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a r t o n i r i c op r o d u c t i o n
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r o b e r t a b u f f i a r m a n d o s o l a r o n i c o l e t t a s e g n i g a b r i e l e m a l o b e r t i p i n o t i p a l d o m a r c o l a n og u i d o m o l i n a r i g i o r g i o n o u v i o n a n t o n i o c u r o t t o v i t o u g o l ’ e p i s c o p o
per
Buon compleanno
Faber
un viaggio tra le genti,
le storie, i luoghi e i temi di
Fabrizio De André
lageNovaluna
Bi
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io
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genova toc. . .
20 PIÙ 20La volta che fui . . .ORIZZONTILE GALLINE DI CREVARIGRAZIE AL SUONATORESUL MAREOGNI TANTORIGHI E CINIGLIA
E QUINDI?NOVEMBRE novantacinquein picchiata. . .VIA SESTRIAUDACEMENTECUATRO HAIKUS . . .
piazza colombo. . .POSTA VECCHIAPIAZZA VALORIAPIAZZA ROSMINI
la storia di due bimbi . . .GUAINEPIOVOSE PRIMAVERE . . .LE TRISTI COMARI . . .TRACCE
oggi dal mare . . .DI SUO FRATELLOCHISSÀ
vetrine di mille amori . . .RABBIA
Se fossi nelle tue brache. . .SALSÉDINE
sono le salite . . .
lageNovaluna
by
a r t o n i r i c o
B i s c i o n V i l l a g e P r o j e c tsince 1958
PiNo TipaldO: “Il musicista” 1979
immagini di copertina diMaRco LanO
Ñ
Ñ
ggenova tocbusso alla tua portaGrande osteria perduta nel vinotoc tocvecchie bagasce ladri drogatifalsi prelatitoc toc tocapri orsùcasa mia
AS
PT
Ñ
20 PIÙ 20
È certo la nostalgia delle serateche sono state,le risate delle anime lucenti,degli incerti con visi imberbitersi di rughecon denti ingordi.I compromessi sono passati.Furtivi con occhi bassi,la falce ha percorso la piazza,le lacrime sono sgorgate dallefontane
AC
ML
Ñ
LLa volta che fui più machoportai con me, a lavorareal mareuna bottiglia di ginla posai sopra il bancone della cassae inavvertitamente col gomitola spinsi nel vuoto
la presi per il collo prima chela famosa forza centripetamischiasse vetro e liquoresotto gli occhi del gestore
passammo un bel pomeriggio, al marea lavorare fra le cabine gli scogli i ricci i piccioninel tramonto dell’ondail sole stava con noi
GN
PT
Ñ
ORIZZONTI
Dalla sopraelevataalle cinque del mattino Genova non ha nessuna superbiaappena svegliaancora in vestaglial’odore del caffèda un vicolo daun molo la storiasopra la storiala verginità troia
E le clienti navitra vele vaporipotenti motoril’han sempre pagatacon parole nuove etutto suona diversoe Lei si agghinda si barda accarezzai marmi i portonile mura e le torridal ferro a lampioni
VUL
ML
Ñ
pace con me stesso voglia di esserci il viaggio è adessoè questo rumore di carta che si riga d'inchiostro
LE GALLINE DI CREVARI
Stupide pazze galline con l’occhio fisso e terribileuna pelle di fica sotto il becco e sugli occhie i colori di fuoco della fucina del ramaiolopuzzolente pollaio meccanico sempre all’ertacarillon di musica chioccia ricordi bambinivoli grandi spazi eterni misurati dall’urlo dei corviaria tersa immortale ti ritrovo tenera amantemia solitudine solo tu non mi tradirai maiprati verdi gialli marroni cieli azzurri nuvole bianchenulla può valere più di voi siete dioocchi pazzi di galline siete dio ripetuto all’infinitoil mio occhio è dio tutti gli occhi sono diorespirare defecare deglutire mani piedi cazzi fichetutti gli orgasmi del mondo sono diosolo noi riusciamo a negare diocoi nostri contorti cervelli la nostra blasfema ricercache calcifica pietrifica stratificaogni piccolo dio che ci tiene insiemee impedisce ad ognuno di esploderesgretolarsi in mille pezzettini sabbia grigiache si appiccica sotto le suole degli stronzi
alìlalucequilucelàcontrolucelucelettrica fuori-sottoGMo
PT
Ñ
GRAZIE AL SUONATORE
nelle nebbie del barbera superioresalendo da vico dei macelliavvinghiato alle note metalliche della chitarra jazzpongo mezzi euri nella custodia avvilitae il grazie al suonatore mi allunga il tempo
AC
ML
Ñ
SUL MARE
Sul mare tagliato in due il sole calal’onda si acquieta, la vela sonnecchia.
E le stelle potrebbero accendersise soltanto sapessero di noi.
GMa
PT
Ñ
OGNI TANTO
ogni tanto mi abbraccicittà arcignaogni tanto mi abbraccicittà scorbutica
ogni tanto scompariimpastata fra i pensieriche porta lo sciroccoma brilli superbaquando la tramontanati rinfrescafino alle fogne
città dei venticittà allergicacittà che fingid’essere cittàogni tanto t’amoe non saraimai la mia
GN
ML
Ñ
RIGHI E CINIGLIA
senza componente razionale mauna grande e riccamente imbanditainsalata di parole agrodolcicon una punta di dolcezze d’amore everdi vele di acidità odiosa
lacrime figlieche allargano il cuorementre la nebbia, insolita ciniglia,riscalda le colline aspre del Righi,dense di abbracci rubativiolatile fughele pagine di Pascal sull’erbaegli occhi insieme mirano l’orizzonte
AC
PT
Ñ
E QUINDI?Ho fieramente varato il vascello dell’irae faticosamente ne gonfio le veledi compiaciuti maestrali.
Ho faticosamente affastellato un’alta pirae puntigliosamente ne alimento il fuococon quotidiani soprusi.
Vanamente naufragoin un mare di banalità.Inutilmente bruciodi scontati dolori.
NS
ML
Ñ
NOVEMBREnovantacinque
come sono buii vicoli di Genovaquando camminia capo chinorandagiosolitario e selvaggio
bui e caldidi respiro berberodi acque nascentidi gemiti felini
tra te e l’universoquesti tetti lucididi pioggiale navi ancora dormonotu sei nella tempesta.
VUL
PT
Ñ
iin picchiatasu genovaci siamo anche noiin picchiatasul fiumeche non è fiumein picchiata sulla cittàche tentaper altri carruggidi essere nuovamente cittànoi uniciad avere fra le stanzeuna passeggiatamai usata
GN
ML
Ñ
VIA SESTRI
Il ragazzo del banchetto dei dischisi diverte con una biglia“non puoi giocare in quella maniera lì!”ricomincia a scorrere copertineche conosce a memorianon le vede e sognail quotidiano che suo padre sta leggendosi è venduto da tempo
io nel tempo liberosucchio i capezzoli di Lenala mia nuova ragazza russa
donna grassa con due bambinidonna vecchia senza bambini, si tienedonna incinta con carrozzinofuma camminando sembra un lampadariouomini con i baffi uomini con gli occhialibella fical’uomo senza baffi si giraora lui si diverte e rideinvita i due amici ad un caffèsuo figlio può finalmente farsi cadere le cassette
Lena occhi di gattafa bocchini interstellari
autobus autobus autobusfacce paonazze organi genitali cervelliascelle sudate denti dentiere callicalzini bucati sandali borse cravattetutto passeggiapare che ognuno sappia benissimo quello che fa
GMo
PT
Ñ
AUDACEMENTE
Veleggiavi audacemente tra marosi flutti e scogli nascosti.
E ciò che sembrava un galeonesi inabissò in una pozzanghera.
GMa
ML
Ñ
CUATRO HAIKUS DE LUNA Y MAR
I
Donas tu haloal dolor silente de
las rocas, luna.II
Se deslizan, lasestrellas, hacia rutas
desconocidas.III
Llena, arde lamarmórea luna en
tintados cielos.IV
Disipadas en el fondo del mar tiemblan
tersas estrellas.RB
CUATRO HAIKUS DE LUNA Y MAR
I
Donas tu haloal dolor silente de
las rocas, luna.
II
Se deslizan, lasestrellas, hacia rutas
desconocidas.
III
Llena, arde lamarmórea luna en
tintados cielos.
IV
Disipadas en el fondo del mar tiemblan
tersas estrellas.
PT
Ñ
ppiazza colombosembra non c’entriun belino con Genovasbagli l’uscita comefossi a piacenza tortonacremonail mare non c’èdai bar di quella pianurasi parte comunqueper vie fluviali manon per questomeno tempestose
GN
ML
Ñ
POSTA VECCHIA
piazza della posta vecchiadura Petra mediasolo e pienotra la musica delle sfere
AC
ML
Ñ
PIAZZA VALORIA
È dalle tre notturneche aspetto i tre uomini di piazza ValoriaNon più parole e stuporema un acuto profumo di incenso
AC
ML
Ñ
PIAZZA ROSMINI
piazza rosminidopo un tramonto grondante sfreccianteterso da incubi maligni a cavallo della via aureliaora il terrore orrore dell’essere incongruodissolto sapore dei mirti divini
AC
ML
Ñ
lla storia di due bimbi galanti attraversata dal mareprofumo di pescemercatol’oriente rivive la vitadue occhi neri piantatidi fronteintrisi di sale
AS
PT
Ñ
GUAINE
Le macchine distruttea dipingere il ventole mille lire di benzinaper comprare libertài cavalletti stortisu cui dormire stanchile pietre di San Giulianoa colpire il futuroi camion di Spagnae la sabbia negli occhil’albero sui sacchiapeloa coprirci di universole birre alla baracchettaa stordire il silenziole canne alle palafittecome lance nel pettoi baci a mezzobustocoi fianchi nell’acquail rifugio a Dercognaa mangiarci le stellel’odore di aprile l’odore di novembre la faccia spaccata dal solela carne spaccata dal salele mani sui monti a ponente
VUL
ML
Ñ
PIOVOSE PRIMAVERE A BAVARI HILLS
Piove sui fiori bianchi dei ciliegisui tetti neri di bavariun cerchio si chiudee una tangente si proietta nello spazio
argento - cromo - verde intensoinciampo nelle radicinella luce di legno e di ceralo sguardo fisso sui travicarne assopitasotto una coltre pungente di perchénuvole basse posate sui montitra nuvole e terrauna striscia sottileun piccolo tappeto
verde intensosopra tutto si muovescorrono le immaginiracchiuse in ogni gocciain cima ad ogni ramoperduto in ogni nodoautostrada milano - genovasull’impaziente tristezzasfreccia una citroen pallasdue ragazze biondo - tedeschecanticchiano nina hagen
verde intenso cromo - argentopiove su tutto tutto si lucidai fiori dei ciliegi volano nel vento
GMo
PT
Ñ
LE TRISTI COMARI DI TIGULLIOR
Le vedi sole alla fermatal’aria dimessa, l’occhio stanco.Sulla corriera s’annusano, si riconosconos’uniscono per brevi e potenti riti.Le maldicenze diventanoun sommesso rosario sussurrato.
Ad ogni tristezza riferitalo sguardo guizza.Per ogni compunto cenno d’incomprensioneil ghigno si distende.Con ogni sospiro di finto dispiacerele spalle si sollevano.
Si nascondono risatine inespressein mesti luoghi comuni.Scendono soddisfatte e più potenti.Dio non voglia che il loro occhio si posi su di noi.
NS
PT
Ñ
TRACCE
Ci baciammo senza aver più fiatoci stringemmo senza aver più forza.
Ma poi il battello prese il largoe sull’acqua non ne restò traccia.
GMa
PT
Ñ
ooggi dal maresi vede la nevele navi oggi anche sui montinon si sentono fuori rottai marinai occhi perfettivedono laggiù sul fondo della discesaoltre gli ortiil faro di genova
GN
ML
Ñ
DI SUO FRATELLO
Di suo fratello animo da marchetta cuore di fanciulla,aveva perso la strada tra i vicoliSudore di fatica tra spazzole lucidantirotanti e amantiDenaro sonante rubato ai piaceri della vitatra case affollate di odori africani
AC
PT
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CHISSÀ
Guardo un uomo sulla scoglierache guarda un bambino sulla spiaggiache guarda un gabbiano sullo scoglioche guarda l’infinito.O forse digerisce un pesce.
NS
ML
Ñ
vvetrine di mille amoririsorgono i vicoligli odori di noi povera genteche ama il sorrisomai banaleserpeggiano tute ganci mancinela tua vita di sacrificiomiracolo di libertà
AS
PT
Ñ
RABBIA
Eri rabbiosa come la furia del mareche spumeggiando raggiunge le rive.
Una grossa pietra lì scagliata non avrebbe creato alcun cerchio.
GMa
ML
Ñ
SSe fossi nelle tue brachedentro i tuoi occhi esotto la tua pellel’odore della via sarebbe diverso?più intenso o forse sciapito come vino vecchio?
altrui eppure propriocome ricordi di sogno mattutino,la bocca impastata la prima sigaretta mai amata
AC
PT
Ñ
SALSÉDINE
Genova respira da lontanonell’ultima notte del duemilaseiqualche nave dal largo stringela costa come un fianco di donnaaddormentata ma vigilee strofina la banchina come un gattoemettendo fusa di petrolio
Dal Biscione tutto questo si vedeè palese nonostante la nottestenda a braccio sulla cittàun manto morbido e scuroa coprire il fervido godimentodi questa terra cascatadi questo delta di boschi
Il mare invoca ancora un po’ di sessoquei legni un tempo a vele scioltequelle urla dei bracconieri di ondegigantesche al largonel piacere di un corpo liquidoe rivendica quanto poi la vita sia dentro di sé - Spermiterraneo
La costa dalle lunghe gambe il pube dai moli accoglienti e caldiil tempo senza confini tra gli archi medievali si lasciano ormaial suo gemito e l’occhio di Genovasocchiuso e lascivo guarda ancora a sudoltre l’amante mare l’arrivo d’altri figli
VUL
ML
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ssono le salite sonole disceseche fanno di genova genovasono i terrazzisono i giardiniche fanno di genovauna città che saltascale da rimorchiatoreper arrampicarci in maree da lìvedere il vento
GN
PT
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M M X VA R T O N I R I C O ® E D I Z I O N I
B i s c i o n V i l l a g e P r o j e c t
t u t t i i l i b r i d i A r t o n i r i c o ® E d i z i o n is o n o l i b e r a m e n t e s c a r i c a b i l i i n v e r s i o n e p d f e d e p u b s u
w w w . a r t o n i r i c o . a l t e r v i s t a . o r g
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pytture:PiNo TipaldOphotografie:MaRco LanOlyriche:RoBerta BuffIArMando SolarONicoLetta SegnIGabRiele MalobertIGuiDo MolinarIGioRgio NouvioNAnTonio CurottOViTo UGo L’EpiscopO
per la versione vydeomusyche: ManChuriA - produzyone: BiaNca CurottO
grazie a GeRardo FerrarA per Buon compleanno Faberun viaggio tra le genti, le storie, i luoghi e i temi di Fabrizio De André
Casa della Cultura di Monserrato - Cagliari - 18 feb. 2015a Fabrizio, la sua città apolide, il mare-ponte di
cuori e culture, la Sardegna, la Spagna, i Balcani e il Maroccola nostra Genova
lageNovaluna
l a g e N o v a l u n a - n i s u © 2 0 1 5 - b y A r t o n i r i c o ® E d i z i o n i - B i s c i o n V i l l a g e P r o j e c t - s i n c e 1 9 5 8 Bi
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