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HV 6453 I8A63 ANTOLINI IL BRIGANTAGGIO NEL DIPARTIMENTO DEL BASSO PO, 1809

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HV6453

I8A63

ANTOLINI

IL BRIGANTAGGIONEL DIPARTIMENTODEL BASSO PO,

1809

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IL BRIGANTAGGIO

NEL DIPARTIMENTO DEL BASSO PO

I 8 O 3

note:DI PATRIZIO ANTOLINI

/^^

FERRARASTAB. TIP. G. BRESCIANI - SCCC.

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IL BRIGANTAGGIO

NEL DIPARTIMENTO DEL BASSO PO

I so d

note:DI PATRIZIO ANTOLINI

FERRARASTAB. TIP. G. BRESCIANI - SUCC.

' 1922

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[Proprietà letteraria)

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I.

Uomini colti, menti elevate ave-

vano desiderato mutazioni nella

speranza di liberare la Patria daogni servitù e toglierle il triste pri-

vilegio di essere di freque-nte il tea-

tro di guerre straniere; ma non si

aspettavano di vedere il proprio

paese trattata 'Come terra di conqui-sta; per ciò il partito democratico,

in un decennio di libertà, non av-e-

va fatto fra noi gran numero di a-

derenti. La Rtepubblica Cisalpinauna e indivisibile era stata cam-biata in Repubblica Italiana e que-sta in Regno d' Italia, dopoché Na-poleone I Bonaparte, eletto impe-ratore dai Francesi, fu dai nostri

rappresentanti, acclamato Re d'I-

talia.

Il cambiar nome o forma di go-

verno non è tanto difficile quanto il

far mutar idee, convinzioni, mododì pensare alla gente.

1992999

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Qui i rkordi del passato Gover-

no Pontificio erano ancora vivi;

r abolizione di antichi privilegi, la

soppressione degli ordini monasti-

ci, le leggi contro il clero, le limi-

tate funzioni religiose, le imposi-zioni e le requisizioni gravosissimeavevano danneggiati e offesi mol-ti, e costoro formarono un partito

avversario del Governo democrati-00 e favorevole al governo assolu-

to, essendoché in ogni luogo vi so-

no cittadini ai quali, per interesse

proprio, è pii^i cara la patria in ser-

vitù che libera.

La plebe era indifferente o osti-

le; le feste civili non 'compensava-'no per lei, le feste religione, ne sì

poteva pretendere che il popolominuto, fino allora tenuto, nell' i-

gnoranza, cambiasse ad un tratto

pensiero, credenze, consuetudini.

La Santa Sede e la Corte di Vien-na, avversarie del governo demo-cratico, segretamente incitavano il

popolo alla ribellione. Si era for-

mata un' assoiciazione segreta teo-

cratica antinapoleonica, la qu&leaveva relazioni in Tirolo e a Vien-na. Dopoché Napoleone fu scomu-ni'cato ed ebbe nemica la Santa Se-de i bigotti lo giudicarono ateo, e

loro dovere essere "a lui avversi.Agenti segreti percorrevano il pae-se incitando i malcontenti 'a rihai-

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larsi, promettendo aiuti dall' Au-stria.

Siccome i contribuenti quandosono aggravati di tasse, soverchia-

mente onerose, desiderano mutargoverno credendo migliorare, per

ciò il partito reazionario aumenta-va di numero ogni giorno.

Fu notato che gP Italiani furonoforse il primo popolo d' Europa a

disilludersi delle fallacie promes-se dei rivoluzionari Francesi e a

non approvarne le esagerazioni. E'

da osservare inoHre che gli uominimutano volentieri Signore creden-do migliorare, e questa credenza,

dice Macchiavelli, « gii fa pigliar

Tarme contro a chi regge: di ches' ingannano, perchè vedono poi

per esperienza aver peggiorato ».

Il malcontento già grande, comedicemmo, per le soverchie tasse,

per la leva, per le leggi che nell'in-

tento di riformare, tutto avevanorovesciato dell' antico governo,non ebbe più limiti dopo pubblica-to il decreto W Aprile 1809, concer-nente il modo di esigere nuove tas-

se. Quello sulle farine aveva «i

complicate operazioni che mette-vano in imbarazzo chi macinf:\a echi faceva macinare, in pr^rticolare

modo in 'campagna, dove in alloral'ignoranza era tanto estesa.

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TI Prefetto nella lusinga di pre-

venire disordini, avvisava i suoiamministrati di guardarsi da co-

loro che andavano spargendo no-tizie allarmanti, tentando turbarela tranquilHtà pubblica, e guardar-si specialmente da que' forestieri

che percorrevano il paese fomen-tando discordie, insinuando nelP a-

nimo dei pacifici campagnoli idee

contrarie al buon ordine, all' obbe-dienza, alle leggi, al rispetto al So-

vrano. Invitava le Autorità tutte dì

Polizia a denunciare i colpevoli,

ammonire i traviati, confortare ì

deboli.

« Le attuali politiche circostanze« per la guerra che si è rinnovata« sul Continente, esigono che le o-

« perazioni delle Armate siano se-

« condate da tutta la vigilanza del-

« la Polizia per tenere lontano dal« Territorio del Regno, qualunque« persona equivoca, e quest' impe-« gno deve accrescersi in tutte le

« Autorità politiche di questo Di-« partimento.

« Mentre io riposo sul genio pa-« cif ico di questi Abitanti, sulla lo-

« ro sommissione e rispetto alle<?; Leggi ed agli ordini governativi,« e la Polizia veglia contempora-« neamente su quelli che con voci« allarmanti, o con discorsi sedi-« ziosi tentassero di turbare la pub-

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« blica tranquillità, mi trovo anche

« in dovere di estendere le specia-

€ li mie cure sopra li Forestieri in

« generale, e sopra coloro che gui-

« dati da uno 'ppirito torbido vanno« scorrendo di paese in paese fo-

« mentando il disordine, e spargen-

«do il timore nell'animo de' paci-

« fici Agricoltori, ed ispirando loro

« sentimenti contrari al buon ordi-

« ne, air obbedienza delle Leggi,

« ed alla fiducia, e rispetto che si

« deve al nostro Angusto Sovrano.« Si richiamano quindi alla me-

« moria di ognuno le Leggi, Decre-« ti e Regolamenti di Polizia, ed in

« specialità r Avviso Prefettizio

« delti 10 Ottobre 1805.

« La Gendarmeria Reale, ed ogni« altra forza pubblica è invitata a« raddoppiare i suoi sforzi, ed il

« suo zelo, onde siano eseguite que-« ste deliberazioni tendenti soltan.« to a mantenere il buon ordine e

« la pubblica tranquillità.

«Le Autorità tutte esercenti la

« Polizia nel Dipartimento si fa-

« ranno un preciso dovere di d-e-

« nunziare tosto li colpevoli alla

« Prefet^tura, come pure ammoni-« ranno li traviati, conforteranno i

« deboli, ed in fine non verrà dalle« stesse ommesso sforzo alcuno« per secondare le saggie determi-« nazioni del Governo, e mi lusin-

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« go che in tal modo avrò la dolce

«soddisfazione di far conoscere al

« medesimo in ogni tempo V oibbe-

« dienza, il rispetto, e la tranquilli-

« tà di questo Dipartinaento.

« Sono persuaso che Ciascuno sì

« farà Un dovere di corrispondere^« per quanto gli appartiene, alle

« mie premure tanto per l'esatta

« osservanza delle Leggi, Decreti e

€ Regolamenti sopra indicati, che« per astenersi da que' discorsi,

« che sortendo per lo più da un'or-

« da di oziosi, producono falsi al-

« larmi nel popolo, e tentano di al-

« lontanarlo dalla dovuta d^vozio-« ne, e confidenza verso il Oovep-« no. Sappiano però costoro, che la

« Polizia oltre il vegliare su di essi,

« conosce ancora li malintenzio-« nati, e che seguendo le superiori« disposizioni farà piombare so-

« pra di essi il rigore di una seve-re ra ed impavida Giustizia». (C.

Zacco, 24 Aprile).

Parole sparse al vento. I primitumulti si manifestarono lungo la

riva del Po dov' erano i molini. Ta-luni rifiutarono ubbidire al nuovodecreto, altri furono colpiti da con-travvenzione e privati della farinache servir doveva al loro nutrimen-to. I mugnai concordi non macina-vano per non incorrere in grassemulte in altri maggiori danni.

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Il Prefetto fece conoscere al Go-

verno le condizioni del nostro Di-

partimento e chiese provvedimen-ti; ma chi governa di lontano, nonvedendo nascere i disordini, né co-

noscendone esattamente le cause,

non vi provvede con la sollecitudi-

ne dovuta, e quando vuol rimedia-

re, i disordini sono già grandi ed

è piìj difficile ripararli.

I soldati di Finanza non cedeva-

no, volendo la rigorosa osservanzadella legge. I mugnai persistevano

a non voler macinare, e i poverioperai e i contadini non avevanopane, mancando la farina.

S' incominciò gridare contro le

imposte, e contro la coscrizione.

Dalle grida si passò alla sollevazio-

ne.

I primi ad insorgere furono gli

abitanti dei dintorni di S. Bellino,

alla sinistra del Po, ad essi seguiro-no quelli di Flesso e di Occhiobel-lo. I ribelli lungo la via percorsa,crescevano di numero, e col cresce-

re 'di numero aumentavano di au-dacia. Invadevano Municipi, a-

sportavano denari dalle casse co-munali, incendiavano archivi, liste

di leva, leggi e regolamenti sulleimposte, maltrattavano le Guardiedi Finanza. Impiegati .2-overnafivi

salvarono la vita colla iugà.

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I maggiori perseguitati erano i

creduti, dai ribelli, amici della

Francia, ai quali davano il nomedì Giacobini. A questi estorcevano

denari, saccheggiavano le case, in-

cendiavano fienili, e come avvienequasi in ogni ribellione, si uccide-

va per vendetta. .

II Dipartimento del Basso Po,

formato dei tre distretti Ferrara,Comac'ohio, Rovigo, era senza sol-

dati, perchè dal Comando militare

chiamati ad ingrossare l' esercito

combattente contro l' Austria. Àprovvedere alla mancanza di l'orza

pubblica, erano state aggiunte alle

Compagnie di Guardia Nazionale,già esistenti, due di volontari, unadi Granatieri e T altra di Cacciato-ri. Si erano riordinate le Compa-gnie scelte, ne era stata aggiuntauna di militi -con la divisa, e dimo-ranti in caserma, chiamati supplen-ti, perchè, pagati, facevano la guar-dia invece di coloro i quali conse-gnando all'erario una tassa stabi-

lita, erano liberati dal servizio.

Nel Dipartimento si avevano se-

gni manifesti di malcontento. Ta-luni coscritti non si presentavanoalle Autorità, e vivendo nascosti,lontani dalla famiglia, talvolta si

procuravano il vitto colla forza, perciò si notavano atti di brigantag--gio. La Guardia Nazionale arresta-

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va i disertori dove ne trovava, per-

seguitava i malviventi e i facinoro-

si, coadiuvava i carabinieri nel

mantenere la tranquillità e la sicu-

rezza dei cittadini.

Il Prefetto indirizzava alle Auto-rità amministrative del Diparti-

mento la circolare (28 giugno 1809

N. 8331) che qui trascriviamo.

« Sono stato incaricato da '8. E.

il Conte Senatore Ministro dell' In-

terno di partecipare alle Autorità

ed alli Funzionari di questo Dipar-

timento un fatto, che porrà in se-

ria avvertenza coloro che non sen-

tissero bastantemente gli stimo!;

dell' onore, e non fossero a suffi-

cienza gelosi del buon nome Ita-

liano.

« La Guardia Nazionale di i^n

Comune del nostro Regno, destina-

ta in concorso della Truppa di li-

nea a tutelare la si'curezza de' pro-pri concittadini minacciata daun' orda dì briganti, prese vilmen-te la fuga, benché fosse situata perlo spazio di una lega dietro la trup-pa di linea, e portò lo spavento edil disordine in seno a quegli abi-

tanti stessi, 'che aveva da incorag-gire e proteggere. Questo tratto i-

nescusabile di codardia indegno di

un cittadino fu conosciuto dallaprelodata S. E. colla più alta sor-

presa ed indignazione per lo che

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n

determinò: i.o Che il Governo nonsarebbesi più prevalso dell' operadei Comandanti di detta Guardia,

come indegni di difendere la Pa-tria, e r onore italiano. 2.o Che i lo-

ro nomi fossero registrati negli at-

ti della Prefettura, cui appartengo-no, acciò la memoria di una con-

dotta così riprovevole e vigliacca

sia sempre conservata a loro igno-^

minia.« Nel rendere palese a' miei Am-

ministrati tale superiore determi-nazione non intendo già di far lo-

ro alcun rimprovero, dacché ram-mento con piena soddisfazione, chele Guardie Nazionali di questo Di-

partimento non abbandonaronomai la strada dell' onore, e la stes-

sa E. S. si degna ricordarmi consensi di compiacenza, che il corag-gio delle stesse Guardie Nazionalicontrasta così sensibilmente colla

condotta della Guardia Nazionaledi cui si fece menzione.

« Non può infatti la Prefetturadimenticare l' ottimo spirito de'

suoi Amministrati ed il lodevolecontegno tenuto allorché nell' anno-1805 concorsero in folla da ogni an-gola del Dipartimento a formarparte del Battaglione, che recossi aBologna per V armata di riserva, al

primo invito dell' ottimo ed amatis-simo Principe nostro Vice-Be. Si

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ricorda le instancabili fatiche so-

stenute in concorso della R. Gen-

darmeria da alcuni bravi individui

della G. N. di Bondeno e di Godi-

^oro per rintracciare e perseguita-

re li facinorosi armati, che infesta-

no le Valli di quel Cantone; ha sot-

t* occhio lo zelo, coraggio, e fermez-

za che replicatamente onorò le

Guardie Nazionali di Comacchio, e

degli altri Comuni posti in vici-

nanza del Litorale, che respinsero

con tanta energia gli eterni nemi-

ci del riposo del Continente, che

volevano funestare colla loro odio-

sa presenza, e li costrinsero a ver-

gognose fughe: vede tutto giorno

i segnalati servigi che presta la be-

nenicrita G. N. di questa Centrale,

•ed in specialità le due belle Compa-gnie scelte; vede in fine, che in o-

gni parte del Dipartimento le Guar-die Nazionali fanno le requisizioni

di Coscritti, perseguitano i mal-viventi, inseguono i disertori,

traducono ogni giorno alle carceri

questi quelli, secondano con o-

gni sforzo le interessanti':^ ime o-

perazioni della R. Gendarmeria, e

sussidiano in modo il di lei distin-

to zelo che può francamente asse-rirsi, che questo Dipartimento è dei

pili fortunati per V intera tranquil-

lità che vi regna, e per la sicurezza

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u

«enerale di cui gioiscono i Gitta-

dini.

« Dopo aver date tanta indubbie

prove di amore pubblico, d' interes-

samento per la difesa della Patria

e di devota sudditanza, per cui al-

cuni ebbero onorevoli distinzioni

ed in generale li Sigg.ri Coman-danti, Ufficiali, Sott' Ufficiali, e Sol-

dati furono onorati del Superiore

aggradimento, potrò io mai crede-

re, che sia in minima parte dege-

nerato r ottimo spirito, che animai miei amministrati, e che possa-

no, un solo momento dimenticarsi

il sacro dovere del Cittadino, che è

di difendere i propri focolari dalle

insidie, ed attacchi dei briganti, e

dei fuorusciti, quanto quello del

Soldato, che sparge gloriosamenteil proprio sangue contro le armatenemiche e lontane?

Non dubito che i miei buoni Am-ministrati non abbiano scolpiti nel

cuore quegli oggetti pii^i teneri, e

cari, che deggiono essere con mag-gior fermezza e coraggio tutelati,

quanto piìi ponno essere in peri-

colo: non dubito in fine che ognu-no non si ricordi per li funesti' e-

sempi, che pur troppo altre volte si

ebbero nel Dipartimento, che i ma-li che seco porta l' infame brigan-taggio sono ancora pii^i funesti di

quelli di una guerra regolare, che

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la viltà od il coraggio de' Gitt-adini

possono soltanto perpetuarne odallontanarne gli orrori, e che final-

mente il sacro deposito della sicu-

rezza interna delle persone, e del-

la proprietà è in gran parte affida-

to allo zelo ed al patriotismo della

G. N. cui spetta il custodirle, e mo-strarsene degne in faccia al miglio-

re dei Principi, ed al più Grandedei Monarchi.

« Dopo tali riflessi potrò io esi-

tare a credere, che tali massimenon siano scolpite nelP animo di o-

gni mio Amministrato? Si; ne ve-

do persuase tutte le Autorità, sonocerto che si occuperanno di diffon-

derle ne' Cittadini che rappresen-tano, e ne prevedo i più felici ef-

fetti. L* amor patrio delle prime, la

docilità e buona disposizione dei

secondi me ne sono garanti, ed io

mi reputo sommamente felice, dac-ché non avrò altra cura, che darassegnare al Governo li più van-taggiosi rapporti.

« Ho la compiacenza di confer-mare alle indicate Autorità la miapiù distinta stima.

C. lacco.Graziadei Segr. Gen.

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Il numero degli insorti cresceva

di giorno in giorno.

Il Prefetto temendo gravi danniper Ferrara convocò il Capitano dei

Carabinieri, il Colonnello della

Guardia Nazionale, il Podestà di

Ferrara, il Comandante la piazza,

per discutere e deliberare quali

provvedimenti da prendersi persalvare la città e reprimere il bri-

gantaggio. Fu deliberato di far su-

bito una scorreria alla sinistra del

Po, sino ad Occhiobello dove era,

in quel giorno, il maggior numerod' insorti.

I carabinieri erano comandatidal loro capitano Croffi, i volontari

della Guardia Nazionale e alcunimiliti scelti fra i supplenti, dal Co-

lonnello Avventi.Partirono alle 14 (del 7 luglio») e

passato il Po a Pontelagoscuro, si

avviarono ad Occhiobello. L' avan-guardia, formata di carabinieri acavallo, a poca distanza dal paese,incontrò alcuni briganti a cavallo i

quali, sparati pochi colpi, fuggiro-no. I carabinieri gV inseguirono, madovettero retrocedere essendo mo-lestati dai colpi di altri ribelli na-scosti tra le messi e nei fossi. I

nostri, non vedendo il nemico, spa-

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If

f6vario senza colpire e al solo Ln-

tento di far cessare il fuoco avver-

sario. Le campane suonavano per

chiamare altri insorti in aiuto.

Giunti i nostri ad Occhiobello fra

1 colpi tirati contro loro dai ribelli

na«^co§ti diet.ro le siepi, nelle case,

nel campanile, il Capitano Cro.ffi

dispose i suoi soldati a cavallo nel-

la piazza, di fronte alla chiesa,

quelli a piedi con i militi deìtd^

Ouardia JN^azionale 'Circondarono le

case, arrestarono quanti trovaronoarmati.

Il tenente dei Granatieri PaoloBendai giovane di grande corag-gio e pronto ingegno, con atto te-

merario, salì sul campanile e fece

prigionieri chi suonava le campa-no e coloro che tiravano sui nostri.

I Cacciatori della Guardia Na^o-nale erano per la parte maggioregiovani dai 15 ai 18 anni; non cu-rando il pericolo, essi davano la

c&'Ccia agli insorti nei campi, fr?t

le messi.Il Comandante ad evitare inutiH

perdite ordinò là ritirata. I prigio-

nieri furono mandati per barca ji

Pontelagoscuro e di là a Ferrara.Alcuni briganti si erano rifug-

giati sopra un fienile, intimata lorola resa, e avendola essi negata,, i

nostri circondarono il fienile e Pao-lo Bendai, sfidando i colpi nemici.

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salì per primo, seguito da' suoi sol-

dati e fece prigionieri quanti nonsi salvarono colla fuga. Un fuggi-

tivo, saltando dal fienile fu mor-talmente ferito di baionetta. Un al-

tro insorto tirò a breve distanza uncolpo di pistola contro il Colonnel-

lo Avventi il quale rimase, fortuna-

tamente, salvo. Le campane delle

vicine ville di Btienta, Flesso, Tre-

conta continuavano a suonare perradunare altri insorti.

Mentre avveniva la scaramucciain Occhiobello, un' orda di oltre 300briganti sorprendeva Rovigo, città

appartenente al nostro Dipartimen-to. I cittadini colti all' improvviso,presi da spavento, corsero a nascon-dersi, anziché difendersi.

In breve istante la città fu in ba-lìa dei briganti i quali, occupate le

torri delle chiese, s'uonavano per in-

citare alla ribellione e chiamare in

aiuto altri compagni. Aprirono le

carceri ai malfattori, devastaronogli uffici pubblici trasportandone e

incendiandone le carte, vuotandole casse del denaro pubblico. GÌ' im-piegati, gli esattori, lo stesso Vice-Prefetto si salvarono nascondendo-si. Case, negozi, magazzini furonosaccheggiati. Gli Ebrei furono piùd'ogni altro perseguitati e danneg-giati.

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•Giunta la notte, un grande in-

cendio di carte e di mobili illumi-

nò tristamente la città. Il giorno

seguente continuarono le estorsio-

ni, i saccheggi, le minacele di mor-te. Il Ghetto fu quasi distrutto; fa-

miglie doviziose rimasero puntosenza denaro. Le campana suona-vano di continuo, affine di chiama-re dalle ville, altri ribelli. Una 'Com-

pagnia guidata da un tale Lavezzodella Boara (Dipartimento del

Brenta) avendo per insegna unabandiera austriaca eccitava la po-polazione a ribellarsi gridando es-

sere vicino r arrivo degli Austriaci.

Non volendo più oltre soffrire chela sua città avesse ingiurie e dan-ni dai briganti, don Benedetto Car-nacina detto Belisario, incominciòad opporsi ad alcuni di quella ma-snada.

Altri cittadini arditi si unironoa lui: l'esempio di pochi bastò arisvegliare il coraggio dei cittadi-

ni i qual? concordi assalirono gl'in-

sorgenti. Rimasti uccisi nella zuffadue capo-briganti, altri della ban-da feriti, altri disarmati, nacquer avvilimento, e in piena rotta u-scirono dalla città. Tentarono rien-trarvi, ma passata la sorpresa, i

cittadini si difesero coraggiosamente.

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,. il Prefetto lodò l'opera dei nostri

militj. e invitò, i ribelli a ritornare

ai loro focolari minacciando la se-

verità della legge a coloro che venis-

sero sorpresi colle armi alla manoe continuassero nella ribellione.

^« Un' orda di alquanti sollevati haosato scorrendo in alcuni Comunidi. là del Po, di traviare dal cam-pestre lavoro il contadino pacifico

ed ha ti;ascinato forzatamente l'uo-

mo, pro]3o ad entromettersi spetta-

tore del ladronéccio e del disprez-

zo , delle legg;i.

,«Nel giórno di ieri un distacca-

mento dèlia forza armata già con-centrata diretta dal Sig. CapitanoComandante la reale Gendarmeriae composta di Brigate di Gendarmia piedi è a cavallo e di Guardie Na-zionali condotte dal Sig. ColonnelloAvventi ha piombato rapidamentesui facinorosi che infestavano la

Comune di Occhiobello, lina vivis-

sima carica di poche ore, cOn valore

ed intelligenza sostenuta, li sbandò,colpì di nibrte e di arresto non po-ehi colle armi alla mano o che suo-navano 1' «Zr ar???^ e fece conoscereche basta stendere il braccio di?l

Governò, perchè l'infame sia schiac-ciato.

« Sono stato soddisfatto che T ar-dore della forza armata non abbiapiù oltre inseguito i fuggitivi e nonsiano stati involti nella punizione

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?J

fallii disgraziati, che mal accorti sì

i'ossero franiraischiatì' con i faci-

norosi nelle vicine 'Comuni."«Sono soddisfatto Che siano già

riamesse in libertà alcune autorità

strappate dal loro posto mentt^e conla persuasione cercavano di ricon-

durre i traviati, e che i sedotti miabbiano fatto conoscere il desidè-

rio della clémenzci dergovérrio. S/la.

devono rini'*!tersi ai loro tocolari»

quando staccherò di nuòvo la forza

annata, si trovi, corri' io desidero,

la calma dov' era il disordine, sia-

LO i" Cancellieri e le Municipalitàche tran({nill? al loro poeto, mi pos-sano rappresentare i voti dei scià-

aurati ed allora gli ascolterò.

<' Gli arrestati specialmente colle

armi' alla mano subirono la sorte

fulminata dal R. Dee: 18 MIarzp1809 e se fra questi sforturiatànìen-

te qualche contadino vi fosse nonintinto di preventivi delitti, sia d'e-

sempio agli altri sedotti onde sia

pur isolato il faclncroso, né per'fi-

m.ori imriiaginarì o malignosi dì

sua sussistenza cui anzi il Governoè tutto intento a favorire, non porticolla som'mossa un vero danno allafamiglia, né sì costituisca un esule,un fuggiasco cadendo finalmentesotto il braccio vindice del Gover-no. (Zacco, 8, VII).

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G. A. Soriani nel suo supplemen-to storico sulla città di Lugo, scri-

ve: «Ai primi di luglio (1809) unDistaccamento di Guardie Nazio-

nali del Cantone di Lugo, si recò

colla Gendarmeria, sotto gli ordini

del Comandante Giuseppe Manzo-ni, dell' Aiutante Maggiore Alessan-

dro Carnevali, e del Capitano PaoloBorsi, nel Dipartimento del BassoPo, in Portomaggiore, in Migliaro,«^ nelle contigue ville, ove era in-

serto del Brigantaggio.Dopo alcuni giorni dissipate le

piccole orde di quei male intenzio-

nati, la Nazionale tornò in Lugocon alcuni arrestati, che vennerotradotti a Bologna ».

Sembrava che il Dipartimentofesse tranquillo. Le Autorità muni-cipali dei Distretti e dei Cantoniforse nel pensiero di fare cosa gra-dita al Governo, o perchè ignorasse-ro quanto avveniva nelle loro Co-muni, annunziavano al Prefettoche tutto era quiete. L' Autorità go-vernativa era persuasa che la ri-

bellione fosse domata, perchè Ca-viiani, fatto prigioniero dai ribelli,

era stato liberato, una commissio-ne di Flesso era venuta a chiederperdono, le popolazioni delle ville

insorte, si erano rimesse al lavoro,tutto apparentemente faceva crede-re essere ritornata la calma. Il Pré-

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fetto attendeva a nuove requisizio-

ni, e alla leva dei coscritti, per la

guerra contro 1' Austria e pensava

ìa ribellione soffocata.

Era quiete simulata per ingan-

nare la vigilanza e sorprendere i

difensori della città.

Quelli della Traspadana venuti

a Ferrara narravano con foschi co-

lori quant'era accaduto a Rovigo e

nei paesi di quei Distretto. Aggiun-gevano esservi in vicinanza al Poun numero grande di briganti i

quali, passato il fiume, sarebbero

arrivati presso Ferrara.

I carabinieri a cui era stata affi-

data la vigilanza alla sinistra del

Po, riferirono che gì' insorgi si ra-

dunavano a Stellata e a Gasaglia,

minacciando la città. Il comandantela Guardia Nazionale formò unaguardia di resistenza a Pontelagoscuro dove era la cassa di Finanza e i

magazzini. In città correvano fal-

se notizie che mettevano in appren-sione i timidi; dicerie sparse ad ar-

te dai favoreggiatori, e accresciute

dalla paura. Gli esploratori afferma-vano che più di 1500 insorgenti era-

no sulla strada di Pontelagoscuroe marciavano su Ferrara, facendorequisizioni di bestiame, estorcen-do denari, sequestrando pers.one.

A tali notizie furono chiuse le

porte della città e messovi a guar-

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mdia il mag-gior numero di militi chesi potè radunare, altri militi fu-

rono posti sulle mura. Alle Guar-

die di Finanza fu affidata la

difesa della fortezza, perchè più

facile al nemico la scalata, es-

sondo stati abbattuti, per ordine del

(Governo, i baluardi, giudicati inu-

tili. I .soldati francesi qui rimasti,-

perchè ammalati o convalescenti,

presero volontariamente le armiper battersi contro i briganti. Por-

ta Po era custodita da volontari.

j^ncora una volta si vide quantogiovi la concordia a vincere il ne-mico. Tutti, ricchi e poveri, giova-

ni e vecchi si offrirono pronti a

prendere le armi in difesa della

città.

Temendosi qualche sorpresa dei

segreti favoreggiatori dei briganti,

le Autorità si erano chiuse in Ca-stello, alzato il ponte levatoio (orA

tolto) del rivellino che dà in piaz-

zetta, si entrava solo per la porta

maggiore a nord.•" La città, il i) luglio, fu circondata,

.al dire di un nostro cronista, da sei

mila assedianti che minacciavano,d" abbattere le porte della città ,e

carvi il sacco.

Verso sera fu comandata una sor-

tfta. I carabinieri e le guardie di

finanza erano agli ordini del capi-tano CrofTì e del tenente Marchìofi^

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un centinaio di guardie nazionali

condotte dal Capo Battaglione Ber-

ni e dal tenente dei Granatieri Ben-dai, alcuni cittadini con a capoFrancesco Raspi e Giovanni Lugli

uscirono da Porta Po, fecero im-peto contro gP insorti i quali dopobreve combattimento si sbandaronoe si nascosero nei fossi e nei cam-pi. Alcuni di essi riinasero prigio-

nieri, altri feriti, altri m^orti. Anchein questa mischia si distinse pervclore, il tenente Bendai, il qualeentrò per una finestra nella casa di

dove i briganti tiravano sui nostri,

p ne fece cinque prigionieri.

I cittadini curiosi, disprezzandoil pericolo, assistevano dalle mura,a questa scaramuccia, applauden-do ed incorando i nostri come fos-

sero a teatro. Grandi applausi quan-do entrò la Guardia Nazionale coi

prigionieri.

Giunti a Milano i rapporti dei fat-

ti qui accaduti, il Governo volendorimediare a quello che prima nonaveva rimediato, dava facoltà al

Prefetto di moderare la severità

della legge sul macinato.II Prefetto scriveva il 9 luglio ai

Vice-Prefetti, Podestà, Sindaci,

Cancellieri del Censo e Parrochi del

Dipartimento.« Devo lodare la condotta temuta

dalle Autorità locali in alcuni Gan-

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toni, per dirigere con la dovuta re-

golarità le richieste degli Abitanti

della Campagna, affine di ottenere

i desiderati sollievi.

« Aveva già per espresso inoltra-

to al Governo le istanze promossedalla maggior parte delle Comunitranquille, ed una prova del miointeressamento per tutto ciò in cui

mi trovo autorizzato, sia la già con-cessa abolizione del Dazio Maci-na.

« Questi motivi servir devono dì

confidenza ai sudditi fedeli di S.

M. per ottenere decisamente le piùfavorevoli provvidenze.

« Proseguono pure i SS. Parro-chi e le Autorità locali a persuadereil Contadino, affinchè solamente %\

limiti a rappresentare i suoi biso-

gni e le sue istanze, ma che si a-

stenga però, e si allontani dal delit-

to, dal ladroneccio, dall'attruppa^

mento, e dal disprezzo alle Leggi,ed alle Autorità stesse. Questa è lasola maniera, per la quale io possaessere avvalorato nel confermarelo ottenute provvidenze, e nel rap-presentarle al Governo. Diversa-mente il propiietario, l'uomo proboe tranquillo ha diritto di difenderela sua proprietà, e la sua persona,sostenuto e diretto dai mezzi delle

Autorità locali.

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« Insomma io desidero che la for-

za militare sopraggiungesse soltan-

to nel tempo che tutti fossero ritor-

nati tranquilli alle loro case, e chenon si trovasse alcun motivo, edalcun delinquente per esercitare la

punizione del Governo: e si assicu-

ri ciascuno che con la tranquil-

lità e rispetto alle Leggi si otterrà

infallibilmente protezione, e deciso

provvedimento ai bisogni recla-

mati.« Le Autorità locali si affrettino

di diffondere, e dì divulgare le pre-

senti mie intenzioni, ed i SS. Parro-chi siano zelanti a spiegarle colla

opportuna chiarezza anche al po-vero Villico».

Il Podestà Sacchetti con pocheparole invitava i suoi amministra-ti ad essere tranquilli.

« Sebbene siansi prese dalla Au-torità Superiore tutte le misurepossibili per assicurare nelle pre-senti circostanze la tranquillità

pubblica, pure non lascio d' invita-

Te tutti i buoni Cittadini in caso aprestarsi per conservarla. Io trop-

po conosco la loro indole docile, e

so che non vi sarà alcuno, che in

oggetto di tanto momento si mostri

indifferente alla voce della Patria

e del pubblico bisogno ».

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I provvedimenti del Governo, se--

cohdo ir solito, giungevano tardi,

e quando avevano poca efTicacià.

I briganii, ti^ovando guadagni in-

sperati' nei saccheggi e nelle rapi-

ne, non ascoltavano il consiglio dèi

Prefetto che li invitava a deporre

le armi e ritornare in famiglia, e

siccorrie il far denari senza fatica

alletta molti, le bande degli insorti,

cnzichè diminuire, aumentavano.Dopo avere incendiato ' le carte

(^eir archivio di Bondeno, e rubata

la cassa comunale, i briganti ritor-

narono più numerosi sotto le no-

stre mura, derubai'ono il fattore

della Sarimàrtina, ^ incendiarono'

r archivio del Sindaco di San Gior-

gio.." Nei dintorni, a Mizzana, a Quac^Ohio suonavano le campane perchiamare contadini ed operai adunirsi volontariamente, o forzata-

mente agi' insorti. Il Prefetto ad e-

vitare falsi allarmi, ordinò che incittà, per nessuna ragione, si suo-nassero ,ìe campane.

TI giorno 11 luglio la città eraJDloccata da circa quattro mila bri-

ganti e nessuno poteva più entrare,

he uscire. Costoro avevano posto il

jóro quartier generale nel palazzoRe%Tdin e si erano fortificati neiborghi di San Giorgio e di San Lii-

ca.

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2^

Mancando soldati dell' esercito,

furono invitati i cittadini a inscri-

versi nella milizia cittadina, affine

di mantenere l'ordine e difendere

la città.

Uomini di ogni classe, nobili -e

plebei, giovani e vecchi si presen-tarono volontariamente. A diminuf-re il numero dei malcontenti per la

mancanza di lavoro, fu promessala paga di soldi 30 al giorno a chi

accettava fare guardia. Sopra unatorre del Castello furono posti mi-liti ad osservare le operazioni degli

assedianti. Sentinelle furono collo-

cate lungo le mura, e di notte, adogni breve int-ervallo^ dovevano darsegno di vigilare. Quindici pattu-

glie di circa 20 uomini ognuna per-

coi'revano le vie per evitare sorpre-se ed impedire qualunque moto po-tesse favorire il nemico, essendoviin città facinorosi che desideravanoi! saccheggio.

Gli Ebrei, memori dei danni 'sof-

ferti e. del pericolo corso nel 1799,temendo di peggio, taluni di essi

affidarono, a famiglie cristiane, og-getti preziosi o cari, altri si arma-rono, prestarono servizio militare,

ofTrirono somme per la difesa, u-sarono il trattamento migliore ai

soldati che facevano guardia alOhetto.

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La città, bloccata di sorpresa,-

mancava d' armi e di munizioni,

scarsa la provvista di farina, più

scarso il denaro per le spese ine-

vitabili in un assedio. Avrebbe po-

tuto il Prefetto, nella necessità di

difesa in cui si trovava il paese,

servirsi della cassa di Finanza, la

quale conteneva grossa somma; maegli temendo la disapprovazionedel Governo di cui conosceva i bi-

sogni urgenti per la guerra che si

combatteva contro 1' Austria, si op-poneva provvedere in tal manie-ra.

.Il grave danno che ne sarebbe

venuto alla città, qualora non s' im-pedisse con ogni mezzo V entrata ai

briganti, indusse quaranta cittadi-

ni dei pili ricchi ad adunarsi sotto

la presidenza del Podestà AntonioSacchetti affine di discutere qualiprovvedimenti da prendersi, invi-

tando ad assistere alle adunanze il

Prefetto, con . solo voto consultivo.Fu deliberato di" prelevare quattromila scudi dalla cassa di Finanza,e provvedere subito a fabbricar pol-

vere, acquistar armi per l' internadifesa, mettere in azione i mulinia cavallo dei Piastrini. Fu eletta u-

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na Commissione di difesa con am-pi poteri, ne facevano parte il Pre-

fetto, il Podestà, il Colonnello Co-

mandante la Guardia Nazionale, il

Capitano comandante i carabinie-

ri.

Il Prefetto da prima si oppose a.

tale deliberazione; ma avendogli

fatto conoscere che in caso dì sua

resistenza, i cittadini, nelle cui ma-ni erano la forza e il diritto di di-

fesa, ne avrebbero usato loro mal-grado, anche contro la volontà di

lui, presuaso dai consigli di perso-

ne autorevoli, ed amiche, fra i duemali scelse il minore, cedette a con-

dizione fossero tolte dal verbaledell'adunanza, alcune frasi che a

lui non piacevano.Il pericolo imminente fece con-

cordi e attivi, Autorità e cittadini:

tutti giovani e vecchi cooperavanoalla difesa; chi a far guardia doveabbisognava, chi a far parte delle

pattuglie notturne; chi attendeva a

provveder vettovaglie, chi alla di-

stribuzione della farina e dei com-mestibili; altri a soccorrere i poverie sovvenire gli operai senza lavoro.

In città vi erano taluni, pochi, in

vero, i quali o per avversione al

Governo o per desiderio di saccheg-gio, per altre ragioni, desiderava-no r ingresso dei briganti, essi e-

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rano sorvegliati e poco potevanonuocere.La fabbrica di polvere fu posta

neir ex Convento della Certosa sotto

la direzione delF ing. GiuseppeCampana. Un operaio poco esper-

to pestando in un mortaio di mar-mo, originò lo scoppio della polvere.

Vi furono quattro morti, cinque fe-

riti gravemente dei quali due mu-tilati.

I fabbricatori di nitro erano stati

collocati neir ex Convento di San-t' Andrea.Furono raccolte armi da ogni

parte. Si presero i fucili che servi-

vano per gli esercizi militari agli

alunni del nostro Liceo Convitto, e

quelli dell' Orfanotrofio di SanGiorgio. Gli stessi orfani dell' età

dai 16 ai 20 anni furono chiamati a

prestar servizio.

Considerando di quanta utilità

sarebbe possedere almeno un paiodi Cannoni, si raccolsero 1932 libbre

di rame, 1241 di ottone, e 397 di

bronzo di campane, e si tentò di

fondere due cannoncini; mancandogi' istrumenti necessari, la provanon riuscì. Il valente meccanicoPier Torquato Tasso fece altre pro-ve, invano.Mancava la farina, non essendo

stato preveduto il blocco, e si mi-sero in azione 6 macine, come si

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disse, ai Piastrini, macinando eoi

cavalli dati per turno dai nobili.

Quaranta ricchi cittadini vestiti

in divisa, armati- e con eavalló> ppo-

prio, giorno e notte, alternandosi,

facevano volontari la pattuglia e dainformatori, portando alle Autorità

che stavano in Castello le notizie

raccolte dai Capi posto e dai difen-

sori delle porte della città.

Le bande dei ribelli erano maleordinate, non vi era unità di co-

mando, ciascuna compagnia ope-

rava per suo conto, donde la loro

debolezza e le loro sconfitte.

Alquanti insorti a cavallo percor-

revano la strada di circonvallazio-

ne, altri con una spingarda, -dal

campanile di S. Giorgio, molesta-vano i nostri posti di guardia, in

vicinanza sulle mura.Verso sera del 14 luglio si udiro-

no rullare tamburi e clamorose gri-

da verso Ouacchio, indi si videro a-

vanzare i briganti ed appostarsidietro le fabbriche dei doganieri,presso Porta Romana, e di là tirare

sui nostri.

^Il Colonnello della Guardia Na-

zionale radunò un centinaio di mi-liti in piazza, con ordine di recarsidove venissero chiamati; altri cin-quanta furono posti alla Porta mi-nacciata, e un centinaio di cittadinivolontari, chiamati dai colpi di fu-

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Cile, erano accorsi dove credevandoccorresse una maggiore difesa.

Gl'insorti spinsero un carro carico

di paglia e di legna contro la Por-

ta allo scopo d'incendiarla, ma ber-

sagliati dai nostri, dopo tre ore dì

combattimento si ritiraro'no portan-do seco i loro morti e i loro feriti.

Mentre accadeva questa scaramuc-cia a Porta Romaaia, un altro tenta,

tivo senza riuscita, 3Ì faceva dai bri-

ganti presso Porta Reno. Tutta la

notte e parte del giorno seguente,dall'una e dall'altra parte, si tirava-

no colpi di fucile, e la città era ìli

continua apprensione.I ribelli avendo arrestato un mes-

so del Governo e appreso da lettera

(Sequestratagli, che soldati bologne-si venivano in aiuto di Ferrara, chitì

sero di mandare tre loro parlamen-tari. Accettata la proposta, i tre scel^

ti furono Don Luca Bonetti, d'anni80 Rettore di San Luca, AntonioBonsi d'anni 40 fattore "nella San-martina, uomo probo; e Alberto Bo.

naia di Ferrara, d'anni 53 posside-n»

t-e, sospettato avesse aderenze coi

briganti. Si avvicinarono a Porta Re-no sventolando un fazzoletto bian-co. Appena entrati, i parlamentarifurono circondati da soldati a piedi,

e da carabinieri a cavallo, passan-do nelle vie, tra molti accorsi per

curiosità, furono condotti avanti a!

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Prefetto, al Podestà, ai Comandanti

militari. Chiesto loro che cosa do-

mandavano, rispose il Bonaia conalterigia, essere incaricati di pro_

porre di togliere il biacco a condii-

zionie di un perdono generale a tut-

ti i ribelli, e loro aderenti; ve-nti

mila s'cudi effettivi, e tolta l'impo-

sta sol macinato.Rispose il Prefetto non poter in

alcun 'mo'do trattare con individui

ribelli alla legge: non essere in po-

tere delle locali Autorità promettereil perdooio, se prima non fosse stato

sciolto ogni illegale attruppamen-to; che si sarebbe chiesta grazia,

quando fossero state deposte le armie ciascun ribelle ritornato in seno

alla famiglia; in allora egli si sa-

rebbe fatto mediatore per ottenerela sovrana clemenza.Aggiunse essere per propria bon..

tà iche li rimandava liberi, conside-ra-ndoli come individui che deside-ravano la pace, anziché quali rap-presentanti degli insorti.

Mentre in Castello si trattava di

pace, alcuni ribelli si appressaronoalla fabbrica delle guardie daziarieincendiandola. Fu fatto notar;e ai

parlamentari quanta poca fedle me-ritassero coloro che esisi rapprelsen-tavaino, i quali mandavano a tratta-re di pace, m,entre incendiavanQ la

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proprietà del Comun.e. hi tali mododavano a. lui il diritto di usare rap-

preijagiie sulle persone dei loro rap

presentanti, se la pie»t.à. non fosse

nei cuori delle Autorità supieriore

alla perfìdia dei ribelli.

Chiesto in quanti erano i loro com-pagni. Bonsi rispose: Circa tre mi-la.

Bonaia soggiunse con voce sprez-

eante: Noi siamo in dodici mila.

Terminato il colloquio i parla-

mentari furono di nuovo circondati

da .soldati e da carabrnieri e condot-ti a Porta Reno senza che alcun al-

tro potesse con loro parlare.

Correva voce essere imminenteTentrata dei briganti in città e la

Autorità militare era per ordinareuna sortita, quando gli esploratori

annunziavano, la mattina del 10, ve-

di^rsi in lontananza un drappello di

dragoni francesi provenienti da Bo_logna.

Era l'avanguardia di una cdlonnadi soldati di varie airmi, e di una'^"mDa.oinia della Guardia iVaziionale

d'i Bologna comandata dal Genera-le Gabrinscki polacco, il quale d'o-

pn avere militato inelFeseroito fran-cese, messo a riposo, viveva in Bo-logna. Arrivati a breve 'distanza

dalla città spararono alcuni colpi di

cannone per avvisare gli assediata.Le Autorità u'sciron'o da Porta

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Reno ad incontrarli, accompag-nati

da un drappello di volontari a cavati-

lo. Dopo breve coll'oquio, isi conven-

nie nel piano d'azione contro gli i-n.

sorti. Il colonnello Avventi rientrò

in città, per uscire poi da Porta Po,

allo scopo di respingere i briganti

che si trovavano da quella parte,

contro i soldarti del Generale.Gli insorti all'arrivo della trup-

pa si sbandarono parte verso Quac-chio e parte verso Mizzana. e in

quelle vicinanze. Il Colonnello Av-venti co' suoi militi della G. N. an-dò colà entrando al galoppo in pae-

se. Nella piazza vi erano pochi i

q\iaii, vista la truppa di lontano, fe-

cero alcuni colpi 'di fucile per -avvi-

siare i compagni poi si diedero alla

fuga.

Gl'insorti in buon numero aveva-no cercato rifugio nella chiesa. Mes_se sentinelle alle porte del tempio,

alla porta della casa parrocchia-

le, la truppa entrò in chiesa mentreil prete era per celebrare la messa.Quale paura ne provassero le don-ne e i fanciulli lo lasciamo imma-ginare al lettore. Fosse per rispetto

ajl luogo sacro, fosse per la sorpre-sa, non vi fu resistenza. Alcuni dei

ribelli coosegna/rono le armi, altri

le nascosero sotto i banchi, o pressogli altari, di dove furono raccolte.

Arrestati quelli contosciuiti appar-

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ten-e.re al brigantaggio, gli altri fu-

rono lasciati liberi. I nostri ritoirna-

rono in città coi prigionieri e colie

armi radunate, accolti senza essere

molestati per via.

Il gen. Ga'brins'cki aveva presa la

via di S. Luca e di S. Giorgio, nondamdo quartiere a quanti gli cade-vano ne'He mani. Sei briganti sor-

presi airosteria dell'Incudine, men-tre si preparavano a mangiare fu-

rono gettati dalla fì'nestra (cron. Al-tieri). Fu ucciso chi nel ca/mpaniledi San Giorgio suonava campanaall'arme.

Fuori Porta Mare eravi una casaabitata da U)na buona famiglia di

ortolani, la quale non aveva alcu'narelazione con i brigainti. Co»storo,

entrati colla forza, facevano fuocodalle finestre sui nostri. I soldati

riusciti ad entrare, credendoli tu-tti

briganti, tutti li uccisero eccetiuatoun fanciullo di 6 anni nascostosisotto un acquaio. Trenta e piìi furo,no 1 ribelli morti e molti i feriti.

Il nostro Comune a mostrarela sua riconoscenza al 'Generale

Gabrin^scki gli regalò un caval-

lo da sella e ai suoi saldati 500 scu-di

^

A festeggiare la liberazione dellacittà dal blocco, alla sei^a 'si feceilluminazione, si ammirarono perbellezza la facciata del Teatro, il

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Palazzo a.rcivescovile, il Castello, il

Ghetto. In quella sera fu riaperto il

Teatro, dopo eissere stato chiuso du-

rainte il blocco. Fu rappresentata l'o.

pera « Ginevra di Scozia », conballo. Il popolo ebbe libero ingresso.

Grandi onori furono fatti al Ge-nerale Gabrinscki dal Prefetto, tìgi'l

Podestà e dal Comando Militare. Si

ringraziarono pubblicamente solda-

ti e cittadini che volontari aiutaron'O

nella difesa e neUa liberazione dei

blocco. Un elogio fu fatto a'I Colon,

comandante la Guafl:'dia Nazionale,

al Capo Battaglione Beirni, al Te-nente Bendai, al capitamo' dei Cara-binieri: fra i volontari furono degnidi Idde Francesco Raspi, Oio: Lu-gli, Ferdinando Gavassini.

In otto giorni di stretto assediouè commestibili, uè ortaggi aumen.tarono di prezzto. Altri te.mp'i, altri

costumi.

Se in questi nostri anni fosse av-

venuto disgraziatamente il bloc-

co, i generi alimentari sarebbe-

ro aumentati esageratamente di

valore. La moralità era in al-

lora regola .suprema delia vi-

ta pubblica, e pochi, e segnati a

dito coloro che per brama di gO'di-

menti, non guardavamo a mezzi perprocurarseli. In quegli anni, menorarissime eccezioni, chi era prepo-sto alle amministrazioni pubbliche

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anteponeva T interesse del paes€

al proprio, erano uomini disposti

al sacrificio per il bene altrui.

Il Prefetto pubblicò un manife-sto elogiando 1' opera di quanti

cooperarono alla difesa delia città,

e alla cacciata dei brigainti, racco-

mandando ai traviati di deporre ÌH

armi, ritornare in seno alla fami-g-lia, e quando avessero dato provai

di fedeli sudditi, egli avrebbe in-

vocata la sovrana clemenza. In-

vitava i detentori di animali o og-

getti derubati o saccheggiati aconsegnarli.

« Nella gilornata del 16 corren-« te si è avverato il severo esempio« replicatamente enunziato della

« forza militare la quale ha sor-

« preso' gli ammutinamenti che« ardirono di stringejre questo' Ca-« poluogo. Una colonna di cavala

« l-eria e infanteria di linea, di ar-« tiglieria e Guardia Nazionale del« Remo, oomandata dal Sig. Gene*« rate di Brigata Grabinscki, e

« che avrà un eterno tributo della« riconoscenza ferrarese

,piombò

« innaspettatamente sopra costoro« disperdendoli in poche ore; que-« sta benemerita Guardia Naziona-« le, anzi tutti i cittadini atti alle

« armi sortirono per ogni lato, si

« aggiunsero ai prodi liberatori« della Città, li precedettero an*

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« Cora in alcuni punti principali

« ove i facinorosi si radunarono^« e fui^ono sostenuti dai capi della

« Reale Gendarmeria che fu sem-« pre instancabile e valorosa co-m-

« pagna della difesa indefessa dì

« Cittadini, in mezzo alle lodi uni-

« versali il Governo riconoscerà i

« nomi principali che per grado »

« coraggio e direzione si distin^er

« ro.

« Prima che gli sbandati siano« nuovamente raggiunti non la-

« scierò mai di raccomandare ai

« traviati perchè ritornino o ri-

« mangano pacifici nelle doro cas€,

« né piij si uniscano al delinquente« abbastanza smascherato nelle

« perfide sue viste, diano delle di-

« mostrazioni di pentimento e di

« nuova fedele sudditanza ed io

« non mancherò d' implorare la

« sovrana clemenza per loro. Sa-« ranno separati i Capi rivoltosi

« dai sedotti e piuttosto che La sor-

« te cui dovranno essere soggetti i

« primi, sia per i traviati il s«nti-

« mpT-'to di probità, di Religio-ne,

« e ài sovrana fiducia, di amore« alle loro famiglie da cui ,un istan.

« te deviarono, sia quello che rido-

« ni la calma all' intero Diparti-« mento.

« Sia.q^ucsto sentimento che ani-

« mi coloro presso cu! si trovasse-

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« ro degli effetti, animali, generi,

« e tutt' altre cose depredate, a« rimetterle press'o i rispettivi pro-

€ prielari, e caso mai si sapessero« ove fossero trafugati, o non si

« conoscesse ii rispettivo padrone,«. se ne faccia la consegna, o se ne« informi le Municipalità O' i "Si-

« gnori Parrochi locali; e quando« si credesse più opportuno si ri-

« corra alla Municipalità e Gan-« cellieri dei Capoluoghi de' Gan-« toni, e tali articoli verranno poi<r rilasciati a chi si presentasse con« indizi fondati di proprietà e po-« tesse ad ogni evento garantire la

« restituzione in caso di equivoco,« o di diversa giustificata prove-« nienza.

« Verun altra vista privata, ma« soltanto questa principale dimo-« strazione di onoratezza induca« ciascheduno che si trovasse nel« caso a non Contaminarsi con la« ritenzione o Toccultazione delle

« proprietà, che non già il diritto

« di guerra, ma il 'ladroneccio ha« strappato dalle languenti e dan-« neggiate famiglie.

« Alle Autorità locali, e special-« mente ai Signori Parrochi, che« in quest' epoca sfortunata di tra-« viamento mi hanno date prove« di vero zelo religioso, e di attac-« camento al Sovrano, raccoman-

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« do' fervorosamente tutta quella

« insinuazione che è loro propria,

« perchè abbiano il piìi esatto ef-

« fet'to queste mie intenzioni » (19

Luglio).

Il Podestà pubblicava : « Non ho

potuto vedere 'senza la più sensi-

bile emozione F entusiasmo della

valorosa Guardia Nazionale, e ge-

neralmente di tutti i buoni Cittadi-

ni nel correre alla difesa della Pa-tria in pericolo, dimostrando in

questo funesto incontro un carat-

tere fermo, uniforme, e degno dei

più fedeli sudditi del GRANDE,che ci governa. L' esito ha corri-

sposto ai comuni voti e col vigore,

e coir unione, si ha potuto resiste-

re, anzi respingere gli assalti de-

gli inimici d' ogni ordine sociale e

dell' umanità che attentavano alla

distruzione di ogni bene e delle

nostre Famiglie; ma un" opera contanto vigore intrapresa, deve con-dursi a flne. Lo domanda la Patria,

l'onore ed il nostro istesso interes-

se. La sola unione della forza e del-

la volontà di tutti i buoni spogli di

qualunque riguardo particolare po-trà conseguire lo scopo cui aspi-riamo. Non mancheranno i soc-

corsi, ma frattanto continuino i bra_vi Cittadini di tutte le classi volon-tariamente a presitarsi alle Pattu-glie notturne, all' armamento dei

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Posti, insomma alla pubblica dife-

sa; e qui raccomando vivamente la

restituzione delle amni alla pubbli-

ca Armeria ingiunta espressamen-

te coi miei Avvisi 11 e 14 corrente

tanto riguardo a quelli che tuttora

le ritenessero presso di sé per pre-

valersene air occasione tanto a

chi compiuta la Guardia si rimette

alla propria casa, mentre da questo

indispensabile ordine può dipende-

re la sicurezza pubblica , troppo

importando che il deposito delle

armi sia tenuto a numero, allesti-

to e pronto ad ogni evenienza.

« Si rendano così ubbidienti tut-

ti i Cittadini alle discipline dispo-

ste pel pubblico bene, e le Autori-

tà locali avranno ogni cura di umi-liare ai piedi del Trono i risultati

del coraggio, e del loro impegnoper la salute della Patria e per la

gloria del Sovrano ».

Dopo la partenza del. GeneraleGabrinscki si continuò la vigilane

za, affine di essere preparati ad o-

gni sorpresa. Era terminato il bloc-

co, ma non erano spenti i briganti.

Costoro infestavano la campagna,e gli agricoltori non potevano sor-

vegliare personalmente i lavori

campestri, ne i ricchi potevano an-dare nelle loro ville. Alcuni di cam-pagna vennero per sicurezza a sog-

giornare in città portando seco gli

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ogg-etti di valore e mettendo al si-

curo quanto non potevano traspor-

tare. Nei villag-gi continuavano i

briganti nei saccheggi, negli in-

cendi, nelle rapine, nelle aggres-

sioni, negli omicidi. Quanti ritene-

vano spie, li fucilavano. I Municipi

venivano devastati, abbruciati gli

archivi. La nostra milizia non ba-

sta.va a reprimerli. Quando i solda-

ti erano in maggior numero, i bri-

ganti nascondevano le armi, pren-devano strumenti rurali e fìngeva-

no lavorare; quando i soldati era-

no pochi, i briganti si riparavanonei fossi, dopo le 'siepi e sugli al-

beri e tiravano contro i nostri. Trai capo briganti uno dei pii^i temutiera un 'tal Baschieri d' anni 32, di-

sertore nativo in quel di Bologna.Il 20 luglio arrivò il Generale Pe-

yri che per ordine del Ministro del-

la Guerra prendeva il comando mi-litare dei tre Dipartimenti del Be-no, del Basso Po, del Bubicone. E-gli comandava circa 1300 soldati ;

800 italiani, 500 francesi, ai qualisi aggiunsero poi altri 500 soldati

del 3.0 Beggimento Italiano coman-dato dal colonnello Levie.Furono formate varie colonne

mobili e mandate in .perlustrazio-

ne nei vari distretti. Quante armivenivano trovate, e da -chiunquepossedute erano sequestrate e man-

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date a Ferrara. Si arrestarono quari

ti furono indicati quali favoreggia-

tori partecipi del brigantaggio. Il

numero dei prigionieri fu grande :

essi furono posti nel!' ex chiesa di

San Romano, altri nelP ex conven-

to di S. Paolo, altri nell' ex orato-

rio di S. Stefano; i maggiori delin-

quenti nelle prigioni del Castello.

A punire i ribelli presi colle ar-

mi alla mano o arrestati come capi,

fu dal Generale di Divisione Fio-

rella, in adempimento dei Decreti

Imperiali e Reali 17 messidoro A.

XII e 18 maggio 1809, eletta unaCommissione militare compostadei signori :

Cav. Levie colonnello del 3.o

Regg. Italiano, Presidente.

Groffì, Capitano della Reale Gen-darmeria.Gaddi, Capitano IT. di Comandan-

te d' arme.Uganini, Capitano Comandante

la Riserva.Agliati, Capitano del 3.o Regg. i-

taliano ff. di Relatore.

Marchiori, Tenente della RealeGendarmeria.Duplan, Tenente del 3.o Regg. i-

taliano.

A Cancelliere fu chiamato dal

Capitano Relatore Agliati, il Sig.rGabriele Manfrini.

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La Corte di Giustizia giudicava

i rei di delitti comuni, la Commis-sione Militare i rib-elli.

Il Colonnello Levie odiava i bri-

ganti, avendo, a cagion d'essi, si

diceva, perduta nelle Provincie me-ridionali, persona a lui cara, e con-tro essi operava'senza pietà facendofuciilare nelle campagne, quante

persone cadevano in sue mani, in

sospetto di brigantaggio; i suoi sol-

dati maltrattavano coloro sui quali

cadeva dubbio avessero giovato ai

briganti. Egli pensava non essere

colla mitezza o colla pietà che si

domano i sediziosi. Il terrore spar-

so nelle campagne fu grande e con-tribuì a diminuire le numerosebande e a riunire i ribelli, non an-cora caduti nelle mani della Giusti-

zia, affine di essere forti e vendercara la vita. Buon numero di costo-

ro si era ritirato verso Marrara, e

verso le paludi bolognesi per na-scondersi pili facilmente fra le

piante palustri e con piìj difficoltà

essere sorpresi dai soldati. Anchei ribelli bolognesi si erano rifug"-

giati da quelle parti e presto si ìi-

nirono ai ribelli ferraresi.

Il Generale Peyri, lasciata Fer-rara, da Bologna dirigeva il co-

mando militare dei tre Diparti-menti affidatigli.

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La poca truppa rimasta tra noi,

rese ancor pii^i audaci i briganti, i

quali spingevano le loro incursio-

ni -sino nelle vicinanae ^lla città.

Taluno contrario ai mezzi cru-

deli per reprimere la ribellione

proponeva s'inducessero gl'insor-

ti a cedere le armi, con atti di bon-tà, coll'essere generosi e non cru-

deli verso di essi.

' Il Prefetto il quale cercava o-

gni via per dare pace a questo suoDipartitmento avrebbe tentata an-

che questa prova; ma le Autorità

militari vi si opponevano, giudi-

cando atto di debolezza operare in

tal guisa con gii insorti, non essen-

dovi cosa maggiormente dannosaper un Governo, quanto quelita di

mostrarsi debole. E' da notare chegli uomini non hanno rispetto di

offendere un Governo imbelle; masi guardano dal mancare alle leg-

gi quando esso è forte, <poichè il

timore è tenuto da paura di penache non abbandona mai, per ciò

prevale in molti la massima esse-

re più utile un Governo temuto chesolamente amato.

Il Prefetto con altro proclama del

12 agosto invitava di nuovo i ri-

belli a deporre le armi e a d'ar pro-

va di fedeltà al sovrano, restitui-

re gli oggetti non propri affine di

ottenere perdono.

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4^

REGNO D'ITALIA

Il Prefetto

del Dipci<rtimento del Basso PoA' suoi amministmti

« Penetrato 'profondamente dai

molti mali prodotti dal Brigantaggio, che per somma sventura af-

flisse questo Dipartimento, che a-

V'cva date in circostanze piìi diffi-

cili tante prove di fedeltà e di ri-

spettosa sudditanza, ho poi trova-

to un grandioso compenso nel ri-

levare dai rapporti pervenutimi,

che fra i miei Amministrati il mi-nor numero fu quello dei veri col-

pevoli, e ohe il maggiore fu dei tra-

viati, sedotti forzati. Di granconforto mi è pure il vedere e sen-

tire che sia in gran parte rimessol'ordine, e come tutti li buoni Cit

tadini uniti in una sola retta vo-

lontà si occupino incessantemente per allontanare quei nuovi ma-li, che alcuni inveterati nel delit-

to, benché sbandati dalle semprevincitrici Armi del nostro SommoSovrano, vorrebbero apportiare in

quei Comuni, che più si distinguo-

no nell'osservanza delle Leggi.

« Non ignoro, miei buoni Am-ministrati, che vi sono taluni di

anim.o vile o /perverso, ohe vannospargendo fra voi sognate menzo-gne per allontanarvi dal vostro ve-

ro interesse, ed immergervi in un

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abisso di mali; riflettete però unistante chi sia, che tenta sedurvi,

ed ingannarvi, e dovrete meco con-venire, che altro non trovate, chel'uom.o coperto di delitti, che cer-

ca di aver seguaci colla lusinga dì

poter così piij a lungo sottrarsi al

la vindice Spada della Giustizia,

che lo insegne, ovvero quegl'insens'ati che pascolano un riprovevole ozio, od una malnata passio-ne di partito, traendo in luttuoso

inganno il pacifico agricoltore,

l'uomo debole, o l'idiota.

« Cltiiudete Tadito a qualunqueperfida insinuazione: non ascol-

iate simili mostri, allontanateli davoi, fuggiteli; vogliono essi, ve lo

ripeto, gettarvi in un'immensità dì

mali, vi vogliono render colpevoli

per ridiirvi poscia nella dolorosasituazione di dover star raminghidalle vostre case, lontani dalle vo-

stre mogli, dai vostri figli, da quan-to avete di piì^i caro, ed abbando-nati poscia ad un tanto rimorso alla

più desolante disperazione. Vi sia

di tristo, ma salutare esempio la

popolazione Tirolese, che animatada' suoi interni, ed esterni nemicialla ribellione, è stata ora, da que-gli stessi, ne' quali riponeva ognisua speranza, abbandonata al prò*prio lagrimevole delirio, ed a tut-

te le funeste conseguenze di quo!

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tanti mali, che ha così insensata-

mente provocati. Date un' occhia-

ta a queir infelice non lontano

paese, e comprendete a quali er-

rori e terribili disgrazie, vadanosottoposti que' «udditi, che sonotanto sventurati da dimenticarsi

i loro doveri verso lo Stato.

« Illurninati di sì imponente Ade-

rita comprenderà ognuno di voi

che il primo ed il piìi sacro dove-re si è quello di una perfetta su-

bordinazione alle leggi, di un il-

luminato amore e rispetto al piùGRANDE DEI SOVRANI, nella di

cui possanza, munificenza e cle-

menza dovete tutto confidare. Ciòv' impongono la Religione che pro-fessate, i doveri di Cittadino li

vostri interessi; ed a ciò vi richia-

mo pel vostro miglior bene; così

operando vi mostrerete degni dì

quella fiducia, che il GRANDE re-

centemente disse al Senato del Re-gno, avere riposta negli Italiani.

<? Voi non vi allontanerete, io

ne sono certo, dalle vie dell' ono-re, che furono sempre calcate davostri maggiori. Se un istante di

traviamento vi trasse in parte dalretto sentiero, ascoltate ora la miavoce: io che mi ascrivo a sommaventura il trovarmi in mezzo aVoi, vi parlo qual Padre, mi oc-

cupo dei vostri parziali interessi^

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non voglio vedere i vostri affanni,

voglio essere presso il Governo il

mediatore della vostra felicità, vo-

glio implorare per la maggioritàla somma Clemenza, e sui pochiprovocare un esemplare castigo.

« Il sig. Commendatore Genera-le Peyri Comandante li tre Dipar-

timenti del Basso Po, Reno, e Ru-bicone, si è compiaciuto comuni-carmi di aver dati gli ordini li

pii^i precisi, perchè la Truppa nonmolesti chi è ritornato pacifico ai

propri focolari, e perseguiti sol-

tanto gli Armati, li Capi, Promo-tori, e fautori principali del Bri-

gandaggio, e i rei dei più gravi de-

litti.

« Il traviato, il sedotto, il for-

zato, che ora va ramingo, rientri

nel seno della sua famiglia; mifaccia conoscere col mezzo della

Autorità locale il suo vero penti-

mento, dia prove di essere .ritor-

nato Cittadii^o, restituendo o alle

Autorità, od ai Parrochi quantoun momento di delirio gli posetra le mani, che non gii apparte-neva, riaprendo i suoi negozi, ri-

prendendo la coltura de' Campi,attendendo alle Arti., ed al Com-mercio, ed io solennemente pro-metto, che mi farò presso il Go-verno r interprete de' suoi intimi

sensi, umilierò le sue preci, im-

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plorerò per esso la Sovrana Cle-

menza.« Una pace, frutto immortale

delle immense cure e fatiche del

nostro Invincibile Monarca viene

già a coronare li vostri sforzi ped

bene dello Stato, li vostri voti pel

comune vantaggio, i vostri sudo-ri per la prosperità delle Arti, del-

l' Agricoltura, del 'Gomme-rcio, di

ogni ramo d' industria. Accelera-tene voi stessi r epoca fortunata,

e preparatevene con irreprensibi-

le condotta li più benefìci risulta-

ti.

« T.e mie cure però non potran-

no mai impegnarsi per li CapiPromotori e Fautori principali dèi

brigandag-gio, e per coloro c'he si

macchiarono di gravi delitti. Mol-ti di costoro caddero già nelle

Forze. Se qualche malvaggio della

loro sfera rimane tuttora nasco-sto nel folto delle Campagne, o

delle Valli, non si lusinghi di re-

starvi per molto tempo, sicuro edimpunito. Le decise misure all'uopo

adottate, • e preparate faranno benpresto cader nelle forze gli scelle-

rati, che un Governo fermo, e giu-sto dee condannare alla pubblicaesecrazione, e vendetta. Quyestoterribile, ma necessario momentodi punizione è pii^i prossimo di

quello, che 1' altrui malizia possa

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immaginare, o far credere. Voimiei buoni Amministrati, che vi

abbandonate ad un' irragionevoletimidità, che esitate a rientrare in

seno alle vostre famiglie, voi chia-

mo, per quanto avete di piia caro,

sollecitare la vostra separazioneda coloro che sonosi coperti d'in-

fami delitti, giacché ora è immi-nente il pùnto della vostra sal-

vezza, della vostra perdita. La-sciateli isolati, state sicuri, ve lo

ripeto ancora una volta, in senoalle vostre Famiglie, in mezzo a'

vo-S'tri travagli: rigettate le infa-

mi suggestioni dei perfidi, e siate

corti, che una severa, ed impavidagiustizia colpirà soltanto coloro

,

che attentarono ne' piìi esecrandimodi alla vostra tranquillità, alle

vostre sostanze, alla pubblica e

privata sicurezza. Per animarvimaggiormente a disprezzare le

minacele degli scellerati autori

delle vostre disgrazie vi citerò il

Comune di Crespino che collocatoin mezzo all' orda più fiera di Bri-ganti, protetti dalle difficili situa-

zioni locali, seppe, con lodevolis-simo esempio resistere alle loroperfide insinuazioni, alle più fiere

minaccie, li respinse replicatamen-te, e nemmeno un solo de' suoi A-bitanti violò la fede ultimamentegiurata. Vi citerò le popolazioni

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di Comacchio, e Lago Santo, che

non permisero che i loro Territo-

ri, fossero violati dall' infame bri-

gandag-gio, ed inoltre li Comac-chiosi che chiesero, ed ottennero

dall' Ottimo Principe, 1' inclito No-stro VICE-RE r onore di farsi di-

fensori del littorale, da cui repli-

catamente respinsero gli eterni

nemici del riposo continentale ;

molti altri esempi potrei additarvi,

ma parlando io a persone che co-

noscono come me qu.e' Comuniche si acquistarono un titolo alla

pubblica riconoscenza, e ai supe-riori riguardi mi dispenso dal nu-merarli.

« Ognuno però «sarà convinto cheove regna unità di pure intenzio-

zioni, gli scellerati non osano pe-

netrare, e che questo è il solo mez-zo di allontanare i mali, de' qualisono apportatori.

« Le Guardie Nazionali sopra-tutto sono quelle, cui viene confi-

dato il sacro deposito della pub-blica quiete, e sicurezza.. Diederoesse indubbie, ed anzi segnalateprove di conoscere 1' importanzadi un tal pegno, né vorranno al

certo smentire pel tratto successi-vo quella confidenza, che in loro

fu riposta.

« La maggiorità de' Signori Par-rochi del Dipartimento gareggiò

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nel di'Stinguersi per la .pubblica

quiete, e mant)enimento dell'ordi-

ne: ad essi spetta, ed io lì pregoistantemente a leggere dal saero Altane per tre feste consecuti-

ve questo mio Proclama al loro

gregge; ad essi appartiene il far*

gliene la letterale, e più intelli-

gibile spiegazione, .specialm/ent\e

per ciò che riguarda le liberali in-

tenzioni del Governo d'i 'far per-

seguitare dalla forza non li tra-

viati sedotti, ma coloro che so-

nosi coperti de' più gravi delitti.

Questo interessante articolo, cheriguarda la pubblica quiete è fra

li principali doveri del loro paci-

Tico ministero; tanto loro imponel' augusta Religione dello Stato ;

Ispirino essi tranquillità, 'bbbe-

dienza, fiducia e sopratutto nonpermettano, che i eacri bronzi de-

stinati a chiamare il Popolo adadempiere i doveri di Roligione

,

rìivengano giammai gli stromen-del delitto, il segnale d'ella ribel-

lione.

« Tulti li Cittadini costituiti in

Autorità, od occupanti pubbliciFm.pieghi sono richiamati a coadiu-varmi pel miglior vantaggio di

quest' interessante Dipartimento ;

si ristabilisca appieno 1' ordine,

sd riassuma la regolare ammini-strazione dei pubblici affari, dovt

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fossero per avventura n'egletti, e

fermo ognuno al suo posto si mo-stri buon Cittadino, e meritevoledella confidenza del Governo. »

« Non può sfuggirmi un altro

interessante articolo, qual è quel-

lo del ricupero degli atti e docu-menti pubblici, che o dalla bene-merita previdenza di molti Fun-zionari ed Impiegati, o dalla buo-na disposizione di zelanti Cittadi-

ni furono in molti luoghi salvati

dalla devastazione e dall' incendio.

Qualunque detentore per qualsia-

si titolo di atti, o registri pubblici

si affretti a consegnarli entro- tre

giorni all' Autorità, od Ufficio cui

appartengono, e ninno osi perqualsiasi titolo o pretesto di esi-

mersi da questo doveroso, e neces-sario incarico, poiché spirato ii

termine fissato, oltre il perdere il

titolo acquisibile alla pufbblica o

privata riconoscenza , dovrebberenderne stretto conto al Gover-no.

« Abitanti del Basso Po. io vi

dissi tutto ciò che può richia-mar-

vi air ordine, alla buona discipli-

na, alla confidenza del Governo ;

non esitate a seguire la mia vooe,gli timidi, gì' irresoluti si fidino

di chi ha tutta la cura de' loro veriinteressi; le Autorità, gì' Impie-gati mi corrispondano, mi doman-

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dino le istruzioni, i consigli de'

quali abbisognano; aprirò ad essi

gli Archivi Prefettizi, non tarderò

un istante dall' occuparmi a loro

vantag-gio, dal somministrar loro

tutti i lumi, e le cognizioni che po-trò avere. Li Sigg. Parrochi mi'Coadiuvino col loro zelo, e chiami-no in soccorso i veri principii del-

la Religione. Li buoni Cittadini in-

fine mi onorino della loro impe-gnata cooperazione, ed io con tali

m.ezzi non so più dubitare, chequesto Dipartimento non sia peroffrire quanto prima il più soddi-

sfacente quadro di pubblica tran-

quillità, e sicurezza, e di regolareamministrazione.' e riescasi a di-

menticare ben presto le immaginidolenti delle passate sciagurate vi-

cende.

Ferrara 12 agosto 1809.

C. ZaccoIl Seg. Gen.

Graziadei

or insorti diffidavano delle pro-ni'^ss'^, essendo avvnnuto che i sol-

dati, n per soli indizi o per falsedenunzie, pvevsnn arrestati lavo-ratori e sott<"postili ai giudizi deiTribunali.

Gli abitanti in campagna o n^^i

luoghi percorsi dai briganti si tro-

vavano male, e non sapevano a

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qual santo votarsi. Se davano ri-

covero Vito ai briganti, erano pu-

niti severamente dalle Autorità ;

s-e non ubbidivano alle ingiunzio-

ni dei ribelli incontravano la loro

vendetta, uccisioni, incendi. Sic-

come i rappresentanti la Legg-e

non erano sempre presenti, ì con-

tadini, temendo di peggio, nasco-

stamente e spesso forzatament-e

favorivano il brigantaggio. Nonpoche famiglie di campagnoli si

erano trasferite in città per sal-

vare almeno la vita.

A Portomaggiore i briganti ave-

vano estorto una gro&sa somma di

denaro promettendo rispettare il

paese e gli abitanti; avuto il de-

naro, non mantennero la pro-

messa. Taluni abitanti di quel Ck)-

mune si armarono e condotti dal

Capitano ff. di €apo Battaglione

della Guardia Nazionale Sig. Car-

lo Imperiali, si opposero e respin-

sero una grossa banda che per la

seconda volta tentò entrare in

quel paese. Quest' atto di lodevole

coragg-io bastò, perchè più • nonfossero molestati. Gli altri Comu-ni o ville non potendo o non vo-

lendo opporsi colla forza rimane-vano indifesi alle incursioni, alle

prepotenze dei brio-anti.

Capo della Polizia in Ferrara e-

ra in quel!' anno Antonio Govoni,

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nativi) di Cento, uomo di talento^

astuto, di grande sollecitudine nel-

la speditezza delle indagini e de-

gli atti del suo ufficio; per queste

sue belle qualità era caro al Pre-

fetto il quale molto ne apprezzava

i consigli. GÌ' insorti sempre più

audaci, per mancanza di soldati,

osavano fin anco mandare sfide e

leti-ere satiriche alle Autorità. Lamunizioni mandate dal Prefetto aPortomaggiore, caddero nelle ma-ni dei briganti ed essi, per ischer-

no, mandarono la seguente lette-

ra :

«Gli Insordenti del Basso P\o ai-

li Siepiori Govo^ie, Prefetto .e Ca-

po Segretario di Polizia :

« La munizione che ultimamenteci avete fatto tenere è ormai smal-tita, conviene che pensiate al mo-do di farcene pervenire dell' altra,

la facilità e sagacia del vostro in-

gegno sapran bene conciliare il

pronto soddisfacimento del nostrobisogno col minor nostro pericolo,

vestendo d' altronde il fatto come]' altra volta colla divisa del caso.

Ci occorre altresì il vestiario giac-

che è impossibile trovarlo in cam-pagna, pensate anche a questa

,

ma nel calcolo della quantità ag-

giungete anche uno zero al nume-ro che fino ad ora vi ha regolati,

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giacche per effetto delle vostre

sagirie manovre si è accresciuta la

nostra forza.

I ladronecci che andiamo com-mettendo, bastano appena alla no-

stra sussistenza e conviene quin-

di che per ora abbiate pazienza se

non avete la vostra parte come ci

chiedete. Voi avete già un compen-so nella compilazione dei proces-

si ^e non è impossibile che il loro

provento superi la porzione ohe

per diritto di società vi competesui nostri bottini. Fino ad ora l'ap-

plicazione della legge non potevaconformarsi meglio alle nostre vi-

ste. Era infatti di somma nec'es,si-

tà che i nostri vedessero i Capipromotori non solo impuniti, nia

dichiarati anzi innocenti ed i me-no colpevoli fucilati. Questa tati-

ca eccellente produrrà certamentee con incalcolabile nostro vanta»--

gio, r effetto che costantementeapporta 1' ingiustizia; di disacer-bare cioè li b'en intenzionati e di

animare i malvagi. Così le senten-ze della Commissione ci s'ervono

d' ingaggio per nuove reclute.

« Sentiamo con soddisfazioneche la truppa sia partita, dite pe-rò benissimo che non è ancor tem-po di azzardare il nostro oolpo fa-

vorito. L' esito felice del blocco, ci

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na illuminati, ed è saggio il vo-

stro riflesso che solo la lunghezzadelle notti, e lo scoppio della guer-

ra possono far riescire la nostra

grande operazion'e. Seguitate a di-

rigere e contate sulla fedeltà d_ei

vostri naturali alleati ed indivisi-

bili compagni.

GL' INSORGENTINella prima parte della lettera

si allude alla spedizione fatta dal

Governo, di munizione agli abitan-

ti di Portomaggiore, e sequestrata

dagli insorti; nella seconda parte,

si tenta di mostrare 1' impotenzadel Governo e di mettere diffiden-

za tra le Autorità, contro le quali

altre satire furono scritte.

Il Prefetto senza truppa, argo-mento alle ciarle dei maligni e

dei male intenzionati, non potevaprendere provvedimenti efficaci.

Egli si lusingava potere colla pa_

rola ricondurre la quiete e ripete-

va r invito di essere tranquilli, di

ubbidire alle Leggi, di riordinarele Guardie Nazionali, di essere u-

niti per essere forti.

« Col mio Proclama delti 12 cor-

rente feci conoscere a tutti gli A-bitanti del Dipartimento' quali fos-

isero le mie intenzioni relativamen-te a quelli che avevano preso par-te nel brigandaggio.

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« Nel confermare di nuovo pie-

namente ed in ogni sua parte le

disposizioni ivi accennate, alFoig--

getto anche di togliere quei dubbi

eho r altrui malignità potesse in-

fondere negli animi dei deboli e

dei traviati e nel dichiarare so-

lennemente, che resta in pieno vi-

gore quanto fu pubblicato col so-

pra riferito Proclama, porto ora a

comune notizia quanto deve es'e-

guirsi a norma delle Superiori i-

struzioni dipendenti da un piano=

generale, e quanto si esige dalla

fedeltà degli Abitanti del BassoPo sul totale ripristinamento del-

r ordine, e per la tutela della pub-blica tranquillità.

« Air atto della pubblicazionedel presente li Sig.ri Vice Prefet-

ti, Cancellieri Cantonali, ed in i-

special modo li Signori Podestà, e

Sindaci del Dip,irtimento dovran-no organizzare, ed attivare la

Guardia Nazionale in ogni Comu-ne composta delti piì^i probi Citta-

dini, di Possidenti, e di quegl' In-

dividui, che non abbiano' eccezio-

ne. La forza posta giornalmentein attività sarà proporzionata ai

bisogni di ciascun Comune, e tut-

ti quelli, che saranno chiamati do-'vranno personalmente prestarsisenza eccezione, non essendo am-missibili i cambi. Questa discipli-

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na è più che mai necessaria nelle

attuali circostanze, nelle quali nonsi vuole un apparente numero di

Armati, che all' occorrenza si mo-strino deboli, vili, e fors' anche so-

spetti; ma si esige invece una for-

za composta di onesti Cittadini, cheabbiano una .sola, e pura intenzio-

ne essendo' ciuesto 1' unico m'ezzoper allontanare, e disperdere colo-

ro, che volessero attentare alla

pubblica e privata sicurezza.

« Queste sono le precise inten-zioni di S. M. I. e R., che tanto o-nora la Nazione Italiana colla con-fidenza, che si degna riporre nellamedesima; quest'è ciò cbe pre-scrive ai Cittadini il loro: vero in-

teresse. Io non esito un istante acredere che il mio invito non siaper essere accolto con trasporto, e

che ogni buon abitante del Dipar-timento non conosca appieno l'im-portanza di questa misura, e l'o-

nore, che gli viene impartito; chese alcuno vi fosse così debole, o

vile, che ricusasse di prestarsi al-

le chiamate dielle Autorità locali,

ai bisogni della Patria, alla difesadelle proprie sostanze a scacciaregli scellerati, che volessero viola-re il sacro deposito della pubblicasicurezza che si affida dal Gover-no con tanta fiducia alle GuardieNazionali, mi si faccia conoscere.

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perchè possa anch' io additarlo a'

suoi Concittadini, e sia di lui for-

mata queir opinione che merita.

D' altronde poi le Autorità restanQ

incaricate a designarmi que' buo-

ni, e coraggiosi Cittadini, che più

si distingueranno nel servizio, clie

loro si richiede, onde non restino

ignote quelle belle azioni, che il

Governo vuole conoscere, e che

non rimarranno senza premio.

€ S' imprima ognuno la massi-ma, che la maggior forza sta nel-

r uAione, e nella purità d' inten-

zioni de' Cittadini, e che ove que-ste esistono è sbandito il delitto,

e lo scellerato non osa presentar-si; io non mancherò certamentedi prestarmi, per quanto^ mi saràpermesso, ai bisogni delle Comu-ni, e fin da questo momento pro-

m'etto, che pervenute che mi sianole armi e le munizioni, che si at-

tendono, mi farò sollecito di som-ministrare tali mezzi di difesa aquelle Comuni, che colla loro con-dotta ferma e decisa si mostreran-flo degne dell' onore di difendersida se stesse.

« Pili di una popolazione del Di-partimento mi diede a quest' or%col fatto prova di coraggio, di lo-

devole attaccamento al Governo, di

devota illimitata confidenza nel-

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r augustissimo Sovrano; altre po^

polazioni mi fecero troppo alta^

mente condseerei il loro soverchio

avvilimento, e timore: stiano fer^

me le prime nella lodevole intra-

presa carriera, s' incoraggiscano le

deboli, ne diano sopratutto il pri-

mo esempio le Autorità locali, e noi

tutti arriverenìo al fortunato mo-mento di poter francamente asse-

rire, che abbiamo trovata in Noistessi la nostra difesa, e che nonsiamo indegni sudditi del piili Gra/n-

de Invincibile Sovrano » (21 Ago-sto).

Al Colonnello della Guardia Na-zionale, che ne aveva fatta propo-sta, fu affidato il compito di libera-

re il paese di Marrara e dintorni

dalle ultime bande d' insorti cheancora molestavano quei luoghi. Atal fine egli ottenne 250 militi

scelti della G. N., a cui altri se neaggiunsero poi; di concedere per-

dono a quei ribelli che egli ne credes

se degni; e pienamente libero nel-

r operare contro i briganti. Gonve*nuto col Generale Negri, comandan-te militare in Bologna, il piano daeseguirsi, il 2 ottobre partì da Fer^

rara il Colonnello accompagnato daLuigi Bonafini suo aiutante, daStefano Berni Capo Battaglione, daGiorgio Bossi capitano dei Caccia-tori, da Paolo Bendai Tenente dei

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Granatieri, da Giovanni Lugli e da

-

Massimiliano Trotti ufficiali della

G. N. Pifi tardi si unirono alla spe-

dizione il Capitano Camillo Boriani

con im drappello di 30 uomini; il

Capitano Lenta, con militi di Ro-vigo, il Capitano Francesco Cavria-

ni e il Tenente Migliorini con militi

di Plesso, e il Capitano Pietro Pa„selli con militi di Lendinara.

Il Prefetto invitava (3 Ottobre) gli

abitanti dei Cantoni di Copparo e

di Portomaggiore, allontanatisi daT

proprio paese, per paura dei bri-

ganti, a ritornare tranquilli alle lo-

ro abitazioni.

« Egli è ormai tempo che risor-

giate dal vostro isoverc^bib abbatti-

mento, e «che ritornando alle, vostre

abbandonate case, in seno delle vo-stre famiglie, vi uniate alla forzaarmata, che percorre le Comuni, al-

le quali apjDartenete, per estirpare

li pertinaci nel brigantaggio, o permeglio dire gli assassini che le van-no desolando.

« Mentre ottocento Guai^dia Na-zionali accorse al mio primo cennoda ogni parte anche pii^i lontana del

Dipartimento vengono a darvi unluminoso esempio, di attività e ze-

lo pel Sovrano servigio, e pei* pur-gare il vostro territorio, mentreCorpi di R. Gendarmeria, e Trup-pe di linea agiscono allo stesso og^

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getto con indefessa attività, vorrete

voi rimanervi oziosi fuori della vo-

stra Comune ad attenderne le no-tizie, o restare muti nelle campa-gne senza dare alla forza armataquelle 'Cognizioni locali, e persona-li elle voi soli possedete, e che sole

possono condurre a buon termineuna si grandiosa operazione?

« Abi-tanti dei Cantoni di Porto-maggiore, e di Copparo, io non a-

vrò a rimproverarmi di non avertentato tutti i mezzi per ridonarviquella tranquillità e sicurezza, cheavete perduta più pel fatale vostro

avvilimento, che per altri titoli: vi

sia d' esempio tutto il restante del

Dipartimento le di cui Guardie Na-zionali, dopo avere purgato il ri-

spettivo Territorio vengono con il

più lodevole ardore in vostra difesa

senza abbandonare quella delle lo-

ro Comuni: se questo non vi ani-

ma, e non vi scuote, io devo dirvi

con sommo rammarico, che nonavrete ad imputare che a voi stessi

tutti i mali ai quali poteste andarsoggetti, e che dovrò render conto

al Governo di quelle Comuni, di

que' funzionari, di quegP impiega-ti, di que' cittadini tutti, che, o nonavranno voluto ascoltare la miavoce, non avranno coadiuvato lo

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m

zelo, e la diligenza della Forza ar-

mata', per estirpare gli scellerati.

«Li Funzionari ed Impiegati

pubblici, li Possidenti e Cittadini

di ogni classe, che hanno abbando-

nate le loro case vi rientrino con si-

curezza : quelli che vi rimasero

6' incoraggiscanc: unitevi tutti

contro gli assassini, che si voglio,

no distrutti, e si perda con essi la

memoria delle loro iniquità: mo-stratevi infine degni fratelli degli

altri Abitanti di questo vasto Di-

parÉimento: se resistete ancora, misforzerete a tener dubbia la vostra

condotta. Il Governo ne sarà infor-

mato e deciderà del vostro desti-

no ».

Per effettuare il piano combinatocol generale Negri, la linea segnatadal Po di Primaro fu vigilata dai

soldati, allo scopo di non essere

molestati alle spalle; il grosso del-

la truppa si pose nel centro per es-

sere pronto ad accorrere ove il bi-

sogno lo richiedesse. Furono occu-pati i paesi di Fossa Nova, Gaiba_nella, Consandolo, Argenta. Il Co-lonnello con ima compagnia di mi-liti pose quartiere a Marrara cen-tro del brigantaggio.Era parroco in queir anno a Mar-

rara don Francesco Boari da tutti

stimato e amato. Il 'Colonnello Av-venti gli disse avere pieni poteri, e

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che avrebbe perdonato a tutti colo-

ro che spontaneamente avessero

deposte le armi, volendo usare la

dolcezza non la severità della Leg--

ge: lo pregava di farsi interprete

di queste proposte presso i suoi

parrocchiani ribelli. Il buon prete

acceittò la difficile missione e si mi-se air opera.

T^na banda d' insorti nella notte

dal 4 al 5 Ottobre si aggirava nelle

vicinanze di Spinazzino, il CapoBattaglione Berni ebbe ordine di

andare ad incontrarla. Sul far del.

r alba i nostri si trovarono di fron-

te ai ribelli. Oue-sti erano coman-dati dal Capo brigante Baschieri e

da un tal Palchetto, entrambi bo-

lognesi. Dopo un' ora di combatti-

mento gP insorti ebbero la peggio,

si ritirarono al dì là del Reno, na-

scondendosi nelle vicine valli.

Questa sconfitta e la parola per-

suasiva ed autorevole del parrocoBoari giovarono a far credere ai ri-

belli illusi, i quali non potevanoavvicinarsi alle loro famiglie, sen-

za pericolo di essere arrestati, con-

venir loro di cedere le armi e 'Sotto-

mettersi air Autorità.

Da prima se ne presentarono po^

chi, uno due per volta, e quandogli altri, insorti videro i loro com-pagni poter liberamente passeg-giare per il paese e vivere in fami-

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glia senza essere molestati, aumen-tò il numero dei ravveduti, e quelli

stessi notoriamente appartenuti al

brigantagg-io, coadiuvarono le Au-torità per ottenere la quiete.

Per i risultati ottenuti fu dal Pre-

fetto concesso quanto il Colonnel-

lo di nuovo chiedeva, per assicura-

re ai briganti, meno pericolosi, il

perdono.Venne stabilito che il 24 ottobre

nella chie^sa di Marrara si farebbe

la consegna delle armi dagli insorti

pentiti, in cambio si sarebbe data

ad essi la carta di sicurezza, firmatadal Prefetto, colla quale si assicu-

rava loro di non venire arrestati.

Nel giorno fissato si presentò unaquarantina di ribelli e alla presen-za del Colonnello e del Parroco fu-

rono consegnate, sulla porta della

Chiesa, le armi. Il Colonnello fece

loro un breve discorso osservandoa qual pericolo si erano esposti u-

nendosi ai briganti; che il Governogenerosamente perdonava loro, edegli consigliava a persuadere i lo-

ro compagni a sottomettersi e ri-

tornare in famiglia. Ascoltata la

messa, ritirate le armi, furono di-

stribuite Le carte di sicurezza.Quasi ogni giorno si presentava

qualcuno a consegnare le armi. Co-loro che no.n si fidavano di chiede-re perdono, erano i macchiati da

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gravi delitti. Fra costoro vi eranoFrancesco Nardi detto BestemmiaMadonn>e, Carlo Pesci detto Car-

letto, e Angelo Stagni. Persuasi dadon Boari che assicurava loro nonesservi pericolo, si presentarono dì

notte, al Colonnello. Questi promi-se loro di occuparsi per intercede-

re il perdono dal Governo, quandoessi prestassero un grande servi-

zio a vantaggio della pubblica quie-

te. Essi accettarono e promisero di

fare quanto era in loro potere percorrispondere a* v ^sideri delP-^"torità. GV invitò a ritornare fra sei

giorni, intanto gli assicurava chenon sarebbero stati molestati se ri-

tornavano in famiglia.Giunse notizia essere stato fir-

mato il trattato di pace tra V Impe-ratore dei Francesi e l' Austria. TI

Prefetto ne dava avviso ai suoi am-ministrati. (21 Ottobre).

Colla pace sarebbe ritcrnato V e-

sercito, e qualche compagnia di

soldati mandata fra noi avrebbecooperato colla G. N. a reprim^ere.i briganti. Questa notizia indussealtri ribelli a deporre le armi.Ormai era del tutto spenta la ri-

bellione nel nostro Dipartimento,rimaneva solo una banda di poohi,ma arditi malfattori capitanata daun tal Francesco Carlini detto il

Pastore, abitante nei dintorni di S.

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7S

Egidio. Egli compiva aggressioni,

vendette sino presso la città. Cam-biando luogo e nascondiglio avevapotuto eludere le ricerche dei sol-

dati. La banda sebbene di pochi, maaudaci briganti, era di molta mo-lestia agii abitanti di quei luoghi

e r Autorità studiava il m^ezzp percatturarla.

Scrisse il Colonnello al Prefetto

di attenergli la immunità per duedelinquenti e il premio di 30 zec-

chini per chi avess'e cooperaf-o afar prigionieri quei terribili bri-

ganti. Ottenuto, quanto chiedeva,

il Colonnello convenne con Nardi ePesci nel modo di sorprendere la

banda Carlini. Entrambi dovevanofingere di appartenere ancora agli

insorti e non avendo pii^i compagnichiedere di essere accettati nella

banda del Pastore e dippoi infor-

mare i nostri del momento oppor-tuno per sorprenderla. Così avven-ne. Nella notte dall' 1 al 2 Novem-bre giunse avviso al Colonnello es-

sere il Carlini co' suoi ricoverati in

un fienile della Possessione Gran-de, dormire nella mangiatoia co-perto di fieno.

Fu spedito in quel luogo un drap-pello di soldati comandati dal va-loroso Bendai p da Trotti.

Trovarono il Nardi óì vedetta il

quale confermò l' avviso dato.

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Fu circondato il fienile e sorpre-

si i malfattori i quali, non aven-do potuto far uso delle armi, si die-

dero prigionieri. Fra gli arrestati

vi erano due disertori, uno austria-

co Giovanni Pedraviz, e un france-

se Matteo Speck, questi caduto nel-

le mani dei briganti, p©r salvare

la vita, fece parte della banda. Tra-dotti tutti in città, e consegnato il

disertore francese al ColonnelloMelfort, gli altri furono dati nelle

mani della Giustizia. Sì dirà fu tra-

dimento e non valore a catturare la

banda Carlini, ma noi sappiamoche quanti han tenuto in poco con-to la fede data ai malfattori o^ han-no saputo con a>stuzia vincere, su-

perarono quelli che fondandosi sul-

la lealtà furono vinti. (1).

fi) Il Colonnello Avventi in unamemoria scritta qualche tempo do-

po gli avvenimenti narrati, 'e dalla

quale memoria abbiamo tratte in

parte queste note, attribuisce tutto

a se il merito di avere disarmati

gV insorti rifuggiatisi nei dintorni

di Marrara, e di avere fatta prigio-

niera la banda Carlini. Nei giornalidi queir anno, negli atti del Muni-cipio, che per cortesia del diligente

archivista Sig. Ulisse Palm.er, al

quale mandiamo un cordiale rin-

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Furono premiati dal Ooverno,per proposta del Prefetto G. Zacco,

quei militi della G. N. che si era-

no mag-giormente segnalati nella

repressione dei nemici dell'ordine

pubblico.Furono date due medaglie d'ar-

gento, una a Carlo Imperiali Ca-pitano ff. di Capo Battaglione del-

la G. N. di Portomaggiore, il qualel'aveva meritata nella difesa di

quel paese inutilmente assalito l'il

settembre da numerosa banda di

briganti; l'altra al sig. AntonioLenta, capitano della G. N. di Ro-vigo.

A P. Bendai Tenente dei Grana-tieri, e a G. Rossi Capitano dei

Cacciatori, fu data ad ognuno unagratificazione di L. 400 « per ze-

lanti utilissimi servigi da essi pre-stati ».

A Marozzi, Sindaco di Gambula-ga, mortalmente ferito dai brigan-ti, fu data una gratificazione di li-

re 500.

graziamento, abbiamo potuto esa-

minare, non ci fu dato trovare la

prova di quanto afferma il Colon-nello Avventi, ma avendo conosciu-

ta in altre opere la sincerità del-

l' Autore, vi abbiamo prestata fede.

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Ad altre persone benemerite il

Prefetto mandò lettere d'encomio.Il Ministro dell'Interno assegnò

una pensione vitalizi'a di lire 16mensili alla vedova di VincenzoMamini, uno dei Guardiani delle

Valli di Gomacchio, il quale per-dette la vita il 20 Agosto, in unaspedizione contro^ i sediziosi.

La Gommis'sione Militare conti-

nuò anche nel successivo anno(1810) a pronunciare sentenze con-tro i ribelli.

E' con tristezza che si legge il

gran numero dei caduti e la lungalista dei condannati a morte o ai

lavori forzati. Si pensa che vi fu-rono delinquenti, è vero, ma la

parte maggiore dei colpiti er'a vit-

tima dell'ignoranza, mentre gl'isti-

gatori che avevano spinte tante per.sene alla ribellione o al delitto, se

ne stavano impuniti, e forse a go-dere l'oro infamemente guadagna-to, in attesa di futuri onori.

Gosì terminò questo triste episo-dio di nostra storia locale.

Una ribellione nata e fomentatada ragioni politiche, provocata dains C-portabili imposte, degenerò inbrigantaggio. Essa non doveva, népoteva riuscire. Non doveva, per-chè sarebbe stata la vittoria deinemici della libertà, e la Patria sa-rebbe ritornata in servitù, ,come av-

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venne pochi anni dopo, e tanto san-

gue costò per redimerla. Non pote-

va, perchè mancò nei condoittieri la

mente assennata ed autorevole cheavendo unità di comando, frenas-

se §r istinti brutali dei ribelli e fa-

cesse loro comprendere che per ot-

tenere vittorie durature non biso-

gna porre nella prepotenza 1' ono-re, nella violenza la forza. Fa d'uo-

po essere migliori degli avversari,

aver fede nella forza del diritto e

non confidare nel diritto della for-

za, perchè dove non e' è moralità,

costanza di principii giusti, altezza

dì carattere, nulla si compire degnodi lode.

Ferrara, Agosto 1922.

P. A.

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