Che i nostri diritti siano legge!
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CHE I NOSTRIDIRITTISIANO LEGGEATTUARE I DIRITTI ECONOMICI,SOCIALI E CULTURALI.
SEZIONE ITALIANA
Troppo spesso i governi fanno promessevane e non rispettano gli obblighiinternazionali di assicurare i dirittieconomici, sociali e culturali a tutti. Alcuniviolano deliberatamente i diritti dellepersone, ad esempio costringendole adabbandonare le loro abitazioni. In altri casi,non riescono a prevenire, indagare e punirei responsabili degli abusi. Ciò accade, adesempio, quando le aziende estrattiveinquinano l'acqua potabile utilizzata dallecomunità.
Molti governi violano i diritti, poiché nonadottano misure urgenti e concrete,necessarie a garantire il rispetto dei dirittieconomici, sociali e culturali di tutte lepersone; ad esempio, quando non danno lapriorità ai più svantaggiati nell'allocazionedelle risorse pubbliche.
Quando si verificano queste violazioni, lepersone spesso non hanno alcunapossibilità di ottenere giustizia. In moltipaesi, non possono pretendere questi dirittiperché essi non vengono riconosciuti dallalegislazione nazionale. I rimedi, laddove
esistono, sono inefficaci o inaccessibili.Sono soprattutto le persone che vivono inpovertà a incontrare grossi ostacoli quandovogliono ottenere giustizia. E i governi nonsempre applicano le decisioni dei tribunali edei meccanismi internazionali per i dirittiumani. Di conseguenza, i diritti umanicontinuano a essere violati nella totaleimpunità da governi che non vengonochiamati a rispondere delle loro azioni.
IL DIRITTO A UN RIMEDIOEFFICACESecondo il diritto internazionale, tutte lepersone hanno diritto a un rimedio efficacequando i loro diritti umani vengono violati.Se non si può accedere a tali rimedi, i dirittiumani perdono di significato. Per essereefficaci, tutti i rimedi devono essereaccessibili, a basso costo e tempestivi. Unrimedio può essere fornito da un tribunale oda un'altra istituzione che possa accoglierele denunce. In ogni caso, le vittime devonopoter accedere ai tribunali, nei casi in cuiquesto sia l'unico mezzo efficace perottenere un rimedio.
Amnesty International Novembre 2011 Index: ACT 35/002/2010
I diritti economici, sociali e culturali come il diritto al cibo,a un alloggio adeguato, alla salute, all'istruzione e al lavorovengono sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umanie nei vari trattati, tra cui il Patto internazionale sui dirittieconomici, sociali e culturali, sottoscritto da 160 paesi.Questi diritti sono riconosciuti nelle legislazioni nazionalidi molti stati. Eppure ogni giorno vengono ancora negatia milioni di persone.
IL DIRITTO AL RIMEDIOE ALLA RIPARAZIONEIl diritto internazionale prevede per tutte levittime di violazioni dei diritti umanil'accesso a un rimedio efficace e allariparazione. La riparazione prevede che leconseguenze della violazione venganocorrette, nel limite del possibile. L'organoche fornisce un rimedio dovrebbe definirele misure necessarie per riparare il dannosubito dalle vittime, tra cui tutte o unadelle seguenti:
� la restituzione, per esempio restituendole abitazioni sottratte nel corso di unosgombero forzato;
� il risarcimento;
� la riabilitazione, con servizi per aiutare levittime ad affrontare i danni fisici o psicologici;
� la soddisfazione, imponendo rimediaggiuntivi o alternativi che siano soddisfacentiper la vittima; ad esempio, le pubbliche scuse;
� la garanzia giuridicamente vincolante dinon ripetizione.
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Index: ACT 35/002/2010 Amnesty International Novembre 2011
“Sono rimasto senza niente, solo conquello che mi vedi addosso... Io e miamoglie dobbiamo prenderci cura di cinquefigli, tra i sei e i 15 anni.”
sopra: il 10 luglio del 2010 i bulldozer del
consiglio comunale hanno demolito gli edifici
dell'insediamento di Kabete Nitd a Nairobi, in
Kenya, lasciando Joshua (nella foto), sua
moglie e i loro cinque figli senza niente.
La nuova costituzione del Kenya, adottata
nell'agosto del 2010, per la prima volta nel
paese, rende giuridicamente vincolanti diversi
diritti economici e sociali, tra cui il diritto a un
alloggio adeguato. Pertanto, le persone che,
come Joshua, sono minacciate da sgombero
forzato, in futuro potranno ricorrere a rimedi
più efficaci.
a sinistra: una cisterna per la raccolta di acqua
piovana, di proprietà degli abitanti dei villaggi
palestinesi, distrutta dall'esercito israeliano,
con il pretesto che era stata costruita senza
permesso. I permessi per i progetti idrici
raramente sono concessi ai palestinesi.
in copertina: lavoratori domestici manifestano a
Jogjakarta, in Indonesia, affinché la legge li
riconosca come lavoratori e garantisca la tutela
dei loro diritti, febbraio 2009.
© Rumpun Tjoek Nyak Dien
I TRIBUNALI POSSONO FARELA DIFFERENZA Man mano che i governi e gli organi giudiziaririmuovono gli ostacoli all’applicazione deidiritti, ovunque nel mondo le persone inizianoa rivendicare con successo, dinanzi aitribunali, i diritti economici, sociali e culturali.
In India, nell'aprile del 2001, l'Organizzazionenon governativa Unione popolare per lelibertà civili ha presentato una petizionedavanti alla Corte suprema indiana,sostenendo che il governo stava violando ildiritto al cibo, in quanto non affrontava ilproblema della malnutrizione cronica.Nonostante ci fosse in molti stati unprogramma finanziato per le mensescolastiche e per le razioni di cibo allefamiglie al di sotto della soglia di povertà, laqualità e la portata di tali programmi eranospesso limitate a causa di inefficienze.
Nel novembre 2001, la Corte ha stabilito chele razioni minime di cibo garantite allefamiglie al di sotto della soglia di povertàdebbano essere obbligatorie per legge edistribuite in modo esteso. La Corte ha
obbligato le autorità statali a fornire agli scolaripasti caldi con un certo contenuto calorico eproteico, per almeno 200 giorni all'anno.
L’ordinanza ha rafforzato il potere dicontrattazione dei gruppi della società civileche si battono per il diritto al cibo. La Corte hapoi nominato dei commissari per verificare chel’ordine venga rispettato. Si stima che ognianno si iscrivano a scuola 350.000 bambine inpiù, grazie alla maggiore disponibilità di pastiscolastici a seguito della petizione.
In Sudafrica, nel 2000, il governo si rifiutò difornire il farmaco antiretrovirale Nevirapina,usato per prevenire la trasmissione dell'Hiv damadre a figlio, a tutti coloro che ne avevanofatto richiesta, nonostante 70.000 neonativenissero contagiati ogni anno. Le autoritàavevano deciso che il farmaco dovesse esseredistribuito solo in certe località pilota, fino aquando non avessero completamente messoa punto il programma. Tale decisione erastata presa nonostante il supporto in favoredel farmaco da parte dell'Organizzazionemondiale della sanità (Oms) e dellacommissione sudafricana per il controllo dei
medicinali e, inoltre, malgrado la proposta daparte dell’industria farmaceutica di forniregratuitamente il farmaco per cinque anni.
Per risolvere la questione, si è mobilitataanche l'associazione Treatment ActionCampaign (Tac), che ha intentato una causacontro il governo. Nel 2002, la Cortecostituzionale del Sudafrica ha stabilito che ilgoverno dovesse consentire e accelerare l'usodel Nevirapina in tutto il settore della sanitàpubblica, in modo da assicurare il diritto allasalute. La decisione è servita a minarel'opposizione del governo a una vastadistribuzione di farmaci antiretrovirali.Ha inoltre rafforzato il lavoro di lobby dellaTac, a favore di una maggiore distribuzionedi terapie antiretrovirali. Nel 2003, il governodel Sudafrica ha adottato un piano operativoper la lotta all'Aids in cui la terapia antiretroviralecostituisce una delle componenti principali.
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Gli attivisti del Treatment Action Campaign
(Tac) manifestano durante una conferenza
sull'Aids a Durban, Sudafrica, agosto 2003.
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I DIRITTI NON RICONOSCIUTI
In molti paesi, la continua mancanza diriconoscimento dei diritti economici, sociali eculturali nella legislazione nazionale rimaneun grosso ostacolo alla loro applicazione.Tutto ciò ha gravi conseguenze sulle persone.
Negli Stati Uniti, nonostante la recentenormativa per ampliare notevolmente lacopertura assicurativa sanitaria, oltre 20milioni di persone probabilmente resterannosenza assicurazione. Il progetto americanoMedicaid per le persone a basso reddito,richiede complicati requisiti burocratici.Pertanto, le donne che ne hanno dirittospesso ricevono le cure prenatali connotevole ritardo. Alcune con reddito bassonon riescono ad accedere a cure a bassocosto e quindi non hanno alcuna assistenzain gravidanza.
L'educazione sanitaria è inadeguata e leinformazioni e l’accesso alla contraccezionesono carenti. Dal momento che gli Usa nonriconoscono il diritto alla salute nellalegislazione nazionale, le donne hanno poche
possibilità di ricorrere a rimedi legali perqueste difficoltà.
Alcuni governi ritengono che i diritti sociali eculturali non siano giuridicamente vincolanti eper tale ragione non li riconoscono. Tuttavia,un crescente numero di paesi comel’Argentina, la Colombia, l’Egitto, la Germania,l’Indonesia, la Lettonia e il Sudafrica hannoinserito i diritti economici, sociali e culturalinella legislazione nazionale. In tal modo,questi possono essere (o sono già stati) fattirispettare dai tribunali.
In Bangladesh, India e Pakistan, i tribunalihanno interpretato il diritto alla vita, presentenelle loro costituzioni, in modo da includerediversi diritti economici e sociali.
I sistemi regionali per i diritti umani, comequelli stabiliti dall'Organizzazione degli statiamericani, dall'Unione africana e dalConsiglio d'Europa, includono meccanismi didenuncia che possono prevedere un rimedioper le violazioni di alcuni di questi diritti.
Qualche governo si oppone ai rimedi legali
per i diritti economici, sociali e culturali, inquanto teme che ciò possa legittimare il fattoche siano i tribunali, piuttosto che ilparlamento, a indirizzare politicheeconomiche o di altro genere, interferendocosì con la gestione del bilancio. Ma itribunali, di solito, ordinano ai governisolamente di sviluppare nuove politiche o dirivedere quelle già esistenti, facendo in modoche questi possano valutare se le scelte sianocoerenti o meno con gli obblighi del paeseriguardo ai diritti umani, in base allalegislazione nazionale e internazionale; ma difatto non stabiliscono quale politica debbaessere adottata da un governo.
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Alcune persone aspettano tutta la notte,a meno
10°C, nella parte orientale del Kentucky (Stati
Uniti), per poter essere assistite dai volontari
della Remote Area Network (Ram).
La Ram è un'associazione di volontari, fondata
nel 1985 per garantire assistenza sanitaria
gratuita nei paesi in via di sviluppo.
Attualmente, però, eroga il 60 per cento
dei suoi servizi negli Usa a chi non
ha un’assicurazione sanitaria.
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I RIMEDI NEGATIRiconoscere i diritti e mettere a disposizioneun'istituzione in grado di difenderli non bastaa garantire un rimedio efficace alle violazioni,quando queste si verificano. Se l'organo chese ne occupa è poco propenso ad assicuraregiustizia o non gli viene permesso di fornirerimedi efficaci oppure è influenzato dalgoverno, allora le violazioni possonocomunque restare impunite.Quando i governi compiono azioni che violanoi diritti umani in altri paesi, quali ad esempio ilfinanziamento di progetti che causanosgomberi forzati, allora i rimedi per le vittimesono in genere limitati o inesistenti. Chisubisce abusi da parte di potentimultinazionali spesso si rende conto che igoverni non sono in grado oppure nonvogliono fornire un rimedio.
Cercare giustizia dinanzi ai tribunali del paesesede della multinazionale è costoso, richiedemolto tempo e raramente ha esito positivo.A Bhopal, in India, una massiccia fuoriuscitadi sostanze tossiche da un impianto dipesticidi gestito dalla Union Carbide IndiaLimited (Ucil), nel 1984, ha provocato tra le
18.000 e le 20.000 vittime. Mezzo milione dipersone sono state esposte a gas nocivi.Venticinque anni più tardi, il sito dove c'èstata la fuoriuscita non è ancora statobonificato. Più di 100.000 personecontinuano ad avere problemi di salute acausa delle sostanze tossiche e non hannoun’adeguata assistenza sanitaria.Il governo indiano, alla fine, ha raggiunto unaccordo amichevole con la Union CarbideCorporation (società madre della Ucil) consede negli Usa. La Corte suprema indiana haapprovato l’accordo, nonostante la mancanzadi un adeguato risarcimento per le vittime neitermini concordati. Inoltre, i sopravvissuti, neltentativo di accedere al fondo di risarcimento,hanno dovuto affrontare numerosi ostacoli,tra cui corruzione, lunghi ritardi e lanegazione di adeguati meccanismi di ricorso.
La causa intentata in tribunale per la richiestadi bonifica del sito industriale è ancora incorso. Nonostante l’ordine da parte dell'Altacorte di Madhya Pradesh di ripulire l'area, ilgoverno non ha ancora fatto il proprio doveree il contenzioso giudiziario sull’accertamentodelle responsabilità è andato avanti per anni.
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GLI OSTACOLI NELL’ACCESSOALLA GIUSTIZIAI costi per ottenere giustizia vanno spessooltre le possibilità economiche di molti, inparticolare di quelli che vivono in povertà.Le vittime dell’inquinamento da parte dellecompagnie petrolifere in Nigeria devono farfronte a spese legali, di viaggio e giudiziarie,a cui si aggiungono quelle per i consulentitecnici e per ottenere prove scientifiche chedimostrino come l'inquinamento abbiaavuto serie conseguenze su di loro.
In Brasile, i tribunali spesso sono disposti aimporre allo stato di fornire assistenzasanitaria alle singole persone cui è statanegata. Ma la controversia collettiva peraffrontare le mancanze sistemiche delgoverno nel garantire il diritto all'assistenzasanitaria non ha avuto lo stesso successo.Ad avere giustizia sono soprattutto coloroche possono permettersi un avvocato.
I governi e gli organi giudiziari nazionali ditutto il mondo devono rendere la giustiziaaccessibile a tutti. Ciò può accaderesoltanto eliminando le barriere procedurali e
tutti gli altri ostacoli che rendono difficilel'accesso al sistema giudiziario, da partedelle vittime e delle persone che lirappresentano. Le istituzioni dovrebbero farsì che i rimedi possano colmare le lacunesistemiche. I governi dovrebbero fornire,altresì, assistenza legale e non far pagare lespese processuali a chi ha un reddito bassoe accertarsi che le persone sianoconsapevoli dei loro diritti.
Molte vittime di violazioni non sono in gradodi dedicare tempo e denaro affinché igoverni si assumano le loro responsabilità.Alcune persone semplicemente lottano perla sopravvivenza. Il fardello che grava sullevittime deve essere ridotto, incaricando leistituzioni nazionali per i diritti umani e gliorgani di controllo di: monitorare, in modoproattivo, le attività governative; esaminareattentamente le denunce di violazioni;imporre sanzioni e, laddove è necessario epossibile, assistere le vittime nell’accessoagli organi giudiziari.
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a sinistra: torce di gas (gas flaring) vicino alla
comunità di iwhrekan, Delta State, Nigeria,
febbraio 2008.
sotto: alcune donne partecipano al corso sui
diritti delle donne organizzato dalla Lega delle
donne avvocato, Tagikistan, luglio 2009.
più a sinistra: due ragazzi raccolgono l'acqua
da un pozzo contaminato nella colonia di
Sunder Nagar a Bhopal, India, 2004. Il
governo dipinge di rosso le pompe dei pozzi
contaminati.
CHE I NOSTRI DIRITTI SIANO LEGGE
ATTUARE I DIRITTI ECONOMICI, SOCIALI E CULTURALI.
PERCHÉ L’APPLICAZIONEDELLA LEGGE È FONDAMENTALE In certi casi i governi indebolisconofortemente l’applicazione dei diritti, poichénon attuano le decisioni vincolanti deitribunali nazionali e regionali. Le popolazioniindigene yakye axa e sawhoyamaxa vivonoin alloggi temporanei in Paraguay, in unasottile striscia di terra, vicina aun'autostrada molto trafficata. Il loroaccesso ad acqua potabile, cibo e medicineè fortemente limitato. La loro terra di origineè nelle mani di privati. Nel 2005 e nel 2006,la Corte interamericana dei diritti umani hastabilito che queste terre dovessero essererestituite alle comunità.
I principali membri del governo delParaguay, appoggiati da potenti proprietariterrieri, si sono opposti all'attuazione dellesentenze. Nell'ottobre del 2009, il senatoparaguaiano ha votato contro la restituzionedelle terre native alle comunità yakye axa. Ilgoverno sta ora cercando di fornire lorodelle terre alternative, piuttosto cherestituire quelle con cui hanno un fortelegame culturale.
Nella Repubblica Ceca, i bambini romspesso vengono esclusi dalle scuoleordinarie e inseriti in scuole e corsi specialidestinati ad alunni con "lieve disabilitàmentale", dove i programmi sonodecisamente ridotti. Nel 2007, la Corteeuropea dei diritti umani ha chiesto alleautorità di porre fine alla segregazionerazziale nelle scuole, cercando, nel limitedel possibile, di trovare un rimedio.
Il governo ceco ha chiesto ai dirigentiscolastici e alle autorità regionali di porrefine all’inserimento improprio dei bambinirom nelle scuole speciali. Tuttavia, taliindicazioni non sono state applicatecorrettamente e il governo non ha messo inatto adeguate garanzie legali o pratiche omisure specifiche che permettanol'inclusione dei rom nel sistema scolasticoordinario.
La mancata attuazione di tali decisionifavorisce una cultura dell'impunità per leviolazioni e può scoraggiare i tentativi dicercare giustizia da parte di altre vittime.L'attivismo da parte della società civile a
livello nazionale e locale, insieme alsostegno popolare alle leggi e alle istituzionisui diritti umani, è fondamentale per far sìche i governi si assumano le lororesponsabilità. L’attuazione delle leggi deidiritti umani deve andare di pari passo conla costruzione di un sostegno pubblico aidiritti umani, indipendentemente da chi netrae beneficio. Chi accetta le violazioni deidiritti di altre persone mette a rischio ilgodimento futuro dei propri diritti.
CHE I NOSTRI DIRITTI SIANO LEGGEATTUARE I DIRITTI ECONOMICI, SOCIALI E CULTURALI.
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sopra: la casa di Belén Galarza, della comunità
sawhoyamaxa, dove vive con altri 10 membri
della famiglia, accanto all'autostrada Pozo
Colorado - Concepciòn, Santa Elisa, Paraguay,
novembre 2008.
a destra: bambini rom frequentano una scuola
per alunni con “lieve disabilità mentale" a
Ostrava, nella Repubblica Ceca, febbraio 2009.
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GIUSTIZIA INTERNAZIONALE Nel dicembre del 2008, l'Assemblea generaledelle Nazioni Unite ha adottato con ilconsenso generale il Protocollo opzionale alPatto sui diritti economici, sociali e culturali(Icescr). Il Protocollo permetterà alle personei cui diritti siano stati violati nel loro paese, ealle quali sia stato negato un rimedio efficacea livello nazionale, di cercare giustiziaattraverso le Nazioni Unite.
Le denunce potranno essere accolte dalComitato delle Nazioni Unite sui dirittieconomici, sociali e culturali, ossia unacommissione indipendente di espertiinternazionali. Del Protocollo potrannobeneficiare non solo le persone che sporgonodenuncia ma le sue decisioni probabilmenteinfluenzeranno i tribunali nazionali e regionalidi tutto il mondo.Inoltre, contribuirà a focalizzare l'attenzionesui fallimenti da parte dei governi nel farrispettare i diritti economici, sociali e culturali.Il Protocollo è giuridicamente vincolantesoltanto per quei paesi che ne fanno parte.Entrerà in vigore non appena 10 stati loavranno ratificato.
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sopra: alcuni alunni assistono a una lezione sui
diritti umani, nell’ambito di un’iniziativa
organizzata dal sindacato degli insegnanti
mongoli, Ulaanbaatar, Mongolia.
a destra: L'edificio Prestes Maia nel centro di
San Paolo, in Brasile. Dopo essere stato
abbandonato per più di 12 anni, nel 2003 è
stato occupato da 468 famiglie, diventando
così l'emblema della situazione dei senzatetto.
Dopo essere state minacciate di sgombero
forzato per diversi anni, le famiglie si sono viste
sospendere l'ordine di sgombero dalla Corte di
appello di stato di San Paolo. Nel frattempo i
negoziati con il governo municipale per trovare
abitazioni alternative si sono conclusi con
successo.
più a destra: Rasmata, una giovane donna che
sta per partorire il suo primo figlio, si trova nel
corridoio del reparto maternità, in attesa di
vedere un medico, al Yalgado Hospital, a
Ouagadougou, Burkina Faso, 2009.
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Il 24 settembre del 2009 il Protocollo era pronto.
Nel luglio 2010, 33 paesi lo avevano firmato, esprimendo
in tal modo l’intenzione di ratificarlo. L'Ecuador e la
Mongolia sono state le prime nazioni a farlo. Amnesty
International fa parte della Coalizione internazionale delle
Ong per
un Protocollo opzionale all’Icescr, che
ha appoggiato con successo le Nazioni Unite nella
creazione del Protocollo e continua
la sua campagna perché sia ratificato a livello globale.
OBIETTIVI DI SVILUPPODEL MILLENNIO I leader mondiali si sono impegnati araggiungere gli Obiettivi di sviluppo delmillennio (Osm) dell'Onu: ridurre la povertà,
garantire la salute materna, migliorarel’accesso ad acqua e servizi igienico-sanitari ele condizioni di vita di chi abita in insediamentiabitativi precari. Tuttavia, molte persone che vivono in povertà,come ad esempio quelle che vivono ininsediamenti abitativi precari, spesso vengonoescluse dai programmi relativi agli Osm.Inoltre, non hanno accesso a meccanismiche accertino le responsabilità dei governi,dovendo, invece, contare sulla loro buonavolontà.
Quando i governi non si assumono le lororesponsabilità, difficilmente raggiungono gliobbiettivi dati. In Burkina Faso, la politica digoverno per fornire assistenza sanitaria
sovvenzionata alle donne in stato digravidanza è stata minata da oneri illegaliimposti dagli ospedali. Le donne che devonosostenere tali spese hanno poche possibilitàper sporgere denunce. Mancano strumentiaccessibili, sia all’interno dell’ospedale,tramite organi di controllo, sia attraverso itribunali.
Se i governi vogliono veramente garantire idiritti umani e ridurre la povertà, alloradevono stabilire o rafforzare i meccanisminazionali di accertamento delle responsabilitàe prendere parte ai meccanismi regionali einternazionali, come il Protocollo opzionaleall'Icescr.
Index: ACT 35/002/2010 Amnesty International Novembre 2011
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Index: ACT 35/002/2010September 2010
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“Che i nostri diritti siano legge” è uno
dei temi principali di "Io pretendo
dignità", la campagna di Amnesty
International il cui scopo è porre fine alle
violazioni dei diritti umani che provocano
e aggravano la povertà.
RACCOMANDAZIONIAmnesty International invita tutti
i governi a:
� Garantire che i diritti economici, sociali
e culturali vengano attuati
Tutti i paesi devono ratificare il Patto
internazionale sui diritti economici, sociali
e culturali e il suo Protocollo opzionale. I
governi devono inoltre garantire che questi
diritti siano attuabili nella legislazione
nazionale.
� Garantire rimedi accessibili ed efficaci
per le violazioni
I governi devono rimuovere gli ostacoli che
impediscono l'accesso alla giustizia da
parte delle vittime di violazioni dei diritti
umani, in particolare quelli che escludono
le persone che vivono in povertà, e fornire
assistenza legale. I governi dovrebbero
assicurarsi che le istituzioni nazionali per i
diritti umani e gli organi di controllo
abbiano le capacità e l’autorizzazione a
indagare sulle denunce di violazioni e a
monitorare le attività di governo in modo da
garantire il rispetto dei diritti umani.
� Rispettare a pieno le sentenze
I governi devono rispettare le decisioni sui
diritti umani pronunciate dalla magistratura
e dai meccanismi regionali e internazionali
sui diritti umani.
Amnesty International è un’organizzazione non governativa fondata nel 1961, presente in oltre 150 paesi e territori con 3 milioni di soci e sostenitori (80.000 inItalia). Attraverso campagne globali e altre attività, Amnesty International si batte per un mondo in cui ogni persona goda di tutti i diritti umani sanciti dallaDichiarazione universale dei diritti umani e da altri standard internazionali sui diritti umani. Amnesty International è indipendente da governi, ideologie politiche,interessi economici o fedi religiose ed è finanziata essenzialmente dai propri soci e dalle donazioni del pubblico.