Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista...

28
Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri dell’Ordine Martinista Stampato in proprio

Transcript of Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista...

Page 1: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018

La presente pubblicazione non è in vendita ed è riservata ai soli membri dell’Ordine Martinista Stampato in proprio

Page 2: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org

Page 3: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

3Redazione

Direttore Responsabile: Renato Salvadeo - via Bacchiglione 20 - 48100 Ravenna

SOMMARIOSOMMARIO

ARTURUS - S:::I:::I::: S:::G:::M::: - METODOLOGIA DI LAVORO - pag.4

JOHANNES - S:::I:::I::: - FILIPPO D’AQUINO - pag.11

GINOSTRA - I:::I::: - TUTTO È FERMO, TUTTO SI MUOVE - pag.13

REGULUS - I:::I::: - ALEF - pag.14

HASIDD - S:::I:::I::: - IL FINE ULTIMO DEL MARTINISMO - pag.15

ATHANASIUS - A:::I::: - PICCOLE RIFLESSIONI SUL QUATTRO - pag.17

MIRIAM - I:::I::: - CAINO ED ABELE - pag.18

OBEN - S:::I::: - IL GATTO (L’IMPORTANZA DEL NOME) - pag.21

MOSE’ - S:::I:::I::: - ALLA RICERCA DELL’UOMO INTERIORE - pag.24

Page 4: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Metodologia di lavoro

ARTURUS S:::I:::I:::S:::G:::M:::

Le chiavi d’accesso ad un percorso come il nostro,

sembrerebbero insistere prepotentemente sul concettodi volontà di conoscenza e sulla perseveranza nell’at-tendere ciò che si svelerà indispensabile per averesuccesso nell’impresa.Così quando si accenna a “conoscere”, magari sipotrebbe intendere la consapevolezza e la compren-sione di fatti “reali” seppur spesso neppure percepiti,quindi la verità o le informazioni le cui origini potreb-bero non essere affatto scontate.Tutte queste cose potrebbero essere state ottenuteattraverso l'esperienza o l'apprendimento a posteriori,oppure tramite l'introspezione preventiva, o probabil-mente anche in altro modo assolutamente differente.Comunque, come è ovvio, la conoscenza identificatacome autocoscienza del possesso di informazioniconnesse tra di loro, implicherebbe che ognuna diesse, prese singolarmente, avrebbero un valore eun'utilità inferiori alla loro somma.Per concordare anche su una possibile origine etimo-logica, non si può però dimenticare l’importanza delcontesto che a seconda della sua natura, potrebbe por-tare a significati anche molto diversi nel considerareconcetti come informazione, istruzione, comunica-zione, apprendimento, ecc.Una certa attenzione va però rivolta a distinguere laconoscenza dalla semplice informazione. Entrambeconvergono su alcuni punti; però, mentre l'informa-zione vera o falsa, può esistere ed essere preservata inmolteplici modi, a seconda dei mezzi disponibili, laconoscenza esisterebbe solo quando ci fosse unamente in grado di possederla. Spesso si incorre in banali equivoci allorché si affer-mi di aver reso disponibile una conoscenza.Infatti, in tal caso si sarebbero evidenziatesolo le informazioni che la definiscono insie-

me alle interazioni concettuali, ma la cono-scenza vera e propria si avrebbe per lo più infunzione di una utilizzazione che ricolleghi

tali informazioni alla propria esperienza personale,comunque venga soggettivamente acquisita. Si potrebbe sintetizzare banalmente che la conoscen-za esisterebbe solo come conseguenza di quanto ed inche modo un'intelligenza possa essere in grado diusufruirne. Rimarrebbe comunque il problema di come le con-vinzioni possano sostituirsi non sempre propriamentead una "conoscenza" introducendo anche un collega-mento con il concetto di “verità”. Secondo alcuni punti di vista filosofici, certezza edevidenza sarebbero caratteristiche epistemiche deri-vate dalla convinzione stessa, attribuendo a quest’ul-tima la caratteristica di verità senza però tralasciare diutilizzare la razionalità od il criterio logico, che inqualche modo dovrebbero garantire l’attendibilità alvero. Se però fosse vero solo ciò che appare soggettiva-mente, allora la conoscenza sarebbe limitata all’im-pressione percepita, prescindendo dalla conformazio-ne oggettiva.Tutto ciò evidenzia la problematica affatto irrilevantetra soggettività e oggettività, tra verità e certezza, aprescindere dal volersi attenere o no, solo ai fonda-menti della validità e dei limiti della conoscenzascientifica caratterizzata dall’empirismo.Secondo quest’ultimo (l’empirismo), si sosterrebbeche qualsiasi teoria debba essere basata sull'osserva-zione delle cose piuttosto che sull'intuito o sulla fede.Ovvero, si privilegerebbe la ricerca pratica, speri-mentale ed il ragionamento a posteriori, escludendoanche l'eventuale innatismo della conoscenza perquanto caratterizzata anche da razionalismo dedutti-vo. In merito alla ricerca delle cause di quanto si osser-vasse, il metodo da prediligere non sarebbe menosemplice da scegliere tra quelli più squisitamente

scientifici, alternativi ad altri più stretta-mente filosofici od anche induttivi. Senzascordare le complicazioni che ne potrebbe-ro derivare allorché si volesse considerare

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 4

Page 5: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

la componente temporale, lineare, come unasorta di astrazione, rispetto ad altre concezio-ni del tempo e delle dimensioni.Sembrerebbe che soprattutto a partire dal diciannove-simo secolo, la ricerca della conoscenza si sia mag-giormente orientata ad avvalersi del metodo induttivo(con attenzione al concetto: “i particolari portanoall’universale”), contraddistinta da un approccioindividualistico-sperimentale, mentre spesso, prece-dentemente, si notava una sorta di predilezione perquello deduttivo.Si tratterebbe di due procedimenti conoscitivi, con-trapposti ma comunque complementari. Si presente-rebbero, soprattutto nelle interpretazioni ermetiche,con un dinamismo interattivo tramite cui la percezio-ne ed il concetto si confronterebbero, similmente acome si potrebbe immaginare il rapporto tra micro emacrocosmo o tra discesa e risalita dello Spiritoriflettente una creazione strutturale con relazioni ana-logiche tra le sue parti disposte gerarchicamente.La tendenza generale dominante oggi, sembrerebbebasarsi quasi esclusivamente sui fatti empirici trascu-rando la portata oggettiva del pensiero, che peròsecondo alcuni punti di vista non sarebbe qualcosa diastratto, ma bensì la costituzione principale della real-tà stessa, che si manifesterebbe contemporaneamente,ma non in modo lineare, su molteplici piani, comeprogressiva condensazione dello Spirito, quindianche in aspetti per noi sensibili. Più volte si è dissertato sulla differenza concettualetra intuire e comprendere qualche cosa. Una modalitàdescrittiva di tale interazione potrebbe essere quellad’immaginare il preventivo fluidificarsi di una qual-siasi solidità, attraverso un influsso igneo spirituale,al fine di studiarne e trattenere ciò che sarà poi possi-bile.E’ un’impostazione che però potrebbe portare anchealla sua esposizione concettuale più moderna per laquale non sarebbe accettabile come vera un'afferma-zione, se non solo dopo averla controllata sperimen-talmente, distinguendosi comunque dall’estremoscetticismo filosofico, in funzione del qualenon si riteneva possibile ottenere una cono-scenza "vera", o quantomeno fondata, poi-

ché una sua giustificazione non sarebbe maistata del tutto certa.Spesso, in mezzo a tanta emotività passiona-

le che ci circonda, la conoscenza o per lo meno la suaricerca, potrebbe essere immaginata anche come unasorta di antidoto all'irrazionalità delle pulsioni umaneche non di rado sono rette da un filo di collegamento,neppure tanto sottile, in cui riverbera la “paura”.Infatti ognuno può constatare con sé stesso che riescea superare le personali paure non appena comprendela qualità, le caratteristiche precise di un pericolo edimpara ad elaborarne i mezzi di resistenza o di distra-zione. Se ne deduce che l’eventuale panico sarebbecostituito semplicemente dall’arrendersi alla paurapiù o meno terrorizzante di non sapere e quindi dalsubire qualsiasi immaginazione. Per tale motivo, si può constatare che aver acquisitouna certa informazione, in modo teorico, culturale, dacui si possono trarre anche dei propositi applicativi,non corrisponde affatto a mettere in patica corretta-mente i suggerimenti metodologici in essa contenuti.Infatti, la conoscenza diverrà tacita solo trasformandoi propositi in applicazioni reali di cui aver piena con-sapevolezza.Secondo questa impostazione, la conoscenza nonsarebbe limitata alla capacità di interpretare messaggisensoriali provenienti dal mondo esterno, per poi soloimmaginare di saper risolvere problemi, ma sarebbesoprattutto caratterizzata dalla capacità di intrapren-dere correttamente oppure no, una certa azione.Quindi, si dovrebbe evitare quella supponenza teoricache porta spesso anche a “farsi” male nel tentare dicompiere qualche cosa, soprattutto in ambito dei per-corsi iniziatici, senza conoscerne realmente il metodoapplicativo, specifico, di una determinata via.Come si può notare da quanto sopra dissertato, non èaffatto semplice capire bene a cosa ci si stia riferendoquando si utilizza il termine conoscenza.Ad esempio, se ci si volesse adagiare solo su un’os-servazione diretta, è evidente una certa componented’incertezza derivata, oltre che dai possibili errori di

interpretazione, anche dalla probabilità che isensi possano essere ingannati da una illusio-ne o da una semplice erronea osservazione.

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 5

Page 6: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Le cose non sarebbero certamente più sicurese ci si volesse basare preferibilmente sulragionamento a partire non da un'esperienza,ma da un fatto acquisito tramite una teoria non sem-pre facilmente verificabile.Di solito, nella migliore delle ipotesi, la conoscenzapotrebbe presentarsi come una composizione armoni-ca di esperienza, osservazione, ragionamento, in pro-gressiva evoluzione personale e poi, in qualchemodo, si presterebbe anche alla preziosa diffusione,per lo meno delle metodologie e della memoria di cuisi sarebbe divenuti preziosi portatori.Il trasferimento di conoscenza esplicita che potrebbeoggi essere trasmessa, tramite molteplici mezzi, da unsoggetto ad un altro, necessita come sempre di conte-nitori conservativi che ovviamente sono molti di piùdei soli libri e delle immagini di un tempo. Però nonva confusa con il “saper fare” personale. Questa predisposizione è spesso identificata con l’in-tuizione, ovvero con quella capacità di usufruireanche in modo inconscio, della propria esperienza perrisolvere in modo apparentemente straordinario edinspiegabile, situazioni problematiche, molto compli-cate. Si arriva così ad un terzo aspetto che potrebbe essereindividuato nella forma conoscitiva che seppurimmediatamente utilizzabile, richiede a sua voltaconoscenza per essere estratta. Mi spiego forse meglio con un esempio. Il nostrometodo, senza particolari modifiche dai tempi diPapus, nasce dalla messa a punto di molteplici espe-rienze, originate direttamente, oltre che dal lascito diSaint Martin, anche dalle indicazioni provenientidagli altri percorsi iniziatici di coloro che hanno fon-dato l’Ordine, alla fine dell’800. Ad ogni modo, puressendo consapevoli in ogni grado, di quale sia lasemplicità espositiva per eseguirlo (tenuto però contodella comunicazione interna, sempre a compartimentistagni), quasi sempre si ignora il perché lo si debbafare in quella determinata maniera. Solo chi abbiacompletato correttamente il percorso ed abbia conse-guito una certa esperienza camminando nellevarie direzioni da noi previste, può in qualchemodo sperare di comprendere perché quel

processo sia stato definito in quella maniera.Non va quindi sottovalutata neppure la cono-scenza incorporata nell'interazione tra gli

elementi su più piani (quindi, non solo materiali)della struttura e nella funzione per cui è stata proget-tata.Un Rituale e/o un Vademecum costituiscono uncoagulo di molteplici tipi di conoscenza. Quella descrittiva può essere ritrovata nel contenuto,ovvero in ciò che affermano. Quella incorporata è nello stile di scrittura, o nelmodo in cui il testo è stato realizzato, ma è anchenella consistenza che ne caratterizza la fisicità. Quella tacita è in particolare nel lavoro preparatorioche solo gli autori potrebbero cercare di raccontare,spiegando il perché delle scelte fatte e come maihanno avuto la capacità stessa di averli scritti. Se a questo punto, in qualche modo, ci fossero ideepiù chiare su cosa si andrebbe ad immaginare riguar-do l’uso della parola “conoscenza”, potrebbe peròrimanere altrettanto misteriosa l'azione di attendere epoi la volontà di farlo.Se si prende in considerazione la forma etimologicaper “attendere”, di derivazione latina, ecco che ci siritrova non più completamente incoscienti, confusi,ma volti decisamente verso qualche cosa, fluttuanti inuna sospensione spazio-temporale compresa tra l’i-stante in cui la richiesta di conoscenza è annunciata,in qualche modo prevista, e quello in cui si verifiche-rà. Poiché ci interessa, lo si desidera, attendiamo l'e-vento a cui siamo rivolti, per il quale è richiesta unaparticolare concentrazione, anche se non lo si capiscesubito, tesi ad aspettare con la certezza della manife-stazione dell’evento.Eppure, come spettatori, si è diversi gli uni dagli altri,contraddistinti da trepidazioni più o meno passionaliche ci rendono generalmente insofferenti a qualsiasiattesa del sopraggiungere di qualche cosa che comun-que sentiamo quasi palpabile.Simile diversità contraddistingue la capacità di cia-scuno nel prendere con consapevolezza una decisione

per la realizzazione di uno scopo, adeguan-do ad esso il proprio comportamento;ovvero, riuscire a dotarsi di una volontà

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 6

Page 7: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

calma, profonda, libera da condizionamentiemotivi che solo così potrà divenire persisten-te, inflessibile, indomabile, intransigente. In merito a ciò, immagino che si sia compreso che lamaggior parte di noi non è mai stata predisposta a for-marsi in tal senso (normalmente si utilizza una con-centrazione emotiva, reattiva) e per tale motivo deveiniziare a farlo trovando inevitabilmente qualche dif-ficoltà che può riverberarsi anche nelle successiveprocedure di mantenimento.E’ una modalità di utilizzare l’intelletto con autoco-scienza nelle varie direzioni del pensiero che in rela-zione all’intelletto stesso, senza contrapporvisi, puòandare oltre i suoi limiti. Tutto quanto premesso ci fa però ritornare a prenderein esame lo scopo che ci si prefigge nell’aderire alnostro Ordine. Sinteticamente si potrebbe esemplificare con un con-cetto di reintegrazione coscientemente consapevolein quello stato dell’essere ed in quanto sia collegabilead esso anche in forma latente, che comunque varisvegliato, e che ognuno può aver intuito esistereoltre la forma umana, materiale.Questo ci porta a riprendere in considerazione cosasia la particolare trasmissione iniziatica diretta daMaestro Iniziatore (in possesso di un indubbio potere,status od almeno così dovrebbe essere) ad allievo, edin cosa possa consistere quell’iniziazione che proba-bilmente costituisce solo una sorta di apertura di cre-dito per un fondamentale processo di cambiamentoindispensabile ed insito in quella limbica attesa di cuiho fatto cenno sopra. Si è di fronte ad un probabile trasferimento di potereo status ma soprattutto di responsabilità, alla personache accoglie, senza che ci sia la necessità di partico-lari formule d’impegno o di giuramenti vari, ma soloa fronte della reiterata dichiarazione di volontà diacquisire veramente conoscenza.Quindi, per un occhio attento, il segno, la parola,l’imposizione cerimoniale delle mani, unitamenteall’indubbia costante presenza di manifestazioni ori-ginanti dal livello spirituale egregorico e nonsolo da quello, svelano una vera trasmissionesacrale di un deposito di conoscenza riverbe-

rante su più piani, disponibile solo per chi,avendo percepito con le modalità previste,ciò che doveva assolutamente individuare

nella propria interiorità, metterà in pratica con pro-gressivo successo, un’azione necessaria per il cam-biamento della personalità egocentrica, materiale, cheal contrario, persistendo senza evoluzione, impedi-rebbe l’auspicabile reintegrazione in uno stato del-l’essere originale, sempre più vicino alla Luce Creatadi cui ogni tanto accenniamo l’esistenza, identifican-dola in modo trino ed unico nello stesso tempo; nonescludendo però la possibilità di “bussare” a quellaIncreata.A scanso di equivoci, sarà bene comprendere che unsimile accoglimento, basato sulla reiterata dichiara-zione di volontà del postulante, che vede la trasmis-sione concreta, sia di un accesso, che di una partico-lare responsabilità spirituale, non prevede successivepossibilità di rinuncia, di ritorno a condizioni prece-denti la trasmissione (a meno di eventi e comporta-menti affatto auspicabili). Per cui, sarà opportunoessere decisamente prudenti prima di procedere.Ricordo spesso che probabilmente in altri livelli esi-stenziali, non si pesano le cose nel nostro stesso modo(a tal proposito non di rado cito anche le vicende diGiobbe), per cui eventuali stimoli provenienti da que-gli ambiti, per indirizzarci nel modo coerente alleresponsabilità delle nostre scelte, potrebbero farci tro-vare “stretti all’angolo” in modo forse anche moltosgradevole. Infatti, muovendosi e comportandosi male, nonostan-te l’aiuto formativo, potrebbero configurarsi indubbiepossibilità di scegliere di continuare ad incorrere inquelle situazioni sempre più censurabili, come adesempio: d’iracondo desiderio di potenza, di spreco,d’egoismo, d’ignavia, di cupidigia, di menzogna, dimaldicenza, di tradimento, d’insubordinazione, distorditezza, ecc. con conseguenze anche su pianidiversi da quelli materiali. Ad ogni modo, nei casi più gravi in cui si compianodelle azioni ritenute malvagie, l’eventuale presa d’at-

to di un’uscita personale dalla catena marti-nista, ratificata poi anche da una sentenzainsindacabile, definitiva, pronunciata dal

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 7

Page 8: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Sovrano Gran Maestro nel pieno esercizio deisuoi poteri e delle sue funzioni, su deliberadel Supremo Collegio dei Superiori IncognitiIniziatori, ha le conseguenze che da ciò derivano. In particolare, per il noto rapporto interattivo: basso-alto ed alto-basso, oltre ad un’interruzione dei rappor-ti di relazione sul piano materiale, c’è una inevitabilesoluzione di continuità con i livelli egregoici e con glialtri più elevati, causata decisamente prima della sen-tenza pronunciata, soprattutto dalle azioni “malevole”liberamente scelte da sé stessi. Qualche cosa di simile accade anche quando un sog-getto formalizzi l’intento di voler abbandonare lacatena, rifiutando, rigettando quindi anche ciò che gliera stato trasmesso (poichè sta esercitando la suavolontà, gli altri su tutti i livelli, ne possono prenderesolo atto). Quando accade, diviene però implicita per coloro cherimangono coinvolti nella situazione, anche l’impos-sibilità oggettiva di continuare a trasmettere (se erastata data questa facoltà) quel deposito spirituale dicui, solo per propria scelta, non si ha più alcuna dis-ponibilità (oltre che contatto). Sarebbe bene tenerne prudente conto nel compieresuccessive azioni improprie, scorrette verso sé stessie nei riguardi di altri, magari millantando di continua-re ad essere ciò che non si è più (che lo si voglia, chelo si capisca, oppure no; ognuno con le sue scelte havoluto non esserlo più) e quindi aggiungendo ad erro-ri gravi, altri forse ancora più gravi, soprattutto supiani differenti da quello materiale. Infatti, ciò produrrebbe un’oggettiva devianza per chipoi sarebbe inevitabilmente ingannato, se si affidassea costoro che si ritroverebbero con un ulteriore appe-santimento spirituale per il male che purtroppo fareb-bero agli altri, distraendoli vilmente (ma quasi sem-pre non riescono neppure a capirlo) da quello che cer-cavano e che loro avrebbero impedito di trovare. Purtroppo, rileggendo vari avvenimenti ormai storici,non solo quelli ben noti, ma anche altri recenti, sem-bra proprio che tutto ciò continui a non essere bencompreso e meno che mai lo siano le causevere, affatto luminose, che producono dasempre certi effetti nefasti.

Al contrario, ogni singolo soggetto che siariuscito a compiere correttamente qualchepasso sulla nostra strada, in funzione delle

caratteristiche della propria eredità spirituale, del pro-prio “sangue”, avrà notato manifestarsi, in forma piùo meno evidente, il risveglio progressivo di ciò che èsempre stato in lui, ma solo di quello e non certo dialtro che non gli è in alcun modo proprio e che magaripotrebbe essere comunque bramato da una mentalitàegocentrica e passionale (inoltre, non va però maiequivocato il fatto che anche in ambiti oscuri e mal-vagi possano venire riattivate particolari facoltà, peròsolo apparentemente simili, per finalità comunquediametralmente opposte).Così, potrebbe essere chiarita anche una piccola partedel mistero che forse riguarderebbe, come conse-guenza, un’unione felice e feconda tra la personalevolontà e quella misericordiosa entità definita colnome di Provvidenza la quale, acconsentendolo,avrebbe riconosciuto l’eventuale soggetto essersi resoidoneo all’unione, in funzione della messa in praticadelle sue scelte rigeneranti. In sintesi, le conseguenzedel risveglio di alcune facoltà potrebbero essere defi-nite come doni “automatici”collaterali, atti a riutiliz-zare consapevolmente ciò che evidentemente si eraobliato di sé. Quindi, si tratterebbe di una sorta di grazia che met-terebbe in condizioni di “dare” ciò che si è ricevuto,ritrovandosi e trasformandosi volontariamente in unafonte di quei molteplici doni che le proprie caratteri-stiche e solo quelle consentono, in funzione di unasorta di “eredità di sangue”.Preciso spesso tutto questo, sempre a scanso di equi-voci. In tal modo, si spera che, pur ancora pesante-mente condizionati da una personalità materiale equindi da una mentalità egocentrica, non ci si aspetti,pur essendo stati accolti nel nostro Ordine, di diven-tare dei particolari privilegiati, predisposti a chissàquali fenomeni, senza averne alcuna vocazione, comea profetizzare, ad elargire guarigioni, od a produrrevari e straordinari miracoli (tralasciamo per indulgen-

te comprensione i folli vagheggiamenti diimprobabili magherie ipotizzabili solo nellafantasia di qualcuno), ecc.

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 8

Page 9: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Nella più semplice delle ipotesi si riuscirà solo ad operare umilmente con un bagaglioanche minimale di potenziali doni, inevitabil-mente anche molto modesti, rispetto all’immensagrandiosità di quelli della Luce, per un progetto di cuiquasi sempre non si riuscirà a comprendere che qual-che infinitesimo granello e forse neppure quello.Ovviamente, giusto per tentare di completare i chiari-menti, gli eventuali doni personali non aumenterannoin numero ed in quantità solo per aver avuto l’occa-sione di frequentare chi ne avesse in disponibilità unnumero maggiore o solo perchè coloro a cui ci sipossa essere affidati, riescono a predisporre i proprifiglioletti per una corretta ed efficace formazione.Inoltre, sarà bene non dimenticare mai (non solo per-chè viviamo nella materia) la necessità imperativa distare assai bene in guardia. Infatti tutte le forze fatali(ma non solo quelle), dopo essersi scatenate a lungocontro il tentativo di ognuno, di mutare la personalità,quindi, contro una volontà supportata dalla concen-trazione auspicabilmente sempre più fredda, calma epotente, appena ne avessero qualche possibilità, ten-teranno nuovi e ripetuti assalti, utilizzando come gri-maldello anche i residui edonistici, con relative insi-curezze, della vecchia personalità dominata da un IOegocentrico con tutti i problemi, per lo più sintetizzatinei quattordici argomenti delle meditazioni.All’inizio della disamina, ho accennato a delle chiavid’accesso. Senza voler invadere il campo particolared’istruzione curato da ogni Iniziatore nel propriogruppo, sarà opportuno capire che il nostro è un per-corso interiore ed esteriore di conoscenza, attraversocui si tenta di formarsi per riuscire ad essere nellacondizione di utilizzare correttamente le possibilità diun contatto con ciò che ogni grado prevede in pro-gressione ben definita.Quindi non sarà mai solo un ambito di accumulonozionistico e culturale, squisitamente teorico, mauna sorta di vera e propria palestra interiore (con ine-ludibili riscontri esteriori), tramite cui le precise, sin-tetiche indicazioni teurgiche (però ripeto, non lemagherie fantasiose, più o meno esotiche) ,un nuovo modo di “pregare”, potranno favo-rire quanto è correlato a ciò che è stato tra-

smesso con l’imposizione delle mani e checomunque è fattibile solo come conseguenzadel reale e per lo più auspicabilmente rinno-

vato stato dell’essere. Si potrà così intuire che oltre ai Maestri Iniziatori acui ci si è affidati, si può attirare con intelligente pru-denza, l’importante attenzione di quelli egregorici epoi, con sempre con maggiore, lucida attenzione,forse quella di altri straordinari “intermediari”, men-tre si tenta di camminare verso la Luce, secondo leindicazioni del nostro Ordine (ma non quelle di altri;per cui è bene stare attenti e non fare della confusioneche produce inevitabilmente solo problemi anche seuno non se ne accorge quasi mai subito).Per tutto questo ed altro, si ricorda ciclicamente, acura del Sovrano Gran Magistero (sentito sempre ilparere dei fratelli Superiori Incogniti Iniziatori) qualesia il nostro programma metodologico, tenendo contoanche delle alterazioni subite da alcune dottrine chenell’immaginario collettivo si sono adattate, non sem-pre in modo virtuoso, a fenomeni di carattere contin-gente (sociale, religioso, politico, economico, ecc.). Ogni singolo Iniziatore rimane comunque libero diintegrare l’istruzione di base indicata (facendo moltaattenzione però, di non sostituirla mai, in alcun modo,con altro, anche se apparentemente più efficace),magari con lezioni orali, conferenze di gruppo, illu-strazioni d’opere “equilibrate” che possano favorirela comprensione soprattutto delle discipline collatera-li, desunte dai filoni (compositi) come quelli: alche-mici, astrologici, kabbalistici, ecc. Ovviamente, sarà opportuno che tali esposizioni for-mative non avvengano mai durante i lavori rituali, mabensì in occasioni differenti, senza che le luci sianoaccese, i pentacoli esibiti, le invocazioni pronunciate. Non credo sia necessario indugiare in particolari spie-gazioni del perchè lo si debba fare.Per gli Associati, il programma ovviamente s’inqua-dra nella materia del primo settore, straordinariamen-te importante per una corretta impostazione, perchépoi si riverbererà su tutto il cammino successivo.

Per i gradi successivi, ribadisco il concettodi prepararsi bene in grado di Associato.Così ciò che si potrà/dovrà tentare di mette-

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 9

Page 10: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

re in campo, apparirà forse meno difficile darealizzarsi ed ogni scintilla di successo simanifesterà poi nella sua gioiosa bellezzadiretta verso la Luce.E’ evidente che per l’istruzione generale (ripeto però,fuori dai lavori cerimoniali), ogni Iniziatore potràfarsi coadiuvare da qualche Fratello o Sorella esperti,mentre riguardo le indicazioni specifiche, conseguen-ti all’applicazione rigorosa del metodo dell’Ordine,per lo più riservate, il rapporto rimarrà sempre esclu-sivo tra Iniziatore e figlioletto/a. In tale ambito, pur mantenendo stabili i riferimenticanonici, generali, costui avrà anche l’onere di tenereconto empaticamente delle possibilità d’apprendi-mento strettamente correlate alla differenza dei sessi. Infatti, come ben sappiamo, l’inevitabile diversitàd’approccio e di trasmissione si presenterà quasi sem-pre completamente dipendente dalle caratteristichepeculiari delle due personalità (predisposizioni che ciriportano alle differenti, ma complementari utilizza-zioni della mente, sia attraverso il processo d’intui-zione, che di quello della comprensione che se disar-monici, non porteranno mai ad alcuna vera conoscen-za). Questa, unitamente ad altre considerazioni, può rap-presentare la nota necessità di instaurare un rapportoformativo, selettivo, su misura, per ogni singolofiglioletto/a, con la conseguenza implicita di mante-nere una certa riservatezza nelle riunioni collettive, inquanto ciascuno ha le sue specifiche problematiched’affrontare, in funzione delle differenze dicotomicheesistenti per noi umani anche sul piano spirituale(così come ci è rammentanto e raccomanda-to da sempre in ogni testo, compresi quellireligiosi); quindi, tali caratteristiche esistenti

su più piani sono importanti da non obliaremaldestramente per distrazione o per unasupponenza (avvenimento purtroppo affatto

raro), che potrebbe derivare dal non avere superatobene l’esplorazione di sé stessi (pensieri, parole, azio-ni), in relazione soprattutto ai primi tre o quattro argo-menti delle nostre meditazioni, ma poi anche deglialtri.Buon lavoro.

ARTURUS S:::I:::I:::S:::G:::M:::

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 10

Page 11: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Filippo D’Aquino

JOHANNES S:::I:::I:::

Nato a Carpentras verso il 1518, Filippo d'Aquino,

il cui nome vero era Mardocheo, fu un sapiente rab-bino che si converti al Cristianesimo in Aquino da cuiprese il nome.Ritornato in Francia, si stabilì a Parigi dando lezionidi lingua ebraica per mantenere la famiglia. Il reLuigi XIII lo nominò professore al Collegio diFrancia. Morì nel 1650 lasciando numerose opere tracui l'Interpretatio arboris cabbalistica cum ejusdemfigura ex antiquis scriptoribus della quale diamo que-sto saggio sui nomi divini e le Sephirot.Poiché Dio è semplicissimo - scrive F. d'Aquino - nonpuò essere composto come le cose, da genere e diffe-renza; per conoscerlo, le creature devono ricorrere ainomi che costituiscono i reali strumenti per averneconoscenza ed ai quali esse si afferrano come se fos-sero i gradini di una scala ardua da salire e discen-dere.I nomi divini sono disposti su questa scala e suddivisain tre parti di cui la più alta è quella del mondo degliarchetipi, la seconda rappresenta il mondo angelico ela terza il mondo sensibileLa prima parte della scala contiene i sei nomi divini(Ehie, Jehova, Elohim, El, Shaday, Eloha) disposti inmodo da formare - la più perfetta delle figure: l'esa-gono.La seconda parte ha due soli nomi dispostil'uno, collaterale all'altro (Jehova Zebaoth,Elohim Zebaoth).La terza parte, infine, ha gli ultimi due nomidisposti perpendicolarmente l'uno all'altro

(El Hay, Adonai).Il primo nome Ehie significa "lo sono" o iosarò cioè l’Atto, l'Essere, il "Me" pronuncia-

to da Dio che è e sempre sarà come si legge in Jsaia,44,6: Io sono il primo e io sono l'ultimo e oltre a menon c è nessun Dio.Ehie sta in Kèter, la Corona, la quale stando al disopra di tutte le altre Sephiroth ne è il coronamento ecorrisponde al Regno (Malkut) che perpendicolar-mente ad essa giace nel punto finale. Il secondo nome Jehova significa “egli è” o "eglisarà”.È il nome usato nella Genesi mosaica per designare ilDio fedele ai patti giurati con Abramo, quindi il Dioimmutabile. Riposa in Hokmah (Sapienza) che consi-ste nella conoscenza degli universali. Hokmah forma un’intima unità con Kèter. Dio si rive-la ai mondi mediante Hokmah, la sua Sapienza; ilPensiero (Keter) diventa Pensante in Hokmah per poirivelarsi Pensato in Binah.Helohim è il terzo nome. Deriva da Eloha, giurarecome se volesse garantire l'alleanza e l’amore fra lecreature e Dio.Questi tre nomi stanno in quella parte di luce incom-prensibile con il volto stornato dalle creature perdimostrare che le tre prime Sephiroth non hanno rela-zione che tra loro solamente, come sta scritto inEsodo 33,20-23: E aggiunge: tu non puoi vedere lamia faccia, perché nessun uomo può vedermi e vivere.E Geova disse ancora: Ecco un luogo presso di me, etu devi stare sulla roccia.E deve accadere che mentre passa la mia gloria tidevo porre in una buca della roccia, e devo metteresopra di te le mia palma come uno schermo finché iosia passato. Dopo di ciò devo togliere la mia palma,e in realtà mi vedrai di dietro. Ma la mia faccia nonsi può vedere.Il quarto nome è El che significa possente. Influenza

la Sephirah Hesed (o la Misericordia) perdimostrarci che Dio ha creato il mondoangelico e il mondo sensibile per amore ebenevolenza.Il quinto nome Shaday “che basta a se stes-

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 11

Page 12: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

so” ci fa sapere che Dio ha creato il mondonon perché ne sentiva la necessità il che èreso evidente dalla Sephirah, Timore, Pachad(o Geburah forza giudizio) per dimostrare che lecreature devono temere Colui che le ha create senzache ne avesse avuto la necessità e dalle quali, tuttavia,vuol essere onorato.Il sesto nome è Eloha che dimora nella Gloria(Tiferet) per insegnare che la Misericordia e laGiustizia divine (Hesed e Pachad) si uniscono nellaGloria che Egli richiede dalle sue creature e sotto lequali ha posto le schiere degli Angeli Difensori edegli Angeli Accusatori come possiamo leggere in IRe, 22.19: per certo vedo Geova seduto sul suo tronoe tutto l'esercito dei cieli che sta presso di lui, alla suadestra ed alla sua sinistra, ed a causa dei quali Egliprende per settimo nome quello di Essere cioè JehovaZebaoth, nome dell'aspetto benigno del Creatore chesta nelle schiere degli Angeli Difensori perché lanostra difesa dipende solamente da Dio (Amore).Questo nome influisce in Nesah, detta anche“Eternità”, designa il suo Essere.L'ottavo nome è Elohim Zebàoth, Dei degli Eserciti,l'aspetto severo del Creatore che sta nelle schieredegli Angeli Accusatori che Egli ha stabilito perchévuol essere obbedito ed onorato (Timore).Questo nome influisce in Hod, Il Decoro,l'Ornamento che sembra opposto all’Essere:

(Hod opposto a Nesah) come se si dicesseche l'abito è diverso dalla persona e poichél'abito è esteriore, questo nome, Elohim

Zebàoth assume il significato di “schiere visibili dellaterra”.Il nono nome è Dio vivente o “El Hay” che sta nelcanale detto "fondamentale", la Sephirah Yesod, basedel mondo, il Fondamento da cui derivano l'esistenza,la conservazione degli uomini che non sono eterni,ma creati e deboli e dà vita a tutte le cose materiali.L'ultimo nome é Adonai o “Signore che scorre nelRegno” (Malkut) per farci intendere che la nostraanima è indotta a glorificare il suo Creatore al finedi trovare in Lui la sovrabbondanza dei beni, scopoultimo d'ogni regno e d'ogni vita civile.

JOHANNES S:::I:::I:::

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 12

Page 13: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Tutto è fermo

tutto si muove

GINOSTRA I:::I:::

Tutto è fermo, tutto si muove.

Ascolta bene, sei fermo, ascolta bene, ti muovi.Ogni cosa e il suo contrario, vite ogni dove, vite perogni ragione, voragini di rumore e abissi di silenzio, laNatura, potente e orfana, questo quello in cui siamoimmersi, questo quello che conosciamo e quello chenon conosciamo.Se respiri puoi attraversarlo, se non respiri ti travolge.Vivi la violenza, l'euforia e la ferocia della tua gioven-tù, perché ti appartiene.Vivi la passione e la fame del tuo desiderio perché ènella tua costituzione.Vivi il sapore acre di questo mondo perché è la terrain cui crescerai.E quando ti è concesso il privilegio di un udito sottilee di uno sguardo profondo onorali.E quando non ti è concesso chiediti perché.Quando udirai quella domanda, fermati perché è di teche si tratta.Quando il tuo sguardo viaggerà più veloce del pensie-ro inseguilo, ti porterà oltre.Mille le forme, le meraviglie, le aberrazioni, mille leevoluzioni, le verità, infinite le possibilità e i limiti,incommensurabili i misteri.Cercare di diventare migliori per sentirsi migliori, uninganno.Cercare di essere migliori per essere migliori, unvezzo.Cercare di essere migliori senza la Preghiera, comebere da una brocca vuota.Diventare peggiori per rabbia, una sconfitta.Diventare peggiori per accidia, stoltezza.Diventare peggiori senza averlo deciso, una schiavitù.Scegli, per il tuo grado di libertà, scegli sempre, scegliper te, scegli con fierezza, fallo e sii presente in questascelta, nel bene e nel male e niente andrà

sprecato.La tentazione di rinunciare e di arrendersi èlegittima per una così debole creatura, ma al

medesimo tempo il lignaggio è alto e, per quanto ti èpermesso e possibile, ti rammenta l'origine.Sperimenta ciò che è passeggero, cerca strenuamenteciò che è costante.Possono trascorrere ere, civiltà, mondi, ma in tuttoquesto ci sarà sempre ciò che è fisso e ciò che è vola-tile e tu sarai sempre a cavallo di questi due principi.Stancati, stancati davvero, stancati di vita e di presen-za e poi fermati, il tempo necessario, il tempo dovuto,il tempo giusto e riposa. E' così che funziona, è cosìche accade, è così che si avanza.Siamo separati da tutto e tutto è separato da noi e inquesta realtà ci seppellisce la solitudine.Respira, Respira, Respira il Respiro, codice assolutodell'essere vivi, dell'essere dentro e dell'essere fuori,una chiave, un rito, un suono magico di unione, la solacura per questo nostro cuore spaurito. La religione dell'anima e l'aiuto del cielo, la rotta, ilviaggio, non per arrivare, non per la ricompensa, maper il coraggio di morire.

GINOSTRA I:::I:::

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 13

Page 14: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Alef

REGULUS I:::I:::

Secondo giorno, D-O disse: sia un firmamento in

mezzo alle acque per separare le acque dalle acque.D-O fece il firmamento e separò le acque che sonosotto il firmamento dalle acque che sono sopra il fir-mamento. E così avvenne. D-O chiamò il firmamentocielo e fu sera e fu mattina.Nell'alfabeto ebraico, troviamo l'insieme di simboliche rappresentano i fondamentali componenti spiri-tuali della creazione, ogni lettera, apre un canalediretto alla realtà superiore, Alef, prima lettera espres-sione dell'unità divina, unisce insieme la coscienzadell'essere umano con quella del divino, il macroco-smo ed il microcosmo, tutto in un unico simbolo.SHEMA' ISRAEL, SHEMA' ISRAELADONAI ELOHENUADONAY EHAD...Nella Shema Ysrael, si dice che D-O è Uno e la letteraAlef, che nella sua interezza, ha valore numericouguale a Uno, rappresenta quell'unità divina presentein ogni essere umano che la pone in stretta correlazio-ne con D-O.Osservando, infatti, le lettere che la montano, lasomma dei numeri ad esse correlati, mostrano la stret-ta relazione col divino e il risultato di questa addizio-ne magica porta al numero 26, numero che ritrovia-mo nell'innominabile Tetragramma Divino:YHVHJod – He – Vav – He, il cui valore numerico, è appun-to 26 (10+5+6+5 = 26).L'Alef, fornisce, nella combinazione delle sue lettere,l'intero progetto divino della creazione, momento incui D-O divide le acque superiori da quelle inferiori.Nel rappresentare la lettera Alef, troviamo inalto uno Yod dritto, in basso uno Yod a rove-scio e in mezzo una Vav, per riunire questedue lettere.Le due Yod rappresentano le acque superiori

e inferiori, la realtà superiore si riferisce alNefesh Elokit, la parte divina dell'anima cherappresenta un livello di coscienza privo di

angosce o preoccupazioni, un livello di coscienza indiretto contatto con il divino, la Yod inferiore rappre-senta l'ego dell'anima, il Nefesch Behamit, stato cao-tico della coscienza che possiamo mettere in relazio-ne con lo stato inconscio.I due lati simmetrici, questi due livelli di coscienza,sono separati dal RAQIA, il firmamento, lettera che seda una parte separa, dall'altra è il ponte che riconduceil divino del microcosmo al divino del macrocosmo,veicolo di comunicazione tra lo spirituale e il materia-le.L'Alef è la scintilla divina presente nell'essere umano,infatti, andando a sommare i numeri delle due Yodcon il numero del firmamento, rappresentato dalnumero della lettera Vav scritta per esteso, 12, avre-mo un altro ed interessante valore numerico pari a 32.Questo numero nella mistica ebraica rappresenta laparola LEV che tradotta significa CUORE, potremmoquindi affermare che la lettera Alef, è la fiamma caldae luminosa che alberga nel nostro cuore, scintilladell'Amore ardente di D-O, potenza che uniscel'Essere all'Essente. É interessante osservare come lanostra parola, Amore, riporti all'unità divina rappre-sentata da Alef, se volessimo calcolare l'Amore, note-remmo che sommandone i numeri espressi dalle suelettere ed effettuandone la loro riduzione teosofica,ritroveremmo quell'unità divina da cui tutto proviene,(1+11+13+16+5= 46= 4+6=10 =1) principio divinoda cui ogni cosa nasce.Meditare dunque questa lettera, ci permette di porciin relazione con l'Amore, potenza divina presente innoi, permettendo la comunicazione tra lo spirituale eil materiale al fine di portare stabilità e armonia tra inostri livelli coscienziali e poter così giungere, all'e-quilibrio dell'essere.

REGULUS I:::I:::

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 14

Page 15: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Il fine ultimo

del Martinismo

HASID S:::I:::I:::

Quattro è il numero degli elementi che costituisco-

no l’universo e nel quattro è contenuto il tre. Nel tresta racchiusa la funzione iniziatica (sofferenza, morte,rigenerazione). Il quattro è il numero caro a L.C.deSaint Martin e a coloro che seguono la sua dottrina. Inesso è racchiuso l’universo ( acqua, aria, terra efuoco).Il tre, contenuto nel quattro, è il numero che divieneUno e l’Uno diviene tre. L’uomo a causa della cadutadi Adamo si trova inesorabilmente legato alla mate-ria. L’iniziato Martinista ha la possibilità di auto rige-nerarsi seguendo la dottrina del V:::M::: L.C. de SaintMartin.È nella dottrina Martinista che l’iniziato incontra ilRito, il Mito, il Simbolo che esprimono il concetto su“l’essere” ed il non “essere” non riscontrabile altri-menti nelle lingue ebraiche. Il tre richiama alla triadearchetipica: sofferenza, morte, resurrezione (rigene-razione). Sofferenza, morte e resurrezione non sono esclusivopatrimonio cristiano. Con la missione del Cristo assistiamo ad una volontàdi incarnazione di questi temi adottati da Saint Martinper la sua dottrina Cristica.Cristo è chiamato da Saint Martin il “Riparatore” poi-ché, con la preghiera e la meditazione rivolte alRiparatore che fa da tramite con Dio, è possibile usci-re dalla condizione di figli di Adamo “Cadmon” edelevarsi nella condizione spirituale del primo Adamo,realizzando così l’unione con Dio (il tre diviene unoed il quattro corpo fisico che si tramuta inspirito). Si deduce che sofferenza, morte e resurre-

zione o rigenerazione, non sono più esclusi-vo patrimonio cristiano; tuttavia con la mis-sione del Cristo si assiste ad una volontà di

incarnazione di questa tematica non solo nella storiama anche nel pensiero Martinista che invita all’unità.“Ecce Quam Bonum et Jucundum Habitare Fratresin Unum” questo detto nella sua semplicità non rap-presenta solo un invito alla condivisione e alla solida-rietà ma esprime un meraviglioso progetto divino chevede l’uomo proiettato nell’universalità intelligente ecreativa, tanto più importante quanto più l’uno diven-ta molteplice ed il molteplice uno. Alla luce di questa verità, ogni Martinista deve cer-carne i dettami mediante la preghiera e l’eggregora,dove uno è la continuità dell’altro e dove ogni parola,vibrando, diviene preghiera, dando così un contributoal progresso delle anime, all’armonia e al ritorno alPadre.L.C.de Saint Martin definisce la preghiera una “con-sumazione”, una sperimentazione delle verità, regiadi trasformazione; in effetti, la preghiera si ricollegaal principio alchemico del seme dei metalli o del lie-vito primordiale per la crescita e la trasformazione.La preghiera è il fuoco che riscalda l’athanor facendoardere insieme amore, volontà e fede.Il dramma mistico del Cristo, la sua passione, mortee resurrezione, si proiettano sulla materia per tramu-tarla. Con la devozione e la preghiera (insegna SaintMartin) le sostanze materiali soffrono, muoiono erinascono ad un nuovo modo di essere: vengono tra-smutate. Questo è lo schema di base per la rigenerazionemediante il sacrificio che altro non è che la funzioneiniziatica della sofferenza e che, in quanto tale,risponde al concetto espresso da Saint. Martin doveogni parola, ogni pensiero diventa preghiera e contri-buto al progresso delle anime, dell’armonia e dell’av-vicinamento a Dio. La preghiera come ultimo atto, è reintegrazione e

aspirazione Martinista. La reintegrazione è uno stato di totale con-sapevolezza e conoscenza di tutte le forze

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 15

Page 16: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

latenti di tutte le leggi. È necessario capire e dare ascolto alle rivela-zioni che si verificano al centro “dell’uomo -spirito” realizzando quanto afferma il nostro V:::M:::“L’unica vera iniziazione che anelo e che cerco contutto l’ardore del mio animo è quella che ci consentedi entrare nel cuore di Dio e di fare entrare il cuoredi Dio in noi...non esistono misteri per conquistarequesta sacra iniziazione: l’unico mezzo è di penetraresempre più profondamente negli abissi del nostroessere, fino ad individuare e portare alla luce insuperficie la viva e vivificante radice.”

HASID S:::I:::I:::

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 16

Page 17: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Piccole riflessioni sul

QUATTRO

ATHANASIUSA:::I:::

Nella nostra ricerca aspiriamo solo alla liberazione

attraverso la distruzione delle catene della materiali-tà.Il ricongiungersi e ritrovarsi nella pura essenza spiri-tuale, l’aspirazione verso l’infinito nella sua naturasottile ed assoluta, è veicolato dalla distruzione, avolte anche cruenta, delle zavorre terrene.Si è avuta la consapevolezza di essere stati schiantatinella materia pura che ci stringe e ci piega allontanan-doci dal Creatore di cui siamo la parte caduta.La croce è l’emblema del supplizio a cui siamo con-dannati, distesi sui suoi quattro rami ed alla cui inter-sezione è inchiodato il nostro spirito.Tuttavia al supplizio cede la conciliazione degliopposti e i quattro rami della croce, simbolicamenterichiamanti l’opposizione delle rette contrarie, vannoa coincidere, ad unirsi e fondersi nel vertice, punto dicongiunzione. La vita dell’uomo, pertanto, nei suoiconflitti materiali, mossa dagli istinti, dall’impetodegli accadimenti, dalla irruenza della volontà edall’ardore delle passioni, cede e si concilia nella sin-tesi divina.- René Guenon riconosce che <<Il centrodella Croce è quindi il punto nel quale si concilianoe si risolvono tutte le opposizioni; in questo punto èsituata la sintesi di tutti i termini contrari, iquali, in realtà, soltanto se riguardati secon-do le prospettive esteriori e particolari dellaconoscenza in modo distintivo>> (IlSimbolismo della Croce) con ciò sollecitan-

do la conciliazione delle antinomie nell’uo-mo e fuori dall’uomo.L’uomo deve percepire, sentire, ricercare

l’essenza nella sintesi che non è solo ciò a cui ci sirivolge, ma è anche ciò da cui si espande l’essenza. Il rapporto è biunivoco e bidirezionale: si parte dalcentro, dall’essenza dalla spiritualità pura per muo-versi sulle quattro direttrici, ma ci si muove anchedalle periferie, dagli estremi della materialità pergiungere alla interiorità pura.In buona sostanza, così come è fuori, così è dentro:tutto è correlato e speculare e tutto è conflitto. In que-sta prospettiva, in cui tutto si riconcilia e si sintetizza,si scopre la ciclicità delle quattro stagioni e della lineadegli equinozi, dei solstizi e dei quattro elementi:tutto il divenire è volto al superamento della grandecosmogonia in cui la chiave di volta è costituita dal-l’uomo.Siamo, quindi, sempre più chiamati a superare la con-flittualità al fine di giungere al centro del puro spirito.Tutto ciò è funzionalizzato al riavvicinamento, alricongiungimento ed alla reintegrazione con il nostroCreatore in cui tutto si armonizza.E’ grande la fatica che ci attende e che, a volte ciopprime, rendendo il nostro cammino difficoltoso. Il sentiero impervio della materialità ci spinge per unverso nel cedimento continuo della materia e per altroverso, la Luce che si scorge ci porta ad andare avanticon speranza fino a giungere alla Corona in un conti-nuo conciliare i quattro elementi.

ATHANASIUSA:::I:::

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 17

Page 18: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Caino e Abele

MIRIAM I:::I:::

A tutti noi fin da bambini è stato raccontato l’episo-

dio biblico di Caino e Abele narrato nella Genesi,quasi sempre con intenti moralistici-educativi.Ovviamente, il racconto fa riferimento unicamente alsignificato letterale della Torah ma noi dobbiamoconsiderare anche gli altri tre livelli di interpretazio-ne; Infatti, lo studio di questo testo sacro si svolge suquattro piani:Peshat-LetteraleRemez-AllegoricoDerash-Metafora parabolaSod-Significato segreto misterioso mistico.Le iniziali di questi quattro livelli creano la parola“PaRDeS” che significa paradiso, giardino; moltistudiosi considerano questa parola sinonimo di giar-dino dell'Eden.Sicuramente solo studiosi che abbiano raggiunto unaeccezionale conoscenza della lingua e cultura ebraicariescono a superare il primo livello di lettura dellaBibbia: tra questi per me c’è anche Antoine Fabred'Olivet che ha scritto “la lingua ebraica restituita” ealtri libri quasi tutti sull'ebraismo.Questi, a mio avviso, riscoprendo nell'alfabeto ebrai-co ulteriori corrispondenze, oltre quelle tradizional-mente conosciute, tra lettere e glifi grafici, ha cercatodi cogliere il significato simbolico della parabola diCaino e Abele: cosi infatti ha tradotto il passo Gen. 4:6 e 7 “perché questo turbamento e questoabbattimento? non è vero che se fai il bene neporti il segno? e se non lo fai, al contrario, ilvizio ti si dipinge in fronte? Che il male tiattira nella sua china che diviene la tua? E

che tu ti rappresenti simpateticamente inlui?”Cosa si può dedurre da questa traduzione?

Che solo facendo il bene avviene una elevazione spi-rituale, cioè che se ne porta il segno ed è quindi deter-minante dominare le passioni che ci trascinano nellachina del male. Purtroppo, Caino non capisce questalezione e non sottomette le proprie passioni, gelosia,invidia ecc. Lui uccide il fratello e questo atto non gliviene perdonato da Dio che comunque dice:“Chiunque Ucciderà Caino subirà la vendetta settevolte”. Dobbiamo fare un ulteriore passo nella rivalutazionedel fratello comunemente considerato “cattivo”,infatti Caino è l’unico a sentire la voce di Dio ed adialogare con Lui; questa circostanza non deve esseresottovalutata. In altri passi della Bibbia Dio hamostrato una maggiore severità ed ha comminatopunizioni molto più drastiche contro i peccatori; per-sonalmente non avevo mai compreso queste differen-ze di comportamento valutando le diverse situazionesulla base di un'interpretazione letterale della Bibbia.Credo che Fabre d’Olivet ci offra la possibilità dicapire un possibile significato simbolico di questoepisodio: Abele rappresenta la parte carnale di Cainoe dell'uomo in generale: ma è importante avere laconsapevolezza che le nostre passioni e i nostriimpulsi sono comunque importanti, rappresentanouna forza di cui ci dobbiamo servire lungo il percorsoiniziatico, devono essere dominati e indirizzati.Il viaggio verso la consapevolezza richiede moltaenergia e determinazione: la meditazione, strumentocosì importante per i Martinisti, per passare dall’Ioalla coscienza del Sé, pur nel rilassamento esteriore,richiede desiderio, concentrazione e volontà, qualitàqueste ultime inerenti alla forza interiore non certoalla debolezza. Nella Basilica di San Vitale aRavenna in due lunette del presbiterio

poste una di fronte all'altra vi sono due stu-pendi mosaici raffiguranti: una il sacrificiodi Abele l’altra il sacrificio di Isacco. L'iconografia di questi costruttori di mosai-ci era molto precisa ed accurata: infatti i

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 18

Page 19: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

padri della Chiesa conoscevano con moltaprecisione il significato simbolico delle lororappresentazioni. Inoltre è necessario ricorda-re che le immagini erano l'unico strumento d’istruzio-ne per un popolo che all’epoca era per lo più analfa-beta. Da tutto questo dobbiamo dedurre che ogniminima espressione grafica ha la sua motivazione e sirende comprensibile solamente osservandola alla lucedella conoscenza e del desiderio di apprendere. E’con questa predisposizione della mente che dobbiamoammirare e studiare questi capolavori di arte mosai-cale.Consideriamo inoltre che il Battista battezza Gesùcon l'acqua del Giordano ma non lo seguirà nella suamissione terrena e non diventerà suo discepolo, marimarrà suo annunciatore; il Battista infatti dice: “vibattezzerà” e con queste parole non sembra includeresé stesso. Forse il Battista è consapevole di essere “ilprimogenito dei morti” come dice S.Paolo nellaprima lettera ai Colossesi 1.18.Dice inoltre: “verrà uno dopo di me che è nato primadi me” Gesù è causa dell'umanità, l’IO SONO inte-riore che dona alla creazione lo Spirito vitale il RuachElohim; l'uomo creato è l’effetto.L'espressione di Giovanni Battista nel Vangelo:“occorre che Io diminuisca affinché Lui possa cre-scere” mi ricorda i piatti di una bilancia d’altri tempi:che pur essendo contrastanti devono esserci entrambiper far funzionare il meccanismo, e solo lavorandoinsieme possono trovare un giusto equilibrio. Inoltre,la parte più pesante (i pesi, la materia) deve calare perpermettere l’evoluzione della parte spirituale. Simileè l'immagine della bilancia nel Duat egiziano dove ilcuore sede delle nostre emozioni, dei nostri sentimen-ti umani ed anche delle nostre passioni, deve esserepiù leggero di una piuma, affinché lo Spirito delmorto entri nella vita eterna.Dalla Genesi sappiamo che Abele era un pastore digreggi mentre Caino era un agricoltore e gliiniziati vengono chiamati “lavoratori dellaterra”. La strada per la trasmutazione alche-mica del nostro Sé è simile al lavoro di unbuon agricoltore: dissodamento della terra

incolta, concimazione, mietitura e raccolto;in questo lavoro si devono conoscere i ciclistagionali e lunari.

Questa opera porta al germoglio, alla nascita del vir-gulto quindi del bambino alchemico Horus per gliegiziani, Apollo per i romani, ecc. Sul filo di questeconsiderazioni anche Gesù “figlio dell'uomo” puònascere solo al compimento dell'opera ed anche ilnostro “Io” superiore la nostra neshamah può emer-gere solo alla fine del lavoro alchemico.Anche nella mitologia egizia vi sono due rivali traloro: Horus e Seth: la trama della loro rivalità è moltocomplessa ma senz'altro Mosè, istruito alla corte delFaraone, la conosceva bene. Forse non è un caso chele iniziali di Caino e Abele siano riconducibili ai nomiegiziani: il Ka e il Ba che si possono identificare,anche se con alcune differenze, con lo spirito l'uomocon testa di falco il Ka, e l'anima con l'uccello congrandi ali e testa umana, il Ba.Al Museo del Cairo c'è una stupenda statua in granitorosso che rappresenta il faraone Ramses III con allasua destra il Dio falco Horus e a sinistra il Dio Seth-Anubi con testa di sciacallo, entrambi pongono lamano destra sulla testa del Faraone: infatti, entrambisono essenziali per l'incoronazione del sovrano ilquale per assurgere a stella del cielo, dopo la mortefisica, dovrà unificare queste componenti : il Kadovrà assimilare la colomba per giungere alla lumi-nosità dell'Akh.Solo nel Nuovo Regno tutto questo diverrà patrimo-nio spirituale anche del popolo egiziano, indice dellaaumentata consapevolezza della spiritualità imma-nente all'uomo.Il nome Caino in ebraico è “Qain”, lettere: qkof yodnun che si può tradurre anche con acquistare, edinfatti in Gen. 4-1 è detto: “Eva partorì Caino e disse- ho acquistato un uomo dal Signore- poi partorìancora suo fratello Abele”. Di Abele non dice di

averlo acquistato dal Signore; inoltre ilnome Abel potrebbe essere tradotto condebolezza e orgoglio e se applichiamo aquesto termine una tecnica molto usatanello studio dell'ebraico antico, cioè “gio-

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 19

Page 20: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

care” con le lettere di una parola permutando-le ecc, si trasforma in Babele dalla cui miticatorre venne la confusione, la dispersione degliuomini e delle lingue.Nella traduzione di Antoine Fabre d’Olivet: Caino ilviolento centralizzatore si levò con furia contro suofratello Abel lo abbatte’ e lo immolò. Questa traduzio-ne è totalmente diversa direi contrapposta a quellatradizionale; non si tratta più di un omicidio ma di unsacrificio. Sacrificio che richiede forza fino alla vio-lenza per allontanare da noi le scorie e fuoco vivo perbruciare.Ritornando alla basilica di S. Vitale. come ho scritto,sulla lunetta di fronte al sacrificio di Abele, vi è ilmosaico con la rappresentazione del sacrificio diIsacco. Mi sembra importante porre l’attenzione sullaspada (è molto lunga sembra quasi una lancia ) edall’elsa dell'arma escono delle fiamme, mentre ilbraccio di Abramo che è alzato per colpire Isaccoguarda in basso. Pare verso l'animale che verrà poisacrificato al suo posto e che non sembra mostrarealcun timore. Anche in questo caso dobbiamo vedere,secondo me, il sacrificio che deve compiere l'iniziato,colui che intraprende una via di conoscenza, l'adeptoche vuole sacrificare una parte di sé stesso per giun-gere a quel nucleo interiore profondo, a quel Sé chesolo puòcollegarlo alla divinità ma che non puòcoesistere con la sua parte materiale. IL

fuoco della spada di Abramo, il simbolo difuoco dell’agnello, la furia violenta di Cainosono tutti aspetti della trasformazione alche-

mica dell'uomo, del battesimo di fuoco del Cristo. MIRIAM

I:::I:::

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 20

Page 21: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

IL GATTO

(l’importanza del nome)

OBEN S:::I:::

Nella bibbia (genesi 23) leggiamo che Adamo

impose un nome a tutti gli animali e che grandeimportanza è attribuita nella mistica ebraica al nomedelle cose, dove ogni lettera ha oltre ad un valore sim-bolico archetipo, anche un valore numerico che puòaiutarci a comprenderne l’essenza e la vera naturadelle stesse. Quando questi valori numerici in diversinomi e parole sono uguali, ecco che spesso appaionoai nostri occhi anche i veri complementari di ognicosa. Verificando con questo metodo ogni cosa crea-ta, potremmo anche arrivare a “convenire” che ilcreatore non sbaglia, crea solo cose buone.Grande importanza il nome lo ebbe del resto anchenella civiltà greca e in quella romana (nomen omen).Anche Tommaso d’Aquino afferma che i nomi dellecose devono corrispondere alle loro proprietà.Spostando la nostra osservazione sulla lingua ebraica,in cui le lettere che compongono le parole hannoanche un valore numerico che permette secondo laGhematrià ulteriori possibili riflessioni, osserviamoche: • Gatto in ebraico si scrive חתול (khatúl) parola che havalore ghematrico 444 (8+400+6+30 = 444), valorenumerico che richiama in chi si interessa di numero-logia (data l’incidenza del numero 4, 40 e 400) unatriplice purificazione, valore che tra l’altro condividecon la parola לוחות (Luchot, numericamente30+8+6+400=444) che vuole dire tavoledella Torah, ossia le tavole della Legge por-tate giù da Mosè dal monte del Sinai; 444 èinoltre anche un valore che condivide con la

parola דמשק (Dameseq, numericamente4+40+300+100=444) ossia Damasco, luogoin cui si stava recando l’apostolo Paolo quan-

do fu illuminato.•Anche la parola ebraica al femminile חתולה (khatú-lah) gatta ha un interessante valore ghematrico 449(8+400+6+30+5=449), valore che condivide con טלית(Talit, numericamente 9+30+10+400=449) mantoparticolare che l’ebreo indossa durante la preghiera eOr Metzuchtzach,1+6+200=207 e) מצוחצח אור40+90+6+8+90+8=242, 207+242=449) che significaluce doppiamente ripulita. Secondo alcuni cabalisti(vedi in questo senso anche Nadav Crivelli, studioso,saggista e maestro di cabalà residente a Gerusalem-me, nel suo manuale di ghematria e numerologiacabalistica), la luce doppiamente ripulita corrisponde-rebbe a uno dei partzufim della Sephirah Keter (coro-na) ad origine di ogni polarità presente nella creazio-ne. Credo sia importante a questo punto sottolineareche per l’interpretazione cabalistica tradizionale,come per l’interpretazione offerta dal Chassidismoche le spiega come potenza dell’anima, le Sephirotsono anche sempre centri d’irradiamento di Luceossia di energia superiore, puro riflesso della coscien-za divina. Centri che si dispongono ad altro livello inmodo organico formando i partzufim o personifica-zioni. In questo senso ogni partzufim può essereanche visto come un frammento di luce o di pietrapreziosa che può arricchire enormemente la natura dicolui che ne comprende l’insegnamento. Quanto precede credo possa costituire per alcuni unapossibile occasione di riflessione anche sulle caratte-ristiche e sull’ importanza di questo animale e dellasua particolare gerarchia spirituale. Secondo alcunistudiosi di esoterismo infatti gli animali avrebbero:un corpo materiale, un’anima individuale, ma a diffe-renza dell’uomo non uno spirito individuale interno,ma bensì uno spirito esterno collettivo con il quale

come singole sinapsi sono comunque con-nessi ed in evoluzione. Personalmente ritengo che non sia un casoil fatto che ci si possa trovare in un momen-to della propria vita in particolare sintonia

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 21

Page 22: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

con questo splendido animale così capace diconciliare gli opposti: es: dolcezza e dedizio-ne con le sue innate caratteristiche predatorie(basta osservare una gatta che si dedica ai sui gattiniper vedere con quanta abnegazione e sacrificio di sélo fa, e poi come il gatto maschio capo di una comu-nità felina generalmente si prodiga senza risparmio indifesa della sua comunità). Credo che se si osserva ilcomportamento di un maschio a capo della sua comu-nità felina (se vi è un gatto rosso ho potuto constatareche il capo il più delle volte è lui) si possano racco-gliere preziosi esempi per un manuale dell’aspirantecapo in ogni ambito. Il gatto è un Capo sorprendente,può essere despota ed intransigente ma nel contempoanche magnanimo e generoso; generalmente poi ilrispetto per le gatte della comunità è totale, spessovengono lasciate mangiare per prime e difese; è uncapo che sa anche delegare e si può servire anchegerarchicamente di luogotenenti che lo aiutano einterpretano come ordine da eseguire (es. allontanareun intruso) il segno di non gradimento del capo,oppure accettano i felini estranei alla comunità che ilcapo ha già accettato. Quando si aiutano e seguonodelle colonie feline, può anche succedere di esserericonosciuti come capi e chi non è accettato da noinon lo è neanche da loro. Questo perché riconosconoche li aiutiamo, difendiamo e serviamo come un realecapo deve fare. Non sempre negli uomini questo con-cetto è altrettanto chiaro.Abbiamo traccia dai ritrovamenti archeologici, che igatti venivano tenuti in particolare considerazionenell’antico Egitto (civiltà quest’ultima particolarmen-te importante per ogni seria tradizione iniziatica). InEgitto il gatto era accettato nei templi e nelle fami-glie, era considerato sacro e parte della famiglia;quando moriva era mummificato, sepolto con ritifunebri elaborati e chi uccideva un gatto era punibilecon la morte. Un detto egizio recita: non si accarezza la gattaBastet, senza prima avere affrontato la leonessaSekhmet. Nell’antico Egitto infatti, il gatto era considerato unasublimazione di forze della natura ed anche la mani-festazione terrena di Bastet, la Dea della

salute, divinità protettrice della fertilità, dellamaternità e delle gioie della vita, rappresen-tata con il corpo di donna e la testa di gatto.

Nella mano sinistra di Bastet spesso veniva raffigura-to un amuleto ritenuto sacro “l’utchat” al quale siattribuivano poteri magici.Il culto di Bastet includeva rituali di purificazione eprofumazione.Si può osservare che anche gli antichi greci riteneva-no il gatto un animale sacro, correlato alla DeaArtemide ed anche nell’antica Roma i gatti eranosacri a Diana, dea della caccia e della luna. Il gatto èanche sacro a Freya una divinità della mitologia nor-rena il cui carro d’oro che dispensava abbondanza eprosperità, era trainato da una coppia di gatti.Non dappertutto però i gatti hanno avuta vita facile, acausa anche delle superstizioni ideate e ampiamentefavorite dagli integralismi religiosi; del resto i gattiper le loro caratteristiche sono sempre stati oggetti diculto da parte di popoli ritenuti pagani. Va annotatoche nel 1200 ebbero inizio sotto il pontificato diGregorio IX vere e proprie persecuzioni di gatti con-siderati nemici della fede ed incarnazione del diavo-lo; prima solo quelli neri e poi tutti gli altri. Parte del-l’ebraismo poi interpreta il gatto come “chaiahtemeah” ossia animale selvatico impuro, anche se nelTanach il suo nome non compare. Quindi il gattocome “chaiah temeah” ha una pubblicità negativanelle fonti classiche, ma già nel Talmut gli si ricono-sce qualche merito, e nel corso della storia la suaposizione come animale addomesticato ed utile gli èstata anche ebraicamente riconosciuta. Nell’anticocimitero ebraico di Padova, nelle due tombe di fami-glia Katzenellenbogen è scolpito lo stemma di fami-glia che rappresenta proprio un gatto (in tedescoKatz). Nell’Islam il gatto è un animale amato da tene-re in casa e ne è proibita la castrazione e sterilizzazio-ne. Il profeta Muhammad amava molto i gatti e rite-neva che dove ci sono i gatti gli angeli entrano nellecase; si narra che egli pur di non svegliare la sua gattache si era addormentata sulla sua veste, tagliò la suamanica prima di alzarsi.Il gatto, del resto, è un animale con caratteristiche che

lo rendono molto speciale.

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 22

Page 23: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

I gatti sono indipendenti, addomesticabilisolo in parte, vedono anche al buio; si diceche essi siano attirati verso l’energia spiritua-le e che non abbiano timore degli esseri spiritualiinvisibili, che siano straordinariamente magnetici etelepatici; si ritiene che le loro fusa siano vibrazionicurative particolarmente efficaci quando si sdraianosulla parte di noi che è malata. Il gatto è poi risaputo(secondo alcune teorie) che è alla costante ricerca didormire sopra i cosiddetti “nodi di Hartmann” ossiaquelle particolari intersezioni delle linee del campomagnetico terrestre che avviluppano tutto il pianetaad intervalli regolari e che sono evitati e dannosi pertutti gli altri animali e l’uomo. Scriveva CharlesBaudelaire: “ Il gatto è lo spirito familiare del luogo”,giudica, presiede, ispira ogni cosa nel suo impero,forse è Fata forse è Dio.Il gatto sa rilassarsi profondamente e mantenersi allostesso tempo vigile, conosce istintivamente i segretidel benessere e dell’armonia, non a caso gli si attri-buiscono sette o nove vite (a seconda dei paesi) ed imonaci Zen ritenevano che fosse in grado di “mostra-re la via” a chi poteva vederla. Personalmente hoavuto sinora occasione di occuparmi amorevolmentedi molti gatti e per ciò che concerne la mia esperienzae per quanto ho potuto riscontare, credo che quantoritenuto dai monaci Zen sia vero. I gatti con il loromagnetismo e le loro fusa delicate entrano spesso ingrande sintonia con le profondità della nostra anima;ritengo possano essere in grado di animarne e illumi-narne gli abissi, nonché possano contribuire ad attiva-re in maniera particolare la nostra via del cuore, indi-cando a chi sa osservarli anche i nostri limiti e le pos-sibili vie di superamento. Tra i felini predatori il gattoè sicuramente il più debole, ma considerato il suo par-ticolare possibile rapporto con l’uomo anche il piùforte, infatti non è a rischio estinzione. Penso che sarebbe bene ogni tanto soffermarsi ariflettere sul collocamento dell’uomo (assodato che èun predatore) tra i predatori esistenti (materiali edimmateriali) e sul fatto che qualcuno sappia rendersiconto di quanto ha bisogno di Dio poiché “è debole,è allora che è forte” (v. anche 2 Corinzi 12,910). In ultima analisi, concludo osservando che

c’è anche chi ritiene che Dio abbia creato ilgatto perché l’uomo potesse accarezzare latigre, imparando così a familiarizzare, purifi-

care e vivere anche in armonia con la propria Tigreinteriore, lasciandogli così nel rispetto della sua natu-ra, il compito di difendere la propria casa anche daitopi e dai serpenti.

OBEN S:::I:::

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 23

Page 24: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Alla ricerca

dell’uomo interiore

MOSE’ S:::I:::I:::

Per raggiungere la Saggezza dobbiamo correre

ogni giorno…volti alla ricerca e alla conoscenza diquest’essere “sconosciuto” che è in noi/che siamonoi …Ciao, come va? ….. Tutto OK, grazie eTu/Lei/Voi?Istintivamente siamo portati a nascondere la nostrafragilità, le nostre debolezze, i nostri desideri piùsegreti, i nostri sentimenti più penosi, le emozioni piùintime … con risposte di questo tipo: Tutto OK, gra-zie, tendenti a eludere l’attenzione altrui su di noi. LA VITA È QUESTA: NULLA è facile … NIEN-TE è impossibile …

I grandi interrogativi dell’esistenzaLe classiche domande che, da sempre, l’uomo comu-ne, l’uomo di cultura, il filosofo, l’uomo di scienzarivolge a sé stesso e agli altri, senza riuscire a trovareriscontri conformi né a darsi risposte risolutive sono:Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?Perché siamo qui? Qual è il nostro compito in questomondo? Quando finirà tutto questo? Esiste la vitaanche in altre galassie dell’universo? Esiste la vitaoltre la morte?

Noi viviamo in un sistema solare che rappresenta sol-tanto una sottile particella di polvere in rapporto allasuperficie dell’intero universo … tanto da sembrarequasi invisibile … e anche i quasi otto miliardi diindividui che sono stanziati e, in atto, “affollano” laTerra risultano anch’essi insignificanti sia per l’esi-guità numerica e sia per la caducità e la fragilità dellaloro stessa esistenza … Ciononostante, la mente dell’uomo si è persuasa che“È vero senza menzogna, certo e verissimo

…” che la propria vita abbia un significato,un valore, uno scopo, un obiettivo importanteda conseguire.

Dal punto di vista dell’evoluzione, l’uomo potrebbeanche essere il prodotto di una casuale mutazioneevolutiva biologica … quindi la vita sarebbe esclusi-vamente la conseguenza di circostanze accidentali …senza alcuna finalità specifica da raggiungere … e,sic stantibus rebus (stando così le cose), non si capi-sce la motivazione della persistenza della inclinazio-ne umana a cercare di comprendere e di rivolgersiquesiti fondamentali sul passato, sul presente e sulfuturo individuale, o dell’umanità e del cosmo. Tuttavia, fra l’uomo e gli animali la distanza evolu-zionistica è rimasta nei secoli incolmabile… gli ani-mali non tengono consapevolezza del tempo passatoné del presente che scorre e neppure del futuro cheincalza per fare il suo ingresso nell’hic et nunc (qui eora) … L’uomo comune e pure il filosofo e lo scienziato con-tinuano a domandarsi: Cosa seguirà alla morte delcorpo? L’anima sopravviverà? Il suo destino sarà nella felicità celeste, nel fuocoinfernale oppure nell’oblio della tomba terrena? Oforse si reincarnerà nuovamente in un altro corpo? Da dove origina e in cosa consiste l’energia che cimantiene in vita?

…l’uomo, pur essendo un esserino minuscolo, micro-scopico, quasi impercettibile nell’immensità dell’uni-verso e pur delineando un attimo fuggente nello scor-rere interminabile del tempo … pur tuttavia detiene emantiene una posizione di vantaggio e di favore, diprivilegio, di tutela e di protezione … l’uomo pale-semente appare il centro di tutto il creato …

Einstein ha dichiarato di essere “profondamente col-pito dall’armonia della legge naturale, che svelaun’intelligenza così superiore che, in paragone adessa, il modo sistematico di pensare e di agire degliesseri umani è un riflesso del tutto insignificante”.

Milioni di indagini, ricerche e scritti, sin dai

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 24

Page 25: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

primordi, non sono riusciti a produrre rispo-ste, né spiegazioni verosimili, convincenti eragionevoli per dare riscontro ai classici inter-rogativi che ancora oggi persistono irrisolti. Tra l’altro, appare necessario chiedersi “quale meta-morfosi abbia subito l’essere umano fino all’attualecontesto storico e quale scenario futuro si profila perlui. “Un uomo piantato nel XX secolo” è un libro diZygmun Bauman, che è uno dei massimi interpretidel nostro tempo ... che fa seguito alla disgregazionee dissoluzione di quel mondo solido, forte, ordinato,noto come modernità … che è stato rimpiazzato,soprattutto a causa della globalizzazione caratterizza-ta da esodi e immigrazioni bibliche, da una societàdestrutturata, incoerente, instabile e priva di riferi-menti validi ... Bauman disegna uno scenario allar-mante sulla nuova condizione umana che si è venutaa creare in considerazione anche delle ripercussionimateriali di questo processo: differenze culturali ereligiose e povertà in progressivo aumento, ingiusti-zie galoppanti e diritti umani maltrattati … riacutiz-zazione di atti di violenza e riaccensione di conflittimai completamente sopiti e avvio di nuovi focolai diguerre minacciano seriamente la sopravvivenza diimmense moltitudini ed etnie e dell’umanità intera. Ci viene spontaneo chiederci: in tutto questo trambu-sto … la Scintilla divina insita nella natura umana …cosa sta aspettando a manifestare tutta la suaPotenza? La scintilla divina, presente nell'anima di ognuno,rappresenta il "testimone" della natura divina di ogniessere umano e simboleggia la forza che permea tuttol'universo.Questa scintilla divina che è in noi deve essere realiz-zata e se non la realizziamo, la vita sarà inutile, spre-cata. (C. G. Jung, da “Psicologia del KundaliniYoga”). Pertanto nascere è importante perché è pro-prio in questo mondo che può avvenire la realizzazio-ne del Sé, altrimenti lo scopo di questo mondo sarà unfallimento totale!La nostra entelechia, termine aristotelico utilizzatoper designare la realtà che reca registrata in se stessala meta finale verso cui tendere ed evolverci,

fino a raggiungere il pieno grado dello svi-luppo, deve essere realizzata ... lo scopo spe-cifico di ogni persona, la meta per cui la

nostra anima si incarna, deve essere raggiunto …altrimenti la vita diventa un’esperienza assolutamentepriva di valore. Noi siamo esseri divini che abbiamodimenticato le nostre origini … noi dobbiamo pren-derne consapevolezza, risvegliarci e inserirci sul sen-tiero della reintegrazione e procedere fino a raggiun-gere la dimensione dove saremo liberi dalla legge delcondizionamento e del determinismo che perpetua lafragilità umana.… e tutto questo è possibile …

La meta dell'umanità: un viaggio costante verso leorigini Paul Gauguin nasce a Parigi il 7 giugno 1848 e muoread Atuona (Polinesia francese) a soli 55 anni nel1903; pittore francese, è stato uno dei protagonistidella fase artistica che definiamo post-impressioni-smo. Egli incarna un altro archetipo di artista chevuole evadere dalla società e dai suoi problemi perritrovare un mondo più puro ed incontaminato. Eglivive con quello spirito di permanente insoddisfazionee di continua ricerca di qualcosa d’altro che lo portaa girovagare per mezzo mondo… l’intensa spiritua-lità delle sue immagini, dona un importante contribu-to anche alla pittura «simbolista», in polemica con ilnaturalismo letterario di Zola e Flaubert e con il rea-lismo pittorico di Courbet, Manet e degli impressio-nisti. Ne deriva una pittura dai toni intimistici cherifiuta la copia dal vero e l’imitazione della natura. … Ecco, a seguire, una poesia interessantissimadell’artista …Da dove veniamo?Chi siamo?Dove andiamo?Ogni giorno ogni uomolotta per vincere la sua sopravvivenza,lotta per vivere una vita più bella,più ricca, appassionante e ambiziosa.Ogni giorno ogni uomo lotta,essenzialmente, per accumulareuna maggiore cultura e una maggiore creatività

in tutti i campi della sua attività lavorativa.

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 25

Page 26: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Ogni giorno ogni uomo lottaper conquistare la propria libertà personale,sociale, culturale, economica e assoluta.L'umanità ha una grande arma a sua disposizione,la scienza, con la quale può scoprire tutto.La scienza, inoltre, può dare all'umanitàuna giovinezza perenne e l'immortalità per ogni sin-golo.Un altro grande obiettivo della scienzaè quello di dare agli uominiuna vita comoda e priva di sofferenze fisiche.Questi obiettivi non sono utopiema saranno le mete della nostra società.Dunque la scienza è l'arma più ingegnosa e creativain possesso dell'umanità per realizzarei nostri sogni di uomini di oggi.Ora il fine dell'umanità è quello di scoprire, capire,quale è stata l'origine degli uomini,quale sarà la fine della Terrae quale è lo scopo dell'universo.Veniamo dalla materia,siamo uomini intelligenti e creativie andiamo verso la libertà.

Questi sono gli obiettivi degli uominied è loro compito realizzarli.Invece è compito di Dio ritornare e svelarsi

per quello che è agli uomini.MOSE’ S:::I:::I:::

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org 26

Page 27: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

ORDINE MARTINISTAORDINE MARTINISTA

n.68Equinozio di Primavera

2018

La consultazione di cenni storicisull’Ordine Martinista,

è possibile sul sito ufficialehttp://www.ordinemartinista.org

Page 28: Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di ... · Bollettino dell’Ordine Martinista n. 68 Equinozio di Primavera 2018 La presente pubblicazione non è in vendita ed

Alla gloria di Grande Architetto dell’Universo

e sotto gli auspici del Filosofo Incognito nostro Venerato Maestro

Proprietà riservata dell’Ordine Martinista

http://www.ordinemartinista.org/