Automobilismo D'Epoca - Alfetta

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Alfetta

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Nel 1 g72l'Alfa Romee pre-senta una ber!ina dalEa tec*niea lspirata a!!e F."! . E' pc-tente, veicce e ha una te-nuta di strada sensaziona-le. !n più è bella, eomodaper cinque e ha un baga-gliaio da giardinetta. N pa-dri di famiglia appassionat!def la guida noil stanno più

nelia pelie, ln varie versicnirestera a listino per 12 annie per molti rimarnà fi'ultirnavera AEfa RomeoDI DARIO N4ELLA_ FOTO FABIO RICCARDISTU D IO ZAC, LUC A ZAN FRON

:i4 -*'=r=L:|È.q, !iFé F*'iiUn bel controsterzo di Mauro Spada,proprietario della Alfetta LI sccondaserie, apre questo servizio: è la

versione più diffusa della berlina diArese. Afianco: l'Alfetta sullo sfondodella F0rmula 1 'f59", detta "Alfetta",con cui Fangio vinse il mondiale nel

1$51. La sua tecnica ispirò il nuovomodello (i m m a gine : Aato m ob i lismoStorico Alfa Bomeo, Centro

Dacumentazione di Arese).ln allo, a

destra, la bella targhetla "Centro StileAlfa Romeo" applicata sul lato destro,appena dietro il parafrngo anterioresolo sull'Alfetta prima serie.

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54 lN q]*il=FfÌL:A AjlS i*'t:zrr: Alf€tit{;,

,"' ',:i t-rl finire degli anni'60 fAlfa Romeo deve trovare un'auto'::,-... ' che sostituisca la 1750. Si tratta di una sfida tecnica im-

"ì".., portantissima perché la briÌlante e spaziosa berlina deri-a,'., . '. yala dalla Giulia era stata un successo e non sarebbe sta-

to facile trovare la sua erede. Lingegner Orazio Satta Puliga, di-rettore tecnico della Casa milanese, lo sapeva bene: erano in gio-

co la leadership tecnica e di mercato e non si poteva sbagliare ilcolpo.

La ricetta tecnica risolutiva impiegò come base una berlinetta da

competizione che piaceva a Giuseppe Busso, uno dei grandi pro-gettisti dell'Alfa Romeo in forza ad Arese fino al 1977. Si chiama-va 2000 Sportiva e ne erano state costruite soltanto due nel 1954.

Aveva rina sospensione posteriore a ponte De Dion, una soluzio-

ne già attuata sulla monoposto Alfa Romeo 159 (soprannominata"A1fetta"), con la quale l'asso argentino Juan Manuel f'angio aveva

vinto il Campionato del Mondo di Formula Uno nel 1951.

La tentazione era forte: riprendere su una berlina di serie il di-scorso affrontato in pista vent'anni prima. Riuscire in un'impresasimile voleva dire dar vita a ura macchina che awebbe dato tan-

te soddisfazioni nella guida sportiva. Si partì dal motore anteriorediI.779 cceI22 CV (DIN) derivato dalla 1750;cambio alretro-

treno in blocco con frizione e differenziale per ripartire in modouguale Ie masse tra i due assi. E ancora: freni posteriori 'îrzboard"(con i dischi montati all'uscita del differenziale,n.d.r.) per alleg-gerire le masse non sospese; sospensioni a quadnlaterr deforma-bili all'avantreno (con barre di torsione come elemento elastico)e ponte De Dion dretro.

Ma come si poteva tradurre una meccanica nata per i gran premi,

in ura soluzione adatta all'uso quotidiano? Bisognava capire qua-

le era, su strada, l'effettivo vantaggio di una tecnica così raffinata.Così furono effettuate delle prove comparative tra Ia 2000 Sporti-va e due Giulia GTA sperimentali: una con sospensione posterio-

re a ruote indipendenti della Giulia TZ e I'altra con sistema a qua-

drilateri trasversali. I prototipi furono affidati ai collaudatori AlfaRomeo guidati da Consalvo Sanesi, un pilota che vantava un note-vole passato agonistico e che aveva capacità straordinarie di mes-

sa purto dell'assetto delle vetture, sia stradali che da competizio-ne. II suo parere era tenuto in grande considerazione e quando sipronunciò a favore del ponte De Dion, Ia na da seguire fu chiaraa tutti. A quel punto fu questione di Lui attrmo decidere anche iinome della nuova berlina. Si sarebbe chiamata "Alfetta" in onore

della monoposto che aveva ispirato tutto.

CONTAGIRIA DESTRA

ln queste pagine, alcune vistedell'Alfetta 1 800 secondaserie costruita ta il 1975 e il

1979. Tra le piccole diflerenzerispetto alla prima serie, c'èil contaghi: sulla seconda è

elettronico e si trova a destra,mentre la prima (sia 1,6 sia1.8), ha un contagiri meccanicoa sinistra, Sopra, i comandidell'aerazione: le levette inalto servono per regolare latemperatura (sinistra) e per

aprire il rubinetto dell'acquadel riscaldatore (destra);quelle sotto per indirizzarel'aria o chiuderla per pilota epasseggero, lJautoradio è un

after-maf ket dell'epoca.Afianco: una vista della plancia

dove spicca la scrilla AlÍettacromata e in corsivo, Si notanoanche le racchetb dei tetgidi colofe nero, come quelle

dell'Afetta 1600 presentata afine 1974. ll volante è regolabilein altezza su tutte le setie.

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LA PRODUZIONEilw.\

-1-\:E \.,*\

Alfetta (scudetto stretto - solo con motore't800)Alfetta 1.6 (frontale due fari)Alfetta 1.6 (frontale quattro fari)Alfetta 1.6 {porte anteriori senza deflettori)Alfetta 1.8 {scudetto largo)

Alfetta 1.8 (portiere ant. senza deflettori)Alfefta 2000

Alfetta 2000 L

Alfetta 2.0 Ll AmericaAlfetta 1.6 (carrozzeria tipo 2000 - mod. '81 e'83)Alfetta 1.8 {carrozzeria tipo 2000 - mod. '81 e'83)

116.08

116.00

116.00

116.00

116.42

116.424116.55

116.55C

116.58 e 116.588't1681A

't1682116.55F

1't6.55M

116.58C

ARO 1608

ARO 1600

ARO 1600

ARO 1600

ARO 16!8*XARO 1678

ARO 1623

ARO 1655

ARO 1615

ARO 1600

ARO 16J8

ARO 165s

ARO 1334

ARO 1674

1972-1975

1974-1976

1977-1980

1980-1981't975-1979

1979-1981

1977-1978

1978-1980

1978-1979

1981-1983

1981-1983

1981-1984

1982t1983

1982

a*a./

Alfetta 2.0 (mod. '81 e'83)Alfetta Quadrif oglio (1 982)

Alfetta Quadrifoglio Oro (1982)

Alfetta Quadrifoglio Oro (1983)

SCUDÉTTO LARGOSulla Alfetta seconda serie

i rostri sui paraurti sono ingommae,sul bagagliaio,

c'è la brghetta cromata con

I'indicazione della cilindrata(prima c'era solo la scritta

"Afuth"), [o scudetto Gromato

sulla calandra si allatga.

116.55N ARO 1713 1983-1984

0t sERtÉ. biancospinoo grigio indaco. beige cavao blu olandese. faggio. azzurto Le Mans. rosso prugnao rosso Alfa. giallo piper. verde pino

ARICHIE$TA. neroo grigio medio metallizzatoo grigio chiaro métallizzato. verde oliva metallizzato

Nota: per comodità di identificazione, oltre alla "sigla modello" ufficiale della Casa, è stata riportata accanto al nome una

nota caratteristica conosciuta dagli appassionati, che permette un più immediato riconoscimento della vettura.

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FAMIGLIE SPR:NTUAlfetta in bella azione: la

costante perpendicolatità

delle ruote motriciall'asfalto è garantita dalparallelogramma di Watl

che guida il ponb De Dion.

Così si può accelerare,

senza temere perdile

d'aderenza anche su fondisconnessi. 0ttima anche la

trazione in uscita dicurya,tant'è vero che, nonostante

la notevole potenza,

fu ritenuto superfluomontare il differenziale

aulobloccante.

Tiovato il carattere giusto della nuova Alfetta, restava da confe-zionare il vestito. Una sfida non da poco. Ma il Centro Stile del-

la Casa riuscì a disegnare una linea giovane di forte impatto, che

manteneva l'aria di famigìia nel frontale a quattro fari percorso

da tre profiìi orizzonta[ cromati, confluenti nel classico scudetto.Nella vista laterale si notava il rialzo delia co da all'alt ezza del mon-

tante posteriore: una soluzione in linea con le nuove tendenze del

design e che permetteva anche di ottenere un bagagliaio moltospazioso. Con questa soluzione, però, la fiancata poteva sembraremeno slanciata. Allora si rimediò dipingendo di nero opaco la la-

miera sottoporta e separandola dalla battuta delle porte per mez-

zo di un profilo in acciaio inox. Sui montanti posteriori risaltava-no le mostrine per Io sfogo dell'ana r'rziata dell'abitacolo, dal dise-

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gno così esclusivo che bastavano da soìe a far riconoscere I'auto-rrrobile. I finestrlni, per la prima volta il una berlùra Afa Romeo,erano cur\.i per conferire alla vettura un taglio moCerno, con ilbeneficio di ridurre la sezione frontale della vettura. La par"te po-

sterlore era caratterizzaia dal tagìto obliquo del bauie e dai nuovigruppi ottici a tre settori orizzontaLi, dal tipico disegno deile cor-nici cromate. La scritta Ìdentiiicativa, in carattere corsivo, si tro-vava sul cofano bagagli a desira, nentre al centro campeggiava lostemma Alfa Romeo.Il lisultato fu una magisirale fusione di tradizione, sportività e in-novazione. Laggressività cielle sue linee era qualcosa di "semi-na-

scosto". Nel senso che non la si aln ertiva immediatamente, ma lasi percepiva "abituandosi" aÌl'automobile. SpeciaLmenie nella vi-

*r**'rsY& il*F.G G.4tq**Alianco: I'inconfondibilevista posteriore dell'Alfetta,con i caratteristici gruppi

ottici di forma allungata.lluscita delterminaledi scarico è al centro.Notafe come la vetturadia un'impressione di

saldo appoggio sulle ruoteposteriori: un'immagineaggressiva ma ingentilitadalle linee della canozzeriache fu concepita in casadal Centro Stile Alfa Romeo.

Presentala nel 1972, la

vettura fu giudicata dallastampa come una vettura

"avanti 10 anni" dal punto

di vista tecnologico rispettoalla concorrenza. Sotto,

l'abitacolo ha sedili profilati

con gusto, senza eccessiveforzature in chiave sporliva,Notate il divano posteriore

col bracciolo centralee il pannello della pofta

con ilpomello cfomatoper l'aper.tura del deflettoree il bracciolo con I'insedoin legno.

sta di fronte, dove il rastremarsi del muso faceva risaltare i pas-

saggi ruota sottohneando il fatto dl essere rur'auto jncollata al ter-reno. Alla oresentazione, awenuta a Tîieste nella primavera deli 972, gli osseil/atori affermarono che questa nuova Nfa Romeoera tecnologicamente avanti di dieci aruú. Ne lodarono la gelìero-sità del collaudato bialbero a quattro cìlìndri, la grande tenuta distra.da, la stabihtà e la prontezza di irserjmento h cun'a che nonaveva uguat llelle conconenti di allora.Le prestazioni erano simili a quelle della 1750, con ul senslblleprogresso in accelerazione dor,uto aÌla migliore motricità ottenu-ta glazie almaggior peso gravante sul retrotreno. La costante per-pendicolarità delle ruote motrici al terreno, garantita dal paralle-logramma di Watt che guida il ponte De Dion, consentiva cii acce-

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lerare, senza perdite d'aderenza, persino su fondi sconnessi e dimigliorare la trazione ail'uscita de1le cuwe, tant'è vero che, mal-grado la nolevole potenza. fu ritenuto superf1uo montare un dÌf-

ferenziale autobloccante.LurLico neo era la manowabililà del cambio: preciso ma lento tte-gh innesri a causa dei lunghi leveraggi che colJegano il comanclo

a cloche con i-l cambio messo dielro. Il tutto si manifestava con

antipatiche "grattate" nell'innesto della prrma e della retromar-cia. Lunica soluzione era prenderci la mano e compiere la mano-

wa con esl r'ema dolcezza. Iì problema, sia pur attenuat o in rnisu-

ra crescente nel corso della produzione, 1r'ovò soluzione definiti-va solo con le piu lecenti Alfa 90 e 75.

Uinterno manteneva 1o strle Alfa Romeo dell'epoca. La differen-za principale stava nel1a strumentazione messa tutta dietro al vo-lante a calice a tre tazze concorona di ìegno, regolabile in altez-za. Le finiture erano in linea con quanto la Casa proponeva su al-

tri modelli: rivestimento in legno impiallacciato dellaplancia, se-

drli in "texalfa" (lrama di lessut o con Luì traf îamento superficiale

in vinile, n.d. r ) oppure in panno con appoggialesta regolabiti di

serie e moquette sul pavimento. Arche il fondo delìa bagagtìera

era h moquel t e con l'eccezione dei passat'uola rivest ir i cli plasti-

ca. Pure I'abitabilità era migliorata nei confronti della 1750, gra-

zie alla maggiorelarghezzadel corpo veîtura.

TISTELLI ÚNtZZÚTffALfLo specchio retrovisorepoteva essere così oppurepiccolo etondo. Sopra,

alla base dei montantiposteriori spiccano i

listelli cromati per lo sfogodell'aria dell'abitacolo.Scompariranno nell'ultimoresVlingdellffiS.

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ilLrirrnlrrlnr,.DTPOCA 59

€ gruFffiffiFéÉALr;IIA 1981

3Ìu Olandese {BLOL}r,'rarrone testa di moro

: osso Alfa (ROAL): osso veneziano! u Pervinca metallizzato (BVMT)

ì r'igio chiaro metallizzato

-ici di bosco metallizzato (MBMT) Paniieioperato

:n parentesi il codice Alfa Romeo)

éÉ?*ÉÉe €-*- Texalfa nero Floccato qriqio - Texalfa nero

grigio - Texalfa nero Floccato beige - Texalfa cinghiale Maremma- Texalfa nero Floccato beige - Texalfa.cinghiale Maremma- Texalfa nero Floccato beige - Texalfa- Texalfa nero l!g""uto b"ig" - TFlf"

"itFloccato grigio - TèNalfa nerogrigio - Texalfa nero- Texalfa nero Floccato beige,,:i*qtblfa cinghiale Maremma-,brtal{a nero

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Già all'apparire, nel 1972, I'AJfetta conquistò i cuori degli appassto-

nati e divenne oggetto di desiderio anche da parte di cololo che si

awicinavano alla Casa del Biscione per la prima volta.

Dopo averne saggiato le prestazioni (le migliori deììa categoria) e ilcompoúamento stradale superÌativo, venne spontaneo prepararla

perle gare. E n effettil'Alfetta fece ia sua comparsa h gara, maben

presto I'interesse dei pilotr si spostò verso la versione coupé (l'A1-

fetta Gt) che fu presentata nel corso clel 1974. E come dimenticare

le tante Alfetta color verde-miJitare (poi dlvenuta bianca e azzurta)

della Pohzia o quelle blu scuro col tetto bianco der Carabnteri?

Lottimo awio delle vendite fu rallentato daÌla crisi energetica che

colpì iì mondo industriaLizzato nelÌ'autumo del 1973 (vedi,4zr,fo-

nloUil,ismo cl'Epoca n. 29 pagina 165), dal quale l'Alfetta seppe

invece ricavare nuovi spazi di mercato a conJerma della moderm-tà del progetto.

Lmtento di mettere ir listjro il modello di due litri (c'era la berlila2000 da sostitulre) subì r-ur arresto: I'Alfetta fu affiancata, alla fhedeÌ1974, daunaversione di cilndrataridotta,la 1.6 da 109 CV (ini-ziaLmente ne furono dichrarati 108) con la quale l'Alfa Romeo jr-tendeva rispondere alla richiesta di vetture più economiche da ge-

stire. La sorella minore aveva la calandra a due fari anziché quat-

ì .rf!jPx:1!::*S*F$@@qÈtwsN

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fiil LEGi,l0

1':É*.ià 9*lMA S[qEln questa pagina, gli internidella prima serie, presentata a

Triesb nel 1972. ll volante ha la

corona in legno e ognuna delle

tre raze incorpora un pulsanbdel clacson.Adiffurenza della

seconda gerie il contagiriè meccanico, monlato asinista e ospita anche lo

sùumento per la pressione

dell'olio. Notare la maggiorquantità di legno impiegata,su corona del volanb, plancia

e tunnel centrale. Sopra,

vicino alla bocchetta dell'ariai due comandi per lo sbder e

I'acceleratore a mano, oJtre alpulsante per il lunottobrmico.I tre stumenti ciÌcolarisopra il piantone dello stezosono l'indicatore del livellocarburante, l'orologio e il

termometro dell'acqua.ll piccolo pomello sopra il

contagiri regola la luminositàdella stumentazione.

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LT EON$ORRErufi NELUALFETTA N[LilESTATE DIL 1972

#'Y

Alfa Romeo AlfettaAlfa Romeo 2000

Fiat 132 Special 1800

Audi î00 GL

BMW 2002

BMW 2002 Tfi

Peugeot 504 GT iniezioneSimca Ghrysler 180

Ford Consul 2000 tOpel Rekord 1,9 SH l-ueso

Triumph 2000 t\4K 2

4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / anteriore4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / posteriore

6 in linea anteriore / posteriore

122 I 5.500

130 / 5.500

105 / 6.0001 12 / 5.600

113 (SAE)/ 5,800

130 / 5.800

104 / 5.600

97 / 5.600

99 / 5.500

97 15.400

93 / 5.000

1.779

1.962

1.756

1.871

1.990

1.990

1.971

1.8121.993

1.897

1.998

180

190

170

180

170

190

173

172

161

161

165

2.245.000

2.395.000

2.055.000

2.395.000

2.305.000

2.500.000

2.200.000

1.689.000

1.937.000

1.930.000

2.390.000

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c*#nrrfisbu.cffnali

cromabpiÈ,Étettoleraochetbd€i

deltabihcolo.

1 ..),:!:.#:

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lN i-l*i"-i:ilii]ltÀ

tro con ul solo profilo cromato, paraurti senza rostri (i relativi fo-

ri erano stati chiusi con tappÌ cromati) e meno awolgenti sui fian-

chi al posteriore. Cambiavano anche i ljstelli delle griglie di sfogo

dell'aria lrziata deil'abitacolo: tutti di colore nero opaco come iÌ co-

lore delle racchette dei tergrcristallì che, invece, sulla sorella mag-

giore erano cromate.

I-lAìfa Romeo, con la versione dr clltndrata ridotta, proseguiva ia fi-

losofia d-r markeiing che aveva proposto con la Giulia, dove la 1300

aveva due fari inve ce dei quattro della 1 600. Comunque l'Alfetta 1. 6

non era uraversione "povera", pensata solo per diminuire ilprezzo

di vendita. Di fatto la 1600 aveva le stesse finiture, accessori, stru-

mentazione, materiali, alÌestimenti. E non si capisce bene come mai

oggl sia definita "economica" che, oltre a essere falso, è nduttivo.

Nemmeno sul piano delle prestazioni faceva rimpiangere laversio-

ne di maggiore cilindrata. Infatti, superati i 4.300 giri, la brìllantez-

za cleÌ propu.lsore era la stessa. Ltu-Lica differenza (a parte qualche

chilometro orario di velocità massrma) era il minor "tiro" ai bassi

regimi nella ripresa in quafia e in quinta. La meccanica, cilindra-

ta a parte, restava immutata, tranne il rappotlo finale più corto per

compensare Ia minor coppia motrice.

All'interno le differenze erano di dettaglio e di poca irnportanza:

spariva la plafoniera sul padiglione aII'altezza dei posti dietro ed

erano state eLjminate le tasche poftacafte dagLi schienali dei sedjli

anteriori. II fondo della bagagliera aveva rul più semplice tappeto di

gomma, mentre altri particolari erano stati invece migliorati, come

ii cruscotto dalla nuova e gradevole grafica su fondo blu e la con-

solle centrale (interamente di colore nero) megJio sfruttata per la

diversa posizione del posacenere, spostato dal ripiano portaogget-

ti vicino alla leva del cambio ln Lu'ra più razionale collocazione sot-

SEDILI RruTSTFI DI "TTXALFA'Una panoramica degli interni della prima serie. I rivestimenti dei sedili sono

in similpelle "Texalft", un tessuto rivestito di finta pelle, La vista laterale del posto

guida mostra il volante moderatamente a calice, con la pedaliera di tipo sospeso

e la leva delcambio verticale. ll pomello sulfianco dello schienale delsedileanteriore serve per regolare I'altezza dell'appoggialesta.

, j .'.nnsoruruNgl"'. lltinnelcentiale:: ,ospltalfalbero' idíùasmiséioíe,: : '' --.'E'rívestitóin

partecsF-tlsgno

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I.A PRIMA SERIE DI RUSSOAubmobilismo d'Epoca dngtaziaGerafdo Russo per aver messo a

disposizione la sua bella Alfettaprima serie, colorftggio, per la

rcalizzazione di quesb servizio,

#

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Fa.:.:

tiî'tf:,Ir

I

to al vano radio. In conseguenza di questo erano state eliminate le

due guamiture di legno del portaoggetti sulìa console e della parte

sotto il vano radio. Veniva mantenuto il rivestimento in legno del-

la plancia (con bocchette d'aerazione leggetmente modtficate) co-

sì come la targhetta di chiusura del vano radio con il biscione verde

Aìfa Romeo. Il voiante, uguale nella forma, aveva la corona rivesti-

ta di finta pelle di colore nero.

:. t.:., ..

Nella primavera del 1975 fu aggiomato anche il modello 1800 che

assr.rnse Ia denominazione dr Nfetta 1.8. Fu LrL vero e proprio lfn'-

BAGAGLIAIO DA STATION WAGON MODERNAUna delle caratteristiche peculiari dell'Alfetta è la gtande capacità di caricoofferta dal bagagliaio, grazie alla regolarità delle pareti e agli ingombri minimi dei

passaruota. Era dichiarata una capacità di 600 dmc, come e più di una moderna

SW della stessa categoria. Sotto la copertura del fondo c'è la ruota di scofta.

ce I'i.f ing" dalmomento che lo scudetto fu allargato e reso più pro-

minente, divenendo simile (ma non uguale) a quello montato sul-

la Giulia Nuova Super.

La calandra fu modificata con diversi listelli orizzontall più spazia-

ti e privi dei profili cromati, mentre i paraurti montavano rostri in-

teramente di gomma. Le racchette der tergicristalli erano nere co-

me sullaversione 1600 (aruiché cromate come, Io ricordiamo, sul-

Ia prrna 1800). Cambiava anche la scritta identrficativa aggioma-

ta con I'indicazione della cilindrata ed erano state estese Ie miglio-

rie inteme adottate con la 1600. In questa 1800 r comandi della cli-

malizzazione (a drffererza della 1600 che manteneva quelli della

ALFETTA... E BASTASul bagagliaio dellaprima serie non c'eranotarghette identif icativedella cilindrata ma,semplicemente,la scritta cromata

" Alf elta ", I indicazione1.8 fu posta solo sullaseconda serie e, già chec'erano, aumentaronolo spessore del fregiodiqualche millimetroper rimediare a unacerta delicatezza. Sinotano anche i parauilicon rostri cromati. Lagommatura prevedevapneumatici 165 SR 14(dalls}2tuhelessein opzione anche nellamisura 185/70 HR 14).ll peso dichiarato dellavettura in ordine dimarcia era di 1.060 kg(dal 1982: 1.120 kg).La velocità massimadichiarata era di 180km/h (dal 1982,178km/h).

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0rrtrrmchliw^L,TIOCA 65

ffi#ffi

La volontà di ridurre i consumi spinseitecnici Alfa Romeo a rlpensare il fun-zionamento del motore, con l'obiettìvodi owìare a uno deì limìtì che ne pena-lizzano il rendimento: il funzionamentoai carichi parztali (owero nella marciaa bassa velocità quando la potenzache il motore deve erogare è ridottae si registrano aperlure limitate dellavalvola afarialla, n.d.r.).TanIo per dareun'idea, quando la vettura viaggia a90 km/h su strada pianeggiante, lapotenza richiesta per l' avanzamentonon supera i 20 CV.Come fare, allora, per massìmizzare il

rendimento complessivo anche quan-do la potenza erogata dal motore ècosì bassa? fAlfa Romeo svìluppòuna tecnologÌa che batlezzò CEM,owero Controllo Elettronico Motore.fobiettìvo era quello di far funzionareil motore a due o a quattro cilindri, inrelazione al carico richiesto, seguendola logica di mettere il motore in con-dizioni di erogare la potenza richìestacon il massimo del rendimento.

to da 2 a 4 cilìndri era gestito da unacentralìna elettronìca ed era appenaawertito da chi guidava, fatta salva,nel funzionamento a due cilindri, unamaggiore (e inevitabile) ruvidità di fun-zionamento.ll progetto, partito nel 1976 all'internodel C.N.R. con il nome dl "ProgettoFina|zzaIo Energetìca" e svolto ìn col-laborazione con l'UniversÌtà di Geno-va, sfociò in dieciAlfetta CEM allestitecon la carrozzeria della versione 2O0OLl America, Le usarono altrettantitassìsti dì Milano tra la primavera del1981 e l'ìnverno del 1982. Altre, alle-

TUTTO IN UNA SIGI.AlJAlfetta CEM ("Controllo Elettronico Motore") è sviluppatasulla base delle Alfa Romeo vendule sul mercatoU.S.A. Sotlo, il pannello di controllo che sovrintende alfunzionamento della centralina. A velocità ridotte il motorefunziona a due soli cilindri per consumafe meno carburante.

stite su base Alfetta unificata modello1981 , furono consegnate agli ispettoridella Casa e qualche centìnaio di altreancora furono vendute, per una pro-duzione complessiva che non arrivòal migliaio dì vetture. Fu un progettodì assoluto rilievo, che permise di ri-cavare una grande mole di dati chefurono uliltzzali per ì successivi impie-ghi dei controlli elettronici del motore,ma che non ebbe un significativo se-guito commerciale, forse per le awi-saglie della crisi che avrebbe portato,nel 1987, la gloriosa Casa del Portellonell'orbita Fiat.

ELETTRONICAllmotore dell'AlfettaCEM è il4 cilindridi1.962 cc da 130 GV a

5.t100 giri, integrato da

un microprocessore.La velocità massimaè dioltre 185 km/h.La preziosa esperienzasviluppata con questo

modello andò perduta

con l'acquisto dell'Alfada parte della Fiat,

a-*a aría+$w tantízíanafa

La fase di passaggio nel funzionamen-

Page 16: Automobilismo D'Epoca - Alfetta

66 lN flilpFilTrrrù it'ir h',,!t,,,'a.'f, i'o

precedente Aìfetta) si illuminavano all'accensione delle luci. I se-

dili, più awolgenti, avevano appoggiatesta di nuova forna regola-

bili anche in inclinazione.La meccanica subì qualche modifica volta a incontrare le nuove re-golamentazioni sulle emissioni e a ùmrnure il consumo. Infatti i ca-

valli sces ero da 722 a 1 1 8, ma l'abrlità dei tecnici e dei collaudatorÍ

fu tale che non ci fu sofferenza nelle prestazioni, pagando la nuova

versione solo una leggera, minoreptonlezzaall'acceleratore che la

accomunava, inquesto, alla 1.6. Nel 1977 ciful'unificazione deimo-

delli 1.6 e l.Speriqualil'allestimento diveruteilmedesjmo a comin-

ciare dal frontale con quattro fari. Solo la 1600 adottava ilvolante ri-vestito di finta pelle nera mentre sulla 1800 era mantenuta, almeno

sui primi esemplari, la corona di legno. Nel frattempo la paura dellapenuria di carburante era passata e si poteva tomare a pensare alla

versione 2000, che fu presentata nell'invemo del 1977.

Alia nuova versione 2 litri fu data ampia risonanza, anche perché si

trattava di uu vettura profondamente rinnovata chiamata a sosti-

tuire la berlina 2000.

La sua linea era una riúsitazione del disegno originario, intetpreta-to alla luce dei canoni in voga nella seconda metà degli anni '70.

La calandra eracaraltenzzala da due fari rettangolari di grandi di-mensioni e da urLa nuova calandra con diverso scudetto. Nuovi era-

no pure i due getti lavavetro separati (anziché rno al centro con

due) e i paraurti di acciaio ricoperti da una spessa fascia di gomma

che incorporavano gli indicatori di direzione. Il tutto nserito in unnuovo frontale più squadrato e allungato, con il cofano che non si

apriva più controvento, ma si sollevava dalÌa parte anteriore.Dietro, ùwece, spiccavano i nrurovati gruppi ottici di maggiori di-mensioni integrati col retronebbia: un accessorio non ancora obbli-gatorio ma grà presente sui nuovi modelli di alcune Case.

Anche l'intemo fu profondamente rivisto. Al centro della rirurova-

ta plancia di colore manone scuro, sopra i comandr della chmatiz-

zazione,c'erala scritta "2000" sufondo satjnato di colore grigio che

sostituiva il logo "Alfetta" in corsivo, prima alloggrato snìl'tnserto inlegno della plancia dalla parte del passeggero.

La differerza maggiore stava nel nuovo cruscotto e nel volante con

corona in materiale schiumato scuro di diametro inferiore al pre-

cedente. Estemamente, nellavista dilato, spiccavano l'assenza dei

deflettori, le nuove maniglie delle porte e le rinnovate mostrine sui

montanti posteriori che ricoprivano le feritoie per I'uscita dell'aria

PICCOIA MA NON POVERAAlla fine del 1974 debutta la1 .6 da 1 09 CV. ll cruscotto ha

la stessa grafica su fondo bluche avrà la 1,8 seconda seriee la consolle centrale è tutta innefo. ll posacenere è spostatoin una posizione più razionalesotto la radio, Spariscono ledue guarniture di legno delportaoggetti sulla console e ilvolante ha la corona rivestitain finta pelle nera, I comandidella ventilazione dell'abitacolosono sempre di tipo separatoper pilota e passeggero (sopra a

sinistra), Nella pagina a fianco:sulla 1.6|e griglie sui montantiposteriori sono di colore neroanziché cromate. Hesemplare diquesbfoto appartiene ad AlbertoVermiglio di Chiavari (GE),

Page 17: Automobilismo D'Epoca - Alfetta
Page 18: Automobilismo D'Epoca - Alfetta

IN68

:rlr1l:l'

.:i6hii,, :

f{,i\î=,*t*?f C**T:Sul piano delleprestazioni la

1.6 perde un po'

di brio ai regimimedio-bassi,

motivo per cuifurono accorciatii rapporti di lV e V

marcia. Superati i

4.000 giri emergeva

la buona verve del

bialbero di 1,6 litri.Tra le differenze di

dettaglio rispetloalla 1.8, i paraurtì

cromati meno

awolgenti (quiafianco).

úzlata dell'abitacolo. Cambiavano nel dÌscgno anche i cerchiruo-ta dove, in sostituzione dei fori circolari, c'eratìo tante filestrel-le di forma aÌlungata. In defidtiva I'Nfetta era diventata urur berlina di rappresentalìza. Aveva maggiore classe, a scapito tutta-via di quella connotazione di forte dilamicità che resta appan-naggio della prima seile e delle snccessive 1600 e 1800 con rnusetto a quattro farl.Sulla 2000, contrariamente alle attese, non crebbe la potenza mas-

sima, che restava, con 122 CV (DIN). al hr-ello della pruria 1.8 e al disotto der 129 C\r @lN) delìa precedente berlina 2000.

La scelta si spiega con la volontà di prMlegiare l'elastlcità di mar-

cia; tant'è l ero che il quattro cilirdrl bialberc erogava il 90!/o della

#l#É

Page 19: Automobilismo D'Epoca - Alfetta

*;+#

ffi *.k'

rrpia massima h ul arco estremamenle ampio cli giri, fh dal re-

-- ri più bassi. LAlfetla 2000 privilegiava la guida tr "souplesse",

rlt c vero che fu ammorbidito I'assetto (nuove barre di torsione, rùror diarnetro) proprio per esaltare questa qualità. Coti questa

rijìhca la 2000 aveva perduto il sportività, conseruando tuttavia

1-,i'overbiale slcurezza e omogeneità di comportamento. in part,i-

-ru'e neÌ passaggio dal sottosterzo al sou"asterzo, taÌe da lar dire

t ''lr AlJt, Rr.,ne,o pr:rdct n,o,rto ltt,[to" .

- -ligìiore grado dl finitura e la pirì efficiente irsonorizzazlone del-

iritacolo crano I'ideale nei hirghi l'laggi di lavoro. E il piac.^r,olis-

.- rro snono del motore - al quale gh alflstl non volevaito rururtciu e -

-:i a quel tocco il piir ir ur qua.dro dove ll hvelÌo di comfort era de-

s;Èi;;è c*sT*!La ealandra della 1.6

ha lo scudetto stretto,duefari e un solo profilo

cromato. I paraurti sono

senza rostri(i relativi fori sono

chiusi da tappi cromati).All'inierno la 1600

ha le stessefiniture,accessori, strumentie allestimentidellecilindrate maggiori.ll suo scopo era

c0nsumafe men0.

gno di un'ammiraglia. Solo ul amo dopo, cor-nunque, nel luglio del

1978, col debutto della 2000 L la Casa decise di aumentare la po-

tenza a 130 C\i accontentando così anche ipiù alfamati di C\L La

nuor,'a versione aveva il Listello sottoporta più largo, r-uro specchiet

to retrovisore di maggiori dinenslorú, con cassa di plastica nera che

sostiiuiva rÌ precedente di acciaio ilossidabrle.AÌl'interno la classe della vettura era sottolireata dal riveslirnen-to tipo legno della plancia (tra I'aÌtro Ìeggermente modificala con

la scritta 2000 spostata sd cassetto portaoggetti, conl'aggiunta diprofù Ìongitudilali e dotata dl nuove bocchelte lateraLi di aerazio-

ne) . clai diversi tessuti dei sedili (ora ir rn'urùca turta) e ilei pamel-ìì polta e da rura serie dl migììorie ìr r,irtù delle quah l'Aìfe tta cliven

Page 20: Automobilismo D'Epoca - Alfetta

nt::Ì:.t:

lÉi:: 7A IN ,., ,, ,;---. ., I ,'.;,.: ,:;;;'..r.1i;;.:;.., y.,.:.-i,'., .,;,,

ne la 2000 più venduta h ltaLia. Nuovo anche il pomello cambio. che

da ne ro assume ura tlrta legno. Altre piccole dlfferenze elar ro risi-bth nell'hserto dei braccioli alÌe portiere che riprendevano il colorelegno della plancia e nel nuovo soffietto della leva cleÌ cambio.

Nel i980 passato lo spauracchio della crisi energetica - ilmotoledi 1.779 cc riguadagnò 1 ,{ f,! perduti nel 1975, ritornando a quo-

ta 122. Per I'occaslorìe furono unificate su tutia la gamma le porte

della 2000 prrve di deflettori anteriori e con le maniglie incassate.

Ladozione del contagiri eleitronico (nelle versioni 1.6 e 1.B) fu reso

visibile dalf ilverslone delÌa posÌzione del contagiri e del tachune-tro. ul clettaglio che solo gli osseruatori più attenti aver,-ano notato.11 volante, rwestito di fnta pelle nera, fu adottato anche rialla 1.8

Nel novembre del 1981 I'Nfa Romeo presentò la gamma unifica-ta alla carrozzeria della 2000, per l'occasione agglorniìta con Ì'ag-giLurta di ur profilo gommato lungo la flancata sotto la linea di cin-tura, I'aggirnta di ula fascia nera sottoporta che sostituiva il profi-lo in acciaio irossidabile della 201i0 L e di r,ur poltatalga nelo inse-

rito tra i gruppi ottici posteriorÌ. Gh ndicatori di direzlone latelalierano statl spostati dielro il passaruola.

La 2.0 era or,viamente ia versione più r'rcca e si drfferenziava dalla

1. 6 e dalla 1. 8 per la migJìore dotazìone, oltr"e che per alcuri dettagliesterni. La griglia anteriore aveva i listelL di colole grigio allurrunio

anziché r.ero; i gruppi ottici anteriori erano dotati dr lava-lergifarie lo specchÌetto retrovisore era comandato eietiricamente, Lurter-no spicca\ra per il nuovo rivestimento in legno della plancia. dÌver-so nspetto alla precedente 2000 L.

O'erano anche gli appoggiatesta ai sedfi posteriori, Ìe cinture di si-

curezza dieh'o, gli alzacristalìr elettrici anteriori e il volante di nuo-vo disegno con comando del cÌacson centrale e corona verniciatacolor legno. La leva del cambio aveva il nnovo pomello anch'esso

color legno con hserto superiore nero (totalmente nero nella 1.6 e

1.8), la cui impugnatura era stata prohurgata fho a rivestire I'astaquasl all'altezza del soffletto. A richiesta si poteva avere anche iltetto apribile, prima risen'ato a talurìi mercatl esterl.Osservando iÌ parabrezza si notavano delle sottili rrghe che ne per-corre\rano il perilnetro: era l'antenna radio ilcorpor:rta ne1 para-brezza, rura nor'ità adottata anche sulla contenporanea GiuÌietta.

F!-AT+*IATiJÌTA ruU*V4Nell'inverno del '77 debutta l'Alfetta2fi)0. La calandra ha nuovi farirettangolari e un diverso scudetto (nella

foto grande sopra si vedono anchedue fari supplementari antinebbiamontati successivamente). Nuovi sonopure i due getti lavavetro separaii ei paraurli di acciaio con una spessa

fascia digomma che incorpora le

"frecce". Cambia completamente la

strumentazione, al pari della plancia

marrone scuro con la scritta "20fl)"(che sostituisce il logo'Alfetta"fiomato di fronte al passeggero). Gli

interni di questo esemplare non sonodel tutto originali: il volante (anziché

nero e con i pulsanti del clacson sulletre razze) è quello in legno della 2.0ultima serie con clacson al centro. llpomello del cambio è della 2.0 unificata.

€ffimffi

Page 21: Automobilismo D'Epoca - Alfetta

*F€ERg5. avono. azzurîo Le Mans. bianco Capodimonte

" blu olandeser giallo piper. faggioo prugnao grigio indaco (solo per l'ltalia). nero (solo per l'estero). ro$so Alfa (solo per l'estero)

g *=##ÈHsg#. beige metallizzato. blu pervinca metallizzato. grigio chiaro metallizzato

" luci di bosco metallizzato. nero (solo per ltalia). rosso Alfa (solo per ltalia). robinia metallizzato

(soio per l'estero). verde oliva metallizzato

(solo per l'estero)

r..,:i t i1i:=' ;ì:' i]:,È:;ii ::,+.1*"ri1ilEF1

f Alfetta 2000 privilegia

la guida in souplesse:I'assetto è più morbido per

esaltare questa qualità

anche se a scapito dellaoriginaria indole sportiva.

Nella foto a fianco: ilpannello porta con i

nuovi rivestimenti chesottolineano la vocazione

più "salottiera" della 2 litridiArese rispetto alle prime

versioni. ll motore ha la

stessa potenza della 1.8.

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4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore 1 posteriore

4 in linea anterìore / posteriore

4 in linea anteriore i anteriore4 in linea anteriore / anteriore4 in linea anteriore / anteriore4 in linea anteriore / anteriore4 in linea anteriore / anteriore

4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / posteriore

4 in linea anteriore / posteriore

1.570

1.779

1.585

1.585

1.995

1.585

1.995

1.647

1.588

1.588

1.573

1.766

1.993

175

180

160

165

175

170

180

175

181

174

160

165

to/

109

118

75

98

112

100

119

93

110

85

90

98

98

6.620.000

6.844.000

4.909.000

6.040.000

6.974.000

6.3 t3.000

6.785.000

5.902.000

6.000.000

5,168.000

5,900.000

6.254.000

4.951.000

Page 22: Automobilismo D'Epoca - Alfetta

lN,laF==l.r|...É .l j.,; tr,, i

Altre modriche interessavano la profilatura deisedili e i rivestimenti, con intemo in pelle o ìntexalfa ottenibile a richiesta per la due [tri. A]tranovità era il differenziale autobloccante a)250/0,

optional per la duemila. Laria condizionata erainvece disponibile con sowapprezzo su tutte leversioni ad eccezione della 1.6.

Le sorelle minori ripresentavano la plancia con la parte centrale co-lor grigio alJuminio che caratterjzzavakpnrm20OO, ma seruaindica-zione di crlindrata. Estemamente le 1.6 e 1.8 si diversificavano dalla2.0 per la mancanza dei prof,li in acciaio inox lungo Ie guamizloni deicristalli, per la calandra con proflli neri e per l'asserua del lavatergifa-ri. All'intemo non c'erano gli appoggiatestaposteriori, $i azionarnen-ti elettnci del retrovisore e degJr alzacristalli (ottenibili ur opzrone) eilrivestimento delvolante era inmateriale schiumato grigro scuro. Lepiù importanti novità riguardavano la parte meccar-Lica: la trasmissio-ne presentava nuovi rappor-ti con la quinta "di riposo" per risparmia-re carburante soprattutto ìn autostrada, mentre Ia velocità massimasi raggiungevain quarta. Ancluesta sipoteva avere il cambio automa-tico. Era stato inoltre studiato uLnuovo assetto piùmorbido perfavo-rjre ulteriormente il comfort dimarcia e lafaciìità di guidaper imenoesperti. Tuttavia, queste modìiche voiute dalla dirigerua, suscitaronoperylessità (e quaJche critica) da parte della clientela, dato che in tut-te le Alfa Romeo la quinta era sempre stata una marcia "di poterua".Oltretutto le nuove regolazroni delle sospensioni I'avevano resa "piùpesante": carattere che gìi alfisti non gradirono malgrado l'allora pre-sidente dell'Alfa Romeo, Ettore Massacesi, sottolineasse il comfoft,l'elevata qualità dei materiali e il generale mrglioramento delle finitu-re. Di fatto, però, si awertivano unamaggiore lentezza nell'inserimen-to in cuwa e un più marcato sottosterzo.Cosicché le nuove Alfetta 1.6, 1.8 e 2.0 r-ulficate non riscossero gran-de successo. Conura decisione in controtenderuarispetto alle richie-ste del mercato, che domandava modelli più spor-tivi, I'Alfa Romeoavevapresentatovetture comode e confortevoli, ma che avevano per-duto laprontezza dirisposta delmotore e Ì'agilità sulmisto. perquan-

to riguarda il consumo di carburante era vero che a velocità costantesi risparmiava grazie aJ più contenuto regime di rotazione del motore

ru;

ELASTICAEnzo Mainenti, di Verona,posa di fianco alla suaAlfetta 2000 L prima serie.La pobnza di f22 CV è lastessa del 1800 perftvorirel'elasticità di marcia.

(a90 orarisisuperavano i 15 krnconunlitro dibenzina, quandoÌaver-sione turbodiesel ne faceva 16) , ma era altrettanto vero che sul mistoo in montagna i consuni rjmanevano uguali a prima, dovendo ricorye-re a ul più frequente uso del cambio per avere riprese efficaci.Addirittura, nel complesso, le prestazioni, ìn termini d'accelerazio-ne pura, non erano inferiori: arzi, lo scatto breve era mi$iore grazie auna prima marcia più cor"la. La velocità massima era sempre d'ottimolivello se rappodata alia concorerua. Da notare, però, che si trattavadiurLaprestazione doluta alla generosità deimotori e non alle doti ae-rodrLamiche del corpo vettura. Infatti, neipnmi anni'80 lo studio del-le forme per ridure la resisterua dell'aria aveva dato risultati srgrufi-cativi, ma in A-lfa Romeo - forti delte elevate potenze dei loro propul-son - ia nduzione del coefficiente di forma era passata in secondo pia-no. Tant'è vero che il Cx dell'AlJetta 2.0 erapari 0,43: unpurLto più al-to della pnma Aìfetta e ben nove purti superiore alla linea della Giu-ìia che sembrava disegnata dalvento.

Ridurre la resisterua dell'aria awebbe fatto guadagnare all'AlJettaparecchi chjlometri orari di velocità massima, ripristinando il van-taggio che la concorrenza aveva annullato.Loccasione poteva essere Ì'ultimo "hifi:i,ttg" datato 1983, che larese ancor più signorile con nutnerose modjf,che. Si segnalano:lo spoiler anteriore; le prese d'aria sul paraurti anteriore mutua-

t-ì:i::,J

@J

ffi&.

AUTO DI RAPPRESENTANZAll migliore grado di finitura e la più efficiente insonorizzazione dell'abitacolodell'Alfetta 2.0 erano I'ideale nei lunghi viaggi di lavoro. E il piacwolissimo suonodel motore - al quale gli alfisti non vogliono rinunciare - dà comunque un toccodi sportività, lJabitabilitià offerta dal divano posbriore, nonostante la presenzadel funnel centrale di hasmissione, è buona anche per un eventuale terzopasseggero. Il bracciolo centrale è sempre un gradito plus,

Page 23: Automobilismo D'Epoca - Alfetta

iT LE SOruOORREI\ITI NEilAI.FETTA 2,0E OUADRIFOGLICI ORO NITTAUTUNNO 1983

AlÍa FÈomeo Alfetta 2.0

Aifa Romeo Alfetta Quadrifoglio OroFiat Argenta f 20 i.e.

Lancia Trevi 2000 i.e.

Lancia Trevi Volumex

Lancia Gamma 2000 i.e"

Maserati BiturboBMW 020i 4 porte

BMW 520 i

Ford Sierra 2.0 V6 Ghia

Ford $ierra 2.3 V6 Ghia

Citroén GX 20 FallasAudi 100 CD -1900

Mercedes 190 E

Opel Rekord 2.0 E LussoPeugeot 505 STi

Renauit 20 TS

Saab 900 GLE Sedan 4 porte

Rover 2000

4 cilindri in linea anteriore / posteriore

4 cilindri in linea anteriore / posteriore

4 cilindri in linea anteriore / posteriore

4 cilindri in linea anteriore / anteriore4 cilindri in linea anteriore / anteriore4 cilindri boxer anteriore / anteriore6 cilindri a V anteriore / posteriore

6 cilindri in linea anteriore / posteriore

6 cilindri in linea anteriore / posteriore

6 cilindri a V anteriore / posteriore

6 cilindri a V anteriore / posteriore

4 cilindri in linea anteriore / anteriore5 cilindri in linea anteriore / anteriore

4 cilindri in linea anteriore / posteriore

4 cilindri in linea anteriore / posteriore

4 cilindri in linea anteriore / posteriore

4 cilindri in linea anteriore / anteriore4 cilindri in linea anteriore / anteriore

4 cilindri in linea anteriore / posteriore

1.962

1.962

1.995

1.995

1.995

1.999

1.996

1.990

1.990

1.998

2.294

1.995

1.921

1.997

1.980

1.995

1.995

1.985

1.994

130 / 5.400

130 / 5.400

1221 5.3001221 5.500135 / 5.500

r 15 / 5.500

180 / 6.000

125 / 5.800

1251 5.80090 / 5.000

114 / 5.300

106 / 5.500

100 / 5.600

1221 5.1001 11 / 5.400

1 10 / 5.250

104 / 5.s00

1 18 / 5.s00

101 15.250

18.966.000

21.276.000

17.053.000

17.748.000

18.984.000

21.882.000

22.503.000

18.460.000

20.000.000

15.317.000

17.754.000

18.277.000

20.681.000

20.700.000

15.564.000

19.713.000

17.154.000

18.582.000

17.807.000: ;.F3:,a:::.:1:i:n+:**:$g:.::,r';.... €1::#

185

185

175

180

190

180

215

196

185

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190

176

176

195

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180

167

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Page 24: Automobilismo D'Epoca - Alfetta

lN COPHRTINAIJJ* Èorz eo A{fetta

QUADRIF0GLIO: I MODELLI A lNlEZ|ONE

Nel 1975 debutta l'Alfetta per il mercatoUSA (fofo piccole sopra).Per superareitest antinquinamento il motore 2 litri èdepotenziato a 106 CV-SAE e montal' iniezione meccanica Spìca.La carrozzeria, derivata dalla IBOO laserie, monta paraurti rinfozati. All'inter-no non ci sono differenze a patle l'indi-cazione della velocità in miglia orarie edella scala del termometro acqua e del

manometro olio in unità anglosassoni.C'è una parlicolarità allora sconosciutaalle nostre vetture: la spia di segnalazio-ne del mancato allacciamento delle cin-ture di sicurezza. Questa versione (nata

nel pieno della prima crisi energetica),è attenta all'economia di carburante eanche le emissioni di gas nocivi sonoridotte, lnfatti, all'Alfetta così prepara-ta non serviva il convertitore cataliticoper superare i test, tranne in Californiadove le restrizioni erano maggiori. lnol-tre il motore funziona anche con la più

economica benzina a basso numero diottano, 91, poco più della nostravecchia"normale".Aggiornata nel 1976 secondo le modi-fiche infodotte sul modello europeo nel

1975, è seguita da una seconda versio-

ne, col 2 lilri a iniezìone e potenza au-mentata a 111 CV owiamente, con le

specifiche USA. Cambia anche il nomein "Alfa Romeo Sport Sedan" e anticipai temi estetici della futura Quadrifoglio(sotto e afianco), con calandra a quattrofari rotondi, un profilo gommato lungo la

fiancata, cerchi in lega leggera di nuovodisegno e la luce della targa al di sopradella stessa.Di serie monta il differenziale autobloc-cante al 25o/o e, a richiesta, il cambioautomatico ZF a tre rapportì con conver-titore di coppia. Questo modello è ven-duto anche in ltalia con il nome diAlfetta2.0 Li America (pagina a fianco, i suoicerchi in lega). Lo scopo è saggiare lareazione del mercato interno di fronte aun'Alfa a iniezione.Ma perché all'Alfa Romeo - dove sonomaestri con i carburatori - sr "fissano"con I'elettronica? Oltretutto siamo in

un'epoca in cui I'iniezione è penalizzan-

te dal punto di vista dell'ottenimento dipotenze elevate e rende il motore pocopronto alla risposta. E' vero: si ha unabuona progressività nell'erogazione dipotenza e un funzionamento omogeneoe pastoso del propulsore: iltutto, però, aspese di quella brillantezza che il clienteAlfa Romeo esige.La risposta sta nel fatto che si cominciaa capire che il futuro sarà appannaggiodei veicoli calalizzali: alimentati con ben-zina priva di piombo. E con motori cosìsoltanto l'iniezione garantisce il perfetto

sa la 1.6). Lladozione dello spoiler sotto il paraurti mi$iorò, manon corresse in marLiera significativa I'aspetto aerodinamico per-

ché Ì'atterzione e $i investimenti della Casa erano rivolti al nuo-vo modello che Ì'awebbe sostituita: l'Alfa 90.

Nel 1984 i vertici di Arese decisero che per l'AJfetta era giunto ilmomento di lasciare la scena. Dalla presentazione erano passa-

ti 12 aruú: tuttavia, malgrado i cambiamenti subiti dal mercato,I'arrivo di nuove competitrici, gli affri di piombo e le crisi ener-getiche, questo modello vantava ancora un'eccellerza tecnica e

un appeal che poche vetture delÌa catego-ria hanno saputo, nel corso deÌla storia,esprimere in misua uguale.

PONTE DE DION1) assale 2) bana fa$ersale 3) barastabil''zatice 4) bmpone 5) molla 6)

ammonizzatore. ll ponb De Dion unisce i pregi

del ponte dgido a quelli delle ruote indipendenti

alleggerendo le masse non sospese.

te dalla turbodiesel; la nuova calandra color grigio medio (grigiochiaro metallizzato perla Quadrifoglio Oro) con scudetto privodi prof,li onzzontah sostituiti da urL motivo a ma$ia fitta. Nuovianche il "curvano" alla base del parabtezza color nero opaco; i fa-

sciorualle porte più estesi con colore uguale a quello deiparaurti;le comici dei vetri e i montanti centrali color nero opaco e le cop-pe mota color argento. In questo ultimo restyling spicca anchela comice posteriore porlatarga in plastica di coloregrigio che si allarga fino a incorporare i grup- Ipi ottici. Scompaiono anche le vistose gri$iedi sfogo sui montarrti, sostituite da feritoiecollocate a lato del lunotto. SuÌla parte inalto dei montanti dietro compare anche

un nuovo lieve risalto, assente nelle pre-

cedenti versioni. Llallestimento del-l'abitacolo era analogo a quello del-la ricca Quadrifo$io Oro e a richie-sta si potevano avere i rivestimenti invelluto e l'aria condizionata (esclu-

Page 25: Automobilismo D'Epoca - Alfetta

@ ÍhrtomcÈriliw^

DEPOCA 75

dosaggio del carburante necessario perottemperare a norme antinquinamentovia via più severe.Parte così il programma Alfetta Quadrifo-glio che cuallerizza i modelli a iniezione.La car aÍIerizzazione estetica principale d i

queste nuove versioni si rifà all'esperien-za americana: doppi fari rotondi, diversacalandra di colore marrone scuro anzichénero e cerchi in lega di serie. Sono dispo-nibili nei colori grigio chiaro metallizzato eluci di bosco mefallizzalo, con interni in

velluto beige. llfondo scala deltachime-tro passa da2OO a22O orari, forse pertranquillizzare la clientela in fatto di pre-stazioni.La prima Alfetta Quadrifoglio, del '1982, èin realtà alimentata a carburatori, ma contarature diverse per cui ll motore eroga128 CV: esattamente la potenza di quellache sarebbe stata la versione a iniezionepresentata lo stesso anno e che, per di-stinguersi, fu chiamata Quadrifoglio Oro.Nei primi Anni '80 il mercato europeo,grazie alla rinnovata fiducia conseguentealla riduzione del prezzo del greggio (an-che se in ltalia il prezzo alla pompa deicarburanti continua a lievitare!), conosceun'incoraggiante ripresa. Questa situa-zione spinge le Case ad allargare il ven-taglio di proposte, con l'inserimento dinuovi modelli più potenti e veloci e dotatidi una meccanica più raffinata che neglianni precedenti. Comincia anche ad af-fermarsi l'elettronica, sia pur applicata daqualche Costruttore soltanto per "gad-

gef" di effetto ma di dubbia utilità.Chi invece mette in atto con vantaggio lepossibilità dei controlli elettronici è l'AlfaRomeo che, nel 1983, presenta la ver-sione rinnovata della Quadrifoglio Oro: un2 litri che è un autentico concentrato ditecnologia motoristica e all'avanguardiarispetto alla concorrenza. La tecnologiasfrutta un microprocessore che controllaI'accensione, la fasatura delle valvole diaspirazione e l'iniezione di benzina, conil vantaggio di avere un motore più po-tente ed elastico ai regimi intermedi. Lapotenza massima, di 130 CV-DIN, è statavolutamente mantenuta allo stesso livellodella versione a carburatori, beneficiandocosìdi una riduzione media del 7-8% delconsumo di carlcurante. La variazione difase, gestita dall'elettronica, è attuata daun sistema meccanico a sua volta aziona-to idraulicamente e collocato all'estremitàdell'albero a camme che comandava le

valvole d'aspirazione (sopra a destra).Le modifiche estetiche e di allestimentosono in massima parte quelle adottatecon la gamma '83. Per ìl frontale, però,siopta per i doppifari rotondi delle primeversioni anziché quelli singolie rettangola-ri della versione a carburatori. Cambianopure ifascioni lungo Ie fiancate e i paraurti

che la Quadrifoglio Oro ha in tinta vetturae i cerchi in lega leggera di serie. Dietroc'è la scritta "injection' sul lato sinistrodella bagagliera che completava la tar-ghetta di destra con il quadrifoglio doratoaccanto al nome del modello.All'interno è evidente lo sfozo fatto perposizionare sul mercato la vettura aiveftici del segmento. Viene aggiunta laregolazione elettrica degli schienali an-teriori e del sedile di guida in allezza; gliappoggiatesta posteriori conglobati ne-gli schienali; la chiusura centralizzata; gli

alzacristalli elettrici su tutte le porte conblocco cenlralizzalo e i vetri atermici co-lor bronzo. La già ricca strumentazione èintegrata nella grafica e nella disposizionedel quadro strumenti con il nuovo check-control, l'orologio digitale e il voltmetro.Sul padiglione c'era un nuovo imperialecon plafoniere dalla caratteristica luceverde a intensità variabile, con l'aggiuntadi tre faretti spot: una soluzione che davaun tocco vagamente aeronautico all'abi-tacolo.Nuovi tessuti per la selleria innalzano ul-teriormente il già elevato livello di classedi quest'Alfetta, che si pone in condizionid'eccellenza verso qualsiasi blasonataconcorrente.

e*ffiffiHruH& *& nG ';tli ilil *i*hi ['fir$ifll disegno mostra la funzione disospensione del ponte De Dion.ll parallelogramma diWatt, inve-ce, guida le oscillazioni del pon-

te De Dion su un piano verticale.L'azione si ottiene ancorandoil De Dion al punto medio della

biella della guida di Watt, owe-ro il punto che si muove lungouna linea retta essendo guidato

dalle due manovelle del paralle-

logramma. Gosì le ruote sonosempre perpendicolari al terre-no in qualunque condizione.

Punto medio della biella

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76 f N COFERTINA Alfa Rorne a Alfetta

.&Ff* ffiqrffiee$ &$f*È**

Motore

Posizione anteriore longitudinale Nume-

ro cilindri e disposizione 4 in linea basa-

mento e teslata in lega leggera, came.

re di scoppio eÍiisferiche, canne cilindro

di ghisa riportate "in umido" smontabili,

albero motore in acciaio con fattamen-

to di nitrurazione morbida su 5 suppor-

ti di banco con B contrappesi, cuscinel

ti a guscio sottile in lega di rame-piom-

bo-indio con antivibnatore torsionale Ci-

lindrata 1 .TT9ccAlesaggio 80 mm Cor-

sa 88,5 mm Velocità media del pistone

(m/sec) 16,23 Rapporto di compressio-

ne 9,51 Potenza massima (CV Dll'l/gki)

1 225.500 Coppia massima (kgm-Dll'l/

gttri) 17 / 4.400 lndice d'elasticità (Dl$

1,34 Distribuzione due alberi a camme

in tesla mossi dadoppiacatenaconten-ditore, valvole a V di 80", quelle di sca-

rico al sodio, bicchierini a bagno d'olio

Alimentazione due carburatori orizon-tali a doppio corpoWeber 40 DC0V32

a farfalle sincronizate, pompa carbu-

rante meccanica Accensione a bobina

e spinterogeno Candele Golden Lodge

2HL a scarica supefficiale Lubrificazio-

ne fozata mediante pompa a ingranag-

gi filtro olio a cartuccia sul circuito prin-

cipale coppa olio a pozetto in lega leg-

gera e fortemente alettah Capacità cir-

cuito olio litri6,5 Rafireddamento ad ac-

qua fozata con pompa centrifuga, elet-

troventilatore a innesto termostatico, va-

so d'espansione, capacita circuito litri 8

lmpianto elettrico 1 2 V Alternatore 540

W Batteria 12V 50Ah

TrasmissioneTrazione posteriore, gruppo frizione-

cambio-differenziale collocato al retro-

feno e ancorato direttamente alla scoc-

ca Frizione monodiscoaseccoacoman-

do idraulico Cambio a 5 marce sincro-

nizale e RM in blocco con il differen-

ziale, capacità carter litri 2,BB Rappor-

ti al cambio I 3,301, ll 2,001, lll 1,371, lV

1,041,V0,831, RM 2,621 Differenziale

e rapporto finale mppia conica ipoidale

10/41 Cerchi 5"1/2Jx14" Pneumati-

ci165SR14

CorpovetftraTelaio monoscocca in acciaio a struttu-

ra differenziata Canozeria berlina a tevolumi, quattro porte Sospensione ante-

riore a quadrilateri deformabili, barre di

torsione longitudinali, bana stabiliza-

trice, ammortizatori idraulici telesco-

pici Sospensione posteriore ponte rigi-

do De Dion guidato da parallelogram-

ma di Watt, ammoriizatori idraulici tele-

scrpici, molle elicoidali degressive, non

coassiali con gli ammortizatori, bana

stabilizatrice Freni a disco (i posteriori

"lnboard" montati all'uscìta del differen-

ziale), servofreno a depressione, doppio

circuito frenante con limitatore al retro-

treno, freno a mano sui dischi delle ruo-

te posteriori Stezo a cremagliera, pian-

tone di sicureza snodato in tre tronchi

mediante due giunti cardanici Capacità

serbatoio carburante 49 litri

Dimensionifn mm) e peso

Passo 2.51 0 Caneggiata ant. 1.360

Carreggiata post. 1.358 Lunghezza

4.280 Larchez:a 1 .638 Alteza 1 .430

Peso 1 .060 kg in ordine di marcia

MzionidichiarateVelocità massima 180 km/h Consumoa

120 km/h 10,5 liÍ/100 km

&if* ffi**'ew* &l$*ffi*'*.*{i **r!* S*T4, r.unift*et*'$91j t rsqqy[jg1ry t".4jP' 3'l

Stesse caratteristiche dell'Alfettatranne:

Motore

Cilindrata 1 .570 ccAlesaggì0 78 mm

Corsa 82 mm Velocità media del pi-

stone (m/sec) 15,31 Rapporto di

compressione 9:i Potenza massi-

ma (CV DIN/giri) 109/5.600 Coppia

massima (kgm DIN/giri) 14,5/4.300lndice d'elasticità (DlN) 1 .36Alimen-

tazione due carburatori orizzontali a

doppio corpo Dell'0rto DHLA 40 F a

farfalle sincronizzate

TrasmissioneRapporti al cambio (1981 13,501 ,

il 1,9651, ilr 1,2581, lV 0,9461, V

0,781 , RM 3) Rapporto finale 10/43(1981 1il43) Pneumatici (dal 1981

anche 185/70 SR 14 tubeless a rì-

chiesta)

Dimensioni (in mm) e peso

Caneggiata ant. (1981 1.366) Lun-ghezza 4.240 (1 981 4.385) Lar-gheza (1981 1 .640) Peso 1 .040 kg

(1981 1.120) inordinedi marcia

Prestazioni dichiarateVelocità massima 175 km/h (1 981

174kmh in quarta marcia - 171 in

quinta marcia) 1 km da fermo 33"0(1981 33',3)

CAMBIO DIETRO E SOSPENS]ONI INDIPENDENTIMotore rhvantie cambio dietofavodscono la distibuzionedel peso. I dischi entobordo dietoalleggeriscono le mase non

sospese, A sinista la sospensione anbriore: 1 ) bara di hrcione2) braccio superiore 3) braccio inftriore 4) bana shbilizatice5) braccio obliquo 6) scabla guida I tiranb dello sbrzo.

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tecnrea

Stesse caratteristiche dell'AlfettatTanne:

MotoreVelocità media del pistone (m/sec)

15,64 Potenza massima (CV DIN/

sirÌ) 1 1 B/5.300 (1980 122/5.3001981 122/5.300) Coppia massi-

ma (kgm-DlN/giri) 19Bl 17l4.000lndice d'elaslicità (DlN) 1,28 (1980-I981 1,37) Alimentazione in alter-nalivaWeber 40 DCOF72/73 (1981

anche Dell'0rto DHLA 40 G) a far-falle sincronizzate Batteria (1 981

60 Ah)

TrasmissioneRapporti al cambio (1981 I 3,501 ,

tì 1,9651 , ilt 1,2581 , tV 0,9461 ,

V 0,781 , RM 31) Rapporlo finale

'1981 11/42) Pneumatici (dal 1 981

anche 1Bb/70 SR 14 tubeless a ri-

ch iesta)

Dimensioni (in mm) e peso

3arreggiata ant, (1 981 1.366) Lun-ghezza (1981 4.385) LarghezzaI981 1,640) Rapporto finale (1 981

1 1/42) Peso (1981 1,120 kg in ordi-re dÌ marcia)

TUTTI BIALBEBO 4 CILINDRIln alto, da sinistfa, due motori

delle prima serie entrambibrillanti e grintosi: quello della

1800 e quello della 1600.

Afianco il motore a iniezionedella 2.0 "Quadrifoglio" da 128

CV e quello della 2.0 1a serieda 122 CV (la stessa pobnza

erogata dal 1800 prima serie).

Prestazioni dichiarateVelocità massima (1981 178 km/h in

quarla, 176 in quinl.a) Accelerazione

t rm Oltermo 31'B (1981 32)

i:.:li :::'r:.rl-!:..:':i.: I ìjì:l' ll

Stesse caratteristiche dell'Alfettatranne:

MolorsCilindrata

.1 962 cc Alesaggio 84mm Corsa BB,b mm Velocilà me-

dia del pistone (m/sec) 15,64(2000 L e 2.0 15,93) Rapporto di

compressione 9:1 Potenza massi

ma (CV DIN/giri) 122/5.s00 (2000

L e 2.0 130/5.4001 Coppia massi

ma (kgm DIN/giri) 18/4.000 (2000

Le 2.0 1 8,1 I 4.000) lndice d'elasti-cità (DlN) 1 ,45 (2000 L e 2.0 1 ,42)Alimentazione due carburatoriorizzontali a doppio corpo Dell'0r-to DHLA 40 G a farfalle sincroniz-zate, oppure Solex C 40 ADDHE E-

I6 Accensione (2000 L e 2.0 cor-

rettore pneu matico d'anticipo) Bat-

teria 60 Ah

TrasmissioneCamirio a richiesta automatico a tre

rapporti Rapportì al cambio (.1 981

- I 3,501 , il 1,9651 , ilt 1,258 1, tV0,9461, V 0,781, RM 3) Rapporto finale (1 981 11/42, aulomali-ca 13/46) Pneumatici 1 65 HR 1 4'(2000 L e 1981 185/70 HR 14')

Dimensioni e peso

Peso '1 .140 kg

Prestazioni dichiarateVelocità massima oltre 185 km/h1 km da fermo 31" (2000 L e 2.030'5), 0-400 m (2000 L in 1 6"4 - 1

km da 40 in IV 32"0)

t.:ì .rr rr,:: ; ì-,: :: i Ì.:,j i.: : l i..i t. r r'' ri:

Stesse caratteristiche dell'Alfettatranne:

MotoreCilindrata 1,962 cc Alesaggio84 mm Corsa BB,5 mm Rappor-to di compressione I 0:l Poten-za massima (CV DIN/giri) 1981128/5.300 - Quadrifoglio 0ro1983 130/5.400 Coppia massima(kgm DIN/giri) 1981 17,8/4.000 -

Quadrifog lio 0ro 1 983 1 8,5/4.000lndice d'elastìcità (DlN) 1 ,36 Qua-

drifoglio 0ro 1983 1,49 Alimen-tazione iniezione indiretta mec-canica Spica Alfa Romeo, pompa

carburante elettrica - Quadrifo-glio 0ro 1 983 interrutlore inerzia-le per l'esclusione della manda-ta in caso d'urto Accensione Qua-drifoqlio 0ro 1983 Elettronica Bo-

sch Motronic integrata con I'inie-zione, candele Golden Lodge Sil-ver 2HLE Distribuzione (Quadri-foglio 0ro I983 variatore di fasemeccanico-idraulico comandatoelettronicamente) Batteria 60 Ah(1983 66 Ah)

TrasmissioneCambio a richiesta automaticoa tre rapporti Rapporti I 3,51 , ll

1 ,9651 , ilt 1 ,2581 , tV 0,9461 , V

0,78 1, RM 3 Rapporto finale au-tomatica 13/46 Quadrifoglio e

Quadrifoglio Oro 11/42

Dimensioni (in mm) e peso

Carreggiata ant. Quadrifoglioe Quadrifoqlio 0ro 1.366 Peso

f.i40kg

Prestazioni dichiarate1 km da fermo 1981 32'0 198331',0