Capitolo 3 - UniTrento
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capitolo3 analisi deiRSU
Capitolo 3La miseria è come il leone,
se non la combatti ti mangia.
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capitolo3 analisi deiRSU
3. ANALISI DEI RSU
3.1. Situazione generale nei PVS
Il rapido incrementodella popolazione,accentuatodall'esplosionedemografica
delle grandi città, in concomitanzacon la carenzadi strumenti di raccolta,
trattamento e smaltimento dei rifiuti hanno portato alla luce il già latente problema
dei RSU nei paesi in via di sviluppo. Servizi di raccoltaspessoinesistentio
saltuari e discariche incontrollate situate in quartieri densamenteabitati con
inevitabili conseguenzesulla saluteumanasonotra i frutti della cattivagestione
degli RSU.La quantitàe la composizione(quindi ancheil contenutodi sostanza
organica)varianoin funzionedellecondizionidi vita dellepopolazionichea loro
voltasonocondizionatedall'economia,dal clima edallaculturadel consumodi un
paese.
I rifiuti dei PVSsonocaratterizzatidaun'elevatapercentualedi sostanzaorganica,
quindi da un elevato tasso di umidità e da un Potere Calorifico Inferiore
abbastanzabasso,specialmentenei paesi con un clima subequatorialeumido
come può essere il Mozambico.
Sostanza
organica
Carta
cartone
Vetro Metalli Plastici Cuoio
legno
gomma
Tessili Sassi
pile
paglia
o alto
10-30 25-60 4-12 3-13 2-8 0-8 2-6 0-10
o
medio
20-65 8-30 1-10 1-5 2-6 1-4 2-10 1-30
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capitolo3 analisi deiRSU
o
basso
40-85 1-10 1-10 1-5 1-5 1-5 1-5 1-5
Tab. 3.1: Composizione dei RSU (% peso umido) per paesi a diverso reddito [22].
3.2. Gestione dei RSU nel distretto di Caia
In questocapitoloci si proponedi analizzarequantità,composizionee gestione
dei rifiuti prodotti nella sedeamministrativadel distrettoe di proporresoluzioni
pratiche e sostenibili volte ad un miglioramento delle condizioni umane.
La cittadinadi Caiaè suddivisain 13 quartierie contacirca 40.000abitanti.La
superficieurbana(compresele zoneperiferiche)è di circa 25 km2. Nella tabella
3.2 è riportatala popolazionedi CaiaSedeprima e dopole alluvioni degli ultimi
anni.
Tab. 3.2: Abitanti di Caia Sede suddivisi per quartiere.
* Il reguladodi Marra è statosfollato dalla suasedeoriginaria dopo l'alluvione del 2001 nel
quartiere Amilcar Cabral
** Il notevole aumento della popolazione è dovuto all'arrivo di sfollati da altri reguladi
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Regulado Quartieri Abitanti
Censimento97 ACF 2001
Tangatanga AmilcarCabral,Nhampunga
Nhamomba, Vila,
Mara*
2274
-----------
4183
2042
Zimbawe Chirimba1,DAF**, Maloacamba,
Malumaimbo, Malocotera
13661 18932
Chipuazo Chipuazo 854 3034Gumasanzi Chirimba2** 1466 11658Sumbuleiro Sumbuleiro 2242 1373
Muanalavu Chiruta 517 551Popolazione di Caia Sede 21014 41773
capitolo3 analisi deiRSU
Fig.3.1.: Agglomerato urbano di Caia e relativi quartieri [5].
Comesi può notaredalla Tab.3.2,la popolazionedopo le alluvioni del gennaio-
marzo 2001 è praticamenteraddoppiata.I quartieri periferici come DAF e
Amilcar Cabral hanno risentito di un'urbanizzazioneincontrollata che ha
provocatonon pochi problemi dal punto di vista logistico, dell'istruzione,della
gestionedei rifiuti domestici,dell'approvvigionamentodell'acqua,della salute.
Tali quartieri, infatti, sono stati i primi ad essereinteressatida un progettodi
clorazione dell'acqua dei pozzi.
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Nel quartieredella sedeamministrativasi trovanole 69 casein muraturadovesi
possono trovare le maggiori attività economiche del distretto.
Attraversoun'indaginedirettadelleattività produttive,pubblichee private,è stato
possibilerealizzareun quadrogeneralesulla situazionedei rifiuti nel distrettoed
in particolare nella "Vila de Caia".
Le maggiori attività individuate comeproduttrici di rifiuti sono:quattro bar, 3
negozi, il mercatodell'abbigliamento,il mercatocentralee l'ospedale.Questi
esercizi sono stati intervistati e i dati raccolti verrannodiscussinei prossimi
paragrafi.
Nell'analisi è statapurecaratterizzatala produzionefamiliare dal puntodi vista
quali-quantitativo del rifiuto domestico.
L'unicoserviziodi raccoltadegli RSUè statoistituito dal consiglioesecutivodell'
amministrazionelocalee riguardala pulizia del mercatocentrale.Tale servizioè
costituitoda dueoperatorichegiornalmente, alle 4:30 del mattino,raccolgonoi
prodotti di scartoaccumulatidai commerciantiduranteil giorno precedentee
provvedonoalla loro eliminazione.Si puòdirechela gestionedei rifiuti dellacittà
sia inesistentenonostantela produzionedi RSUsia in continuacrescita.Inoltre la
costruzionedella stradache nel 2005collegheràil sud del paese(in particolare
Maputo) con il centro-nord,che passerànelle vicinanzedi Caia, si presuppone
contribuirà in maniera notevole all'aumentodi tale crescita.Nei sopraluoghi
effettuati si sono notati altri problemi dal punto di vista igienico-sanitarioin
particolarela situazionedei rifiuti ospedalierie la massicciapresenzasul territorio
di innumerevoli borse di plastica e rifiuti pericolosi come pile.
Fig.3.2: Rifiuti per le strade di Caia [20].
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3.3. Gestione familiare dei RSU
La quantità prodotta di rifiuti domestici varia in generale,come è logico
attendersi,a secondadell'economiadel paese.AncheneiPVSè applicabilequesto
principio con l'aggiuntache ci possonoesseredelle variazioni in funzionedelle
condizioni di vita dei produttori di rifiuti. Tale fenomenoè tanto più evidente
quantopiù ci si avvicinaalla realtàurbanapartendodallarealtàrurale.Nonostante
il distrettodi Caiasiaun chiaroesempiodi unasituazioneruraleè statopossibile,
comevedremo,arrivaread una confermain modo abbastanzachiaro di quanto
appena detto.
Al fine di arrivarealla caratterizzazionee alla determinazionedi unaproduzione
specifica di rifiuti solidi domestici è stato chiesto a tre famiglie di diversa
estrazionesociale(perottenerela massimaattendibilitàdei risultati) di conservare
in due bacinelle i rifiuti tipici di una giornata; stimolandocosì una sorta di
differenziazione del rifiuto organico dal resto (allegato F).
Fig. 3.3: Bacinelle di raccolta [20].
.
Hanno collaborato: la famiglia del signor Carlos Bola, la famiglia del signor
Salomone e la famiglia del signor Lucas Jackson con un diverso tenore di vita.
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La famiglia del signor Carlos Bola è costituita da 10 persone(4 adulti e 6
bambini)chevivono in unacapannanel quartiereMalocotera,un quartieresenza
case in muratura.
Il signorSalomoneè il rappresentantedi unafamiglia con8 componenti(2 adulti
e 6 bambini), essopossiedeuna delle rarissimecasein muraturanel quartiere
Amilcar Cabral ed è il gestore di un mulino.
LucasJacksonvive con altre 4 persone(tutti adulti) in una casain muraturain
Caiasedeove lavoraper l'UNOPScomeresponsabiledel distrettodi Caiaper il
progetto PDHL.
Di seguitovengonoriportati nelle tabellei dati ottenutinell’arco della settimana
di analisiindicandoconA, B, C le diversefamiglie rispettivamenteconun reddito
basso, medio, alto:
Fam. A:
[g] ve-sa-do lu-ma me-gi peso tot. frazione %organico 2705 1045 1155 4905 50.65plastica 10 5 10 0.15carta/oneTessileLegno 1000 100 3655 4755 49.1gommametallo 10 10 0.1parziali 3715 1160 4810
Tab. 3.3: Dati relativi alla produzione di rifiuti della fam. A.
Frazioni rifiuti Fam. A
0,15 plastica
49,1 legno
0,1 metallo
50,65 organico
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Grafico 3.1: Frazione rifiuti Fam. A.
Fam. B:
[g] ve-sa-do lu-ma me-gi peso tot. frazione %organico 3535 2630 2525 8690 40.24plastica 35 20 55 0.25carta/one 35 50 80 165 0.76tessilelegno 4175 4095 4415 12685 58.75gommametalloparziali 7745 6810 7040
Tab. 3.4: Dati relativi alla produzione di rifiuti della fam. B.
Frazioni rifiuti Fam. B
58,75legno
40,24organico
0,25plastica
0,76carta
Grafico 3.2: Frazione rifiuti Fam. B.
Fam. C:
[g] venerd
ì
sabat
o
dom
.
luned
ì
marted
ì
mer
.
gioved
ì
peso
tot.
frazione
%organico 4330 4860 310 2445 560 80 780 1336
5
77.34
plastica 30 205 5 50 5 295 1.7carta/on
e
25 40 195 130 20 30 440 2.55
tessilelegno 200 1865 395 2460 14.24
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gommametallo 95 150 225 210 15 25 720 4.17parziali 4680 5255 540 2900 2575 495 835
Tab. 3.5: Dati relativi alla produzione di rifiuti della fam. C.
Grafico 3.3: Frazione rifiuti Fam. C.
Si può notarecomeaumentandoil tenoredi vita, la produzionegiornalierapro
capite aumenti:
Famiglia Produz. [kg/ab/d]A 0.15B 0.38C 0.5
Tab. 3.6: Produzione giornaliera pro capite
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Allo statoattualedellecosei rifiuti vengonogettatiin fosseo accumulatia pochi
metri dalle abitazioni in attesa di essere bruciati.
Considerandoche la popolazionecon reddito bassoè circa il 50%, a reddito
medio il 40% e ad alto reddito il 10% si può stimare la produzionemedia
giornaliera di rifiuti pro capite in 0.285 kg/ab/d.
Fig. 3.4: Cumuli fuori dalle case [20],
I dati ottenuti risultanoattendibili seconfrontaticon quelli di alcunegrandicittà
dell'Africa Subsahriana [22]:
Città (Paese) Produz.(Kg/ab/d)
Lomè (Togo) 0.88
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Sasha ibadan (Nigeria) 0.43
Dakar (Senegal) 0.66
Cotonou (Benin) 0.60
Ouagadougou (Burkina Faso) 0.62
Porto-Novo (Benin) 0.42
Caia (Mozambico) 0.29
Tab. 3.7: Produzione giornaliera pro capite di realtà urbane in Africa [22].
3.3.1. Proposte
La totalitàdelle famiglie gettai rifiuti prodottiall'internodi un bucoscavatopoco
lontano da casa dandogli poi fuoco.
Si vuole tentaredi ovviare a questasituazioneintroducendo,dovepossibile,un
compostaggiodi tipo familiare con lo scopo di gestirecorrettamentela quasi
totalità dei rifiuti e allo stesso tempo produrre ammendante per i campi coltivati.
Il primo problemachesi poneè quello di procurarsiun contenitoreadattoa far
partire il processodi compostaggio.Per questosi è decisodi tentaredue vie:
utilizzare sia un contenitoreper petrolio di circa 200 l di capacità,di forma
cilindrica,siaun box in legnocostruitocondei rami di almeno10 cm di spessore
conunacapacitàdi 1 m3 (per la ventilazionedel sistemavederepaginaseguente).
Il compostaggio in cumulo è altamente sconsigliato.
Il primo ha il vantaggio di essereforse più funzionale in quanto protetto
dall'eventualepresenzasia di animali domestici,capre,galline,caprettie maiali
maanchedaratti e serpentiedè facilmentericopribile con un coperchio.L'unico
svantaggio non indifferente è quello di esserecostruito in ferro e quindi
attaccabile dagli agenti ossidanti.
Il secondoha il vantaggiodi esserefacilmentecostruibileda tutte le famiglie con
materialerecuperabilein loco maallo stessotemponon è protettodalla presenza
di animali e la coperturadello stessoper regolareil contenutodi umidità risulta
complessa.
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Fig. 3.5: Modelli di composter [23].
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L'ideale sarebbe un contenitore in plastica di almeno 80 l con chiusura a coperchio
e a forma di tronco di cono rovesciato.Tale contenitore; viste le elevate
temperatura sia
estivecheinvernali,andrebbecomunquepostoin un sito ombreggiatosoprattutto
per garantire una giusta temperatura alla micro e macro fauna agente nel processo.
Fondamentaleper la riuscitadel processoè unabuonaaerazionedel contenitore.
Ciò si può ottenereproducendoun effetto camino all'interno del contenitore
tramiteil posizionamentodi un tuboverticale,foratolongitudinalmente,collegato
ad altri sul fondo in manieratale da aspirarearia e farla fuoriuscirenella parte
centraledel contenitoredove si trova l'organicopiù umido e compattato(i tubi
sonoreperibili sia nella carpenteriadi Caia sia nella città di Beira). Con questa
soluzione,nel primo caso, si può ancheovviare al problemadell'umidità in
eccessoinclinando il contenitoree utilizzando uno dei tubi d'aerazionecome
scarico dell'acqua in eccesso.
Il fondodel contenitoredovràpermetterelo scambiotra micro e macroorganismi
del terreno,in particolarelombrichi, con il compost.A tale propositosaràutile
posizionareil box in legnosu un terrenosmossomentreper il bidonesaràutile
forare il fondo.
L'organicoe il legno sono i rifiuti maggiormenteprodotti dalla popolazionein
media il 97%. I rifiuti organici si dividono in resti di frutta (mango,papaya,
banane),verdura(fagioli, pomodori,patate),ossadi animali (capretto,gallina e
pesce) e riso.
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Per quanto riguarda la frazione seccaquestaè compostaprevalentementeda
materiale di piccole dimensioni: fogliame e ramoscelli.
Comesi puòvederedaquestabrevedescrizione,i presuppostie gli ingredientiper
un buon compostaggio sono tutti presenti.
Per garantireun buon innestosarebbeutile creareun primo strato di materiale
secco,con il doppio vantaggiodi permettereuna più efficace aerazionegrazie
all'elevatoindice di vuoti e unabuonacapacitàdi assorbirel'umidità in eccesso
del materialeorganico.Un secondostratodi materialedi sottoboscoper evitare
l'intasamento del primo strato e permettere il ricircolo dell'aria.
Altri parametri,dipendentil'uno dall'altro, da prenderein considerazionesonoil
rapporto carbonio-azoto,l'umidità ed il pH. Il rapporto C/N dovrebbeessere
compresotra i valori di 30 e 35, qualora il rapporto sia sbilanciatoverso il
carboniosi allungherebberoi tempidi stabilizzazionedellamateriaorganica,seal
contrarioè l'azoto a prevaleresul carboniosi ha uno sviluppo di cattivi odori
causatidallavolatilizzazionedell'ammoniaca.Si puòfareriferimentoalleseguenti
tabelle per un corretto miscelamento.
rifiuto C/N N (%)
cascami d pollo 6.0 3.7
ossa 12 2.5
ossa e pelli 10 -
interiora 10 -
scarti di polli 10 -
scarti di pesce 14 -
deiezioni ovini 5.7 3.1
scarti orticoli 13 -
rifiuti di cucina 12-20 2.0-3.4
foglie e steli di leguminose 24 2.0
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Tab. 3.8: Scarti ricchi di azoto [23].
Tab. 3.9: Scarti ricchi di carbonio [23].
Un'eccessivaumidità è sintomodi un rapportoC/N spostatoversol'azoto. Allo
stessomodo,vistanel distrettol'alternanzadi unastagioneseccae di unastagione
rifiuto C/N N (%)segatura in genere 80-230 0.6-1.0pula di riso 87-137 0.1-0.5
paglia in genere 55-125 0.4-0.7
foglie in genere 27-92 0.5-1.2
cotone 38-74 0.6-1.1
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umida,si proponedi conservarein luogoasciuttoalcunedecinedi chilogrammidi
materiale secco per abbassare il grado di umidità durante la stagione delle piogge.
Perregolareil pH, chedovrebberimanerenellaneutralità(pH=7), il carbonatodi
calcio,reperibilein guscidi uovae ossasminuzzate,è fondamentaleper ottenere
un effettotampone.Un processobenavviatopuòdarebuonirisultati dopocirca5
mesi, ottenendocosì dei risultati all'interno della stagioneseccatrascurandoi
problemi di gestione durante la stagione delle piogge.
Il prodotto finito saràutile comeammendanteorganicosia per la concimazione
del fondodell'ortosiaper la crescitadi alberie speciefrutticole distribuendolosul
terrenoconunospessoredi 2-3cm.Infine potràveniremescolatocondellacenere
di legna per migliorarne le qualità nutritive.
La buonariuscita del programmadi compostaggiodomesticoe il conseguente
recepimentoda parte della popolazionesia del metodo sia della problematica
dello smaltimentodel rifiuto organico,potrebbegiustificare la creazionedi un
mini impiantodi compostaggioper i rifiuti del mercato,a rivoltamentomanuale
viste le basse quantità di rifiuto da smaltire.
3.4. Mercato e attività pubbliche
3.4.1. Bar e negozi
Attraversounaseriedi domandestandard(l'intervista tipo è riportatain allegato
G) si è potuti risalire alle quantità di rifiuti prodotti dalle attività pubbliche.
Innanzituttotra tutte le indaginieffettuate,l'unicanotapositivariscontrataè stato
il fatto che tutte le bottiglie di vetro sono a rendere,è uso comuneinfatti in
Mozambico(comein gran partedell'Africa) da parte dei produttori di bevande
riutilizzare le bottiglie. L'utilizzo di bottiglie in vetro è comunquepreferitoalle
lattine in quanto il costo della bevanda è inferiore. Nonostante ciò,
quotidianamentein mediain tutti i barvengonovendutedalle30 alle 70 lattine,le
quali essendovuotoa perderevengonogettateo riutilizzateperessereriempitedi
petrolio. Per quanto riguarda gli imballaggi sono costituiti da contenitori di
cartonee plasticaper le lattine. In generalesi ha l'abitudinedi venderei vari
prodotti sciolti quindi senzaconfezione.Saltuariamentei bar offrono ancheun
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serviziodi ristorazionee comunquela produzionedi rifiuto organiconon supera
la produzionegiornalieradi unafamiglia. Infine si è notatocomesiairrilevantese
non nulla la presenza di rifiuti ingombranti.
Confrontandocon la produzionedomestica,oltre alle solite categoriedi rifiuti
riscontrate, spiccano come quantità la carta, il cartone, plastica e metalli
prevalentementesotto forma di contenitori e imballaggi dei prodotti venduti
appuntoal dettaglio. Quantitativamentesi può fare riferimento al negozio-bar
indiano che giornalmente produce circa 40 kg di rifiuti così suddivisi:
• plastica 40 %;
• carta/cartone 30 %;
• metalli 30 %.
Abitualmente i rifiuti vengono anche in questo caso stoccati in buche nel
retrobottega e bruciati ogni qualvolta la fossa si riempie.
3.4.2. Mercato
Il mercatoè costituitoda circa 30 bancarellechevendonosiaprodotti alimentari,
che prodotti per la casa, biciclette e pile.
Fig. 3.6: Immagini del mercato [20].
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capitolo3 analisi deiRSU
Due addetti comunali si preoccupanodi ripulire giornalmente,alla mattina,
l’intera areadel mercatocirca 0.05 km2. Anche in questocasoi rifiuti vengono
smaltiti per mezzo di grandi buche scavatemanualmentedi forma cilindrica:
profonde 2,5 m e di diametro non inferiore a 1,5 m.
Fig. 3.7: Buche per lo smaltimento dei rifiuti al mercato [20].
Taleluogodi raccoltaè situatoalle spalledel mercatostessoe si estendepercirca
0.5km2, destinatoadaumentareulteriormentenel tempo.I rifiuti vengonosmaltiti
mediantecombustioneincontrollataall’interno di tali buche.Mediamentesi ha
unaproduzionesettimanaledi rifiuto noncompattatopari a 4.5m3 cheequivaleal
volumedi una bucastandard.Una volta che la bucanon è più utilizzabile la si
ricopre con della sabbia.
Raccogliendo5 campionidi rifiuto del pesodi 5 kg da diversebucheabbiamo
rilevato le seguenti frazioni presenti in discarica:
• plastica 35%;
• carta/cartone 30%;
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capitolo3 analisi deiRSU
• organico/legno 20%;
• alluminio/vetro 10%;
• tessuti 5%.
Parallelamenteal mercatogeneraleè attivo un mercatodell’abbigliamentoche
comprendesia bancarelledi vestiti chedi sarti e calzolai.Qui vengonoprodotti
circa25 kg di scartitessilichecomenel mercatoprincipalevengonobruciatinelle
vicinanze.
3.4.3. Proposte
E’ evidenteche la soluzionefinora adottataper smaltire i rifiuti, prodotti nel
mercato,non è ottimale.Innanzituttole buchesonoaccessibilia tutti, compresii
bambini, in secondoluogo bruciare i rifiuti nelle vicinanzedelle bancarelleè
pericoloso,infine durantela stagionedelle pioggela falda potrebbeinteressare,
comevedremo,le fosseadibite alla raccoltadei rifiuti con chiareconseguenze
igienico-sanitarie.
Da uno studio fatto da “Action contrela faim” [5] risulta che nei dintorni della
cittadinadi Caia la falda si trova ad unaprofonditàtra i 2 e i 5 metri, è quindi
lecito preoccuparsiperun eventualeinquinamentodella falda soprattuttodurante
la stagionedelle piogge quando il livello dell’acqua sotterranearaggiungerà
sicuramente la profondità delle buche che è di 2,5 metri.
Per ovviare a quest’ultimo problemasi è pensatoad una pseudo-discaricain
rilevato. In rilevato perchéin presenzadi falde superficiali è l’unico tipo di
discaricarealizzabile.Pseudo-discaricaperchénonè possibileparlaredi discarica
controllata nelle condizioni socio-ambientali in cui si vuole operare.
Il sistemabarriera di fondo potrebbeesserecostituito dal terreno in sito più
un'impermeabilizzazionenaturaledi argilla chenella zonaè di facile reperibilità,
come è possibile vedere nella mappa seguente.
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capitolo3 analisi deiRSU
Fig. 3.8: Mappa geologica del distretto [5]
La discaricanonè standardancheperchénonsi prevedeun sistemadi raccoltadel
percolatoed il sistemadi drenaggioè di difficile realizzazioneper la carenzadi
ghiaianella zona.A questopuntoci si ponela domandasu dovelocalizzaretale
discarica.Perminimizzarel’impatto socialee non sconvolgerele abitudini degli
autoctoniil luogo più adatto in cui ubicare la discaricapotrebbeesserel’area
dietro il mercatodove già si depositanole immondizie, ma bisognatenerein
considerazioneil fatto che l’area è disseminatadi buchee non si conosconole
caratteristiche portanti del terreno.
La difficoltà di far arrivaremacchinarie materiali nella “Vila de Caia” è ormai
nota,masupponendodi poterdisporredi unaruspagommatae di materialeedile
si puòpensaredi farequalcheragionamentoin più, ricordandoanchechedal2005
ci sarà una nuova strada di collegamento con Maputo.
Se con una ruspasi volessetentaredi bonificare il terrenodietro il mercato,
supponendochela bennacontenga1 m3 di terreno,chetaleterrenovengaspostato
in un minuto e che il volumeda smottaresia di 1000000m3 (una superficiedi
500000m2 perunaprofonditàdi circa2 m) si concludecheperspostareil terreno
dabonificaresarebberonecessaripiù di dueannidi lavoroininterrotto,oppurepiù
di 5 anni con i canoni lavorativi occidentali cioè lavorando 8 ore al giorno.
Sabbia di origine fluviale
Sabbia di origine allluvionale
Argilla e sabbia
Argilla e sabbia di origine fluviale
Arenaria di Sena fratturato
Arenaria di Sena
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capitolo3 analisi deiRSU
Talebonificasarebbestatapiù efficientesele buchefosserostateconcentratesolo
in alcunezonepiuttostoche disseminatein ordine sparso,in tale casoil terreno
coinvolto nello smottamento sarebbe stato decisamente inferiore.
Con l’ipotesi, già avanzata,di avereun mezzomeccanicoa disposizionesi può
prenderein seria considerazionela formazionedi percolatodalla discaricae
quindi il conseguente trattamento e smaltimento.
E’ possibilequantificareil percolatoconil bilancioidrologicodelladiscaricache,
espressocomenella formula 3.1., potrebbefornire la produzionedi tali liquidi L
in funzione delle seguenti variabili:
• W = contenuto d’acqua originario nei rifiuti
• B = acqua prodotta dai processi biochimici
• P = precipitazioni
• S = acqua di infiltrazione
• E = evotraspirazione
• G = vapore acqueo dei gas
• V = acqua di ruscellamento che non si infiltra nei rifiuti
W�
B�
P�
S � E�
G�
L�
V (3.1)
Non essendoa conoscenzadi tutti i parametripresentinel bilancio,verràadottato
un metodo più empirico in funzione solamente delle precipitazioni [24].
Osservazionisu discaricheesistentidimostranocomela percentualemaggioredi
percolatoprodottosia legataal valoredelle precipitazioninella misuramediadel
17%:percentualidi percolatoinferiori al 10%rispettoal totaledelleprecipitazioni
annuesi riferisconoa discaricherelativamentegiovani,mentrevalori superiorial
25% si riferiscono a discariche in attività da diversi anni.
Detto ciò, con una precipitazionedi 900 mm/annoper, si è potuto stimareuna
produzione di percolato variabile tra 1,4 l/s e 3,56 l/s.
80
capitolo3 analisi deiRSU
Grafico 3.4: Sensibile aumento di produzione di percolato in un discarica in attività [24].
Grafico 3.5: Confronto tra i valori di precipitazione e di percolato prodotto [24].
81
capitolo3 analisi deiRSU
A questopunto si potrebbeipotizzareuno scenarioche minimizzi l’area della
discarica.Considerandol’apporto annualedi RSU pari 234 m3 (4,5 m3 alla
settimana),il rifiuto annuo potrebbevenire distribuito su un’area di 468 m2
interrataper mezzometro. Ipotizzandol’utilizzo della discaricaper 20 anni, con
un apportodi RSUcostante,la superficietotalecheverrebbeadoccuparela zona
di stoccaggiosarebbedi 9630m2. La produzionedi percolatopasserebbecosì a
0,001336l/sm2 per una discaricadi un anno,e a 0,066 l/sm2 per una discarica
dopo 20 anni.
Talepercolato,purenonessendoparticolarmenteaggressivoper la bassapresenza
di rifiuto organicoe metallico ( presupponendoche si differenzia a monte per
compostare), dovràesserein ogni caso“filtrato” prima di diffondersitotalmente
nel terreno.
Il sistemadi percolazionee dispersionein terreninaturali si servedelle capacità
depurativedel terrenoper produrreun effluenteche può liberamentedisperdersi
nel sottosuolosenzadeterminarefenomenidi inquinamento;trinceee letti di sub-
irrigazione o pozzi assorbenti sono le due modalità per ottenere la dispersione.
Per perseguireciò, il terreno esercitasui liquami azioni fisiche (filtrazione e
assorbimento), chimiche (precipitazione e scambio ionico) e biologiche
(nitrificazione e denitrificazione).
Adotteremolo smaltimentodei liquami per sub-irrigazione,in quanto questo
metodo richiede meno accorgimenti tecnologici. Operativamentevengono
interrate delle tubazioni disperdenti (diametro 100-150 mm) in trincee
precedentementepreparateprofondealmeno60 cm e larghetra i 60 e 90 cm,
ricordandosi,nella posa,di realizzareattornoalle tubazioniuno stratodi ghiaia
grossolana(vedi figura 3.9). La pendenzadelle tubazionidovràesserecompresa
tra lo 0.2 e 0.5%. Durante lo scavosi deve fare attenzionea non alterarele
caratteristichedel terrenoe nel rinterro ricordarsi di prevedereun marginedi
sicurezzadi 10-15 cm per compensareeventualiassestamenti.Per evitareche il
terrenodi riempimentointasi lo stratodi pietriscosarebbenecessariounostratodi
tessuto-nontessuto,ed in mancanzadi ciò (come probabilmentesarà)possono
andare benissimo fogli di carta da imballo.
82
capitolo3 analisi deiRSU
Tipo di terreno velocità di percolazione
[cm/min]
Carico idraulico superf.
[l/m2d]Ghiaia,sabbia grossolana <0.4 Non adattaSabbia 0.4-2.0 48Sabbia fine, sabbia marnosa 2.1-6.0 32Marna sabbiosa, marna 6.1-12.0 24Marna limosa porosa 12.1-24.0 18Marna limoso-argillosa 24.1-48.0 8Argilla >48.0 Non adatta
Tab.3.10: Carichi idraulici superficiali applicabili ai dispositivi di dispersione nel terreno [25]
Previala determinazionedellecaratteristichedel terrenoe del suocaricoidraulico
(C=32l/m2d) [25] è statopossibile,supponendola discaricain attività da alcuni,
determinare la superficie necessaria alla dispersione del percolato prodotto:S � 25P � A
�C � 365 �
� 25 � 900�100 � 500000
�32 � 365 � 9631m
2 �1ha
(3.2)
dove:
• P=precipitazione [mm/anno m2];
• A=superficie discarica [m2];
• C=carico idraulico [l/m2d].
L’ipotesi fatta precedentementedi minimizzarel’area di stoccaggioporterebbe
vantaggianchedal lato della dispersionenel terrenodel percolato,infatti l’area
necessariaalla dispersionerisulterebbedi 4 m2 perunadiscaricadi un anno,e di
122 m2 per una discarica di 20 anni.
Le trinceedi sub-irrigazionepossonoaverecondottedisperdentisu una fila, su
una fila con ramificazioni o su più file parallele.Essedevonoesseredisposte
Fig.3.9: trincea per la sub-
irrigazione del terreno. Legenda:
1.tubazionedisperdente;2. ghiaia;
3. terreno di rinterro; 4. terreno
naturale;5. coperturaa protezione
dei giunti; 6. fogli di carta da
imballo; 7. terrenoriportareper gli
assestamenti [25].
83
capitolo3 analisi deiRSU
lungo le curvedi livello e possibilmenteperpendicolarmentealle linee di flusso
della falda.Ogni linea non deveesserepiù lungadi 30 m e distanziatada quella
adiacentealmeno2 volte lo spessoredello stratodi ghiaia,perevitareil reciproco
disturbo.
Questasoluzionerisulterebbeparticolarmentefavorevole nella stagionesecca,
quandola falda raggiungei livelli minimi. Infatti le prestazionidi trattamentidi
dispersionenel terrenodipendonodalla composizionedegli scarichi,dei carichi
idraulici applicati e dal tipo di terreno,ma soprattuttodallo spessoredella zona
insatura che è quella in cui si realizzano i più consistenti meccanismidi
attenuazione.Se tale spessoreè superiorea 1 - 2 m si può considerareche la
concentrazionedi BOD, solidi sospesi,azotoammoniacale,fosforo totale,batteri
patogeni e virus sia trascurabile se non nulla.
Nella prossimamissioneverrannoraccolti ulteriori dati, peraffrontarein maniera
più approfonditail problemadella potenzialecontaminazionedella falda e il
conseguente inquinamento delle acque dei pozzi di Vila de Caia.
3.5. Rifiuti speciali
3.5.1. Rifiuti ospedalieri
Dai sopralluoghieffettuatila situazioneospedalieraè risultatala più problematica
siadal puntodi vista igenico-sanitariosiaperla gestionedei rifiuti. L’ospedaleha
una media di 90 pazienti giornalieri, divisi tra i reparti di maternità,malattie
infettive e pronto soccorso;è inoltre attivo un laboratoriod’analisi, dovevengo
effettuateanchele vaccinazioni,checontribuisceconsiringhe,barattolidi plastica
e vetro, lamette,cotone,carta-cartonee plasticaall’accumulodi rifiuti pericolosi.
L’ospedaledisponedi un gruppoelettrogenoindipendenteattivo a secondadella
disponibilità di gasolio.
Nel repartomaternitàavvengonomediamente10 parti giornalieri. Le placente
vengonogettatein una fossadi 2 m di larghezza,4 m di lunghezzae 2 m di
profonditàe conservatesenzanessuntipo di trattamentoo disinfezione.Questo
contenitore,costruitointeramentein cemento5 anni fa, nonè mai statosvuotato.
84
capitolo3 analisi deiRSU
Le bendevengonodate per tradizionealle giovani madri che provvederannoa
sotterrarlenei dintorni delle proprie abitazioni.L'ospedaleè dotato di un mini
impiantodi incenerimentocheattualmentenonè in funzione,il caminoè alto 2.5
m e largo 0.3 m.
Tutti i rifiuti compresiquelli delle vaccinazionivengonogettatinel box interrato
(vedi Fig. 3.9)di 8 m3 di volume.Questovieneriempitoduevolte al mesee rifiuti
vengonoincendiati in manieraincontrollata.Dai sopralluoghieffettuati si sono
potute stimare le seguenti categorie di rifiuti:
• plastica 25%;
• cotone 15%;
• vetro 10%;
• siringhe 5%;
• Carta/cartone 25%;
• Bende 20%. Grafico 3.4: Rifiuti ospedalieri Caia
Rifiuti ospedalieri Caiaplastica
cotone
vetro
siringhe
carta/one
bende
Fig.3.9: Inceneritore dell'ospedale di Caia e fossa
per il deposito delle placente [20].
85
capitolo3 analisi deiRSU
Non sonopresentirifiuti di tipo organicoin quantol'ospedalenonè dotatodi una
cucina.
Come si può vedere dalla Fig.3.9, l'inceneritore è a circa 15 m dal pozzo
dell'ospedaleche captal'acquaa 8 m di profondità,con un notevolerischio di
inquinamento della falda.
3.5.2. Proposte
Come mostra la tabella 3.11 [26], si può vedere come la produzione di rifiuti sia
simile a quella degli ospedali dei paesi sviluppati delle stesse dimensioni:
Capienza ospedali rifiuti totali in kg/ per PL
giornoValori medi Oscillazioni
oltre 1000 4 3-5da 301 a 500 3 2.5-4.5meno di 300 2 1.8-2.2Caia (90) 1.2
Tab 3.11: produzione di rifiuti ospedalieri totali in funzione della capienza ospedaliera [26].
Si può escludere a priori una separazione dei rifiuti assimilabili a quelli urbani
anche se questi non richiedono particolare attenzione da un punto di vista della
prevenzione delle infezioni, vista l'assenza di una rete di smaltimento locale e
l'inesistenza di adeguati mezzi di trasporto.
Nel nostro caso possono venir considerati rifiuti nocivi:
• i rifiuti di vetro contaminati;
• disinfettanti;
• acidi;
• residui contenenti mercurio;
• materiale tessile infetto (bende);
• medicinali scaduti.
86
capitolo3 analisi deiRSU
Allo statoattuale,processidi disinfezione,per i costiproibitivi, per il reperimento
degli agenti chimici disinfettanti e la sterilizzazione,per l'utilizzo di grandi
quantitàdi energia,sembranoinaccessibiliviste le condizionidell'interodistretto
(assenza di una rete elettrica e vie di comunicazione molto dissestate).
L'incenerimentosembra la via più pratica e sostenibile,valutando in prima
approsimazioneattentamenteil contenutodi diossineemessedai fumi e la loro
diffusione, per poterne permettere una giusta collocazione. In generale
l'incenerimento permette [26]:
• notevole riduzione del volume e del peso dei rifiuti;
• eliminazione,quandocorrettamentecondotto,di microrganismipatogenie
di tutta la componente organica putrescibile dei rifiuti;
• distruzionedel materialedi partenza,talepercui nonneè più distinguibile
l'appartenenza;
• possibilità di recupero energetico.
Si devecomunquetenerpresenteil fatto stessocheun forno di questedimensioni,
in questecondizioni, con una simile quantitàdi rifiuti, rendemeno regolari e
ottimali le condizioni di combustione.
Alcuni accorgimenti pratici:
• i rifiuti ospedalierihannoun poterecalorifico di norma più elevato
rispettoai normali RSU comeviene di seguitoriportato nella tabella
3.12.
Componenti % P.C.I. P.C.I. tal qualeCal/kg Cal/kg
Residui plastici, materiale monouso, gomma30 6000 1800
Carta, mat. monouso, fazzoletti 25 3500 875
Residui medicazione, tessili 20 2000 400
Residui patologici inclusi tessuti 15 1000 150
Incombustibile 10 - -100
87
capitolo3 analisi deiRSU
Totale 100 3125
Tab. 3.12: Composizione del potere calorifico del rifiuto ospedaliero tal quale di Caia.
L' assenzapoi di resti di cucina e più in generaledi rifiuti organici aumenta
notevolmente il potere calorifico.
Seguendola letteratura,in mediasi può ritenereil poterecalorifico inferiore del
rifiuto speciale ospedaliero sia dell'ordine di 3500 - 4000 kcal/kg di rifiuto [26].
Si sonocomunqueeffettuatidei calcoli menogrossolanirispettoalla tabella3.13,
riconsiderando il rifiuto suddiviso come nel Graf. 3.4 (vedi allegato H).
Inoltre, dalla letteratura [25], è stato possibile attribuire l’umidità relativa a
ciascunafrazione.Da cui si sonodesuntetutte le grandezzedellaseguentetabella
tramiteun foglio elettronico,e quindi la percentualedi umidità totaledel rifiuto
ospedaliero che risulta essere pari a circa il 9%.
Rifiuti % Umidità Umid.Rel.%pesoUmid. %Fraz.Sec.%Peso Sec.
Plastica 25 0.2 0.05 0.86 0.86 0.94Cotone 15 5 0.75 12.93 12.28 13.48Vetro 10 2 0.2 3.45 3.38 3.71Siringhe 5 5 0.25 4.31 4.09 4.49Carta/Cartone 25 10.2 2.55 43.97 39.48 43.32Bende 20 10 2 34.48 31.03 34.05
Tab. 3.13: Percentuali di peso secco e peso umido calcolate per determinare i Poteri Calorifici.
Rifiuti C H O S N ceneriPlastica 60 7.2 22.8 0 0 10Cotone 48 6.4 40 0.2 2.2 3.2Vetro 0.5 0.1 0.4 0 0.1 98.9Siringhe 60 7.2 22.8 0 0 10Carta/Cartone 43.4 5.8 44.3 0.2 0.3 6Bende 48 6.4 40 0.2 2.2 3.2
Tab. 3.14: Percentuali in peso degli elementi chimici presenti nelle singole frazioni.
88
capitolo3 analisi deiRSU
Dalla tabellasopraindicataè statopossibileottenerela percentualedi volatile e la
percentualidi residuo,rispettivamentedi 82,47%e 17,53%.Si è proseguitopoi
determinandole percentualidei principali elementi chimici da inserire nella
formula di Dulong (3.3) per la determinazionedel PotereCalorifico Superiore
(PCS):
• C = 55%;
• H = 8%;
• O = 36%;
• S = 1%.
PCS � 7895 � C�
35407 � H�
O/8�
2225 � S � 5603kcal�kgSV (
3.3)
Non è superfluo ricordare che il PCS esprime le calorie sviluppate dalla
combustionecompletadel rifiuto secco,considerandoallo statoliquido l’acquadi
reazione.Il Potere Calorifico Inferiore (PCI) si ottiene sottraendoal Potere
Calorifico della frazioneumidail caloreper far evaporarel’acquadell’umidità ed
il calore per far evaporare l’acqua di reazione:
PCI � 4211 � 53 � 32 � 4126kcal � kgrifiuto (
3.4)
Si può notarecome il PCI sia ulteriormenteaumentatorispetto ai dati di Tab.
3.12,questorisultatoaccentuacomunqueil fatto di unabuonapredisposizionedi
questotipo di rifiuto all’incenerimento,visto che il PCI minimo richiesto per
l’autocombustione è di circa 800 kcal/kg [27].
Si è poi ipotizzataunatemperaturadei fumi in combustionedi 500°C, in uscitadi
250 °C e un rendimentodel forno del 30%; questoha portato ad ottenereun
eccesso d’aria del 42%.
Ipotizzando ancora che la frazione merceologicasia compostada: carbonio,
idrogeno, ossigeno e zolfo e che avvenga una combustione perfetta:
C + O2 --> CO2
H2 + 0,5*O2 --> H2O
S + O2 --> SO2
il fabbisogno teorico d’aria è dato da 4.3 m3aria/ kg RSU (vedi allegato H).
89
capitolo3 analisi deiRSU
3.5.2.1. Forni a combustione controllata
Fig.3.10: schema di un forno a combustione controllata di tipo statico [26]
Questotipo di forno è caratterizzatodaunacombustionein difetto d'ariarispetto
alle condizionistechiometriche,percui il rifiuto vienesoloparzialmenteossidato,
producendogas ancora combustibile. Questo gas viene bruciato poi in una
secondacamerain condizioni di eccessod'aria.Si definisconostatici quei forni
che non presentanosistemidi movimentazionenella prima camera.Sono i più
diffusi tra gli inceneritori di piccole dimensioni per la loro elevataefficienza
termicagrazieai quantitativiminori d'ariaintrodotti e ad un minor trascinamento
di particolato nei gas, lavorando in difetto d'aria. Non ultimo, i costi di
realizzazionesono inferiori rispetto ad altri tipi di forno. La scelta di questa
tipologiadi forno sarebbeulteriormentegiustificatae appropriatadallasemplicità
della messain opera.Si dovrà successivamenteformareun tecnico in gradodi
controllare le condizioni di combustione [26].
3.5.2.2. Caratterizzazione delle emissioni
Le emissioni atmosferiche possono essere suddivise in:
• particolato: ceneri o sostanze organiche incombuste;
90
capitolo3 analisi deiRSU
• monossido di carbonio: questogas dipende molto dalle caratteristiche
della combustione,la cameradi post combustionedovrebbecomunque
garantirne l'abbattimento ma l'uso discontinuo può portare ad una
produzione non trascurabile;
• acido cloridrico: l'elevatapresenzadi cloro in questotipo di rifiuto induce
ad una maggiore attenzione nella formazione di HCl;
• ossidi di azoto: questotipo di ossidoderivadall'ossidazionedel soloazoto
presente nell'aria di combustione, non essendo presenti rifiuti organici;
• metalli pesanti: la loro presenzaè dovuta in particolar modo a aghi,
plastica e inchiostro;
• microinquinanti organici: sono composti da diossine e furani;
• microrganismi: sono virus, batteri, funghi, parassiti, spore, potrebbero
entrarein contattoconla popolazione.Da studieffettuatila temperaturadi
300°C permettela distruzionedi cellule vegetative,a 870 °C delle spore
[28];
Le materieplasticheclorurate,soprattuttoil PVC (clorurodi polivinile), sonotra
le principali fonti do cloro, sostanza necessaria,assieme al carbonio e
all’ossigeno, alla formazione di diossine negli impianti di incenerimento,e
attualmentela maggior parte dei rifiuti ospedaliericontienepiù del doppio di
plasticacloruratarispetto ai normali rifiuti solidi urbani. Le diossine,sostanze
altamentecancerogene,fanno parte della categoriadegli inquinanti atmosferici
tossicie persistenti(IATP), si è ritenuto pertantoaffrontareil problemadel loro
contributosul rischio per la salutedegli abitanti di Caia.Questesostanzesono
stabili, cioè in grado di muoversi tra i compartimentiambientali senzasubire
sostanzialiattenuazionidel livello di tossicità ancheper lunghi periodi dopo
l’emissione.Un inquinantedi questotipo non esauriscequindi la propriaattività
nella zona di emissione, ma si distribuisce nei vari compartimenti ambientali.
91
capitolo3 analisi deiRSU
3.5.2.3. Diossine prodotte dall'inceneritore di Caia
Concentrazione di diossine in aria
L'analisi delle diossine prodotte dall'inceneritoreè stata condotta verificando
preliminarmenteche la morfologia del complessoospedalieronon pregiudicasse
talestima.Infatti, l'altezzae la disposizionedegli alberi e degli edifici non è tale
da compromettere i calcoli che verranno sviluppati per determinare la
distribuzionedellaconcentrazionedi diossinenell'ariaadun'altezzarespirabiledi
1,5 metri. A confermadi quantosuddetto,si vedràche la sorgentevirtuale, alla
qualefa riferimento il modello gaussianocheverrà sviluppato,si localizzeràad
un'altezzamolto maggioredel più grande ostacolo che il vento può trovare
attraversandol'ospedale. L'inceneritore si è supposto funzionante con un
rendimentodel 30%, con una temperaturadi combustionedi 500 °C e con una
temperaturadei fumi in uscitadi 250°C, ottenendo(comevisto nel par.3.5.2.)un
eccesso d'aria del 42% (vedi allegato H).
Dai dati meteoa disposizione,è statopossibilecapirecheil vento,per la maggior
partedell'annosoffia da sud-este da sud-ovestcon una velocità (a tre metri dal
suolo)compresatra 1 e 5 m/s.Nell'arcodi un annole temperaturesonovariabili
tra 40 e 15 °C, per cui si sonopresi in considerazionetre scenaridi stati termici
(15 °C, 25 °C, 40 °C) con rispettivamente due profili di velocità del vento di 1 e di
5m/s,portandocosìa sei il numerodei casisoggettiallo studio.Tuttala trattazione
che seguirà è stata sviluppata nell'allegato I all'interno del CD-ROM.
Innanzituttosi calcolail flussodi galleggiamentoFb. Dopodiché,si individuanole
coordinatedellasorgentevirtualeXV e HV, chestarannosuunarettaparallelaalla
direzionedel vento passanteper l'origine che in questocasoè il camino. Per
determinaretali coordinatesi sonoadottati i coefficienti dell'atmosferainstabile
viste le elevate temperature al suolo:
Fb �
g � ws
� �T
s � Ta
� � D2
4 � Ts
(3.5)
xv � 201 � F
b
2
5(3.6)
92
capitolo3 analisi deiRSU
Hv �
2,4 � cp� Q � � T
s � Ta
� 1
4
v� x
v
3
4
(
3.7)
dove: g � 9,81m � s2 accelerazione di gravità;
ws � 1m � s velocità dei fumi in uscita (c’è un coperchio);
Ts 250°C temperatura in uscita dei fumi;
Ta � 288 318°C temperatura ambiente;
D � 0,3m diametro del camino;
v � 1 5m � s velocità del vento a 3 m dal suolo;
cp � 1005
JkgK
capacità termica specifica.
Nella (3.7) si sottolinea il significato della portata Q:
Q �M
rifiuto � Vfumi
tempoportata dei fumi (Nm3/s)
Q � 2 � 8 � 200 � 5,99
86440 � 30� 0,0074 Nm3/s
In prima approssimazione, la portata Q, è stata ottenuta moltiplicando la massa dei
rifiuti mensile,per il volume dei fumi prodotto per chilogrammodi rifiuto in
condizioni normali (pressioneatmosferica,temperaturadi 0 °C, fumi secchie
tenored’ossigenodell’11%, vedi allegatoH) e dividendoil tutto per il numerodi
secondi in un mese.
Xv e Hv individuanoil puntoda cui il modellogaussianofa partirel'inquinantein
considerazione.Orasi possonodeterminarei parametridi diffusioneturbolentasy
e sz in funzione della distanza dalla sorgente effettiva:
y
�x ��� 0,22 � x
1 � 10 � 4 � x(3.8)
z � x � � 0,2 � x (3.9)
93
capitolo3 analisi deiRSU
Attraversola portatadi massa
�M � Q � C
s �6 � si puòora determinarel'andamento
della concentrazionedi diossinenell'aria ad un'altezzaz di 1,5 metri, usandola
formula gaussiana3.12. In letteratura [29] è stato possibile ricavare la
concentrazionein uscita di diossine in fumi non depurati, per sistemi con
combustionescadenteCs(11%)equivalea 10000ng/Nm3; talevaloreè statoottenuto
dividendo la tossicità equivalenteTEQ, espressain g/t, per il volume d'aria
necessarioalla combustionedi rifiuti espressoin Nm3/kg. Avendo sviluppatoi
calcoli sullacombustione(vedi allegatoH) conun tenoredi ossigenopari al 6% è
stato necessario determinare la concentrazione di diossine in uscita
dall’inceneritore con un tenore d’ossigeno pari al 6% [30]:
Cs � 11 ��� TEQ V � 0.0001 10 � 10000 ng Nm
3 � (3.10)
Cs � 6 � C
s � 11 �21 � 11
21 � 6� 6666,6 � ng � Nm
3 �(3.11)
C � x ,y , z �1,5 ���
�M
2 ��� v �y�
z
� e
� z � Hv � H
s
2
2 �z2 �
e
z ! Hv! H
s
2
2 "z2 #
e
y2
2 "y
2
(3.12)
Le coordinatespazialix, y, e z fannoriferimentoadunagriglia dovel'assedellex
coincidecon la direzionedel vento.La griglia ha unamagliachevaria tra i 25 e
100metri, è più fitta dovela variazionedi concentrazioneè più repentina,quindi
nei casi in cui il vento soffia più forte.
94
capitolo3 analisi deiRSU
Fig. 3.11: schemi per il calcolo della concentrazione delle diossine.
Q=0,0074Nm3/
s
temperatura 15 °C temperatura 25 °C temperatura 40 °C
velocità vento 1 m/s 5 m/s 1 m/s 5 m/s 1 m/s 5 m/scoordinata xv 11.56 m 11.56 m 11.25 m 11.25 m 10.78 m 10.78 mcoordinata Hv 97.28 m 19.46 m 94.29 m 18.86 m 89.72 m 17.94 m
Tab. 3.15: Coordinate delle sorgenti virtuali.
Vengonodi seguitoriportati i picchi di concentrazionee la distanzadall'origine
per i sei scenari prescelti, logicamentei massimi di concentrazionestaranno
sull'asse delle x:
Q=0,0074Nm3/s temperatura 15 °C temperatura 25 °C temperatura 40 °Cvelocità vento 1 m/s 5 m/s 1 m/s 5 m/s 1 m/s 5 m/sconcent.(ng/Nm3) 0.00107 0.00436 0.00114 0.00405 0.0012
4
0.005033
distanza x (m) 350 75 350 75 350 75
Tab. 3.16 :Picchi di concentrazione e loro localizzazione.
Comeerafacile immaginare,l'effetto schiacciantedel ventochepassada1 m/sa
5 m/sè preponderantesull'effettoconvettivodella temperaturachepassada15 °C
v sorgente virtuale
Hv
v xv
x
Hs y
x
95
capitolo3 analisi deiRSU
a 40 °C. Di conseguenza,con il ventochespiraa 5 m/s, le sorgentivirtuali sono
più basse,i massimidi concentrazionisonodi un ordinedi grandezzamaggioree
si localizzanoin punti decisamentepiù vicini al caminorispettoa quandoil vento
è leggero.
5035
065
095
012
5015
5018
50
0,000
0,000
0,000
0,001
0,001
0,001
0,001
m
Concentrazione di diossine in aria (ng/m 3)
0,001-0,0012
0,0008-0,001
0,0006-0,0008
0,0004-0,0006
0,0002-0,0004
0-0,0002
Grafico.3.5 :Concentrazione di diossine in aria, temp. ambiente 15°Ce velocità del vento 1 m/s.
2520
037
555
072
590
0
0,000
0,001
0,002
0,003
0,004
0,005
0,006
m
Concentrazione diossine in aria (ng/Nm3)
0,005-0,006
0,004-0,005
0,003-0,004
0,002-0,003
0,001-0,002
0-0,001
Grafico.3.6 :Concentrazione di diossine in aria, temp. ambiente 40°Ce velocità del vento 5 m/s.
v=1m/s
V=5m/s
96
capitolo3 analisi deiRSU
Il grafico3.6 rappresentail casopiù scomodoconun massimodi concentrazione
di 0,00503ng/Nm3 situatoa soli 75 metri dal camino,nelle immediatevicinanze
del complesso ospedaliero.
Utilizzando il carico termico volumetrico è possibilestimare in quanto tempo
vienebruciataunacertaquantitàdi rifiuto (3.13)facendofunzionarel’inceneritore
in discontinuo.E’ statoassuntoun caricotermicovolumetricodi 60000kcal/m3h
relativo a condizioni non ottimali visto lo stato dell’inceneritore.
t �PCI � M
V � CTV(
3.13)
dove: PCI = 4126 kcal/kgRSU potere calorifico inferiore (allegato H);
V = 8 m3 volume camera di combustione;
CTV = 60000 kcal/m3h carico termico volumetrico;
La massadel rifiuto in considerazioneM, è variabile tra il valoregiornalierodi
106,7kg, e la produzionebimensiledi rifiuto chericordiamorisultarepari a 1600
kg.
Perbruciareil rifiuto prodottosu unagiornatasononecessarie0,91 ore, mentre
per bruciareil rifiuto di 15 giorni cioè con la cameradi combustionepienasono
necessariecirca 13 ore. E’ lecito quindi, assumerel’intervallo temporaledi una
giornata,per valutarel’effetto che può averesul rischio per la salute,il fatto di
bruciarequotidianamenteil rifiuto, piuttostochebruciarein unasolavolta i rifiuti
prodotti in due settimane.
Bruciandoduevolte al mesela concentrazionemassimadi diossinein ariarisulta
esseredecisamentemaggiore,variandoda0,00433ng/Nm3 per il casoconT = 15
°C e v =1 m/s, a 0,021667 ng/Nm3 per il caso con T = 40 °C e v = 5 m/s.
97
capitolo3 analisi deiRSU
Fig. 3.12: Vista dall'alto del Plumb delle concentrazioni[ng/Nm3] in aria, ottenuto dalla
combustione bimensile con 15 °C e vento di 1 m/s. O è il punto di emissione.
La massimaareacontenenteunaconcentrazionedi almenoun ordinedi grandezza
inferiore al massimo,è quella relativa al casoin cui si brucia ogni 15 giorni il
rifiuto prodotto,con una temperaturaambientedi 15 °C e con una velocità del
ventodi 1 m/s.In questoscenarioun’areadi circa 1,5 km2 racchiudeunazonain
cui la concentrazione di diossine in aria è di almeno 0,000433 ng/Nm3.
Concentrazione di diossine al suolo
Il fenomenodi depositoal suolo di un certo inquinanteviene definito come
meccanismodi rimozione. Il depositototaleè la sommadi unarimozioneseccae
una rimozione umida:
Dt
� Ds
�D
u
(3.14)
Il depositoseccoannuoper unità di superficieè pari alla concentrazionein aria
per la velocità di deposizione:
Ds
� Cs
� vd (3.15)
O
m350
98
capitolo3 analisi deiRSU
La velocità di deposizionevaria da 2 a 4 cm/s in funzione che le diossinesi
muovanonell’aria in fase gassosao sottoformadi particolato,con un pesosul
fenomeno rispettivamente del 64 e del 36% [31].
Il deposito umido annuo per unità di superficie rappresentala frazione di
particelletrascinateal suolodallapioggiaedè pari alla concentrazionein ariaper
la piovosità media annua per il coefficiente di dilavamento w (wash-out):
Du
� Cs
� P � w (3.16)
Ancheil rapportodi wash-outvaria tra 10000e 100000in manieraanalogaalla
velocità di deposizione.
Adottandola stessagriglia di coordinatespaziali utilizzata in precedenzasi è
pervenuti ai seguentivalori di deposito,prima parziali poi totali, per i soliti
scenari:
Fig.3.13: Vista dall'alto del plumb della concentrazionedel depositoumido con combustione
bimensile con temp.ambiente 15°C e velocità del vento di 1 m/s.
O
m350
99
capitolo3 analisi deiRSU
Fig.3.13: Vista dall'alto del plumb della concentrazionedel deposito umido [ng/m2s] con
combustione bimensile con temp.ambiente 40°C e velocità del vento di 5 m/s.
Q=0,0074Nm3/s temperatura 15 °C temperatura 25 °C temperatura 40 °Cvelocità vento 1 m/s 5 m/s 1 m/s 5 m/s 1 m/s 5 m/sdepos.(ng/m2anno) 135500 513472 143886 535045 157540 568577distanza x (m) 350 75 350 75 350 75
Tab. 3.17: Valori di deposito totale con funzionamento giornaliero.
Q=0,11 Nm3/s temperatura 15 °C temperatura 25 °C temperatura 40 °Cvelocità vento 1 m/s 5 m/s 1 m/s 5 m/s 1 m/s 5 m/sdep(ng/m2anno) 918044 4034223 974313 4252216 107374
0
4605845
distanza x (m) 350 75 350 75 350 75
Tab. 3.18: Valori di deposito totale con funzionamento bruciando bimensile.
Ora si calcola la concentrazioneal suolo nel punto di massimo,tenendoconto
dellaprofonditàdi penetrazionedella sostanzanel suoloe della suadegradazione
nel tempo di deposito secondo una cinetica del primo ordine:
O
m75
100
capitolo3 analisi deiRSU
Csuolo"max
�D
t max� 1 � e
� KS
� t
hs
�d
s
�K
s
(3.17)
dove: hs = 2 cm profondità di penetrazione;
ds = 2 g/cm3 densità terreno;
Ks = 0,06 1/anni costante di scomparsa.
I valori deiparametrisopracitati dipendonodallecaratteristichedel terrenochein
questo caso risulta essere di tipo rurale e assolutamente non urbanizzato.
Dalla (3.17) si è ottenutoper il casoin continuounaconcentrazionemassimaal
suolodi circa0,2mgdiossine/gterreno, peril casoin cui si bruciaogniduesettimanesi è
ottenuto una concentrazione massima al suolo di 0.1 mgdiossine/gterreno.
3.5.2.4. Valutazione di esposizione e rischio
L’esposizionerappresentala quantitàdi inquinante,in questocasodiossine,che
vieneassuntadall’organismoumanoattraversol’insieme dei percorsichefanno
arrivare il contaminante al soggetto esposto.
L’esposizione diretta per inalazione di aria è regolata dalla distribuzione
dell’inquinantein atmosfera(particolarmentein troposfera),mentrele esposizioni
indirette, ingestionee contattodermicodi terrenocontaminato,dipendonodalla
concentrazione con cui l’inquinante è presente nel terreno.
Perl’analisi quantitativadell’esposizione,i parametricheentranoin giocosonola
concentrazionedell’inquinantenel compartodi interesse,il tempodi permanenza
dell’individuo nei luoghi di esposizionee il gradodi efficienzadell’inquinante;la
formulazione generale è la seguente [32]:
I �C � CR � EF � ED
BW � AT
(3.18)
dove: I = esposizione [M/MT];
C = concentrazione dell’inquinante nel comparto ambientale [M/M, M/V];
CR = fattore di contatto, quantità di comparto ambientale assunto [M/T];
101
capitolo3 analisi deiRSU
BW = peso corporeo [M];
EF = frequenza di esposizione [-];
ED = durata dell’esposizione [T];
AT = tempo di mediazione dell’esposizione [T].
L’esposizione così valutata è riferita al peso corporeo e all’unità di tempo (giorni).
Alcuni dei parametriche seguirannosonostati calibrati e modificati, rispettoai
dati in letteratura [30] relativamente al contesto socio-ambientale di Caia.
Si determinaora l’esposizionemassimanei vari percorsi d’impatto iniziando
dall’inalazione:
Ei
� Cs max
� Ri� T � F
���T
m� P
c � (3.19)
dove: Ri = 20 m3/d rateo d’inalazione;
T = 40 anni durata vita media;
F = 365 giorni/anno frequenza;
Tm = 14600 giorni tempo di mediazione;
Pc = 70 kg peso corporeo.
Rispettivamenteper il casoin cui si brucia in continuo(cheper comoditàverrà
chiamatoA) e per il casoin cui si bruciaduevolte al mese( cheverràchiamato
B) sono state ottenute le seguenti esposizioni massime per inalazione
1,4 � 10 � 6gµ � kg � d e 4 � 10 � 7
gµ � kg � d .
L’esposizione massima per ingestione di suolo è definita dalla (3.20):
Eing C
suolo"max Ris T F � � T
m Pc
�
(3.20)
dove: Ris = 70 mg/d rateo ingestione al suolo.
Per il casoA si è ottenutaun’esposizioneper ingestionepari a 0,00028mg/kgd,
mentre per il caso B si è ottenuto 0,00014524 mg/kgd.
Infine si determina l’esposizione massima per contatto dermico con il terreno:
Ecd C
suolo"max Sp A
sp T Fa� � T
m Pc
�
(3.21)
dove: Sp = 3000 cm2 area pelle;
Asp = 1,5 mg/cm2 aderenza suolo sulla pelle;
Fa = 0,03 1/d fattore di assorbimento.
102
capitolo3 analisi deiRSU
Per caso A si è ottenuta un’esposizioneper contatto dermico pari 0,000381
mg/kgd, mentre per il caso B si è ottenuto 0,000196 mg/kgd.
I rischi possonoappartenerea dueclassi:volontari o involontari a secondacheil
soggettovi si espongao menoliberamente.Il rischio associatoall’emissionedi
IATP è un rischio tipicamenteinvolontario e molto spessorisulta largamente
inferiore ai rischi volontari a cui il soggetto si espone deliberatamente.
Pergli inquinanticancerogeni,comele diossine,la doseè postain relazionead
unaprobabilitàdi sviluppodi cancro:essendoi livelli delledosicomunquemolto
bassi,si assumeper le sostanzecancerogeneuna relazionedose-rispostalineare
senzalimite di soglia.Si consideraquindi unsoloparametro,il cancerpotencyCp,
definito come il rischio di cancro, a bassi dosaggi, espressoin termini
probabilistici,derivantedall’assunzionegiornalierae per tutta la vita di unadose
unitaria della sostanza.Il cancerpotency rappresentala pendenzadella curva
dose-rischio,per le diossineequivalea 1,5 � 105 �
mg � kg � d ��� 1 , è lo stessoper i
tre percorsi di assunzionedell’inquinante.Moltiplicando le esposizioniper il
cancerpotencysi ottengonoi rispettivi rischi che sommatifornisconoil rischio
totale:
Ri � E
i � Cp (3.22)
Ring � E
ing Cp (3.23)
Rcd E
cd Cp (3.24)
Rtot � R
i � Ring � R
cd (3.25)
I risultati dei calcoli sviluppati nell’allegato M sono riportati nella Tab.3.17.
caso B caso AEsposizione per inalazione [mg/kgd] 0,00000041 0,00000144Esposizione per ingestione [mg/kgd] 0,00014524 0,00028250Esposizione per contatto dermico [mg/kgd] 0,00019608 0,00038137Rischio inalazione 0,00092859 0,00021570Rischio ingestione 0,02178674 0,04237431Rischio contatto dermico 0,02941210 0,05720532Rischio massimo totaleindividuale 0,0512599 0,09979533
Tab. 3.19: Risultati di esposizione e di rischio.
103
capitolo3 analisi deiRSU
Si è visto, che passandoda un funzionamentoin continuo(unavolta al giorno)
dell’inceneritoread un funzionamentoin discontinuo(due volte al mese), la
portatadei fumi passada 0,0074Nm3/s a 0,11 Nm3/s. Tale aumentodi portata
porta ad abbassare le concentrazioni massime e quindi le esposizioni, mentre porta
ad aumentarele areeinteressatedall’inquinante.Confrontandola situazioneal
massimorischio (e relativaarea)pertinenteal funzionamentogiornaliero,con la
situazione a massima area (e relativo rischio) pertinente al funzionamento
bimensile, si dedurrà la migliore metodologiaper l’incenerimento dei rifiuti
ospedalieri.
L’area urbanadi Caia ha una densitàdi 1600 ab/km2, quindi moltiplicando la
densitàabitativa per la superficie interessatadalla sostanzainquinantesi può
ottenereil numerodelle personeche si possonoammalaredi tumore nell’arco
della loro vita.
n°possibile di
casi di tumore
Modalità di
funzionam.
Condizioni
ambientali
Concentraz.Max
di diossine
[ng/Nm3]
Aerea min.con
conc.>0,1 Cmax [km2]
0,01 Bimensile t=40°C v=5m/s 0,0217 0,00125
25 Bimensile t=15°C v=1m/s 0,0131 3,16
1 Giornaliera t=40°C v=5m/s 0,005 0,06375
25,5 Giornaliera t=15°C v=1m/s 0,0011 1,6
Tab. 3.20: Rischio globale: casi possibili di tumore in funzione della modalità di funzionamento.
Vale la pena soffermarsi sul significato dei valori ottenuti, sia sul rischio
individualetotalemassimochevale0.099(casoA) e vale0.0518(casob), chesul
rischio globalecioè la possibilitàdi casi di tumoresulla popolazioneinteressata
che assume valori tra 0,01 e 25,5 (vedi allegato I).
Con un inceneritoreitaliano che funziona in manieraottimale si può arrivare
anchea valori di circa 10-9 per il rischio individuale,e a valori di circa 10-5 per il
rischioglobale:la differenzatra le duerealtàèrispettivamentedi 7 e di 4 ordini di
grandezza.
104
capitolo3 analisi deiRSU
Pergiustificaretali risultati bastidire chegli inceneritoririspondentiagli standard
occidentali ammettonoun'emissionedi diossine non superiore0,1 ng/Nm3 ,
mentre si è ipotizzato che l'inceneritore di Caia arrivi ad emettere 6000 ng/Nm3.
Inoltre la bassissimadispersionenell'ariadi un inquinantecheescedaun camino
di 2.5 m, nonè paragonabilealla dispersionechehaun fumo cheescea 50 metri
d'altezza come potrebbe essere nell'inceneritore di Bolzano [32].
Fortunatamente,allo statoattualedellecosel’inceneritorefunzionaunavolta ogni
quindici giorni, limitando così per quanto poco i danni.
Il rischio attuale potrebbe venir ridotto almeno di un ordine di grandezza
migliorandole condizionidellacameradi combustione.Un rendimentomaggiore
comportainfatti un aumentodella temperaturadi combustionee di conseguenza
un aumentodella temperaturadei fumi in uscita,alzandocosì il pennacchioe
favorendo quindi la dispersione.Contemporaneamenteuna temperaturadi
combustionein condizioni ottimali ridurrebbe drasticamentele emissioni di
diossine.Vista la modestaquantitàmensiledi rifiuti bruciati, sarebberoquindi
sufficienti alcuniaccorgimentie speseminimeper ridurrenotevolmenteil rischio
per la salute degli abitanti di Caia.
3.5.2.5. Liquami fognari
Il fatto che almeno il 45% dei degenti
nell'ospedalesia affetto dal virus dell'HIV fa
si che il problema delle acque reflue non
vada sottovalutato.Allo stato attuale sono
presenti delle latrine ventilate a fossa
semplice prive di depurazionevista anche
l'assenzadi un impianto di canalizzazione
nella cittadina. I prodotti chimici
maggiormenteusati per la disinfezionedei
liquami ospedalieririmangonol'ipoclorito di
sodio e il biossido di cloro.
Fig.3.14: Latrine dell'ospedale [20]
105
capitolo3 analisi deiRSU
3.6. Acque di rifiuto
La precarietàdei sistemidi evacuazionedelle acquedi rifiuto nei paesiin via di
sviluppo è responsabiledella presenzadi numerosemalattie infettive che
provocanoinfezioni e mortalità,soprattuttotra le popolazionidelle zonerurali e
periferiche delle città. Per arrivare ad una riduzione accettabiledi malattie
infettive dovutea sostanzefecali, la sola installazionedi sistemidi evacuazione
igienicadelleacquenerespessononè sufficiente;unaminimadotazionedi acqua
potabile(30-50l/ab d), un programmadi educazionesanitaria,la disponibilitàdi
WC igienici ed un trattamentodelle acqueprima dello scaricosono strumenti
necessari da tenere in considerazione per la risoluzione di questo problema [12].
Inoltre, innumerevoliostacolidi caratterepolitico, economico,socialee culturale
dannounabuonaspiegazionedei pochiprogressifatti negli ultimi annisoprattutto
nelle zone rurali dei PVS, come è possibile vedere nella seguente tabella.
Tab.3.21: Percentuale della popolazione totale (urbana e rurale) dei PVS senza una correttaevacuazione delle acque nere [22].
regione 1970 1975 1980 1988urban
a
rural
e
urbana rurale urbana rurale urbana rurale
Africa 53 77 25 72 46 80 46 79
Americhe 24 76 20 75 44 80 10 69
Est
Mediterraneo
38 88 37 86 43 93 6 80
Sud-Est Asia 67 96 69 96 70 94 59 89
Totale 46 91 50 89 50 87 33 81
106
capitolo3 analisi deiRSU
Generalmentesi effettual'evacuazionedelleacquenereseparatamentedalleacque
grigie; nella realtàdi Caia tale questionenon si ponenon essendociuna vera e
propria produzione di acque grigie.
La gestionedelle acquenerenel distrettodi Caiaè prevalentementecostituitada
latrine classiche;la maggiorpartedelle famiglie ha dotatola propriacapannadi
unalatrinacostruitaa circa15 metri daessa.
Quattroparetidi cannedi bambùe un buco
nel terreno(a volte assenteo pocoprofondo)
formano la struttura destinataalla raccolta
degli escrementi umani.
Sono presenti nella regione anche alcune
latrine a fossa ventilata con pareti in
muratura,un tetto in lamierae un sistemadi
ventilazionecostituito da un tubo che esce
dalla fossa, ne sono un esempio i servizi
dell'ospedale e la latrina nei pressi
dell'impianto di sollevamento dell'acqua. Fig. 3.15: Latrina ventilata [20]
107
capitolo3 analisi deiRSU
Fig. 3.16: Esempio di latrina familiare [20].
Un interessantesviluppodella situazioneattualepotrebbeesserela realizzazione
di una doppiafossaladdoveci sonolatrine a fossaventilatacon il vantaggiodi
poter utilizzare dopo 2 anni, senzarischi di contaminazionee senzatrattamenti
aggiuntivi il contenutocomeammendante.Inoltre con un'accuratagestionecioè
separandole urine,aggiungendomaterialevegetalecon regolarità,assicurandoil
giustogradodi umiditàe un buonequilibrio chimico la materiasi decomponeper
dareancora,in circa quattro mesi, un eccellenteammendanteagricolo; questo
metodo di gestione delle acque nere prende il nome di latrina a compostaggio.
3.6.1. Dimensionamento di massima di una latrina a fossa
La formadellafossaè condizionatadallasuaprofondità,oltre 1 metroe mezzole
fossesonodi sezionecircolare,per profonditàminori la forma è rettangolareo
quadrata.La superficieinternadellaparetedovrebbeessereabbastanzagrandeper
permettere al liquido della fossa di infiltrarsi nel suolo.
Per calcolarela profondità della fossaabbiamobisognodei seguentiparametri
[22]:
• E � 0.5m spessore della terra di ricoprimento;
• C � 2 � � 0.5 � 3.14 m circonferenza della fossa;
108
capitolo3 analisi deiRSU
• I � 30l�m
2 �d tasso d’infiltrazione per giorno;
• A � 10l quantità d’acqua scaricata per giorno;
• Ai � A � I � C � 0.106m altezza d’infiltrazione;
• T � 0.06m3 �
ab�anno tasso estimativo di accumulo fango;
• U � 8 numero medio di utilizzatori;
• N � 2 anni di durata della fossa;
• S � 0.785m2 superficie al suolo della fossa;
• V � N � U � T � 1,2 m3 volume totale dei fanghi;
• D � V�Sm
3 spessore del deposito di fango;
• P � D Ai
E � 2.13m profondità totale delle fossa.
3.6.2. Ostacoli ai miglioramenti delle condizioni sanitarie
L’OMS (OrganizzazioneMondiale per la Sanità), in uno studio effettuatonel
1994, trova nei seguentipunti, di caratteresocio-culturale,le motivazioni dello
scarso miglioramento delle condizioni sanitarie (soprattutto nelle zone rurali):
• assenzadi volontà politica: i dirigenti politici non soffronodi condizioni
sanitarie precarie, quindi non hanno interessi ad occuparsi di tali problemi;
• si tratta di un settoresenzaprestigio: per i professionistidel campo,
l’installazione di latrine rappresentaun ramo poco attraente e mal
retribuito;
• assenzadi politica a tutti i livelli e insufficienzadel quadroistituzionale:le
istituzioni incaricate di creare condizioni per l’installazione di sistemi
sanitariprivilegianoi risultati a breveterminepiuttostochei cambiamenti
di comportamento a lungo termine;
• insufficienza e cattivo utilizzo delle risorse: vengono stanziaterisorse
limitate in questosettoree quandoci sonovannoin toto alla realizzazione
delle operetrascurandola gestione,la sensibilizzazionee la promozione
dell’igiene;
109
capitolo3 analisi deiRSU
• approccinon corretti,promozioneinefficaciee disprezzodelle preferenze
dei consumatori:nella realizzazionedelle installazionesanitarienon si
considerano le esigenze, i bisogni, la concezione di igiene della
popolazione e la diversità dei contesti;
• sonogli uomini chedecidono:nonostantesianole donnecherisentonopiù
il bisognodi intimità e sicurezzadelle installazionisanitarie,generalmente
sono gli uomini a decidere il metodo d’intervento.
3.7. Problemi ambientali nelle città africane
Conla crescitaincontrollatadellapopolazionedelle città africanecresconoanche
i problemi ambientali di tali realtà. Nelle città dell’Africa Sub-sahariana
l’inquinamentoindustrialenon è ancoracosì impattantecomemagaripuò essere
in alcunecittà asiatiche.L’inquinamentoatmosfericoda scarichidi veicoli può
esseremassiccionel cuoredelle città, maè menopresentenei quartieri informali
dove vive la maggior parte della gente. Il problemaprincipale sono i rifiuti
domestici. Da uno studio fatto nel 1996 dall’UNDP (United Nation for
DevelopementProjects)la produzionegiornalierapro capitedi rifiuti domestici
varia tra 0,6 e 0,8 kg (vedi anche Tab.3.7).
Spessosolo le zonecentrali ed i quartieri ricchi sonocoperti da un servizio di
raccoltadei RSU, e comunqueanchein questicasi tale prestazioneè irregolare
perciòi pochi ed insufficienti cassonetti“vomitano” immondizie.Tutto ciò fa si
chei cittadini africani accumulinorifiuti lungo le strade,gettinorifiuti nei fiumi
piuttosto che in mare o li sotterrino dietro casa.
Le cause di quanto sta accadendovanno cercate nell’impossibilità delle
amministrazionicomunali di pagareun ente o del personaleche effettui una
efficienteraccolta.Quandotaleservizioè attivo, rimaneperòlimitato ai quartieri
benestantiperché sono gli abitanti dei sobborghi informali a non potersi
110
capitolo3 analisi deiRSU
permetteredi pagareunatassa,infine seanchepotessero,i quartieriperiferici non
hanno strade percorribili con mezzi motorizzati.
Perciònon è raro incontrarenelle città dei PVS personenon municipalizzateche
raccolgono rifiuti, facenti parte di Organizzazioni non Governative oppure
inventandosi una vera e proprie attività economica informale [33].
3.7.1. Smaltimento dei rifiuti a Beira: situazione attuale
Beira, capoluogodella provincia di Sofala,è il porto più trafficato e la seconda
città del Mozambico, con più di 500.000 abitanti (anchese il numero degli
abitantiè sicuramentemaggiorevista la presenzadi numerosiquartieri informali
sia alla periferia che nell’interno della città). La città è situataalla foce del Rio
Pungoee si estendeda est a ovest.Anche qui il clima è caratterizzatoda due
stagioni:unacaldae piovosa,cheva da novembrea marzocon temperatureche
oscillanoattornoai 30°C e unapiovositàmensilemediadi 250mm, mentrenella
stagionesecca,daaprilea ottobre,le temperaturesi aggiranoattornoai 24°Ce la
piovosità è inferiore ai 50 mm mensili.
La città è divisain 8 quartieri,e le vie di comunicazionesonospessocostituiteda
strade sterrate e dissestateanche nel
centrocittadino.Perquantoriguardala
situazione della raccolta e dello
smaltimentodei rifiuti l’ente comunale
prepostoha a propria disposizione5
trattori e 3 camion-compattatori.Questi
riesconoa coprirea faticagli 8 quartieri
cittadini, garantendo la raccolta in un Fig.3.17: Cassonetti a Beira [20].
111
capitolo3 analisi deiRSU
Fig.3.18: La discarica di Beira [20].
puntoalmenounavolta ogni duesettimane.I quartieri informali non sonoserviti
dal servizio e anchein questocaso la popolazionetendespessoad interrarei
propri rifiuti e bruciarli. I cassonettiper la raccoltasono pochi e praticamente
semprein condizioni pessime(assenzadel coperchioo delle ruote o addirittura
con buchi in più punti). A circa 2 km a nord si trova la discaricaa cielo aperto
dellacittà chesi estendepercirca10 km2. Fino a metàdegli anni70 eragestitain
maniera“corretta” infatti eraattivo nelle vicinanzeun inceneritoree esistevano
delle vie d’accesso ben definite. Allo stato attuale questa superficie è
completamenteallo sbando in quanto non esiste un reale controllo sul
conferimentodei rifiuti: esiste
un’unicavia di accessochenon
ne permette una distribuzione
omogenea. Nelle zone
perimetrali sono nati dei
quartieri che vivono della
raccoltae successivavenditadi
materiali recuperati
Fig.3.19: Recuperatori nella discarica di Beira [20].
112
capitolo3 analisi deiRSU
edi verdura(maise pomodoro)coltivati sempreall’interno delladiscarica.Questa
situazioneè andatavia via peggiorandodaquandoagli inizi degli anni90 il paese
hacominciatoadevolversirapidamenteedil benesseremediodellapopolazioneè
aumentato.Da un’intervista fatta con il responsabileUNOPS per la parte
ambientalesi è venuti a conoscenzadi comenella gestionedei rifiuti della città
nonci siastatoil correttousodelle tecnologiea disposizione.Infatti fino a 4 anni
fa la raccoltadei rifiuti era affidata a una serie di trattori e una squadradi 4
personeper mezzo che utilizzando una forca raccoglievanoi mucchi che si
formavano lungo le strade.
Fig.3.16: Raccolta de rifiuti
Fig. 3.20: Situazione dei RSU
nelle strade di Beira [20].
113
capitolo3 analisi deiRSU
Talemetododi raccoltaeraadeguatovista la situazionedi degradodelle stradee
dei cassonetti.Da quandosonostati smantellatii vecchi trattori per acquistarei
nuovi camion–compattatori,i probleminella raccoltasonoaumentati,per la poca
robustezzadei mezzichesi trovanospessoin avariae la difficoltà delle squadre
nel raccoglierei rifiuti visto che la situazionedei cassonettiè rimastainalterata,
rendendoalquantodifficile la raccoltameccanica.Questorisultatosi può anche
notareosservandoi dati forniti dal DipartimentoMunicipale di igiene salutee
esteticadella città dovesi vedeunanotevolediminuzionedel materialeconferito
in discarica.
1999 2000 2001Gennaio 2485 3109 1365Febbraio 2495 2664 1193Marzo 2923 2669 2257Aprile 2861 1956Maggio 2985 1800Giugno 2554 1562Luglio 2625 1810Agosto 2525 2149Settembre 2613 1563Ottobre 2649 2053Novembre 3557 1563Dicembre 2979 1696Totale 30766 24544
Tab 3.22: Quantità mensili di RSU raccolti a Beira in tonnellate.
Stimandola popolazionedi Beira in 500.000abitanti, dai dati sopraindicati, si
può calcolare la produzione di RSU pro capite giornaliera :
• 0.17 kg/ab/d per il 1999;
• 0.14 kg/ab/d per il 2000;
• 0.11 kg/ab/d per i primi 3 mesi del 2001.
Questo dato è decisamentein controtendenzacon tutte le altre realtà a
dimostrazioneappuntodella non correttaraccoltae successivosmaltimentodei
114
capitolo3 analisi deiRSU
RSU. Un'ulteriore conferma di ciò è che l'aumento della popolazione è
accompagnato da una costante diminuzione dei rifiuti.
PerBeiranonesistonostimeriguardoalla produzionequali-quantitativadei RSU.
Si possonocomunquetenerein considerazionei dati riguardantila città di Dar es
Salaam(Tanzania)che ha caratteristichemolto simili, ottenuti da uno studio
dell’UCLAS [Kaseva,1996].
Componenti dei rifiuti Percentuale in peso [%]
Organico 59.8
Carta/cartone 8.7
Metalli 2.8
Plastica 1.9
Vetro 0.4
Tessuti 0.9
Altro 25.5
Totale 100
Fig. 3.23: Dar es Salaam: composizione merceologica die rifiuti [Kaseva, 1996].
Mentrela produzionegiornalieraperabitantedi talecittàè di 0.64kg /ab/d,valori
che non si discostano molto da quelli delle tabelle 3.6 e 3.7.
3.7.2. I Sopralluoghi
Durantela permanenzanella città si sonosvolte alcunevisite a fabbrichelocali
percapirecomevengonogestiti i rifiuti nell’industriae ci si è subitoresicontodi
comenon esistanessuntipo di regolamentazioneda partedello Statoin materia.
Siala Manica(birra), sia la Pescamar(pesce)gettanoin mare,senzanessuntipo di
controlloo di depurazione,le acquerefluee gli scartidella lavorazione,mentreil
centro commercialeShoprite paga un’impresaprivata per lo smaltimento.La
condizionedella Pescamarlascia in particolarmodo perplessise si pensache è
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capitolo3 analisi deiRSU
gestita interamenteda un gruppo spagnoloche in teoria dovrebbeavereuna
maggiore sensibilità e conoscenza dei problemi legati allo smaltimento dei rifiuti.
Di seguito vengono riportate le caratteristichesalienti dei rifiuti prodotti dai
diversi esercizi intervistati (allegato L):
• Pescamar:
dipendenti: 140 + 490 (sulle navi)
rifiuti prodotti settimanalmente: 1 t così suddivisa
Tipologia %
Ferro/plastica 30
Carta 30
Segatura/legno 40
• Shoprite (supermercato):
dipendenti: 78
rifiuti prodotti giornalmente: 4-5 t così suddivise
clienti: 2800
Tipologia %Imballaggi-carta-alluminio-plastica 85Organico 15
• Manica:
dipendenti: 267
produzione: 264.000 bott./d
rifiuti prodotti giornalmente: 250 m3 acque reflue
800 kg malto (riciclato dai contadini)
30 kg vetro
250 kg carta
Tipologia %
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capitolo3 analisi deiRSU
acque reflue 99.59
malto 0.3
vetro 0.01
carta 0.1
La Manica disponedi un depuratored'acquaautonomoin quanto il proprio
fabbisogno di 2000 m3/d equivale al 10% della disponibilità d'acqua
dell'acquedottodella città. Per quanto riguarda i locali di ristorazione la
produzione dei RSU è di tipo prevalentemente organico quantifica bile in
50 kg/d. Nelle interviste, tali esercizi lamentanol'assenzadi una sistematica
raccolta e l'assenza di adeguati punti di raccolta.
Anchea Beira la situazioneparsapiù preoccupanteè quelladell'ospedalecheha
la capienzadi circa 1000 posti letto. Qui l'unica differenziazioneche viene
effettuataè quelladel sangueinfetto chevienequotidianamentebruciato,tutto il
resto: rifiuti organici, farmaci scaduti,parti anatomiche,contenitori in vetro di
farmaci,tessuti,vengonodepositatiin un box di cementodelledimensionidi 3 m
x 5 m x 1.5m indi raccoltiquotidianamentedamezzinonattrezzatie personalené
qualificato né tutelato.
Fig.3.21: Raccolta dei rifiuti all'ospedale di Beira [19].
Fig.3.22: Particolare dei rifiuti dell'ospedale [19].
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capitolo3 analisi deiRSU
3.7.3. Proposte
Vista la comunquecomplessasituazionedella città e l’ignoranza,per altro non
volontaria, della maggior parte della popolazione, un primo tentativo di
organizzarela gestionedei rifiuti, potrebbeessereuna raccoltaintegratasecco-
umido con sistema a consegna. Questo potrebbe favorire una prima
sensibilizzazioneal problemae un notevolemiglioramentodelle condizioni di
smaltimentoviste anche le percentuali della frazione umida. Solitamentela
frequenza della raccolta dell’umido è comunque bisettimanale e questo
faciliterebbeil lavoro.Alla raccoltadellafrazioneorganicaprodottadalle famiglie
si accompagnaun parallelocircuito dedicatoai centri di grandeproduzionecome
ristoranti e negozi. Si può affiancarela raccoltadella frazione verde (sfalci e
potature)chepermettedi separareuna partedi rifiuto molto indicataa produrre
compostdi elevataqualità.Il rifiuto organicopotrebbevenireinoltre direttamente
utilizzatonellecoltivazionidi bambooed eucaliptopianteconelevatacapacitàdi
bonifica.Si devetenerpresentechela ripartizionetra i residuialimentarie scarti
dellamanutenzionedel verdeè soggettasia ai diversi contestiresidenzialichead
unaforte variabilità stagionale[34].Questaprima ipotesidi raccoltadifferenziata
potrebbepermetterela nascitadi un sistemadi compostaggioche non solo
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capitolo3 analisi deiRSU
permetterebbeil riciclaggiodi almenola metàdei rifiuti mapotrebbeprodurresia
occupazioneche nuove entrateper l’amministrazionecomunaleda reinvestire
nellagestionedei rifiuti. Attualmentela cittadinanzapagala tassarifiuti assiemea
quelladell’elettricità. Almeno nella faseiniziale l’utilizzo di cassonettipotrebbe
risultarecontroproducentesiaper il loro stato,sia per la loro quantità,inadeguata
alle dimensionidell’areada servire.Si dovrebberoindicaredelle zonedi raccolta
bendefinite dove la popolazionepotrebbeaccumularei rifiuti. Una strategiadi
questotipo permetterebbeagli utenti di non cambiareminimamentele proprie
abitudini se non per la divisione tra secco e umido.
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