Bisogni educativi speciali e inclusione
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BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E INCLUSIONE
BARI05 – 06 APRILE 2015
Dott.ssa Antonia Casiero
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Brahm Norwich (2000)
Al fine di realizzare le pratiche inclusive è necessario risponedere a 3 tipi fondamentali di bisogni educativi: Bisogni comuni (che fanno riferimento a
caratteristiche possedute da tutti) Bisogni specifici (che riguardano aspetti
condivisi da alcuni alunni) Bisogni individuali ( che sono
riconducibili esclusivamente ad alcuni alunni e sono differenti da tutti gli altri).
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Complessità e ricchezza dei bisogni tipici della scuola italiana
Ultimi quarant’anni: Inclusione disabili nelle classi comuni Normativa DSA Svantaggio socioculturale, linguistico o
clinico.
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Accorgimenti didattici specifici per una didattica inclusiva
Un apprendimento che sia: Adeguato alle proprie potenzialità Favorisca la partecipazione alla vita
sociale e comunitaria, sia a scuola, sia nell’extrascuola.
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I BES …..un po’ di storia
Concetto di BES nei documenti dell’Unesco nel 1997 Legislazione del Regno Unito nel 2001 Nei documenti dell’Agenzia europea per lo sviluppo
dell’educazione per i bisogni speciali nel 2003, si considerano BES anche altre persone in età evolutiva che manifestino difficoltà di apprendimento e di comportamento diverse dalle disabilità
Nel 2005 Janes propone una diversa accezione del concetto di BES, come possibilità aperta, dinamica e transitoria, di comprendere tutte le situazioni di funzionamento problematico per la persona, che ostacolano il raggiungimento dei propri bisogni.
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Nell’ICF del 2007 il funzionamento umano è la risultante dell’interazione complessa e sistemica tra: fattori biologici funzioni e struttura del corpo competenze personali e partecipazione
sociale fattori di contesto ambientale e
personaleche possono facilitare o ostacolare il funzionamento stesso.
I BES …..un po’ di storia
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Per comprendere i BES
Occorrono dunque non diagnosi cliniche ma: Osservazione Valutazionedella reale interazione tra i diversi fattori, per comprendere se quello specifico funzionamento è davvero problematico per quel soggetto.
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BES come transitorietà
La situazione di bisogno educativo speciale può essere del tutto transitoria, se cambiano le condizioni che l’hanno originata e dunque da essa si può uscire (contrariamente a tutte le altre etichette cliniche).
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Il concetto di BES……
non è clinico
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Il concetto di BES…..
è una macrocategoria
(che comprende tutte le possibili difficoltà educative e apprenditive degli alunni).
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Chi sono gli alunni con BES? (Da BES a scuola – Ed. Erickson pag. 17)
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La normativa: alunni con BES
Chi sono Valutazione, certificazione e diagnosi Programmazione educativa e strumenti
didattici Valutazione
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Chi sono?
Alunni con disabilità intellettiva, fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva (alunni con disabilità)
Alunni con dislessia evolutiva, disgrafia, disortografia e discalculia (alunni con DSA)
1. Alunni che presentano condizioni di svantaggio socio-economico e/o culturale. 2. Alunni per i quali la certificazione DSA è in corso. 3. Alunni con altri disturbi, non coperti dalla Legge 170/2010.
(alunni con altri Bisogni Educativi Speciali: DM 27/12/2012)
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Valutazione, certificazione e diagnosi
Certificazione ai sensi della Legge 104/92 e del DPCM 185/06.
Certificazione ai sensi della L. n 170/2010 e alle relative Linee Guida di attuazione (Luglio 2011).
Valutazione e delibera del Consiglio di classe, ai sensi del DM 27/12/2012 e della CM 8/2013
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Programmazione educativa e strumenti didattici
PEI d’obbligo per tutti gli alunni con certificazione. Basato su: diagnosi funzionale (descrizione del funzionamento dell’alunno), profilo dinamico funzionale (programmazione degli obiettivi didattici a lungo, medio e breve termine), descrizione di attività e materiali didattici di intervento, forme di verifica e di valutazione individualizzata.
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PDP d’obbligo per tutti gli alunni con certificazione.Basato su: dati generali sull’alunno, descrizione del funzionamento nelle abilità specifiche e disturbi associati, misure e strumenti compensativi e dispensativi utili, forme di valutazione personalizzata.
Programmazione educativa e strumenti didattici
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Il PDP non è d’obbligo per il Consiglio di classe, ma una scelta autonoma per la migliore gestione dei processi inclusivi; esso:definisce le misure didattiche da adottare collegialmente per soddisfare i bisogni, monitorare e valutare gli apprendimenti,è indicato se è prevista l’adozione di strumenti e misure compensative e dispensative.
Programmazione educativa e strumenti didattici
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Valutazione
Alla scuola primaria, la valutazione è positiva se si riscontrano miglioramenti rispetto al livello iniziale e agli obiettivi individualizzati previsti nel PEI.Per la scuola secondaria, l’articolo 15 dell’OM 90/01 prevede due percorsi di valutazione: PEI semplificato, basato sul raggiungimento di
obiettivi minimi disciplinari che ha come effetto il conseguimento del diploma valido a tutti gli effetti
PEI differenziato, non più legato agli ambiti disciplinari, ma alle reali capacità dell’alunno. In questo caso alla fine del percorso viene rilasciato un attestato con la certificazione dei crediti formativi, ma non il diploma.
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Forme personalizzate di valutazione che prevedono la possibile dispensa dalla forma scritta nella seconda lingua (da integrare con prova analoga orale).Tempi più estesi per le prove di verifica e valutazione.
Valutazione
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Non è prevista la dispensa dalla forma scritta della lingua straniera. È prevista l’adozione degli strumenti compensativi e l’estensione dei tempi per le prove, se previsto nel PDP.
Valutazione
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Strumenti programmatici per la didattica speciale
Il PEI (Piano Educativo Individualizzato)
Il PDP (Piano Didattico Personalizzato)
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PEI: Piano Educativo Individualizzato
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PDP: Piano Didattico PersonalizzatoE’ un percorso di personalizzazione articolato per le discipline coinvolte dal disturbo formalizzato in un documento che contenga: Dati anagrafici dell’alunno Tipologia del disturbo Attività didattiche individualizzate Attività didattiche personalizzate Strumenti compensativi utilizzati Misure dispensative adottate Forme di verifica e valutazione personalizzate
(MIUR 2011, p. 8)
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Quando un PDP è efficace?
Il PDP deve «funzionare» per raggiungere gli obiettivi prefissati, pertanto dovrebbe contenere indicazioni:-significative-realistiche-coerenti-concrete e verificabili
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La prospettiva inclusiva per i BES
Il termine inclusione si riferisce a tutti gli alunni, come garanzia diffusa e stabile di poter partecipare alla vita scolastica e di raggiungere il massimo possibile in termini di apprendimento e partecipazione sociale.La scuola inclusiva mette in campo tutti i facilitatori possibili e rimuove tutte le barriere all’apprendimento e alla partecipazione di tutti gli alunni.
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7 punti chiave per una didattica inclusiva
Sezione 1: Attivare i processi di apprendimento
Sezione 2: Elaborare le informazioni e costruire l’apprendimento
Sezione 3: Valutare gli esiti dell’apprendimento
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Sezione 1: Attivare i processi di apprendimento
La risorsa compagni di classe L’adattamento come strategia inclusiva Strategie logico-visive, mappe, schemi e
aiuti visivi
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Sezione 2: Elaborare le informazioni e costruire l’apprendimento
Processi cognitivi e stili di apprendimento
Metacognizione e metodi di studio Emozioni e variabili psicologiche
nell’apprendimento.
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Sezione 3: Valutare gli esiti dell’apprendimento
Valutazione, verifica e feedback
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1. Risorsa compagni di classeIncentivare e lavorare su: Collaborazione Cooperazione Clima di classe
Metodologie da privilegiare: Lavoro collaborativo in coppia Lavoro cooperativo in piccolo gruppo Tutoring tra pari Didattica laboratoriale
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2. Adattamento come strategia inclusiva
L’adattamento di strategie e materiali Adattamento di stili di comunicazione Adattamento di forme di lezioni Adattamento degli spazi
Occorre tener conto dei diversi livelli di abilità e dei diversi stili cognitivi presenti in classe
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3. Strategie logiche-visive, mappe, schemi e aiuti visivi
Mappe mentali Mappe concettuali Schemi Diagrammi Linee del tempo Illustrazioni significative Flash card
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4. Processi cognitivi e stili di apprendimento
Attenzione Memorizzazione Pianificazione Problem solvingPer sviluppare abilità: Psicologiche Comportamentali OperativePer elaborare le informazioni e costruire l’apprendimento
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5.Metacognizione e metodo di studio
OBIETTIVO TRASVERSALE:Sviluppare conoscenza e consapevolezza in ogni alunno rispetto ai suoi processi cognitivi.L’insegnante agisce sulla metacognizione per sviluppare strategie di autoregolazione e mediazione cognitiva ed emotiva e per strutturare un metodo di studio personalizzato ed efficace.
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6. Emozioni e variabili psicologiche nell’apprendimento
SVILUPPARE:Una immagine positiva di séBuoni livelli di autostima e autoefficaciaPositivo stile di attribuzione internoPER MOTIVARE AD APPRENDERE(didattica specifica per la gestione delle emozioni e dell’affettività)
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7. Valutazione, verifica e feedback Valutazione formativa e utile per
l’apprendimento Feedback costante per l’insegnante Forme di verifica coerenti nella
formulazione di richieste e nelle forme di elaborazione dell’alunno
Adozione di misure compensative e dispensative
La valutazione come metacognizione La valutazione come autovalutazione
individuale e tra pari
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Da «Lettera a una professoressa» di don Lorenzo Milani
«Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali»