Arco Palatale® Arco Linguale®

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Arco Palatale ® e Arco Linguale ® Motivazione di Progetto alla Combinazione Modulare Gli Archi Palatale ® e Linguale ® sono dispositivi ad azione meccanica utilizzati nella terapia ortodontica di prima fase per spostare dall'interno verso l'esterno gli elementi dentali, a gruppi o singolarmente, di entrambe le arcate. Questi archi sono realizzati in filo a sezione circolare di diversa composizione solitamente del diametro di nove/decimi (0.36”) e, una qualvolta costruiti o adattati (nel caso di dispositivi preformati) vengono stabilizzati ai molari pilastro (di norma i primi molari permanenti o in assenza di questi i relativi decidui) mediante bande metalliche cementate a questi ultimi. I dispositivi vengono assemblati alle bande in due modi: saldati, mediante la brasatura delle due parti o a laser oppure, combinati all'interno di appositi tubi linguali. I dispositivi saldati, pur offrendo la massima sicurezza di stabilità, perchè è difficile che una banda ben cementata si stacchi, presentano la difficoltà nelle attivazioni che devono per forza avvenire intraoralmente. Le attivazioni sono periodiche operazioni di taratura che consistono in una deformazione plastica di un tratto di filo che costituisce il dispositivo al fine di imprimergli la forza necessaria per agire sui denti e ottenerne lo spostamento. L' attivazione intraorale risulta una pratica piuttosto imprecisa, sia per il ridotto spazio dove questa avviene che, per la difficoltà di gestire correttamente la taratura impressa al dispositivo. I dispositivi combinati presentano soluzioni pratiche molto vantaggiose. Gli archi, che d'ora in avanti verranno chiamati moduli, servendosi di particolari tubi linguali nei quali vengono inseriti, possono venire rimossi e riposti senza la necessità di togliere le bande. I tubi linguali vengono puntati elettricamente alle bande prima che queste vengano cementate ai denti. Ripercorrendo la tecnica ortodontica nel suo periodo storico si può notare quanti sistemi siano stati adottati per rendere gli archi rimovibili. Da quelle che inizialmente venivano chiamate “cerniere” identificate col nome degli Autori e che si presentavano in diverse forme, si arriva ai giorni nostri concentrando i sistemi modulari sostanzialmente in due tipi di inserimento: verticale e orizzontale.

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Arco Palatale® e Arco Linguale®

Motivazione di Progetto alla Combinazione Modulare

Gli Archi Palatale® e Linguale®

sono dispositivi ad azione meccanica utilizzati nella

terapia ortodontica di prima fase per spostare dall'interno verso l'esterno gli elementi

dentali, a gruppi o singolarmente, di entrambe le arcate.

Questi archi sono realizzati in filo a sezione circolare di diversa composizione

solitamente del diametro di nove/decimi (0.36”) e, una qualvolta costruiti o adattati

(nel caso di dispositivi preformati) vengono stabilizzati ai molari pilastro (di norma i

primi molari permanenti o in assenza di questi i relativi decidui) mediante bande

metalliche cementate a questi ultimi.

I dispositivi vengono assemblati alle bande in due modi: saldati, mediante la

brasatura delle due parti o a laser oppure, combinati all'interno di appositi tubi

linguali.

I dispositivi saldati, pur offrendo la massima sicurezza di stabilità, perchè è

difficile che una banda ben cementata si stacchi, presentano la difficoltà nelle

attivazioni che devono per forza avvenire intraoralmente.

Le attivazioni sono periodiche operazioni di taratura che consistono in una

deformazione plastica di un tratto di filo che costituisce il dispositivo al fine di

imprimergli la forza necessaria per agire sui denti e ottenerne lo spostamento.

L' attivazione intraorale risulta una pratica piuttosto imprecisa, sia per il ridotto

spazio dove questa avviene che, per la difficoltà di gestire correttamente la taratura

impressa al dispositivo.

I dispositivi combinati presentano soluzioni pratiche molto vantaggiose.

Gli archi, che d'ora in avanti verranno chiamati moduli, servendosi di particolari

tubi linguali nei quali vengono inseriti, possono venire rimossi e riposti senza la

necessità di togliere le bande.

I tubi linguali vengono puntati elettricamente alle bande prima che queste vengano

cementate ai denti.

Ripercorrendo la tecnica ortodontica nel suo periodo storico si può notare quanti

sistemi siano stati adottati per rendere gli archi rimovibili.

Da quelle che inizialmente venivano chiamate “cerniere” identificate col nome degli

Autori e che si presentavano in diverse forme, si arriva ai giorni nostri concentrando

i sistemi modulari sostanzialmente in due tipi di inserimento: verticale e

orizzontale.

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Il sistema ad inserimento verticale, che prevede la combinazione del modulo dalla

parete occlusale del dente, si serve di tubi linguali a singola o doppia cannula secondo

l'Autore.

Verso la fine degli anni '80 il sistema a doppia cannula trovò il riconoscimento

mondiale grazie allo statunitense Dott. W. Wilson che oltre a dargli il proprio nome

(3D Modular Orthodontics Wilson) ne propagandò con estrema accuratezza le

caratteristiche di praticità ed efficacia.

Il 3D Modular Orthodontics Wilson commercializzato dalla Rocky Mountain

Orthodontics prevede una serie di moduli preformati per entrambe le arcate dentali.

I moduli diversi per forma e applicazione vengono forniti in diverse misure così da

adattarsi alle dimensioni delle arcate.

Il riconoscimento di cui si faceva cenno sopra, fu ampiamente meritato in quanto

questo sistema era in grado di portare una reale innovazione alla terapia ortodontica.

L'innovazione più tangibile veniva sicuramente rappresentata in sintesi dal binomio

“fisso/rimovibile” che identificava questo sistema.

La praticità di rimuovere il modulo per poterlo attivare ed eventualmente rimetterlo

in asse, la possibilità di cambiare modulo senza rimuovere le bande,ecc.

Ma oltre a un riscontro pratico, l'efficacia si evidenzia nella possibilità, altrimenti

negata con gli archi saldati, di fare spostamenti tridimensionali nei molari che

supportano il modulo.

Se pur le parole spese finora facciano sembrare questo sistema insostituibile, gli và a

discapito il fatto che i moduli sono un prodotto industriale e che solo in seguito si è

scoperto in questo quei limiti che inizialmente venivano occultati dal fervore della

novità.

Il sistema ad inserimento orizzontale, che non ha mai vissuto l'apice del successo

ma neanche il decadimento, risulta essere quello più affidabile e ne è la prova la sua

longevità.

Questo sistema adotta uno specifico tubo linguale, puntato anch'esso alle bande come

nel sistema precedente, che può essere a cannula aperta oppure chiusa secondo la ditta

che lo commercializza.

Diversamente dal sistema verticale dove l'innesto per l'inserimento del modulo è

saldato al laser al filo dello stesso modulo, l'innesto di questo sistema è ricavato dalla

sovrapposizione di una parte di filo che compone il modulo.

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Nel sistema orizzontale che convenzionalmente prevede l'inserimento in direzione

anteriore/posteriore (dal davanti verso indietro), gli innesti sono posti alle estremità

posteriori dei moduli.

Per la combinazione del modulo gli innesti vengono portati davanti all'ingresso

anteriore della cannula, e, una qualvolta inseriti vengono fatti scorrere internamente

verso dietro fino alla completa chiusura.

Appare ovvio pensare che se un modulo è provvisto di estensioni che devono agire sul

settore dentale frontale sarà difficile poterlo collocare così come prevede il sistema a

inserimento orizzontale convenzionale.

Diventa chiaro che in pratica, le estensioni anteriori sbatteranno per forza contro gli

incisivi, rendendo impraticabile l’inserimento del modulo nelle cannule.

Pertanto, per rendere possibile l’inserimento di moduli che, come detto sopra,

presentano un disegno che coinvolge la parte anteriore dell’arcata dentale è stato

progettato questo sistema innovativo che utilizza il medesimo tubo linguale del

sistema convenzionale ma differisce da quest'ultimo nella direzione di inserimento dei

moduli che avviene in senso posteriore/anteriore, contrario al metodo tradizionale.

I moduli vengono combinati ai tubi linguali tramite due appendici (una

controlaterale all'altra), che svolgono la funzione di innesti.

Gli innesti sono ricavati dallo stesso filo del modulo formando una doppia sezione

circolare sovrapposta, ripiegata anteriormente.

Il filo utilizzato è di cromo-cobalto con diametro 0.9m/m (0.36”).

L'inserimento dei moduli si ottiene mettendo gli innesti davanti agli ingressi

posteriori dei tubi linguali e fatti scorrere in avanti all'interno delle cannule, fino alla

completa chiusura.

La completa chiusura si ha quando gli innesti si trovano a fine corsa facendo toccare

il filo che compone il modulo con gli ingressi posteriori delle cannule.

La stabilità delle parti combinate è garantita da uno stop a frizione impresso

lateralmente sul bordo anteriore delle cannule.

Anche questo sistema modulare viene ancorato tramite bande metalliche cementate ai

primi molari permanenti o in assenza di questi ai relativi decidui in entrambe le

arcate dentali. I tubi linguali vengono puntati elettricamente alle bande prima del

loro posizionamento in situ.

Davide Decesari