alla venuta del Cristo sulla Terra, erano colle-gati con la corrente lunare, Jahvetica, nella quale agiva anche Michele.

    Ma appressandosi e venendo lora cosmica del Cristo, come per infi-niti altri processi e fatti, le cose metamorfosarono. Questo quanto cidice al proposito Rudolf Steiner nella gi citata conferenza del 28agosto 1923 (O.O. N 227): Quando fu trascorso il primo terzo delQuarto Periodo di Civilt Postatlantica (cio intorno allanno 1 d.C.),i tempi furono maturi e al posto dellazione lunare subentr linflussodel Cristo circondato dai dodici Bodhisattva, che si rispecchia nellarealt del Cristo Ges circondato dai dodici Apostoli. E nella confe-renza del giorno dopo, entrando pi in merito, aggiunse ancora del-laltro: Ma per il progresso dellevoluzione terrestre fu poi neces-sario che la civilt terrestre non venisse aiutata soltanto dagli esseridella Luna. Lintera evoluzione della Terra avrebbe dovuto seguire uncorso diverso da quello che gli era destinato dalla saggezza cosmica,se avesse continuato a procedere sempre con laiuto dei messi lunariche si presentavano nellevoluzione terrestre. Per questa ragione ab-

    biamo il grande importante evento che indichiamo come Mistero delGolgotha. Mentre erano messi lunari, i quali in certo modo portaronoalla Terra in antichissimi tempi la saggezza solare, lEntit che acapo degli Spiriti solari discese col Mistero del Golgotha sulla Terra, esincarn nelluomo Ges. Di conseguenza si presentarono condizionidel tutto diverse nellevoluzione della Terra. La saggezza dellapopolazione solare venne portata nellevoluzione terrestre per im-pulso del Cristo Ges stesso. Perci lultima evoluzione della Terra

    deve svolgersi sotto limpulso del Cristo Ges. Al tempo del Misterodel Golgotha vi era ancora ovunque sulla Terra tanta saggezza lunareche questa, come gnosi, come Pistis Sofia (poich questa lanticasaggezza lunare) pot comprendere il significato del Cristo. ...Era,dunque, ci che dalla saggezza lunare, dal Logos lunare poteva esseredetto al Logos solare, al Cristo che era arrivato sulla Terra. Ma, aquesto non si pu rimanere, perch levoluzione terrestre deve pro-

    cedere. Dobbiamo realmente procedere dallantica saggezza lunare a

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    una nuova saggezza solare. Dobbiamo imparare a comprendere diret-tamente la nuova saggezza solare. Il prossimo gradino, cui la civiltin generale deve sforzarsi di arrivare, quello di conseguire limma-ginazione, ma vi sono parecchi ostacoli. Levoluzione potr pro-

    gredire per la civilt umana soltanto se lumanit accoglier di nuovoun impulso spirituale. Questo impulso in relazione con lultimo de-stino dellumanit. In tutti i tempi in cui comparvero i Bodhisattva,in generale essi mai trovarono gli uomini contrari; se anche gli antichitempi ci appaiono esteriormente spesso terribili, spaventosi, vi fu sem-pre la possibilit per gli uomini di andare incontro con buona volontagli impulsi del Mondo spirituale. Cos i Bodhisattva trovarono unaumanit, presso la quale sempre veniva accolto il Logos lunare, ri-flesso del Logos solare. Ma, in quellantico modo non si potr mai piparlare allumanit. Ci che una volta vi fu deve procedere oltre; non sitratta che lantica saggezza, lantico Logos lunare possa terminare, madeve continuare e deve essere compreso attraverso la parola solare; essadeve essere ritrovata, dopo la perdita dellantico retaggio della gnosi.

    S! In quellantico modo non si potr mai pi parlare alluma-nit; se luomo vorr avviare se stesso al completamento della pro-

    pria creazione, divenendo lessere della libert e dellamore, dovrimparare ad accogliere ci che gli porta incontro limpulso del Cristo:la Saggezza solare. Per questo il Cristo venuto sulla Terra, per questoin quel tempo, i due pi idonei rappresentanti umani delle correntilunare e solare, i frutti pi maturi dei due rami iniziati con Abele eCaino: Giovanni Battista e Lazzaro, sperimentarono questo impulsodel Cristo, e ci rese possibile la loro fusione, la comunione nel-lunico essere Lazzaro-Giovanni. Ma, quello fu, contemporaneamente,

    una fine e un inizio. Altre imprese spirituali attendevano queste dueindividualit, e queste furono compiute, si compiono e si compirannonella fedelt alla libert dellessere umano.

    Che in noi si integrino lantico Logos lunare-jahvetico e il nuovoLogos solare-cristico, dipende dalla capacit che ogni uomo ha, e avr,di voler comprendere, non pi riflessamente, la nuova Saggezza sola-re, la Parola solare: Non si tratta che lantica saggezza lunare, lanti-

    co Logos lunare possa terminare, ma deve continuare e deve essere

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    compreso attraverso la parola solare. I due Logos dovranno inte-grarsi, fondersi in ogni uomo, come la saggezza passiva, celeste, diAbele si un con la saggezza attiva, terrestre, di Caino; la prima pro-venendo dalle altezze, la seconda dalle profondit, esse poterono

    e possono unirsi, in virt della grazia dispensata dal Cristo agentenelle ampiezze, allintorno, nella cerchia. In questo intornoagirono: al tempo di Palestina e dal livello umano i dodici Apostoli;dal tempo della durata eterna e dal livello umano-divino la Loggiadei dodici Bodhisattva. Cerchiamo di immaginare quanti rapporti sisono intessuti tra queste due dodecuplici comunit, una terrestre elaltra celeste, con il loro comune Centro vivente: il Cristo. Dovremoimparare a sperimentare questi avvenimenti, cos complessi, in imma-ginazioni generate nella nostra interiorit, ma non potremo ottenerlose, prima, non ci saremo educati ad un pensare impersonale, capacequindi di immergersi nel sentire e volere per renderli altrettanto im-personali. Solo cos la Parola solare, quella di Michele e dellEntitAntroposofia, potranno parlare alluomo che, liberamente, vale a direcon il suo Io cosciente, vorr accoglierle.

    Il Bodhisattva Maitreya, come uomo che precede e affianca costan-

    temente lumanit con la sua presenza sulla Terra, il pi direttomessaggero di questa saggezza solare, per noi dobbiamo cercarla,volerla pieni di dedizione e devozione, entusiasmandoci alla luce e alcalore della Verit che egli fa fluire in noi, pena la perdita di questaoccasione evolutiva, unica per le condizioni in cui ci si presenta inquesta vita. A che ci avvenga, Rudolf Steiner, come suo libero stru-mento, ci esorta e incita a rimanere desti e attivi: Ma non si puparlare allumanit con il vero linguaggio solare, se prima lumanit

    non muove incontro alla Parola con buona volont.Lumanit aspet-ter dunque invano larrivo di un successore dellantico Bodhi-

    sattva; che un Bodhisattva vi sia o non vi sia, dipende dal fatto che

    lumanit sappia muovergli incontro con comprensione. Luma-nit non trover lascesa a questo elemento universalmente umano, aquesto impulso cristico, e perci non potr comprendere ci che unBodhisattva avrebbe da dirle, se prima non avr sviluppato di nuovo

    in s una sufficiente aspirazione spirituale. Il problema non []

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    oggi che gli uomini abbiano da aspettare il Bodhisattva, ma che questi

    debba aspettare che lumanit gli muova incontro con compren-

    sione, prima di poterle parlare con il suo linguaggio; lumanit

    infatti entrata nellepoca della libert.

    Il Bodhisattva tra noi, egli vive e opera in mezzo allumanit,e ogni uomo pu avere la ventura di entrare in rapporto con lui,

    ma dovremo imparare a riconoscerlo, a comprenderlo con forze

    umane scaturite da noi stessi:Se, sul terreno della Scienza delloSpirito, parliamo dei Maestri della saggezza e dellarmonia dei senti-menti, la gente si meraviglierebbe dellumana semplicit con la qualesi presentano appunto tali Maestri della saggezza e dellarmonia deisentimenti: essi stanno sul piano fisico, ma gli insegnamenti pi im-portanti non li comunicano sul piano fisico bens sul piano spiri-tuale. E chi vuole ascoltarli per riceverne gli insegnamenti, deveottenere laccesso a loro non solo come corpi fisici carnali, bens

    come figure spirituali.I Bodhisattva sono fra gli uomini, a volte parlano tramite particolari

    uomini (com avvenuto per mezzo di Rudolf Steiner); ChristianRosenkreutz e il Bodhisattva Maitreya sono presenti sulla Terra in

    tutti i secoli, anche nel nostro, e gli antroposofi, come scolari diMichele, dovrebbero avvertirne di pi presenze e azioni, almeno neiloro sentimenti. Steiner, parlando direttamente agli uomini prepara-tisi a ci, pot dire: Oggi Christian Rosenkreutz di nuovo incar-nato, e si era nel 1911. Oggi passato quasi un secolo; quandoChristian Rosenkreutz torner (e potrebbe gi essere cos), chi avr lacapacit di riconoscerlo nella sua semplicit? Se oggi in un qualsiasimodo venisse a parlarci il Bodhisattva Maitreya, non potrebbe pi

    dirci mutate mente, se noi non volessimo ascoltarlo; la prospettivacristica della libert umana sta continuamente mutando i rapporti tra leGuide e gli uomini che, sempre pi, si individualizzano.

    La corrente spirituale che fluisce dalla Loggia dei dodici Bodhisattva portata agli uomini, in particolare da chi, al centro di loro, fu gi iltredicesimo e avvi la nuova auto-Iniziazione fondata sulla libert, maanche dallaltro essere che, nel sesto secolo a.C., raccolse lo scettro dal

    Buddha per accompagnare lumanit, nei successivi 5.000 anni, come

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    Bodhisattva Maitreya. Egli, per divenire il Buddha Maitreya, avrbisogno di incarnarsi in un proprio corpo fisico, e lo dovr renderecapace di pronunciare, con una laringe umana metamorfosata, laParola solare. Se riuscir in ci, sar in grado di agire moralmente, in

    forma diretta, negli uomini che avranno voluto educarsi a questo.Egli sta preparando se stesso, ma ha bisogno di uomini desti che,dopo aver attraversato lesperienza di Damasco, gli si affianchino elo aiutino a poter raggiungere questo risultato. Ma, tutto ci possibileperch una volta, grazie al Cristo, egli si unito con la natura cor-porea-animica di Lazzaro; questa fecondazione tra la corrente lunaree la corrente solare, tra ci che scorso fra Abele e Caino, davedersi come un archetipo che dovr moltiplicarsi.

    Abbiamo cercato, cos, di dare un quadro del divenire dei Maestridi saggezza umani e dei Maestri di saggezza divini. In merito aquesti ultimi, allo scopo di determinarne lazione al servizio del-limpulso cristico, aggiungiamo unultima descrizione di Steiner,tratta dalla conferenza del 28 luglio 1923 (O.O. N 350): E lagrande saggezza antica di cui si parla in fondo uneredit degliesseri lunari che oggi vivono nel segreto allinterno della Luna dove si

    sono ritirati. Ci si pu domandare come mai gli esseri lunari si sianoritirati, come mai agiscano in segreto. Quando erano ancora sullaTerra certamente offrirono agli uomini unimmensa sapienza. Se fos-sero rimasti, avrebbero continuato a farlo, ma per lumanit non sareb-be mai giunto il tempo della libert. Presero cos la mirabile decisionedi ritirarsi dalla Terra, in un luogo chiuso delluniverso dove adem-piere al loro incarico nel cosmo lontani dallesistenza degli uomini, inmodo che questi, senza la loro influenza, potessero ricevere tutti gli im-

    pulsi dalluniverso. Quegli esseri si scelsero una nuova dimora nel-luniverso per rendere gradualmente possibile agli uomini la libert.

    Prima di finire questo capitolo sulla sfera dei Bodhisattva, in me-rito dovremo considerare altre notizie desunte dallopera di Steiner,cercarne i nessi e sviluppare le considerazioni finali atte a megliocomprendere il meraviglioso tessere della saggia Direzione spiritualedellumanit. Come introduzione, scegliamo un brano dalla confe-

    renza del 31 agosto 1909 (O.O. N 113): Tutto quanto si svolge

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    sulla Terra, o sulle sue precedenti incarnazioni, nasce e perisce; invecequel che viene determinato dallo Zodiaco sopra i limiti di durata ditutta lesistenza planetaria, supera tutti gli stadi dellevoluzione dellanostra Terra. E ancora: Quel che viene simbolizzato dai punti fissi

    dello Zodiaco sta al di sopra del contrasto fra il bene e il male che sisvolge sulla nostra Terra. Le Divinit che vengono simbolizzatedai dodici punti fissi zodiacali, si trovano al di sopra del bene e delmale: nella cerchia dei dodici punti fissi viene dunque concepitoqualcosa di pi alto, di pi sublime della sfera in cui esistono il benee il male. Troviamo lass il simbolo delle Entit divino-spiritualiche, considerate in loro stesse, prescindendo dai loro interventi nellasfera umana, sono estranee alla differenza esistente fra il bene e ilmale. A un certo punto dellevoluzione per comincia a muoversinel tempo ci che destinato a diventare la nostra Terra: questo puavvenire solo mediante una specie di divisione in due gruppi delleDivinit extra-temporali di cui abbiamo ora parlato: esse si rag-gruppano in due sfere, una del bene e una del male, e tutto quanto siandr svolgendo avverr in un duplice, differente rapporto con quelleDivinit. Si tratta di questo. Non appena quella parte del Mondo

    divino che caratterizzata dalla durata, cio estranea al tempo, nonappena essa interviene nellambito del tempo, essa si scompone in dueelementi, uno buono e uno cattivo. Dei dodici punti fissi rimangonoallora a disposizione del bene i cinque che si trovano interamente nellasfera del bene e i due che si trovano ai due estremi di quella sfera,cio sette in tutto. Parliamo perci dei sette che rimangono superstitidei dodici originari. Quando vogliamo parlare di ci che nel tempo buono, eccellente, degno di guidare, dobbiamo parlare dei sette savi,

    dei sette Rishi: la realt conferma allora questa regola. Da questa nata la concezione che sette segni dello Zodiaco corrispondono almondo luminoso, al mondo superiore, mentre appartengono al mondoinferiore gli altri cinque, a cominciare dallo Scorpione [seguitando:Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci, mentre i sette buoni vannodalla Bilancia allAriete attraverso Vergine, Leone, Cancro, Gemelli,Toro]. Il Cristo venuto per risanare il mondo, in modo che il sette

    possa trasformarsi nel dodici, che quello che abbiamo compreso

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    come il significato del sette possa dora innanzi venir compreso nelsimbolo del dodici. Il numero dodici ci si presenta prima di tutto neidodici fratelli di Cristo, nei dodici Apostoli. Ci dobbiamo chiedere:dove possiamo scoprire, di quello che attraversa lintera evoluzione

    umana, un aspetto pi vero, pi essenziale di quel che ci viene offertodalla conoscenza materiale e dallintelletto umano? Possiamo chiederealla Scienza dello Spirito: come si chiama ci che si scorge nel Mondospirituale e che si muove per cos dire come una corrente spiritualecontinua, attraverso quelle sette Civilt? [le sette Civilt Postatlantichead iniziare dalla Paleoindiana]. Proprio la saggezza orientale ha creatoun termine per ci che si estende spiritualmente per tutte le Civilt; selo si considera nella sua realt non si tratta di qualcosa di astratto, madi qualcosa di concreto, di un essere. Si pu attribuirgli un nomeche lOriente ha giustamente creato per lui. Lessere sublime che fuil Maestro dei santi Rishi, il Maestro di Zarathustra e di Ermete, coluiche pu essere chiamato il grande Maestro lo si pu denominarela totalit dei Bodhisattva, linsieme dei Bodhisattva. La concezionecristiana lo designerebbe come lo Spirito Santo.

    Siamo ritornati sul tema di questo capitolo dedicato alla sfera dei

    Bodhisattva, ma da un punto di vista nuovo, che li mette in relazionecon i dodici punti fissi dello Zodiaco, divisi in due elementi divino-spirituali che si esprimono nel sette e nel cinque. Vedremo come tuttoci ci torner utile per comprendere i nessi di cui si parlava prima, cheandremo a considerare partendo dalla conferenza del 19 dicembre1910 (O.O. N 124): Ora, ci sono due modi essenziali, fondamentaliper poter giungere in rapporto con i mondi spirituali sovrasensibili.Luno quello che possiamo studiare in maniera particolarmente chia-

    ra se accenniamo con un paio di tratti alla figura della grande guidaZarathustra; laltro modo in cui tali guide possono entrare in rap-porto con i mondi spirituali ci si presenta se evochiamo la singo-larit del grande Buddha. Per la verit queste due guide, Buddha eZarathustra, in tutto il loro agire si differenziano molto luno dal-laltro. Ci deve essere chiaro che in quel che il Buddha e il buddismochiamano linabissarsi, che sopraggiunse sotto lalbero del Bodhi (e

    che dunque unespressione simbolica di un certo approfondimento

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    mistico del Buddha), si offre una via che lIo umano intraprendenella propria essenza, nella propria natura pi profonda. La via cheBuddha imbocc in modo tanto straordinario una discesa dellIonelle profondit, negli abissi della propria essenza. ...Luomo normale

    conosce il contenuto del proprio Io, e come uomo doggi non cono-sce la propria natura e la propria essenza, nella quale entra ognimattina al risveglio, non conosce corpo astrale, corpo eterico e corpofisico, poich nellistante in cui si sveglia non vede il suo corpoastrale. Pertanto, quando nella Scienza dello Spirito, parliamo diquesto processo, a ragione diciamo: nellistante in cui la mattinaci svegliamo, entriamo davvero nella parte della nostra essenza. Tutta-via a questa porta sta un guardiano, il Piccolo Guardiano della Soglia.Pertanto la via mistica lingresso nella propria essenza umanaattraverso la porta aperta appena indicata, passando davanti al PiccoloGuardiano della Soglia. Quel che in relazione al grande Buddhaviene denominato simbolicamente come lo stare seduto sotto lalberodel Bodhi, non altro che la discesa nella propria essenza interiore,attraverso la porta che di solito ci preclusa. Questa una via, lavia mistica, lattraversamento della propria essenza fino al punto

    in cui viene superato il confine oltre il quale possibile raggiungereil Mondo spirituale. Su questa via una parte delle guide dellumanitconsegue quel che simili individualit devono avere per poter offrireimpulsi alla evoluzione umana. Le personalit come per esempioloriginario Zarathustra conseguono la possibilit di diventare guidedellumanit con un cammino del tutto diverso. Se ancora una voltarichiamiamo alla mente quel che dissi del Buddha, ci sar chiaro cheegli doveva essersi elevato di gradino in gradino, gi nelle incarna-

    zioni precedenti, nelle quali era giunto fino al livello di Bodhi-sattva. Attraverso lIlluminazione (sedendo sotto lalbero del Bodhi),che deve essere pensata cos come lho presentata, una personalit chesi elevata a poco a poco, grazie ai progressi della sua individualit,giunge a vedere nei mondi spirituali. Se lumanit fosse stata dipen-dente sempre solo da tali guide, non sarebbe stato possibile farla pro-gredire cos come progredita. Ci furono anche guide diverse e di

    questaltro genere fu Zarathustra. Non sto parlando dellindividualit

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    di Zarathustra, ma della personalit delloriginario Zarathustra, lan-nunciatore dellAhura Mazdao. Se studiamo una tale personalit nelluogo in cui viene incontro nel mondo, anzitutto non troviamo inessa alcuna individualit innalzatasi in modo speciale grazie ai propri

    progressi; abbiamo invece una personalit che viene prescelta per es-sere il portatore, linvolucro di unEntit, di unindividualit spiritualeche non pu incarnarsi nel mondo, che pu solo mandare la sua luce inun involucro umano e agire al suo interno. La personalit dellorigi-nario Zarathustra non fu di quelle elevatesi da s a un livello tanto altocome il Buddha, ma fu piuttosto prescelta affinch unindividualitsuperiore vi prendesse per cos dire posto, la compenetrasse del proprioessere, di Spirito. In tutti i grandi ideatori di concezioni del mondonellintera area del mar Caspio attraverso le nostre contrade e fino alleregioni dellEuropa occidentale, troviamo espresso che simili persona-lit vengono compenetrate da una Entit spirituale per diventare guidedellumanit, senza che si siano elevate mediante unevoluzione perso-nale. Questa laltra via con la quale si formano guide dellumanit.

    Con ci abbiamo caratterizzato in un senso pi profondo quel chespesso abbiamo considerato: le due grandi correnti di Civilt dellEpoca

    Postatlantica. La corrente settentrionale aveva guide quali ho de-scritto ora in Zarathustra, quella meridionale invece ne aveva qualiappaiono nella pi alta rappresentazione nel grande Buddha. IlCristo, una Entit divino-spirituale, discende sulla Terra in unentitumana, come Entit divino-spirituali sono discese in tutte le guide eideatori settentrionali di concezioni del mondo, soprattutto in Zarathu-stra. lo stesso processo, ma portato al suo massimo grado: il Cristodiscende in una entit umana, ma non nella sua infanzia, bens nel

    trentesimo anno di vita, e la personalit di Ges di Nazareth viene pre-parata a ci in modo speciale. Entrambi i misteri delle guide devonoesserci rappresentati in sintesi, in unione, in armonia luno con laltro.Il Cristo fa entrambe le esperienze, mentre le precedenti guide del-lumanit ne avevano sempre fatta solo una. Egli fonde le due vienel Mondo spirituale. Con ci ho voluto presentare ancora una voltacome si debba comprendere il processo evolutivo dellumanit e

    lintervento di individualit che si elevano al di sopra dellevoluzione

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    del Bodhisattva, fino a quello di Buddha; e come si debba compren-dere levoluzione di coloro nei quali non si considera quel che sono

    come esseri umani, bens quel che scende dallalto.Ecco che ci stato spiegato qualcosa che non avevamo ancora

    voluto introdurre finora: anche le pi elevate guide dellumanit, iBodhisattva, sono da considerare come divisi in due gruppi diappartenenza secondo le due correnti migratorie postatlantiche cuiappartengono e in cui operano. Ci che pi conta, in questa diffe-renziazione, sono le due vie di accesso al Mondo divino-spirituale.Nella via mistica una parte delle guide dellumanit consegue quelche simili individualit devono avere per poter offrire impulsi allevo-luzione umana, ossia lindividualit umana che, attraverso varie in-corporazioni, si conquista alla fine, incarnandosi, ci che offrir comefrutto maturo a tutti gli uomini, perch nel tempo se ne approprino.Nellaltra via, quella che fa penetrare lanima di una personalit neimisteri del macrocosmo, ci viene spiegato che se studiamo una talepersonalit non troviamo in essa alcuna individualit innalzatasi inmodo speciale grazie ai propri progressi; abbiamo invece una persona-lit che viene prescelta per essere il portatore, linvolucro di unEntit,

    di unindividualit spirituale che non pu incarnarsi nel mondo.Prima di tutto volgiamo lattenzione alluso attentissimo dei con-cetti di personalit e di individualit, a come con essi Steiner dif-ferenzi le due figure del Buddha e di Zarathustra. Nel primo, ci checonta proprio quello che lindividualit si voluta conquistare ela-borando i suoi corpi inferiori in ripetute incorporazioni; nel secondo,acquista significato la personalit, ed questa che viene presceltaper fare da involucro ad unEntit divino-spirituale. Importante la

    personalit ritenuta adatta per quella singola incorporazione divina,non necessario che questa personalit si sia elevata mediante unaevoluzione personale. Viene spontaneo pensare, ricordando tanti nessi,che la prima via esemplarizzata dal Buddha ha una qualit prometeica-dionisiaca-luciferica, collegata allincontro con il Piccolo Guardianodella Soglia, mentre la seconda, caratterizzata da Zarathustra, ha uncarattere apollineo-cristico che, viceversa, collegata allesperienza

    con il Grande Guardiano della Soglia, in altre parole al Cristo stesso.

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    Ma ci che pi desta interesse, in queste due modalit di azione, nelcaso del Buddha il carattere di attivit necessario a modificare inse stesso quanto viene dalle Volont creatrici, nel caso di Zarathustra il carattere di passivit ricettiva per quello che viene dato dalle

    Divinit. Sono due atteggiamenti di fronte alla volont divina, cherichiamano quelli archetipici di Caino nel Buddha e di Abele in Zara-thustra. Leggiamo alcune descrizioni, relative a questo tema, presedalla conferenza del 29 maggio 1905 (O.O. N 93): Del tutto nelsenso della leggenda [la leggenda del Tempio] dobbiamo pensare chefino allapparizione del Cristo Ges sulla Terra vi erano due correnti.Una costru il Tempio, diede forma alle azioni umane, affinch pitardi potesse venir accolta la parola di Dio che sarebbe discesa sullaTerra attraverso il Cristo Ges. Accanto a questa doveva svilupparsinel corso del tempo la sfera divina stessa come una specie di secondacorrente parallela. Per questo si distinguono i figli degli uomini, lastirpe di Caino, che dovevano preparare la sfera mondana, dai figli diDio, i figli di Abele-Set, che curavano la sfera divina, fino a quando ledue correnti si sarebbero unite. Il Cristo Ges riun le due correnti.

    Leggiamo ancora dalla conferenza del 2 dicembre 1904 (op.cit.):

    Questa linimicizia primigenia fra coloro il cui essere una sorta didono divino e coloro che si sono conquistati tutto da soli. Abele offrivaa Jehova animali, Caino invece i frutti della Terra. Abele prendeci che gi vive, in cui vi gi la vita. La stirpe di Caino crea, percos dire, il vivente dal non vivente. Vediamo cos come in Caino ein Abele vengano caratterizzate due specie umane: luna accetta quelche Dio le ha preparato, laltra lumanit libera coltiva la Terra esi affatica per ottenere il vivente dal non vivente.

    Si potrebbe dire: i Bodhisattva, che operano come il Buddha, parte-cipano alla corrente dei figli degli uomini, di quelli che voglionoliberarsi, mentre quelli che agiscono come Zarathustra partecipanoalla corrente dei figli di Dio, cio di quelli il cui essere un donodivino. Con loro, anche la Direzione divina dellumanit in qualchemodo coinvolta in questa differenziazione, e se il Cristo intervenutoper avviare il risanamento di questa differenza, allora lorigine di essa

    da ricercarsi non solo nel microcosmo, ma anche nel macrocosmo.

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    Partiamo dalle notizie gi considerate: i Bodhisattva, con il Cristoal centro, sono dodici e non pi di dodici; questa realt spirituale sirispecchi nellagire del Cristo Ges circondato dai dodici Apostoli;in queste comunit si pu riconoscere un riflesso del Sole e delle

    dodici forze zodiacali. Sappiamo che queste dodici direzioni spiri-tuali sono da dividere, per una giusta comprensione, in due gruppi:uno di sette e uno di cinque, e che nei sette segni cosiddetti diurni da vedere lazione del passato, mentre nei cinque cosiddetti nottur-ni da considerare il presente e il futuro. Anche nei dodici Apostoliquesta suddivisione evidenziata dal fatto che essi furono la reincar-nazione di due gruppi umani, e Steiner ci aiuta a riconoscerli, alla finedel Vecchio Testamento (Macc. 1-2), come i sette fratelli Maccabei ei cinque discendenti di Mattatia. Si possono ricordare, fra le notiziegi considerate, la comunit dei sette pi cinque intorno alliniziandogiovinetto Christian Rosenkreutz, e la suddivisione dei segni zodiacaliin sette pani e cinque pesci nei Vangeli, particolarmente legata allafigura di Giovanni Battista. Ma Giovanni Battista da riconoscersicome il Bodhisattva Maitreya! Quindi, a questo punto sorgono i que-siti: a quale dei due gruppi, rappresentati da Buddha e da Zarathustra,

    deve essere assimilato? Da quale direzione zodiacale riceve le sueforze? Vediamo come Steiner risponde nella conferenza del 6 dicem-bre 1910 (O.O. N 124): Da precedenti argomentazioni sappiamoche luomo pu accedere allIniziazione o discendendo nellinterioritdella propria anima, o venendo ridestato per uscirne, per liberarsidal corpo ed effondersi con le forze animiche nel macrocosmo. Sesi voleva riversare la propria anima nel macrocosmo, i dodici livelliche vi si dovevano attraversare mentre la propria forza animica af-

    fluiva verso determinati punti e determinate direzioni di quello,era contrassegnato dai dodici segni dello Zodiaco. A questo scopolo sguardo doveva per diventare indipendente dalla materia, ossia neirituali misterici che negli Iniziati per grazia dallalto, come GiovanniBattista, ci si preoccupava di volgere lo sguardo in questione a unacostellazione, ma cos che si avesse la Terra tra s e la costellazionerelativa. Ci significa che di notte si doveva volgere lo sguardo alla

    costellazione attraverso la Terra. Se si guarda una costellazione con

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    gli occhi fisici si vede la costellazione fisica. Se per si riesce aguardare attraverso la materia terrestre, dove la costellazione fisica coperta da essa, allora non si vede lelemento fisico, bens lo spirituale,ossia i misteri che la costellazione esprime. Lo sguardo di Giovanni

    Battista era stato esercitato a guardare, nella notte, la costellazionedellAcquario attraverso la materia terrestre. Pertanto quando lAngeloprese possesso della sua anima, egli ebbe la cosiddetta IniziazionedellAcquario. Cos poteva mettere a disposizione dellAngelo, conci che sapeva e che sentiva, tutte le facolt. Se di giorno seguiamolavanzare della direzione del Sole dalla costellazione dellAriete attra-verso il Toro, i Gemelli e cos via fino alla Vergine, di notte dovremoseguire il suo progredire dalla Bilancia, attraverso lAcquario finoalla costellazione dei Pesci, questo il percorso fino al Sole spiri-tuale. Giovanni aveva accolto lIniziazione dellAcquario. Di con-seguenza Giovanni Battista diceva ai suoi discepoli intimi: mediantelIniziazione dellAcquario posso mettere a disposizione del mio An-gelo (con ci indicando una situazione del tutto paragonabile a quelledescritte da Steiner per i Bodhisattva) solo le forze che gli permet-tano di annunciare che verr il Signore, il Kyrios; tuttavia verr Uno

    che possiede le forze simbolizzate dallIniziazione della costellazionedei Pesci. Quello accoglier il Cristo. Con ci Giovanni Battista allu-deva a Ges di Nazareth. Per questo motivo le antiche tradizioniattribuivano al Cristo Ges il simbolo dei Pesci.

    Alla prima delle due domande precedenti, in pratica gi ha rispostoSteiner dicendo: Negli Iniziati per grazia dallalto, come GiovanniBattista. Infatti qui gi espresso il carattere di dono che carat-terizzava lIniziazione di tipo zarathustrico, in pi ne indica anche la

    qualit abelita con le parole: Cos poteva mettere a disposizione del-lAngelo, con ci che sapeva e che sentiva, tutte le facolt; pi avantici fa risentire ci che il Battista rivolgeva ai suoi discepoli pi intimi:Posso mettere a disposizione del mio Angelo solo le forze che glipermettano di annunciare che verr il Signore, il Kyrios. In questeparole appare proprio il gesto dellofferta sacrificale di ci che si ricevuto in dono, dono sul quale, per servire lo Spirito divino, si

    rinunciato a intervenire umanamente. Che poi Zarathustra appartenga

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    allo stesso gruppo di Giovanni Battista, anche indicato nella frasesuccessiva di Steiner: Tuttavia verr Uno che possiede le forzesimbolizzate dallIniziazione della costellazione dei Pesci. Quelloaccoglier il Cristo. Con ci Giovanni Battista alludeva a Ges di

    Nazareth, vale a dire allIo di Zarathustra. Questi come Ges Salo-monico (il Ges di stirpe regale, discendente del re Salomone), deveessere considerato un vero Iniziato abelita, in cui la saggezza sussistecome dono divino, non conquistata con forze umane di tipo cainita.Ges-Zarathustra fu iniziato direttamente dal Manu divino nel Tempiodel Sole, e come portatore delle forze della costellazione dei Pescideve essere considerato, dopo Giovanni, il pi grande fra i Pescatoriaiutatori del Cristo. Vista la sua missione come Fratel Ges, qualeprimo Maestro del Cristianesimo, forse lo si pu considerare comelocculto custode umano del Graal, quel Re pescatore puro e in-vitto dal male che, adombrato nella saga con il nome di Titurel, pufinalmente affidare il Graal nelle mani di Parsifal, il quale, comefuturo Manu umano, ne diviene suo nuovo, degno custode.

    Nel brano di conferenza prima letto, cerano indicazioni per com-prendere il carattere notturno o diurno delle costellazioni zodiaca-

    li; con la prossima citazione potremo meglio con