Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

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Cornovaglia, 1300. Una notte di tempesta, un incontro segreto fra due giovani innamorati ai quali non è concesso stare insieme, una nobildonna crudele disposta a tutto per separarli... Amore, paura, una vita spezzata... E poi, il risveglio, il ritorno alla vita per mano di una donna misteriosa e di un antico dio cornico, il signore del risveglio... La storia di Seanna e Keeran e del loro amore che sfida il mondo e il passare del tempo. Un romanzo fantasy medievale ispirato a una leggenda.

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Paola Secondin

Awakening

Copyright © Paola Secondin 2016

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Titolo: Awakening

Autore: Paola Secondin

Copertina a cura dell’Autrice

Copyright © Paola Secondin 2016

© Tutti i diritti riservati all’Autore

Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi,

luoghi e avvenimenti sono il frutto dell’immaginazione

dell’Autore o sono stati usati in chiave fittizia.

Qualsiasi rassomiglianza con fatti o località reali

o con persone realmente esistenti o esistite

è puramente casuale. La riproduzione non autorizzata

del testo è severamente vietata e punibile con la legge.

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Capitolo 1

Hornwood, Cornovaglia, 1300

Il vento freddo della notte le soffiava contro il viso,

gonfiando il cappuccio del mantello che le copriva il capo.

Alcune ciocche bionde sfuggite dalla crocchia le danzavano

davanti agli occhi ad ogni soffio, e il cupo rumore del mare

in burrasca le riempiva le orecchie coprendo lo scricchiolio

delle sue scarpe sulla ghiaia del sentiero sterrato che stava

percorrendo. Una lanterna ad olio stretta nella mano

sinistra illuminava di giallo il percorso a lei sconosciuto, e

non c’erano luna e stelle in cielo a indicarle la via con il

loro chiarore. Si avvicinava una nuova tempesta, pronta ad

abbattersi sulla contea di Hornwood con lampi e tuoni che

già rumoreggiavano in lontananza sul confine a nord

dell’orizzonte. Seanna Merrick strinse i cordini del suo

mantello allacciato sul petto e si fermò a riprendere fiato

osservando la stradina costiera che saliva verso la

Redstone Tower, la torre di pietra rossa eretta sulla

sommità della scogliera dai suoi padroni, Lord Eoghan

Blackclaw e Lady Rosaleen Mordane. Quella torre di forma

cilindrica alta una ventina di metri e composta da pietre

d’arenaria rossa fungeva da postazione di vedetta per le

guardie di Lord Eoghan, ma l’ultima volta che era stata

utilizzata per quello scopo risaliva a dieci anni prima,

durante la guerra fra Hornwood e la vicina contea rivale di

Thornland, risoltasi con la vittoria dei Blackclaw sui

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Lumornith e la conseguente pace firmata da entrambi i

capoclan. Adesso la torre era abbandonata a se stessa, e

l’edera rampicante che ne ricopriva gran parte della

superficie era la chiara testimonianza del suo disuso.

Seanna respirò a fondo l’aria fredda dell’autunno avanzato

che odorava di muschio selvatico e salsedine, quindi

riprese il cammino. Il sentiero era così stretto e talmente

vicino al bordo della scogliera che Seanna doveva prestare

attenzione a dove metteva i piedi, procedendo con cautela

nel buio che l’avvolgeva. Doveva fare presto. Qualcuno

avrebbe potuto scorgere il barlume della sua lanterna dal

maniero dei Blackclaw costruito ai piedi del promontorio.

Se Lady Rosaleen avesse scoperto ciò che Seanna stava per

fare, l’avrebbe uccisa con le sue stesse mani. Ripensò al

mattino precedente, quando un paggio reale aveva messo

piede nelle cucine del maniero infilando con gesto furtivo

un pezzo di carta arrotolato su se stesso nell’ampia tasca

del grembiule da serva di Seanna. Nessuno aveva notato

quel rapido movimento eccetto Seanna, intenta a spennare

un’oca per il pranzo dei padroni. Con il cuore che le

batteva forte nel petto, si era allontanata dal tavolo per un

breve istante rifugiandosi nella dispensa, dove aveva

srotolato la striscia di carta frettolosamente. Il messaggio

era da parte del giovane Lord Keeran Blackclaw, il figlio

primogenito di Lord Eoghan e Lady Rosaleen ed unico

erede maschio del casato di Hornwood. Scritto di fretta

con pennino e inchiostro, il messaggio diceva “Seanna,

mia amata, incontriamoci questa notte alla Redstone

Tower, dopo il cambio della guardia. Io sarò là ad

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aspettarti. Keeran”. Seanna aveva subito ripiegato e

nascosto il biglietto nella pettorina del vestito, ritornando

in cucina per terminare di spennare la sua oca. Per tutto il

tempo non aveva fatto altro che pensare a Keeran

Blackclaw, celando a chiunque il rossore delle proprie

guance infiammate dall’emozione e il tremito delle mani

provocato dalle parole del giovane lord. Sapeva che prima

o poi lui le avrebbe proposto un incontro segreto, l’aveva

capito dopo il loro ultimo scambio di sguardi nel cortile del

maniero, avvenuto tre giorni prima. Seanna stava

riempiendo d’acqua alcuni secchi, appoggiata al grande

pozzo di pietra, quando Keeran era rientrato da una

battuta di caccia con il cugino Bowen. Scendendo da

cavallo, aveva posato i suoi occhi nocciola su di lei, e

mente si sfilava i guanti non aveva smesso neppure per un

secondo di fissarla con evidente interesse. Seanna era

arrossita, consapevole di essere solo una povera serva che

non aveva il diritto di fantasticare sul figlio nobile dei suoi

padroni, e aveva distolto lo sguardo con imbarazzo. Ma

pochi attimi dopo, Keeran l’aveva raggiunta accanto al

pozzo ignorando la sua indifferenza e nel trambusto del

cortile in piena attività mattutina, le aveva sussurrato

“Seanna Merrick, dal giorno in cui mio padre ti ha aperto

le porte del nostro castello io non faccio altro che pensare

a te. Ti sogno di notte e ti osservo di giorno. Sei

bellissima, e io sono certo di essermi innamorato di te.

Non m’importa se non hai sangue nobile, io voglio che tu

sia mia. Non so ancora come farò, ma presto ti sposerò.

Sarai mia moglie, Seanna. Lo giuro sul mio onore di

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nobile cavaliere”. Nell’udire quelle parole, Seanna aveva

provato un fremito di eccitazione e timore al contempo, e

quando Keeran le aveva sfiorato una mano poggiandovi

sopra la propria, lei lo aveva guardato in viso, perdendosi

nei suoi occhi scuri, nella bellezza dei suoi tratti, nei folti

capelli bruni che portava raccolti in una coda di cavallo

alla base del collo. Keeran aveva solo diciott’anni me era

già un uomo fatto, e lei, appena sedicenne, era una giovane

donna nel fiore della sua femminilità, con fianchi e seni

rigogliosi, occhi azzurro cielo e lunghi capelli biondi

raccolti sulla nuca che portava sciolti soltanto al termine

del lavoro, nel privato del suo piccolo alloggio da serva.

Keeran la teneva d’occhio da quasi un anno, e lei faceva

altrettanto, pur sapendo che Lady Rosaleen avrebbe

disapprovato il tenero legame che era nato fra di loro. Ogni

sera, prima di andare a dormire, Seanna si affacciava sulla

soglia del suo alloggio spazzolandosi a lungo i capelli e

Keeran la stava a guardare ammaliato dal lato opposto del

cortile, spingendo lo sguardo oltre il rettangolo della

finestra della sua stanza regale. Il loro amore platonico era

vero, sincero e profondo, e dopo un anno esigeva di essere

consumato. L’incontro alla Redstone Tower era per

entrambi una sfida contro il mondo, un mondo che si

sarebbe opposto fermante alla loro unione. Seanna era una

serva, una popolana, una figlia della gleba. Keeran era un

nobile, un giovane lord, il futuro capoclan di Hornwood. Il

loro amore era un insulto alle regole imposte dalla

Cornovaglia, povertà e nobiltà non potevano fondersi, per

questo il loro incontro quella notte sarebbe avvenuto in

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gran segreto. Nessuno doveva sapere. Nessuno avrebbe

compreso. Nessuno lo avrebbe accettato. Eppure Keeran

era pronto a sfidare la propria famiglia per lei, per la figlia

di una contadina che lavorava come inserviente nelle

cucine dei Blackclaw. Era una follia, ma a loro non

importava. Seanna aveva paura, e forse anche Keeran, ma

il desiderio di amarsi era più forte di ogni altro timore.

Seanna percorse rapidamente il tratto più ripido del

sentiero che saliva verso il promontorio della scogliera. Il

vento soffiava incessantemente, portando con sé l’odore

della terra bagnata dalla pioggia, e sopra di lei il cielo nero

era percorso da luminosi bagliori bianchi che precedevano

la tempesta imminente. Davanti a lei, la Redstone Tower

svettava contro il cielo come un oscuro gigante rosso

ricoperto di edera verde, illuminata da una fila di torce

poste ad un metro e mezzo da terra che ne percorrevano la

base circolare. La guardia addetta all’accensione delle

torce era rientrata al maniero alcune ore prima, non c’era

nessun pericolo ad attenderla sulla cima della scogliera.

Seanna scorse a fatica un tremolante lumicino che danzava

nel rettangolo di una feritoia posta sul tratto più alto del

corpo di pietra della torre. Era il segno della presenza di

Keeran! Una piccola bugia ad olio che brillava nell’oscurità

per lei, per farle sapere che lui la stava aspettando!

Impaziente di entrare nella torre, Seanna affrettò il passo

lungo il sentiero costeggiato da una fitta vegetazione di

arbusti selvatici smossi dal vento e finalmente giunse sul

pianoro del promontorio ricoperto di ghiaia e macchie

erbose. Il fragore di un tuono la fece sussultare di spavento

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e il suo mantello le svolazzò intorno al corpo mentre

correva veloce verso il portone della torre illuminato da

due torce poste ai lati. Reggendo la lampada ad olio nella

mano sinistra, spinse con forza il portone di ferro battuto

con l’altra mano e i cardini cigolarono rumorosamente

all’aprirsi di un varco sufficiente a farla entrare nella torre.

Seanna scivolò all’interno e si richiuse il portone alle

spalle. Traendo un sospiro di sollievo per essere giunta fin

lì sana e salva, sollevò la lanterna all’altezza della spalla e

si guardò attorno. Non era mai stata lì dentro. Le pareti

interne della torre erano tappezzate da macchie di licheni

cresciuti fra le pietre rettangolari di arenaria rossa, l’aria

odorava di stantio e di umidità. Di fronte a lei, una stretta

scalinata a chiocciola con i gradini di pietra rossa saliva

verso l’alto. Seanna si liberò il capo dalla protezione

dell’ampio cappuccio del mantello che indossava sopra il

lungo vestito di lino bianco cucito dalle sue stesse mani e

con le dita libere sciolse la crocchia dai pettinini di legno

che trattenevano i suoi lunghi capelli. Le ciocche bionde le

ricaddero sulle spalle e intorno al viso lisce e folte, vi passò

le dita in mezzo e sperò di essere bella e presentabile. Poi,

lentamente, iniziò a salire la scalinata sollevando un poco

l’orlo del vestito nel timore di inciampare. Il suo cuore

batteva all’impazzata, e tutto il suo corpo fremeva d’attesa

ed emozione pura. Quando giunse sul pianerottolo che

dava accesso alla stanza di guardia della torre, deglutì a

vuoto e trattenne il respiro mentre varcava l’arco di pietra

ed entrava nella stanza buia.

“Keeran?...”, mormorò, con voce tremante.

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La sua lanterna rischiarò lo spazio circolare in cui era

entrata e finalmente lo vide. Keeran Blackclaw, il suo

innamorato, in piedi accanto alla feritoia dove la bugia

piena d’olio bruciava lo stoppino dando vita al lumicino

che lei aveva intravisto dal sentiero della scogliera.

“Seanna… Sei venuta”, disse il giovane, sorridendole felice.

“Ho avuto il tuo messaggio da un paggio. Non potevo

rifiutare l’invito e mancare a questo incontro.”

Keeran mosse alcuni passi verso di lei, la guardò per un

lungo momento, in silenzio, quindi le sfilò la lanterna dalla

mano per posarla a terra, sulla pietra nuda, e un alone di

luce rossastra circondò entrambi come un caldo abbraccio.

“Sono felice che tu sia qui, Seanna. Ho atteso a lungo

questo momento.”

“Per me è un onore aver ricevuto la tua proposta. Potevi

avere chiunque, la ragazza più bella e più nobile di tutta

Hornwood, e invece hai scelto me, una povera serva.”

“Le tue origini non hanno alcuna importanza per me. Sei

incantevole, perfetta, e io desidero solamente te, nessuna

ragazza di Hornwood mi fa battere il cuore quanto te.”

Così dicendo, le prese una mano e la posò contro il proprio

petto. Attraverso la tunica di seta dorata che Keeran

indossava sopra la camicia di lino, Seanna riuscì a sentire

il rapidissimo palpito del suo cuore.

“Senti come batte forte?”, le domandò.

“Sì, lo sento… Anche il mio cuore batte così forte.”

Con un rapido gesto delle dita, Seanna sciolse i cordini del

suo mantello e lo fece scivolare a terra.

“Ascolta il mio cuore, Keeran.”

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Il ragazzo sollevò una mano e lei gli guidò il polso verso lo

sterno, facendo in modo che le sue dita aderissero al

tessuto di lino del suo umile vestito da dama, premendo

contro il suo petto e sfiorando la morbida curva del suo

seno sinistro. I loro occhi si incontrarono, avvinghiandosi

in uno sguardo che vibrava di eccitazione fisica, ed

entrambi emisero un sospiro, quasi all’unisono.

“Seanna”, bisbigliò lui.

“Keeran”, sussurrò lei.

Un tuono si abbatté all’esterno della torre, riecheggiando

tra le pareti spoglie della stanza, e il sibilo del vento

sopraggiunse subito dopo colmando il silenzio. Keeran

prese una ciocca di capelli di Seanna tra le dita e la guardò

stupito, come fosse composta da fili di seta d’oro. Lei gli

sfiorò una guancia con le dita, toccando la pelle morbida

del suo volto privo di barba. Lui le sorrise, facendosi più

vicino. E allora anche lei gli sorrise, sentendosi sciogliere

sotto il suo sguardo nocciola. E a quel punto, mentre fuori

infuriava la tempesta con lampi, tuoni e violente raffiche

d’acqua sospinte dal vento, Keeran avvolse Seanna nel

semicerchio delle sue braccia, e le loro labbra si unirono in

un bacio delicato come il primo raggio di sole di primavera

e ardente come il fuoco che divora la paglia generando un

incendio.

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Capitolo 2

Lady Rosaleen Mordane era in collera. Il suo viso dai tratti

aristocratici tradiva tutta la sua rabbia a stento trattenuta,

i suoi occhi nocciola erano cupi, le sottili sopracciglia

aggrottate in un’espressione stizzita, e le sue labbra

avevano una piega dura e imbronciata. Camminava avanti

e indietro da un capo all’altro della stanza padronale

facendo frusciare lo strascico dell’abito di seta viola sul

pavimento di pietra, e si tormentava le mani stringendole

una nell’altra così forte da far sbiancare le nocche. Aveva

appena cacciato via la sua serva personale, interrompendo

il rituale serale dei cento colpi di spazzola necessari a

rendere lisci come seta i suoi capelli bruni lunghi fino al

gomito, e ora tentava di dare un senso alla notizia che

aveva appena ricevuto da Ser Amon, il suo più fidato

servitore nonché attento osservatore di tutto ciò che

accadeva tra le mura del maniero dei Blackclaw.

“Ne siete proprio sicuro?”, domandò Lady Rosaleen,

fermandosi al centro della stanza illuminata dai candelabri

accesi per fissare negli occhi l’uomo alto e magro immobile

accanto alla porta.

“Sì, mia signora. Li ho visti con i miei occhi.”

Lady Rosaleen scosse il capo con evidente disappunto.

“Mio figlio e quella poveraccia venuta dalla campagna, una

serva senza padre nata da una madre sgualdrina! Non

posso credere che Keeran si sia invaghito di lei, cosa gli è

passato per la testa?! È un nobile, l’unico erede maschio di

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questo casato, non può accoppiarsi con una spregevole

serva, è un abominio!”

“Mia signora, mi permetta di ricordarle che è un ragazzo

giovane con dei sani appetiti sessuali, probabilmente ha

portato Seanna Merrick alla Redstone Tower solamente

per togliersi un capriccio.”

“Non va bene ugualmente! Se anche fosse un capriccio,

quella lurida serva non può mettere le mani su mio figlio,

non è degna di lui, e Keeran ha commesso un gravissimo

errore! Sa benissimo che non deve avere alcun tipo di

confidenza con i membri della servitù, figuriamoci un

rapporto carnale! Mi si rivolta lo stomaco al solo

pensiero… Dobbiamo fare qualcosa per fermarli, subito!”

“Mia signora, la tempesta sta infuriando fuori da queste

mura, penso sia più saggio attendere che il tempo migliori,

la Redstone Tower è irraggiungibile in questo momento.”

“No, non posso aspettare che passi la tempesta! Mio figlio

e quella serva sono rinchiusi nella torre già da un’ora, non

voglio che Keeran passi con lei un minuto di più!”

“Desidera che invii delle guardie sul promontorio con il

compito di riportare qui al castello Lord Keeran e Seanna

Merrick, mia signora?”

Lady Rosaleen annuì con un vigoroso cenno del capo.

“Sì, dia immediatamente l’ordine alle guardie di salire

sulla scogliera e fare irruzione nella Redstone Tower. Dica

loro di riportare al castello mio figlio Keeran. E in quanto

alla serva… Una punizione esemplare non basterà a farle

capire quale grave errore ha commesso osando toccare

mio figlio, e cacciarla dal castello non servirebbe a

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impedire che Keeran la vada a cercare… No, quella ragazza

deve pagare un prezzo più alto per il crimine di cui si è

macchiata… Fatela gettare giù dalla scogliera, la voglio

morta!”

Ser Amon ebbe un impercettibile sussulto.

“Mia signora, mi state chiedendo di farla uccidere?”,

domandò l’uomo, colpito dalla crudeltà della sua padrona.

“Esattamente. Non deve sopravvivere. Sono certa che il

cavaliere Lester Dougherty proverà un immenso piacere

nel togliere la vita a Seanna Merrick. Lo incarichi di

occuparsi di lei, e di far sparire il suo corpo, ovunque

desideri seppellirlo.”

“Sono queste le sue volontà, mia signora?”

“Non temporeggi, Ser Amon, esegua i miei ordini

all’istante! Rivoglio mio figlio entro mezz’ora!”

“Come desidera, Lady Rosaleen. Sarà fatto.”

“Benissimo. Ora vada, Ser Amon, si sbrighi. E mi

raccomando, massima discrezione. Mio marito non deve

sapere nulla di questa storia. Quando tornerà dal suo

viaggio nelle terre dei Lumornith, avrò già fatto

dimenticare a Keeran gli eventi di questa notte, in modo

che suo padre non venga mai a conoscenza di come ha

infangato il nostro nome e il rango sociale a cui

appartiene.”

“Lord Eoghan non saprà nulla della bravata di vostro figlio

Keeran, ha la mia parola Lady Rosaleen.”

Il servitore s’inchinò di fronte alla nobildonna prima di

lasciare la stanza padronale, e quando si ritrovò nel

corridoio esterno illuminato dalle fiaccole appese ai ganci

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delle pareti non poté fare a meno di pensare che Lady

Rosaleen era una donna senza cuore. Detestava eseguire i

suoi ordini, specialmente quando la sovrana si dimostrava

tanto crudele da frustare e torturare i propri servi per delle

sciocchezze, e ora doveva incaricare delle guardie di salire

alla Redstone Tower per strappare il giovane Keeran dalle

braccia della ragazza di cui si era malauguratamente

innamorato e consentire a Lester Dougherty di uccidere

Seanna Merrick. Povera fanciulla, aveva solo sedici anni…

Peccato che lui non rivestisse il ruolo adatto per evitare la

sua uccisione. Lady Rosaleen non avrebbe esitato a farlo

impiccare se avesse disobbedito ai suoi ordini, per questo

non aveva altra scelta che mettere in pratica la sua crudele

decisione di eliminare Seanna Merrick per sempre.

***

Avvenne tutto molto rapidamente, così in fretta che né

Keeran né Seanna ebbero il tempo di rendersi conto di

quanto stava accadendo loro. Un gruppo di guardie armate

irruppe all’improvviso nel loro rifugio d’amore segreto

cogliendoli di sorpresa, strappandoli dal dolce dormiveglia

in cui erano sprofondati dopo essersi amati con dolcezza e

tenerezza. Due cavalieri inzuppati di pioggia afferrarono

Keeran per le braccia sollevandolo da terra e separandolo

bruscamente dall’abbraccio di Seanna, e prima che lui

potesse dire o fare qualcosa si ritrovò con il corpo nudo

avvolto in una coperta pungente. Seanna sbatté le palpebre

e vide i due cavalieri che uscivano dalla stanza della torre

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rossa portando via Keeran con forza. Avrebbe gridato se

solo avesse potuto, ma la mano guantata di un cavaliere

alto e robusto le tappò la bocca impedendole quasi di

respirare. Seanna scalciò, si dimenò con tutto il corpo, ma

non riuscì a impedire al suo aggressore di sollevarla da

terra spingendola brutalmente contro il gelido muro di

pietra. Vergognandosi per la propria nudità, tentò di

coprirsi il petto e l’inguine con le mani, ma l’uomo in

armatura e cotta di maglia le sferrò un colpo in pieno viso,

facendola ricadere sul pavimento. Nel buio che l’avvolse,

nonostante fosse intontita e dolorante, sentì le mani

dell’uomo avvolgerle una ruvida coperta intorno al corpo,

per poi legarla stretta da capo a piedi con una corda

impedendole ogni movimento. Gemette un paio di volte,

prima che un sacco di iuta le coprisse la testa e il volto

come un sudario, togliendole il fiato. Un’altra corda le

strinse quel cappuccio intorno alla gola, e Seanna riuscì a

stento a respirare. Il suo aggressore l’afferrò con entrambe

le mani stringendola in una morsa dolorosa e si caricò in

spalla il suo corpo infagottato e legato. Spaventata e

incapace di ragionare lucidamente, Seanna comprese

soltanto che l’uomo la stava portando via con sé,

scendendo rapidamente i gradini della scalinata a

chiocciola. Il cigolio del portone che si apriva e il rumore

scrosciante della pioggia misto al rombo dei tuoni le fecero

capire che l’uomo l’aveva portata fuori dalla torre. In pochi

attimi il cappuccio e la coperta che l‘avvolgevano

s’inzupparono d’acqua piovana, facendola rabbrividire di

freddo oltre che di paura. Cosa le stava capitando? Dov’era

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Keeran? Erano stati entrambi rapiti? Dove la stava

portando l’uomo che la teneva sulle proprie spalle come un

fagotto? Domande a cui non sapeva dare una risposta,

terrorizzata com’era. Pochi attimi ancora, e il suo

aggressore la depose a terra, tenendola dritta, e Seanna

sentì sotto i piedi nudi le fredde rocce della scogliera

bagnate di pioggia. Il suo cuore smise di battere per un

secondo, la gola si serrò in una stretta di puro orrore, e

tutto il suo corpo s’irrigidì. Stava per morire! Gettata giù

dal dirupo della scogliera! Nel momento stesso in cui

realizzò il suo triste destino, l’uomo alle sue spalle la

spinse con forza in avanti, verso il vuoto, e Seanna non

poté fare nulla per impedire che i suoi piedi si staccassero

dalle rocce scivolose. Serrò gli occhi e soffocò un grido

mentre precipitava nel nulla, e il suo ultimo pensiero fu

per Keeran, il suo innamorato, il giovane lord dagli occhi

nocciola e i lunghi capelli bruni che l’aveva baciata,

sfiorata, abbracciata, accarezzata, il primo e l’ultimo

ragazzo con cui aveva fatto l’amore. Era stata una notte

bellissima. Meravigliosa. “Keeran, amore mio”, pensò

Seanna, un secondo prima che il suo corpo si schiantasse

contro gli scogli. Non vi fu alcun dolore, perché la sua

giovane vita fu spezzata all’istante dall’impatto con le

rocce. E le tenebre calarono su di lei, pesanti braccia scure

e fredde che l’avvolsero tutta portandola via per sempre

dal regno dei vivi.

***

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Quella stessa notte, al castello dei Blackclaw, Lady

Rosaleen accolse nella stanza padronale il figlio Keeran

portato al suo cospetto dalle guardie reali, e lo rimproverò

aspramente per essersi unito carnalmente con una serva

della gleba, convincendolo che era stato un errore

imperdonabile e una macchia incancellabile sul suo nobile

onore di lord. Keeran finse di dare ascolto alla madre

mostrandosi pentito, mentre in realtà pensava a Seanna

chiedendosi quale fosse stato il suo destino, e quando Lady

Rosaleen strappò dalle sue labbra il giuramento di

cancellare dalla sua mente gli eventi di quella notte e il

ricordo di Seanna Merrick, lui promise a se stesso che

invece non l’avrebbe mai dimenticata. Keeran guardò la

propria madre con freddezza, sentendo crescere in lui

quell’odio profondo e inestirpabile che già da tempo aveva

messo radici giorno dopo giorno nel suo cuore, logorando

e spezzando il legame affettivo verso di lei, e quando gli fu

concesso il permesso di ritirarsi nella propria stanza,

Keeran si chiuse la porta alle spalle e scoppiò a piangere

pensando a Seanna e al loro amore infranto sul nascere

dalla madre Rosaleen. La odiava per ciò che aveva fatto,

come aveva potuto insinuarsi nella sua vita privata? Con

quale diritto?... La maledisse, e sperò che a Seanna non

fosse stato fatto alcun male.

Contemporaneamente, ai piedi della scogliera, il cavaliere

Lester Dougherty scavò una fossa molto profonda nel

friabile terriccio sabbioso dal quale spuntavano gli scogli e

vi gettò dentro il cadavere di Seanna avvolto nel suo

sudario, poi ricoprì la fossa di terra e nascose la tomba di

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Seanna Merrick deponendovi sopra delle pesanti rocce che

neppure l’alta marea avrebbe potuto spostare. A quel

punto risalì sul suo cavallo e se ne andò, ritornando al

castello dei Blackclaw, e prima che il nuovo giorno

spuntasse all’orizzonte consegnò a Ser Amon un souvenir

per Lady Rosaleen: una ciocca dei biondi capelli di Seanna

Merrick tagliata di netto dalla sua folta capigliatura. Un

piccolo dono che la nobildonna gradì immensamente,

nascondendo la ciocca dorata in uno scrigno d’argento

chiuso a chiave e riposto nel fondo di un baule intarsiato.

Soddisfatta di se stessa per aver salvato il proprio figlio da

una situazione scomoda e umiliante e per aver eliminato la

causa di uno scandalo evitato per un pelo, Lady Rosaleen

dormì sonni tranquilli, ignara delle conseguenze che il suo

diabolico piano avrebbe comportato sul futuro del casato

dei Blackclaw.

Il mattino seguente, con la scusa di una breve cavalcata,

Lady Rosaleen si fece scortare da Lester Dougherty fino

alla fossa dove giacevano le spoglie di Seanna. La

nobildonna fu lieta di vedere dove la serva fosse stata

sepolta e si congratulò con Lester Dougherty per aver

camuffato la tomba con le tre grosse pietre disposte sopra

la terra smossa. Dopo un’ultima occhiata, Lady Rosaleen

spronò la sua cavalla sulla strada di ritorno al maniero,

lasciandosi alle spalle quel luogo di segreta sepoltura dove

non avrebbe mai più rimesso piede.

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Capitolo 3

Tre giorni dopo…

Estel Raven aveva avuto una visione durante la notte. Un

sogno talmente reale da non poter essere altro che un fatto

realmente accaduto. Una giovane ragazza dai lunghi

capelli biondi e gli occhi azzurri le era apparsa in sogno

chiedendole aiuto. Era bella, poco più che una ragazzina,

con l’aspetto di una semplice popolana, una figlia della

gleba abbigliata con un lungo vestito bianco di povera

fattura che era stato cucito con l’intento di farlo somigliare

a un bell’abito da nobildonna. Nella sua visione la ragazza

era sdraiata in una profonda fossa, completamente nuda, e

il terriccio che la ricopriva era misto a sabbia. In piedi

accanto alla finestrella della sua capanna di legno ai

margini del bosco, Estel Raven ripensava alla visione

cercando di darle un senso. La ragazza doveva essere

morta, ne era certa. E il fatto che invocasse aiuto stava a

significare che qualcuno l’aveva assassinata. Il terriccio

misto a sabbia della sua fossa sembrava terra di mare, e

questo portava Estel a credere che fosse stata sepolta ai

piedi della scogliera di Hornwood, nella terra dei

Blackclaw. Si domandò chi potesse essere e perché mai

fosse stata uccisa… Il suo intuito le diceva che la morte

della ragazza era stata brutale, improvvisa, e il suo

cadavere meritava una degna sepoltura in un suolo

consacrato agli dei del cielo e della terra. Non solo. Se era

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20

stata assassinata crudelmente, la sua povera anima

reclamava giustizia, ed Estel era pronta a trovarla e ad

aiutarla a raggiungere la pace dello spirito. Distogliendo lo

sguardo dal fitto bosco di querce e frassini dalle chiome

baciate dai colori caldi e luminosi dell’autunno, Estel si

mosse nella propria capanna spogliandosi della camicia da

notte per indossare il suo comodo vestito di lino di colore

blu scuro con le maniche lunghe e ampie sui polsi, si

pettinò con cura i capelli rossi come il fuoco e li divise in

tre parti uguali per farne una treccia fermata da un laccio

di cuoio all’estremità finale, quindi si gettò sulle spalle un

mantello nero e uscì di casa percorrendo il sentiero di

pietre che attraversava il sottobosco e conduceva al paese

contadino di Hornwood. Durante la passeggiata, Estel si

godette il profumo intenso del muschio e dei licheni umidi

di rugiada notturna, e quando si lasciò alle spalle il bosco

per incamminarsi verso i campi coltivati, il sole del primo

mattino riverberò nei suoi occhi verdi dal taglio felino.

Giunta al mercato contadino, pagò un allevatore di cavalli

affinché le prestasse una puledra dal manto color miele e

l’uomo accettò le monete d’argento che lei gli offrì come

pagamento senza chiedere spiegazioni. Estel Raven era

ben conosciuta tra i villaggi contadini di Hornwood.

Qualcuno la definiva una guaritrice, qualcun altro una

veggente, alcuni sostenevano che fosse una strega dedita

alla magia nera. Tutti la conoscevano e le portavano

rispetto, chi per timore di ricevere un malocchio, chi per

gratitudine dopo una guarigione miracolosa. Estel Raven

era cresciuta tra i boschi, figlia di una guaritrice con il

Page 23: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

21

dono della veggenza, e aveva studiato per anni i polverosi

volumi di magia bianca e nera imparando a memoria

formule da recitare per ogni tipo di sortilegio. Come sua

madre, anche lei possedeva il dono della veggenza, e grazie

alla frequentazione di una setta segreta di fedeli adepti

adoratori di Dùsgadh, l’antico signore del risveglio, Estel

era in grado di riportare in vita i morti. Estel aveva

strappato dagli abissi del nulla una bambina annegata in

un fiume, un giovane mercante schiacciato dal peso di un

carro, e una donna soffocata da un incendio. Il loro ritorno

alla vita aveva suscitato notevole scalpore tra i plebei,

soprattutto perché Dùsgadh pretendeva un prezzo molto

alto per il risveglio dei morti: il dono della loro anima in

cambio di una nuova vita. La bambina annegata, il giovane

mercante e la donna dell’incendio erano tutti e tre tornati

tra i vivi, ma il loro spirito albergava altrove, erano privi

d’anima, e ciò si capiva dai loro occhi, inespressivi e vaghi,

vuoti, come se i loro corpi fossero mossi dalle fila di un

burattinaio. La gente li guardava con sospetto e timore,

considerandoli degli spettri, ma loro erano totalmente

indifferenti al giudizio dei compaesani e vivevano la loro

nuova esistenza nella consapevolezza di essere senz’anima

e destinati a non morire mai più. Estel lanciò la puledra al

galoppo, cavalcando per più di un’ora tra i villaggi, finché

il sole non fu alto nel cielo e ben presto ai campi erbosi si

sostituì la terra del mare, farinosa e chiara, e la puledra

percorse al trotto la lunga spiaggia bagnata dalle onde che

si stendeva per chilometri seguendo le alte coste della

Cornovaglia. Estel sollevò lo sguardo verso la collina

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verdeggiante dove il castello dei Blackclaw si mostrava in

tutta la sua imponenza, con le sue quattro torri cilindriche

e la facciata di pietra grigia. Un centinaio di metri più

avanti, sulla sommità del promontorio della scogliera, si

ergeva la Redstone Tower, la famosa torre di pietra rossa

utilizzata in tempo di battaglia come postazione di vedetta.

Estel tirò a sé le redini della puledra per farla fermare,

scese a terra affondando nella soffice sabbia con gli

stivaletti di cuoio e procedette a piedi verso la zona erbosa

della spiaggia, seguita dalla puledra. Il sesto senso di Estel

le diceva che la ragazza bionda della sua visione era

seppellita proprio in quella zona, quasi certamente ai piedi

della scogliera tra gli scogli e il terreno sabbioso ricoperto

di rocce. Chiudendo gli occhi, Estel si lasciò guidare dal

proprio dono, sentendo l’energia dello spirito della ragazza

ancora intrappolato nel suo corpo che la attirava verso la

sua tomba. Si fermò di fronte a un tratto di terreno dove

tre grandi rocce bianche erano state disposte con cura

sopra la terra smossa da pochi giorni. Eccola la fossa della

giovane! Era sepolta lì sotto! Estel riusciva a sentire il

richiamo del suo cadavere molto chiaramente. Fissò le

pietre, pesantissime da spostare, e pensò che poteva

rimuoverle dal terreno con l’aiuto di un grosso bastone.

Senza perdere tempo, si mosse tra gli scogli alla ricerca di

un ramo spezzato portato a riva dalla mareggiata della

tempesta di tre notti prima, ne trovò più di uno, e alla fine

scelse quello più grosso e resistente. Guardandosi attorno

per assicurarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi,

afferrò saldamente il tronco tra le mani e lo infilò sotto la

Page 25: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

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prima pietra facendo leva con il peso del proprio corpo.

Faticosamente riuscì a spostare la pietra di mezzo metro,

quindi provò a rimuovere le altre due rocce più piccole e

meno pesanti, ottenendo lo stesso risultato. Troppo peso

per una sola donna armata di un ramo spezzato. Chi aveva

disposto le pietre sopra la fossa era stato certamente un

uomo molto robusto e vigoroso. Estel non si diede per

vinta, e spinse ancora e ancora, guadagnando un altro po’

di terreno, quel tanto che bastava per scavare nella fossa.

Se solo avesse avuto una pala… Ma Estel era disposta a

trascorrere il giorno intero a smuovere la terra con il suo

ramo spezzato pur di liberare la ragazza sepolta lì sotto.

Non fu affatto facile, perché la fossa era molto profonda, e

alla fine Estel si liberò del ramo e preferì scavare con le

proprie mani, affondando le braccia fino ai gomiti nel

soffice terriccio misto a sabbia. Quando le sue dita

sfiorarono quello che sembrava un ruvido sacco o qualcosa

di simile, capì di essere arrivata a toccare il cadavere della

ragazza. Allora immerse le braccia nella terra e strinse tra

le dita il rigido involucro del cadavere, tirandolo verso di

sé con forza. La terra si mosse, e al secondo tentativo il

corpo infagottato venne alla luce. Estel si compiacque della

propria tenacia, mentre ai suoi piedi giaceva una coperta

marrone spessa e pungente avvolta attorno al corpo della

ragazza. Non solo era stata infagottata e incappucciata con

un sacco di iuta, il suo corpo era stato strettamente legato

con una corda e anche il cappuccio era saldato al collo

della giovane con la stessa corda. Povera creatura… Estel si

chiese cos’avesse fatto per meritarsi di essere sepolta in

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quel modo… E soprattutto si domandò come fosse stata

uccisa… Strangolata? Pugnalata a morte? Oppure… gettata

nel vuoto dall’alto della scogliera?... Estel sollevò lo

sguardo verso la cima del dirupo e inorridì. La scogliera

doveva essere più alta di cinquanta metri, cadere da

quell’altezza significava morire sul colpo e spezzarsi tutte

le ossa. Che crudeltà! Estel scosse la testa e afferrò

saldamente la coperta per trascinare il corpo lontano dalla

fossa, dietro un grosso scoglio che l’avrebbe riparata da

possibili sguardi indiscreti provenienti dal mare. Era una

buona giornata per pescare, non voleva di certo essere

vista da una qualunque barca di pescatori di passaggio. Si

inginocchiò sul terreno, all’ombra dello scoglio, e cominciò

a scogliere i nodi della corda per liberare il corpo della

ragazza dal suo sudario mortale. Dopo averla slegata,

sciolse anche il cordone stretto attorno al collo e

finalmente poté sfilarle il sacco di iuta dalla testa. Il viso

della ragazza apparve ai suoi occhi bianco come il marmo,

la sua pelle gelida come il ghiaccio, le labbra bluastre, i

capelli biondi e lunghi intrisi del sangue uscito dal cranio

spezzato sul lato sinistro dall’impatto contro le rocce.

Doveva essere morta da pochi giorni, perché il suo volto

era ancora intatto, di una bellezza innocente che la morte

non aveva ancora deturpato. Estel svolse i lembi della

coperta e il corpo nudo della ragazza si rivelò ai suoi occhi.

I traumi subiti nella caduta erano evidenti: tumefazioni

violacee sulle braccia e sulle gambe, lividi blu sui fianchi e

sul ventre, escoriazioni e tagli sparsi un po’ ovunque. Estel

le strinse un braccio e sentì le ossa scricchiolare sotto la

Page 27: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

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pelle livida. Come aveva immaginato, le sue ossa erano

andate in frantumi.

“Chi ti ha ridotta così?... Chi ti ha fatto tutto questo?”

Il cuore di Estel si accartocciò nel petto e i suoi occhi verdi

si riempirono di lacrime. Una giovane vita spezzata così

brutalmente meritava giustizia e vendetta.

“Ti riporterò in vita, chiunque tu sia. Dùsgadh, il signore

del risveglio, sanerà le tue ferite e aggiusterà le tue ossa, ti

restituirà il fiato e ti farà battere il cuore di nuovo.

Rivivrai, e ti vendicherai del torto che hai subito.”

Estel avrebbe voluto portare a casa il corpo della ragazza

per compiere il rito di ritorno alla vita, ma Dùsgadh era

ovunque e lei sapeva con certezza che le avrebbe dato

ascolto anche lì, su quella spiaggia deserta, doveva solo

invocarlo e pregarlo di donare alla ragazza una nuova vita.

Estel la guardò con tenerezza, quindi infilò le braccia sotto

il suo corpo rigido e freddo e la sollevò da terra tenendola

in braccio. La pesantezza della morte rendeva il corpo

faticoso da sostenere, ma Estel era una donna forte, e nulla

le avrebbe impedito di portare a termine il suo rito. Uscì

dall’ombra sicura dello scoglio per camminare verso la

spiaggia con il corpo martoriato della ragazza stretto

contro il petto, incurante di poter essere vista dai pescatori

o dalle guardie dei Blackclaw in ricognizione mattutina.

Raggiunse la spiaggia e poi la riva, entrò nell’acqua del

mare procedendo di qualche metro, avanzando contro le

onde finché l’acqua non le arrivò ai fianchi. A quel punto si

fermò, e immerse il corpo della fanciulla nel mare,

lasciando che le onde la ripulissero dal sangue, purificando

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le sue spoglie mortali. Poi sollevò il viso verso il sole e ad

occhi chiusi invocò Dùsgadh, recitando come in preghiera

la formula del rito di ritorno alla vita.

“Dùsgadh, signore del risveglio e della rinascita, ascolta la

mia voce. Volgi il tuo sguardo al corpo di questa giovane

donna, strappala dalle braccia oscure della morte, infondi

in lei un nuovo respiro, dona al suo cuore un nuovo

battito, sana le sue ferite e ricomponi le sue ossa. Ti

supplico, Dùsgadh, fai rinascere questa figlia della terra,

riporta in lei il flusso della vita, e prendi la sua anima in

cambio… Risvegliala, ora!”

Estel ripeté la formula per tre volte di seguito, poi riaprì gli

occhi e guardò la ragazza immersa nelle acque marine

attendendo che il signore del risveglio la riportasse in vita.

Potevano volerci pochi attimi, oppure più tempo, ma Estel

sapeva che Dùsgadh l’avrebbe accontentata. Aspettò

pazientemente un segno da parte del signore del risveglio,

e quando vide la pelle del corpo della ragazza riprendere

un colore rosato trattenne il fiato. Sotto il suo sguardo

attento i lividi e le escoriazioni sbiadirono rapidamente,

fino a scomparire del tutto, le tumefazioni scomparvero, e

lo scricchiolio delle ossa che si aggiustavano laddove si

erano spezzate le giunse alle orecchie chiaro e nitido.

Senza smettere di sorreggere il corpo della giovane con le

proprie braccia, avvertì un fremito leggero scuotere le sue

membra, seguito da un altro ancora, e poi da un terzo, più

forte e simile ad uno spasmo… E all’improvviso le sue

palpebre si schiusero, e i suoi occhi si spalancarono

fissando il cielo. Estel sorrise soddisfatta, ringraziando

Page 29: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

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Dùsgadh per averle dato ascolto, e la ragazza trasse il

primo respiro della sua nuova vita, un respiro profondo e

rumoroso. Come se si fosse bruscamente risvegliata da un

terribile incubo, agitò le braccia e le gambe nell’acqua,

gemette e lanciò un grido, quindi fissò Estel negli occhi

con l’espressione impaurita di una bambina spaventata.

“Tranquilla, va tutto bene”, la rassicurò Estel con dolcezza,

stringendola contro di sé per placare i suoi tremori. “Non

devi aver paura, nessuno può più farti del male.”

La ragazza parve darle ascolto, calmandosi e respirando

regolarmente. Nei suoi occhi azzurri che ora brillavano di

una nuova e intensa lucentezza, Estel colse un guizzo di

sorpresa misto ad incredulità, seguito da un profondo

turbamento, e poi dall’espressione spaesata tipica di tutti

coloro che tornavano alla vita dopo la morte. Estel le

accarezzò i capelli biondi bagnati e le sorrise teneramente.

“Ben tornata, mia cara.”

Page 30: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

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Capitolo 4

Seduta sul bordo di pietra del camino della capanna di

Estel Raven, Seanna fissava le fiamme rosse e gialle che

scoppiettavano tra i ceppi di legno arsi dal calore del

fuoco. Accanto a lei, Estel Raven accarezzava il dorso dal

pelo nero di una gatta dagli occhi verdi acciambellata ai

suoi piedi.

“Ero morta…”, sussurrò Seanna, stringendosi nel suo abito

di lino bianco recuperato dalla fossa in cui era stata

seppellita. “E adesso sono viva… Com’è possibile?”

Estel fu felice che la ragazza avesse finalmente iniziato a

parlare. Non aveva pronunciato una sola parola dal

momento in cui era rinata, e neppure dopo, quando Estel

l’aveva asciugata con cura usando il suo mantello nero, per

poi aiutarla ad indossare il vestito bianco spuntato dalla

sua tomba insieme al suo corpo infagottato nel sudario di

lana e iuta, e convincerla a salire sulla puledra color miele

per portarla lì, nel cuore del bosco, per scoprire quale fosse

la sua storia. Aveva temuto che il signore del risveglio

l’avesse privata del dono della parola, ma fortunatamente

non era affatto così.

“Dimmi chi sei e ti spiegherò tutto”, le disse Estel,

incontrando il suo sguardo azzurro.

Seanna non conosceva la donna che aveva di fronte, ma

sapeva che l’aveva riportata in vita, anche se non riusciva a

capire come ciò fosse possibile.

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“Il mio nome è Seanna Merrick. Ero una serva al servizio

dei Blackclaw. Lavoravo nelle cucine del loro maniero da

quasi un anno.”

Estel si fece attenta, e pose la sua prima domanda.

“Quanti anni hai, Seanna?”

“Sedici. Mia madre non poteva mantenermi, così mi ha

mandata dai Blackclaw chiedendo loro di poter far parte

della servitù. Mi hanno accolta senza problemi, e da allora

non sono più tornata al mio villaggio.”

“Sei nata da queste parti?”

“Non qui nel bosco. Vengo dalla campagna, dal villaggio di

Jerwin. Vivevo in una capanna come questa con mia

madre. Lavoravamo i campi e vendevamo gli ortaggi al

mercato contadino.”

“E tuo padre?”

“Non l’ho mai conosciuto. Era un forestiero, un cavaliere

di passaggio a Jerwin. Mia madre l’ha ospitato in casa

nostra e gli ha offerto molto più di una zuppa calda. Non

mi hai mai rivelato il suo nome, non so nient’altro di lui.”

Estel prese in braccio la gatta, che si aggrappò al suo

vestito con le zampe miagolando.

“Cosa ti è successo, Seanna? Chi ti ha uccisa?”

La domanda di Estel la fece rabbrividire. Ricordava tutto

del suo passato, e sapeva perché era morta, ma prima di

dirlo a quella donna voleva capire come potesse essere

tornata in vita.

“Dimmi perché sono viva. Lo voglio sapere.”

“Sono stata io a strapparti dalla morte.”

“E come hai fatto?!”

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“Con l’aiuto del signore del risveglio, il potente Dùsgadh.

L’ho invocato affinché ti risvegliasse.”

“Dùsgadh… Mia madre non lo nominava mai, diceva che

era un dio cattivo, ne aveva molta paura.”

“Dùsgadh non è affatto un dio cattivo. Sei viva grazie a lui.

Ti ha donato una seconda vita.”

“Perché? A quale scopo?”

“Gliel’ho chiesto io. E lui mi ha ascoltata.”

“Chi sei tu? Una strega?”

Estel sorrise.

“La gente di Hornwood mi chiama in molti modi diversi.

Strega, veggente, fattucchiera, guaritrice… C’è chi ha paura

di me e chi mi considera una fonte di salvezza. In realtà

sono solo una donna come tante altre, devota al signore

del risveglio e dotata del dono della chiaroveggenza. Ti

puoi fidare di me, non sono l’incarnazione del male.”

“Pratichi la magia nera?”

“Preferisco la magia bianca.”

“Qual è il tuo nome?”

“Estel Raven.”

“Perché hai invocato Dùsgadh per farmi rinascere? Io non

ti conosco e tu non conosci me.”

“Hai ragione, non ci conosciamo. Ma tu mi sei apparsa in

sogno. Ho avuto una visione in cui mi chiedevi aiuto. Non

ho potuto fare a meno di venirti a cercare.”

“Io ti ho chiesto aiuto? Dopo che sono morta?”

“Il tuo spirito era intrappolato nel tuo corpo, sepolto in

quella fossa ai piedi della scogliera. Chi muore di morte

violenta rimane intrappolato su questa terra, e allora grida

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aiuto, chiede di essere liberato. Io ho udito la voce del tuo

spirito, e il sesto senso mi ha guidata fino al tuo cadavere.”

“Che ne è stato del mio spirito?”

“È stato liberato. Dùsgadh lo ha accolto nel suo regno in

cambio della tua nuova vita.”

Seanna rabbrividì di nuovo.

“Mi stai dicendo che sono rinata senza un’anima?”

“Proprio così. È il prezzo che Dùsgadh esige per ogni

risveglio. La carne ritorna in vita, ma l’anima vola altrove.”

“Ma questo è orribile! Io che cosa sono adesso? Se non ho

più un’anima, a cosa mi serve una nuova vita? Sono un

corpo vuoto? Un fantasma?”

“Non sei nulla di tutto ciò. Sei ancora tu, Seanna Merrick,

la stessa persona che eri prima di morire assassinata. Hai

mantenuto i tuoi ricordi, il tuo passato, e hai un lungo

futuro d’innanzi a te, una lunga vita da vivere. Dùsgadh ti

ha fatto un grande dono, non disprezzarlo.”

“Ma non ho un’anima… Ecco perché mi sento diversa.”

“Cosa c’è che non va? Cosa provi?”

“Un gran senso di vuoto dentro di me. Come se nel mio

petto ci fosse una voragine oscura, un enorme buco, un

fosso senza fondo silenzioso e buio… Questa sensazione mi

fa tanta paura.”

“Non devi ascoltarla, non guardare mai dentro il buio, non

lasciare che il vuoto ti spaventi. Sei rinata, il tuo corpo si è

risvegliato, presto ti abituerai all’assenza dell’anima. È solo

una questione di tempo.”

“E tu come lo sai? Se morta anche tu? Sei senz’anima?”

Estel rimise a terra la gatta e per un breve momento lasciò

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vagare lo sguardo nella stanza illuminata dal fuoco. Poi

ruotò la testa e tornò a fissare il volto angelico di Seanna.

“Sì, sono morta anch’io, moltissimi anni fa. Ero solo una

ragazzina quando il mio cuore ha smesso di battere. Mia

madre era un’adepta del dio Dùsgadh, e non ha esitato un

istante a invocarlo per chiedergli di riportarmi in vita.

Sono rinata esattamente come te, senz’anima, e con il

tempo ho imparato a provare emozioni e sentimenti pur

non avendo uno spirito nel mio corpo. Ormai non sento

più quel vuoto oscuro che adesso ti spaventa tanto.

Sparirà, Seanna. Te lo garantisco.”

“Sei una donna giovane, di bell’aspetto… Quanti anni hai

in realtà?”

“Lo vuoi sapere davvero?”

“Sì, dimmelo.”

“Va bene… Ho centocinquant’anni, anno più, anno meno.”

“Sei vecchissima… Eppure sembri così giovane.”

“Anche tu sei destinata a diventare come me. Passeranno

gli anni, ma tu non sfiorirai mai. È il privilegio di chi non

possiede un’anima. L’immortalità.”

“Non posso crederci… Vivrò in eterno? Senza mai

invecchiare?”

“Hai solo sedici anni, perciò crescerai ancora e diventerai

donna, ma quando sarai nel fiore della tua femminilità il

tempo si fermerà, e da quel momento non dovrai temere

né rughe né capelli grigi. Sarai bella e giovane per sempre.”

“E le mie emozioni? Da dove nasceranno se non ho più

un’anima?”

“Ogni fibra del tuo essere è intrisa di emozioni, imparerai

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ad ascoltare il tuo corpo e le vibrazioni che produce, e le

emozioni della carne e del sangue sostituiranno quelle

generate dall’anima.”

Seanna rifletté sulle parole di Estel, chiedendosi se

davvero sarebbe riuscita a vivere senza sentirsi un bozzolo

vuoto e insensibile… Era rinata da poche ore, eppure

sentiva il proprio cuore pulsare forte nel petto, il sangue

scorrere veloce nelle sue vene, e se si concentrava su

queste sensazioni la mancanza dell’anima sembrava

sparire in un angolo. Forse Estel aveva ragione, doveva

essere paziente, darsi tempo… Già, il tempo. Quella ruota

che girava senza mai fermarsi e faceva invecchiare le

persone rendendo i loro corpi sempre più gracili e brutti…

A lei non sarebbe successo, avrebbe vissuto in eterno, era

stata trasformata in una creatura immortale…

“Ci sono altre persone come noi?”, chiese ad Estel.

“Sì, ce ne sono altre. Tu sei la quarta persona che io ho

riportato in vita con l’aiuto di Dùsgadh. Le altre tre vivono

nei villaggi qui intorno. Ma io non sono l’unica adepta del

signore del risveglio che ha compiuto il rito della rinascita,

ci sono molti altri adepti di Dùsgadh sparsi in tutta la

Cornovaglia e questo significa che esistono altrettanti

immortali come me e te. Ognuno di loro protegge con cura

il proprio segreto. È importante che anche tu lo faccia,

Seanna. Nessuno deve sapere che sei stata salvata dalle

tenebre. I popolani sono ignoranti, privi di istruzione, non

comprenderebbero il dono che ti è stato fatto.”

“Non lo dirò a nessuno, te lo prometto.”

Estel le sorrise e annuì con il capo in un cenno d’assenso.

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“Adesso vuoi dirmi come sei morta?”

Seanna guardò il fuoco fiammeggiante nel camino, e dalla

sua mente scaturirono immagini che andavano oltre i suoi

ricordi, segno evidente che la sua nuova vita era ricca di

sorprese inaspettate.

“È successo la notte della tempesta.”

“Tre giorni fa, dunque. Cosa ti è successo?”

“Sono salita sulla sommità della scogliera, dopo la

mezzanotte, per incontrare una persona nella Redstone

Tower dei Blackclaw.”

“Continua, io ti ascolto.”

Seanna riprese a parlare guardando il camino.

“Avevo ricevuto un messaggio da parte di Keeran

Blackclaw, il figlio maggiore di Lady Rosaleen e Lord

Eoghan. Era un invito ad incontrarci in segreto nella torre

rossa. Keeran ed io… Ci amavamo. E volevamo stare da

soli, lontani da tutti. Lui mi aspettava alla Redstone

Tower, e io l’ho raggiunto. Stava per scoppiare la tempesta,

sono arrivata sul promontorio prima che iniziasse a

piovere furiosamente. Io e Keeran abbiamo fatto l’amore

nella stanza di guardia della torre. È stato magico,

bellissimo… E poi ci siamo addormentati abbracciati.”

“Vi hanno scoperti, è così?”

Seanna annuì, e i suoi capelli biondi ondeggiarono ai lati

del suo viso illuminato dal fuoco.

“È stato Ser Amon, la spia di Lady Rosaleen. Ci ha visti, e

lo ha detto alla sua padrona. Lei ha dato l’ordine di

mandare delle guardie alla torre rossa per separarci. Per la

precisione, ha detto che Keeran doveva essere riportato al

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castello sano e salvo, mentre io dovevo essere uccisa.”

“Lady Rosaleen Mordane ti ha fatta uccidere?”

“Sì, è stata lei. Mi voleva morta e sepolta. Non sopportava

l’idea che Keeran potesse amarmi, ero solamente una

serva, indegna di lui. Ha ordinato che il cavaliere Lester

Dougherty si occupasse di me. Quell’uomo è un mostro,

non dimenticherò mai cosa mi ha fatto.”

“Raccontami, voglio sapere cos’è accaduto.”

“Le guardie hanno fatto irruzione nella torre e hanno

portato via Keeran con la forza. Io sono rimasta sola, con

Lester Dougherty, ho tentato di fuggire, ma lui mi ha

colpita al volto con un pugno. Mi ha avvolta in una coperta

e mi ha legata stretta con la corda, poi mi ha incappucciata

con un sacco di iuta e mi ha stretto al collo un’altra corda.

Mi ha caricata sulla propria spalla e mi ha portata fuori,

sulla scogliera. Mi ha messa giù, in piedi sul ciglio del

promontorio… E poi mi ha spinta da dietro gettandomi nel

vuoto. Ho gridato, ma il buio mi ha avvolta subito. Non ho

sentito alcun dolore, soltanto una sensazione di gelo che

mi avvolgeva.”

“Non ricordi altro?”

“Ero morta, ne sono certa, eppure ho dei ricordi di cosa è

accaduto dopo… Lester Dougherty ha scavato una fossa ai

piedi della scogliera e mi ha gettata dentro senza pietà, poi

ha ricoperto la buca con la terra e con tre pesanti pietre.”

“E poi?”

“Lester Dougherty è tornato al maniero, e ha consegnato a

Ser Amon una ciocca dei miei capelli. Non ricordo in quale

momento mi ha tagliato i capelli, forse mentre ero a terra

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priva di sensi a causa del suo pugno… Lady Rosaleen ha

sorriso di gioia quando Ser Amon le ha consegnato la mia

ciocca. E l’ha nascosta in uno scrigno, infondo ad un

baule… Non ricordo altro, tranne un’immagine… Quella di

Keeran chiuso nella sua stanza che piange domandandosi

cosa mi è successo. I miei ricordi si fermano qui.”

Estel sollevò una mano e la posò sulla spalla di Seanna.

“Il signore del risveglio ti ha concesso la grazia di vedere

chi ti ha ucciso e cos’è accaduto dopo la tua morte. Adesso

che sai come si sono svolti i fatti, cosa pensi di fare?”

Seanna volse lo sguardo verso Estel e si strinse nelle spalle.

“Non lo so… Vorrei tanto riabbracciare Keeran, questo è

certo. Io lo amo, e lui ama me. Non gli importa se sono

nata povera e non ho sangue nobile nelle vene, lui sognava

di sposarmi, voleva che diventassi sua moglie.”

Estel le accarezzò i capelli, lucenti come seta dorata.

“Potrebbe accadere, ora che sei tornata tra i vivi.”

“Ma Lady Rosaleen mi crede morta… Non posso più

tornare al castello.”

“Dimentichi che lei non sa che tu sei rinata. È la tua

occasione per liberarti di quella donna crudele. Non

desideri vendicarti? Sei morta per causa sua.”

“Lo so, e la detesto per questo. Ma cosa potrei fare?”

Estel abbozzò un sorriso beffardo.

“Qualunque cosa tu desideri, mia cara. Vuoi avvelenarla?

Io ti darò il veleno più potente che esista al mondo. Vuoi

che soffra come hai sofferto tu? Puoi attirarla alla

Redstone Tower e gettarla giù dal dirupo. Vuoi torturarla?

Conosco luoghi dove potresti rinchiuderla e lasciarla sola a

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morire di stenti. La scelta spetta solo a te.”

Seanna trasse un sospiro pesante.

“Vorrei farla sparire, ed essere libera di amare Keeran.”

“Allora metti in pratica uno dei miei suggerimenti. Lei non

ha avuto scrupoli nel farti uccidere, la tua morte l’ha fatta

gioire, finché sarà viva non potrai mai più avvicinarti a

Keeran Blackclaw.”

“Lady Rosaleen non è l’unico problema. Lester Dougherty

mi ha uccisa e Ser Amon sa delle mia morte. Tre persone

ostacolano il mio futuro al fianco di Keeran, e io non posso

ucciderle, non sono un’assassina.”

Estel lo sapeva benissimo.

“No, tu sei una brava ragazza, la tua bontà emerge dai tuoi

occhi. Non uccideresti nemmeno un topolino in un fienile.

Ma io ti sono amica, e se vuoi posso aiutarti.”

“Aiutarmi? In che modo?”

Estel aveva già la risposta alla domanda di Seanna.

“Ci sarebbero molti modi per renderti giustizia, ma il più

semplice di tutti è attirare quelle persone qui, nei boschi di

Hornwood. Lady Rosaleen ama andare a caccia assieme al

marito Eoghan Blackclaw, molte volte li ho visti galoppare

insieme tra le radure che circondano i villaggi. Basterebbe

un invito a caccia da parte di Lord Berick Drake della

vicina contea di Mormonith, un alleato del casato dei

Blackclaw. Lord Eoghan accetterebbe l’invito, e Lady

Rosaleen lo seguirebbe senza remore, facendosi scortare

da Lester Dougherty per essere protetta e da Ser Amon per

essere servita e riverita. Conosco un cavaliere cacciato da

Blackclaw alcuni anni fa per aver disobbedito a un ordine

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38

di Lady Rosaleen, un uomo rancoroso e vendicativo che

guida un manipolo di briganti. Solitamente compiono

razzie nei villaggi, ma basterebbe una mia parola per

convincere il cavaliere a tendere un’imboscata ai tuoi

quattro nemici.”

“Non sono quattro, soltanto tre. Lord Eoghan mi ha

sempre trattata bene, Keeran era certo che suo padre non

si sarebbe opposto al nostro amore. Non voglio che lui sia

ucciso, è un brav’uomo.”

“Ne sei certa?”

“Sì, Lord Eoghan è gentile e mite, e Keeran lo ama molto.

Voglio che lui resti in vita.”

Estel annuì, facendo dondolare sul petto la sua lunga

treccia ramata.

“Va bene, allora faremo in modo che le frecce avvelenate

colpiscano solo chi è stato artefice e complice della tua

morte: Lady Rosaleen, Lester Dougherty e Ser Amon. Lord

Eoghan sarà risparmiato, come tu desideri.”

Seanna si rabbuiò, pensando a Keeran e a ciò che era

successo sulla scogliera la notte della tempesta.

“Pensi davvero che dovrei fare una cosa simile?

Vendicarmi per ciò che mi hanno fatto?”

Estel la rassicurò.

“No, se non è ciò che vuoi. Se preferisci puoi dimenticare

Keeran Blackclaw e iniziare una nuova esistenza in un

altro luogo, lontano da Hornwood.”

“Ma io amo Keeran. Non ho intenzione di rinunciare a lui e

rifugiarmi altrove. Voglio tornare da lui.”

“Allora non hai scelta… Devi dare ascolto ai miei consigli e

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39

liberarti dei tuoi assassini.”

Seanna non aveva mai fatto del male a nessuno, non era

nella sua natura vendicarsi dei torti subiti, ma Estel le

stava offrendo l’unica possibilità per restare ad Hornwood

e continuare a vivere nei panni di Seanna Merrick.

“Sei sicura che il tuo piano funzionerà?”, domandò,

considerando l’ipotesi di metterlo in pratica.

“Certamente. Non è la prima volta che tendo una trappola

a delle persone malvagie, andrà tutto bene. Devi solo avere

fiducia in me. Tu non dovrai fare nulla. Mi occuperò

personalmente di ogni cosa. Quando il mio piano sarà

compiuto, tu potrai presentarti al castello dicendo a

Keeran che Lady Rosaleen ti aveva fatta cacciare dal

maniero e ti mostrerai addolorata per la morte di sua

madre. Il tuo adorato giovane lord ti accoglierà a braccia

aperte, e suo padre Eoghan, rimasto vedovo, non si

opporrà al volere di Keeran di prenderti in moglie. Come

potrebbe deludere e ferire l’unico erede del suo casato?

Non lo farebbe mai… L’assenza di Lady Rosaleen faciliterà

le cose. Probabilmente il suo lutto durerà meno di una

settimana, Lord Eoghan è un uomo ancora giovane e

prestante, si troverà presto una nuova moglie. E tu, mia

cara, nel frattempo sarai già divenuta una lady.”

Seanna s’immaginò al fianco di Keeran, vestita con abiti di

seta lucente, bella come una principessa, libera di danzare

con lui nel salone da ballo del maniero, stretta fra le sue

braccia… Desiderava Keeran e il suo affetto più di ogni

altra cosa, aveva avuto un solo assaggio del suo amore e ne

voleva ancora di più.

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40

“Keeran sarà mio”, disse, guardando Estel negli occhi verdi

dal taglio felino. “Grazie a te potrò amarlo ed essere amata

da lui, come ho sognato dal primo giorno in cui lui mi ha

guardata. Voglio che tutto questo diventi realtà.”

Estel le strinse le mani nelle proprie.

“Avrai ciò che desideri, te lo prometto. Ma non ti scordare

che Keeran non dovrà mai scoprire il tuo segreto. E sappi

che un giorno lo perderai, perché la sua vita appassirà fino

a spegnarsi del tutto, al contrario della tua.”

“Oh, Estel… Spero che la sua vita duri a lungo, e che il suo

corpo invecchi lentamente, in modo che io possa godere

del suo amore per molti anni.”

“Sarà sicuramente così… Però dovrai essere pronta a

lasciarlo andare quando la vecchiaia verrà a reclamare la

sua anima. Soffrirai per la sua perdita, e ti ritroverai sola.

Ma la tua immortalità ti consentirà di incontrare altri

uomini, di innamorarti di nuovo, e di vivere tante altre

vite. È questo il futuro che ti attende.”

“Ho capito cosa intendi dire. Dovrò accettare il dolore

della morte delle persone a me care.”

“Esattamente. È una triste condanna, l’immortalità. Io lo

so per esperienza. Ma è anche un privilegio destinato a

poche persone, perciò puoi ritenerti fortunata.”

Seanna annuì, consapevole di non essere più la stessa

ragazza di pochi giorni prima.

“Avrò tempo per riflettere sulla mia condizione. Tutto ciò

che desidero ora è amare Keeran, soltanto lui… Non voglio

pensare a cosa mi aspetterà dopo la sua scomparsa.”

“Hai ragione, adesso devi vivere il presente e fare in modo

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che sia splendido, il resto può aspettare.”

Estel le sorrise, poi si alzò in piedi e si allontanò dal

camino scoppiettante. Seanna rimase seduta da sola

accanto al fuoco ancora per un po’, osservando le fiamme

che consumavano i ceppi riducendoli in braci rossastre.

Sentiva Estel muoversi in continuazione da una stanza

all’altra, accompagnata dal fruscio della sua gonna sul

pavimento e dal rumore di oggetti spostati.

“Devi mangiare, Seanna. Il tuo corpo ha fame, è a digiuno

da tre giorni. E hai bisogno di riposare, sei priva di forze,

perciò alzati e vieni qui.”

Ubbidiente, Seanna raggiunse Estel nel tinello, e la donna

le cinse le spalle con un braccio.

“Vivrai con me nei prossimi giorni. Mi occuperò di te, ti

procurerò dei vestiti e delle scarpe nuovi, potrai restare in

questa casa finché non arriverà il momento di tornare al

maniero dei Blackclaw.”

“Ti ringrazio, Estel. Non saprei dove altro andare. Mia

madre non mi riprenderebbe con sé se bussassi alla porta

della nostra capanna. Mi vuole bene, lo so, ma due bocche

da sfamare sono troppe e lei non è in grado di farlo.”

“Non preoccuparti, tesoro. La tua presenza qui mi rende

felice, la solitudine è una pessima compagnia.”

“È una conseguenza dell’immortalità, la solitudine?”

“No, non sempre. Nel mio caso, è il prezzo che pago da

anni per essere una donna che pratica la magia.”

“Non hai affatto l’aspetto di una strega maligna.”

Estel sorrise. “Quando è necessario lo sono, mia cara.”

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42

Capitolo 5

Il ritorno di Lord Eoghan Blackclaw dal suo viaggio di

cortesia presso il casato dei Lumornith, nella contea di

Thornland, fu accolto con gioia da Lady Rosaleen

Mordane, che si prodigò a dare vita ad una serata di festa

con un banchetto succulento allietato dalla musica delle

ballate popolari di origine cornica. Keeran Blackclaw fece

del suo meglio per mostrarsi contento del ritorno del

padre, ma dopo poche ore dall’inizio dei festeggiamenti si

ritirò sulla balconata esterna della sala dei banchetti per

rimanere solo con il proprio dolore. La brusca separazione

da Seanna Merrick, avvenuta cinque giorni prima, era il

motivo del suo malessere interiore, e non riusciva a

smettere di pensare alla bionda ragazza dal sorriso gentile

di cui si era innamorato. Il ricordo della loro notte d’amore

e passione all’interno della torre di pietra rossa lo

tormentava dall’alba al tramonto, e il pensiero di essere

stato strappato via brutalmente dalle braccia della sua

amata lo rendeva profondamente triste. Seanna doveva

essere stata cacciata via dal maniero, rispedita al suo

villaggio tra le campagne di Hornwood, e Keeran era certo

che sua madre l’avesse minacciata di morte se solo avesse

rimesso piede nei possedimenti del loro casato nobiliare.

Keeran aveva smesso di parlare con la madre, limitandosi

a guardarla freddamente, e il suo comportamento non era

sfuggito agli occhi attenti di Lord Eoghan. L’uomo aveva

notato fin dal suo arrivo che il proprio figlio aveva un’aria

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molto cupa, e la sana preoccupazione nei suoi confronti lo

spinse ad allontanarsi dal banchetto festoso per parlare

con lui dei suoi problemi. Keeran non fu sorpreso di

ritrovarsi sulla balconata in compagnia del padre, Lord

Eoghan nutriva per lui un profondo affetto paterno, molto

più forte del sentimento che lo legava alle altre due figlie

minori, Gwenn e Danaes.

“Keeran, figlio mio, non sembri affatto felice del mio

ritorno”, disse il lord, affiancandosi al suo erede nella

penombra notturna della balconata esterna affacciata sul

cortile del maniero.

“Padre, il tuo ritorno è una grande gioia per me.

Perdonami se non sono riuscito a dimostrarlo come faccio

solitamente”, si scusò Keeran, distogliendo lo sguardo dal

cielo stellato.

“Non è il caso che tu ti scusi. Piuttosto, dimmi che cos’hai.

Mi sembri turbato e infelice, non eri così quando sono

partito, cos’è successo mentre ero lontano?”

Keeran guardò il padre negli occhi, desideroso di

confessarsi con lui.

“Posso parlarti a cuore aperto, senza nasconderti nulla?”

“Certo che puoi. Sei mio figlio, devi essere sempre sincero

con me, non dev’esserci alcun segreto tra di noi, lo sai.”

“Allora ti dirò tutto, ignorando la promessa fatta a mia

madre di non raccontarti niente di ciò che mi tengo dentro

da giorni.”

“Avanti, sentiamo. Cos’ha combinato questa volta la donna

inquieta che ho preso in moglie vent’anni fa?”

Keeran trasse un profondo respiro e si passò una mano tra

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i folti capelli bruni che quella sera portava sciolti sulle

spalle anziché raccolti come al solito in una coda di cavallo

alla base della nuca.

“Mia madre mi ha ferito, umiliato e ridicolizzato di fronte

alle nostre guardie. Si è intromessa nella mia vita privata

senza alcun ritegno, e mi ha portato via l’unica ragione

della mia gioia.”

Lord Eoghan aggrottò le sopracciglia e si fece serio.

“Cosa ti ha fatto?”

Keeran sentì una morsa spinosa stringergli il cuore nel

ricordare la notte dei tristi eventi.

“Cinque giorni fa, a sua insaputa, mi sono appartato nella

Redstone Tower con Seanna Merrick, la ragazza che

lavorava nelle nostre cucine.”

“Ti sei appartato con la giovane serva venuta da Jerwin,

quella fanciulla bionda e graziosa che arrossisce ogni volta

che mi serve il vino a tavola?”

“Sì, proprio lei. So bene che non dovrei mischiare il mio

sangue nobile con quello di una comune popolana, ma

Seanna è entrata nel mio cuore dal primo giorno che l’ho

vista e non ho potuto evitare di corteggiarla.”

“Te ne sei innamorato?”

“Sì, padre. Profondamente. Seanna mi ha conquistato,

giorno dopo giorno, con la sua bellezza e la sua dolcezza.

Non mi è mai importato nulla delle sue origini, volevo

amarla con tutto me stesso. Così le ho inviato un

messaggio per incontrarci in segreto alla Redstone Tower e

passare la notte insieme. La desideravo, volevo farla mia…

E così è stato.”

Page 47: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

45

Lord Eoghan assunse un’espressione compiaciuta.

“Dunque sei finalmente diventato un uomo?”

“Sì, ho fatto l’amore con Seanna, ho fuso la mia carne con

la sua, ed è stato meraviglioso… Ma pochi attimi dopo,

mentre dormivamo abbracciati nella torre rossa, alcune

guardie sono entrate senza permesso nella stanza di

guardia e ci hanno divisi senza alcun rispetto, trattandomi

come un qualunque ladro sorpreso nell’atto di rubare. È

stato umiliante. Le guardie mi hanno trascinato via senza

vestiti, gettandomi addosso una lurida coperta, e Seanna è

rimasta sola nella torre, nuda e spaventata, con il cavaliere

Lester Dougherty. Non so con esattezza che cosa le abbia

fatto quell’uomo. A sentire mia madre, Lester l’ha

riportata al suo villaggio, nelle campagne di Hornwood,

ma non sono certo che sia andata veramente così. Temo

che Lester le abbia fatto del male, sono in pensiero per lei,

e non riesco a darmi pace per quanto è successo.”

Lord Eoghan scosse il capo con disapprovazione, e il suo

disappunto mutò l’espressione del suo viso indurendo i

suoi tratti.

“Non posso credere che tua madre abbia potuto fare una

cosa simile… Non avrebbe dovuto intromettersi nella tua

vita privata senza prima consultarsi con me… Mi dispiace

per l’umiliazione che hai subito, capisco benissimo la tua

rabbia nei confronti di tua madre. Ha commesso un

gravissimo errore, imperdonabile.”

Keeran fu sollevato di sentire quelle parole. Sapeva che suo

padre sarebbe stato dalla sua parte, era un uomo

comprensivo e benevolo, al contrario di Lady Rosaleen.

Page 48: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

46

“Mia madre non voleva che tu sapessi di me e di Seanna,

mi ha fatto giurare di non dirti nulla, e mi ha ordinato di

dimenticare Seanna per sempre. Io non posso farlo, amo

Seanna Merrick, e non voglio dimenticarla.”

“Ti capisco benissimo, figlio mio. So quanto fa male

rinunciare alla donna che si ama, è capitato anche a me

prima che sposassi tua madre.”

“Io non intendo rinunciare a Seanna, non sposerò mai una

qualunque giovane nobile che non amo per poi vivere una

vita coniugale infelice. Rivoglio Seanna, e chiedo il tuo

permesso di poterla amare liberamente.”

Lord Eoghan si massaggiò il mento con aria pensosa.

“Sei certo che lei ti ami veramente? Le donne sono

creature molto furbe, fanno di tutto per ottenere ciò che

vogliono, specialmente quando sono povere… Tu sei un

nobile, e lei è una popolana, hai la certezza che i suoi reali

obbiettivi non siano il tuo titolo e le tue ricchezze?”

Al dubbio espresso dal padre, Keeran rispose con fervore.

“Non sono uno stupido. Seanna non mi ha mai chiesto

nulla, sono stato io a iniziare a corteggiarla, lei si è sempre

dimostrata schiva, quasi intimorita, consapevole di essere

solo una serva. Ti garantisco che il suo amore per me è

sincero e privo di altri scopi, ne sono più che certo.”

Lord Eoghan guardò il figlio negli occhi e capì che il

sentimento sbocciato tra Keeran e la giovane Seanna era

quel genere d’amore che sfidava il mondo e le rigide regole

sociali, un amore che lui, come padre e come uomo, non

voleva soffocare sul nascere.

Page 49: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

47

“Tua madre non sarà felice della decisione che sto per

prendere, ma sono abituato alle sue scenate furiose e so

come gestirle… Hai il mio permesso di salire a cavallo e

passare di villaggio in villaggio finché non avrai ritrovato

la tua Seanna. Se la ami così tanto da stare male per la sua

lontananza, è giusto che tu abbia la possibilità di riportarla

qui e frequentarla liberamente.”

Il volto di Keeran s’illuminò di sollievo e i suoi occhi

nocciola brillarono come stelle.

“Padre, non ti opporrai al nostro amore e al mio desiderio

di prenderla in moglie?”

“No, non mi opporrò. Ad un patto. Dovrai trasformarla in

una nobile, insegnandole le regole di comportamento di

una futura lady, assicurandoti che la sua istruzione non si

limiti al solo saper scrivere correttamente e ad avere un

linguaggio adeguato alla nostra posizione. Avrai il compito

di plasmarla per renderla perfetta, in modo che sia degna

di stare al tuo fianco nonostante le sue umili origini. Potrai

sposarla solo quando si dimostrerà regale quanto una vera

giovane nobile.”

“Padre, ti ringrazio! Non ti pentirai di questa decisione.

Seanna è già istruita e ben educata, non dovrò faticare per

renderla degna di essere una vera lady, è una ragazza

molto intelligente, credo che durante la sua permanenza

qui al castello si sia spesso intrufolata in biblioteca per

leggere la nostra collezione di libri antichi, e molte volte

l’ho vista studiare il comportamento di Gwenn e Danaes

per imparare da sola la gestualità e la camminata delle mie

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sorelle. È talmente bella che se Gwenn le prestasse uno dei

suoi abiti chiunque la scambierebbe per una nobile.”

Lord Eoghan sorrise di fronte all’entusiasmo del figlio e gli

tese le braccia per abbracciarlo.

“Non ti deluderò, padre.”

“So che non lo farai. Ho piena fiducia in te.”

Keeran si slacciò dall’abbraccio paterno ed espresse il suo

unico cruccio.

“Mia madre non accetterà mai Seanna.”

“Questo è un problema che risolverò io. Non le permetterò

di insultare o trattare male Seanna, te lo prometto.”

“Grazie, padre. Sono in pensiero per Seanna e spero che

stia davvero bene. Lester Dougherty esegue gli ordini di

mia madre come un burattino, non vorrei che lei gli avesse

detto di picchiare Seanna o di farle qualcosa di peggio…”

“Non credo che tua madre sia arrivata a tanto, perlomeno

è ciò che mi auguro… Tu comunque da domani potrai

andare a cercarla, e quando l’avrai trovata sarà la

benvenuta qui al castello. Le troveremo una stanza adatta

a lei, non dovrà più lavorare nelle cucine come una serva.

E le tue sorelle saranno libere di fare amicizia con lei,

trattandola alla loro pari. A tua madre penserò io, e se

dovesse creare problemi la minaccerò di spedirla da sua

sorella Meredin, in compagnia dei suoi cinque pestiferi

nipoti nella desolazione di Sandvalley.”

“Piuttosto che tornare in quel luogo si rinchiuderebbe

volontariamente nella sua stanza.”

“Lo so bene. Ecco perché Meredin e Sandvalley sono le mie

armi segrete per tenere a bada gli isterismi di tua madre.”

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Keeran sorrise, e insieme al padre rientrò nella sala dei

banchetti dove musica e balli allietavano la serata.

***

La locanda del Lupo Grigio era una topaia ai margini del

bosco frequentata da briganti, ladri e assassini, oltre che

da straccioni e ubriaconi incalliti. Quando Estel Raven

varcò la porta in legno scricchiolante, tutti gli occhi dei

presenti si posarono su di lei, e nessuno osò rivolgere la

parola a quella donna conosciuta in tutta Hornwood per

essere una strega adoratrice del dio Dùsgadh, considerato

da molti un dio malefico e pericoloso. Estel aveva aspettato

che calasse la notte per recarsi fino alla locanda, certa di

trovarvi l’uomo di cui aveva bisogno seduto ad un tavolo

con il suo seguito di briganti. Non fu affatto sorpresa di

vedere Callum Forel seduto in un angolo della locanda a

trangugiare vino scadente in compagnia dei suoi uomini.

“Sapevo che ti avrei trovato qui”, disse Estel, attirando

l’attenzione dell’uomo dai capelli incolti e la folta barba

rossiccia.

“Ma quale onore… Estel Raven è tornata a trovarmi”,

commentò il brigante, che conosceva Estel da molti anni.

“Scommetto che sei qui perché hai bisogno del mio aiuto,

mi sbaglio forse?”

“No, Callum, non ti sbagli. Mi serve un grosso favore, e

come sempre ti pagherò in anticipo.”

Così dicendo, Estel gettò sul lurido tavolo di legno un

sacchetto di stoffa contenente del denaro.

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“Cosa sono, un pugno di monete d’argento?”

“Cento denari tutti per te e per i tuoi uomini.”

“Però, paghi sempre delle grosse cifre, sei davvero brava

con gli affari. Dimmi Estel, chi vuoi che uccida questa

volta? Chi ti ha pestato i piedi tanto forte da meritare la

morte per mano mia?”

“Vorrei che ti occupassi di tre persone di tua vecchia

conoscenza.”

“Davvero? A chi ti riferisci, donna?”

“Lady Rosaleen Mordane, Lester Dougherty, e Ser Amon.”

Callum Forel si mostrò piuttosto sorpreso.

“Ma non mi dire… Il clan dei Blackclaw ha minacciato di

bruciarti viva dopo aver scoperto che sei una strega?”

“No, io non ho nulla a che fare con loro. Hanno ucciso

brutalmente una giovane ragazza innocente, e io li voglio

morti, tutti e tre.”

“Caspita, sei una donna che non concede perdono proprio

a nessuno. Chi era la ragazza?”

“Questi non sono affari tuoi. Il tuo compito è un altro,

perciò non fare troppe domande.”

“Va bene, ho capito. Cosa vuoi che faccia esattamente?”

Estel si strinse nel suo mantello nero.

“Dev’essere un lavoro pulito, dovrà sembrare un attacco da

parte di comuni briganti, non puoi e non devi sbagliare.

Lady Rosaleen Mordane andrà a caccia con il marito Lord

Eoghan Blackclaw e si farà accompagnare dal cavaliere

Lester Dougherty e dal servitore Ser Amon. Tu e i tuoi

uomini vi apposterete nei boschi nei pressi di Mormonith,

e colpirete a morte la nobildonna e i suoi due servitori.

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Lord Eoghan non dovrà essere ferito, guai a voi se gli

farete anche un solo graffio.”

“Perché lui dovrà salvarsi?”

“Perché non è implicato nell’omicidio della ragazza, è

all’oscuro delle malefatte della moglie.”

“Quindi dovremo uccidere solamente gli altri tre?”

“Esatto. Lady Rosaleen Mordane, Lester Dougherty, e Ser

Amon. Colpiti a morte da frecce avvelenate.”

“Frecce avvelenate al posto di lame affilate con cui tagliare

le loro nobili gole? Che strana scelta.”

“Non voglio un esagerato spargimento di sangue. Le frecce

andranno bene, la loro punta sarà cosparsa di veleno.”

“Abbiamo le frecce, ma per il veleno…”

“È questo”, disse Estel, posando sul tavolo un barattolo di

legno chiuso da un tappo di sughero. “È già pronto,

cospargete le punte delle frecce per bene e lasciatele

asciugare. Quando saranno diventate bianche vorrà dire

che il veleno è pronto ad agire. Non pungetevi per sbaglio,

se non volete morire in pochi minuti.”

“Che razza di veleno hai preparato?”

“Un veleno altamente mortale. Se ne avanzate, bruciatelo

nel fuoco. Non versatelo nel primo fiumiciattolo che

incontrerete, avvelenereste le acque e fareste morire un

intero villaggio. Mi sono spiegata bene?”

“Certamente, donna. È tutto chiaro, non sbaglieremo.”

“Bene. Il giorno dell’agguato è domani, colpirete nel primo

pomeriggio.”

“Consideralo già fatto.”

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Estel fissò Callum Forel intensamente, lui sostenne il suo

sguardo per un lungo momento, poi disse:

“È sempre un piacere lavorare per te, Estel Raven.”

“Grazie, Callum Forel.”

Estel si voltò in direzione della porta, e con passo altero se

ne andò dalla taverna del Lupo Grigio scomparendo nella

notte buia governata dal cielo stellato.

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Capitolo 6

Lord Eoghan Blackclaw stava amabilmente conversando

con la figlia Danaes passeggiando nel giardino retrostante

il maniero quando la voce squillante di Lady Rosaleen si

diffuse nell’aria, precedendo il suo arrivo accompagnato

dal fruscio dello strascico del suo abito color lavanda.

“Eoghan? Marito caro, dove sei?”

“Sono qui Rosaleen, vicino al roseto, in compagnia di

Danaes”, rispose l’uomo fermandosi sul prato con la figlia

minore aggrappata al suo braccio.

Lady Rosaleen sfoderò uno smagliante sorriso.

“Non sei troppo stanco dal tuo ritorno dal viaggio a

Lumornith, vero caro?”

“Per niente. Questa notte ho riposato benissimo.”

“Mi fa molto piacere saperlo, perché abbiamo appena

ricevuto un invito da parte di Lord Berick Drake della

contea di Mormonith!”

“Che genere d’invito?”

“Una battuta di caccia al cinghiale! Per oggi, nel primo

pomeriggio! Ci aspetta al limitare del bosco presso i suoi

possedimenti, e ha invitato ad unirsi a noi anche Ser Amon

e il cavaliere Lester Dougherty! È passato molto tempo

dalla nostra ultima uscita a cavallo per la caccia, l’invito di

Lord Berick Drake è l’occasione giusta per passare un lieto

pomeriggio lontani da questo maniero, non sei d’accordo?”

Lord Eoghan diede una rapida lettura alla missiva inviata

da Lord Berick Drake e sorrise alla moglie.

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“Direi che dovremo iniziare a sellare i cavalli e preparare i

nostri archi”, commentò, restituendo l’invito alla moglie.

“Oh, che gioia! Adoro le battute di caccia al cinghiale, sono

così entusiasmanti! Vado subito ad avvisare Ser Amon e

Lester Dougherty, non sanno ancora di essere stati invitati.

Pranzeremo prima del solito, perciò non ti attardare in

futili chiacchiere con Danaes, d’accordo?”

“Madre! Stavamo conversando di cose serie!”, la rimbeccò

la figlia, infastidita dalla battuta della madre.

“Figuriamoci! Tu e Gwenn fate a gara a chi spettegola di

più sulle figlie dei nostri nobili amici. Mi sorprende che

tuo padre ti stia ad ascoltare.”

“Ma… Non è affatto vero che io e Gwenn spettegoliamo!”

Lady Rosaleen sollevò una mano agitandola nell’aria come

per scacciare via un insetto fastidioso, e subito dopo

abbandonò di corsa il giardino.

“Non la sopporto quando fa così, è una donna petulante e

boriosa”, disse Danaes, rivolta al padre.

“Lo so cara, lo so. Purtroppo l’ho sposata, quindi temo che

dovrai portare molta pazienza con lei.”

“Certo, la pazienza di una santa!”

Lord Eoghan rise divertito, e riprese la sua passeggiata al

braccio della figlia dai capelli castani intrecciati alla base

della nuca. Come annunciato da Lady Rosaleen, il pranzo

fu servito prima di mezzogiorno, e durante il pasto la

nobildonna notò la mancanza del figlio Keeran.

“Marito caro, hai idea di dove si sia cacciato tuo figlio?”,

chiese a Lord Eoghan.

“È uscito all’alba. Desiderava andare a cavalcare.”

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“Da solo? Senza il cugino Bowen? Esattamente dove?”

“Rosaleen, per favore, non soffocare Keeran con le tue

esagerate attenzioni. È quasi un uomo, devi concedergli

maggiore libertà.”

“Ne ha già fin troppa di libertà. Fa sempre ciò che vuole.

Non mi da mai ascolto. Diventerà un figlio ribelle.”

“Non credo proprio, cara. Somiglia molto a me da giovane,

e questo mi rende orgoglioso di lui.”

“Quindi saltare il pranzo con la sua famiglia per cavalcare

chissà dove ti sembra un comportamento accettabile?”

“Non ci vedo nulla di male. E comunque ha chiesto il mio

permesso e ha avuto il mio benestare.”

“Ebbene, io invece non sono d’accordo con te.”

“Rosaleen, non dirmi come devo educare mio figlio. È il

mio erede maschio, spettano a me le decisioni su di lui. Tu

occupati delle tue figlie femmine, che necessitano di una

guida femminile anziché maschile.”

Con quella frecciatina, Lord Eoghan mise a tacere la

moglie, e il pranzo proseguì nel silenzio più totale. Subito

dopo, Lady Rosaleen salì nella camera padronale per

indossare il suo abito da caccia color verde muschio, e

quando fu pronta scese in cortile dove il marito l’aspettava

insieme a Ser Amon e Lester Dougherty.

“Rosaleen, abbiamo già sellato i cavalli. Sei pronta per

partecipare all’invito di Lord Berick?”

“Eccomi qui caro, eccitata dall’idea di uccidere un grosso e

peloso cinghiale. Possiamo andare.”

Saliti a cavallo, i coniugi Blackclaw lasciarono il maniero

accompagnati da Ser Amon e da Lester Dougherty, ignari

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della trappola mortale in cui stavano per cadere.

***

Estel Raven e Seanna Merrick erano chiuse all’interno di

un piccolo capanno da caccia costruito con grossi tronchi

d’albero, posto in una radura del boschetto di Waterfall ai

margini delle terre dei Mormonith. Il capanno si affacciava

sulla radura erbosa circondata dalle chiome color ruggine

dei faggi e delle querce, e aveva una piccola apertura

intagliata in un tronco che avrebbe permesso loro di

guardare fuori senza essere viste. Callum Forel e i suoi

uomini, una decina di briganti, erano già appostati tra le

collinette erbose che scendevano verso la radura, ben

nascosti dietro i grossi tronchi degli alberi secolari di

Waterfall. La trappola era pronta, ben presto il piano di

Estel si sarebbe realizzato in una fredda esecuzione dalla

quale si sarebbe salvato solamente Lord Eoghan. Seanna

non avrebbe voluto essere presente, ma Estel l’aveva

convinta a seguirla fino a lì, e ora sentiva il proprio cuore

rimbombarle nelle orecchie a causa dell’agitazione che

provava. La sua nuova vita era iniziata da pochi giorni, si

sentiva ancora strana, talvolta aveva la sensazione di

essere un’altra persona, e il vuoto causato dalla mancanza

di un’anima dentro di sé era molto forte, lo percepiva

soprattutto nella quiete della notte oppure nei momenti in

cui si abbandonava al flusso dei propri pensieri. Tuttavia,

Estel aveva fatto del suo meglio per insegnarle a

controllare quel vuoto, e Seanna stava imparando in fretta

Page 59: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

57

ad ignorarlo, come in quel momento, tutta presa dal

batticuore nel petto e dai nervi tesi sotto la pelle. Estel

percepiva la sua agitazione, e le stringeva una mano nella

propria, come una madre protettiva, una sorella

premurosa, un’amica confortante. Estel era per Seanna

una persona di fondamentale importanza, il loro legame

era molto stretto, sicuramente dovuto al fatto che era stata

lei a riportarla in vita con l’aiuto di Dùsgadh. Quel legame

non si sarebbe mai spezzato, lo sapevano entrambe, e

Seanna aveva bisogno di poter contare sempre sul

sostegno di Estel.

“Stanno arrivando”, bisbigliò la donna, stringendo più

forte la mano di Seanna. “Saranno qui tra pochi secondi.”

“Keeran non c’è, vero? Non si è unito a loro.”

“No, non c’è. Non preoccuparti, lui è altrove, al sicuro.”

“E Lord Eoghan?”

“Lui non sarà colpito. Callum ha ricevuto ordini precisi,

era un cavaliere eccellente un tempo, non sbaglierà.”

Seanna pregò che fosse davvero così. Si strinse contro il

corpo di Estel e rimase in attesa tremando come una foglia

scossa dal vento.

***

Callum Forel era nascosto tra i rovi di un cespuglio di

more selvatiche. Tutti i suoi uomini erano appostati in

punti strategici, pronti a sferrare il loro attacco. Il veleno

aveva reso bianche le punte in ferro delle loro frecce, chi

stava per essere colpito non sarebbe sopravvissuto. Callum

Page 60: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

58

aveva testato il veleno su un capriolo, il quale, subito dopo

essere stato abbattuto dalla freccia, aveva smesso di

respirare dopo pochissimi secondi. Estel Raven aveva

preparato un veleno micidiale ma non doloroso, a

dimostrazione del lato pietoso della donna. I suoi nemici

sarebbero morti senza troppe sofferenze, un gesto

magnanimo da parte di una fredda vendicatrice. Forse

Estel Raven non era diabolica come voleva far credere.

Anzi, quella donna aveva un cuore capace di provare

sentimenti d’amore, ma era brava a nasconderlo dietro la

facciata della strega devota a Dùsgadh, il signore del

risveglio che riportava in vita i morti privandoli della loro

anima. Callum aveva conosciuto un uomo morto

pugnalato e poi rinato per mano di un adepto di Dùsgadh.

Ricordava i suoi occhi vuoti, inespressivi, e il suo modo di

parlare lento e calcolato. Sembrava uno spettro, più che un

essere umano. Callum non avrebbe mai voluto essere

riportato in vita per diventare come quell’uomo. Eppure,

poco prima, aveva visto Estel rinchiudersi nel piccolo

capanno insieme a una giovane ragazza dai capelli d’oro e

gli occhi di cielo. Doveva essere lei la vittima che Estel

voleva vendicare. Una ragazza uccisa per un motivo che lui

non conosceva, ma che il ritorno alla vita non aveva

trasformato in un fantasma. Contrariamente all’uomo che

aveva conosciuto, la ragazza aveva mantenuto un aspetto

umano, i suoi occhi erano vivi e lucenti, la sua espressione

attenta, si muoveva e parlava come se non fosse mai

morta. Callum pensò che Dùsgadh fosse una divinità che

agiva diversamente, trasformando in spettri i morti

Page 61: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

59

indegni di rinascere, e donando un aspetto quasi divino a

chi possedeva un’anima pura e gentile. La ragazza che

Estel aveva riportato in vita doveva essere stata innocente

e buona prima di essere stata assassinata, per questo la

sua rinascita non l’aveva privata del suo aspetto umano.

Callum non ne era certo, ma sospettava che Lady Rosaleen

Mordane fosse stata l’artefice della sua uccisione. Quella

donna aveva un grosso conto in sospeso anche con lui. La

nobildonna lo aveva fatto cacciare dalle guardie reali dei

Blackclaw per aver disobbedito ad un suo comando, e

aveva rovinato la sua vita privandolo in modo orribile della

sua abilità di arciere. Callum non aveva scordato ciò che

Lady Rosaleen gli aveva fatto. Poteva scommettere ad

occhi chiusi che anche la ragazza bionda le avesse fatto un

torto, magari rubandole un pettine d’argento, o una

collana di smeraldi… O peggio ancora, finendo tra le

braccia di suo figlio, il giovane Lord Keeran, di cui Lady

Rosaleen era sempre stata morbosamente gelosa. Doveva

essere stato questo il motivo che l’aveva spinta ad uccide la

ragazza, e di certo non si era sporcata le mani

personalmente con il suo sangue, Callum era sicuro che

Lester Dougherty, un uomo brutale e senza scrupoli,

avesse ricevuto l’incarico di toglierle la vita, e Ser Amon

aveva in qualche modo partecipato all’omicidio della

giovane. Povera ragazza… Callum non sopportava le

ingiustizie ai danni dei più deboli. La sua prima freccia

sarebbe stata scoccata per colpire il gelido cuore di Lady

Rosaleen, la seconda freccia per porre fine alle barbarie

compiute da Lester Dougherty, e la terza freccia per

Page 62: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

60

togliere il sorriso beffardo dalla faccia di Ser Amon… Il

rumore inconfondibile degli zoccoli di un gruppo di cavalli

al galoppo gli giunse all’orecchio da lontano, confermato

dal tremolio del terreno sotto i suoi piedi. Callum emise un

fischio per mettere sull’attenti i suoi uomini, quindi

incoccò la prima freccia e tese l’arco rimanendo bloccato in

quella posizione. “La tua vendetta sta per compiersi,

giovane fanciulla bionda… E anche la mia personale resa

dei conti”, pensò il brigante, abbozzando un sorriso

compiaciuto tra i baffi e la barba rossicci.

***

I cavalli lanciati al galoppo sbucarono uno dopo l’altro

dall’ingresso della radura. Lord Eoghan guidava per primo

il suo puledro dal manto nero, dietro di lui Lady Rosaleen

spronava la sua cavalla color nocciola, seguita dal destriero

grigio di Lester Dougherty e dal cavallo bianco di Ser

Amon. Il nobile quartetto attraversò alcuni metri della

radura erbosa, forse una decina, poi, all’improvviso, una

pioggia di frecce acuminate si sollevò sopra di loro

disegnando degli archi nel cielo e subito dopo ricaddero

sui cavallerizzi che guidavano gli equini. Lord Eoghan non

si rese conto di quanto stava accadendo finché non sentì la

moglie Rosaleen lanciare un forte grido alle sue spalle. A

quel punto frenò il cavallo, che spaventato dalla brusca

interruzione della sua corsa si sollevò sulle zampe

posteriori nitrendo imbizzarrito. Lord Eoghan tentò di

dominare il suo puledro nero, mentre una seconda pioggia

Page 63: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

61

di frecce veniva scagliata contro le tre persone che stavano

cavalcando dietro di lui. Altre grida giunsero alle orecchie

del lord prima di essere disarcionato dal suo cavallo e

cadere sull’erba colpendo il terreno con le natiche. Non si

fece alcun male, si sollevò subito in ginocchio, e si voltò

giusto in tempo per scorgere una terza pioggia di frecce

che si abbatteva sui corpi già a terra della moglie e dei suoi

due servitori. Lord Eoghan si accucciò sul terreno temendo

di essere colpito, e rimase fermo sull’erba per alcuni

minuti, mentre i briganti nascosti tra i cespugli della

radura abbandonavano le loro postazioni in tutta fretta

scomparendo oltre le colline della radura e poi nel fitto e

ombroso boschetto di Waterfall. Un silenzio irreale ricoprì

la radura come una pesante coperta invisibile. Lord

Eoghan sollevò la testa e vide i cavalli stesi a terra, allora si

sollevò in piedi e si guardò attorno, senza scorgere niente e

nessuno, poi mosse un passo dietro l’altro fino a

raggiungere il corpo della moglie riverso al suolo.

“Rosaleen… Rosaleen!”, esclamò a gran voce il lord con

orrore e incredulità, inginocchiandosi di fronte al corpo

della donna trafitto da numerose frecce acuminate. La

guardò, immobile e priva di respiro, con gli occhi

spalancati che fissavano il cielo sopra la radura. “Oh no…

Rosaleen… Moglie mia… Rosaleen…”. Capì che la moglie

era morta, colpita dalle frecce, di cui una le aveva

trapassato il cuore. Le tastò il collo e sentì che non c’era

alcun battito sotto la pelle diafana sporca di sangue.

Sollevò lo sguardo e realizzò che anche Ser Amon e Lester

Dougherty erano stati infilzati dalle frecce in più parti del

Page 64: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

62

corpo. Entrambi giacevano a terra, insieme ai loro cavalli,

e tutti e due non davano segni di vita. Lord Eoghan scosse

la testa, incapace di capire cosa fosse accaduto, quindi si

tastò il petto, e si guardò le spalle, ma su di lui nessuna

freccia era ricaduta. Com’era possibile? E cos’era

successo?... Raccolse da terra una freccia che aveva

mancato il bersaglio e vide la punta in ferro cosparsa di

bianco. Veleno! Erano tutte frecce avvelenate! Chi aveva

deciso di uccidere sua moglie e i suoi servitori con delle

frecce avvelenate? Chi li aveva attirati in quella radura per

spezzare le loro vite?... Era stata un’imboscata organizzata

da Lord Berick Drake?... Oppure il vile attacco da parte di

un gruppo di briganti?... Lord Eoghan scagliò lontano la

freccia che stringeva nel pugno e si chinò sul corpo

insanguinato della moglie.

“Rosaleen”, sussurrò con voce rotta, accarezzandole i

capelli bruni intrecciati e posando una mano sulle sue

palpebre per chiuderle gli occhi. “Perché mi hai lasciato?

Perché, amore mio?... Oh, Rosaleen, come farò senza di te?

Come crescerò le nostre figlie senza una madre? Che

punizione ingiusta mi ha riservato il destino.”

Lord Eoghan si coprì il volto con le mani e pianse come

non faceva più da molto, troppo tempo.

***

All’interno del piccolo capanno affacciato sulla radura,

Seanna aveva assistito impietrita alla trappola mortale

messa in atto dai briganti che Estel aveva pagato per

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63

compiere la sua vendetta contro Lady Rosaleen, Lester

Dougherty e Ser Amon. L’attacco era stato preciso, rapido

e fatale. Come promesso, Lord Eoghan non era stato

sfiorato da nemmeno una freccia, al contrario della moglie

e dei suoi servitori caduti sotto una pioggia di frecce

scoccate per ben tre volte contro di loro. Il veleno cosparso

sulle punte acuminate aveva ucciso in pochi secondi le tre

persone coinvolte nel suo assassinio, e ora Lord Eoghan

piangeva la morte della moglie accanto al suo corpo privo

di vita. Seanna non era affatto felice di quel massacro

avvenuto sotto i suoi occhi. La vendetta non le aveva

procurato alcun sollievo, si sentiva ingiusta e colpevole. E

il pianto addolorato di Lord Eoghan le stava spezzando il

cuore. Distogliendo lo sguardo dalla visione della radura,

Seanna sussurrò ad Estel:

“Ti prego, andiamo via. Ho visto abbastanza, non voglio

restare qui un secondo di più.”

“I tuoi assassini sono stati eliminati, hai avuto giustizia.”

“Avrei preferito che tutto questo non accadesse mai.”

“Dimentichi il motivo per cui è stato fatto. Potrai riavere

Keeran e iniziare la tua nuova vita alla luce del sole,

proprio come desideravi.”

“Lo so. Ma non posso accettare che Lord Eoghan soffra

così tanto per causa mia. Anche Keeran soffrirà, così come

le sue due sorelle. Lady Rosaleen era la loro madre, e io

gliel’ho portata via.”

“Seanna, il loro dolore sarà passeggero. Non tormentarti

inutilmente, ricorda che quella donna non ha avuto alcuna

Page 66: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

64

pietà per te e neppure un briciolo di rimorso. Non si

merita il tuo perdono.”

“Forse hai ragione, ma io mi sento un mostro.”

Estel si dispiacque per lei e la strinse fra le braccia per

consolarla. Poi, senza fare rumore, sgusciarono fuori

entrambe dal capanno e corsero via lasciando che il bosco

le inghiottisse riportandole sulla strada di casa.

Contemporaneamente, Callum Forel e i suoi uomini

stavano fuggendo tra i fusti delle querce dopo aver

compiuto il piano di vendetta di Estel Raven. Callum era

riuscito nel suo intento di trafiggere il cuore di Lady

Rosaleen e abbattere i suoi fedeli servitori. Si era preso la

sua rivincita personale, e anche la ragazza dai capelli d’oro

e gli occhi di cielo aveva ottenuto giustizia. Correndo nel

fitto e incolto sottobosco di Waterfall, Callum condusse i

suoi uomini al sicuro, nel loro rifugio segreto scavato tra i

picchi montuosi di Hornwood.

***

Quella stessa sera, poco dopo il tramonto, Keeran fece

ritorno al suo maniero dopo aver cavalcato quasi tutto il

giorno visitando cinque villaggi diversi alla ricerca di

Seanna. Stanco e infreddolito, spinse il proprio cavallo dal

manto nero verso le scuderie, cercando di contenere la

delusione per non essere riuscito a trovare Seanna. Sapeva

di non doversi scoraggiare. Le campagne di Hornwood

erano molto estese, e i villaggi numerosi, non avrebbe

smesso di cercare la sua amata. Scese da cavallo per

Page 67: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

65

condurre l’animale nella sua stalla, mentre nel cortile

illuminato dalle fiaccole echeggiarono i passi frettolosi di

qualcuno che correva nella sua direzione. Era suo cugino

Bowen, e la sua faccia era stranamente cupa.

“Keeran, finalmente sei tornato”, disse il giovane, basso e

tarchiato, sostando sull’ingresso della stalla.

“Ho passato tutto il giorno a cavalcare, sono stanchissimo.

Tu invece che cos’hai? Sembri sconvolto.”

“In effetti lo sono. Mentre tu non c’eri è accaduta una

disgrazia terribile.”

Keeran si fece serio, raggiungendo il cugino.

“Di cosa parli? Quale disgrazia?”

Bowen gli posò le mani sulle spalle.

“I tuoi genitori sono caduti in un’imboscata mentre

credevano di andare a caccia di cinghiali con Lord Berick

Drake a Mormonith. Dei briganti li hanno assaliti presso la

radura del bosco di Waterfall.”

Keeran sentì un brivido freddo scivolargli lungo la spina

dorsale e il suo primo pensiero fu per Lord Eoghan.

“Mio padre è stato ferito?”, domandò al cugino, che scosse

la stessa ricciuta.

“No, tuo padre è sano e salvo, non ha nemmeno un graffio.

Ma tua madre…”

Keeran trattenne il respiro, in attesa di sentire ciò che

Bowen non voleva dirgli.

“Avanti, parla, cosa le è successo?”

“Mi dispiace, Keeran. Tua madre è morta.”

La notizia lo lasciò sconcertato, ma l’odio che aveva

maturato per lei non gli permise di provare alcun dolore.

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“È morta? In che modo?”, domandò con freddezza.

“Colpita al cuore da una freccia avvelenata. Sono stati dei

briganti, almeno così sostiene tuo padre. Ser Amon e

Lester Dougherty sono morti assieme a tua madre,

anch’essi colpiti da frecce avvelenate. È un miracolo che

tuo padre si sia salvato.”

Keeran guardò il cugino negli occhi affranti e si sentì quasi

ingrato per non provare nemmeno un grammo di tristezza

per la perdita della propria madre.

“Quando è successo?”

“Nel primo pomeriggio. L’invito a caccia era falso, Lord

Berick Drake non l’ha mai inviato. Era una trappola

organizzata dai briganti per uccidere i tuoi genitori.”

“A quale scopo? Pensavano di rubare un po’ di denaro, o

dei gioielli? Non ha senso.”

“Lo penso anch’io. Forse è stata una vendetta, un conto in

sospeso da parte di qualche vecchio nemico del tuo casato.

Tuo padre è sconvolto, e le tue sorelle sono in lacrime da

ore. Mi dispiace profondamente per tua madre. Era una

donna insolita, ma a suo modo adorabile.”

Keeran lasciò che il cugino lo abbracciasse per confortarlo,

eppure lui non sentiva il minimo bisogno di sostegno. La

morte di sua madre non era dolorosa come Bowen

pensava, e Keeran era sollevato dal fatto che nulla fosse

accaduto a suo padre.

“Sto bene, Bowen. Lasciami andare. Voglio vedere mio

padre e le mie sorelle.”

“Certo, scusami. Sono tutti e tre riuniti nella stanza

padronale, corri da loro.”

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67

Keeran non se lo fece ripetere due volte. Attraversò di

corsa il cortile ed entrò nel maniero raggiungendo la

stanza padronale in pochi secondi.

“Padre!”, esclamò entrando nella stanza illuminata dai

candelabri accesi ovunque.

Lord Eoghan gli corse incontro, e Keeran lo abbracciò

stretto contro di sé.

“Bowen mi ha raccontato tutto. Sono felice che tu ti sia

salvato. Senza di te sarei perduto.”

“Keeran, figlio mio… Mi dispiace… Non ho potuto fare

nulla per evitare che tua madre fosse uccisa.”

“A me importa solo che tu stia bene. Posso sopportare la

morte di mia madre, ma non la tua.”

Lord Eoghan guardò il figlio negli occhi.

“Non preoccuparti per me, sono un uomo addolorato in

questo momento ma per fortuna tutto intero. Dovrai

aiutarmi, Keeran. Le tue sorelle sono solo delle ragazzine.

Senza una figura materna si sentiranno perdute.”

“Penserò io a loro, padre. Puoi contare su di me.”

“Grazie, figlio mio.”

Keeran abbracciò nuovamente il padre, ringraziando il

cielo che stesse bene, poi raggiunse Gwenn e Danaes,

sedute sul letto con i fazzoletti stretti tra le dita, e le

accolse entrambe nel semicerchio delle sue braccia

spalancate.

“Non piangete, sorelle mie. Ci sono io al vostro fianco. Non

sarete mai sole, ve lo prometto.”

Quella notte, tra lacrime e singhiozzi, Keeran si strinse

attorno alla sua famiglia addolorata, mentre sulle quattro

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torri del maniero venivano issati i vessilli neri in segno di

lutto. E il giorno seguente, come voleva la tradizione, Lady

Rosaleen fu sepolta nelle cripte sotterranee accanto ai suoi

genitori e al fratello maggiore caduto in battaglia dieci

anni prima. Le salme di Ser Amon e Lester Dougherty

furono interrate nella collina che ospitava le lapidi dei

cavalieri e nobili servitori di famiglia deceduti nel corso

degli anni, posta nelle vicinanze della Redstone Tower. Fu

una giornata pesante, soprattutto per Lord Eoghan e per le

sue figlie Gwenn e Danaes. Keeran rimase al loro fianco,

come promesso, ma la sua mente non fece altro che

pensare a Seanna Merrick per tutto il tempo. Doveva

ritrovarla. Aveva bisogno di lei e del suo amore, e della sua

presenza femminile tra le stanze del maniero rimaste

vuote dopo la scomparsa improvvisa di Lady Rosaleen.

Terminato il periodo di lutto, Keeran avrebbe ripreso a

cercarla finché non fosse riuscito a riportarla lì, accanto a

lui e alla sua famiglia.

Page 71: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

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Capitolo 7

La notizia della morte di Lady Rosaleen Mordane si diffuse

rapidamente in tutta Hornwood, e nella settimana che

seguì alla sua sepoltura al castello dei Blackclaw vi fu una

processione costante di nobili e nobildonne provenienti

dalla vicine contee che fecero visita a Lord Eoghan

portando omaggi e parole di conforto. La sorella di Lady

Rosaleen, Meredin, giunse dalla lontana Sandvalley con i

suoi cinque figlioletti e il marito Iarwen, e i pestiferi

pargoli furono d’aiuto per scacciare via il clima pesante e

luttuoso che regnava all’interno del maniero. Lord Eoghan

si riprese rapidamente dallo shock della perdita della

consorte, e il cognato Iarwen gli suggerì di risposarsi

presto, essendo un uomo ancora troppo giovane per calarsi

nel ruolo di vedovo. Lord Eoghan accettò di buon grado

quel suggerimento, considerando che le figlie Gwenn e

Danaes avrebbero avuto bisogno di una nuova figura

materna su cui fare affidamento, e promise a Iarwen di

riflettere sull’ipotesi di prendere in moglie la cugina

minore di Meredin, Lady Alanna Mordane, una mite e

graziosa nobildonna rimasta celibe a causa della sua

impossibilità di avere figli. Lord Eoghan pensò che sarebbe

stata la donna giusta per lui, che non desiderava avere altri

eredi, e soprattutto per le sue figlie, bisognose di

quell’affetto materno che Lady Alanna avrebbe offerto loro

amandole come fossero nate dal suo stesso grembo. I

giorni passarono in fretta, l’andirivieni di nobili andò

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scemando, Meredin e la sua famiglia fecero ritorno a

Sandvalley, e Lord Eoghan si ritrovò a dover spartire gli

averi della defunta moglie tra le figlie Gwenn e Danaes. La

secondogenita ereditò i numerosi abiti della madre e i suoi

preziosi gioielli, mentre alla terzogenita furono donati gli

effetti personali come i pettinini per capelli, le lozioni

profumate, e gli oggetti di poco valore accumulati da Lady

Rosaleen nel corso negli anni. Quando Danaes aprì uno

scrigno d’argento trovato sul fondo di un baule, il fratello

Keeran era presente, e il suo cuore ebbe un sussulto alla

vista di una lunga ciocca di capelli biondi legata da un

nastrino azzurro.

“Nostra madre non è mai stata bionda”, osservò Danaes

con la ciocca di capelli nel palmo della mano. “Forse lo era

nostra nonna.”

Keeran prese tra le dita la ciocca di capelli e non ebbe

alcun dubbio riguardo a chi fosse appartenuta. Erano i

capelli setosi e dorati di Seanna Merrick! Ne era certo.

Perché mai sua madre era stata in possesso di una ciocca

di capelli di Seanna? Come se l’era procurata?... Un cattivo

presentimento lo spinse a correre dal padre mostrandogli

la ciocca bionda ed esponendogli i suoi pensieri.

“Temo che mia madre abbia fatto del male a Seanna. Per

quale altro motivo avrebbe nascosto questa ciocca in uno

scrigno chiuso a chiave e sepolto in un baule? Sembra un

piccolo trofeo, come se…”

Non ebbe il coraggio di terminare la frase, inorridito al

solo pensiero che sua madre avesse ordinato a Lester

Dougherty di uccidere Seanna e tagliarle una ciocca di

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capelli ad opera compiuta come dimostrazione e macabro

ricordo della dipartita della ragazza.

“Keeran, non penserai che tua madre abbia fatto uccidere

Seanna?! Non era una donna così crudele.”

“Sì, padre, lo era. Tu forse non lo sai, ma molte serve sono

state fatte frustare perché avevano combinato qualche

piccolo guaio in cucina, e una volta l’ho vista ordinare a

una nostra guardia di picchiare uno stalliere perché non

aveva sellato correttamente la sua cavalla. Quell’uomo ha

quasi perso un occhio!”

“Stai parlando del vecchio Olly?”

“Sì, padre, proprio lui. Non è vero che ha perso la vista

dell’occhio sinistro a causa di un calcio sferrato da un

nostro cavallo, io ero presente, e ho visto Olly mentre

veniva colpito al volto dalla lancia di una guardia. Per

ordine di mia madre, che se ne stava in un angolo a

guardare la scena. Olly è diventato semicieco per causa

sua! Non ha mai avuto il coraggio di confessare la verità

per timore di essere cacciato via, e io ho taciuto perché

credevo che fosse giusto così. Ma ora è diverso, non sono

più un bambino, so distinguere il bene dal male, e so che i

nostri servi non devono essere picchiati o torturati. Sono

brave persone che lavorano duramente per noi, e meritano

il nostro rispetto.”

Lord Eoghan scosse il capo in segno di dissenso.

“Non ho mai sospettato che tua madre trattasse male i

nostri servitori, avresti dovuto dirmelo, Keeran.”

“Non potevo farlo. Mia madre mi ha sempre minacciato di

rinchiudermi nelle cripte se solo ti avessi raccontato le sue

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malefatte.”

“Rinchiuderti nelle cripte?! È arrivata a dirti questo?”

“Molte volte, purtroppo. E non dimenticare che la notte

della tempesta, quando mi sono appartato con Seanna

nella Redstone Tower, è stata lei a mandare delle guardie

per separarci. Mi hanno portato via con la forza, e Lester

Dougherty è rimasto da solo con Seanna. Potrebbe averle

fatto qualunque cosa. Picchiata, stuprata, o addirittura

uccisa! E questa ciocca di capelli è la prova che qualcosa di

brutto quella notte è successo veramente.”

“Io non capisco… Perché ucciderla? Avrebbe potuto

cacciarla dal castello o punirla in un altro modo. E questa

ciocca di capelli… Che cosa significa?”

“Padre, è un trofeo. Quando dai l’ordine a qualcuno di

uccidere una persona che detesti, vuoi che ti porti un

ricordo della morte di quella persona, magari un dito della

mano, oppure un orecchio, e nel caso di Seanna… una

ciocca dei suoi bellissimi capelli.”

“Ma queste barbarie vengono commesse dai briganti, non

dalle nobildonne!”, esclamò Lord Eoghan, sconvolto.

“Mi dispiace, padre. Non voglio infangare la memoria di

mia madre, o il bel ricordo che hai di lei… Ti sto solo

raccontando cosa faceva quando tu non eri presente. So

che era mia madre, ma questo non m’impedisce di

ammettere quanto fosse cattiva e vendicativa. E ti confesso

che dopo gli avvenimenti della Redstone Tower il mio

cuore ha smesso del tutto di provare amore per lei.”

Lord Eoghan guardò il figlio negli occhi.

“La odiavi?”, chiese, conoscendo già la risposta.

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Keeran sostenne il suo sguardo.

“Sì, la odiavo. Per questo la sua morte non mi ha turbato.

Ha fatto del male a molte persone nel corso della sua vita.

Credo che qualcuno la volesse morta, forse per vendicarsi

di un torto subito.”

“Stai ipotizzando che l’imboscata di Waterfall sia stata

pianificata appositamente per uccidere tua madre?”

“Potrebbe essere così. Quell’attacco è stato studiato nei

minimi dettagli, i briganti non vi hanno attaccati per

derubarvi, le loro frecce erano avvelenate, dardi mortali

preparati per garantire la morte sicura di chi avrebbero

colpito... È stata una vendetta, e il fatto che tu sia stato

risparmiato mi convince ancora di più dell’idea che quei

briganti volessero uccidere mia madre e i suoi fidati

complici. Ser Amon era una spia, mia madre si serviva di

lui per scoprire qualunque cosa accadesse fra queste mura,

e Lester Dougherty era un cavaliere spietato che eseguiva

gli ordini di mia madre come un cagnolino ammaestrato.

L’attacco a Waterfall è stata un’esecuzione ben studiata

contro mia madre e i suoi due uomini. Qualcuno li voleva

eliminare, tutti e tre.”

Le supposizioni di Keeran fecero riflettere Lord Eoghan,

offrendogli una spiegazione realistica dell’attacco subito a

Waterfall. Suo figlio aveva ragione, era stata certamente

una vendetta contro Rosaleen e i suoi due servitori, se

fosse stata una normale imboscata avrebbero ucciso anche

lui anziché lasciarlo illeso.

“Chi potrebbe aver voluto vendicarsi di tua madre?”,

chiese il lord, desideroso di trovare un possibile colpevole.

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“Non ne ho idea, padre. Molte persone sono stata cacciate

via da qui per svariati motivi, e sempre per volere di mia

madre. La nostra prima cuoca, che non riusciva a cucinare

a puntino il cinghiale, una delle sarte, che aveva sbagliato

il ricamo di un suo abito, il giardiniere, colpevole di non

aver potato nel modo giusto il roseto del giardino, e poi chi

altro ancora?...”

Lord Eoghan ebbe un’illuminazione improvvisa.

“Callum Forel”, disse, pronunciando un nome che Keeran

non ricordava. “Era uno dei nostri migliori cavalieri, un

eccellente combattente, astuto e intuitivo, e un arciere

infallibile. Le sue frecce non mancavano mai il bersaglio,

era il nostro tiratore scelto. Callum Forel aveva ricevuto da

tua madre l’ordine di punire un ladruncolo che si era

introdotto nel nostro maniero rubando una collana di

rubini. Tua madre l’aveva colto in flagrante e voleva che

fosse punito in modo esemplare. Era solo un bambino,

avrà avuto nove o dieci anni, poteva essere rispedito al suo

villaggio dopo una sgridata e una sculacciata. Ma tua

madre chiamò Callum Forel e gli disse che poteva scegliere

tra due punizioni: l’amputazione di una mano del

ladruncolo o la sua impiccagione nel nostro cortile. Callum

Forel si rifiutò di eseguire l’ordine, prese con sé il bambino

e lo riportò al suo villaggio. Quando il cavaliere ritornò al

maniero, tua madre era furente, e ordinò a Lester

Dougherty di combattere contro di lui in un duello di

spade. Callum accettò la sfida, non sapendo che Ser Amon

gli aveva fornito una spada danneggiata. Durante il duello

la lama si spezzò, e Callum capì di essere stato imbrogliato.

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Continuò a combattere difendendosi con ciò che restava

della spada spezzata, ma Lester Dougherty ebbe la meglio

su di lui e riuscì a ferirlo, colpendolo all’inguine. Fu a quel

punto che tua madre disse a Lester Dougherty di mozzargli

la mano destra, quella con cui incoccava le frecce. Callum

non ebbe il tempo di rialzarsi e la sua mano fu amputata di

netto dalla spada del suo duellante, decretando la fine

della sua carriera di arciere di punta del nostro esercito.

Mentre Callum veniva ricucito da Nigel Bronn, il nostro

primo medico di corte, tua madre mise piede nella loro

stanza e disse a Callum che la sua mano era stata tagliata

al posto di quella del ladruncolo che lui stesso si era

rifiutato di giustiziare. E quel giorno stesso, Callum Forel

fu cacciato via dal nostro corpo di guardia, e di lui non si

ebbe più alcuna notizia. Girano delle voci sul suo conto,

pare che sia diventato un brigante a capo di un manipolo

di predoni, e che si sia fatto forgiare una sorta di mano

uncinata di ferro. Di certo non avrà perso la sua abilità di

arciere, e forse con la mano di ferro munita di uncino la

sua tecnica di tiro con l’arco potrebbe essere migliorata…

Nessuno sa dove si nasconda. Lui e i suoi uomini

terrorizzano i villaggi compiendo razzie, e se qualcuno lo

paga bene non si tira indietro dal compiere azioni da

fuorilegge. Non mi stupirei se la morte di tua madre fosse

opera sua. Dopo ciò che gli ha fatto in passato, Callum

potrebbe aver trovato il modo di vendicarsi di lei, di Ser

Amon e di Lester Dougherty. Le frecce avvelenate usate

come armi mi fanno pensare che sia stato proprio lui

l’artefice dell’imboscata. E il motivo per cui sono ancora

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76

vivo è dovuto al fatto che Callum mi ha sempre onorato e

rispettato quand’era al mio servizio come tiratore scelto. È

stato il mio migliore cavaliere per molti anni, peccato che

sia diventato un brigante.”

Keeran aveva ascoltato il racconto del padre in silenzio,

colpito dall’intera faccenda.

“Non sapevo nulla di questa storia… Quando è successo?”

“Durante la guerra contro i Lumornith, mentre io ero di

stanza a Thornland. Avevo affidato la protezione di tua

madre a Callum Forel perché era il migliore dei miei

uomini, il più fedele e affidabile, e tua madre l’ha rovinato

per sempre.”

“Quindi non eri presente quando è stato cacciato via?”

“No, non ero qui. L’intera faccenda mi è stata raccontata al

mio ritorno da Thornland due mesi dopo. Fu tua nonna

Nell a dirmi tutto, all’epoca era ancora in buona salute.”

“E che provvedimenti hai preso contro mia madre quando

hai saputo cos’aveva fatto?”

“Non ho potuto fare nulla. Tu eri piccolo, avevi solo due

anni, e tua madre era incinta di Gwenn. Non potevo di

certo punirla. Sono stato costretto a dimenticare l’intera

faccenda per il tuo bene e per quello di Gwenn.”

“Avresti dovuto capire da quell’evento che genere di donna

avevi sposato. È sempre stata crudele e vendicativa.”

“Non rimproverarmi, Keeran. Tua nonna Nell mi aveva già

messo in guardia, lei mi aveva detto fin dall’inizio che

Rosaleen non era una lady adatta a me, ma io non l’ho

ascoltata e ho sposato tua madre convinto che sarei stato

in grado di domare la sua indole ribelle. Credevo di esserci

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riuscito, ma a quanto pare lei ha approfittato delle mie

assenze per comportarsi come voleva.”

“Ormai è tardi per i rimpianti. Non credi?”

Lord Eoghan annuì con un cenno del capo.

“Purtroppo sì… Ma forse non è troppo tardi per scoprire

cos’è successo a Seanna Merrick.”

Keeran aprì il pugno della mano e guardò la ciocca di

capelli biondi come fili d’oro.

“E se fosse morta?”, chiese, sentendosi spezzare il cuore.

“Non pensare al peggio, ricomincia a cercarla!”, gli disse

Lord Eoghan, stringendogli le spalle con le dita delle mani.

“Ho il terrore di non riuscire a trovarla”, ammise,

accarezzando la morbida ciocca con i polpastrelli.

“Sono certo che non è morta. E forse questa ciocca di

capelli non significa nulla. Keeran, non arrenderti. Sali sul

tuo cavallo e passa in rassegna i villaggi che non hai ancora

visitato, la troverai, devi almeno tentare.”

“Non posso lasciare il castello adesso, siamo ancora in

lutto, Gwenn e Danaes hanno bisogno di me, e anche tu.”

“Al diavolo il lutto! Piangere una donna che non avrei mai

dovuto sposare non è la cosa più saggia da fare. Penserò io

a consolare le tue sorelle, tu sei libero di andare.”

“Padre, sei sicuro?”

“Sì, Keeran. Vai.”

Lord Eoghan sorrise al figlio per incoraggiarlo, e quando il

ragazzo si voltò per scendere le scale e raggiungere le

scuderie, pregò che alla giovane Seanna Merrick non fosse

stato fatto alcun male.

Page 80: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

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Capitolo 8

Il tempio del signore del risveglio Dùsgadh era collocato

all’interno di una grotta di pietra naturale nascosta alla

vista da una folta parete di fogliame di edera rossa che

cresceva sulla sommità della grotta stessa e la ricopriva

tutta scendendo fino ai piedi dell’imboccatura d’entrata.

Estel Raven aveva condotto Seanna fino al tempio, nel fitto

bosco di Greywillow, perché potesse rendere omaggio a

Dùsgadh per averla riportata in vita. Estel le aveva fatto

strada, spostando la parete di rami e foglie con un braccio

per permettere ad entrambe di entrare nella grotta, simile

ad un cunicolo basso e stretto nella parte iniziale che dopo

alcuni metri si allargava sempre di più fino a sbucare in

un’ampia grotta circolare dal soffitto arcuato dove

crescevano cristalli di quarzo trasparente dai riflessi

iridescenti. Al centro della grotta, zampillava dal terreno

roccioso una grande pozza d’acqua circondata da candele

votive accese dagli adoratori di Dùsgadh, e sulla parete di

fondo il signore del risveglio era rappresentato da un volto

umano maschile scolpito nella roccia dagli adepti che

avevano creato il tempio sfruttando lo spazio della grotta.

Seanna osservò il viso di Dùsgadh, i suoi grandi occhi dal

taglio felino dove erano state collocate due pietre turchesi,

il naso allungato e sottile, e la bocca sorridente dalle labbra

serrate. Era un volto pacifico che emergeva dalla roccia e

fissava i suoi adoratori con quelle pupille turchesi quasi

ipnotiche. Estel prese per mano Seanna e insieme si

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avvicinarono alla pozza d’acqua, inginocchiandosi sul

pavimento roccioso dove ardevano le candele votive.

“Chi ha scolpito il volto di Dùsgadh?”, chiese Seanna,

curiosa di scoprire tutto ciò che non sapeva sul signore del

risveglio.

“È stato il sacerdote del tempio, Eamon Lusien. Ha avuto

una visione del volto di Dùsgadh in sogno e l’ha scolpito

personalmente. Gli occhi grandi e aperti simboleggiano il

risveglio, le pietre turchesi la nuova vita dei rinati, e il

sorriso beato la gioia di aver ottenuto l’immortalità.”

“A cosa serve quest’acqua zampillante?”

“Non è semplice acqua. È la fonte della vita. Tutti i rinati la

bevono. Allevia il senso di vuoto.”

“E le candele? Perché si accendono?”

“Per ringraziare Dùsgadh di essere stati salvati dalle

tenebre della morte.”

Seanna sollevò lo sguardo verso i cristalli di quarzo che

ricoprivano la volta della cripta.

“Anche i cristalli hanno un significato preciso?”

“Certo. Ogni rinato ne riceve uno dagli adepti. È un

cristallo protettivo, generalmente si indossa al collo come

un monile, oppure si fa incastonare in un anello, come ho

fatto io centocinquant’anni fa.”

Seanna guardò Estel e le chiese:

“Ieri mi hai detto che io sono speciale, diversa dalle altre

persone che hai riportato in vita. Cosa intendevi dire

esattamente?”

“Non tutti i rinati tornano alla vita conservando ricordi e

provando emozioni. La maggior parte di essi perde la

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memoria, non riesce a sentire nulla eccetto il vuoto della

mancanza dell’anima, vivono una vita solitaria senza mai

parlare con nessuno, e i loro occhi sono privi di luce. Tu

non sei come loro. Ricordi il tuo passato, hai mantenuto le

tue caratteristiche umane, non sei cambiata internamente

e nemmeno esternamente. I tuoi occhi sono lucenti, la

rinascita brilla in essi, e la privazione dell’anima non ti ha

resa insensibile e vuota. Ecco perché sei speciale. La vita

eterna ti ha colmata, sei stata toccata dalla potente mano

di Dùsgadh.”

“Perché io ho ricevuto il suo tocco e gli altri rinati no?”

“Questo non lo so. Dùsgadh sceglie a chi donare il suo

tocco senza che gli adepti ne sappiano il motivo. Forse sei

destinata a fare grandi cose nel corso della tua vita.”

Estel le sorrise, quindi prese una candela dal sacco di iuta

che aveva portato con sé.

“Vuoi ringraziare Dùsgadh per averti riportata in vita?”

“Sì, certo.”

Estel le porse la candela di cera bianca e Seanna la prese

fra le mani, poi l’avvicinò alla fiamma ardente di una

candela già accesa e lasciò che lo stoppino si bruciasse

generando una nuova fiammella.

“Cosa devo fare adesso?”

“Metti la candela a terra accanto alle altre e pronuncia le

parole Mòran taing. Vuol dire grazie in gaelico antico.”

Seanna posò la candela accesa sulla roccia vicino al bordo

della pozza d’acqua, sollevò lo sguardo per fissare gli occhi

di pietra del volto di Dùsgadh e disse:

“Mòran taing.”

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81

Estel infilò nuovamente la mano nel sacco di iuta e ne tirò

fuori una scodella di legno intagliata a mano.

“Ora devi bere l’acqua della fonte della vita. Non è salata e

neppure dolce. Quando l’ho bevuta io sapeva di muschio.”

Estel immerse la scodella nella pozza d’acqua e poi la porse

a Seanna, che la prese tra le mani e iniziò a berla a piccoli

sorsi, avvertendo il suo sapore muschiato.

“Stòr-beatha, lasachadh a 'bheag shluagh agaibh ùr

nighean”, disse Estel, pronunciando la formula per

chiedere all’acqua di alleviare il senso di vuoto dal corpo

senz’anima di Seanna.

Lei terminò di bere e restituì la scodella a Estel, che la

rimise nel sacco.

“Cos’erano quelle parole che hai mormorato mentre

bevevo l’acqua?”

“Ho chiesto alla fonte della vita di non farti sentire il vuoto

dell’anima che ti è stata tolta.”

“Fa parte del rito di ringraziamento?”

Estel annuì, quindi si alzò in piedi e raggiunse il punto più

basso della volta della grotta, sollevò un braccio e con la

mano staccò un piccolo cristallo di quarzo iridescente.

Ritornata al fianco di Seanna, prese dal sacco un cordino

di cuoio e un punteruolo di ferro affilato, con il quale

praticò un foro nel cristallo grande quanto un mezzo dito,

vi infilò il cordino di cuoio e allacciò il monile al collo di

Seanna dicendo:

“Naoimhe Criostal, dìon an neo-bhàsmhorachd ùr

nighean Dùsgadh, Seanna… Ho chiesto che il cristallo ti

protegga sempre.”

Page 84: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

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Seanna guardò il cristallo che pendeva sul suo petto

appoggiandosi allo sterno.

“È la prima collana della mia vita”, disse, apprezzando il

dono. “Mi piace, è molto bello.”

“Sarà il tuo portafortuna, ti proteggerà ovunque andrai o

sarai. Se non potrai indossarlo al collo, tienilo in tasca

oppure legato al polso, ma non separarti mai da esso.”

“Lo farò, Estel”.

La donna le accarezzò i capelli e la guardò con dolcezza.

Non aveva avuto figli nei suoi centocinquant’anni di vita, e

Seanna era una ragazza così dolce da farle desiderare che

potesse essere sua figlia.

“Sento che presto dovremo separarci”, le disse con un velo

di dispiacere nella voce. “Riportarti in vita dopo averti

sognata è stato bello come farti nascere dal mio grembo, e

ospitarti nella mia capanna fino ad oggi mi ha riempita di

gioia colmando la mia solitudine. Ma ora sei pronta per

andare per la tua strada, non hai più bisogno di me, saprai

da sola come condurre la tua nuova vita.”

“Non ti rivedrò mai più?”

“Potrai venire a trovarmi se vorrai. Ma io non ti verrò a

cercare. La gente di Hornwood sa chi sono e cosa faccio,

chi si avvicina a me viene giudicato male, non voglio che la

tua reputazione sia messa in pericolo a causa mia.”

“Tu mi hai salvata, Estel. Te ne sarò grata per sempre. E se

potrò verrò a trovarti nel bosco. Non voglio perderti, sei

stata come una seconda madre per me.”

Gli occhi di Estel vibrarono di commozione, ma recuperò

subito la sua facciata di donna forte ed misteriosa.

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“La strada verso Hornwood è lunga, facciamo ritorno a

casa finché il sole splende.”

Si alzò da terra e si sistemò il vestito, imitata da Seanna,

poi rivolse l’attenzione al volto di Dùsgadh scolpito nella

roccia e chinò il capo in segno di devozione.

“Possiamo andare ora. Dùsgadh ti ha guardata, tu lo hai

ringraziato, hai bevuto la sorgente della vita e hai ricevuto

il tuo cristallo protettivo. Il tuo risveglio è completo, non

devi fare altro che tornare a vivere nel mondo dei mortali.”

Tese la mano a Seanna e lei la strinse nella propria, e

insieme lasciarono il tempio per ritornare a Hornwood. Fu

una lunga camminata attraverso radure incolte e sentieri

di ghiaia che serpeggiavano nel sottobosco, e per tutto il

tragitto Estel intonò antiche canzoni corniche che Seanna

non aveva mai udito cantare prima di quel giorno. Il sole

calò presto, e quando giunsero alla capanna di Estel era già

buio e iniziava a fare freddo. L’inverno sarebbe arrivato

presto, e con esso anche le prime tempeste di neve.

All’interno della capanna, al termine di un pasto frugale,

Seanna finì di piegare i suoi nuovi vestiti e li infilò nel

sacco di lino che Estel le aveva procurato insieme a tutto il

resto, dagli abiti alle scarpe. Quando ebbe indossato il suo

nuovo mantello nero e fu pronta per andare via, Estel le

porse una lanterna ad olio con cui farsi strada nel cuore

del bosco e le disse:

“Detesto gli addii, perciò niente abbracci e niente lacrime.

Semplicemente vai, Seanna. Esci dalla porta e non voltarti

indietro. Dùsgadh sarà sempre con te.”

Page 86: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

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Seanna si mise il sacco in spalla e fece ciò che Estel le

aveva appena detto. Reggendo la lanterna, uscì dalla porta

e se la richiuse piano alle spalle. Senza voltarsi, i suoi passi

si affrettarono sul sentiero di pietre illuminato dalla luna

piena, portandola via da Estel e dal suo rifugio caldo e

sicuro.

Page 87: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

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Capitolo 9

Keeran Blackclaw sostava sugli argini erbosi di un piccolo

laghetto circondato dai tronchi secolari di un boschetto di

querce nei pressi di Jerwin, uno degli ultimi villaggi che gli

restavano ancora da visitare. Purtroppo era già calata la

notte, faceva freddo, era affamato e il suo cavallo era

stanco. La giornata era stata lunga e faticosa, e le sue

ricerche infruttuose. I popolani dei villaggi in cui era

entrato si erano dimostrati gentili, rispondendo alla sua

ripetitiva domanda “Sto cercando una giovane donna di

nome Seanna Merrick, vive in questo villaggio?” con

cenni del capo negativi e frasi del tipo “No, mai sentita

nominare”. Keeran si era spinto fino alle campagne più a

sud dei confini del casato dei Blackclaw, e al calar del sole

aveva percorso strade deserte disperse tra i campi senza

incontrare anima viva per molte miglia. Alla fine il suo

cavallo si era rifiutato di continuare a galoppare, e ora

stava riposando nella quiete della notte dopo essersi

abbeverato nel laghetto e aver brucato dell’erba fresca.

Keeran sapeva che non era prudente sostare nei boschi di

notte, quando i predoni si aggiravano furtivamente in

mezzo alla boscaglia alla ricerca di qualche forestiero da

assalire per derubarlo dei suoi averi, e dopo quello che era

successo a sua madre a Waterfall era ancora più pericoloso

trovarsi nel cuore di un bosco da solo a notte fonda.

Tuttavia, non c’erano locande in cui pernottare nei pressi

di quel luogo, e il villaggio di Jerwin era vicino ma non

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raggiungibile con un cavallo stremato. Incamminarsi a

piedi era irragionevole, perciò si era seduto sull’erba

accanto al suo cavallo sdraiato sul tappeto erboso e

ignorava i morsi della fame e la stanchezza pensando a

Seanna e accarezzando la sua morbida ciocca di capelli

biondi che alla luce della luna piena brillava di riflessi

argentei tra le sue dita. “Dove sei, Seanna? Riuscirò mai a

trovarti?”, si domandò, consapevole che Jerwin e Munrow

erano gli ultimi due villaggi dove Seanna poteva essersi

rifugiata. Il sospetto che sua madre l’avesse fatta uccidere

non lo abbandonava neppure per un momento, e la paura

di ritornare al maniero senza di lei gli rendeva il cuore

pesante. Rimpiangeva di non averle mai chiesto dove fosse

nata e cresciuta, e sperava ancora di poterla trovare tra le

capanne di legno di Jerwin o Munrow. Avrebbe dovuto

passare la notte lì, affamato e infreddolito, in attesa del

sorgere dell’alba. Con quel pensiero in testa, si strinse nel

suo mantello di lana pesante e rimase in silenzio a

contemplare la luna rotonda che si rispecchiava sulle

acque immobili del laghetto.

Stava quasi per cedere al sonno quando da lontano gli

giunse il flebile suono di una voce femminile che intonava

la melodia di una canzone popolare. Si alzò subito in piedi,

e cercò di capire da dove provenisse quella voce. I suoi

occhi scrutarono il buio circostante, finché non scorsero

tra i fusti neri del boschetto il bagliore arancione di quella

che doveva essere una lanterna. Aguzzando la vista, vide la

luce farsi sempre più nitida mentre avanzava nella

direzione del laghetto, e la voce femminile che cantava

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accompagnando il proprio cammino divenne chiara e

comprensibile man mano che si avvicinava alle rive del

laghetto. Quando riuscì a distinguere la figura di una

donna avvolta in un lungo mantello scuro, mosse alcuni

passi in avanti ed esclamò:

“Chi va là?”

La sua voce spezzò il silenzio notturno echeggiando tra gli

alberi, e il canto della sconosciuta si ammutolì di colpo. I

suoi passi si bloccarono tra le querce e la lanterna rimase

sospesa a mezz’aria e immobile.

“Chi sei, donna?”, esclamò di nuovo Keeran. “Fatti

riconoscere! Dimmi il tuo nome!”

In risposta alle sue richieste, la viandante accostò la

lanterna al proprio viso, e la luce tremolante della

fiammella illuminò i suoi tratti e accese di riflessi dorati i

suoi lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle.

“Non ti dirò il mio nome se prima non saprò il tuo,

forestiero.”

Keeran riconobbe all’istante quella dolce voce familiare,

l’avrebbe riconosciuta ovunque.

“Seanna!”, esclamò, sentendo il cuore balzargli in gola.

“Sei proprio tu?”

Lei riconobbe a sua volta la voce giovanile dell’uomo che

sostava sull’argine del laghetto, e corse tra gli alberi verso

di lui, uscendo allo scoperto e fermandosi a pochi metri.

“Keeran Blackclaw?”, domandò incerta, per essere sicura

di non sbagliarsi.

Il giovane lord non poteva credere ai propri occhi. La

viandante era Seanna! Era proprio lei!

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“Seanna, sono io, sono Keeran!”

Lei rimase immobile, sconcertata, ma subito dopo avvertì

il palpito del suo cuore accelerare nel petto e una vampata

di calore montarle dentro come un incendio. Allora si gettò

di corsa verso il ragazzo che amava e lui aprì le braccia per

accoglierla.

“Keeran!”, esclamò Seanna, lasciando cadere a terra la

lanterna e gettando le braccia al collo del suo innamorato.

Il loro abbraccio fu appassionato, carico di sentimenti.

Dalla sorpresa al sollievo, dalla gioia all’amore. Si erano

ritrovati, erano di nuovo insieme.

“Ti ho cercata ovunque, Seanna”, mormorò Keeran senza

allentare la stretta delle sue braccia attorno al suo corpo.

“Sono così felice di poterti riabbracciare, temevo di non

rivederti mai più.”

Seanna tacque, troppo emozionata per parlare, e dopo un

tempo lunghissimo, Keeran allentò la sua stretta e la

guardò in viso.

“Sei viva… E stai bene”, sussurrò, appurando che non le

era stato fatto nulla di male. “Ho pensato che mia madre ti

avesse fatta uccidere da Lester Dougherty la notte della

tempesta. Sono stato così in pena per te.”

Seanna gli accarezzò i capelli bruni raccolti nella coda di

cavallo dietro il collo e comprese che da quel momento in

poi avrebbe dovuto mentire a Keeran ogni giorno della sua

vita, affinché non sapesse mai la verità su quella tragica

notte e non potesse immaginare quello che le era successo

tre giorni dopo. Il suo risveglio dalla morte era un segreto

che doveva custodire con cura, anche a costo di mentire.

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“Sto bene, Keeran. Non mi è stato fatto alcun male”, lo

rassicurò, accarezzandogli una guancia.

“Ma dove sei stata finora? Perché non mi hai fatto sapere

dov’eri? Avresti potuto inviarmi un messaggio per

comunicarmi che era tutto a posto.”

“Scusami Keeran, mi dispiace tanto che tu sia stato in pena

per me. Tua madre mi ha fatta cacciare dal maniero, non

potevo tornare.”

“Quindi Lester Dougherty non ti ha toccata in nessun

modo, è così?”

“No, non mi ha fatto nulla”, mentì Seanna, proteggendo il

suo segreto. “Mi ha solo portata via dalla Redstone Tower

per poi abbandonarmi tra i boschi e dirmi di sparire, non è

successo altro.”

“E questa?”, chiese Keeran, infilando una mano nei calzoni

e mostrandole la ciocca di capelli che Lester Dougherty le

aveva tagliato per consegnarla a Lady Rosaleen. “Non è tua

questa ciocca di capelli? Perché era tra gli effetti personali

di mia madre?”

Seanna dovette inventarsi una scusa credibile.

“Sì, sono i miei capelli. Me li sono tagliati io, volevo che

avessi qualcosa di mio da tenere sempre con te. Avevo

chiesto a una serva di farti avere la ciocca di nascosto. È

successo alcuni giorni prima del nostro incontro alla

Redstone Tower. Lady Rosaleen ha sorpreso la serva

mentre entrava nella tua stanza e le ha portato via la ciocca

tenendola per sé. Sapevo che non l’avevi ricevuta. Scusa se

non te l’ho detto, non ne ho avuto il tempo.”

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Keeran guardò la ciocca bionda che tanto lo aveva fatto

preoccupare e si sentì uno sciocco.

“Avrei dovuto immaginare che era un tuo dono per me.

Invece ho ipotizzato le cose peggiori.”

“Puoi gettarla via adesso”, gli disse Seanna, di fronte a quel

frammento della sua precedente vita. “Non ti serve più, hai

tutta me stessa.”

“Hai ragione… Non ne ho più bisogno”, e così dicendo la

lanciò lontano, e Seanna la vide sprofondare nelle acque

chete del laghetto.

“Mi sei mancato molto, Keeran”, gli disse subito dopo,

guardandolo negli occhi.

“Anche tu Seanna. Credevo di averti persa per sempre. In

quale villaggio ti sei rifugiata? Non riuscivo a trovarti.”

“Sono tornata alla mia casa natia, nel villaggio di Jerwin, a

poche miglia da qui.”

“Dunque sei nata lì, a Jerwin. Il villaggio che non ho fatto

in tempo a visitare prima che calasse la notte.”

“Non dovrai più venire a cercarmi, ora mi hai trovata.”

“Tu hai trovato me in realtà... Ma dimmi, cosa ci facevi nel

bosco da sola in piena notte? È pericoloso, soprattutto per

una ragazza bella e indifesa come te.”

“Sono nata da queste parti, e so che i briganti non

frequentano questa zona. Il mio villaggio è povero, non

troverebbero granché da razziare.”

“E dove stavi andando?”

“Stavo per tornare da te, con le mie poche cose”, gli disse,

indicando il sacco di lino che aveva lasciato cadere a terra

per abbracciarlo. “La notizia della morte di tua madre è

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giunta fino a Jerwin. Ho pensato che potevo tornare al

maniero e supplicare tuo padre di riprendermi a lavorare

come serva.”

Keeran le sorrise, felice come non mai.

“Tornerai al maniero insieme a me, sul mio cavallo. E non

lavorerai mai più come serva nelle nostre cucine, farò di te

una lady, e un giorno ti sposerò. Mio padre è d’accordo, ho

avuto la sua approvazione.”

Seanna non nascose la propria sorpresa e i suoi occhi

brillarono nella penombra della luce lunare.

“Lord Eoghan sa di noi due? Non si è opposto? Ti ha dato

il permesso di amarmi?”

“Sì, l’ha fatto. Ha posto alcune condizioni, ma tu non avrai

alcun problema a diventare una lady istruita e ben

educata. Le mie sorelle ti aiuteranno, vedrai, e saranno

felici di averti come amica. Ti aspetta una nuova vita,

Seanna, ammesso che tu lo voglia…”

“Come potrei non volerla?... Keeran, io ti amo, ho sempre

sognato di poter essere la tua lady. Anche se sapevo che

non sarebbe mai potuto accadere.”

“Lo credevo anch’io… Ma mio padre ha capito che il nostro

amore è vero e profondo. E desso che mia madre non c’è

più, nessuno ci impedirà di stare insieme.”

Seanna si finse dispiaciuta.

“Quello che è capitato a tua madre è stato terribile. Avrai

sofferto molto per la sua perdita.”

“In realtà no, non ho sofferto come credi. Io non amavo

mia madre. E dopo quello che ci ha fatto l’ho odiata

profondamente. La sua morte mi ha lasciato indifferente.”

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“E tuo padre? Immagino che sia molto addolorato.”

“Lo è stato per i primi giorni, prima di scoprire che genere

di donna era mia madre in realtà. Ora si è ripreso, pensa

già a risposarsi. Le mie sorelle hanno bisogno di una guida

femminile, sono loro che hanno sofferto più di tutti.”

“Mi dispiace molto, Keeran.”

“Si stanno riprendendo, non temere. Presto torneranno ad

essere felici e serene.”

Seanna trasse un sospiro di sollievo, e Keeran vide il

cristallo di quarzo che aveva al collo luccicare sul suo

petto. Incuriosito, lo prese fra le dita per guardarlo.

“E questo cos’è? Un monile prezioso?”

“È un dono. Una pietra protettrice. Me l’ha donata una

donna gentile che mi ha ospitata per alcuni giorni prima

del mio ritorno a Jerwin.”

“Se ti piace tanto, lo farò incastonare in una collana d’oro

assieme ad altre pietre, rubini o zaffiri, come preferisci.”

“Grazie Keeran, ma non desidero gioielli da te, mi basti tu

e il tuo amore. Non chiedo altro.”

Keeran la guardò negli occhi, mentre affondava le dita tra i

suoi capelli di seta dorata.

“Sei bellissima Seanna… Sembri quasi diversa… I tuoi

occhi hanno una luce particolare, così splendente… Non

l’ho mai notata prima di questo momento.”

“Forse non mi hai osservata attentamente, giovane lord dal

cuore impavido.”

Keeran le sorrise, e finalmente si decise a baciarla,

cancellando in un solo attimo tanto dolore e tanti brutti

ricordi. Seanna si perse nel suo bacio, e una parte di lei fu

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93

immensamente grata a Estel Raven per averla riportata in

vita. Senza l’aiuto di Estel, il suo corpo sarebbe svanito per

sempre, consumato dal tempo nella fossa in cui era stato

seppellito. Ma il signore del risveglio era entrato in lei

donandole l’immortalità, e Seanna era grata anche a

Dùsgadh per il suo dono. In quanto all’anima, sapeva di

non possederne una, e la sua totale assenza talvolta la

sorprendeva con il suo vuoto oscuro, ma Seanna aveva

imparando a dominare quella sensazione sgradevole, e di

certo non si sentiva senz’anima in quel preciso momento,

mentre Keeran le accarezzava il corpo attraverso il tessuto

del mantello e le riscaldava il cuore con le sue dolci labbra

e i suoi caldi baci. La notte era fredda e umida, ma

entrambi erano giovani e arsi dal desiderio, per questo non

attesero di essere distesi su un morbido letto al calduccio

tra le mura del maniero dei Blackclaw, preferendo giacere

sul sottobosco erboso di quel luogo desolato e fondere i

propri corpi lì, con urgenza e passione, in quella notte di

plenilunio avvolta dal lieve e pacato respiro della terra

addormentata.

Page 96: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

94

Capitolo 10

Alcuni mesi dopo…

La neve scendeva copiosamente dal cielo basso e grigio

imbiancando con i suoi candidi fiocchi il cortile e le mura

di cinta del maniero dei Blackclaw. L’inverno era arrivato,

freddo e ventoso, e quella era la terza nevicata nell’arco

della stessa settimana. Seanna sedeva accanto al fuoco

scoppiettante in compagnia di Gwenn e Danaes Blackclaw

nella stanza personale di Seanna, e le tre giovani donne

erano impegnate nell’arte del ricamo su stoffa. Gwenn era

molto esperta, e anche Danaes aveva raggiunto un alto

livello. Seanna era ancora una principiante, eppure il

ricamo di campanule azzurre che stava terminando era

venuto davvero bene, tanto da meritarsi i complimenti

delle due sorelle di Keeran. La sua educazione procedeva

accuratamente giorno dopo giorno, e Seanna aveva già

imparato molte cose nuove. I giorni in cui vestiva

grossolani abiti di lino cuciti dalle sue mani e spennava

oche e polli nelle cucine del maniero erano un ricordo

lontano di una vita ormai passata e finita. Seanna era

diventata una graziosa lady che poteva indossare un abito

da nobildonna ogni giorno diverso per foggia e colore e

scarpine di seta ricamate dalle sarte del maniero. I suoi

capelli erano sempre sciolti sulle spalle, ornati da pettinini

d’argento ai lati del viso o in parte raccolti in due trecce

sottili che dalle tempie salivano verso la sommità del capo

per poi fondersi in un’unica treccia. Keeran le aveva

Page 97: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

95

regalato un bracciale di zaffiri blu che indossava sempre, e

al collo portava il suo cristallo di quarzo iridescente fatto

montare su una collanina d’oro in sostituzione del cordino

di cuoio. La sua stanza era spaziosa e luminosa, con il letto

a baldacchino e il materasso enorme ricoperto di lenzuola

ricamate e coperte in pelle di daino. Aveva un camino tutto

per sé, una libreria personale, uno scrittoio accanto alla

finestra, una vasca in metallo per il bagno, e poi pettini,

spazzole e profumi. Era fin troppo per lei, cresciuta in

povertà nelle campagne di Jerwin, ma la vita di una lady

era ricca di comodità e di oggetti preziosi, e Seanna si era

abituata ben presto a comportarsi come Gwenn e Danaes,

sue maestre in tutto ciò che riguardava il ricamo, la

lettura, la musica e il canto, le buone maniere, il sapersi

abbigliare adeguatamente e il giusto comportamento da

assumere a tavola o in compagnia di persone nobili. Anche

Keeran era un buon maestro. Le aveva insegnato a

cavalcare come una lady, a giocare a scacchi e a dama, e in

quei giorni le stava raccontando com’era fatto il mondo

oltre le terre della Cornovaglia. Il loro rapporto d’amore

era solido e forte, benedetto da Lord Eoghan che aveva

accolto Seanna a braccia aperte, dimostrandosi gentile e

affabile, per nulla disturbato dal fatto che fosse stata una

popolana e una sua serva. “Non è il sangue che rende

nobili, piuttosto la cultura e il comportamento”, le aveva

ripetuto molte volte nel suo primo mese di educazione al

ruolo di lady. Seanna non lo aveva deluso, e Lord Eoghan

era stato il primo a chiamarla Lady Seanna, cosa che ora

facevano tutti eccetto Keeran e le sue sorelle, che tra di

Page 98: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

96

loro non usavano il linguaggio formale. Ogni notte Seanna

andava a dormire dopo aver salutato Keeran con un casto

bacio, ma sebbene non fosse un comportamento ammesso

tra fidanzati non ancora sposati, Keeran violava quella

regola molte volte, presentandosi nella sua stanza in piena

notte e sgattaiolando via prima che i servi si svegliassero.

Facevano l’amore molto spesso, e Seanna temeva di poter

essere ingravidata prima che Lord Eoghan concedesse loro

il permesso di sposarsi, ma fortunatamente fino a quel

momento non era successo. Era certa che Lord Eoghan

sapesse che Keeran trascorreva molte notti nel suo letto,

ma di fronte agli appetiti carnali del figlio fingeva di non

sapere nulla. Seanna era felice, e talvolta pensava a Estel

Raven, che viveva tutta sola nella sua capanna tra i boschi.

Le aveva già scritto una lettera, una settimana prima,

pregando una serva di fargliela avere, e la donna aveva

inviato il proprio figlioletto all’indirizzo indicato. Il

ragazzino era ritornato dopo un paio d’ore con un

messaggio di risposta, un foglietto di pergamena sul quale

Estel aveva scritto “Sono molto felice per te, mia cara

Seanna. Dùsgadh è al tuo fianco, e io ti penso sempre. Un

abbraccio, Estel”. Seanna aveva riposto il messaggio tra i

suoi oggetti personali, e sperava di poter rivedere Estel

quanto prima. Una breve visita di cortesia sarebbe stata

sufficiente per entrambe.

Il rumore sordo del portone del maniero che si apriva

annunciò il ritorno di Lord Eoghan, che due giorni prima

si era recato a Sandvalley per fare visita a Lady Alanna

Mordane, la cugina di Meredin Mordane, sorella maggiore

Page 99: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

97

della defunta Lady Rosaleen. Il lord aveva iniziato una

relazione con Lady Alanna, e contava di prenderla in

moglie entro la primavera. La notizia aveva reso felici tutti,

perché Lady Alanna era una donna docile e adorabile che

avrebbe portato tanta dolcezza tra le mura del maniero.

Mentre Gwenn e Danaes si erano alzate in piedi

esclamando “Nostro padre è tornato!” e si erano affacciate

alla finestra per vedere il lord rientrare sul suo destriero

nero, Seanna aveva percepito una strana sensazione, come

un senso di pericolo, e quindi si era alzata a sua volta

raggiungendo le due ragazze.

“Non è tornato da solo”, annunciò Danaes, dopo aver

dischiuso i balconi per sbirciare giù nel cortile innevato.

“No, non è affatto solo… Chi sarà mai quell’uomo?”,

commentò Gwenn, spingendo il naso verso l’esterno.

“La sua faccia non mi piace per niente, sembra un losco

individuo.”

“Hai ragione… Oh! Guarda i suoi polsi, è legato!”

“Legato?! Oh, si! Dev’essere un brigante!”

Seanna cercò di guardare fuori, ma non c’era sufficiente

spazio, perciò chiese:

“Com’è quell’uomo? Ha forse i capelli e la barba di colore

rossiccio?”

“Sì, rossi come carote pelate!”, disse Danaes.

Gwenn si voltò a guardare Seanna.

“Conosci quell’uomo?”, le domandò subito.

Seanna annuì.

“Si chiama Callum Forel. È il capo di una banda di briganti

che razziano i villaggi.”

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98

“E tu come lo sai?”, volle sapere Danaes.

Seanna mantenne un’espressione tranquilla.

“Sono cresciuta in uno di quei villaggi. Il suo nome era ben

conosciuto tra i popolani.”

“Perché nostro padre l’ha portato qui?”

L’innocenza di Danaes faceva sempre tenerezza a Seanna,

che rispose:

“Penso che l’abbia catturato e che ora voglia giustiziarlo.

Callum Forel era ricercato, è l’assassino di vostra madre.”

Le ragazze sbiancarono in viso e si coprirono le bocche con

le mani per soffocare i gemiti di orrore. Nello stesso

istante, Keeran aprì la porta della stanza senza bussare ed

entrò annunciando:

“L’assassino di nostra madre è stato catturato da un

cacciatore di taglie. Nostro padre l’ha portato qui.”

“Lo sappiamo già, ce l’ha detto Seanna.”

Keeran guardò prima Gwenn e poi Seanna.

“Come facevi a sapere chi era?”

Seanna si strinse nelle spalle, pronta a dire un’altra bugia.

“Lo conosco. Era il terrore dei villaggi.”

Per Keeran fu una risposta ovvia, dato che Seanna era nata

e cresciuta a Jerwin.

“Nostro padre lo farà impiccare?”, chiese Danaes.

“Non lo so, in realtà. Callum Forel è un brigante e un

assassino, ha ucciso nostra madre e chissà quante altre

persone. Ma un tempo era una guardia reale del nostro

castello, il migliore cavaliere di tutti. Nostro padre si

fidava di lui, erano amici.”

Page 101: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

99

Seanna conosceva la storia di Callum Forel. Keeran le

aveva raccontato ciò che Lady Rosaleen gli aveva fatto in

passato. Quello che Keeran però non sapeva era che lei lo

conosceva per un altro motivo, e Callum Forel l’aveva vista

in faccia il giorno dell’agguato a Waterfall. Se quell’uomo

l’avesse riconosciuta, avrebbe potuto rivelare a tutti il suo

oscuro segreto: Callum sapeva che lei era una rinata di

Dùsgadh e che Estel Raven l’aveva assoldato per vendicare

la sua uccisione. Quell’uomo era a conoscenza di troppe

verità nascoste, e se fosse stato interrogato da Lord

Eoghan gli avrebbe rivelato ogni singola cosa. Seanna

doveva tappargli la bocca prima che potesse parlare.

“Dove lo portano adesso?”, chiese Seanna a Keeran.

“Per il momento lo rinchiuderanno nelle celle sotterranee.

Poi lo interrogheranno, e nostro padre deciderà cosa fare

di lui. È colpevole di assassinio, non credo che avrà pietà

per quell’uomo. Lo farà impiccare ugualmente, anche se

un tempo era un nostro cavaliere. Almeno così credo.”

Seanna rabbrividì. La confessione di Callum sarebbe stata

la sua rovina. Avrebbe dovuto escogitare in fretta un modo

per impedirgli di parlare…

***

La cella in cui lo avevano rinchiuso era gelida e umida, e

puzzava di piscio di cane. Callum Forel era rannicchiato in

un angolo, cercando di riscaldarsi per non morire

congelato. Uno dei suoi uomini l’aveva tradito, rivelando il

suo nome alle guardie di Lord Eoghan per aggiudicarsi la

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100

taglia di trecento monete d’argento e fuggire a nord con la

sua banda, verso le terre di Scozia. Callum Forel era stato

acciuffato dalle guardie di Lord Eoghan, che lo avevano

strappato via dal suo nascondiglio segreto e subito

consegnato al loro padrone mentre tornava da un viaggio a

Sandvalley. Lord Eoghan lo aveva guardato con disprezzo,

e poi con amarezza. Forse aveva ricordato i bei tempi in

cui andavano a cavallo insieme e tra di loro correva buon

sangue. Erano stati amici, ma ora non lo erano più. Troppe

cose erano cambiate da allora, e Lord Eoghan non lo

avrebbe perdonato per l’uccisione della moglie, voleva la

sua testa appesa a un cappio, o tagliata di netto da una

spada affilata.

Un leggero fruscio di scarpe sulle pietre del corridoio gli

disse che stava arrivando qualcuno. Le guardie non erano

lì a vegliare su di lui, quindi forse era Lord Eoghan che

veniva a parlargli nel cuore della notte. Rimase di stucco

quando una giovane nobildonna si affacciò alle sbarre in

ferro della sua cella. La fissò, e i suoi occhi celesti che

brillavano nella semioscurità come le iridi di un gatto gli

fecero capire all’istante chi era.

“Ragazza, noi due ci conosciamo”, mormorò, mentre lei

posava a terra la lanterna che aveva in mano.

“Tu non sai nemmeno il mio nome”, bisbigliò Seanna,

gettandogli un tozzo di pane raffermo.

Callum prese il pane e lo strinse tra le mani.

“È vero, non so il tuo nome. Ma conosco la tua storia e so

che ho ucciso Lady Rosaleen e i suoi servitori per

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101

vendicare la tua morte. Scommetto che Lord Eoghan non

sa nulla di tutto questo.”

“No, non lo sa. E non lo saprà mai.”

“Uh, una minaccia… Hai avvelenato questo tozzo di pane

per impedirmi di parlare?”

“No. Il pane lo puoi mangiare, è solo vecchio di un giorno.”

“Avrei gradito anche una coperta, qui sotto si gela.”

“Non ti servirà, perché tu non resterai in questa cella.”

“Ah no?... Hai per caso un pugnale nascosto sotto il

mantello per trafiggermi le budella?”

“Non sono venuta fin qui per ucciderti.”

“Dunque è solo una visita di cortesia al povero condannato

a morte? Molto gentile da parte tua, giovane lady.”

“Tu non morirai, Callum Forel. So tutto di te. So chi eri in

passato, so cosa ti ha fatto Lady Rosaleen, e so cos’hai fatto

per me.”

Callum la scrutò attentamente, senza parlare.

“Com’è la tua vita da rinata? Nessuno ha notato che ti

manca l’anima?”

“Dùsgadh veglia su di me costantemente. La mia vita è

perfetta, e nessuno può immaginare quello che sai tu.”

“Bene, sono felice per te. Estel Raven mi ha detto cosa ti è

capitato. Ho provato una gran pena per te, lo sai? E ho

ucciso con piacere Lady Rosaleen e i suoi fidati compari

per renderti giustizia. L’ho uccisa anche per vendicare me

stesso, ovviamente. Quella donna si è presa la mia mano e

tutta la mia vita.”

Seanna vide il moncone di ferro uncinato che aveva al

posto della mano destra.

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102

“Mi dispiace per la tua mano. In ogni caso, sei ancora un

ottimo arciere. Hai trafitto il cuore di Lady Rosaleen al

primo colpo, senza sbagliare il bersaglio.”

“Ha pagato degnamente il suo debito. E la mia mano

uncinata funziona meglio di quella che mi è stata mozzata.

Peccato che Lord Eoghan voglia impiccarmi. Pensavo di

morire da vecchio, dopo essermela spassata per un’altra

ventina d’anni.”

Seanna infilò una mano nella tasca del mantello e gli

mostrò la chiave della sua cella.

“Facciamo un patto, Callum Forel. Se io ti libero da questa

cella e dal cappio che ti aspetta, tu mi prometti di sparire

dalla Cornovaglia con tutti i segreti che conosci?”

Callum si mostrò sorpreso.

“Vuoi liberarmi? Sul serio?”

“Solo se prometti ciò che ti ho chiesto di fare.”

“Tu dammi un cavallo e del denaro e io raggiungerò il

porto di Irongriff prima che sorga il sole. Salirò sulla prima

barca mercantile disposta a portarmi in Bretagna e

nessuno vedrà più la mia faccia da queste parti.”

“Giuralo. Adesso.”

“Lo giuro sulla mia mano sana, che possa essere mozzata

se non manterrò la promessa.”

“Non raccontare mai a nessuno che hai vendicato una

dolce fanciulla gettata giù da una scogliera e fatta rinascere

da Dùsgadh. Tu non mi hai mai vista né incontrata. Non

mi conosci. Io non sono mai esistita.”

“Giuro anche questo. Hai la mia parola di ex cavaliere.”

Seanna infilò la chiave nella serratura e spinse forte per far

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103

girare il lucchetto arrugginito. La cella si aprì con uno

scatto, e Callum Forel si alzò in piedi.

“Ti sei liberato da solo”, disse Seanna, aprendo la porta

della cella e gettando a terra un punteruolo affilato. “Avevi

questo arnese nei calzoni.”

“Probabilmente sì. E nessuno mi ha palpeggiato le palle

per controllare se fossi armato.”

“Avanti, esci. C’è un mulo sul retro della torre a nord-est

che ti aspetta.”

“Cosa?! Un mulo al posto di un cavallo?”

“Non ho trovato di meglio, mi dispiace. Picchialo a dovere

e lui correrà più forte.”

“E il denaro?”

“Non ti servirà. Sulle barche se ti offri come mozzo ti

portano ovunque.”

“Come le sai tutte queste cose?”

“Le so e basta. Vattene via. E non farti scoprire.”

Callum uscì dalla cella con fare guardingo, fissò Seanna

negli occhi e le sorrise.

“Grazie giovane lady, chiunque tu sia.”

“Non scordare mai ciò che mi hai appena giurato.”

Callum Forel le fece un inchino sgraziato, quindi si mosse

furtivamente verso l’uscita posteriore dei sotterranei e

scomparve dalla sua vista.

Seanna si rimise la chiave in tasca, prese la lanterna e salì i

gradini che portavano al cortile. La neve scendeva fitta,

avrebbe coperto qualunque traccia lasciata dai suoi piedi e

dagli zoccoli del mulo di Callum. Ripose la chiave della

cella nel gancio appeso alla parete della guardiola, dove la

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104

guardia di turno si era addormentata, quindi scivolò

rapidamente dentro il maniero e fino al piano superiore,

chiudendosi nella sua stanza. Si levò il mantello e le scarpe

e li ripulì dalla neve, quindi si infilò sotto le coperte e

soffiò sulla candela che bruciava sul suo piedistallo in

ferro. “Scappa Callum, scappa in Bretagna”, pensò,

raggomitolandosi sotto le coperte. Era stata brava. Il suo

segreto era al sicuro. Dùsgadh l’aveva protetta. Strinse il

suo monile di cristallo tra le dita e lo baciò più volte, finché

non si addormentò.

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Capitolo 11

Il mattino seguente, com’era prevedibile, Seanna fece il

suo ingresso nel salone principale del maniero e vide Lord

Eoghan che parlava con alcune guardie, attorniato da

Keeran, Gwenn e Danaes.

“Buongiorno”, disse Seanna, salutando i presenti con un

leggero inchino.

Keeran si voltò verso di lei e la raggiunse, prendendole le

mani fra le proprie.

“Purtroppo è una pessima giornata. Questa notte Callum

Forel è fuggito dalla sua cella.”

Seanna si finse sorpresa.

“È fuggito?! Come può essere accaduto?”

“La guardia che avrebbe dovuto controllarlo di tanto in

tanto si è addormentata. Callum Forel deve averne

approfittato per liberarsi. Ha usato un punteruolo affilato,

forse lo teneva nascosto nei calzoni o in una scarpa,

avremmo dovuto aspettarci che quel brigante avesse con sé

un’arma o qualcosa di simile. È riuscito ad aprire la cella e

ha rubato un mulo dalla stalla. Non avrebbe potuto

prendere uno dei nostri cavalli, le scuderie sono ben

controllate, lo stalliere ha il sonno leggero. Ad ogni modo,

è riuscito a scappare, e la neve caduta durante la notte ha

coperto tutte le sue tracce. Non sappiamo che direzione

abbia preso, potrebbe essere andato ovunque.”

Seanna guardò oltre le spalle di Keeran, cercando il volto

di Lord Eoghan.

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106

“Tuo padre come ha reagito alla fuga di Callum?”

“Malissimo. Appena l’ha saputo è diventato furioso.

Adesso si è calmato, ma il suo umore non è dei migliori.”

“Certo, è comprensibile… Non c’è proprio alcun modo per

sapere dove Callum Forel sia scappato?”

“Mio padre ha inviato delle guardie a perlustrare il

territorio in cerca di alcune tracce, è in attesa del loro

ritorno. Sul dorso di un mulo non avrà fatto molta strada,

forse si è nascosto tra i boschi.”

“I muli sono animali pigri, questo è risaputo, ma se li frusti

per bene sulle natiche si mettono a correre, lo so per

esperienza.”

“Allora non ci resta che sperare che Callum Forel abbia

fatto qualche passo falso e che le nostre guardie riescano a

riacciuffarlo.”

Seanna annuì, e Keeran le porse il braccio, al quale lei si

aggrappò. Fu servita la colazione, e durante il pasto

mattutino nessuno aprì bocca, soprattutto Lord Eoghan, il

cui volto tradiva tutta la sua rabbia e preoccupazione.

Fuori nevicava ancora, e la giornata era molto fredda.

Alcuni membri della servitù entravano regolarmente nel

salone per aggiungere nuovi ceppi al fuoco che ardeva fin

dall’alba riscaldando la stanza, e quando la colazione ebbe

termine Seanna si sedette assieme a Gwenn e Danaes sul

bordo del camino per godere del calore del fuoco, mentre

Lord Eoghan passeggiava avanti e indietro in attesa del

ritorno delle guardie e Keeran teneva sotto controllo il

portone del maniero appostato accanto alla finestra. Dopo

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107

una lunga attesa, finalmente le guardie ritornarono, e

furono subito accolte all’interno del salone.

“Allora? Ci sono buone notizie?”, chiese Lord Eoghan,

rivolto ai suoi uomini armati.

“Abbiamo perlustrato i boschi da nord a sud, senza trovare

nessuna traccia. La neve ha coperto tutto, e il fuggitivo non

ha cercato rifugio in nessuna locanda. Ci dispiace signore,

ma quell’uomo è svanito nel nulla.”

Lord Eoghan non fu affatto felice di ricevere quelle notizie

negative, e il suo volto si fece truce.

“I popolani rideranno di me quando sapranno che ho

catturato un brigante assassino e che lui è riuscito a

sfuggirmi sul dorso di un mulo. Sarò lo zimbello di tutta

Hornwood.”

Seanna si alzò in piedi e si avvicinò a Lord Eoghan.

“Nessuno riderà di voi, Lord Eoghan. Conosco bene la

gente dei villaggi e so che hanno un grande rispetto per

voi. Callum Forel era ben conosciuto da tutti come un

uomo scaltro e furbo, capiranno che non è colpa vostra se è

fuggito. Hornwood vi ama, dovete credermi.”

L’uomo le rivolse un dolce sguardo.

“Vi ringrazio, Lady Seanna. Mi conforta sapere che il

popolo mi sostiene. Non è piacevole essere derisi dai

propri sudditi.”

“Sono certa che non accadrà. I popolani non hanno il

tempo di perdersi in inutili chiacchere, la loro vita è molto

dura, specialmente quando l’inverno è così rigido.”

Lord Eoghan annuì.

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“Avete ragione, Lady Seanna. Forse dovrei prestare

maggiore attenzione ai miei sudditi. Di cosa potrebbero

aver bisogno in queste giornate rigide e nevose?”

“Cibarie, questo è certo. Farina per impastare il pane e

verdure per cuocere zuppe calde. Il latte di capra non

manca loro, e neppure la carne di maiale e le uova. I pozzi

gelano solo in superficie, perciò sono provvisti d’acqua, e

le greggi sono state rasate sul finire dell’autunno, quindi le

coperte sono già state cucite. Avranno provviste di legna

sufficienti per scaldarsi, d’estate si riempiono le legnaie in

previsione della stagione invernale.”

“Dunque è solo il cibo che scarseggia?”

“Sì, Lord Eoghan. Il terreno è sterile d’inverno, e molte

famiglie hanno più di quattro figli da sfamare. Talvolta i

raccolti estivi non bastano per coprire tutti i mesi freddi.”

Lord Eoghan immaginò per un attimo la vita dei suoi

sudditi fatta di stenti e povertà, e il suo cuore si addolcì.

“Ordinerò ai miei uomini di portare farina, patate, rape e

cavoli in ogni villaggio. Dieci sacchi di ciascun alimento

basteranno per un singolo villaggio?”

Seanna sorrise.

“Basteranno di certo, i villaggi sono piccoli, e i popolani si

spartiranno le razioni in modo equo.”

“Bene, allora provvederò oggi stesso a prestare soccorso a

chi soffre la fame e non ha la fortuna di essere nato nobile.

I nostri rifornimenti sono più che sufficienti a sfamarci

fino a primavera inoltrata, manderò i miei uomini tra i

villaggi a portare il cibo ai miei sudditi.”

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“È un gesto molto nobile, Lord Eoghan, avete un cuore

d’oro. I popolani vi saranno molto grati per il vostro aiuto,

salverete numerosi bambini che spesso non hanno nulla

da mangiare eccetto un po’ di latte.”

“È il minimo che posso fare per il mio popolo. Quest’anno

l’inverno è spietato, non si è mai vista così tanta neve.”

Seanna raggiunse il lord e gli strinse un braccio, mentre il

suo volto gli sorrideva dolcemente e i suoi occhi lucenti

splendevano come gemme.

“Sono lieto di avervi qui, Lady Seanna. Voi mi rendete un

uomo migliore. Rallegrate le mie figlie. E allietate i giorni

di Keeran. Siete una creatura meravigliosa.”

“Vi ringrazio, Lord Eoghan.”

Lui le fece una carezza paterna sfiorandole il viso, poi le

prese la mano destra e vi depose un bacio.

“Scusatemi, ora devo tornare ad occuparmi dei miei

problemi personali. Volate fra le braccia di Keeran.”

Seanna chinò il capo in segno di rispetto e si allontanò per

raggiungere Keeran, che la prese fra le braccia e le depose

un bacio sulla fronte.

“Signore, dobbiamo proseguire con le ricerche del

prigioniero fuggito?”, domandò una delle guardie.

“No, credo che oramai sia inutile. Chiedete al capo mastro

di creare delle nuove pergamene con il nome di Callum

Forel e la sua descrizione, e fate apporre una nuova taglia

di cinquecento monete d’argento per chi riuscirà a

trovarlo. Una volta pronte, fate distribuire le pergamene in

tutte le locande e affiggetene alcune fuori dai confini di

Hornwood.”

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110

“Ai vostri ordini, signore. È tutto?”

“No. Scegliete un gruppo d’uomini che non siano già stati

in ricognizione stamani e date loro istruzioni sulle riserve

alimentari da portare ai villaggi. Che tutti ricevano le

cibarie, nessun villaggio escluso.”

“Sarà fatto, signore.”

“Bene, siete congedati.”

Le guardie si voltarono e uscirono dal salone chiudendosi

le porte alle spalle, e Lord Eoghan si rivolse ai membri

della sua famiglia.

“Mi ritiro nelle mie stanze per scrivere delle missive da

inviare ai nostri amici dei casati nobiliari della Cornovaglia

per ragguagliarli su Callum Forel. Non intendo rinunciare

alla possibilità di riacciuffarlo.”

“Buon lavoro, padre.”

“Grazie Keeran. Tieni compagnia alle nostre adorabili

giovani dame. Se volete, chiamate i musici e danzate, così

vi riscalderete i piedi.”

Lord Eoghan lasciò il salone, e Gwenn prese in parola il

padre, chiamando subito i suonatori di cetra e mandolino

affinché intonassero delle ballate corniche, e mentre fuori

continuavano a cadere grossi fiocchi di neve, Keeran si

prestò a fare da cavaliere alle sue amabili sorelle e alla sua

adorata promessa sposa facendole danzare e divertire.

***

Quel giorno stesso, Callum Forel sbarcò in Bretagna, sulle

coste a nord delle terre di Francia, e trovò rifugio in una

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111

piccola locanda, dove pagò una stanza con i pochi spiccioli

prestatigli da un mozzo della barca mercantile che lo aveva

condotto fin lì via mare. La prima cosa che fece fu radersi

del tutto la barba e i baffi rossicci, poi si tagliò i capelli

incolti, e a stento si riconobbe quando si guardò nel

riflesso della lama del coltello usato come rasoio. Decise

che gli serviva un nuovo nome, e da quel giorno si fece

chiamare Antoine Brughel, identità rubata al personaggio

menzionato in una ballata popolare bretone. Due giorni

dopo, grazie a un passaggio di fortuna sul carro di un

contadino, raggiunse la città di Parigi, dove trovò lavoro

presso una fattoria che allevava vacche da latte e

produceva formaggi. Grazie all’aiuto di una lavorante che

pareva interessata alle sue attenzioni, sostituì il moncone

di ferro uncinato con una finta mano di stoffa cucita e

riempita di paglia, fissata al polso da una stretta fasciatura

e ricoperta da un guanto di cuoio. Non potendo usare

entrambe le mani, il fattore gli assegnò il compito di

badare ai porci e agli animali da cortile, e sebbene non

fosse un lavoro eccitante quanto il mestiere di ladro e

brigante, Antoine Brughel si adeguò a quella sua nuova

vita, senza mai dimenticare di essere stato salvato da una

bionda fanciulla dagli occhi luminosi come stelle priva

d’anima ma dotata di un cuore gentile.

Callum Forel smise di esistere, e divenne un personaggio

leggendario della Cornovaglia menzionato solo nei canti

popolari delle locande frequentate da ubriaconi e forestieri

di passaggio. Lord Eoghan non riuscì mai più ad avere sue

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112

notizie e si arrese all’evidenza di essere stato beffato

dall’uomo più astuto di tutta Hornwood.

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Capitolo 12

Primavera inoltrata…

Era un giorno importante per i membri del casato dei

Blackclaw. Lord Eoghan avrebbe sposato in seconde nozze

Lady Alanna Mordane, e subito dopo la loro cerimonia,

anche il giovane Lord Keeran e Lady Seanna Merrick

sarebbero stati uniti in matrimonio. La giornata era

splendida, soleggiata e mite, e i due matrimoni si

sarebbero svolti all’esterno del maniero, nel giardino

circondato dal roseto selvatico in fiore. Lord Eoghan non

aveva invitato i nobili e le nobildonne dei casati

circostanti, preferendo che entrambe le cerimonie fossero

private, riservate solo ai componenti della sua famiglia.

Nel fermento generale che regnava tra i servi alle prese con

i preparativi del banchetto nuziale, Gwenn e Danaes,

abbigliate da damigelle con due abiti di seta rosa pallido

dal taglio identico e i capelli pettinati allo stesso modo,

raccolti dietro la nuca in una cascata di boccoli bruni e

castani, si precipitarono di corsa nella stanza personale di

Seanna, trovandola già vestita e pettinata.

“Ma come? Sei già pronta?”, esclamò Danaes dispiaciuta.

“Perdonami Danaes, ero così emozionata che non riuscivo

a stare a ferma e mi sono occupata dei capelli e dell’abito

da sola. Dimmi, ho fatto un buon lavoro?”

Gwenn precedette la sorella minore.

Page 116: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

114

“L’acconciatura è perfetta, ti manca solo la tiara”, disse,

accostandosi a lei. “E noi te l’abbiamo portata.”

All’interno di un piccolo bauletto, la tiara d’argento

tempestata di zaffiri blu brillava come il più prezioso degli

oggetti, e Danaes ebbe l’onore di posarla sul capo di

Seanna infilandola tra le sue ciocche bionde raccolte dietro

la nuca in una cascata di boccoli dorati, pettinatura uguale

a quella delle due sorelle di Keeran. Anche l’abito nuziale

aveva la stessa foggia, lungo e svasato, con la scollatura

circolare e le maniche lunghe ampie sui polsi, cambiava

solo il colore, bianco anziché rosa pallido.

“Adesso sei pronta per sposarti”, decretò Danaes,

guardandola con ammirazione.

“Lady Alanna è già scesa in giardino, sta per raggiungere

nostro padre, e Keeran ti aspetta nel salone principale.

Vogliamo scendere e unirci agli altri?”

“Sì, Gwenn, non vedo l’ora.”

“Sei emozionata?”

“Moltissimo. Non avrei mai pensato di vivere questo

giorno, l’ho sognato tante volte, ma credevo che fosse

irrealizzabile.”

“E invece sta per avverarsi. Keeran non avrebbe potuto

scegliere una sposa più bella e intelligente di te. Ricorda

sempre che sei una di noi, anche se non hai sangue nobile,

e non ripensare più al passato, è stata un’altra vita.”

“Già. Era davvero un’altra vita”, ammise Seanna,

ricordando a se stessa le sue origini plebee e poi la sua

morte e rinascita ad opera di Dùsgadh, il signore del

risveglio.

Page 117: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

115

“Su, andiamo, altrimenti nostro padre si sposerà senza di

noi. E tu Seanna non puoi far attendere oltre il povero

Keeran, ti sta aspettando da due ore!”

Trascinata fuori dalla stanza e giù per le scale

dall’esuberante Danaes, Seanna fece il suo ingresso nel

salone del maniero, dove Keeran l’attendeva in piedi vicino

al camino spento, in una bellissima tunica argentata e con

i capelli bruni sciolti sulle spalle e accuratamente pettinati.

Quando la vide entrare, il suo viso tradì tutta l’emozione e

la gioia che tratteneva a stento, e il suo sorriso fu quasi

impacciato e timido.

“Sei arrivata finalmente”, disse, rimirandola da capo a

piedi. “Mio cugino Bowen non sposerà mai una lady

graziosa quanto te, mi sento molto fortunato in questo

momento. Sei uno splendore, e tra poco sarai per sempre

mia, come ho sperato dal primo giorno che ti ho vista,

affacciata sulla soglia del tuo alloggio mentre ti spazzolavi i

capelli che tenevi sempre raccolti in una crocchia.”

“Era un’altra vita, Keeran. Ero diversa allora.”

“Non sei affatto cambiata, soltanto migliorata. Ma sei

sempre tu, la mia dolcissima Seanna.”

Lo sguardo che si rivolsero mise in allerta Gwenn.

“Ehm… Dovremmo uscire in giardino. Non baciatevi

prima di esservi sposati, rendiamo tutto più solenne.”

“È un po’ tardi, Gwenn. Io e Seanna…”

“Sì, lo so cos’avete fatto più e più volte, trasgredendo alle

regole prematrimoniali, ma fingiamo che non sia mai

successo nulla, comportatevi come due fidanzati casti e

immacolati.”

Page 118: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

116

Keeran rise, divertito.

“Sarebbe preoccupante se io fossi casto e immacolato.”

“Oh, Keeran!”, lo rimbeccò Gwenn, mostrando la sua

indole pudica.

Lo squillo di una tromba fece sussultare tutti e quattro.

“Il matrimonio di nostro padre con Lady Alanna sta per

cominciare! Andiamo!”, esclamò Danaes, correndo fuori

dal salone per prima.

“Ci siamo. Tra un po’ toccherà a noi due”, disse Keeran a

Seanna, porgendole il braccio.

“Non riesco a credere che diventerò tua moglie.”

“Ripensamenti?”

“Nessuno.”

Gli sorrise, infilò il braccio nel suo e lasciarono il salone

seguiti da Gwenn.

Nel giardino del maniero, Lord Eoghan e Lady Alanna

furono uniti in matrimonio da Ser Urie Valry con un rito

breve e solenne, al termine del quale i due sposi poterono

baciarsi tra il suono delle cetre e di un’arpa. A quel punto,

Keeran e Seanna avanzarono sul prato fino al cospetto

dell’anziano Ser Urie, e la celebrazione ebbe inizio. I due

giovani ricevettero la benedizione del sacerdote devoto agli

antichi e nuovi dei, quindi le loro mani furono intrecciate

da un nastro di velluto rosso e insieme pronunciarono le

sacre promesse nuziali. Seanna tremò come una foglia per

tutto il tempo, e a Keeran cadde di mano l’anello d’oro con

il rubino rosso che voleva donare alla propria sposa. Ma

alla fine il rito si concluse e anche Keeran e Seanna si

scambiarono un bacio. Le trombe squillarono e i presenti

Page 119: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

117

gioirono, e una giovane serva uscì in giardino per portare a

tutti del sidro di mela con cui festeggiare.

Dal cancello laterale che sbarrava l’ingresso del giardino,

Estel Raven sorrise compiaciuta e felice nel vedere Seanna

Merrick diventare la sposa del giovane Lord Keeran, e

pregò il signore del risveglio affinché vegliasse sempre

sulla giovane coppia appena unita in matrimonio. Accanto

a lei, avvolta in un mantello di lino grezzo, un’altra giovane

donna dai capelli castani striati di grigio e gli occhi color

verde oliva si lasciò andare al pianto nel vedere la propria

bambina divenuta donna e presa in moglie da un

affascinante e premuroso lord. Kira Merrick, la madre di

Seanna, aveva saputo da Estel Raven che la figlia stava per

sposarsi e aveva lasciato il villaggio di Jerwin per assistere

in segreto alle sue nozze. Nella missiva inviata ad Estel,

Seanna aveva scritto “vorrei che mia madre potesse

vedermi nel giorno del mio matrimonio ed essere

orgogliosa di me”, ed Estel aveva provveduto a recarsi a

Jerwin per avvisare la donna del desiderio della figlia.

“La mia bambina avrà una vita felice, quella che io non

avrei mai potuto darle”, disse Kira rivolta ad Estel.

“Sei orgogliosa di lei?”

“Come potrei non esserlo? È la mia unica figlia, cresciuta

tra la polvere dei campi e divenuta una nobildonna. Era

questo il suo destino, lo è sempre stato, ecco perché l’ho

messa al mondo. Sapevo che un giorno si sarebbe

riscattata, dopotutto la nobiltà scorre nelle sue vene.”

“Credo sia importante che Seanna sappia chi era suo

padre. Vuoi darmi la lettera che hai scritto per lei?”

Page 120: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

118

“Eccola qui”, disse Kira Merrick, consegnando a Estel un

foglio di pergamena ripiegato su stesso in quattro parti.

“Come farai a dargliela? Non sei stata invitata alle nozze.”

“Non preoccuparti, seguimi e sta a guardare.”

Estel e Kira lasciarono il cancello affacciato sul giardino,

percorsero a piedi il perimetro della cinta muraria fino al

portone del maniero, quindi Estel bussò al portone per tre

volte e una guardia aprì una finestrella per guardare fuori.

“Cavaliere? Può farmi un favore?”

Ammaliato dagli occhi verdi della sconosciuta dai capelli

di fiamma, il giovane soldato annuì senza emettere alcun

suono ed Estel infilò nella finestrella il quadrato di

pergamena.

“Consegnate questo messaggio a Lady Seanna Merrick, e

ditele che lo ha portato un ragazzino venuto da Jerwin.”

“Sarà fatto”, disse il soldato, prendendo il messaggio e

richiudendo la finestrella.

Estel sorrise soddisfatta. Grazie alla magia, il suo sguardo

aveva incantato il soldato senza alcun problema.

“Torniamo a Jerwin adesso. Seanna saprà chi era suo

padre, lasciamo che si goda il giorno più bello della sua

vita con la famiglia che l’ha accolta e trasformata in una

nobildonna.”

Kira annuì, e salì sul proprio carretto guidato da un mulo.

Estel prese posto al suo fianco, e le due donne

imboccarono il sentiero che s’inoltrava tra i boschi e le

campagne di Hornwood.

***

Page 121: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

119

Il banchetto nuziale era in corso e le due coppie di sposi

avevano già danzato per tre volte di seguito. La musica

allietava gli animi e il buon cibo deliziava i palati.

Bowen Blackclaw stava per terminare il suo augurio di

felicità e figli maschi al proprio cugino e alla sua neo sposa

quando uno dei due soldati posti di guardia al portone

mise piede nel salone e reclamò l’attenzione dei presenti.

“Scusatemi per l’interruzione, signori. Dovrei consegnare

un messaggio a Lady Seanna Merrick. L’ha portato un

ragazzino venuto dal villaggio di Jerwin. Presumo sia una

comunicazione importante.”

Lord Eoghan si alzò dal tavolo e prese il messaggio, quindi

congedò il soldato e si volse verso Seanna.

“Tenete, Lady Seanna. Il vostro messaggio.”

Lei prese fra le dita il pezzo di carta ripiegato e commentò:

“Sono certa che è da parte di mia madre. Deve aver saputo

in qualche modo che stavo per sposarmi.”

“Allora leggetelo subito, potrebbe avervi inviato le sue

congratulazioni per il vostro matrimonio.”

“Sì, immagino sia così”, replicò Seanna, chiedendosi come

sua madre avesse saputo delle sue nozze. Doveva essere

stata Estel a darle la notizia, solamente lei sapeva che stava

per sposare Keeran. Aprì il foglio di pergamena piegato in

quattro parti e riconobbe subito la calligrafia incerta di sua

madre e il suo linguaggio da contadina.

“Scusatemi se non lo leggo a voce alta, mia madre non ha

potuto imparare ad esprimersi educatamente.”

Page 122: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

120

“Non preoccuparti Seanna, è indirizzato a te, non devi

leggerlo a tutti”, la rassicurò Keeran, sorseggiando del vino

rosso dal suo calice.

“Va bene. Allora vi dirò cosa mi manda a dire.”

Senza aspettare oltre, Sianna lesse le parole di sua madre,

poche righe scritte di certo con un po’ d’inchiostro e la

punta di una penna strappata ad un pollo.

“Mia madre mi fa sapere che sta bene, anche se sente la

mia mancanza e l’inverno è stato molto duro per lei…

Ringrazia voi, Lord Eoghan, per aver ricevuto farina e

verdure con cui sfamarsi, e dice che tutto il villaggio ne ha

beneficiato… Mi augura una vita lunga e felice al fianco di

Keeran… Ed è orgogliosa di me e piena di gioia per la

posizione che ho raggiunto… Se avesse potuto, si sarebbe

occupata lei stessa della mia istruzione, ma la mancanza di

denaro gliel’ha impedito… Aggiunge che…”. Si fermò un

istante, stupita da ciò che aveva appena letto. “Mia madre

mi chiede scusa per… non avermi mai detto… chi era mio

padre…”. Seanna si fermò di nuovo, incerta se continuare a

parlare o tenere per sé quel segreto svelato in poche

parole. “Io… non so cosa dire… scusatemi, sono perplessa.

Mia madre mi ha sempre detto di essere figlia di un

forestiero di passaggio a Jerwin, un uomo senza

importanza… Ma ora… Ora lei mi confessa che in realtà

sono figlia di… un lord di Scozia… un nobile di nome

Gregor Cassel… E termina la lettera dicendo che lui non ha

mai saputo della mia esistenza… E infine mi augura ogni

bene.”

Page 123: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

121

Seanna sollevò gli occhi e incontrò lo guardò stupito di

tutti i presenti. Nella sorpresa generale, Keeran guardò suo

padre, Gwenn e Danaes si guardarono tra di loro, Lady

Alanna guardò prima il marito e poi Seanna.

“È una notizia meravigliosa, mia cara”, disse la nobildonna

per prima, spezzando il silenzio.

Lord Eoghan prese parola dopo la sua sposa e disse:

“Mia moglie Alanna ha ragione. È una buona notizia,

sorprendente direi, soprattutto perché ho avuto modo di

conoscere Lord Gregor Cassel in gioventù.”

Seanna sgranò gli occhi.

“Dite davvero? Avete conosciuto mio padre?”

“Esattamente. All’epoca avevo l’età di Keeran, ed ero un

giovane piuttosto irrequieto, per non dire scapestrato… Il

mio buon vecchio padre non riusciva a tenermi a bada, e

per punizione mi mandò per un anno in Scozia, al castello

dei Cassel, molto noti per essere abili guerrieri. Voleva che

imparassi a combattere, anziché correre dietro alle sottane

delle fanciulle, e il mio addestramento militare presso la

famiglia Cassel fu un’esperienza indimenticabile. Lord

Gregor era un ragazzo esuberante, sfrontato, impavido ed

estremamente abile a maneggiare la spada. Ogni duello

contro di lui era perso in partenza, non sono mai riuscito a

batterlo, e questo non mi rende onore. Ma era anche un

divertente mascalzone, amante della buona birra e delle

belle donzelle. Ci divertimmo molto io e lui durante

quell’anno di addestramento voluto da mio padre, e

ricordo benissimo che Lord Gregor aveva i vostri stessi

identici capelli biondi e gli occhi più azzurri che avessi mai

Page 124: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

122

visto sulla faccia di un maschio. Era fin troppo

affascinante, metteva quasi soggezione, voi gli somigliate

moltissimo Lady Seanna, avete ereditato i suoi tratti, e

certamente anche il suo sangue.”

“Significa che sono metà nobile e metà popolana?”

“Ovviamente, cara. E aggiungerei che siete anche metà

scozzese e metà cornica.”

“Sono sconvolta… Mio padre era un lord… Ho sangue

nobile che scorre in me…”

“Eravate una lady perfetta anche prima di scoprire

l’identità di vostro padre. Questa discendenza scozzese

aggiunge valore a quello che possedete già.”

Seanna si strinse la lettera al petto.

“Cos’altro sapete di Lord Gregor Cassel?”

“Se non erro, si è sposato ben quattro volte, e ha avuto

dieci eredi, tutti figli maschi. Voi siete l’unica femmina che

ha generato. Come ha conosciuto vostra madre?”

“Da quel poco che mi ha raccontato, mia madre ha

ospitato nella sua casa un forestiero di passaggio, e gli ha

offerto… molto più di un piatto di zuppa.”

“Credo sia stato Lord Gregor a chiedere qualcosa di più

della zuppa, è tipico di lui, specialmente se vostra madre

era una bella donna.”

“Sì, era molto bella da giovane. Ma poi il duro lavoro nei

campi ha rovinato le sue mani e il sole ha invecchiato il suo

viso precocemente... Mi chiedo perché non mi abbia mai

detto chi era mio padre in realtà. Perché confessarlo

proprio adesso?”

Page 125: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

123

“Forse ha pensato che ora che fate parte di questa famiglia

fosse importante farvi sapere che non siete una comune

popolana, ma la figlia di un lord scozzese. È il suo dono di

nozze per voi, un gesto molto bello da parte di vostra

madre… Vorreste conoscere vostro padre, Lady Seanna?”

Lei soppesò a lungo la domanda di Lord Eoghan, per poi

rispondere:

“No, non credo di volerlo conoscere. Lui non sa della mia

esistenza, sono nata da una relazione con una donna che

non intendeva rivedere, perciò perché mai dovrei mettere

in subbuglio la sua vita? Avrà già il suo bel daffare con

dieci figli maschi e quattro mogli da gestire, mi basta

sapere com’era e voi me lo avete dipinto molto bene.”

“Vi racconterò tante altre cose su di lui, aneddoti e ricordi,

sempre che vi faccia piacere.”

“Oh, sì! Ne sarei lieta. Grazie Lord Eoghan.”

Bowen si alzò in piedi in quel momento e con il calice

colmo di vino in mano disse:

“Io proporrei di brindare ai novelli sposi, Lord Eoghan e

Lady Alanna, e Lord Keeran e Lady Seanna, e data la

recente scoperta, alziamo i calici anche a Lord Gregor

Cassel e alla sua unica figlia femmina, Lady Seanna

Merrick Cassel Blackclaw!”

“Ben detto, Bowen! Brindiamo!”, esclamò Keeran,

alzandosi a sua volta e sollevando il suo calice.

Tutti lo imitarono, e i calici cozzarono uno contro l’altro in

quel giorno di festa e di sorprese inaspettate. Il banchetto

nuziale riprese il suo corso, e poco dopo Keeran trascinò

Seanna al centro della sala per danzare di nuovo con lei.

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124

“Ho sposato una lady con sangue scozzese, chi l’avrebbe

mai detto?”, sussurrò Keeran all’orecchio di Seanna.

“Cambia qualcosa per te?”, domandò lei.

“Assolutamente no, Seanna. Ti rende solo più appetibile.”

Lei gli sorrise, e si perse tra le sue braccia, felice di essere

la sua sposa.

“Ti amo, Keeran Blackclaw.”

“E io amo te, Seanna Cassel.”

Lei rise, contenta che sua madre le avesse rivelato

quell’importante particolare sulla sua discendenza, e si

ripromise di scriverle l’indomani stesso una lettera di

ringraziamento per il regalo che le aveva fatto. Avrebbe

scritto anche ad Estel, che di certo aveva messo il suo

zampino nella rivelazione del segreto sull’identità di suo

padre. Dal canto suo, Keeran Blackclaw non vedeva l’ora

che il banchetto nuziale finisse al più presto, per poter

scivolare sotto le lenzuola assieme a Seanna e consumare

la loro prima, per così dire, notte di nozze.

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125

Capitolo 13

Sei mesi dopo…

Un folto tappeto di foglie secche cadute dalle chiome degli

alberi pennellati di ruggine e giallo ricopriva il giardino del

maniero, e il vento che soffiava da sud portava con sé

l’odore muschiato della nebbia. Un nuovo inverno era alle

porte, e si annunciava rigido e nevoso come quello

dell’anno precedente. Seanna camminava nel giardino

calpestando le foglie secche, che scricchiolavano e si

sbriciolavano sotto il suo peso, e scrutava il cielo nuvoloso

in attesa di veder comparire le ali spiegate in volo del

piccolo falco che da qualche mese Estel Raven aveva

istruito affinché fungesse da portatore di messaggi tra lei e

Seanna. La notte precedente, prima di andare a dormire,

aveva scritto un messaggio per Estel, esprimendole la sua

preoccupazione riguardo al fatto che nonostante l’intensa

attività amorosa tra lei e Keeran il suo ventre non

sembrava intenzionato ad accogliere una nuova vita, e

Seanna iniziava a pensare di non poter essere in grado di

concepire dei figli, proprio come Lady Alanna. Aveva

chiesto a Estel se il mancato concepimento di un bambino

fosse causato dalla sua rinascita dal mondo dei morti, e

sperava vivamente che Estel le dicesse che non era quella

la causa. Dopo aver arrotolato il messaggio, lo aveva

affidato al falco, che poi aveva spiccato il volo dalla finestra

della stanza verso i boschi di Hornwood con la pergamena

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126

stretta nel becco giallo. Sarebbe dovuto ritornare a

momenti, solcando il cielo grigio di quel primo mattino

umido e freddo. Keeran dormiva ancora nel loro letto

nuziale, ignaro che la giovane moglie si fosse svegliata

all’alba. Seanna udì un familiare battito d’ali e vide il falco

planare sul ramo spoglio di un tiglio. Lo raggiunse ai piedi

dell’albero e il falco aprì il becco lasciando cadere un

rotolino di pergamena inviato da Estel. Seanna lo raccolse

da terra e lo srotolò con impazienza, ma la risposta di Estel

non le piacque per nulla. “Seanna, perdonami per non

averti parlato prima di tutte le conseguenze del tuo

risveglio, l’ho fatto perché speravo in un miracolo, ma

forse ho riposto troppa fiducia nei doni di Dùsgadh.

Pochissime donne rinate possono concepire dei figli. Un

neonato possiede un’anima, e non può essere generato da

una madre che non ne ha una, nascerebbe morto, privo di

spirito, ecco perché noi donne rinate non avremo mai dei

figli. Neppure io posso generare una nuova vita, è il

prezzo che Dùsgadh fa pagare alle donne rinate… Mi

dispiace Seanna, non potrai dare un erede a Keeran”.

Dunque era così. Oltre all’anima, Dùsgadh si era preso

anche la sua fertilità. Sconfortata da quanto aveva letto,

Seanna accartocciò il foglio tra le dita e se lo mise in tasca,

e mentre riprendeva a passeggiare sul tappeto erboso

ricoperto di foglie secche, si chiese come avrebbe potuto

mantenere vivo il suo matrimonio con Keeran, che di certo

si aspettava di avere degli eredi… Quella stessa notte,

mentre giaceva al suo fianco nel soffice letto a baldacchino,

una lacrima le solcò il viso brillando alla luce delle candele

Page 129: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

127

e Keeran la guardò preoccupato.

“Seanna, perché piangi?”, le chiese, asciugandole la

lacrima con il pollice. “C’è qualcosa che non va?”

Lei sospirò affranta, e ammise:

“Sono triste. E mi sento inutile.”

“Perché ti senti così? È colpa mia? Non ti rendo felice?”

Lei scosse il capo adagiato sul cuscino.

“No, Keeran, non è colpa tua, tu mi riempi di gioia, ogni

giorno e ogni notte.”

“Allora che cos’hai? Dimmelo, ti prego.”

Seanna gli accarezzò il viso con i polpastrelli, guardandolo

negli occhi nocciola pieni di dolcezza.

“Credo di non essere in grado di concepire dei figli.”

Keeran sbatté le palpebre rapidamente.

“Cosa te lo fa pensare?”

“L’evidenza dei fatti. Quante volte abbiamo fatto l’amore

da quando ci siamo innamorati? Moltissime, e il tuo seme

non mi ha mai ingravidata. Questo può significare soltanto

che il mio ventre non è in grado di generare una nuova

vita. Non posso darti un figlio, non avremo mai un

bambino tutto nostro da stringere tra le braccia.”

Keeran le accarezzò i capelli.

“Forse è troppo presto, o ci vuole del tempo. Non è detto

che tu sia incapace di avere dei bambini.”

“No, Keeran… Il mio ciclo mensile è regolare, ma il mio

grembo è sterile. Sono una donna, e queste cose le sento. Il

tempo non mi farà restare gravida, ne sono certa.”

Keeran non sembrò affatto turbato da quanto gli aveva

appena detto.

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128

“Non devi essere triste, Seanna… Anche se non potremo

avere dei figli, tra noi due non cambierà nulla, il nostro

amore resterà immutato.”

“Ma tu hai bisogno di un erede per il tuo casato, un figlio

maschio che prenda il tuo posto quando sarai anziano…

Chi governerà su Hornwood se non potrò darti un figlio?”

“Dimentichi che i Blackclaw sono in tre. Gwenn sarà una

perfetta governatrice se io non avrò degli eredi, e Danaes

dopo di lei. Il nostro casato non si estinguerà per colpa

mia, le mie sorelle regneranno al mio posto.”

“Ma io desideravo tanto darti un figlio… E tu hai bisogno

di diventare padre, è giusto che sia così.”

“Io ho bisogno di te, Seanna. Sei tu la mia ragione di vita.

Non sarà certo la mancanza di un figlio che ti renderà

meno importante ai miei occhi. Mi basti tu, non desidero

altro, te l’assicuro.”

“Tra un paio d’anni cambierai idea e vorrai avere un

bambino che somigli a te o a me.”

“Non cambierò idea, non temere.”

“E se invece accadesse? Cosa faremo?”

“Nulla, perché non succederà. Noi due stiamo così bene

insieme, non abbiamo bisogno di un bambino.”

Seanna intrecciò le dita di una mano con le sue.

“Mi dispiace di non essere perfetta, Keeran.”

“Non dire sciocchezze, io ti amo così come sei, e ai miei

occhi sarai sempre perfetta. Non dire mai più che ti senti

inutile perché non lo sei affatto, e levati dalla testa

quest’idea assurda di avere il dovere di darmi un erede.

Non ti ho sposata per questo motivo. Ti ho presa in moglie

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129

perché ti amavo e volevo che fossi soltanto mia. Tu mi

rendi felice, non immagini quanto.”

Seanna vide che era sincero e la sua tristezza si dissolse.

“Allora non è una brutta cosa il fatto che io non sia in

grado di concepire? Non ti rende triste?”

“Assolutamente no, non mi importa.”

“Ne sei sicuro?”

Keeran le cinse la vita con le braccia e la strinse a sé.

“Basta con questi discorsi noiosi, facciamo l’amore.”

“Di nuovo? L’abbiamo già fatto due volte…”

“Ne voglio una terza. E non pensare ai bambini, chiaro?”

“Va bene, non parliamone più.”

“Esatto, impegniamoci in qualcosa di più eccitante.”

Seanna recuperò il sorriso che aveva perso, e dopo quella

notte chiarificatrice l’argomento eredi non fu più trattato.

***

Due settimane dopo, complice una radiosa giornata di sole

che avrebbe potuto essere l’ultimo scampolo d’autunno

prima dell’arrivo delle tempeste invernali, Keeran e

Seanna si svegliarono presto e durante la colazione

decisero che avrebbero passato la giornata a cavalcare tra i

boschi insieme, loro due da soli. Abbigliati con comodi

vestiti da equitazione e protetti da mantelli bordati di

pelliccia allacciati sul petto, raggiunsero le scuderie mano

nella mano e fecero preparare i loro cavalli.

“Lord Keeran, faccia riposare il suo puledro di tanto in

tanto”, disse lo stalliere, mentre sellava il suo cavallo nero.

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“Ho notato che la sua zampa destra anteriore è

leggermente gonfia. Penso che si tratti di un tendine

infiammato, quindi non lo affatichi troppo.”

“Capisco. Ad ogni modo può galoppare senza problemi?”

“Sì, certamente. Non sente alcun dolore, l’infiammazione è

leggera, e comunque ora gli fascerò la zampa per maggiore

sicurezza, in modo che il tendine non si infiammi di più.”

“Pensa che dovrei prendere un altro cavallo?”

“No, non è il caso. La fasciatura lo farà stare meglio, eviti

di condurlo su terreni troppo rocciosi, così la zampa non

subirà dei duri colpi.”

“Va bene, starò attento, e lo farò riposare.”

“Male che vada, se la zampa dovesse fargli male, punterà

gli zoccoli a terra e non vorrà più cavalcare”, commentò lo

stalliere con un’alzatina di spalle.

“Perfetto. Mi lascerà a piedi”, commentò Keeran, con una

risata divertita e sarcastica.

Seanna rise a sua volta, immaginando il puledro che si

fermava di colpo e il povero Keeran costretto a tirarlo per

le redini mentre l’animale faceva resistenza come un mulo.

“Non si preoccupi, Lord Keeran, il suo cavallo è giovane e

forte, quest’infiammazione non è nulla di ché.”

Dopo che il cavallo fu sellato e la sua zampa fasciata ben

stretta, Keeran accarezzò il muso del suo amato puledro e

poi salì sulla sua groppa sistemandosi sulla sella.

“Seanna, sei pronta?”

Lei annuì con un cenno del capo dall’alto della sua cavalla

grigia con il muso bianco.

“Benissimo. Avviamoci allora.”

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131

Marito e moglie si accostarono l’uno all’altra facendo

passeggiare i cavalli nel cortile assolato e imboccarono

l’uscita del maniero per poi proseguire al passo lungo la

discesa erbosa che digradava verso le campagne di

Hornwood.

“Sei mai stata sulle colline di Goldfield?”

“No, le ho viste solo dalla pianura.”

“Ti sei persa un panorama mozzafiato. Oggi ti porterò là,

sono certo che resterai stupita dalla visuale che offre la

cima più alta delle colline.”

Lanciarono i cavalli al trotto, percorrendo alcune miglia

tra radure e tratti boschivi, godendosi i colori della natura

infiammata dall’autunno e riscaldando i muscoli dei loro

animali, e mezz’ora dopo iniziarono a galoppare a velocità

moderata spingendosi a nord, verso le colline di Goldfield.

***

I cavalli galoppavano vicini, testa a testa, sfidandosi a

vicenda a correre più veloci l’uno dell’altro sul morbido

terreno della valle che precedeva le colline di Goldfield. Il

rumore dei loro zoccoli era cupo e pesante, le loro zampe

guadagnavano miglia su miglia con slanci poderosi e

affondi potenti, i loro respiri erano rapidi e profondi, i

muscoli scattanti sotto la pelle lucida di sudore. Keeran

gettò uno sguardo eccitato a Seanna, sorridendole con i

suoi occhi nocciola pieni di entusiasmo e di vita, e lei

contraccambiò lo sguardo e il sorriso pensando che quel

giorno Keeran era più affascinante che mai. Per un breve

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132

tragitto il suo puledro nero superò la sua cavalla grigia di

qualche metro, e Seanna rimase leggermente indietro,

pronta a riguadagnare il terreno perduto. Ma nell’attimo in

cui spronò la cavalla a raggiungere il destriero nero, si udì

chiaramente uno schiocco risuonare nell’aria, e prima che

Seanna avesse modo di rendersi conto di ciò che stava

accadendo, vide la zampa destra anteriore del cavallo di

Keeran piegarsi su stessa mentre l’osso spezzato usciva

dalla carne slabbrata intrisa di sangue rosso scuro. Con

orrore vide il cavallo cadere in avanti a gran velocità,

crollando sul terreno con tutto il suo peso e sbattendo il

muso a terra con un tonfo sordo. Seanna sgranò gli occhi, e

sotto il suo sguardo atterrito Keeran fu sbalzato via dalla

sella con violenza, e il suo corpo lanciato in aria come un

fantoccio di pezza. Seanna aprì la bocca per gridare, ma

non le uscì alcun suono, e il volo di Keeran si fermò una

decina di metri più avanti, quando il suo corpo sbatté

contro il fusto di una quercia e poi ricadde indietro

precipitando rovinosamente a terra. Tirando con forza le

redini della sua cavalla, Seanna riuscì a fermare la sua

corsa e saltò giù dalla sella prima ancora che la cavalla si

fosse fermata. Gridando il suo nome a squarciagola,

Seanna si gettò ai piedi del corpo immobile di Keeran e lo

sollevò dal terreno per girarlo in posizione prona.

“Keeran! Keeran!”

I suoi occhi erano chiusi, il volto sporco di terra, e un

rivolo di sangue gli usciva da un angolo della bocca.

“Oh no! No, Keeran! Ti prego, apri gli occhi! Rispondimi

amore mio!”

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133

Lo scosse leggermente, ma lui non si mosse.

“Keeran, ti supplico, non farmi questo!”

Chinò il viso su di lui ma non avvertì alcun respiro uscire

dalle sue narici, allora gli slacciò il mantello e gli aprì la

tunica blu e la camicia di lino bianca, poi appoggiò

l’orecchio sul suo petto pregando di sentire il suo cuore

battere sotto la pelle. Ma dall’interno del suo corpo non le

giunse alcun battito. Il suo cuore si era fermato. Così come

il suo respiro.

“Keeran, no! Non puoi lasciarmi! Ti prego, respira!”

Gli batté con forza un pugno sul petto, poi un altro ancora,

e infine un terzo.

“Stupido cuore, riprendi a battere!”, esclamò tremante e

con il pianto in gola. “Non morire Keeran, non andartene,

non adesso…”, mormorò, cercando di capire cosa poteva

fare per risvegliarlo. Lo scosse di nuovo per le spalle, poi

gli toccò il viso, la testa, e quando infilò una mano dietro il

suo collo le sue dita sentirono una sporgenza tondeggiante

alla base della nuca e le fu subito chiaro che quel bozzo era

l’osso della sua spina dorsale. Il suo collo si era spezzato.

Keeran era morto.

“No no no, non oggi, non adesso, non ancora! È troppo

presto, Keeran!”, gridò, scoppiando a piangere disperata

subito dopo. “Non puoi morire così giovane!”

Gli strinse il volto immobile tra le mani, e realizzò di averlo

perso. Keeran se n’era andato. La morte se l’era preso e

portato via con sé, strappandolo alla vita in un fatale

secondo, in un modo brusco e inaccettabile per Seanna.

“Perché?!... Perché è successo proprio ora?!...”, singhiozzò,

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134

vedendo svanire il suo sogno di una lunga e felice vita

accanto a lui. “Non è giusto! Non puoi lasciarmi così!”

Lo prese fra le braccia e strinse al suo petto il suo corpo

senza vita, singhiozzando forte e cullandolo con straziante

dolcezza. Pianse fino a sentirsi spaccare dentro, e il grande

vuoto nero dell’assenza della propria anima si spalancò

come un baratro che minacciava di inghiottirla. Fu allora

che capì cosa doveva fare. C’era una sola possibilità per

riavere Keeran. Non aveva altra scelta, non voleva e non

poteva vivere senza di lui.

“Tu non morirai oggi, Keeran Blackclaw”, disse fra i

singhiozzi. “Tu rivivrai… Tornerai da me… Diventerai

come me”.

Con mano tremante, cercò nella tasca del mantello il

piccolo fischietto di metallo che Estel le aveva dato per

richiamare il loro falco portatore di messaggi, se lo portò

alla bocca e fischiò più forte che poteva, ripetutamente,

fermandosi per riprendere fiato e ricominciando subito

dopo, con insistenza, finché non vide le ali marroni del

falco planare dall’alto. Sollevò il braccio destro e il falco si

posò su di esso artigliandole il polso.

“Estel”, gli disse, guardandolo negli occhi. “Vai a chiamare

Estel. Hai capito? Estel… Porta qui Estel.”

Il falco aprì il becco e lanciò un grido acuto, poi spalancò le

ali e si librò in volo, innalzandosi verso il cielo.

“Fai venire qui Estel!”, grido Seanna, pregando che il falco

eseguisse i suoi ordini. Ritornò a guardare il volto di

Keeran che lentamente impallidiva, e gli asciugò il sangue

dalla bocca con un lembo del mantello.

Page 137: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

135

“Non è finita, Keeran. Il signore del risveglio ti riporterà in

vita. Dùsgadh ti farà rivivere, come ha fatto con me.”

Lo abbracciò stretto, piangendo, in attesa di Estel.

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136

Capitolo 14

Estel Raven correva a perdifiato tra i fusti delle querce del

bosco ai piedi di Goldfield, seguendo il falco che volava

basso davanti a lei, guidandola verso il luogo in cui Seanna

la stava aspettando da due ore. Quando finalmente

raggiunse la radura, i suoi occhi verdi si posarono sulla

figura immobile di Seanna, seduta sul terreno, con il corpo

esanime di Keeran Blackclaw stretto al petto.

“Seanna!”, esclamò, raggiungendola.

Lei sollevò il capo e la guardò con gli occhi azzurri colmi di

lacrime, oscurati da un velo nero di dolore.

“Aiutami, Estel. Ti supplico.”

La donna si inginocchiò accanto a lei.

“Cos’è successo?”

“Il cavallo di Keeran si è rotto una zampa mentre

galoppavamo, è caduto a terra, e Keeran è stato sbalzato

via dalla sella. Ha colpito la testa contro il fusto di una

quercia, e il suo collo si è spezzato. È morto, Estel. Il mio

Keeran è morto.”

Estel le sfiorò una guancia bagnata di lacrime.

“Non piangere, Seanna. Sono qui con te. Dimmi che cosa

vuoi che faccia.”

Seanna le rivolse uno sguardo supplichevole.

“Riportalo in vita, ti prego. Fai a lui ciò che hai fatto a me.

Invoca il signore del risveglio e pregalo di strapparlo dal

mondo dei morti. Keeran non può morire adesso. È troppo

presto, è troppo giovane… E io lo rivoglio al mio fianco.”

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137

Estel guardò Keeran, poi di nuovo Seanna.

“Diventerà come te, Seanna. Dùsgadh prenderà la sua

anima in cambio del suo risveglio, e Keeran non sarà più la

stessa persona di prima. Sei certa di volere che lui diventi

un rinato? Potrebbe tornare alla vita senza ricordare il suo

passato, sai bene che Dùsgadh non agisce mai come noi

vogliamo. Cosa farai se Keeran dovesse risvegliarsi ed

essere totalmente diverso, vuoto e privo di emozioni?”

Seanna scosse il capo, scacciando quel terribile pensiero

dalla sua mente.

“Non succederà… Andrà bene, Estel… Keeran rinascerà

tale e quale a prima, Dùsgadh avrà pietà di lui come ne ha

avuta per me.”

“Non ne abbiamo la certezza, Seanna. Tu sei stata uccisa,

eri una vittima innocente, per questo Dùsgadh ha avuto

pietà di te. Ma Keeran è morto in un incidente, era il suo

destino già scritto dal fato, non è stata una morte crudele

come la tua. Il suo risveglio potrebbe essere diverso.”

“Non ho altra scelta, Estel. Rivoglio Keeran. Riportalo in

vita, ti prego. Non voglio vivere senza di lui.”

Estel trasse un profondo respiro.

“Va bene Seanna. Farò ciò che vuoi. Invocherò Dùsgadh e

lo implorerò di essere magnanimo. Ma non ti garantisco

che il rito del risveglio funzioni.”

“Non dubitare di te stessa e di Dùsgadh. Tu sei Estel

Raven, la donna che risveglia i morti, non hai mai fallito e

non fallirai nemmeno oggi.”

“Ci proverò Sianna. Con tutta me stessa.”

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138

Con quella promessa, Estel invitò Seanna a lasciare il

corpo di Keeran, e insieme le due donne lo deposero a

terra sull’erba cosparsa di foglie. Estel lo liberò del

mantello, gli levò la casacca e la camicia di lino, quindi

chiuse gli occhi e iniziò a mormorare una preghiera

sottovoce, tenendo le mani sollevate sopra la testa con i

palmi aperti e rivolti al cielo. Era il tardo pomeriggio, e il

sole era basso sull’orizzonte. Il tramonto non era il

momento più propizio per eseguire il rito del risveglio, ma

Estel sapeva di potercela fare. Dùsgadh non l’aveva mai

abbandonata, non lo avrebbe fatto nemmeno in quel

momento. Continuò a pregare, finché non sentì

quell’energia familiare scorrere nelle sue mani, segno che

Dùsgadh era con lei e in lei. Aprì gli occhi e posò le mani

sul petto nudo di Keeran, premendo i palmi contro la sua

carne già fredda. Seanna le sedeva accanto osservandola, e

intanto stringeva tra le dita il cristallo iridescente che

portava al collo, implorando Dùsgadh di ascoltare

l’invocazione di Estel. Il rito stava per iniziare, Estel

respirò profondamente e poi si rivolse a Dùsgadh

scandendo a voce alta la sua supplica e volgendo gli occhi

verdi al cielo blu che diveniva color indaco.

“Dùsgadh, signore del risveglio e della rinascita, ascolta la

mia voce, ti prego! Volgi il tuo sguardo al corpo di questo

giovane uomo, strappalo dalle braccia oscure della morte,

infondi in lui un nuovo respiro, dona al suo cuore un

nuovo battito, sana le sue ferite e ricomponi le sue ossa. Ti

supplico, Dùsgadh, fai rinascere questa figlio della terra,

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139

riporta in lui il flusso della vita, e prendi la sua anima in

cambio… Risveglialo, adesso!”

Come voleva il rito, Estel ripeté l’invocazione per tre volte

di seguito, e poi rimase in attesa chiudendo gli occhi.

Seanna trattenne il fiato, prendendo una mano di Keeran e

stringendola forte tra le sue, e i minuti trascorsero lenti,

uno dopo l’altro, senza che nulla accadesse. Allora Estel

ricominciò da capo, recitando di nuovo la sua invocazione

per altre tre volte di seguito, e poi aspettando un segno da

parte di Dùsgadh. Trascorsero altri lunghi minuti, pesanti

come macigni, ma il corpo di Keeran non diede alcun

segno di risveglio.

“Non funziona”, sussurrò Estel, guardando Seanna. “Non

sento più l’energia di Dùsgadh scorrere in me, non mi sta

ascoltando.”

“Riprova ancora Estel, non ti arrendere.”

“Sento che Dùsgadh vuole qualcosa di più della sua anima

in cambio del suo risveglio.”

“Cos’è che vuole? Chiediglielo!”

Estel si raccolse in preghiera, cercando di sentire la voce

del suo dio, e Seanna rimase in attesa, sospesa tra

disperazione e speranza.

“Vuole il tuo sangue”, disse Estel, rimanendo in preghiera.

“Cosa significa?... Perché vuole il mio sangue?”

Estel non rispose. Passarono cinque, dieci, forse quindici

minuti. Alla fine, Estel aprì gli occhi e afferrò il polso di

Seanna stringendolo forte tra le sue dita.

“Dùsgadh ti ha dato un altro dono. Il potere di risvegliare i

morti con il tuo sangue. Ecco perché sei sempre stata

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140

speciale. Perché lui ha infuso in te il suo potere, e nel tuo

sangue scorre la rinascita. Se vuoi salvare Keeran, dovrai

fargli bere il tuo sangue. Tu sei più potente di me, Seanna,

il mio potere da solo non basterà per riportare in vita

Keeran. Lui ha bisogno di te.”

“E cosa aspetti? Prendi il mio sangue, se è questo che

Dùsgadh vuole veramente. Accontentalo!”

Estel annuì con il capo, scavò nel terreno fino a prendere

una pietra dal bordo tagliente e con forza lo premette sul

polso di Seanna fino a tagliarle la pelle, quindi infilò due

dita tra le labbra di Keeran per tenergli la bocca aperta, e a

quel punto avvicinò il polso di Seanna a pochi centimetri

dal viso di Keeran e lasciò che il sangue gocciolasse dalla

sua ferita riempiendo la bocca di Keeran e scivolando giù

per la sua gola.

“Dùsgadh! Ecco il sangue della tua prescelta. Il sangue

della rinascita e del risveglio. Fa che questo sangue sacro

salvi dall’abisso della morte colui che lo beve, accetta il

sacrificio della tua prescelta, e dona nuova vita al corpo

morente rigenerato dal potere del sangue.”

Seanna rimase immobile a guardare il proprio sangue che

gocciolava copiosamente nella gola di Keeran ed Estel posò

la mano libera sul petto del giovane lord, sopra lo sterno,

aspettando di sentire un palpito scaturire dal suo cuore. Il

tempo scorse lentamente, come un’attesa estenuante, e

poi, sotto il palmo della mano di Estel, una leggera

pulsazione vibrò nel petto di Keeran.

“Sta funzionando!”, esclamò, premendo la mano più forte.

“Ho sentito un battito!”

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141

Seanna guardò Keeran, e vide la sua pelle riprendere

colore, tornando rosea, mentre uno scricchiolio di ossa

rotte le suggeriva che la sua spina dorsale si stava

aggiustando. Estel sentì un altro battito, poi un altro

ancora, e finalmente il cuore di Keeran riprese a pulsare

forte nel suo torace. Il suo corpo ebbe un fremito, e un

colpo di tosse segnò il suo risveglio imminente.

“Leva il polso, Seanna”, disse Estel, spingendole via il

braccio con la propria mano. Stracciò un lembo del

mantello di Keeran ricavandone una striscia di tessuto

sottile, e la porse a Seanna, che si affrettò a fasciarsi il

polso ferito e sanguinante.

“Svegliati, Keeran! Ti prego, svegliati!”

In risposta al suo richiamo, Keeran emise un profondo

respiro gutturale, seguito da una serie di affrettati respiri,

finché il suo petto non prese un ritmo regolare.

“Keeran… Sono io, Seanna… Apri gli occhi, guardami!”

Estel si sedette da parte, e con suo immenso sollievo vide il

giovane lord spalancare gli occhi fissando il cielo. Le sue

iridi nocciola erano cerchiate da un anello dorato

splendente, il segno della rinascita avvenuta, la luce del

risveglio che brillava in lui.

“Keeran, amore mio”, sussurrò Seanna, prendendogli il

volto tra le mani.

Lui sbatté le palpebre e incontrò lo sguardo azzurro di

Seanna. La fissò intensamente, come se tentasse di

metterla a fuoco e di capire chi fosse. La sua bocca era

sporca di sangue, e Seanna la ripulì con le dita, mentre

Estel si affrettava a raggiungere la cavalla della giovane per

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142

prendere la sua borraccia d’acqua.

“Tieni, dagli da bere.”

Seanna tolse il tappo della borraccia e l’avvicinò alla bocca

di Keeran.

“Bevine un sorso, Keeran, è acqua.”

Lui dischiuse le labbra, e l’acqua gli scivolò in bocca

portandosi via il sangue che aveva ingoiato durante il rito.

“Sean… Seanna”, mormorò, strappando un sussulto dal

petto della donna che stava chinata sopra di lui.

“Sì, sono io, sono qui con te.”

Estel sorrise, ringraziando Dùsgadh per aver assecondato

la sua richiesta di risvegliare Keeran dalla morte con

l’aiuto di Seanna.

“Ripeti il mio nome, Keeran.”

Lui si mosse a fatica sull’erba, come se il suo corpo fosse

ancora indolenzito, e con un filo di voce disse:

“Seanna… Mio amore.”

Lei sorrise, e le lacrime le riempirono gli occhi di nuovo.

“Oh, Keeran… Sei qui con me, non ti ho perso.”

Lui la scrutò in viso, confuso e frastornato.

“Cosa mi è successo?”

“Te lo spiegherò, amore. Ti dirò tutto con calma. Ho così

tante cose da dirti.”

Si chinò per abbracciarlo, stringendolo forte, e volse il

capo di lato per cercare gli occhi di Estel.

“Grazie”, le disse, piangendo di gioia.

Estel le sfiorò una spalla.

“Ringrazia te stessa. Lo hai salvato tu, non io.”

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143

Seanna lo sapeva. Ma era grata ad Estel per averla guidata

durante il rito di rinascita. Senza di lei non ce l’avrebbe

mai fatta. Keeran era rinato anche grazie a lei. E ora,

avrebbe dovuto raccontargli tutta la verità svelando ogni

segreto tenuto nascosto fino a quel giorno.

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144

Capitolo 15

La sera era scesa da poco. Estel era corsa in cerca di

soccorso, bussando alla porta di un fattore che abitava nei

paraggi di Goldfield. L’uomo di umili origini era stato così

gentile da offrire il proprio aiuto a Seanna e a Keeran,

ospitandoli nella propria casa modesta e occupandosi del

cavallo ferito di Keeran. Mentre il fattore ed Estel

tentavano di salvare il povero animale riposto nella stalla,

all’interno della casa Keeran giaceva sul letto del fattore

con Seanna sdraiata accanto, e nel silenzio delle pareti

spoglie la voce della giovane lady raccontava a Keeran

tutta la verità su se stessa e sugli eventi accaduti quel

giorno. Non fu facile per lei confessare a Keeran ogni

singola cosa, dovette cominciare dall’inizio della loro

storia, dalla notte della tempesta e del loro incontro alla

Redstone Tower. Rivelò a Keeran di essere stata uccisa per

ordine di Lady Rosaleen, e di essere stata salvata da Estel

Raven tre giorni dopo. Gli raccontò del suo ritorno alla

vita, del signore del risveglio e dei doni che le aveva

conferito prendendosi in cambio la sua anima. Gli disse di

aver conosciuto e liberato dalla cella il brigante Callum

Forel, l’assassino di sua madre e dei suoi due servitori,

uccisi per vendicare la sua morte innocente. Ogni segreto

fu rivelato, ogni bugia smascherata, e alla fine Seanna fece

capire a Keeran cos’era diventato, spiegandogli che non

avrebbe dovuto temere il vuoto che sentiva dentro, perché

presto sarebbe svanito. Keeran ascoltò attentamente le

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145

parole di Seanna, e quando lei tacque, il giovane lord la

guardò a lungo prima di trovare la forza di parlare.

“Non ho mai creduto alla leggenda del signore del

risveglio. Ho sempre pensato che fosse una sciocca

storiella raccontata dai popolani per far addormentare i

loro figli. Mai avrei pensato che un giorno quella leggenda

si sarebbe rivelata autentica…”

“Dùsgadh esiste davvero, e oggi mi ha mostrato la sua

potenza riportandoti da me.”

“Il tuo sangue mi ha salvato… Sei stata tu a ridarmi la

vita… E per quanto sia irreale e difficile da credere, io ti

sento scorrere in me… Quando tu parli la tua voce mi

scivola dentro e mi infonde una sensazione di calma che

contrasta la paura del vuoto che mi riempie tutto, e il mio

sangue pulsa più forte nelle mie vene, come se ti

riconoscesse…”

“Ho mescolato il mio sangue al tuo, creando un legame che

ci rende l’una parte dell’altro. Per questo mi senti vivere

dentro di te.”

“Il vuoto mi spaventa, è orribile, sembra che voglia

inghiottirmi e annullarmi.”

“Imparerai a contrastarlo, a dominarlo, fino a non sentirlo

quasi più. Ti aiuterò io in questo, sarò sempre al tuo fianco

per rassicurarti.”

Keeran le cercò la mano, intrecciando le dita con le sue.

“Non mi sbagliavo su mia madre, e su quella ciocca di

capelli biondi… Avevo capito che ti era capitato qualcosa di

terribile, ne ero certo… Ma quando ti ho ritrovata, sulle

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146

rive del laghetto, tu sei stata così brava a scacciare tutti i

miei sospetti, e io ti ho creduto ciecamente.”

“Scusami se ti ho mentito. Dovevo farlo. Non volevo

perderti, temevo che tu non avresti capito. L’idea di essere

respinta mi ha dato la forza di lottare per il nostro amore.”

“E hai fatto fuggire Callum Forel perché non fosse

interrogato e raccontasse il tuo segreto… Sei stata brava,

una fuga che non ha lasciato tracce.”

“La neve è stata mia complice. E comunque non è stato

facile liberare quel brigante dalla sua cella, ho tremato per

tutto il tempo per la paura di essere scoperta.”

“Io ti perdono per le menzogne che hai dovuto raccontare.

Ai mei occhi sei la vittima innocente della crudeltà di mia

madre, ogni tua colpa è assolta.”

“Ti ringrazio, Keeran. Avrei fatto qualunque cosa per

difendere il mio amore per te.”

“L’hai fatto anche oggi. Mi hai salvato da una morte

precoce. Non so come, ma ti ho vista soccorrermi dopo la

caduta, ti ho vista gridare e piangere disperata, cercare di

svegliarmi, e promettermi che mi avresti riportato in vita.

Ho visto e sentito tutto, so cosa tu ed Estel avete fatto per

non lasciarmi tra le mani oscure della morte. Se sono vivo

lo devo a te e ad Estel.”

“E a Dùsgadh, che mi ha reso così speciale da poter

risvegliare i morti con il mio sangue.”

“Ora sono uguale a te… Siamo entrambi immortali…

Vivremo in eterno, senza invecchiare mai.”

“Immagina quante vite potremo vivere, una dopo l’altra,

tutte diverse, e saremo sempre noi stessi, non cambieremo

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147

mai aspetto, saremo giovani per sempre… Dùsgadh ci ha

fatto un grande dono, dovremo rendergli omaggio al

tempio.”

“Mi farai bere l’acqua che sa di muschio?”

Seanna sorrise.

“Fa parte del rito di benedizione. Avrai un cristallo

protettivo come il mio, ringrazierai Dùsgadh accendendo

una candela votiva, e berrai l’acqua della sorgente della

vita. Forse non avrà un buon sapore, ma allevierà la

sensazione di vuoto che provi adesso.”

“Funziona davvero?”

“Sì, è un’acqua potente. Non avrai più paura del vuoto

dopo averla bevuta.”

“E per quanto tempo mi sentirò così strano? So di essere

Keeran Blackclaw, ma al contempo ho la sensazione di

essere un’altra persona, diversa… Non è piacevole sentirsi

così, mi rende debole e vulnerabile.”

“È normale, ho provato anch’io le tue stesse sensazioni. Ci

vorrà un po’ di tempo prima che tu ritorni a sentirti come

prima, ma passerà presto, è uno stato di confusione

momentaneo. Sentirai sempre la mancanza dell’anima,

questo sì, però scoprirai che è sopportabile, e se ti

concentrerai sul resto del tuo corpo lo sentirai vibrare e

darti le stesse emozioni, come se avessi un’anima. Tornerà

tutto a posto, Keeran, abbi fede in me.”

Seanna lo abbracciò, e lui le cinse la vita con un braccio,

sentendo il bisogno di averla vicina, soprattutto in quel

momento. Lei era la sua ancora di salvezza, il porto sicuro

in cui rifugiarsi per sfuggire dai pericoli delle tempeste.

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148

L’amava più di prima. Il proprio cuore pulsava allo stesso

ritmo del suo, respiravano all’unisono, erano diventati una

cosa sola, un unico essere vivente diviso in due metà

separate.

Il cigolio della porta della stanza che si apriva annunciò

l’ingresso di Estel.

“Scusatemi, non volevo disturbarvi.”

“Tranquilla Estel, abbiamo parlato a lungo, Keeran sa

tutto, gli ho spiegato ogni cosa.”

Estel rivolse la sua attenzione su Keeran.

“Come ti senti, giovane lord?”

“Confuso. E sdoppiato. Ma Seanna dice che devo dare

tempo al tempo.”

“È un saggio consiglio. Seanna saprà guidare i tuoi passi

nel cammino della tua nuova vita, dalle ascolto, e non

dubitare mai di lei.”

Keeran annuì, mentre Estel si stringeva nelle braccia.

“Il fattore ha cercato di salvare il tuo cavallo. Purtroppo la

ferita era troppo grave, ha perso molto sangue e il suo

corpo ha ceduto. Era un bellissimo cavallo, mi dispiace che

non si sia salvato.”

“Ringrazierò il fattore per aver almeno tentato di sanare la

sua ferita. È stato gentile da parte sua.”

“È un brav’uomo. Si è offerto di ospitarci per la notte, ma

io penso che dovremmo farci prestare due cavalli e recarci

al tempio di Dùsgadh prima che si faccia giorno. Pensi di

poter cavalcare?”

“Sì, non sono così debole da non riuscire a restare in sella.

Posso farcela.”

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149

“Bene. Allora faccio preparare i cavalli e le lanterne.”

Estel uscì dalla stanza, lasciandoli nuovamente soli, e

Seanna aiutò Keeran a rimettersi in piedi.

“Senti dolore da qualche parte?”

“Ovunque. Come se avessi tutte le ossa spezzate.”

“Probabilmente lo erano, come la tua spina dorsale. Anche

il dolore passerà. Domani ti sentirai già meglio.”

“Dov’è il tempio? È lontano?”

“Si trova nel bosco di Greywillow.”

“Allora è qui vicino. Mi sento debole, ma prometto di non

cadere da cavallo.”

“Se vuoi puoi salire sul mio e reggerti a me.”

“Farmi scortare da mia moglie?... Non sarebbe dignitoso.”

“Che sciocchezza”, disse Seanna, sorridendo divertita.

Indossarono i loro mantelli bordati di pelliccia, in parte

strappati, rovinati e insanguinati, e attesero il ritorno di

Estel, che pochi minuti dopo si ripresentò nella stanza

annunciando che i cavalli e le lanterne erano pronte.

Seanna offrì il braccio a Keeran, e lui esitò un istante

prima di appoggiarsi a lei.

“Ora sì che mi sento in imbarazzo.”

“Smettila Keeran, lascia che mi prenda cura di te.”

“Dovrebbe essere il contrario, ma date le circostanze, sono

costretto ad affidarmi a te.”

Uscirono all’esterno, dove ringraziarono il fattore per la

disponibilità dimostrata, quindi salirono ciascuno sul

proprio cavallo e partirono al passo dirigendosi verso il

bosco di Greywillow, guidati dalla luce delle loro lanterne.

Page 152: Awakening - Paola Secondin - Medieval Fantasy Romance

150

***

La preoccupazione regnava sovrana in ogni stanza del

maniero dei Blackclaw. Lord Eoghan più di tutti gli altri

era in pensiero per il figlio Keeran e per Lady Seanna,

usciti a cavallo quel mattino e non ancora rientrati

nonostante fosse calata la notte già da tempo. Sapeva

dell’intenzione di Keeran di portare Lady Seanna sulle

colline di Goldfield, e sapeva anche che quella zona a nord

di Hornwood non era soggetta ad attacchi da parte dei

briganti. Tuttavia, come padre non poteva non essere

preoccupato per quel ritardo nel loro rientro al castello,

soprattutto dopo aver già vissuto in prima persona la

terribile esperienza di un agguato tra i boschi. Lady Alanna

tentava di rassicurarlo in tutti i modi possibili, ottenendo

scarsi risultati, e di tanto in tanto andava a controllare

anche Lady Gwenn e Lady Danaes, entrambe agitate dal

pensiero che potesse essere capitato qualcosa al loro

fratello maggiore e a sua moglie Seanna, che oramai

consideravano come una sorella. Incapaci di dormire, le

ragazze si erano sedute accanto al fuoco in camiciola da

notte per ricamare, controllando il portone d’ingresso ogni

cinque minuti. Lady Alanna era certa che non fosse

accaduto nulla, e il suo pensiero positivo fu confermato

molto più tardi, quando le guardie aprirono il portone del

maniero per far entrare la cavalla grigia di Lady Seanna

sulla quale montavano Keeran e sua moglie, il primo alle

redini e la seconda seduta dietro di lui.

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151

“Eccoli! Sono tornati!”, esclamò Lady Alanna, avvisando

tutti quanti. Gwenn e Danaes si precipitarono giù nel

salone correndo a piedi scalzi, precedute da Lord Eoghan

in vestaglia da notte. Per ultima Lady Alanna, per nulla

agitata dal loro tardivo rientro al castello.

Non appena Keeran e Seanna misero piede all’interno del

salone principale, si ritrovarono al cospetto dell’intera

famiglia Blackclaw, e Seanna strinse più forte il braccio di

Keeran come per dirgli “Tranquillo, ti aiuto io”.

Lord Eoghan fu il primo a parlare, zittendo moglie e figlie

con un cenno della mano.

“Si può sapere dove siete stati fino a quest’ora? Eravamo

tutti preoccupati, temevamo che vi fosse accaduto

qualcosa di terribile.”

Keeran si finse sereno e rispose con calma al padre.

“Non avevate motivo di stare in pensiero per noi due.

Siamo qui, tutti interi, e non ci è accaduto nulla di male.

Scusateci per il ritardo.”

“Potevate rientrare per l’ora di cena. C’era proprio bisogno

di stare fuori fino a quest’ora della notte?”

Keeran si affretto a fornire alla sua famiglia una valida e

credibile spiegazione.

“Il mio cavallo aveva un tendine infiammato quando siamo

partiti. Secondo il parere dello stalliere non era nulla di

grave, ma durante il ritorno, mentre galoppavamo, la sua

zampa destra si è fratturata. Siamo stati soccorsi da un

fattore, che ci ha offerto un pasto caldo e ha esaminato la

zampa del mio puledro. Purtroppo la frattura era troppo

grave, anche se fosse stata aggiustata il mio cavallo

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152

sarebbe rimasto zoppo. Non ho potuto fare altro che

chiedere al fattore di abbatterlo, con mio immenso

dispiacere. Ecco perché abbiamo tardato così tanto.”

Lady Alanna sorrise a Keeran.

“Io sapevo che stavate entrambi bene, ne ero certa. Ho

tentato di convincere Lord Eoghan e le tue sorelle di non

preoccuparsi inutilmente, ma nessuno di loro ha voluto

darmi ascolto.”

“È per questo motivo che siete tutti ancora svegli?”, chiese

Seanna, sorreggendo Keeran, provato dal lungo viaggio di

ritorno a Hornwood.

“Esattamente”, precisò Lord Eoghan, allacciando le mani

dietro la schiena. “Come avremmo potuto dormire sonni

tranquilli senza sapere che eravate tutti interi?”

“Capisco la vostra preoccupazione, padre, ma non era

necessaria. Goldfield è una zona sicura, non ci sono

briganti su quelle colline.”

“Keeran ha ragione. E la cavalcata è stata stupenda, fatta

eccezione per il destino del povero cavallo di vostro figlio.”

“Quindi… A parte la perdita di uno dei nostri migliori

cavalli, la vostra giornata è stata piacevole?”

“Bellissima, padre.”

“Sì, meravigliosa, Lord Eoghan.”

Lady Alanna prese il marito sottobraccio.

“Coraggio, caro, andiamo a dormire adesso. Tuo figlio è

tornato, e io sono molto stanca.”

Quindi, rivolta alle ragazze:

“Gwenn? Danaes? Mettete via il ricamo e filate sotto le

coperte, siete stanche anche voi.”

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Le giovani ladies ubbidirono all’istante, scomparendo su

per la scalinata che conduceva al piano superiore.

“Bene, allora… Buonanotte Keeran. E buon riposo anche a

voi, Lady Seanna. Scusatemi entrambi per aver esagerato

con le mie preoccupazioni paterne”, disse Lord Eoghan,

prima di essere trascinato via dalla moglie.

“Dormite bene”, augurò loro Seanna, cingendo la vita di

Keeran con un braccio.

“Immaginavo che li avremmo trovati qui ad aspettarci. Per

fortuna non hanno dubitato di nulla.”

“Sei stato molto convincente. Adesso però saliamo nella

nostra camera, devi riposare.”

Keeran fu felice di potersi sdraiare sul proprio letto, e

gradì immensamente di essere spogliato da Seanna.

“Mi sento a pezzi…”, mormorò, quando Seanna si sdraiò al

suo fianco tirando su le coperte.

“Allora chiudi gli occhi e dormi. Io veglierò su di te.”

“Hai paura che non mi risvegli? Sono immortale, non

posso più morire.”

“Questo lo so. Ma mi piace guardarti mentre dormi. E poi

oggi ti ho perso, anche se per poco. È stato traumatico,

devo ancora realizzare che sei rinato e che nessuno potrà

separarci.”

“Mi dispiace per averti fatta soffrire. Non ho mai pensato

di poter morire cadendo da cavallo, non in giovane età

perlomeno… Ma adesso non hai nulla da temere. Sono

stato salvato, ho reso grazie a Dùsgadh nel suo tempio, ho

bevuto l’acqua della sorgente della vita, e mi è stato dato il

mio cristallo protettivo. Il signore del risveglio mi ha

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guardato con i suoi occhi di pietra turchese, sono stato

consacrato a dovere.”

“Lo so, non corri alcun pericolo.”

“Allora dormi anche tu, non hai motivo di stare sveglia a

fissarmi mentre russo.”

“Tu non russi affatto, dormi come un angelo.”

Keeran la guardò con le sue iridi che brillavano di luce

dorata, e Seanna gli accarezzò i capelli.

“I tuoi occhi hanno cambiato colore, lo sai? Non sono più

nocciola, hanno un cerchio dorato che splende attorno

all’iride. Come lo spiegheremo a tuo padre?”

“Fingeremo che i miei occhi siano sempre stati di questo

colore. Gli dirò quello che tu hai detto a me quando ho

visto i tuoi occhi splendere d’azzurro nell’oscurità. “Padre,

forse non mi hai osservato attentamente, i miei occhi

hanno sempre avuto questa sfumatura dorata”. Pensi che

mi crederà?”

“Speriamo che non se ne accorga nemmeno. E neppure le

tue sorelle. Loro sì che sono difficili da persuadere.”

Keeran sospirò profondamente.

“Cosa faremo, Seanna? Tutto è cambiato, non potremo

continuare a vivere qui. Con il passare del tempo si

accorgeranno che non invecchiamo. Come potremo

spiegare loro una cosa simile? È contro natura.”

“Non dobbiamo pensarci adesso. Ne riparleremo domani,

quando avrai recuperato le forze e sarai più lucido.

Decideremo con calma cosa è meglio fare.”

“Potremmo andarcene via… Tuo padre, Gregor Cassel, ha

molti possedimenti in Scozia. Non sarebbe bello se

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155

avessimo un piccolo appezzamento di terra tutto nostro?

Mio padre non mi negherebbe la possibilità di diventare il

lord di un possedimento al di fuori della Cornovaglia.”

“E se invece prendessimo il mare? Potremmo trasferisci in

Bretagna, o nelle terre di Francia, dove il clima è più mite e

soleggiato.”

“Sarebbe un’idea da valutare… Come le terre del Sacro

Romano Impero. Ho sentito dire che la città di Roma è

spettacolare e che i romani conducono una vita fatta di

lusso, divertimenti e buon cibo.”

Seanna pensò che qualunque luogo sulla terra sarebbe

stato perfetto, purché fosse al suo fianco.

“Avremo la possibilità di visitare tutti i continenti che

vorrai, ma lo faremo quando starai bene. Adesso chiudi gli

occhi Keeran, e lascianti portare via dal sonno.”

“Dammi un bacio.”

Seanna lo accontentò, premendo le sue labbra contro

quelle calde e morbide di Keeran.

“Grazie. Ora posso dormire e sognarti.”

“Aspettami, ti raggiungo in sogno.”

Così dicendo, Seanna spense la fiammella del candelabro

posto accanto al letto e la stanza si fece buia. Abbracciò il

corpo nudo e caldo di Keeran e posò la testa sul suo petto,

ascoltando il battito confortante del suo cuore finché non

si addormentarono entrambi, uno dopo l’altra.

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Capitolo 16

Tre mesi dopo…

Nel grande cortile del maniero dei Blackclaw avvolto da

una fredda nebbiolina azzurrina, un carro guidato da due

cavalli ospitava tutti i bauli contenenti i vestiti e gli effetti

personali di Keeran e Seanna, pronti a lasciare la

Cornovaglia per seguire il giovane lord e la sua lady nel

viaggio che li avrebbe condotti sul suolo italico. Dopo aver

riflettuto attentamente sulla scelta del luogo in cui

trasferirsi, Keeran e Seanna avevano scelto la Repubblica

di Venezia governata dal Doge Pietro Gradenigo. Il viaggio

sarebbe stato lungo, una parte via mare, una parte via

terra, fino a giungere nella ricca città lagunare che

intratteneva rapporti commerciali con l’Oriente. Grazie a

un fitto scambio di lettere tra Lord Eoghan e un nobile

conte veneziano di nome Alfonso Zorzi, Keeran e Seanna

avrebbero trovato una casa degna del loro status sociale ad

accoglierli a Venezia in quello che per loro sarebbe stato

l’inizio di una nuova vita insieme, lontani dalla

Cornovaglia e dai Blackclaw. Lord Eoghan aveva accettato

con qualche riserva la decisione del figlio di trasferirsi a

Venezia, dubitando che quella città mercantile e

commerciale fosse adatta ad un lord cornico abituato a

cavalcare tra boschi e radure e a vivere in un castello di

solida pietra antica. “Cosa farai in quella città? Il

mercante?... E di cosa ti occuperai? Di stoffe preziose? Di

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157

gioielli?”, aveva chiesto più volte, non capendo la scelta

fatta dal figlio. Keeran gli aveva risposto che voleva vedere

con i propri occhi il resto del continente occidentale, e che

una volta giunto a Venezia avrebbe capito quale mestiere

desiderava intraprendere. Lord Eoghan aveva espresso il

proprio disappunto, ma non aveva negato al figlio il diritto

di decidere il proprio futuro, e dopo numerose discussioni

aveva accettato di lasciarlo partire insieme a Seanna. Il

giorno della partenza era giunto fin troppo presto, e quel

mattino di Gennaio, nebbioso e gelido, si era svolta

l’ultima colazione della famiglia Blackclaw al completo

riunita nel salone principale del maniero. Lady Alanna era

emozionata, Gwenn e Danaes avevano gli occhi lucidi di

pianto, e Lord Eoghan era serio e visibilmente commosso.

Keeran e Seanna erano raggianti, felici di intraprendere

quel viaggio che sapevano sarebbe stato soltanto il primo

di tanti altri viaggi alla scoperta del continente. Il tempo

era loro amico, avrebbero vissuto tante vite diverse in

luoghi differenti e svolgendo attività sempre nuove.

L’immortalità che li accomunava li avrebbe portati

ovunque, Venezia era solo il punto di partenza di

un’avventura senza fine. Quando giunse il momento dei

saluti, l’abbraccio tra Lord Eoghan e il figlio Keeran fu

intenso e prolungato.

“Teniamoci in contatto, mi raccomando. E se decidi di

tornare a casa, troverai il tuo castello ad aspettarti.”

“Non cambierò idea, padre. Ci ho riflettuto a lungo, e

questo viaggio conta molto per me.”

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“Allora ti auguro di essere felice, e che la fortuna sia dalla

tua parte, qualunque cosa tu decida di fare a Venezia.”

“Grazie padre. Abbi cura di Lady Alanna e delle mie

sorelle. E di te, ovviamente.”

Si abbracciarono ancora, poi Keeran raccomandò a Lady

Alanna di tenere d’occhio suo padre e di essere sempre

presente per Gwenn e Danaes. Alle sorelle disse di non

sprecare inutili lacrime per la sua partenza, e di prepararsi

a diventare il prima possibile mogli e madri.

“Gwenn, governerai tu su Hornwood. E dopo di te lo farà

Danaes. Non combinate guai, il nome dei Blackclaw è nelle

vostre mani, rendetelo glorioso.”

Le sorelle annuirono, e sprofondarono tra le braccia del

fratello trattenendo le lacrime a stento.

“Ci mancherai, Keeran.”

“Terribilmente.”

“Scrivetemi. Risponderò a tutte le vostre lettere, ve lo

prometto. Riguardatevi. E non sposate dei mascalzoni che

bevono troppo sidro.”

Anche Seanna ebbe la sua dose di abbracci e baci, e tutti le

augurarono di essere felice accanto a Keeran, senza

dimenticare di chiederle di avere cura di lui. Al termine dei

saluti, Keeran salì sul davanti del carro e porse la mano a

Seanna per aiutarla a sedersi accanto a lui, vicina al fedele

servitore di corte Augustus Klein che già sedeva alla guida

del carro tenendo in mano le redini dei due cavalli da

traino.

“Fate buon viaggio!”, esclamò Lord Eoghan, quando le

ruote del carro iniziarono a muoversi.

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159

“Buona fortuna!”, gridò Lady Alanna agitando la mano per

salutarli.

“Scriveteci!”, urlarono in coro Gwenn e Danaes, con i

fazzoletti già pronti per asciugarsi gli occhi.

Keeran alzò le mani in segno di saluto, imitato da Seanna,

e per entrambi fu un momento difficile dire addio alle

persone che amavano, al loro maniero, e alla terra in cui

avevano vissuto fino a quel momento. Ma era la loro

scelta, e sebbene fosse triste separarsi dai loro affetti,

entrambi sapevano che era la cosa più giusta da fare. Ben

presto il carro scomparve tra i filari di frassini che

costeggiavano il sentiero sterrato e il maniero divenne un

puntino lontano. Keeran e Seanna si guardarono negli

occhi con emozione, stringendosi forte l’uno all’altra, e le

loro iridi brillarono di celeste e d’oro come pietre preziose

incastonate nei loro volti nel fiore della gioventù.

Dall’alto della scogliera dove svettava la Redstone Tower,

Estel Raven guardò i due giovani avviarsi verso la zona

costiera della Cornovaglia, dove li aspettava una nave

mercantile attraccata al porto che li avrebbe portati in

Bretagna. Da lì avrebbero proseguito il viaggio verso sud-

est via terra per un paio di giorni, e alla fine sarebbero

giunti a Venezia, splendida città costruita sull’acqua e fatta

di graziosi ponti e stretti canali tra le case nobiliari. Estel li

aveva salutati il giorno prima, rifiutando la proposta di

Keeran di seguirli a Venezia. Era giusto che spiegassero le

ali da soli, senza il suo aiuto. E sapeva che un giorno, in

chissà quale vita, li avrebbe rivisti entrambi.

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Capitolo 17

C’era una regola che Keeran e Seanna avevano deciso di

seguire nella loro nuova esistenza. Non restare mai nello

stesso posto per più di vent’anni. Spostarsi in

continuazione per proteggere il loro segreto di eterna

giovinezza. Una regola che rispettarono, consapevoli di

non poter correre inutili rischi. Venezia li accolse con il suo

splendore incantevole, ed entrambi smisero i panni di lord

e di lady per calarsi in quelli di comuni popolani. La loro

casa era accogliente, affacciata su un canale, e per i primi

tempi passarono molte giornate ad imparare la lingua del

luogo con l’aiuto del conte Alfonso Zorzi, amabile uomo di

cultura che aveva fatto costruire una delle prime

biblioteche della città lagunare. Dopo alcuni mesi, Seanna

iniziò a cucire e ricamare stole di seta per le nobildonne

veneziane, lavoro che portò avanti per tutti i vent’anni che

trascorsero lì a Venezia, mentre Keeran si interessò al

commercio delle armi che fruttava alla città notevoli

guadagni a causa delle crociate in Terra Santa indette dal

papato. Quando decisero di andarsene, Firenze fu la loro

seconda scelta. Una città in pieno fermento artistico e

culturale, che offrì a Seanna la possibilità di proseguire nel

suo lavoro di ricamatrice e sarta di abiti stupendi cuciti su

misura per le ricche dame fiorentine. Keeran al contrario,

trovò interessante dedicarsi all’arte artigianale della

costruzione di strumenti musicali, in particolare di liuti e

violini, presso la bottega di un rinomato liutaio. Imparò

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anche a suonare quei meravigliosi strumenti a corde,

allietando le serate di Seanna suonando per lei romantiche

composizioni. Quando il genovese Cristoforo Colombo

scoprì le Americhe, nel 1420, Seanna e Keeran si

trovavano a Roma già da alcuni anni, e avevano

trasformato la loro abitazione a due piani in una taverna

popolare che offriva pasti saporiti e buon vino agli

avventori locali e ai forestieri di passaggio. Seanna era

passata senza problemi dall’attività di sarta a quella di

cuoca, mettendo in pratica ciò che aveva imparato nella

sua precedente vita presso le cucine del maniero dei

Blackclaw. Keeran si occupava di calcolare spese e profitti

della taverna, nonché di acquistare gli alimenti

frequentando i mercati della capitale. Trascorsero altri

vent’anni spostandosi a nord-ovest, a Genova, aprendo

una nuova taverna dove il pesce fresco pescato dai

genovesi era il piatto forte del loro menù. In seguito

lasciarono il suolo italico, trascorrendo vent’anni nella

Camargue francese come allevatori di cavalli, e altri venti a

Parigi, dove Seanna iniziò a scoprire il proprio talento per

la scrittura frequentando i salotti letterari delle ricche

dame francesi e dando vita in gran segreto ai suoi primi

romanzi cavallereschi, che Keeran fece stampare su carta

con un nome maschile fittizio, dato che all’epoca non era

ancora permesso alle donne di occuparsi di letteratura.

Dopo Parigi, il desiderio di entrambi di vedere con i propri

occhi il nuovo mondo di cui tanto si parlava, le Americhe

scoperte da Colombo, li fece imbarcare su una nave da

carico diretta nella città di Newark, che poi avrebbe preso

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162

il nome di New York, e lì si ritrovarono in un ambiente

popolato da immigrati irlandesi e scozzesi che si facevano

la guerra tra bande rivali per il possesso della città. Seanna

espresse chiaramente il proprio malcontento, e Keeran

prese accordi con un immigrato di origini spagnole che

aveva acquistato un fazzoletto di terra nelle praterie

sottratte ai nativi americani del midwest. Si traferirono in

aperta campagna, in una casa che Keeran costruì con le

proprie mani aiutato dagli abitanti del luogo, e così nacque

la loro prima fattoria, con un grande campo coltivato a

mais e una stalla per le vacche da latte. Divennero

agricoltori e mandriani, producendo farina, latte fresco e

carne da macello. La vita all’aria aperta tra quelle assolate

e immense campagne rese felici entrambi, e allo scadere

dei primi vent’anni decisero di prolungare la loro

permanenza nel midwest per un’altra decade. Si

spostarono ancora, cambiando regione e città per ben tre

volte nell’arco di sessant’anni, mantenendo la loro attività

di agricoltori e mandriani fino al 1775, quando lo scoppio

della guerra di indipendenza americana ruppe gli equilibri

economici e pacifici dei territori coinvolti. Presi i loro

bagagli, si imbarcarono alla volta dell’Inghilterra,

acquistando un piccolo cottage nella periferia londinese.

La rivoluzione industriale era in atto, Londra era una città

vivace e culturalmente evoluta, e Seanna riprese a scrivere,

cimentandosi con le commedie teatrali. Keeran si mise in

affari con un gruppo di ricchi borghesi che commerciavano

tabacco e liquori, e mentre Seanna vendeva le proprie

commedie ai nascenti teatri londinesi, Keeran frequentava

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i club per soli uomini in compagnia di marchesi e conti

dediti al gioco del poker. Gli anni passavano, lenti e

piacevoli, ma Seanna e Keeran non invecchiavano,

mantenendo l’aspetto di due giovani trentenni. Il mondo

stava cambiando rapidamente, era in piena evoluzione,

nascevano artisti di fama rinomata, pittori, scrittori, poeti,

drammaturghi, musicisti e attori di teatro. Spostandosi

continuamente tra Europa e Stati Uniti, assistettero alle

rivoluzioni che cambiarono gli assetti politici dei paesi

coinvolti e furono testimoni di scoperte innovative, come

l’utilizzo dell’elettricità e del gas, la nascita di grandi

transatlantici capaci di solcare i mari e treni a vapore che

correvano su ferrovie d’acciaio, la costruzione delle prime

automobili e la comunicazione via telefono. Sfuggirono

alla prima guerra mondiale trovando rifugio nella neutrale

Svizzera, assistettero impotenti al sorgere del nazismo e

allo scoppio del secondo conflitto mondiale con gli orrori

della deportazione ebraica. Nella tregua pacifica che seguì,

ritornarono negli Stati Uniti, stabilendosi in Vermont, nel

Missouri, in Idaho, in Texas, e in California. Poi, durante

la guerra del Vietnam, furono entrambi due hippies

pacifisti che protestavano per la fine delle guerre e

partecipavano a concerti rock, come il famosissimo raduno

musicale di Woodstock. Il loro furgoncino Volkswagen li

portò in giro per l’America alla ricerca di emozioni e

avventure sempre nuove, mentre il progresso migliorava

sempre più le condizioni di vita dell’umanità. Ripensando

alla loro prima vita, si stupirono di quanto il mondo si

fosse evoluto, arricchendosi di comfort e tecnologie che nel

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1300 erano inimmaginabili. Non ebbero mai nostalgia per

quei tempi passati, ma furono d’accordo sul fatto che molti

valori antichi erano andati perduti e che l’eccessiva libertà

a disposizione di tutti stava facendo crescere fenomeni di

criminalità sempre più frequenti e forme di razzismo

sociale deleterie per la pacifica convivenza. Dopo la caduta

del muro di Berlino e lo smembramento della potenza

russa, il continente europeo e il mondo in generale

sembrava aver raggiunto un certo equilibrio. Ma lo scoppio

di nuove guerre, la fame crescente nel Terzo Mondo, la

piaga dilagante dell’Aids, l’inquinamento sempre più

crescente, e molto più tardi la nascita del terrorismo e la

tragedia delle Twin Towers, furono eventi che scossero

profondamente Seanna e Keeran, portandoli a ripensare

alle gioiose giornate trascorse a cavallo nei boschi di

Hornwood, quando la vita era semplice, la famiglia era

importante, bastava poco per essere felici e l’unico vero

pericolo erano i briganti nascosti nelle radure. Nella loro

villa costruita sulle rive del Lago di Como, nel 2015,

Seanna scrisse un libro che raccontava la leggenda di una

divinità cornica capace di riportare in vita le persone

morte in cambio della loro anima, e sui tasti del suo

portatile prese vita l’intera storia di un giovane lord

innamorato di una serva e del loro destino messo a dura

prova da una lady crudele e salvato da una misteriosa

veggente fedele al cosiddetto signore del risveglio. Il

romanzo, letto e approvato da Keeran, fu consegnato a una

casa editrice e dato alle stampe in primavera, e la sua

pubblicazione riscosse un notevole successo tra le lettrici

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più giovani, ragazzine adolescenti che amarono quella

storia romantica e tragica dal sapore antico e dai risvolti

fantasiosi. Il nome dell’autrice rimase anonimo per volere

di Seanna, e il libro intitolato semplicemente “Dùsgadh” fu

siglato con le iniziali “S.M.”, mantenendo segreta l’identità

di colei che l’aveva scritto. Il libro fu tradotto in varie

lingue e presentato nelle librerie d’Italia ed Europa dagli

addetti stampa della casa editrice, e Seanna partecipò in

forma anonima soltanto alla prima presentazione,

accompagnata da Keeran, divenuto da pochi anni un

imprenditore nel campo tecnologico. Seanna era una

donna splendida, che vestiva alla moda e sfoggiava un

taglio di capelli corto e sbarazzino, Keeran era un uomo

attraente che preferiva vestire in modo casual e da secoli

aveva detto addio ai suoi lunghi capelli castani a favore di

un taglio corto maschile classico. Erano una coppia

affiatata, e nessuno avrebbe mai potuto sospettare che

avessero più di settecento anni di vita già vissuta.

Una sera d’estate, mentre cenavano sulla terrazza

all’aperto della loro villa affacciata sul lago di Como,

Seanna disse al marito:

“Nelle ultime settimane ho pensato spesso che potremmo

passare alcuni giorni di vacanza in Cornovaglia per visitare

i luoghi dove siamo nati.”

Keeran sorseggiò il suo Pinot bianco e commentò:

“Hornwood non esiste più da molti secoli. La contea ha

preso il nome di Kingsbridge nel 1600. Ho cercato

informazioni su Google riguardo ai possedimenti di mio

padre e da ciò che ho visto il mio maniero e la torre rossa

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166

sono stati rasi al suolo. Hanno costruito degli alberghi

lungo la zona costiera, e molti cottage sulla scogliera. È

diventato una meta turistica da moltissimi anni.”

“Lo immaginavo. Tuttavia mi piacerebbe così tanto

rivedere quei luoghi e rimettere piede sul promontorio…”

“Sei morta cadendo da là sopra”, le ricordò Keeran,

finendo di mangiare la sua fetta di dolce al marsala.

“Lo so benissimo. Ma ci vorrei tornare ugualmente, ho una

certa nostalgia per quelle terre… Tu no?”

“Mentirei se dicessi che non ho mai accarezzato l’idea di

rimettere piede in Cornovaglia… Però non è rimasto nulla

del nostro passato, il paesaggio è stato stravolto.”

“Quindi mi stai dicendo che non faremo mai un breve

viaggio di ritorno in quella che è stata la nostra terra

d’origine?”

Keeran non le aveva mai detto di no in settecento sedici

anni, perciò la sua risposta fu prevedibile.

“Okay, una piccola vacanza posso concedertela. La

settimana prossima la mia azienda chiude per il periodo

estivo. Passeremo le vacanze in Cornovaglia.”

Seanna sorrise, e i suoi occhi azzurri vibrarono mentre

incontravano le iridi dorate di Keeran.

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Capitolo 18

Tutto era cambiato. Le verdi colline erbose, i sentieri

ghiaiosi costeggiati dai fusti dei frassini, la spianata che

saliva dolcemente verso il maniero, i fitti boschi di querce

circostanti… Il paesaggio che Seanna e Keeran ricordavano

con nostalgia era stato modificato totalmente, non era più

lo stesso luogo che avevano abbandonato molti secoli

prima, sembrava di stare a guardare una cartolina

sbagliata. Al posto del grande castello di pietra grigia dei

Blackclaw era sorto un lussuoso hotel a tre piani con

piscina esterna e campi da tennis per i villeggianti, e le

strade sterrate erano state tutte asfaltate, gli alberi

abbattuti, e i fitti boschi sostituiti da maneggi di

equitazione. Perfino la scogliera era diversa. Per facilitare

la salita verso il promontorio erano stati costruiti dei

gradini di pietra, e un cordone fissato a dei paletti piantati

nel terreno fungeva da appiglio a cui aggrapparsi per non

rischiare di cadere di sotto.

“E pensare che io ho risalito questa scogliera da sola e

senza problemi in piena notte per raggiungerti alla

Redstone Tower”, commentò Seanna, mentre saliva i

gradini con Keeran dietro di lei.

“Era un’altra vita Seanna, come mi hai spesso detto tu.”

“Già. E noi eravamo due ragazzi più forti della moderna

gioventù, non ci spaventava nulla, eravamo disposti a tutto

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168

per raggiungere i nostri obbiettivi, anche a rischiare di

precipitare dalla scogliera per amore.”

Keeran lanciò uno sguardo al promontorio, dove la

Redstone Tower non c’era più. Al suo posto, una fila di

cottage in muratura per turisti e vacanzieri occupava tutto

lo spazio circolare, togliendo fascino alla scogliera stessa.

Quando giunsero in cima, Seanna si sfilò gli occhiali da

sole e lasciò che il vento le soffiasse sul viso con il suo

inconfondibile profumo di salsedine. La gonna del suo

prendisole bianco si gonfiò, svolazzando attorno alle sue

gambe, e Keeran pensò che non era mai stata tanto bella

come in quel momento.

“Cosa provi adesso che sei qui sopra?”, le chiese,

allacciandole le braccia attorno alla vita da dietro.

“Vuoi sapere se ho scordato le emozioni di quella

lontanissima notte del nostro primo incontro segreto?”

“Io non le ho dimenticate. E tu?”

“Sono più vive che mai. Anche la paura che ho provato

dopo, quando Lester Dougherty mi ha fatta cadere nel

vuoto. Il tempo non ha cancellato nulla.”

“Ne è valsa la pena, considerando tutto ciò che ti è capitato

dopo? Se potessi tornare indietro a quella notte, rifaresti

tutto da capo?”

“Non cambierei nulla, Keeran. La nostra vita insieme è

stata meravigliosa, anche se ci sono capitate delle cose

brutte. Era così che doveva andare.”

Keeran le baciò il collo nudo, e lei si voltò per cercare le

sue labbra, mentre con le dita sfiorava la patta dei suoi

jeans e s’infilava sotto la t-shirt gialla di cotone leggero per

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toccargli il petto.

“Noto con piacere che dopo settecento e sedici anni non

avete perso nemmeno un briciolo della voglia di stare

insieme”, commentò la voce di una donna alle loro spalle,

interrompendo bruscamente quel momento di romantica

intimità.

Si voltarono entrambi, e il volto sorridente di Estel Raven

incontrò i loro occhi.

“Oh santo cielo! Estel! Sei proprio tu!”, esclamò Seanna,

guardando la splendida quarantenne che le stava di fronte

in piedi sul limitare della scogliera, con i capelli rossi

sciolti sulle spalle che danzavano nel vento attorno al suo

viso e il corpo sensuale fasciato da un leggerissimo vestito

estivo scollato e smanicato.

“Sapevo che sareste tornati. Vi ho sentiti arrivare. È una

gioia rivedervi.”

“Oh, Estel… Non sei per nulla cambiata… Guardati, sei una

meraviglia!”

“Mi mantengo bene, lo ammetto. Nonostante sia ormai

vicina a raggiungere la soglia di ottocento e sessantasei

anni… Chi direbbe mai che sono così vecchia?”

“Non si nota affatto, Estel. Parola di lord”, le disse Keeran,

avvicinandosi per lasciarsi abbracciare da lei.

“Seanna è fortunata. Eri bello da ragazzo, ma diventando

uomo ti sei fatto uno splendore.”

“Merito tuo che mi hai salvato.”

“Lo rifarei, mio giovane lord. E tu, ragazzina innamorata,

cosa aspetti ad abbracciarmi?”

Seanna le gettò le braccia al collo, felice di rivederla dopo

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170

secoli di lontananza.

“Ti ho pensata sempre, ovunque fossi. Ho sentito la tua

mancanza moltissime volte.”

“Anche tu sei mancata a me, Seanna. Ma la lontananza

non mi ha impedito di sapere dove eravate e cosa facevate.

Nei miei sogni le visioni di voi due insieme mi hanno

accompagnata costantemente.”

“Allora saprai tutto.”

“Non mi sono persa nulla, mia cara. Ho visitato il mondo

seguendo i vostri spostamenti.”

“Abbiamo avuto una lunghissima e straordinaria vita.

Keeran può confermartelo.”

“È vero. Abbiamo visitato moltissimi luoghi e vestito i

panni di persone completamente diverse.”

“E ora? Cos’è questa nostalgia che vi ha riportato alle

vostre origini?”

Seanna si strinse nelle spalle.

“Non saprei, Estel. Forse era tempo di tornare, tutto qui.”

“Seanna ci teneva tanto, e anch’io sinceramente”, aggiunse

Keeran. “Peccato che tutto ciò che rappresentava il mio

passato sia scomparso.”

“Non tutto è svanito in realtà. C’è un luogo che nessuno ha

trovato e che grazie al cielo è rimasto tale e quale a com’era

in passato.”

Seanna abbozzò un sorriso.

“Scommetto che è il tempio di Dùsgadh.”

Estel annuì. “La grotta che lo custodisce è rimasta intatta,

sepolta dai rovi e dall’edera. Il bosco di Greywillow non è

stato toccato, forse il signore del risveglio non vuole essere

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171

disturbato.”

“E tu ci sei stata? Sei tornata a visitare il tempio?”,

domandò Keeran, stupito che quel luogo mistico esistesse

ancora.

“Certo, molte volte. Sono un’adepta di Dùsgadh, non posso

abbandonare il mio dio.”

Estel si scostò una ciocca di capelli ramati dal viso e disse:

“Sono felice che vi siate decisi a ritornare in Cornovaglia.

Però non restiamo a parlare qui fuori, sotto il sole che

scotta. Entriamo in casa. Il primo cottage è la mia nuova

dimora. La mia antica capanna nel bosco è stata abbattuta

insieme agli alberi secolari quando i costruttori locali

hanno deciso di trasformare questo posto in un luogo di

villeggiatura. Sono stata costretta ad andarmene, ma ci ho

guadagnato in meglio. La vista panoramica sul mare non

ha paragoni.”

Si voltò facendo loro segno di seguirli, e Keeran prese

Seanna per mano, conducendola nel cottage con giardino

fiorito in cui Estel abitava.

“Vivi ancora tutta sola? Nessun aitante straniero ti ha mai

corteggiato in nostra assenza?”

“Seanna, mi conosci. Non sono quel genere di donna che

ama avere un uomo rompiscatole tra i piedi. Un mortale

poi, figuriamoci! Preferisco la solitudine, al contrario di

voi due.”

Si sedettero nel patio ombreggiato dai rami di un salice

piangente, ed Estel li osservò attentamente negli occhi.

“Non vedo rimpianti per ciò che avete perduto lasciando la

Cornovaglia, e questo è un bene. Anche se tu, mio giovane

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172

lord, hai sofferto per il distacco dalla tua famiglia. Te lo

leggo nello sguardo. La voglia di riabbracciare tuo padre e

le tue sorelle prima che morissero ti è rimasta dentro, non

ti sono bastati gli scambi di lettere nei primi anni della tua

vita lontano da qui. La perdita della tua famiglia ti ha

rattristato, e non sei riuscito a scacciare via il desiderio di

rivederli un’ultima volta. Ho ragione?”

Keeran sapeva che era così.

“Li ho lasciati perché sono stato costretto. È normale che

sia dispiaciuto di non aver visto le mie sorelle diventare

donne, sposarsi e mettere al mondo dei figli. E quando mio

padre si stava spegnendo, non sono potuto tornare da lui

per dirgli addio. Come gli avrei spiegato la mia immutata

giovinezza?”

“Ti capisco bene Keeran. L’immortalità ha le sue pecche.

Hai scelto di abbandonare la tua famiglia perché sapevi

che tutti loro sarebbero invecchiati tranne te e Seanna,

non potevi fare altro. Andartene via era l’unico modo per

proteggere il segreto che condividi con lei.”

Seanna sfiorò la mano di Keeran.

“Non lo ammetterà mai, ma io so quanto gli è costato

rinunciare a vivere a Hornwood.”

Keeran le rivolse un dolce sguardo, ed Estel si alzò dalla

sua sedia di vimini.

“Ho qualcosa per te, Keeran Blackclaw. Un regalo che ho

tenuto da parte in attesa del tuo ritorno.”

Entrò in casa seguita da un paio di gattini neri che

gironzolavano nel giardino e ricomparve quasi subito con

una scatola di legno intarsiato fra le mani.

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“Qui dentro c’è tutto ciò che resta della tua famiglia.

Piccoli oggetti personali che sono riuscita a raccogliere

dalle rovine del maniero prima che iniziassero i lavori di

smantellamento. Li ho tenuti da parte per te, per questo

giorno. Credo che sarai felice di poterli riavere.”

Keeran prese la scatola fra le mani e sollevò il coperchio.

Disposti con cura al suo interno, c’erano piccoli oggetti ed

effetti personali appartenuti ai membri della famiglia

Blackclaw. Keeran li osservò con tenerezza, prendendoli

fra le mani e lasciandosi inondare dai ricordi.

“Questo era mio”, disse, stringendo tra le dita un cavallino

di legno intagliato a mano. “Era il mio giocattolo preferito

da bambino, lo aveva fatto mio padre per me… Ricordo di

averlo perso e mai più ritrovato, chissà dove si era

infilato… Questo è un pettinino d’argento di Gwenn, lo

riconosco dalle gemme d’agata della decorazione. Ne aveva

talmente tanti, e spesso le cadevano dai capelli… Questo

bracciale di perle di fiume era di Danaes, un regalo da

parte mia per il suo tredicesimo compleanno… E anche

questi nastri di seta erano suoi, li usava per legarsi le

trecce castane… Questi orecchini di giada erano di Lady

Alanna, me li ricordo bene, li indossava spesso… E questo

è lo stemma del nostro casato, forgiato nel ferro, che mio

padre usava come fibbia appuntata sui mantelli o sulle

tuniche… Quanti ricordi mi tornano in mente…”,

mormorò, accarezzando gli altri oggetti contenuti nella

scatola, tutti frammenti di un tempo perduto a lui molto

caro. “Ti ringrazio Estel per aver raccolto queste piccole

cose prima che fossero spazzate via insieme al maniero, è

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174

bello avere qualcosa che mi ricordi le persone che ho

amato. È un regalo bellissimo.”

Estel gli sorrise compiaciuta, mentre gli occhi dorati di

Keeran brillavano commossi incontrando le sue iridi verdi.

“Non ho trovato nulla di tua madre, ma forse non ha molta

importanza per te.”

“No, non ne ha. È stata una pessima madre fin dai primi

ricordi che ho di lei, incapace di donare affetto a me e alle

mie sorelle, troppo presa da se stessa e dal suo egoismo.”

Keeran chiuse il coperchio della scatola di legno e

ringraziò Estel nuovamente. La donna gli sfiorò una spalla

con una carezza, poi guardò Seanna.

“Ho qualcosa anche per te, naturalmente”, disse, infilando

una mano nel taschino laterale del suo vestito rosso.

“Questo ciondolo di tua madre.”

Seanna lo riconobbe appena lo vide.

“Oh, è la collana che portava sempre al collo.”

Prese fra le dita il cordino di cuoio rovinato dal tempo al

quale era agganciata una conchiglia di mare dai riflessi

rosati.

“Non possedeva altro che questo monile, una conchiglia

raccolta sulla spiaggia che per lei era un oggetto prezioso.

Era una donna così semplice, si accontentava di poco… Sai

com’è morta?”

“Certo. Le ho fatto visita spesso dopo che tu e Keeran ve ne

siete andati. I rigidi inverni nevosi le avevano indebolito i

polmoni, e quando è diventata anziana una brutta

influenza se l’è portata via nel sonno. Io ero con lei, non è

morta da sola.”

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“Non l’ho amata abbastanza, credo… Sono stata una figlia

poco amorevole e piuttosto ribelle.”

“Ai suoi occhi eri perfetta. Era felice che avessi trovato

l’amore e la gioia accanto a Keeran, voleva il meglio per te,

di certo non la povertà di Jerwin. Anche se te ne sei andata

di casa molto presto, lei non ne ha sofferto.”

Seanna strinse la collana della madre tra le mani

ripensando a lei, e Keeran le disse che poteva metterla

nella scatola insieme agli oggetti dei suoi familiari.

“Avremo molta cura di questa scatola, è tutto ciò che ci

resta del nostro passato”, commentò Seanna, mentre

Keeran richiudeva il coperchio di legno intarsiato.

Estel raccolse da terra un gattino nero che le stava

mordicchiando una caviglia e se lo mise in grembo

accarezzandogli il pancino peloso con le dita.

“Ho notizie anche di tuo padre Gregor Cassel, se ti può

interessare.”

“Certo, dimmi pure. Che ne è stato di lui?”

“Ha regnato a lungo, prima di essere sostituito dai suoi

dieci figli sparsi sul territorio scozzese. Beveva un po’

troppo, e questo vizio gli ha accorciato la vita di una decina

d’anni. I suoi possedimenti sono stati spartiti tra gli eredi,

e poi venduti al migliore offerente come terreni edilizi. È

rimasto intoccato soltanto un piccolo castello a North

Berwick, la residenza dell’ultimo dei suoi discendenti, e

credo che attualmente sia in vendita. Qualcuno prima o

poi l’acquisterà per farne un resort o un luogo di

villeggiatura, anche se teoricamente sarebbe una tua

eredità, dato che sei la sua unica figlia femmina rimasta in

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176

vita. Potreste acquistarlo voi, anziché lasciarlo in mano a

degli estranei.”

“Acquistare un vecchio castello in Scozia?”, chiese Seanna,

sorridendo al pensiero di rimettere piede in una

costruzione medievale.

“Perché no? Dopotutto è tuo, anche se sei una Cassel

illegittima e non riconosciuta come erede. Non hai bisogno

di far sapere che discendi dal Gregor Cassel per poterlo

acquistare, è stato ristrutturato e dotato di elettricità,

acqua potabile, impianto del gas e tutto il resto. Potreste

usarlo come residenza estiva.”

Seanna cercò lo sguardo di Keeran, che subito le disse:

“Decidi tu, è una tua proprietà.”

“Sì, ma… Sarà molto costoso, essendo un castello d’epoca.”

“Sono un imprenditore, il denaro non è un problema.”

Seanna rifletté per un attimo su quell’ipotesi, e sentendosi

presa in contropiede decretò: “Ci penserò sopra. Valuterò i

pro e i contro con calma.”

Estel sorrise. “Finirai per acquistarlo. E so anche come e

per cosa lo utilizzerai. Ma non te lo voglio dire. Lo

scoprirai da sola.”

“Uhm, vedremo”, commentò Seanna, con aria misteriosa.

Il resto del pomeriggio trascorse piacevolmente, con Estel

che faceva mille domande sulle loro esperienze di vita in

giro per il mondo e Seanna e Keeran che le raccontavano

ciò che in parte lei aveva già visto attraverso i suoi sogni.

Quando il sole si tuffò nel mare colorando d’arancio il

cielo, giunse anche il momento dei saluti.

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“È stato bello rivederti, Estel. Grazie di tutto”, le disse

Keeran, abbracciandola per primo.

“Abbi cura di te, giovane lord.”

Seanna si lasciò stringere dall’abbraccio affettuoso della

donna, che le sussurrò all’orecchio “Prenditi ciò che ti

appartiene”, riferendosi al castello dei Cassel in vendita a

North Berwick.

“Ci rivedremo, Estel? Verrai mai a trovarci in Italia?”

“È difficile per me allontanarmi da questo luogo. Sono

radicata alla mia terra come una vecchia quercia. Avremo

modo di incontrarci ancora, non temere.”

“Va bene, non insisto. Grazie per questa meravigliosa

giornata, ho atteso a lungo di riabbracciarti, e sono felice

che tu non sia cambiata e stia così bene.”

“La vita eterna non rende bella soltanto te, ragazzina.”

“Ottima osservazione.”

Si scambiarono un sguardo d’intesa, poi Seanna la salutò.

“Alla prossima occasione, Estel.”

“Come e quando vuoi, tesoro.”

Keeran le cinse la vita con un braccio e Seanna si voltò,

allontanandosi dal cottage insieme a lui per dirigersi alla

scalinata di pietra che scendeva ai piedi della scogliera.

Non si girò a guardare Estel, perché sentiva addosso il suo

sguardo magnetico che la osservava andare via e sapeva

che detestava gli addii. Si limitò a guardarsi attorno,

immaginando per qualche attimo di rivedere il grande

maniero grigio dei Blackclaw dominare la spianata erbosa

con le sue quattro torri svettanti verso il cielo e i vessilli del

casato smossi dal vento…

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178

***

Quella sera, mentre Keeran sedeva sul letto della loro

stanza d’hotel nel centro urbano di Kingsbridge intento a

controllare il suo SmartPhone pieno zeppo di messaggi

ricevuti dai collaboratori aziendali italiani, Seanna uscì

dalla doccia dopo più di mezz’ora e si accoccolò accanto al

marito ravviandosi i corti capelli biondi con le dita.

“Sai a cosa ho pensato mentre mi facevo la doccia?”,

chiese, attirando l’attenzione di Keeran su di sé.

“Sentiamo, cosa ti frulla per la mente?”

Lei sorrise e gli sfilò il telefono dalle mani.

“Voglio avere il mio castello.”

Keeran si grattò il mento fresco di rasatura.

“Non hai detto che volevi rifletterci con calma e valutare i

pro e i contro, prima di decidere?”

“L’ho fatto sotto la doccia. E ho deciso che dovremmo

acquistarlo.”

“E per quale esatto motivo?”

“Perché infondo è mio, mi spetta di diritto, sono un’erede

di Gregor Cassel, illegittima ma pur sempre sua figlia.”

“Certo. E come pensi di utilizzarlo?”

“Su questo non ho ancora le idee chiare, o meglio, ho solo

immaginato come potremmo sfruttarlo.”

“Potremmo? Tu ed io? Ti ricordo che al momento sono un

imprenditore e mancano ancora quindici anni al mio

prossimo cambio di identità e di lavoro.”

“Lo so benissimo. Infatti non ho detto che voglio lasciare

l’Italia e trasferirmi in Scozia.”

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“Okay. Allora cosa vuoi farne del tuo bel castello, una

residenza stagionale in cui passare le vacanze estive?”

“No, ho pensato a qualcosa di più particolare…”

“Sono tutto orecchi, spara.”

“Dunque… Immagina se dopo averlo acquistato lo

arredassimo esattamente com’era arredato il tuo maniero,

con lo stesso stile e una disposizione simile delle stanze.

Sarebbe bello, non credi?”

“Vuoi far rivivere Blackclaw?”

“Esattamente! È fattibile, un po’ costoso, ma realizzabile. E

dopo averlo sistemato, potremmo aprirlo al pubblico,

magari solo nei mesi d’estate, e organizzare delle feste

medievali… Tutti i partecipanti abbigliati con costumi del

1300, dei figuranti pagati per suonare strumenti antichi e

intonare le ballate di quell’epoca, e un servizio di catering

scelto su misura per cucinare i piatti che si mangiavano in

quel periodo storico. Ogni sera una festa diversa, con

danze e canti, e noi due, ovviamente, saremmo i padroni

del castello che accolgono gli altri nobili.”

“Vorresti rimetterti addosso quei vestiti aderenti pieni di

lacci con le maniche troppo ampie e le gonne dallo

strascico ingombrante?”

“Mi piacerebbe da impazzire! E tu saresti splendido con

addosso una tunica del ‘300 e i calzoni infilati negli stivali

alti fino al polpaccio, bello ed eccitante com’eri al tempo in

cui ci siamo innamorati.”

Keeran accarezzò quell’idea per un istante, pensando che

dopotutto non era così folle.

“Dovrai farti ricrescere i capelli per poterti pettinare come

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la giovane Lady Seanna che ho sposato.”

“Nel giro di un anno mi arriverebbero già alle spalle se li

lasciassi crescere.”

“Io però non ho intenzione di ricominciare a farmi la coda

di cavallo che ti piaceva tanto.”

“Non hai bisogno di avere i capelli lunghi per sembrare un

lord, ti basterà un filo di barba incolta e un taglio un

pochino più selvaggio.”

“E scommetto che i nostri abiti li cuciresti tu con le tue

abili mani… Giusto?”

“Ovviamente sì. Li rifarei uguali a quelli che avevamo, e

potremmo tornare ad essere Lord Keeran Blackclaw e

Lady Seanna Merrick. Ti immagini il salone del castello

illuminato dalle candele, con il pubblico abbigliato da

nobili e nobildonne, la musica delle cetre e dei mandolini,

e noi due al centro del salone impegnati ad aprire le danze

come facevamo nella nostra prima vita? Non sarebbe

fantastico rivivere quei momenti così belli e unici?”

Keeran sorrise dolcemente a Seanna, tornando indietro nel

tempo e ricordando tutte le serate trascorse nel maniero a

danzare con lei fino a notte tarda.

“Sarebbe come sognare ad occhi aperti”, ammise, toccato

dall’idea della moglie.

“Allora lo faremo? Acquisteremo il castello di North

Berwick e lo trasformeremo nel maniero dei Blackclaw?”

Come sempre, Keeran non seppe dire di no a Seanna.

“Va bene. Facciamolo. Buttiamoci in questa avventura.”

“Sul serio?... Ti piace davvero la mia idea?”

“Certo che mi piace. E penso che potrebbe renderci felici,

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oltre che fruttarci parecchio. Molte coppie moderne amano

sposarsi in Scozia in un vero castello e abbigliati con

costumi medievali. Potremmo organizzare anche dei veri

matrimoni, non solo delle feste da ballo.”

“Hai ragione… Che meraviglia!”

Seanna sfoderò un sorriso smagliante e i suoi occhi azzurri

brillarono sul suo volto sempre giovane e bello.

“Quando pensi che potremmo contattare l’agenzia

immobiliare che ha messo in vendita il castello?”

“Anche domani se vuoi. Siamo già in Inghilterra.

Prendiamo un volo per la Scozia e andiamo a vedere il

castello di persona.”

“Sì, fantastico! E il tuo lavoro?”

“Mi prenderò un’altra settimana di vacanza. Dopotutto il

capo dell’azienda sono io, posso tornare a lavorare in

ufficio quando voglio.”

“Allora è deciso. Ci tufferemo nel passato.”

“Inizia a farti crescere i capelli, Lady Seanna Merrick.”

“Anche tu, Lord Keeran Blackclaw.”

Keeran la prese per la vita e la fece rotolare sul letto,

stendendosi sopra di lei. Le loro iridi si incatenarono,

accendendosi di celeste intenso e oro brillante, e il loro

sangue prese a scorrere nelle vene più veloce e più caldo.

“Ti ho mai detto cos’ho pensato la primissima volta che ti

ho vista affacciarti sulla soglia delle cucine del maniero

nel tuo grezzo vestito da serva e con i capelli che

sfuggivano dalla crocchia?”, sussurrò Keeran contro le

labbra di Seanna.

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“Hai pensato che non avresti mai potuto mettere le mani

su di me perché non ero del tuo rango?”, ipotizzò lei.

“Sbagliato. Mi sono detto “Quella ragazza un giorno sarà

mia, e farò di lei una meravigliosa lady, costi quel che

costi ”. Mi è bastato uno sguardo per volerti tutta per me.”

“Hai ottenuto ciò che volevi. Mi hai fatta tua.”

“Sì. E lo rifarei senza indugio. Tu sei nata per essere mia.”

“Forse eravamo destinati ad appartenerci. Allora come

adesso. In quella vita mortale e in questa vita senza fine.

Dùsgadh ci ha riuniti perché fin dal principio era scritto

che saremmo stati l’uno la parte essenziale dell’altra.”

“A me sarebbe bastata anche una sola vita da vivere con te.

Mi sarei accontentato.”

“Invece avremo l’eternità per stare insieme. Siamo dei

privilegiati.”

“Concordo pienamente.”

Keeran baciò Seanna sulla bocca, e i battiti dei loro cuori

divennero una sola vibrante pulsazione mentre facevano

l’amore, fondendo le loro carni in un solo corpo marchiato

dal misterioso tocco dell’immortalità.

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Copyright © Paola Secondin 2016

© Tutti i diritti riservati all’Autore

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