BILANCIO PARTECIPATIVO
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BILANCIO PARTECIPATIVO
Potenzialità e limiti
Enrico BertacchiniUniversità di Torino
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Fenomeni che spiegano l’attuale interesse per i processi di partecipazione• Crescente crisi della rappresentanza• Inefficienza e poca trasparenza
dell’operato delle amministrazioni pubbliche
• Frammentazione e polarizzazione sociale nei territori
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Esperienze in Europa
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Come si può definire il Bilancio Partecipativo?• È un processo decisionale che consiste in
un’apertura della macchina statale alla partecipazione diretta ed effettiva popolazione nell’assunzione di decisioni obiettivi e la distribuzione degli investimenti pubblici.
• È quindi un processo di co-gestione territoriale che discute dei fini del governo territoriale, prima ancora che dell’ottimizzazione dei suoi mezzi
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Il Bilancio Partecipativo è differente da sistemi di democrazia diretta!!!
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Perché il Bilancio per avviare un processo di governo partecipativo del territorio?
• Occupandosi di distribuzione di risorse per lo più originate dalle tasse dei cittadini (o da tariffe di servizi) – ha un forte valore simbolico e pratico
• È percepito come ‘segnale forte’ della reale volontà di cambiamento da parte delle istituzioni, luogo potenziale di primaria importanza per la ricostruzione del rapporto tra cittadini e politica
• Ha temporalizzazione chiara e vincolante per il compimento delle scelte, che aiuta a trasformare il CONFLITTO IN PROGETTO
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Non un unico modello di Bilancio Partecipativo…
…Ma caratteristiche comuni a tutte le esperienze:– Esistenza di una dimensione finanziaria, oltre alla
lettura delle priorità territoriali– Deve essere ‘ripetuto’ e non essere un evento isolato– Deve possedere momenti ‘deliberativi’
(argomentativi e decisionali), (un’inchiesta non è abbastanza) - CODECIDERE è fondamentale per la creazione di senso civico…
– Deve dare ‘feedback’ al cittadino, anche e soprattutto su ciò che non sarà fatto come co-deciso.
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Su cosa si lavora?
• Per lo più, RISORSE FLESSIBILI (ovvero di risorse in Conto Capitale per opere e servizi), ma – valutato sul medio-lungo periodo – incide anche sulle spese correnti e sul personale
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Chi è coinvolto?
Cittadini
PoliticiTecnici
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Fase informativa
Individuazione bisogni e proposta
dei progetti
Valutazione e verifica tecnica
Deliberazione e Votazione dei
progetti
Realizzazione
Monitoraggio
Il ciclo del Bilancio Partecipativo
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L’ESEMPIO DI CANEGRATE (MI)
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L’ESEMPIO DELLA CIRC. 3 DEL COMUNE DI AREZZO
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La partecipazione alle assemblee
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Oppure mediante nuove le tecnologie…
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SU CHE COSA SI PUÒ DELIBERARE???
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Principali fattori di successo
• Volontà politica • Capacità autorganizzativa e coesione deltessuto
sociale• Grado di autonomia finanziaria e decisionale
dell’ente che sperimenta la partecipazione• Architettura della macchina partecipativa attivata e
suoi rapporti con la struttura funzionale dell’Ente• Grado di necessità dell’attivazione del processo
(capacità di rottura o continuità con la ‘memoria storica’)
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Quali sono i vantaggi per un ente locale?
• I cittadini comprendono meglio i limiti in cui opera e acquisiscono senso civico
• Le proteste vengono indirizzate ai giusti “bersagli” e non al Comune
• Fiducia e maggiori partenariati con i tessuti sociali • Trasparenza e coordinamento della macchina
amministrativa• Appoggio per alcuni “tagli” indispensabili• Accorciamento dei tempi realizzativi e riduzione del
vandalismo
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ALCUNI BOOMERANG E CRITICITÀ
![Page 24: BILANCIO PARTECIPATIVO](https://reader036.fdocument.pub/reader036/viewer/2022081506/56812a85550346895d8e1e78/html5/thumbnails/24.jpg)
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In generale…
• Mancata identificazione di una ‘ragione per sperimentare’
• Sperimentazione priva di ‘respiro temporale’ (con sperimentalismo limitato a 1 anno o discussione affrettata a fine anno – “a giochi fatti” )
• Difficoltà nel definire la “partecipazione”
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Da parte dell’amministrazione…
• Speranza di realizzare il BP “a costo zero”• Posta messa in gioco poco chiara (ambiti di
partecipazione, risorse, etc.) • Ritardata realizzazione delle opere co-decise (specie delle
manutenzioni immediatamente eseguibili) o non spiegare quelle a cui viene messo il VETO
• Mancata realizzazione di necessari cambiamenti amministrativi (PEG, responsabilizzazione, incentivi, coordinamento tra settori).
• Speranza di gestirlo in OUTSOURCING senza pesi per la struttura politica e tecnica
![Page 26: BILANCIO PARTECIPATIVO](https://reader036.fdocument.pub/reader036/viewer/2022081506/56812a85550346895d8e1e78/html5/thumbnails/26.jpg)
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Nel disegno e sviluppo del processo partecipativo• Eccessiva restrizione degli ambiti tematici di azione che non tengono
conto dell’approccio ‘integrato’ del vivere il territorio da cittadino • Mancata capacita’ di accogliere ‘sorprese’ e risolvere in corso d’opera
debolezze e tensioni • Ipervalutazione dei momenti ‘assembleari’ e mancata garanzia di
ACCESSO UGUALITARIO• Cattiva suddivisione del territorio • Informazione ‘parziale’ o troppo concentrata su singoli gruppi di
cittadini • Sottostima dei bisogni dei cittadini non presenti alle assemblee
Cattiva mediazione del conflitto • Eccesso di protagonismo (lunga durata) di risposte di attori tecnici e
politici