Black Hat Seo: il Lato Oscuro della SEO
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Black Hat SEO: il lato Oscuro della SEO
Tecniche di posizionamento sgradite a Google e meno vicine alle linee guida.
Prima di Iniziare
Alcune delle tecniche spiegate in questo intervento vanno prese in considerazione con le dovute cautele, poiché rischiano di sconfinare nell’illegalità.
Vivere solo di Black Hat SEO non conviene: E’ rischiosa. Spesso e’ più difficile sviluppare il brand. Spesso e’ più difficile fidelizzare l’utenza.
Un uso intelligente ci può essere: Affiancandola a tecniche White Hat. Per siti satellite. Per dominare le SERP. Usandola per velocizzare il lavoro.
Black Hat SEO: un Uso Intelligente
Doorway: pagine di reindirizzamento automatico verso un’altra pagina, al fine di dominare le SERP.
Cloaking: pagine in doppia versione, una per gli utenti ed una per i motori.
Keyword Stuffing e Testo Nascosto: incremento esagerato della keyword density o inserimento di keywords non inerenti al testo.
Le Tecniche più Pericolose…
Permettono di “coprire” più keywords attraverso una sola pagina per gli utenti e più pagine per i motori di ricerca.
Sono semplici da sviluppare. Sono più difficili da scoprire
rispetto ad altre tecniche Black Hat.
Generalmente sono usate per mostrare ai motori nuovi contenuti a tema.
Doorway Pages
Si mostrano due differenti versioni della stessa pagina in base a chi si trovano davanti: crawler o utenti.
Si possono usare contenuti duplicati per gli utenti e contenuti ottimizzati per i motori.
Si può usare una grafica pesante ma più bella per gli utenti e una grafica più leggera ed ottimizzata per i motori.
Cloaking
Viene aumentata la keyword density.
Possono essere inserite keywords a tema con il sito ma che non hanno trovato spazio nel testo.
Possono essere inseriti links visibili solo ai motori di ricerca.
E’ molto facile da scoprire, a volte anche da parte degli utenti stessi che possono fare lo Spam Report.
Keyword Stuffing e Testo Nascosto
Spam nei Forums: attraverso appositi programmi vengono inviati messaggi contenti link in una lista di forums vulnerabili.
Spam nei Blogs: sempre attraverso appositi programmi vengono scritti tipici commenti di spam in una lista di blogs.
Social Media Spam: in questo caso i links vengono cercati nei siti “Social”: Digg, Facebook e Flickr sono i preferiti.
…e poi c’è l’Off-Page…
Tutto viene quasi sempre fatto in
modo automatico.
I siti bersaglio sono migliaia.
Alcuni si iscrivono ai forums
senza inviare post, ottenendo
solo il link nel profilo.
E’ una tecnica altamente
penalizzante, tanto da essere
usata contro i concorrenti.
Spam nei Forums e nei Blogs
Viene sfruttato il grande successo
di questi canali per fare spam.
Nei siti di Social Bookmarking è
difficile trovare vere e proprie
risorse indesiderate, visto che
sono fatti apposta per ospitare
segnalazioni.
Un esempio di Social Spam può
essere quello nei commenti di
Flickr.
Social Media Spam
Acquisto di Links: un modo di cercare links abbastanza vecchio ma tutt’ora molto utilizzato. Google penalizza chi vende e chi acquista links.
Circuiti di Links: Circuti di scambi di links testuali finalizzati al posizionamento.
Link Farm: pagine piene di links ad altri siti che spesso a loro volta hanno dato un link alla pagina in questione, rafforzandola. Assolutamente inutili.
…e altre Tecniche “Grigie”
Non aiuta certamente a sviluppare bene l’immagine di un blog, forum o azienda sul web.
La gente è sempre più attenta e abituata allo spam e i risultati non sono quelli sperati.
In alcuni stati lo Spam, in determinate forme, è addirittura illegale.
Lo Spam è CONTROPRODUCENTENella maggior parte dei casi lo spam è controproducente, soprattutto se fatto male:
Un uso più intelligente..
Non necessariamente la Black Hat SEO
deve essere usata per progetti nei quali
l’utenza ha meno importanza o nei quali il
visitatore medio non è infastidito dallo
spam: si possono trovare vie alternative
per sfruttare la Black Hat SEO in altri
modi, quasi eliminando gli svantaggi.
Una via è quella di affiancare la Black Hat
SEO ad un network di micrositi e
blogs tematici.
Dal nostro sito principale, con ottimi contenuti e apparentemente senza tecniche di manipolazione dei links.
… e da molti micrositi a tema, gestiti e posizionati tramite tecniche Black Hat.
…i Micrositi ed il Network NascostoPer annullare gli svantaggi dell’uso di tecniche Black Hat SEO è possibile appoggiarsi ad un network nascosto di micrositi.Da cosa sarà formato questo network?
Prima tecnica, la più importante: l’Autoblogging, con questo impiegheremo meno tempo a sviluppare i contenuti.
E poi la Link Building, tramite appositi software, social bookmarking automatico ed altri metodi, anche White Hat.
I Micrositi nel DettaglioI micrositi di cui parliamo potrebbero essere sviluppati manualmente e ciò richiederebbe molto lavoro, per questo vengono in nostro aiuto le tecniche Black Hat
L’Autoblogging I micrositi sono progettati solo
per i Motori di Ricerca, quindi i
contenuti possono essere scritti
anche in modo non
necessariamente ortodosso.
Il processo di autoblogging, nella
maggior parte dei casi, si divide
in due parti:
Generazione di Contenuti
Rielaborazione
Wayback Machine RSS Newsletter Social Network Duplicazione Manuale
La Generazione dei ContenutiPrima di rendere i contenuti unici è necessario averne di duplicati: per fare questo esistono diverse vie, le più efficaci sono però queste:
Duplicare Solo Quando è PermessoI testi presenti in rete sono spesso coperti da copyright e non è possibile copiarli o modificarli in alcun modo: quando vengono selezionate le fonti da cui prelevare i contenuti si deve prestare attenzione alla Licenza d’Uso. Vanno usati solo i contenuti ripubblicabili e liberamente modificabili e nella maggior parte dei casi va indicata la fonte originale.
Wayback Machine Wayback Machine è un famoso
sito che permette di vedere
com’era un determinato sito in
passato.
Tramite questo tool è possibile
trovare contenuti ormai non più
in rete pubblicati su siti non
esistenti, oppure ritrovare
contenuti che siti ancora esistenti
hanno eliminato o aggiornato.
Non serve rielaborazione.
RSSIl metodo più usato: consiste
semplicemente nel prelevare
contenuti da altri siti web tramite
i feed RSS.
In questo caso si ha accesso ad
un enorme numero di contenuti
facilmente rintracciabili; è inoltre
facile trovare contenuti
altamente targettizzati.
Richiede la rielaborazione.
NewsletterMetodo semplicissimo e poco
usato: è veloce e genera
contenuti interessanti anche agli
occhi degli utenti, diventando
utile anche al di la dei micrositi e
dei network nascosti.
Consiste nel ripubblicare le mail
ricevute su una casella di posta
automaticamente e rimuovendo
gli elementi aggiuntivi.
A volte richiede la rielaborazione.
Social NetworkTwitter, Facebook & Co. sono
mezzi di comunicazione sempre
più diffusi: in campo Black Hat
SEO possono essere usati per
generare contenuti interessanti,
ad esempio ripubblicando intere
discussioni creando così un unico
articolo apparentemente
naturale.
Richiede la rielaborazione.
Duplicazione ManualePratica più diffusa in assoluto e
più semplice da applicare,
consiste semplicemente nel
girare per il web alla ricerca di
contenuti da copiare ed incollare
sul proprio sito web o blog.
Bisogna stare attenti a eventuali
script anti-duplicazione.
Richiede sempre la
rielaborazione.
Sostituzione di Parole Traduzioni Multiple
La Rielaborazione dei ContenutiDopo aver trovato contenuti da ripubblicare sul proprio blog in maniera automatica o manuale si procede con la rielaborazione:
Sostituzione di ParoleTecnica abbastanza semplice ed
applicabile in svariati modi.
Esistono vari programmi o
plugins creati appositamente per
questo scopo e la difficoltà sta
solo nel costruire un mini-
dizionario di sinonimi che renda i
testi ugualmente leggibili e allo
stesso tempo unici. In questo
modo i testi possono essere
appetibili anche per gli utenti.
Traduzioni MultipleSemplicissima tecnica che
consiste nello sfruttare la
potenza dei moderni traduttori
online traducendo lo stesso testo
più volte e poi tornando alla
lingua originale.
In questo modo si ha un testo
molto diverso dall’originale ma
che mantiene il senso e, che a
volte, è anche ben leggibile.
La Link BuildingI micrositi vanno ora gestiti come
se fossero unici siti indipendenti,
anche dal lato della link building.
Questo si può fare sia tramite
tecniche “White Hat”, sia tramite
tecniche “Black Hat”.
Esistono poi metodi usati dai
Black Hat SEO per velocizzare le
tecniche White Hat.
Link BaitingIl modo migliore per sviluppare la
link popularity è ovviamente
quello di ottenere links
spontaneamente da altri blog.
Gestendo bene i nostri micrositi e
facendo girare gli articoli tramite
Social Network e canali simili
questo è possibile: se riesce è
ovviamente il modo migliore per
avere un network potente.
Social Network
Social BookmarkingUltimamente ottenere links per
l’indicizzazione e per
promuoversi inizialmente è
diventato abbastanza semplice
grazie a siti di Social
Bookmarking come Digg o come
gli italiani OkNotizie e DiggIta.
Ci sono moltissimi siti di questo
tipo e avendo un tool di
inserimento automatico si
possono ottenere ottimi risultati.
Directory
Le care, vecchie directory hanno
sicuramente perso importanza,
ma non sono da trascurare.
Facendo attenzione a non inserire
i siti tutti nelle stesse directory
questo può essere un modo
veloce per aumentare la link
popularity dei micrositi e del sito
principale.
Acquisto Links
Va fatto con la massima
discrezione possibile, visto che è
una tecnica non molto gradita da
Google.
Ottenere dei links all’interno di
un articolo a tema con il nostro
sito può essere però molto utile,
specie se il sito che ospita il link
non è solito vendere links.
Dofollow BlogsMolti blog decidono di non
“sterilizzare” i links dei
commenti: non usano il nofollow
per incitare gli utenti a
commentare.
Esistono nel web liste di siti del
genere nei quali è possibile
andare a commentare ottenendo
ottimi links, magari anche a
tema.
Un consiglio: commentate
seriamente, non fate spam.
Particolari Attenzioni☞ Non collegare i siti fra loro: se ogni microsito è pieno di links
al resto del network è facile capire di cosa si tratta e dare
meno valore ai links. Pochi links in uscita.
☞ Non mettere tutto il network sullo stesso server.
☞ Non usare sempre lo stesso layout.
☞ I contenuti devono essere rigorosamente diversi.
☞ Links in entrata diversi.
☞ Inserire i links verso il sito principale nel tempo, non tutti
insieme.
In ConclusioneLe tecniche Black Hat SEO possono aiutare a velocizzare il
lavoro di posizionamento e creazione contenuti e possono
essere usate sia in un network di micrositi, come spiegato nelle
precedenti slides, sia per un singolo sito, facendo particolare
attenzione.
Fare SEO Black Hat non significa fare spam, infastidire persone
tramite mail indesiderate o riempire interi forums di discussioni
a carattere pubblicitario.
Le tecniche Black Hat non vengono usate solo per promuovere
siti pornografici o illegali.