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    1Filippo Panseca, Zefiro e Flora(2009)2 Gianni Motti, Mani Pulite (2005)3 Giuseppe Veneziano, Novecento (2009)4Shepard Fairey, illustrazione per Rolling Stone (2009)5Gian Marco Montesano, Lapparizione miracolosa del Cavaliere(2004)

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    culturaRITRATTI DEL POTERE

    aspetto e le dimensioni sonoquelli di una normale saponet-ta. larga cinque centimetri,lunga otto e mezzo, spessa due.

    Anche la materia quella: sapone e idros-sidio di sodio. Stando alla persona che lharealizzata, lartista Gianni Motti, la sapo-netta in questione vanterebbe per un in-grediente in pi: il grasso di Silvio Berlu-sconi proveniente da una liposuzione effet-

    tuata in una clinica svizzera. La specialesostanza, a quanto pare trafugata grazie aun impiegato compiacente, ha conferitoalla saponetta ovviamente chiamataMani pulite un valore speciale, di granlunga superiore a quello di un comune ar-ticolo per ligiene personale. Quindicimilaeuro, questo il prezzo a cui fu venduta nel2005, alla fiera darte di Basilea.

    L

    di Tommaso Pincio Va da s che la veridicit della storia tutta da dimostrare. Ma importa forsequalcosa che Mani pulite sia effettivamen-te fatta col grasso dellinventore della tele-visione commerciale, il lascivo anfitrione dicene eleganti, il simpatico imbonitore cheper un ventennio riuscito a p roporsi co-me luomo della provvidenza, liniziatore diuna politica nuova? In fondo, se lopera diMotti fosse una comunissima saponetta, ilcerchio sarebbe comunque perfetto. Lostesso mito di Berlusconi non si forse ret-

    to sulla straordinaria capacit di dispensa-re sogni palesemente irrealizzabili? Manon solo. Vera o falsa che sia, limmagine dis che il Cavaliere ha costruito e alimenta-to con metodo quella dellitaliano ener-gico e ottimista, dotato di un po di genio etanta sregolatezza ha pervaso la nazio-ne, dominandone, a seconda dei casi e del-le opinioni, incubi e speranze.

    Non stupisce dunque Giasoltanto uno fra i tanti artistquesta icona ingombrante unrazione. Va detto che si trattalopi triviali e scontate. Opea quote di poco pi alte di satirica. Dipinti in cui lineffraffigurato come apparizionSculture che lo mostrano conglia da supereroe e il membeccitato.

    Tracce della sua presenza

    suo fantasma, parrebbero tutrabili anche altrove. la tproposta da Luca Beatrice ibriosa ricostruzione dellarcente il cui filo rosso facilmdal titolo pi che esplicito,Nscione(Rizzoli, pp. 144, euro lusconismo come nuovo canma soprattutto come via st

    ILventennioDELLEX CAVALIERE

    HA SEGNATO LA STORIA DITALIA.

    ANCHE QUELLA DELLARTE:

    PER ADESIONE O PER SATIRA, SONO STATI

    IMMORTALATI SILVIO E LA SUA CORTE, LE CENE

    ELEGANTI, I LIFTING E GLI AMORI.

    UN LIBRO RACCONTA COMERAVAMO.

    E UN PO COME SIAMO ANCORA

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    Berluscar

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    per arrivare al suc-cesso. Via del suc-cesso, proprio cos.Perch senza le-splosione del fenomenoBerlusconi molti artistinon sarebbero stati capa-ci di intercettare gli spunti

    che li hanno resi ricchi e fa-mosi in tutto il mondo.Personalit brillante ma

    fin troppo scanzonata, il criti-co darte Luca Beatrice si sempre collocato ai margini, senon allopposizione di quellache lui definisce lite culturale.Ha insomma tutta laria deltipico intellettuale berlusco-niano e dunque dellosserva-tore di parte. Nondimeno cdel metodo nel suo ragiona-mento. innegabile, peresempio, che dallinizio anniNovanta fino alla crisi del2008, lItalia dellarte havissuto un periodo di parti-

    colare euforia. Si aprivanogallerie. I collezionisti nonmancavano e avevanouna gran voglia dispendere.

    Tutti vendeva-no, tutti comprava-no e, in tanta prosperit, i giovani artisticrescevano. Su tutti Maurizio Cattelan,lartista del piccolo Hitler, del papa colpitodal meteorite, del dito medio eretto al co-spetto della borsa di Milano. Se il Cavalie-re sceso in campo per necessit, Catte-lan caduto nel mondo dellarte mentrecercava di sfuggire al mondo reale. Nonproviene dallaccademia. insofferentealle regole, incline allo sberleffo. Sfregia

    tele col segno di Zorro, irridendo i tagli diFontana. Umilia i suoi galleristi, appenden-doli al muro o imponendogli di indossareosceni costumi da coniglio. Le sue irrive-renti trovate hanno spesso il caratteredella barzelletta, di quella goliardia riven-dicata da Berlusconi quando fece le cornain occasione di un vertice internazionale.

    Anche Vanessa Beecroft, altra grande

    tista che ha realizzato pi di un video striz-zando locchio al mondo Mediaset. Ok, thePraz is right!, prodotto nel 1997 e ambien-tato nella casa museo di Mario Praz, ha perprotagonista Iva Zanicchi, berlusconianadi ferro e conduttrice di Ok, il prezzo giu-sto!Pi recente Comizi di non amore. Iltitolo del video allude a un famoso docu-mentario di Pasolini sulla vita sessualedegli italiani al tempo del boom economico,ma di fatto la puntata pilota di un ipote-tico reality show concepito sulla falsa rigadei programmi di Maria De Filippi.

    E ora che lera del berlusconismo volgeal tramonto? La scena dellarte appare di-messa. I collezionisti comprano poco oniente. Molte gallerie hanno chiuso per viadella crisi, ma non soltanto per quella. Italenti pi giovani, abbandonati a se stessi,

    non sembrano in condizione di eguagliarei successi di Cattelan, Beecroft e Vezzoli.LItalia ha bisogno di un leader popolaree populista scrive Beatrice, con una certavoglia di semplificazione, quando sarebbebene ricordare che limmaginario della na-zione non lhanno fatto soltanto Mussolinie Berlusconi.

    Tommaso Pincio

    1Francesco DeMolfetta,SuperSilvio

    (2009).2VanessaBeecroft,VB43,

    performanceallaGagosian Gallery

    diLondra(2000).3 FrancescoVezzoli,Democrazy(2007).4KendellGeers,

    MaskedBall(Berlusconi) (2002)

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    star della nuova arte italiana, deve qualco-sa al berlusconismo. Le sue performanceriducono la donna a semplice suppellettile.Quadri viventi popolati da ragazze dalla-ria assente e annoiata, quasi sempre nudeo pochissimo vestite, magari con banchieraintima di Prada. Merce da osservare dietrocui possibile intravedere anni di velini-smo, lesibizione insistita di seni e cosce cheha fatto le fortune della televisione com-

    merciale. Malgrado sia donna, VanessaBeecroft sembra servirsi del corpo femmi-nile con logica fallocratica. Il potere ne-cessita di una donna simbolica da esaltare,di una donna da porre al centro dellatten-zione, ma che intimamente considera infe-riore. La logica di Berlusconi appunto.

    Lultimo esempio chiamato in causa daBeatrice quello di Francesco Vezzoli, ar-

    culturaRITRATTI DEL POTERE

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    CON REPUBBLICA DAL 30 MARZO La grande storia dellarte:UNA COLLANA DI VENTIDUE VOLUMI LUNGO SEI SECOLI DI CAPOLAVORI,

    MAESTRI E MOVIMENTI. PER CAPIRE COME HANNO INFLUENZATO IL MONDOa storia dellarte modernaprende forma da un pezzo dimarmo che giace malmesso emale abbozzato nel cortile di

    una delle pi grandi corti europee del XVIsecolo. il 16 agosto del 1501, infatti, quan-do i consoli dellArte della lana e gli Operaidel Duomo di Firenze propongono al gio-vane Michelangelo di tirar fuori da quellapietra senza vita un gigante capace di rap-presentare il David, che nella mitologia

    biblica sconfigge Golia con la sola forz adella fionda e, soprattutto, della sua fede.Allepoca Buonarroti ha appena venti-

    sei anni, ma gi lo scultore pi pagatodel suo tempo grazie allaPietche avevacesellato a Roma. Utilizzare quel marmofragile e pieno di fori sembrava perunimpresa impossibile anche per il suospirito rivoluzionario e inquieto, visto che,

    L

    di Emiliano Coraretti

    A sinistra, Andy Warhol,John Wayne,dalla serie Cowboys e Indiani, 1986

    culturaGRANDI MOVIMENTI

    CO

    RBIS/CONTRASTO

    CORBIS/CONTRASTO

    Da Michelangeloal design 2.0,

    larte racconta

    la nostra storia

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    prima di lui, ci avevano gi provato altridue scultori di rango, Agostino di Duccioe Bernardo Rossellino, entrambi sconfittida una pietra che non sembrava davveroadatta alla sfida. A Michelangelo serviro-no tre anni e un lavoro senza sosta per farnascere il suo David, ma quando lartistapresent quel gigante di oltre quattro me-tri di altezza e cinque tonnellate di pesoalla commissione che ne doveva sceglierela collocazione, fu subito chiaro che quelcapolavoro sarebbe stato lopera in gradodi rappresentare in modo definitivo leste-

    tica e il pensiero del tempo.La lunga e poliedrica attivit di Mi-chelangelo offre la sintesi pi alta e soffer-ta del Rinascimento, perch, da giovane,ne condivide le speranze e le conquiste; dauomo maturo, ne indirizza gli obiettivi conla pittura e larchitettura, la poesia e lascultura, che considerer sempre la pidiretta espressione del suo spirito; e infi-

    ne, da vecchio, ne diventa testimone delcrollo degli ideali. A dirlo lo storicodarte Stefano Zuffi, chiamato a curare iventidue volumi de lla coll ana La gran destoria dellarte, che inizia il 30 marzo conIl Rinascimento italiano, in edicola con Re-pubblicaal prezzo di lancio di 1,90 euro,mentre le uscite successive costeranno

    11,90 euro pi il prezzo del giornale.Da Michelangelo, artista simbolo diquel Cinquecento da cui prende le mossela collana, a Albrecht Drer (ampiamentetrattato nella seconda uscita,Il Rina sci-mento europeo, in edicola il 6 aprile), dalBarocco alla Pop Art di Andy Warhol, iventidue volumi delloper a raccontanocon linguaggio semplice e un gran corre-do di immagini sei secoli di arte. In paginecurate da decine di critici darte, docentiuniversitari ed esperti della materia, leopere pi importanti di pittori, scultori earchitetti vengono trattate non solo comeil miglior strumento possibile per capirei cambiamenti e le contraddi-zioni dei tempi in cui sono sta-te realizzate, ma anche e so-

    prattutto come lespressionepi alta dellidentit di un po-polo o di una determinata epo-ca storica.

    Continua Zuffi: La bellezzae la difficolt delle disciplineumanistiche sta proprio nellin-terpretare fenomeni collettivi einsieme saper cogliere la crea-tivit individuale dellartista.Mettere lartista in relazione con la storia,senza dimenticare di coglierne il trattooriginale e innovativo (la consapevolez-za dice Zuffi), che lo pone un gradino aldi sopra delluomo comune. questo unodegli obiettivi dei ventidue volumi in cui ilDavid di Michelangelo diventa il simbolo

    della Firenze democratica dopo la secon-da cacciata dei Medici; il Massacro di Scidi Eugne Delacroix del 1824 (raccontatonel volumeIl primo Ottocento in Europa inedicola il 15 giugno) lespressione diunartista romantico, che invece di riti-rarsi nella rappresentazione della mitolo-gia affronta la bruciante attualit dellarepressione del movimento insurreziona-

    lista greco da parte dei turnel 1822; i Nottambulidi Edwsi impongono come il volto squieto di unAmerica lontasfavillanti del progresso (Lamoderna e contemporanea, 13che se nei sei secoli che trat

    sta collana conclude Zuffi traversato culture, ambiti geniche e materiali molto diveril suo compito non mai davPerch solo grazie ad essa sto anni fa come oggi, possiauna dimensione umana pi zonte che ci appartiene, al driere dello spazio e del temp

    Qui a sinistra, il Daviddi Michelangelo,scolpito fra il 1501 e il 1506 a Firenze.Nella pagina accanto, Edward Hopper,Nighthawks (Nottambuli), 1942

    IN EDICOLABAROCCO,IMPRESSIONMA ANCHE M

    al Rinascimen

    allEuropa del R

    pittura romantic

    guardie del Nov

    ad arrivare alla Pop Art e all

    denze del ventunesimo se

    marzo arriva in edicola con RGrande storia dellarte, ven

    che con un linguaggio lonta

    tecnicismi e un grande appa

    fico racconteranno sei secol

    cento a oggi) di pittura, scu

    tettura. Si inizia con Il Rinas

    liano(in edicola al prezzo di

    euro, mentre tutte le altre u

    ranno 11,90 euro pi il prezz

    le) e si prosegue poi con Il R

    in Europa (5 aprile), Lo sp

    Barocco(4 maggio), Il temp

    ne(1 giugno), LImpression

    bolismo (29 giugno). E, in un

    dar valore a tut

    arte, ci sar spaz

    Fotografia, Cine

    agosto) e per le

    denze del desig

    nale (10 agosto)

    D

    SIME/SIEPHOTO