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A N N O I - T R I M E S T R A L E A
D I F F U S I O N E G R A T U I T A
Marzo 2016
CASA ALLOGGIO “AL TORRENTE”
LABORATORIO ARTISTICO
La Tela La Tela La Tela La Tela
Consorzio CS -Cooperazione e Solidarietà- di Potenza
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LA TELA Direttore
Cozzi Maria Teresa
Redazione
Anania Daniela
Armentano Anna
Limongi Maria
Mitidieri Nicolina
Sommario
Poesia : Primavera p 2
TEMA :
Carnevale in Basilicata “ 3
E’ Primavera “ 4
MUSICA
Strumenti e maschere di Carnevale “ 5
Carnevale a Nemoli “ 6
Carnevale nel tempo “ 7
CUCINA LUCANA :
Tradizioni di Carnevale “ 8
MESTIERI D’ALTRI TEMPI
La Levatrice “ 9
RICORRENZE
Pranzo di Pasqua in agriturismo “ 10
ANGOLO VERDE “ 11
TEMPO LIBERO “ 12
Edizione Casa-alloggio “Al Torrente”
C/da Pecorella n°5
85044 Lauria
Tel 0973/825753
Tel 0973/825915
E-mail: [email protected] Stampa: Tip. Zaccara Lagonegro
L A T E L A
sommario
Notari Vincenza
Palermo Giovanni
Propato MFrancesca
Stefanelli Isabella
Viceconti Maria Carla
Viceconti Maria
Disegni:
A cura degli ospiti
PRIMAVERA
Passò lieve il vento di primavera
Sul declivio della collina.
Indugiò con le sue dita calde
fra petali ed erba.
Arrossirono i papaveri
Nella voglia d’estate.
Il vento non se ne accorse.
Mariella Bernio
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A N N O I - T R I M E S T R A L E A
D I F F U S I O N E G R A T U I T A
CARNEVALE IN BASILICATA
L A T E L A
Il carnevale in Basilicata si presenta ricco di maschere e mi-ti che riportano alla memoria un mondo lontano, il mondo naturale e animale che popola antiche leggende. Il termine “carnevale” deriva dal latino “carnem leva-re” (eliminare la carne), che anticamente indicava l’abbondante banchetto che si teneva il martedì subito pri-ma della Quaresima, tempo di digiuno e penitenza; per que-sto, nel martedì cosiddetto “grasso” culmina e termina allo stesso tempo la festa del carnevale, con un succulento
pranzo a base di pasta fatta in casa e tanta carne di maiale. Il tratto più distintivo della festa è appunto la tradizione del mascheramento. La maschera s’indossa per distaccarsi dal proprio volto e recitare la parte di un altro, far ridere e allontana-re gli spiriti maligni. La Basilicata non ha una propria maschera regionale per così dire “nazionale”. Questo perché il tradizionale periodo carnevalesco è per i lucani un periodo pro-piziatorio, per cui ogni tipo di manifestazione serve più che altro a respingere il male e invoca-re gli spiriti benigni a proteggere il raccolto e il bestiame. Il costume è quello tipico dei pastori. Ai piedi presenta i classici calzari coperti da pelli di pe-cora intrecciate con lacci di cuoio, mentre sugli abiti pastorali un ampio mantello a ruota, che si lega sul collare nero di montone con un bottone di legno di quercia. In testa un enorme cap-pellaccio con una falda talmente ampia da far ricordare lontanamente i classici sombreri. È la festa dei semplici. Non ci sono i ricchi, quelli abituati a divertirsi con le maschere cortigiane. In Basilicata ci sono gli zufoli e i cupa-cupa (tamburelli), al massimo qualche organetto. Il martedì grasso la gente, dopo essersi divertita a ballare, cantare e fare scherzi mangiava e beveva insieme. A mezzanotte, dopo l’ultimo piatto di fusilli, si poneva fine ai festeggiamenti: la campana annunciava la morte del carnevale e l’entrata della sua vedova, la Quaresima. Ma la messa al rogo del carnevale era – ed è tutt’ora – un evento felice e duplice, di purificazione e di buon auspicio allo stesso tempo.
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L A T E L A
E’ PRIMAVERA
Arriva la primavera
In questa stagione sbocciano tanti fiori e anche le piante da frutto (mele, pere, ciliegie) aprono le loro gemme, con un’esplosione di colori bellissi-mi.
Il clima alterna giornate di caldo intenso e altre più fresche. Il paesaggio si veste di un verde rinnovato e tenue che ci trasmette tanta energia e noi ci sentiamo più vivi.
Si prepara il terreno per gli ortaggi da piantare nell’orto, dopo averlo ri-pulito dalle erbacce e dalle foglie secche.
Il giorno è più lungo anche perché c’è l’ora legale e si può uscire a fare delle passeggiate a piedi o in bicicletta e stare finalmente all’aria aperta dopo il lungo inverno
Egidio e Petronilla
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D I F F U S I O N E G R A T U I T A
MUSICA
Strumenti e maschere tradizionali di Carnevale
“CUPA CUPA”CUPA CUPA”CUPA CUPA”CUPA CUPA”
« [...]i ragazzi, correndo a frotte, lanciavano nell'a-ria nera i primi rauchi suoni dei cupi cupi. Il cupo cupo è uno strumento rudimentale, fatto di una pentola o di una scatola di latta, con l'apertura superiore chiusa da una pelle tesa come un tam-buro. in mezzo alla pelle è infisso un bastoncello di legno. Soffregando con la mano destra, in su e in giù, il bastone, si ottiene un suono basso, tre-molante, oscuro, come un monotono brontolio. Tutti i ragazzi, nella quin-dicina che precede il Natale, si costruivano un cupo cupo, e andavano, in gruppi, cantando su quell'unica nota di accompagnamento, delle specie di nenie, su un solo motivo. »
[Carlo Levi, Cristo si è fermato ad Eboli]
Dal Carnevale di Satriano , Aliano e Montescaglioso
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L A T E L A
CARNEVALE A NEMOLI
Martedi 9 febbraio, ultimo giorno di carnevale ci siamo recati a Nemoli, dove si tiene la
sagra della polenta e c’è la sfilata e la premiazione dei carri allegorici. E’ stato un
pomeriggio che io ricordo con tanta gioia , trascorso con le mie amiche. Abbiamo
gustato la polenta, condita con salsiccia e pancetta e trascorso delle ore piacevoli in
allegria.
I carri erano molto belli, coloratissimi e variopinti, provenienti anche dai paesi vicini:
Maratea e Trecchina. La premiazione è avvenuta in serata ed il primo premio lo ha vinto
il carro del pavone di Trecchina.
Sono stata molto contenta di trascorrere un pomeriggio cosi bello e divertente, anche
perché c’era anche mia sorella Anna. Abbiamo incontrato tante persone conosciute, tra le
quali Rosario, un infermiere di Nemoli, che ha lavorato in casa alloggio, la moglie del
fisioterapista Luigi che conosciamo da molto tempo ed altri amici e parenti. Infatti ho
incontrato mio cugino Vincenzo con la sua compagna e la figlioletta, con cui abbiamo
fatto una chiacchierata.
Sono stata proprio contenta di trascorrere un pomeriggio in compagnia di tante persone
allegre ed in festa e spero di avere in futuro altre giornate così.
Egidia
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L A T E L A
carnevale nel tempo
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D I F F U S I O N E G R A T U I T A
CARNEVALE a TRECCHINA
La tradizione del carnevale trecchinese ha origine dai primi del novecento, e
si tramanda negli anni, arricchendosi con sempre
nuovi partecipanti. Si svolge l ’ultima domenica pri-
ma della quaresima ed è caratterizzato dalla tipica
satira sui politici locali, fatta dalla storica masche-
ra del “ Cantacronze”, un pastore vestito con pelle
di pecora, che al suono del Cupe- cupe mette alla
berlina vizi e virtù dei personaggi locali e non.
Il carro dell ’araba fenice di quest’anno si è aggiu-
dicato il primo premio al carnevale di Nemoli.
Lauria: il nostroLauria: il nostroLauria: il nostroLauria: il nostro CarnevaleCarnevaleCarnevaleCarnevale
I nostri nonni e i nostri genitori festeggiavano il carnevale prendendo una
grande botte (piretto) e la vestivano dandogli l ’aspetto di un uomo . Ogni
persona versava nella botte del vino fino a riempirla. Tutti sedevano intorno
alla botte formando un cerchio, si suonava l ’organetto (mandacetto) si
ballava e si consumavano i dolci che ognuno aveva preparato in casa. I dolci
tipici erano le chiacchiere (frunni i castagna),i cannaricoli, le castagne, i
fichi e le noci. La bevanda era il vino raccolto nella botte. Si trascorreva
così l ’ intera serata. Altri si mascheravano con vestiti vecchi o bucando un
sacco. Nei giorni prima del carnevale giravano per le case suonando il cupi-
cupi (strumento artigianale fatto con un barattolo, pelle di maiale secca e
una cannuccia), che una volta bagnato con l ’acqua produce un suono di
accompagnamento. A Nemoli, da tanti anni il carnevale si festeggia con una
grande sfilata di maschere, viene premiato il carro più bello e nella piazza
viene preparata la polenta che poi si distribuisce a tutti.
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Cucina lucana Cucina lucana Cucina lucana Cucina lucana
Dolci tipici della tradizione dolciaria dei nostri paesi :Dolci tipici della tradizione dolciaria dei nostri paesi :Dolci tipici della tradizione dolciaria dei nostri paesi :Dolci tipici della tradizione dolciaria dei nostri paesi :
I cannaricoli ingredienti: 500g di farina 6 uova 1 bicchiere di olio di oliva 1 pizzico di sale 1 cucchiaio di zucchero impastare e far riposare la pasta per circa 3 ore e poi si tagliano come uno gnocco e si friggono.
L A T E L A
Il nostro laboratorio di cucina A cura di Armentano A.
TRADIZIONI di CARNEVALE
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La LevatriceLa LevatriceLa LevatriceLa Levatrice
Ai tempi delle nostre nonne , normal-
mente, si partoriva in casa con l'assi-
stenza della "mammana" che cercava
in tutti i modi di rispettare le norme
igieniche, servendosi di strumenti
sterilizzati come era possibile farlo a
quei tempi.
La futura mamma era assistita dalla suocera, dalla madre, da vicine di casa, da comari,
ecc.. Quando il parto presentava complicazioni e bisognava scegliere tra la vita del bambino
e quella della madre, i parenti del marito miravano a salvare il bambino; per questo era indi-
spensabile la presenza della madre della partoriente che proteggeva la figlia.
Alcuni bambini morivano durante il parto perché non sempre era possibile assicurare loro
un'assistenza adeguata.
Dopo il parto la madre restava a letto per qualche giorno per favorire il ritorno dell'utero
nella sua posizione fisiologica e affinchè potesse riacquistare tutte le forze necessarie,
per accudire in modo adeguato il neonato.
I familiari e gli amici della puerpera facevano a gara per procurare dei polli con i quali si
preparava un ottimo brodo che la mamma neofita doveva
bere.
Frequenti erano le emorragie o le infezioni gravi come la
febbre o sepsi puerperale che causavano molti decessi,
date le scarse condizioni igieniche e gli impropri inter-
venti sanitari.
L A T E L A
Mestieri d’altri tempi
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L A T E L A
PRANZO DI PASQUA IN AGRITURISMO In occasione della festività di Pasqua ci siamo recati in montagna per il pranzo della vigilia presso l’agriturismo Valsirino a Lagonegro.
Il posto era molto bello e accogliente, con il camino acceso e tanti utensili appesi alle pareti,in rame antico e attrezzi in ferro usati dai contadini.
Abbiamo gustato un antipasto ricco di salumi, formaggi e tante altre cose buone, come fusilli, ravioli e carne alla brace e infine dolci e frutta.
Intorno al ristorante c’erano delle oche che vivevano libere nel campo.
Sebbene non ci fosse il sole, è stata comunque un piacevolissima giornata, trascorsa in compagnia ed in allegria, in un posto bello e confortevole.
Erminia e Anna
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ANGOLO VERDE I LAVORI NELL’ ORTO In q uest o p er iod o sono st at i f at t i lavo r i d i p ulit ura dalle erb acce nel t er reno d ove si f arà la sem ina d i insalat a e sono st at i p reparat i i sem enzai d elle p ian t ine arom at iche com e b asilico , salvia , p rezzem o lo e sed ano . Sono st at e p red ispost e le f io r iere all’ est erno d ella st rut t ura p er i geran i. Sono st at e pulit e le o r t ensie dalle erb acce e p o t at e, ut ilizzand o anche un p o ’ d i concim e nat urale p er f er t ilizzare i l t er reno . All’ in t erno è st at o r innovat o i l t er r iccio d elle p iant e d ’ ap par t am ent o ed anche q ui s è usat o un po ’ d i concim e per f avo r ire una crescit a p iù r igogliosa.
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L A T E L A
TEMPO LIBERO
PER CARNEVALE
Carnalevaro mia, chieno de paglia
Uòje maccarune e carne e craje …. Corne.