Atelier 2012 '13

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Non ci sono ragioni perché il disegnare, il dipingere, il plasmare (e molte altre forme espressive) non debbano essere applicati lungo l’intero corso dell’educazione e oltre, proprio come il leggere, il viaggiare, il vivere rapporti conoscitivi ed emotivi, il fare attività fisiche, l’usare strumenti tecnologici, tutte cose che soddisfano il bisogno di nuove esperienze e

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Non ci sono ragioni perché il disegnare, il dipingere, il plasmare (e molte altre forme espressive) non debbano essere applicati lungo l’intero corso dell’educazione e oltre, proprio come il leggere, il viaggiare, il vivere rapporti conoscitivi ed emotivi, il fare attività fisiche, l’usare strumenti tecnologici, tutte cose che soddisfano il bisogno di nuove esperienze e scoperte contro ciò che è abitudinario e ripetitivo.

F. De Bartolomeis

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Scuola Statale dell’Infanzia “L’albero delle farfalle”

Montecavolo di Quattro Castella (RE)

Esperienze…settembre 2012 – giugno 2013

5anni4 anni3 anni

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A tutte le bambine e i bambini protagonisti del progetto

 "La capacità di provare ancora stupore è

essenziale nel processo della creatività." Donald W.Winnicott

Kei

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- Protagonisti delle esperienze le bambine e i bambini

delle sezioni 3,4,5 anni

- Conduttore delle proposte e documentazioni:

Pierangelo Giovanetti, atelierista del

Comune di Quattro Castella

Dal progetto Se il mondo sarebbe tutto uguale sarebbe una tristezza La bandiera italiana, grafica a pennarelli

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Per la realizzazione delle esperienze si ringraziano per la preziosa e gradita

collaborazione;

- Il gruppo di lavoro della scuola (insegnanti,

esecutori, educatrice, operatori CIR); - Cristina, collaboratrice;

- Agnes Fava, studentessa ERASMUS,

Università di Barcellona (Spagna) -

Alessia Giaroni, studentessa Università di Modena e Reggio Emilia, - Alessandra Grisendi, responsabile biblioteca “Carlo Levi”

del Comune di Quattro Castella;

- Antonella Cola, bibliotecaria

del Comune di Quattro Castella; - Francesco Alberti, genitore,

papà di Emanuele (sez. 4 anni) - Nicola Canovi,

genitore, papà di Emma (sez. 5 anni).

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giochi

esperienze traffi

cam

enti

sperimentazioni

crea

zion

iricerche

arte

linguaggi

tecn

iche

espressività

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anticipazioni

L’artista, perché consapevole, produce arte. Il bambino, competente fin dalla nascita, sperimenta linguaggi espressivi per comunicare e dichiarare saperi, stupori, abilità e conoscenze.

Tony Cragg, City Città polare

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I bambini protagonisti e costruttori della propria evoluzione

hanno il diritto ad una educazione di qualità dove poter apprendere tramite offerte didattiche e pedagogiche che stimolino e incuriosiscono per andare ad alimentare i propri processi di conoscenza. Un progetto educativo basato sulle moltiplicità di esperienze e centrato sul bambino competente che investe sulle capacità di autocostruirsi, richiede percorsi ricchi e fantasiosi in cui l’agire creativo è vissuto in piena totalità e libertà espressiva.

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La scuola dell’infanzia è un ambiente educativo che la deve esaltare, accentuarla e metterla in relazione con i tanti saperi e linguaggi sperimentati in una autonomia interpretativa per la costruzione di pensieri e quesiti che rendono il bambino protagonista attivo delle proprie evoluzioni.

Avvicinandomi alle proposte progettuali delle sezioni, ho voluto offrire ai protagonisti diverse occasioni di esperienze in incontri dove hanno sperimentato tecniche, strumenti, linguaggi… interagendo da soli o con

gli amici… Esperienze è il titolo che ho voluto dare a questo documento che include i tre percorsi di atelier.

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- perché io lo “leggio” (sezione 3 anni)

- quando c’è scuro la luce viene (sezione 4 anni)

- se il mondo è tutto uguale è una tristezza (sezione 5 anni)

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DITE:  E’ faticoso frequentare i bambini. Avete ragione.Poi aggiungete: Perché bisogna mettersi al loro livello, 

abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli.ORA AVETE TORTO

Non è questo che più stanca.E’ piuttosto il fatto di essere obbligati 

a innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.

Tirarsi, Allungarsi,  Alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli.”      

 Janusz Korczak

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Montecavolo, giugno 2013