AZIENDA OSPEDALIERA SAN CAMILLO - FORLANINI · 4 DESCRIZIONE GENERALE DELL’INTERVENTO L'Azienda...
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REGIONE LAZIO AZIENDA UNITA’SANITARIA LOCALE ROMA F
COMUNE DI LADISPOLI PROVINCIA DI ROMA
| CASA DELLA SALUTE |
RELAZIONE GENERALE DI PROGETTO
IL DIRETTORE GENERALE Dott. Giuseppe Quintavalle IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO Dott.ssa Francesca Milito IL DIRETTORE SANITARIO Dott. Lauro Sciannamea
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Sommario
1. DESCRIZIONE GENERALE DELL’INTRVENTO
2. LA CASA DELLA SALUTE FUNZIONI E TIPOLOGIE
3. GLI OBIETTIVI
4. L’EDIFICIO
5. L’INTERVENTO
6. ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE.
7. DESCRIZIONE OPERE DA REALIZZARE
a. IMPIANTI ELETTRICI.
b. IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE.
c. OPERE EDILI
d. IMPIANTO IDRICO SANITARIO
e. GAS MEDICALI
f. SEGNALETICA
8. NORMATIVA DI RIFERIMENTO.
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DESCRIZIONE GENERALE DELL’INTERVENTO
L'Azienda Sanitaria USL RMF , intende procedere al piano di adeguamento della struttura
che attualmente ospita il P.I.T di Ladispoli per realizzare la CASA DELLA SALUTE
secondo quanto previsto dai requisiti minimi previsti dal DCA 40 del 14 febbraio 2014 e per
ridimensionare parzialmente gli spazi attualmente in uso alla Postazione Ares 118.
L'opera, da realizzarsi nel Comune di Ladispoli nell’edificio adibito a P.I.T, ha per oggetto
essenzialmente la ristrutturazione, di 545 mq così suddivisi:
Mq 325 Spazi da ristrutturare della USL RMF
Mq 125 Spazi da ristrutturare del 118
Mq 43 Spazi da ristrutturare Punto Prelievi
Mq 52 Spazi da ristrutturare Aree Comuni
La ristrutturazione comprende 6 aree:
1. Area degenza;
2. Area ambulatoriale;
3. Area di continuità assistenziale;
4. Ares 118;
5. Punto prelievi;
6. Aree destinate a servizi.
L’intervento prevede una riqualificazione edile ed impiantistica e una messa norma degli
impianti.
Per quanto riguarda le finiture saranno adottate le linee guida che la Regione Lazio ha
fornito in materia RESTYLING ARCHITETTONICO.
Il progetto architettonico e le soluzioni proposte baseranno la nuova immagine delle “Case
della Salute” sulla semplicità e sulla chiarezza, al fine di aumentare la qualità dei servizi ed
in particolare un rapporto più diretto ed interattivo con le persone.
Il “restyling” sarà impiegato come leva dell’identità delle nuove “Case della Salute”,
abbraccerà molteplici aspetti tra i quali la concettualizzazione, l’architettura, e la segnaletica
interna ed esterna.
L’obiettivo principale è quello di ottimizzare l’estetica delle differenti zone funzionali,
intervenendo principalmente sulle finiture.
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VEDUTA AREA
VEDUTA INGRESSO PRINCIPALE
LA CASA DELLA SALUTE: LE FUNZIONI E LE TIPOLOGIE
L‟ istituzione della Casa della salute ha come principale obiettivo quello di favorire,
attraverso la contiguità spaziale dei servizi e degli operatori, l‟ unitarietà e l‟ integrazione
dei livelli essenziali delle prestazioni sociosanitarie, principi fondamentali, affermati
esplicitamente dalla legge n. 229/‟ 99 e dalla Legge n. 328/2000, ma finora scarsamente
applicati.
La Casa della salute è una struttura polivalente e funzionale in grado di erogare l‟ insieme
delle cure primarie e di garantire la continuità assistenziale e le attività di prevenzione,
nell’ambito delle aree elementari del distretto (per un bacino corrispondente a circa 5-
10.000).
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Per tale struttura si potranno utilizzare edifici a destinazione d‟ uso sanitario o
amministrativo dismessi, da ristrutturare, messi a disposizione dei Comuni, spazi acquisiti
dal mercato edilizio, sedi specificamente progettate ed edificate.
La promozione della Casa della salute costituisce l‟ espressione di un nuovo progetto di
medicina del territorio.
Le Case della Salute, in particolare, hanno la funzione di:
assicurare un unico punto di accesso ai cittadini;
garantire la continuità assistenziale nelle 24 ore 7 giorni su 7;
organizzare e coordinare le risposte da dare al cittadino;
rafforzare l‟ integrazione con l‟ ospedale, tra i MMG mediante un più facile confronto
e condivisione del lavoro e tra loro e gli specialisti;
migliorare la presa in carico integrata dei pazienti con problemi di salute mentale;
sviluppare programmi di prevenzione rivolti al singolo, alla comunità e a target
specifici di
popolazione;
promuovere e valorizzare la partecipazione dei cittadini;
Il presidio territoriale Casa della Salute è previsto come un sistema di erogazione di servizi
in rete che permette di intercettare capillarmente le richieste socio-assistenziali dei cittadini
utenti e di soddisfarle in modo appropriato. Viene, inoltre, definito il modello base e la
modulazione del modello tenendo in considerazione l’intensità assistenziale/integrazione
professionale, in relazione al territorio in cui tali moduli sono ubicati e alla tipologia della
popolazione che vi afferisce.
Il modello base prevede la presenza delle seguenti competenze:
Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta, punto di erogazione di assistenza
infermieristica domiciliare, servizio assistenza sociale, servizio prelievi e il Centro Unico di
Prenotazione (CUP).
Il modulo complesso prevede, oltre ai servizi di cui al modulo di base, anche l’erogazione di
medicina specialistica, alcune funzioni strutturate della medicina pubblica (visite per patenti,
certificazioni, vaccinazioni ecc.) e il servizio di continuità assistenziale. Per favorire il
coinvolgimento delle comunità locali nella strutturazione dei servizi territoriali, potranno
inoltre, essere presenti nella sede del modulo spazi a disposizione di organizzazioni in
rappresentanza dei cittadini quali le associazioni di patologia, il volontariato e il terzo settore
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In alcuni dei moduli complessi presenti nei territori di maggiori dimensioni, in aggiunta ai
servizi già presenti nel modulo complesso, potrà essere previsto anche un punto territoriale
di emergenza (118).
Le competenze minime previste in ogni modulo sono: 4 MMG, 1 PLS, 2 Infermieri, 1
Assistente Sociale, 1 o 2 Amministrativi (segreteria dei MMG).
Per il modello organizzativo gestionale del presidio territoriale Casa della Salute è previsto il
coinvolgimento di un medico con funzioni di coordinatore organizzativo ed un medico con
funzioni di coordinatore clinico.
La DGR n. 625/2010 individua, infine, gli obiettivi finali e i risultati attesi.
GLI OBIETTIVI
Con il seguente progetto si mira a configurare il presidio come una “Casa della salute” e
dunque a connotarla come una sede fisica e insieme un centro attivo e dinamico della
comunità locale per la salute e il benessere che raccolga la domanda dei cittadini e
organizzi la risposta nelle forme e nei luoghi più appropriati, nell’unità di spazio e di tempo.
Dunque “La Casa della salute” dovrà:
garantire la continuità assistenziale e terapeutica per 24 ore e sette giorni su sette
assicurare un punto unico di accesso dei cittadini alla rete dei servizi e la presa in
carico della domanda;
promuovere e valorizzare la partecipazione dei cittadini, soprattutto delle loro
Associazioni, assicurando forme di gestione sociale ( programmazione dei servizi e
valutazione dei risultati)nei vari presidi e servizi.
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ricomporre le separazioni storiche esistenti tra le professioni sanitarie, realizzare
concretamente l’attività interdisciplinare tra medici, specialisti, infermieri, terapisti e di
integrare operativamente le prestazioni sanitarie con quelle sociali.
organizzare e coordinare le risposte da dare al cittadino nelle sedi più idonee,
privilegiando il domicilio e il contesto sociale delle persone;
sviluppare programmi di prevenzione per tutto l’arco della vita, basati su conoscenze
epidemiologiche e sulla partecipazione informata dei cittadini;
sviluppare, tramite il distretto, rapporti di collaborazione con l’ospedale di riferimento
sia per l’interdipendenza tra cure primarie, cure specialistiche e diagnostica
strumentale che per la definizioni di protocolli per accessi e dimissioni programmate
favorire il controllo collegiale delle attività, e la valutazione degli outcomes interno ed
esterno ai servizi
curare la comunicazione sanitaria a livello micro della relazione terapeutica
medico/operatore/paziente, a livello meso della comunicazione tra le strutture e a
livello macro nei confronti della cittadinanza e della pubblica opinione offrire
occasioni di formazione permanente degli operatori, con particolare riguardo al
lavoro di gruppo.
L’EDIFICIO
Al fine di raggiungere tali obiettivi le soluzioni architettoniche da adottare per la casa della
salute devono tener conto di evidenti esigenze di flessibilità modulare in rapporto
all’interland di riferimento e ai servizi da consolidare. Esse saranno il risultato dell’incontro
tra la cultura sociale e la cultura progettuale del territorio, non solo per tarare e progettare il
manufatto a misura dei bisogni, ma per inserire la Casa della salute nel complesso delle
relazioni interne ed esterne al distretto, per fare di essa un centro che rafforza le relazioni
tra i cittadini e la rete dei servizi sociosanitari.
La Casa della salute deve essere preferibilmente la sede unica dei servizi e degli operatori.
In ogni caso, la Casa della salute, con l’essenzialità della rete dei servizi, con i sistemi
informatizzati e con la sua struttura organizzativa, deve assicurare un forte coordinamento
per garantire comunque un’attività programmata e l’integrazione delle attività sanitarie,
sociali e sociosanitarie dell’area elementare.
L' INTERVENTO
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Si è dunque proceduto con lo studio della pianta dello stato attuale al fine di capire le
esigenze distributive -funzionali del presidio alla luce delle richieste della USL RM F.
Si è da subito valutata l'inopportunità ,sia economica che prestazionale, di conservare le
tramezzature esistenti, quasi per la totalità.
La ristrutturazione comprende 6 aree per un totale di 545 mq:
7. Area degenza;
8. Area ambulatoriale;
9. Area di continuità assistenziale;
10. Ares 118;
11. Punto prelievi;
12. Aree destinate a servizi.
Per l’area di Degenza le aree previste dal DCA8/2011 quali locali visita e medicazione,
Spazio dirigente infermiere, Locale Medici e locale Soggiorno sono da intendersi,in comune
con le aree del Poliambulatorio e PIT.
Per l’area Ambulatoriale i locali sporco, pulito, e Deposito Attrezzature sono in condivisione
con l’area Degenza mentre le aree destinate a Spogliatoio appartengono all’intero
Poliambulatorio e PIT.
ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE.
In materia di accessibilità al poliambulatorio per i portatori di handicap, dovranno essere
adottate soluzioni progettuali che siano rispondenti alle disposizioni delle leggi vigenti, in
particolare:
Regolamento recante norme per l’eliminazione
delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici (art. 20);
Prescrizioni
tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici
privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del
superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche;
1989 n° 13, Disposizioni per favorire il superamento e
l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.
I percorsi interni del fabbricato dovranno essere facilitati da adeguata segnaletica di
sicurezza. Potranno essere previste rampe esterne per consentire il raccordo col piano
stradale della pubblica via in prossimità degli accessi al fabbricato, le cui pendenze non
potranno essere superiori all'8 % e con sviluppi longitudinali non superiori a metri 10,00 e
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comunque nel rispetto della normativa vigente in materia di rampe per l'abbattimento di
barriere architettoniche.
Eventuali rampe esterne dovranno avere una larghezza che consenta agevolmente
l’incrocio di due persone obbligate su sedia a ruote.
È prevista una segnaletica esterna ed interna atta alla facile individuazione della struttura e
dei suoi ambienti e la targa recante il simbolo internazionale di accessibilità di cui all’articolo
2 del DPR 503/1996.
Le opere da realizzazione sono sommariamente le seguenti.
Area Degenza
A Impianto elettrico
B Impianto condizionamento
C Opere edili
C1) Demolizioni
C2) Ricostruzioni e ripristini murari
C3) Opere di manutenzione infissi e falegnameria
D Impianto idrico sanitario
E Gas medicali
Area Ambulatori
A Impianto elettrico
B Impianto condizionamento
C Opere edili
C1) Demolizioni
C2) Ricostruzioni e ripristini murari
C3) Opere di manutenzione infissi e falegnameria
D Impianto idrico sanitario
E Gas medicali
Area di continuità assistenziale;
A Impianto elettrico
B Impianto condizionamento
C Opere edili
C1) Demolizioni
C2) Ricostruzioni e ripristini murari
C3) Opere di manutenzione infissi e falegnameria
D Impianto idrico sanitario
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Ares 118
A Impianto elettrico
B Impianto condizionamento
C Opere edili
C1) Demolizioni
C2) Ricostruzioni e ripristini murari
C3) Opere di manutenzione infissi e falegnameria
D Impianto idrico sanitario
Punto prelievi
A Impianto elettrico
B Impianto condizionamento
C Opere edili
C1) Demolizioni
C2) Ricostruzioni e ripristini murari
C3) Opere di manutenzione infissi e falegnameria
D Impianto idrico sanitario
Aree destinate a servizi
A Impianto elettrico
B Impianto condizionamento
C Opere edili
C1) Demolizioni
C2) Ricostruzioni e ripristini murari
C3) Opere di manutenzione infissi e falegnameria
D Impianto idrico sanitario
L'impianto elettrico dovrà essere idoneamente dimensionato e tener conto delle esigenze
ambulatoriali, delle indicazioni ISPESL e della norma di riferimento, dovrà inoltre, essere
supportato da calcoli illuminotecnici e nella fase progettuale, con piante arredate, dovrà
essere data dimostrazione della funzionalità e del corretto posizionamento di prese e luci, in
ragione delle destinazioni d'uso degli ambienti e dello scopo a cui la struttura sarà
destinata.
Verifica e ampliamento o sostituzione del quadro elettrico generale, compresa eventuale
sostituzione di interruttori differenziali ecc. per adeguamento alla nuova esigenze
impiantistiche della zona in ampliamento, verifica di funzionamento dell'impianto elettrico
esistente e sostituzione delle parti che dovessero risultare difettose o non funzionanti,
compreso ogni onere e magistero per l'emissione della certificazione e la presentazione
degli elaborati esecutivi da allegare a nuovo certificato di conformità
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Rivisitazione dell’impianto di climatizzazione per adeguare la potenzialità e garantire la
climatizzazione anche nella zona in ampliamento. Oltre a quanto riportato, resta
indispensabile promuovere, la realizzazione ed estensione dell'impianto di climatizzazione,
rilevazione incendi, la realizzazione ed estensione dell'impianto di rete dati, la realizzazione
e ogni intervento complementare che si rendesse necessario alla completa funzionalità
dell'opera allo scopo a cui è destinata
Revisione completa degli infissi esistenti e sostituzione delle maniglie e dei sistemi di
apertura qualora non funzionanti.
Opere di demolizione, apertura in breccia, ricostruzione e adeguamento di tutte le parti
soggette a cambio di destinazione d'uso e/o comunque interessate all'ampliamento, inclusi i
ripristini di pavimentazione, fornitura di infissi e quant'altro si rendesse necessario per
ottenere il tutto funzionale a perfetta regola d'arte.
La realizzazione dell'intervento, potrà avvenire a cantieri parziali, mantenendo in esercizio il
poliambulatorio e limitando per quanto possibile i disagi alla sua funzionalità. La
compartimentazione delle are di cantiere e il passaggio dei materiali dovrà privilegiare le
aree esterne con l'ausilio di ponti di servizio e garantendo percorsi sicuri da parte del
personale addetto all'attività del poliambulatorio.
IMPIANTI ELETTRICI.
Tutte le apparecchiature e i materiali elettrici dovranno riportare la marchiatura CE e il
marchio IMQ o un marchio equivalente adottato in uno degli stati membri della Comunità
Europea.
Gli impianti elettrici saranno alimentati con tensione di 220 V in corrente alternata a 50 Hz.
Dovrà essere prevista la realizzazione dei seguenti impianti:
1. Impianto di illuminazione interna.
3. Impianto di illuminazione di emergenza.
4. Impianto prese.
5. Impianto elettrico per l'alimentazione dell'impianto di climatizzazione.
I cavi elettrici da utilizzare sono tutti del tipo non propagante la fiamma e a ridotta emissione
di gas nocivi. I conduttori utilizzati dovranno avere caratteristiche conformi alla norme CEI
64-8.
I cavi prescelti sono i seguenti.
N07V-K cavo unipolare isolato con guaina in PVC.
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FG7R 0,6/1,0 KV cavo multipolare isolato in HEPR / G7 e guaina in PVC.
Le sezioni minime del conduttore di fase e di neutro saranno di mm2 1,5 per le derivazioni
ai punti luce e di mm2 2,5 per le derivazioni alle prese da 10/16 A.
Le sezioni delle altre condutture dovranno essere dimensionate secondo le prescrizioni
delle norme CEI UNEL 35023-70 e 35024-70 con una caduta di tensione non superiore al
4% misurata sulle linee a pieno carico.
I cavidotti per il contenimento dei cavi elettrici potranno essere o cavidotti del tipo FK 15
corrugato flessibile per posa sottotraccia oppure del tipo rigido da posizionarsi entro
controsoffitto e dovranno avere caratteristiche conformi alla norme CEI 11-17. Possono
essere adottate anche entrambe le possibilità di scelta dei cavidotti secondo le esigenze
richieste dagli ambienti.
Il diametro dei cavidotti dovrà essere almeno pari a1,3 volte il diametro del cerchio
circoscritto al fascio dei conduttori in esso contenuti.
Verranno utilizzate prese universali da 10/16 A, capaci di accogliere anche le prese
Shukko.
Gli interruttori elettrici, i quadri elettrici, i campanelli. dovranno essere per tipo e posizione
tali da permettere un uso agevole anche da parte dei portatori di handicap obbligati su
sedia a ruote. Tali apparecchiature dovranno essere facilmente individuabili ed essere
protette dal danneggiamento per urto e dovranno essere posti ad una altezza dal pavimento
compresa tra i 40 cm e i 140 cm.
Tutti gli impianti elettrici dovranno essere protetti dai cortocircuiti e dalle sovracorrenti con
interruttori automatici magnetotermici. La protezione contro i contatti indiretti dovrà essere
realizzata con l’impiego di interruttori automatici differenziali.
Il collegamento a terra degli impianti elettrici dovrà essere realizzato con corda di rame
nuda da 50 mm 2 , posata entro uno scavo di sezione di cm 50 x 70 cm di profondità,
dispersori in acciaio zincato a croce da m 1,50, pozzetti in cls 60x60x60 con chiusino in
ghisa carrabile; collegamento al quadro generale dell'edificio con cavo giallo-verde tipo NO7
V-K da 35 mmq, sezionatore di terra completo di barra equipotenziale.
IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE.
Per l’impianto di climatizzazione è previsto, la realizzazione delle connessioni impiantistiche
per il posizionamento in nuova sede e il collegamento alle unità interne.
Realizzazione di impianto di climatizzazione invernale estivo aria/acqua nei nuovi locali, con
ventilconvettori a soffitto, connessi all’impianto centralizzato esistente, compreso ogni onere
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necessario per ottenere condizioni termo-igrometriche conformi alle destinazioni d’uso degli
ambienti.
Le unità interne dovranno essere costituite da ventilconvettori a soffitto,, regolabili
singolarmente. Tutti i collegamenti idraulici dovranno essere realizzati in tubo di rame
coibentato i cui valori del diametro dovranno essere calcolati in funzione dei calcoli idraulici
delle configurazioni prescelte.
Dovrà essere prevista la realizzazione delle opere per rendere l’impianto conforme alle
norme di riferimento
L’impianto di ventilazione e condizionamento, che per alcune esigenze ha anche
caratteristiche di contaminazione controllata, ha la funzione di:
a. mantenere condizioni termoigrometriche idonee allo svolgimento delle attività
previste, conciliando le esigenze di benessere del personale con quelle primarie
dell’utente.
b. fornire una aerazione agli ambienti idonea a mantenere, in alcuni casi, le
concentrazioni ambientali di agenti inquinanti al di sotto dei valori di interesse
prevenzionistico;
c. mantenere una concentrazione di particolato totale aeroportato, sia biologico sia
inerte, al di sotto di limiti prefissati.
Gli impianti di climatizzazione saranno realizzati in modo da assicurare, nella stagione
invernale ed estiva la climatizzazione degli ambienti, i ricambi d'aria e l’efficienza del
sistema di filtrazione previsti dalla Circolare Ministero LL.PP. n. 13011 del 21 novembre
1974 e le norme tecniche UNI 103398. E’ previsto un impianto base a ventilconvettori che
assicura il controllo dei carichi invernali e estivi dovuti alle dispersioni e alle rientrate di
calore, la regolazione della temperatura all’interno dei singoli locali è controllata da
termostati ambiente che agiscono direttamente sul ventilconvettore.
Risulta auspicabile anche la possibilità di controllo individuale della temperatura in ciascun
locale,anziché di controllo di zona (come in altre realtà impiantistiche), in modo da
soddisfare le esigenze simultanee e differenziate di tutti i locali, e fornire così comfort a tutti
gli occupanti.
IMPIANTI ANTINCENDIO.
Il poliambulatorio è dotato di un impianto antincendio, e nei lavori in oggetto dovrà essere
previsto l'ampliamento dell'impianto per servire i nuovi locali.
Dovrà essere prevista la realizzazione delle opere per rendere l’impianto conforme alle
norme di riferimento.
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Gli impianti di estinzione degli incendi sono:
− estintori
− reti naspi e idranti
− impianti di rivelazione, segnalazione e allarme
Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi devono essere ubicati in
posizioni facilmente accessibile, visibile e con appositi cartelli segnalatori.
Le eventuali cassette di contenimento (degli estintori, degli idranti e dei naspi) devono avere
spigoli arrotondati.
I segnalatori di allarme incendio (del tipo a pulsante manuale) devono essere
opportunamente ubicati in modo da segnalare il pericolo a tutti gli occupanti della struttura
(in ogni caso in prossimità delle uscite);
la diffusione dell’allarme deve avvenire tramite impianto ad altoparlanti.
Va prevista l’installazione di impianti fissi di rivelazione e segnalazione automatica degli
incendi in grado di rilevare e segnalare a distanza un principio di incendio; i sistemi di
allarme devono essere dotati di dispositivi ottici ed acustici. La segnalazione ottica e
acustica di allarme incendio deve pervenire al centro di gestione delle emergenze.
Nei filtri a prova di fumo devono essere previste intercettazioni a comando manuale, ubicate
in apposito.
IMPIANTO GAS MEDICALI ( ossigeno, vuoto) I gas medicali ed il vuoto sono distribuiti attraverso impianti fissi che partono dalle centrali di
stoccaggio, o di generazione del vuoto, fino ai punti di utilizzo.
Tali impianti sono dispositivi medici, ed in quanto tali soggetti al D.Lgs 46/97 “attuazione
della direttiva 93/42/CEE concernente la sicurezza dei dispostivi medici”. Questi dispositivi,
e le singole parti che li costituiscono, sono classificabili in classe 2A o in classe 2B, a
seconda della loro natura e della destinazione d’uso; sono di riferimento per tale
classificazione le “Recommendations” e i “Consensus Statements” del “Coordination of
Notified Bodies Medical Devices (NB-MED) on Council Directives
90/385/EEC and 93/42/EEC”.
Fermo restando che , la progettazione può essere affidata a chiunque sia abilitato a
progettare, Il marchio CE sulla intera installazione si applica nel caso che (il progetto deve
essere comunque accettato dall’installatore-fabbricante) la realizzazione sia completamente
affidata al fabbricante e/o installatore del fabbricante.
I requisiti tecnici riguardanti le installazioni complete per gas medicali e per vuoto sono
specificati nella norma UNI EN 737-32.
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Ai componenti si applicano le norme seguenti:
- UNI EN 738-23: per i riduttori di pressione di centrale e di linea;
- UNI EN 737-14: per le unità terminali;
- UNI EN 7395: per tubi flessibili per bassa pressione;
- UNI EN 133486: per tubi di rame per gas medicali o per vuoto;
IMPIANTO IDRICO - SANITARIO
Le caratteristiche ottimali dell'impianto idrico sanitario sono le seguenti:
1) impianto distribuzione acqua potabile fredda ed acqua calda sanitaria;
2) impianto sezionabile per blocchi di utenze;
3) rubinetteria inox smontabile e sterilizzabile;
4) comando non manuale per i lavabi (sistema a gomito, a pedale, ecc.)
5) circuito acqua di raffreddamento per laser (se tale apparecchiatura viene impiegata)
Tutti gli impianti idrosanitari dovrebbero rispondere alla norme tecniche UNI 91827. In
relazione alle suddette norme tecniche, la rete di distribuzione idrico sanitaria è suddivisa in
acqua fredda potabile, calda sanitaria e ricircolo.
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NORMATIVA DI RIFERIMENTO.
Di seguito vengono citate le principali norme di riferimento alle quali l'operatore economico
deve necessariamente far riferimento durante l'esecuzione dell'appalto
legge 1 ottobre 2012, n. 177 Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in
materia di sicurezza sul lavoro per la bonifica degli ordigni bellici
legge 23 luglio 2012, n. 119 Conversione in legge ... del decreto-legge n. 73 del
2012, recante disposizioni urgenti in materia di qualificazione delle imprese e di
garanzia globale di esecuzione
d.lgs. 29 dicembre 2011, n. 229 Attuazione dell'articolo 30, comma 9, lettere e), f)
e g), della legge n. 196 del 2009 ... monitoraggio sullo stato di attuazione delle opere
pubbliche, di verifica dell'utilizzo dei finanziamenti nei tempi previsti ...
d.P.R. 14 settembre 2011, n. 177 Regolamento ... per la qualificazione delle
imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o
confinanti, a norma dell'art. 6, comma 8, lettera g), del d.lgs. n. 163 del 2008
d.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207 Regolamento di esecuzione ed attuazione del
decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 - con gli Allegati legge n. 221/2012
d.P.R. 7 settembre 2010, n. 168 Regolamento in materia di servizi pubblici locali di
rilevanza economica, a norma dell'articolo 23-bis, comma 10, del decreto-legge n.
112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008
d.lgs. 3 agosto 2009, n. 106 Disposizioni integrative e correttive del decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei
luoghi di lavoro
d.lgs. 11 settembre 2008, n. 152 Ulteriori modifiche ed integrazioni al d.lgs. n. 163
del 2006, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture ...
d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della legge n. 123 del 2007, in
materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro legge n. 177/2012
D.P.R. 14 gennaio 1997. Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento alle
regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di requisiti
strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da
parte delle strutture pubbliche e private.
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Decreto dell’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, della
Regione Autonoma della Sardegna, 28 giugno 1998 n° 1957 - 3° Servizio. Requisiti e
procedure per l’accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private in
attuazione del D.P.R. 14 gennaio 1997.
Legge 30 aprile 1976 n° 373. Norme per il contenimento del consumo energetico
per usi termici negli edifici.
Legge 9 gennaio 1991 n° 10. Riduzione dei consumi termici degli edifici.
DPR 26 agosto 1993 n° 412. Regolamento recante norme per la progettazione,
l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini
del contenimento dei consumi di energia in attuazione dell’art. 4, comma 4 della
legge 9 gennaio 1991 n° 10.
DPR 21 dicembre 1999 n° 551. Regolamento recante modifiche al decreto del
Presidente della Repubblica 26 agosto 1993 n° 412, in materia di progettazione,
installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del
contenimento dei consumi di energia.
Decreto Ministeriale 22 gennaio 2008 n° 37. Regolamento recante riordino delle
disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.
Norma CEI 8-6 (04/1998) Fascicolo 3.859 C. Tensioni nominali dei sistemi elettrici
di distribuzione pubblica a bassa tensione.
Norma CEI 17-13/1 (11/2000) Fascicolo 5.862. Apparecchiature assiemate di
protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 1: Apparecchiature
soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature parzialmente soggette a prove di tipo
(ANS).
Norma CEI 20-19 (07/2003) Fascicolo 6.990. Cavi isolati con gomma con tensione
nominale non superiore a 450/750 V.
Norma CEI 20-20 (12/2003) Fascicolo 7.162. Cavi con isolamento termoplastico
con tensione nominale non superiore a 450/750 V.
Norma CEI 20-22 (11/2002) Fascicolo 6.727. Metodi di prova comuni per cavi in
condizioni di incendio - Prova di propagazione della fiamma verticale di fili o cavi
montati verticalmente a fascio.
Norma CEI 20-40 (10/1998) Fascicolo 4.831. Guida per l'uso di cavi a bassa
tensione.
Norma CEI EN 60898 (3/1999) Fascicolo 5076 C. Interruttori automatici per la
protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari.
19
Norma CEI 23-50 (9/2002) Fascicolo 6634. Prese a spine per usi domestici e
similari.
Norma CEI 23-31 (10/1997) Fascicolo 3.764 C. Sistemi di canali metallici e loro
accessori ad uso porta-cavi e porta-apparecchi.
Norma CEI 23-32 (10/1997) Fascicolo 3.765 C. Sistemi di canali di materiale
plastico isolante e loro accessori ad uso porta-cavi e porta-apparecchi per soffitto e
parete.
Norma CEI 64-8/1 (2003) Fascicolo 6.869. Impianti elettrici utilizzatori a tensione
nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente
continua. Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali.
Norma CEI 64-8/2 (2003) Fascicolo 6.870. Impianti elettrici utilizzatori a tensione
nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente
continua. Parte 2: Definizioni.
Norma CEI 64-8/3 (2003) Fascicolo 6.871. Impianti elettrici utilizzatori a tensione
nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente
continua. Parte 3: Caratteristiche generali.
Norma CEI 64-8/4 (2003) Fascicolo 6.872. Impianti elettrici utilizzatori a tensione
nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente
continua. Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza.
Norma CEI 64-8/5 (5/2003) Fascicolo 6.873. Impianti elettrici utilizzatori a tensione
nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente
continua. Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici.
Norma CEI 64-8/6 (5/2003) Fascicolo 6.874. Impianti elettrici utilizzatori a tensione
nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente
continua. Parte 6: Verifiche.
Norma CEI 64-8/7 (5/2003) Fascicolo 6.875. Impianti elettrici utilizzatori a tensione
nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente
continua. Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari.
Norma CEI 64-12 (2/1998) Fascicolo 3.666 R. Guida per l'esecuzione dell'impianto
di terra negli edifici per uso residenziale e terziario.
Norma IEC 60.364-5-523 (1999) Electrical installations of buildings. Part 5-53:
Selection and erection of electrical equipment.
Tabella CEI UNEL 35.024/1 Fascicolo 3.516. Cavi isolati con materiale
elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente
20
alternata e 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per
posa in aria.
Tabella CEI UNEL 35.026 Fascicolo 5.777. Cavi isolati con materiale elastomerico
o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e
1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa
interrata.
Civitavecchia 30.06.2014
Ing. Costantino Perconti