CALENDARIO LITURGICO Gv 3,16-21 III DOPO PENTECOSTE DOPO PENTECOSTE S. Messe ore...
Transcript of CALENDARIO LITURGICO Gv 3,16-21 III DOPO PENTECOSTE DOPO PENTECOSTE S. Messe ore...
Foglio settimanale della Parrocchia Beata Vergine Assunta San Giorgio su Legnano
Domenica 25/06/2017
Recapiti: don Antonio Parroco: tel 0331-401051; fax 0331 412482
don Andrea: 338-7874881/Suore:0331 402174/Oratorio: 0331 401570
www.parrocchiadisangiorgio.com/ [email protected]
RADIO SOTERA (parrocchiale) FM HZ 89,100 collegata con
RADIO PUNTO (San Vittore Olona) FM HZ 88,150
CALENDARIO LITURGICO
Domenica 25 giugno 2017
III DOPO PENTECOSTE
S. Messe ore 17.30-8.00-10.30-17.30
Lunedi 26
h 8.30 Morelli Angelo/Teresa/Giuseppe/Mezzenzana Pietro/Francesco/Ada/ Cerana Angela
Martedi 27 Feria
h 8.30 Fam.e Zaniboni/Colombano/Pastori
Mercoledi 28
h 8.30 Candiani Rosa h 20.30 SOSPESA
Giovedi 29 Feria
h 08.30 Pastori don Giuseppe Venerdi 30
h 8.30 h 18.30 SOSPESA Sabato 01/07
ore 17.30 Fam. Bonato/Gattolin/Boggian Bernardetta/don Danilo Baldo/Pisoni Giannino/Porta Luigi/Lodetti Maria/Genoni Luigi e Colombo Rebecca/Morelli Bruno e Carla Domenica 02 IV DOPO PENTECOSTE h 8.00 Calini Pietro/Fornara Gianpaolo/Baldi Giuseppina h 10.30 Pro populo h 18.00 Bisante Michelina/Imbriglio Marisa
Anno 17 N° 43
Orari apertura CHIESA PARROCCHIALE
7.00 - 12.00/ 15.00 - 18.30
Anno Pastorale 2016/17
Educarsi al pensiero di Cristo
Maria, speranza e aurora di salvezza del mondo intero
“No agli adulti eterni
adolescenti: ostacola-
no la crescita dei figli”
Adolescenti inquieti e per
questo «medicalizzati»
dai genitori come se le paturnie tipiche
di questa «fase-ponte» fossero una
«patologia». Madri e padri che cercano
di occupare il tempo dei figli riempen-
dogli l’agenda di impegni quanto quel-
la di «un alto dirigente». Adulti eterni
Peter Pan che occupano lo spazio dei
giovani e fanno di tutto - dalla tinta ai
capelli ai lifting anche «al cuore» - pur
di dissimulare il tempo che passa, co-
me se «crescere, invecchiare,
“stagionarsi” sia un male». Zii «zitelli»
che per guadagnarsi la simpatia dei
nipoti insegnano parolacce o offrono
sigarette. E ancora: una società
«sradicata» che spende in cosmetici
quanto in alimenti, anziani lasciati soli
perché improduttivi, una «golosità»
che porta a «divorare» più che a nutrir-
si, a «consumare il consumo».
In una mano l’Amoris laetitia,
nell’altra la Retorica di Aristotele, e
citando addirittura «la grande» Anna
Magnani, Papa Francesco si addentra
nel complesso mondo dell’educazione
dei genitori ai figli adolescenti tema sul
quale la diocesi di Roma ha voluto
dedicare quest’anno il suo tradizionale
Convegno ecclesiale.
Una scelta mirata della Chiesa capitoli-
na che vuole far sentire la sua vicinan-
za alle tante famiglie spesso schiaccia-
te da routine e ritmi folli di vita. Se
infatti quello del rapporto genitori-figli
durante l’adolescenza è un tema già di
per sé delicato, assume connotati ri-
schiosi in una città come Roma segnata
da problematiche come: «Le distanze
tra casa e lavoro (in alcuni casi fino a 2
ore per arrivare); (continua a pag. 3)
La Parola della Domenica Gv 3,16-21
Dio non ha mandato il Figlio nel
mondo per condannare il mondo,
ma perché il mondo sia salvato per
mezzo di lui. (…) Chi fa la verità vie-
ne verso la luce.
Come vivere questa Parola?
L'intenzione di Dio, quella di salvare
il mondo non di condannarlo, trova
evidenza in questa parola di Gesù a
Nicodemo. È una parola che la sua
Risurrezione ha pienamente confer-
mato! Credere a Gesù, vincitore del-
la morte (e dunque del peccato che
ne è l'origine!) crederlo vitalmente,
significa superare quelle forze di-
struttive che ci fanno scivolare in
situazioni di peccato o prossime al
peccato, nello scoraggiamento e
nella stanchezza spirituale.
Questa parola rivelatrice dell'amore
infinito di Dio e della sua volontà di
salvezza, genera in cuore uno slan-
cio nuovo. È vero che "chiunque fa il
male odia la luce" (Gv 3, 20), ma "la
vita nuova" il "rinascere dall'Alto" è
talmente possibile in Cristo Crocifis-
so e Risorto che "operiamo la veri-
tà", e operandola, cioè respirandola
e vivendola dentro le nostre giorna-
te, veniamo alla luce.
Oggi l'esercizio spirituale è quello di
diventare ciò che potenzialmente
siamo: "figli della Risurrezione", "figli
del giorno", "figli della luce" (cfr. 1
Tess 5, 5).
Come? Snidando le ombre dello
scoraggiamento, dell'abitudinarietà,
del tedio, dell'ansia, del pessimi-
smo, per verbalizzare subito l'atteg-
giamento di piena fiducia così: “Tu
hai mandato Gesù per salvarmi, o
Padre. Io credo alla potenza della
sua Risurrezione!”.
La voce di un antico Padre
Chi si spoglia per amore di Dio, Egli stes-
so lo rivestirà di luce.(Isacco di Ninive)
Domenica 25 giugno
GIORNATA PER
LA CARITA’
DEL PAPA Diamo il nostro contributo per sostenere le opere di carità del
Papa in tutto il mondo. Puoi mettere la tua offerta nella cassetta che trovi in
chiesa. GRAZIE!
CHI FA
LA VERITA’
VIENE
VERSO
LA LUCE
Domenica 2 luglio ore 10.00 (puntuali!)
Ritrovo a Ceresole Reale di tutti i
partecipanti al Primo Turno di Campeggio
Domenica 9 luglio ore 9.30 in Piazza
Mercato a Canegrate
Ritrovo e partenza Secondo Turno
Campeggio
Domenica 16 luglio ore 9.30 in Piazza
Mercato a Canegrate
Ritrovo e partenza Terzo Turno di
Campeggio
Don Andrea e i giovani che andranno in agosto
in Perù ringraziano per la generosa risposta alle
iniziative finora proposte. Vi chiederemo ancora
collaborazione vendendo alcune magliette pre-
parate per l'occasione.
Vi ringraziamo già da ora.
Dona il tuo
5X1000 alla Scuola per l’Infanzia
Firma sulla dichiarazione dei reddi-ti inserendo il codice fiscale
92003360150
PARADOSSI DEL NOSTRO TEMPO/ 37. ”Mi suggerisca padre un cammino per avvicinarmi a Dio. E’ molto
tempo che la mia vita è un vagabondaggio senza meta e sento la nostalgia di approdare a un porto sicu-
ro”. Così la signora Maria Pia in un colloquio alla ricerca della pace interiore e della serenità dell’anima.
Mi vengono subito in mente le cinque vie della riconciliazione con Dio di San Giovanni Crisostomo e le
suggerisco alla signora. Sono certo che potranno aiutare molti a riconciliarsi con il Vangelo e a ritornare
con maggiore impegno al Signore. La prima è la condanna e la confessione dei propri peccati. Questo è
sufficiente al Signore per la nostra liberazione. La condanna dei nostri peccati, inoltre, ci fa più cauti nel
ricadervi. C’è poi una seconda via che è quella di non ricordare le colpe dei nemici, dominare l’ira e per-
donare i fratelli che ci hanno offeso. Una terza via per espiare i nostri peccati è quella della preghiera fer-
vorosa e ben fatta che proviene dall’intimo del cuore. La quarta via è la carità verso gli indigenti. Dice la
Scrittura che l’elemosina sconta una moltitudine di peccati. Infine, la quinta via è quella della temperan-
za e dell’umiltà che è capace di distruggere alla radice i nostri peccati. Cerchiamo di avanzare con profit-
to in queste cinque vie adoperando i rimedi che suggeriscono, guariremo le nostre ferite e acquisteremo
la salvezza della nostra anima.
«Cari atleti, allenatori e dirigenti delle società sportive, conosco e ap-prezzo il vostro impegno e la vostra dedizione nel promuovere lo sport
come esperienza educativa. Voi, giovani e adulti che vi occupate dei più piccoli, attraverso il vostro prezioso servizio siete veramente a tutti gli
effetti degli educatori. È un motivo di giusto orgoglio, ma soprattutto è una responsabilità».
«È importante, cari ragazzi, che lo sport rimanga un gioco. Solo se ri-mane un gioco fa bene al corpo e allo spirito. E proprio perché siete
sportivi, vi invito non solo a giocare, come già fate, ma anche a mettervi in gioco, nella vita come nello sport. Mettervi in gioco nella ricerca del
bene, nella Chiesa e nella società, senza paura, con coraggio ed entusia-smo. Mettervi in gioco con gli altri e con Dio; non accontentarsi di un
"pareggio" mediocre, dare il meglio di sé stessi, spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre». (Papa Francesco)
IN SACRESTIA
E’ POSSIBILE
PRENOTARE LA FOTO DI GRUPPO
ANNIVERSARI DI
MATRIMONIO
RIFACIMENTO TETTO DEL CENTRO
PARROCCHIALE — ORATORIO A metà luglio, dopo la conclusione
dell’Oratorio estivo, inizieranno i lavori per il rifacimento del tetto del Centro parrocchiale che presenta problemi di tenuta ma soprat-tutto perchè la copertura è ancora in eternit.
Il lavoro è stato appaltato alla ditta Mariuzzo di Canegrate per € 40 mila circa.
Chi volesse contribuire alla spesa può mettere il proprio obolo nella cassetta che
sarà posta in mezzo alla chiesa o rivolgendo-si direttamente al Parroco. GRAZIE!
a.i.d.o. ASSOCIAZIONE ITALIANA
DONATORI ORGANI Domenica 25 giugno 2017
35° Anniversario della
costituzione della sezione di
San Giorgio su Legnano
ore 10.30 Santa Messa
Segue rinfresco sul sagrato
Forum Famiglie: passeggini al
Colosseo contro la denatalità “Il calo demografico sta facendo
scomparire l’Italia, ma sembra che a
nessuno importi”. Lo denuncia Gian-
luigi De Palo, presidente del Forum
delle Associazioni Familiari.
"Il futuro delle nostre società richiede
da parte di tutti, specialmente delle
istituzioni, un’attenzione concreta
alla vita e alla maternità". Così il Pa-
pa, ha salutato l’iniziativa.
(continua dalla prima pagina)
la mancanza di legami familiari vicini, a causa del fatto di essersi dovuti spostare per trovare lavoro o per poter pagare
un affitto;
il vivere sempre “al centesimo” per arrivare alla fine del mese, perché il ritmo di vita è di per sé più costoso (nel paese ci
si arrangia meglio); il tempo a volte insufficiente per conoscere i vicini là dove viviamo; il dover lasciare in moltissimi
casi i figli soli...».
«Sfide» e «tensioni» di cui il Papa parla con grande realismo nel lungo discorso. «La vita delle famiglie e l’educazione
degli adolescenti in una grande metropoli come Roma esige alla base un’attenzione particolare e non possiamo prender-
la alla leggera. Non è la stessa cosa educare o essere famiglia in un piccolo paese e in una metropoli. Non dico che sia
meglio o peggio, è semplicemente diverso», sottolinea.
Bergoglio indica dunque dei «presupposti»; anzitutto chiede di pensare, ma anche riflettere e pregare, «in romanesco», il
dialetto proprio dei romani. Perché? Perché «non di rado – spiega - cadiamo nella tentazione di pensare o riflettere sulle
cose “in genere”, “in astratto”. Pensare ai problemi, alle situazioni, agli adolescenti... E così, senza accorgercene, cadia-
mo in pieno nel nominalismo. Vorremmo abbracciare tutto ma non arriviamo a nulla». Allora bisogna pensare «in dia-
letto», cioè «con volti di famiglie ben concreti e pensando come aiutarvi tra voi a formare i vostri figli all’interno di
questa realtà».
Un altro aspetto importante, prosegue il Papa è «l’esperienza di sentirci “sradicati”». Alla «società liquida» - o meglio
«gassosa» - si affianca infatti «il fenomeno crescente della società sradicata», vale a dire «persone, famiglie che a poco a
poco vanno perdendo i loro legami». Un grave pericolo perché, avverte il Pontefice, «una cultura sradicata, una famiglia
sradicata è una famiglia senza storia, senza memoria, senza radici».
E «quando non ci sono radici, qualsiasi vento finisce per trascinarti».
Per questo una delle prime cose a cui pensare come genitori, famiglie, pastori sono «gli scenari dove generare legami,
trovare radici, dove far crescere quella rete vitale che ci permetta di sentirci “casa”». Le reti sociali sembrano «offrirci
questo spazio di “rete”», ma in realtà esse, per la loro stessa virtualità, «ci lasciano come “per aria” e perciò molto
“volatili”». E «non c’è peggior alienazione per una persona di sentire che non ha radici, che non appartiene a nessuno»,
afferma Bergoglio.
Che richiama i genitori sul fatto che «tante volte esigiamo dai nostri figli un’eccessiva formazione in alcuni campi che
consideriamo importanti per il loro futuro. Li facciamo studiare una quantità di cose perché diano il “massimo”. Ma non
diamo altrettanta importanza al fatto che conoscano la loro terra, le loro radici». I ragazzi vengono dunque privati «della
conoscenza dei geni e dei santi» che li hanno generati, come pure dei «sogni profetici» dei loro nonni. «Se vogliamo che
i nostri figli siano formati e preparati per il domani, non è solo imparando lingue (per fare un esempio) che ci riusciran-
no. È necessario che si connettano, che conoscano le loro radici. Solo così potranno volare alto, altrimenti saranno presi
dalle “visioni” di altri».
Di qui l’invito ad affrontare «nella sua globalità» la fase dell’adolescenza che interessa non solo i ragazzi ma tutta la
famiglia. «È una fase-ponte – evidenzia il Papa - e per questo motivo gli adolescenti non sono né di qua né di là, sono in
cammino, in transito. Non sono bambini (e non vogliono essere trattati come tali) e non sono adulti (ma vogliono essere
trattati come tali, specialmente a livello di privilegi). Vivono proprio questa tensione, prima di tutto in sé stessi e poi con
chi li circonda. Cercano sempre il confronto, domandano, discutono tutto, cercano risposte.
Passano attraverso vari stati d’animo, e le famiglie con loro».
Sembra un incubo invece è «un tempo prezioso nella vita dei vostri figli», afferma Francesco, perché nonostante i rischi,
i cambiamenti e l’instabilità «è un tempo di crescita» per tutti. Guai allora a trattare l’adolescenza come «una patologia»
da combattere: «Un figlio che vive la sua adolescenza (per quanto possa essere difficile per i genitori) è un figlio con
futuro e speranza. Mi preoccupa tante volte la tendenza attuale a “medicalizzare” precocemente i nostri ragazzi. Sembra
che tutto si risolva medicalizzando, o controllando tutto con lo slogan “sfruttare al massimo il tempo”, e così risulta che
l’agenda dei ragazzi è peggio di quella di un alto dirigente».
«Inquadriamo bene i nostri discernimenti all’interno di processi vitali prevedibili», suggerisce il Pontefice, «esistono
margini che è necessario conoscere per non allarmarsi, per non essere nemmeno negligenti, ma per saper accompagnare
e aiutare a crescere. Non è tutto indifferente, ma nemmeno tutto ha la stessa importanza». È bene, inoltre, «discernere
quali battaglie sono da fare e quali no», magari facendosi aiutare da coppie con esperienza che non offrono «ricette» ma
sono d’aiuto con la loro testimonianza per «conoscere questo o quel margine o gamma di comportamenti».
(continua dietro)
Come, ad esempio, la voglia dei ragazzi di sentirsi protagonisti. «Non amano per niente sentirsi comandati o rispondere
a “ordini” che vengano dal mondo adulto (seguono le regole di gioco dei loro “complici”). Cercano quell’autonomia
complice che li fa sentire di “comandarsi da soli”». Per questo a volte si rifugiano negli zii, quelli non sposati e senza
figli che «per guadagnarsi la stima dei nipoti» chiudono un occhio sulle prime sigarette o insegnano le parolacce: «Io le
prime parolacce le ho imparate da uno zio zitello», racconta Bergoglio, «ci offriva pure le sigarette».
Quindi «attenti, non dico che non fanno bene ma state attenti».
I ragazzi sono infatti in continua ricerca della «“vertigine” che li faccia sentire vivi». «Diamogliela!» sollecita il Papa,
«stimoliamo tutto quello che li aiuta a trasformare i loro sogni in progetti», «proponiamo loro mete ampie, grandi sfide e
aiutiamoli a realizzarle, a raggiungere le loro mete», «sfidiamoli più di quanto loro ci sfidano».
Perché altrimenti andranno a cercare questa «vertigine» altrove, da chi «mette a rischio la loro vita».
Questo richiede educatori «capaci di impegnarsi nella crescita dei ragazzi», che ne seguono «il ritmo», e non si limitano
ad «un modello di istruzione meramente scolastico, solo di idee» ma puntano a far acquisire loro l’autostima, «a credere
che realmente possono riuscire in ciò che si propongono». Tale processo esige «una alfabetizzazione socio-integrata,
cioè un’educazione basata sull’intelletto (la testa), gli affetti (il cuore) e l’agire (le mani)». «Urge creare luoghi dove la
frammentazione sociale non sia lo schema dominante», sottolinea il Pontefice; «lungo il cammino lasciamo degli analfa-
beti emotivi e ragazzi con tanti progetti incompiuti perché non hanno trovato chi insegnasse loro a “fare”. Abbiamo con-
centrato l’educazione nel cervello trascurando il cuore e le mani. E questa è anche una forma di frammentazione socia-
le».
Nel suo discorso, il Papa riflette pure sulla nuova «dinamica ambientale» dei ragazzi che «vogliono essere “grandi”» e dei “grandi” che «vogliono essere o sono diventati adolescenti». «Oggi c’è una specie di competizione tra genitori e fi-gli; diversa da quella di altre epoche in cui normalmente si verificava il confronto tra gli uni e gli altri», osserva France-sco. «Oggi siamo passati dal confronto alla competizione. I nostri ragazzi oggi trovano molta competizione e poche per-
sone con cui confrontarsi. Il mondo adulto ha accolto come paradigma e modello di successo l’“eterna giovinezza”. Sembra che crescere, invecchiare, “stagionarsi” sia un male. È sinonimo di vita frustrata o esaurita. Oggi sembra che
tutto vada mascherato e dissimulato. Come se il fatto stesso di vivere non avesse senso».
(Salvatore Cernunzio da Vatican insider)
ELOGIO DEL VOLONTARIATO DI PAPA FRANCESCO
«Nel vostro servizio la credibilità della Chiesa» «Voltarsi dall'altra parte è un peccato di oggi».
«Non si può distogliere lo sguardo e voltarsi dall’altra parte per non vedere le tante forme di povertà che chiedono mise-ricordia. Non sarebbe degno della Chiesa né di un cristiano “passare oltre” e supporre di avere la coscienza a posto solo perché abbiamo pregato!». «Non mi stancherò mai di dire che la misericordia di Dio non è una bella idea, ma un’azione concreta; e anche la misericordia umana non diventa tale fino a quando non ha raggiunto la sua concretezza nell’agire quotidiano». Papa Francesco ha invitato tutti a essere artigiani della misericordia e «umili strumenti nelle mani di Dio
per alleviare le sofferenza del mondo»: «Fratelli e sorelle, voi qui rappresentate il grande e variegato mondo del volonta-riato. Tra le realtà più preziose della Chiesa ci siete proprio voi che ogni giorno, spesso nel silenzio e nel nascondimen-to, date forma e visibilità alla misericordia. Voi esprimete il desiderio tra i più belli nel cuore dell’uomo, quello di far sentire amata una persona che soffre. Nelle diverse condizioni del bisogno e delle necessità di tante persone, la vostra presenza è la mano tesa di Cristo che raggiunge tutti. La credibilità della Chiesa passa in maniera convincente anche
attraverso il vostro servizio verso i bambini abbandonati, gli ammalati, i poveri senza cibo e lavoro, gli anziani, i senza-tetto, i prigionieri, i profughi e gli immigrati, quanti sono colpiti dalle calamità naturali… Insomma, dovunque c’è una
richiesta di aiuto, là giunge la vostra attiva e disinteressata testimonianza.
MAMMA E FIGLIA INSIEME L’Oratorio con la collaborazione delle animatrici del CENTRO
AIUTO ALLA VITA organizza da due anni gli incontri de “Il Corpo Racconta” meglio conosciuti come incontri “Mamma e figlia”
indirizzati alle ragazze di 10/11 anni. Due incontri per mamma e figlia alle soglie dello sviluppo sessu-ale, in piccoli gruppi (massimo 8 coppie), per scoprire i suggesti-vi processi del ciclo femminile, e acquisire una visione positiva
della femminilità, della sessualità e del compito di trasmettere la vita. Non si tratta di lezioni frontali noiose, ma laboratori inte-rattivi originali e creativi che utilizzano una didattica concreta e
coinvolgente. Gli incontri si svolgono generalmente nel pomeriggio dalle
15,00 alle 18,00 con pausa merenda. Il ricavato andrà a soste-gno del CAV DI MALNATE.
SABATO 23 e 30 settembre 2017 / EMANUELA 3338396163
“Povero è chi non ha niente da mangiare e chi non riesce più a sperare. Povero è il giovane senza lavoro e il vecchio senza amore. Povero è chi è convinto che la guerra sia la soluzione ai problemi dell’ umanità, chi continua a pensa-re che il colore della pelle e il Paese dove si nasce siano discriminanti ed escludenti. Poveri sono i 'caporali' del
nostro Meridione che trattano i braccianti come fossero bestie da soma. Poveri sono i fratelli, che muoiono sui
gommoni in mare e coloro che in quel mare li hanno spinti. Povero è il ricco, che si affatica per continuare ad accumu-lare inutili ricchezze. Poveri sono i cristiani, quando si la-sciano avvilire dalla paura dei poveri. Poveri siamo tutti,
quando ci appropriamo del patrimonio donato agli uomini per farlo diventare nostro. Compreso il patrimonio della fede. Niente è nostro. La carità vede ciò che gli altri non
vedono, non possono vedere, non vogliono vedere”. Maurizio Patriciello