Caratteri generici e comuni dei popoli mesopotamici · commerciavano all’infuori dei propri...
Transcript of Caratteri generici e comuni dei popoli mesopotamici · commerciavano all’infuori dei propri...
Caratteri generici e comuni dei popoli mesopotamici
scheda
I - GST 09
sto
© & ® 3.0 – 2015
1. la koinè mesopotamica: tanti popoli, una sola civiltà
2. la strategia assira e l’assirizzazione della regione
3. elementi costanti e problema delle migrazioni
4. elementi di acculturazione
5. religione
a. ruolo centrale della religione b. sacerdoti e potere politico c. importanza del tempio d. sovrano = volontà divina e. politesimo e triade fondamentale An, Enlil e Enk (cielo, terra, acqua) f. bipolarismo e mazdeismo g. creazione e diluvio h. il concetto di colpa e di punizione i. poche divinità femminili
6. palazzi e archivi, città-stato
7. piramide sociale a. re b. sacerdoti c. scribi d. funzionari e. operai e mercanti
f. artigiani g. contadini h. schiavi
8. letteratura e scienza a. legate alla religione b. astronomia e astrologia
i. calendario 12 mesi ii. settimana iii. sessagesimale
c. matematica e geo(metria, grafia) d. musica e. idraulica f. pianificazione urbanistica e territoriale; strade g. tecniche belliche e carro h. diplomazia e politica imperiale i. multietnicità
La scrittura cuneiforme
La scrittura sumera, come poi la successiva scrittura mesopotamica, si basava sull'uso di cunei come simboli
grafici per una semplice ragione: il supporto era formato da tavolette di argilla su cui si imprimevano dei segni
mediante uno stilo appuntito. Quindi il segno era dovuto a pressione ed incisione e non a scorrimento, come
invece accadeva sui papiri. Questo condizionò la nascita dei segni grafici che, a differenza di quegli egizi,
erano fortemente stilizzati e di per se stessi già astratti.
Ben presto anche la tecnica dell’incisione graffita lasciò il posto a quella dell’impressione, che non provocava
sbavature o rilievi, rendendo quindi le tavolette facilmente impilabili.
Però, in questo modo i disegni vennero alterati. Le curve furono sostituite da tratti rettilinei, innescando un
processo di schematizzazione: di conseguenza le figure persero il loro realismo fino a diventare dei simboli
astratti il cui significato non era più legato all’immagine originale.
La mancata sopravvivenza di questa forma di scrittura però si deve all’alto numero di segni, circa 1000 per
parole e sillabe.
I geroglifici egiziani
La teoria classica secondo cui la scrittura sarebbe stata
trasmessa dai Sumeri agli altri popoli oggi è messa in
discussione. Una delle teorie recenti sostiene che la necessità
di comunicare, e di conseguenza la scrittura, sia cresciuta di
pari passo con il generale sviluppo fisico e mentale dell’uomo.
Ecco perché non sarebbe possibile parlare della scrittura come
di una scoperta peculiare di un popolo.
L'origine della scrittura geroglifica fu pressoché
contemporanea a quella cuneiforme, ma a differenza di
quest’ultima mantenne una rappresentazione pittorica dei
simboli. Questo fu probabilmente dovuto al fatto che gli egizi
non usavano argilla come supporto per scrivere, ma papiro,
legno e roccia, come quella delle pareti dei templi. Quella egizia
fu un civiltà molto attenta alla contemplazione della natura e dei suoi fenomeni, visti come espressione della
divinità, che tentarono di evocare anche tramite incisioni sacre, i geroglifici appunto, creati dai sacerdoti
guardiani della tradizione religiosa e politica e incisi su monumentali costruzioni. “ La scrittura geroglifica o
lapidaria manuale non fu solamente uno strumento con il quale redigere o tramandare un testo, ma anche
un elemento estetico complementare al supporto sul quale era redatta.”
A partire dal III millennio a.C., accanto alla tradizione dei geroglifici si sviluppò la scrittura ieratica: i segni
vennero riprodotti su papiro, permettendo una maggiore stilizzazione delle forme. Nel corso del I millennio
a.C. lo stile fu ancor più semplificato, giungendo alla cosiddetta scrittura demotica, che poco aveva ormai in
relazione con i pittogrammi originali.
La scrittura proto-sinaitica e l’alfabeto fenicio
Nella penisola del Sinai gli archeologi rinvennero esempi di una scrittura, chiamata proto-sinaitica (dal luogo
del ritrovamento), impiegata per secoli da gente di basso rango per scrivere brevi iscrizioni. Le scritture
cuneiforme e geroglifica erano piuttosto complesse da imparare, in quanto formate da centinaia di simboli,
quindi riservate ad una casta di specialisti, gli scribi. Dato il numero limitato di segni, questa scrittura
alfabetica poteva invece essere facilmente imparata ed usata da tutti. A differenza della cuneiforme, incisa
su tavolette d'argilla, l'alfabeto sinaitico, e successivamente quello fenicio che proprio da quest’ultimo
deriva, veniva scritto con inchiostro su papiri o legno, ben adattandosi alle necessità di popoli navigatori e
commercianti.
Le prime testimonianze della scrittura fenicia risalgono al XII e all' XI secolo a.C. Molti segni di questa antica
scrittura sono simili a quelli che compongono il nostro attuale alfabeto. In tempi relativamente brevi
l’alfabeto fenicio si ridusse a soli 22 distinti segni fonetici, sostituendo ben presto tutti gli altri sistemi di
scrittura.
Diffusione dell'alfabeto fenicio
La diffusione di molteplici modi di scrivere iniziò a mettere in difficoltà le possibilità di contatto. Mentre in
Asia per lungo tempo questo problema non si fece sentire, probabilmente perché le genti difficilmente
commerciavano all’infuori dei propri confini, ben presto nel Mediterraneo, con il diffondersi della cultura
ellenica, ebbe inizio un processo di unificazione delle scritture.
Data la contiguità tra i due popoli, intorno all'VIII secolo a.C. l’alfabeto fenicio fu trasmesso ai Greci. In una
lingua semitica, come quella fenicia, l'uso delle sole consonanti era quasi sufficiente per interpretare
correttamente un testo: il contesto aiutava a ridurre le ambiguità. Con la lingua greca antica, come in tutte
le lingue indoeuropee, non era invece possibile scrivere usando soltanto le consonanti perché si sarebbe
incorsi in una quantità eccessiva di ambiguità. Posti di fronte a questo problema,i greci adattarono alle loro
esigenze alcune lettere dell'alfabeto fenicio di suono simile a vocali greche, introducendo quindi nell'alfabeto
e nella scrittura l'uso delle vocali. Successivamente, l'alfabeto etrusco, derivato a sua volta da un
adattamento di quello greco (adattamento datato verso il 500 a.C.), passò ai latini che lo modificarono a
loro volta.
L'alfabeto latino venne poi esportato in tutto l'impero romano, ma le regioni orientali mantennero l'uso di
quello greco. Con le grandi scoperte geografiche, l'alfabeto latino dall’Europa fu esportato nelle Americhe
ed in Oceania.
Le altre scritture
Esistono testimonianze di uno sviluppo parallelo di varie altre culture scritte. E’ possibile che tutti questi
popoli subissero l’influenza delle civiltà mesopotamica ed egizia, pur avendo adottato poi proprie espressioni.
I pittogrammi cretesi più antichi, che mostrano fin dall’inizio sostanziali semplificazioni concettuali, risalgono
al 2000 a.C. Pressoché contemporanei sono i pittogrammi ittiti, in Siria: queste iscrizioni, scomparse intorno
al 700 a.C., non giunsero mai allo stadio alfabetico.
Le più antiche tracce di scrittura cinese risalgono invece al 1500 a.C. circa. Nata con funzioni oracolari, era
composta da segni di valore allo stesso tempo semantico e fonetico. Essa ha seguito un'evoluzione simile alle
scritture cuneiforme e geroglifica, senza però raggiungere lo stadio alfabetico, poiché, per essere
riconosciuto, ogni concetto deve essere espresso in combinazione con altri. La quantità minima di caratteri
per comprendere questa scrittura è circa 2400, ma il loro numero complessivo è molto maggiore.
Rispetto a quelle europee, le testimonianze scritte del Nuovo Mondo scoperte finora sono decisamente
inferiori.
Furono le civiltà Azteca e Maya a lasciare esempi di scrittura nella regione dell’attuale Messico. Pur essendo
culture sia geograficamente che cronologicamente vicine, si deduce una grande differenza nei rispettivi
sistemi di scrittura. Gli Aztechi usavano segni figurativi che non raggiunsero mai i livelli di astrazione della
scrittura maya. Ma questo sviluppo autonomo del centro-america fu interrotto dalla conquista dei
colonizzatori.
La scrittura cuneiforme si diffuse in buona parte del Medio Oriente antico e venne usata da molti popoli
diversi quali i sumeri, gli accadi, i babilonesi e gli assiri. La maggior parte di questi popoli parlava lingue
semitiche, ma il sistema cuneiforme venne usato anche da popoli che parlavano lingue indoeuropee, come
gli ittiti. Essa veniva usata anche dagli egizi per comunicare con i principi delle coste orientali del
Mediterraneo. La scrittura cuneiforme durò millenni e venne soppiantata dalla scrittura alfabetica, molto più
facile da imparare e da usare. Tuttavia, la scrittura cuneiforme non scomparve appena la scrittura alfabetica
divenne disponibile, ma resistette molti secoli perché gli scribi la consideravano superiore nell'esprimere le
sfumature del pensiero e della lingua.