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Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza
a.a. 2002 - 2003
Prof. Giuseppe Noto
Manuale: a cura di Alfredo Stussi, Fondamenti di Critica
Testuale
(disponibili in formato elettronico all’indirizzo
www.lalunga.it)
Premessa: non conosco il latino, mi scuso in anticipo per gli
strafalcioni.
Al fondo vi è un indice analitico.
Definizione di Filologia Romanza:
Romanzo è un aggettivo, relativo alle lingue che derivano dal
latino volgare, deriva dal francese “romance”, dal latino
“romanice (alla maniera dei romani – “romanice loqui”: parlare
alla maniera dei romani).
Latino volgare: latino ordinario, parlato, che è diverso dal latino
scritto e grammaticizzato. La differenza esiste in tutte le lingue
ma nel latino è notevole.
Linguistica: studio scientifico della lingua (glottologia)
Linguistica romanza: si comparano le lingue romanze e il loro
punto di partenza, quindi il latino
Romània: indica quei luoghi in cui sono o si sono parlate lingue
romanze
Romània continua o antica: ancora oggi si parla una lingua
romanza, territori che facevano parte dell’Impero Romano
Romània acquisita: per esempio il Canada francese, Sudamerica
spagnolo
Romània perduta: territori che facevano parte dell’impero
romano però per motivi storici queste parlate sono mancate.
Citazioni sul significato di Filologia:
scienza che studia la lingua e la letteratura di un popolo o di
un gruppo di popoli deducendola dai testi scritti.
Disciplina che si occupa degli aspetti linguistici - letterari
cercando di ricondurre i documenti alla loro forma originale
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Vi sono tre accezioni di Filologia:
1. è la somma di linguistica e letteratura (=produzione
scritta, indipendentemente dal suo valore
estetico/artistico, per esempio anche gli statuti). Questa
accezione è poco presente in Italia
2. ciò che nasce dalle aree di sovrapposizione delle due
(=aspetti linguistici presenti nella produzione scritta),
studia i momenti in cui le due si sovrappongono. Questa
accezione è più presente in Italia
3. si intende lo studio scientifico dei fenomeni letterari e
tutti i problemi connessi alla loro edizione scritta
Critica del testo: problemi legati all’edizione dei testi
medievali o antichi. La critica del testo è il processo razionale
che mi permette di arrivare a definire un’ipotesi, probabile, di
come doveva essere un testo alla sua origine.
Critica del testo è un’espressione calcata dal tedesco, (text
kritik) ma non è un lavoro storico/estetico come può essere la
critica letteraria. La critica del testo si basa sul principio di
maggioranza e sul calcolo delle probabilità.
Ecdotica: critica del testo, termine preferito, è calcato da
francese, “ecdotique” e significa l’insieme dei procedimenti
funzionali che mi permettono di rispondere alla domanda
“com’era il testo alla sua origine?”
La Filologia Romanza è intesa in diversi modi
In UK D. USA: non tanto una disciplina/materia, ma un ambito di
applicazione, un ambito del sapere (storia della lingua francese,
letteratura italiana).
In Italia invece la filologia romanza si è costituita come una
disciplina che fondamentalmente si occupa di almeno tre
aspetti:
1. disciplina che si caratterizza per il suo aspetto
comparatistico perché mette in relazione,
paragonandole, le lingue romanze ed il loro punto di
partenza, il latino. E’ una disciplina storica perché si
occupa delle lingue e della loro evoluzione (diacronico,
che attraversa il tempo).
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2. Un altro aspetto è lo studio della letteratura medievale e
dal momento in cui si vedono nascere le varie lingue
nazionali. Verso la fine del XII secolo un trovatore
provenzale, Raimbaut de Vaqueiras, si trova a Genova e
mette insieme un’opera sul contrasto tra un uomo e una
donna che gli risponde in genovese: è il primo esempio
scritto della lingua genovese, scritta però in provenzale. -
E’ sbagliato suddividere le letterature in letterature
nazionali perché spesso le une caratterizzano ed
influenzano le altre -
3. L’ultimo aspetto è il problema dell’edizione dei testi
medievali ovvero il come rendere fruibili i testi letterari.
In letteratura medievale ci sono inoltre problemi sui modi di
trasmettere i testi: meccanismo nel copiare; no copyright, il
copista si sente autorizzato a modificare forma e sostanza
dell’opera.
L’argomento di questo modulo è propedeutico, non specifico,
per comprendere di cosa si occupa la filologia romanza nel suo
terzo aspetto.
Che cosa accade quando si parla di letteratura prima della
nascita della stampa? Si tratta di letteratura manoscritta.
Spesso il numero di copie di un’opera varia a seconda del suo
successo, per esempio la Divina Commedia ha moltissime copie.
Esempio:
A B C D E
Lettura X Lettura Y
Di fronte a cinque copie come è possibile che ci siano due o più
edizioni differenti? Qual è la lettura corretta?
Bisogna chiarire i rapporti genealogici dei manoscritti, è
necessario capire la storia di trasmissione di questo testo.
In questo caso non vale il principio di maggioranza.
Esempio
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La possibilità che in A e B ci siano
gli stessi errori negli stessi punti è
molto remota.
AB a
C b
D c
Con le lettere MAIUSCOLE
dell’alfabeto latino si indicano i
manoscritti (testimoni, manoscritti che riportano un’opera
letteraria)
Con le lettere minuscole o dell’alfabeto greco si indicano
manoscritti che probabilmente esistevano e che vengono
chiamati codici interpositi.
Con le lettere maiuscole, in Provenza, si indicano codici
pergamenacei perché medievali, mentre con le lettere
minuscole, quelli cartacei.
Problema che si pone anche nella filologia biblica, è un
problema di rilevanza importantissima perché la Bibbia
dovrebbe essere fonte di verità assoluta.
Le varianti adiafore sono varianti equipollenti, entrambi
possibili.
Karl Lachman è colui che diede organicità ad una serie di
ragionamenti che la filologia classica aveva già fatto. Questo
metodo è un insieme di procedure che egli applica per la prima
vola nell’introduzione al De Rerum Natura di Lucrezio, che gli
viene pubblicato postumo nel 1852.
Prima di Lachman di fronte al problema dell’edizione di un testo
ci si comportava così:
gli umanisti (coloro che riscoprono la letteratura classica tra il
1400 e il 1500) sceglievano il principio del Codex Optimus ossia
il manoscritto migliore, con più senso. Era chiaramente un
principio non scientifico e soggettivo.
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A B X
C D
Seguivano anche il principio del Codex Vetustissimus, ossia del
codice più antico. Anche questo principio ascientifico perché
potrebbe essere una copia antichissima di un errore. I codici più
recenti non sempre sono i peggiori (Lachman).
Il principio dei Codices Plurimi, ossia il principio di maggioranza,
metodo a scientifico perché nove codici possono essere sbagliati
e un solo giusto!
Il principio del Codex Receptus ovvero i codici tradizionali come
sono stati letti per secoli. Tradizione non significa verità: la
nuova edizione di “Vita Nuova” di Dante modifica il modo
tradizionale che era di leggere questo testo. Alcuni lo
considerano un turbamento ancora oggi.
In presenza di varianti adiafore qual è quella da scegliere e
quella da scartare?
Archetipo: è la prima copia tratta dall’originale che conteneva
già degli errori.
La tradizione diretta di un’opera è quella tradizione di opere
copiate direttamente dall’originale o dalle altre.
La tradizione indiretta di un’opera sono tutte le citazioni
dell’opera contenute in altre opere.
Esempio
Lachman parla di una prima fase che egli chiama Recensio
(raccolta) in cui si raccolgono tutti i testimoni di quel testo, tutta
la tradizione diretta e possibilmente anche quella indiretta.
La seconda fase viene chiamata Collatio, ossia il confronto fra
tutti i testimoni per comprendere i rapporti genealogici.
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A C
BCodex descriptus che deriva da un altro, B viene eliminato a priori
Antigrafo di B
a c
A B Ci interessano solo per sapere com’era a
Ma cosa può condurci a comprendere i rapporti genealogici? Se
due manoscritti coincidono strettamente tra loro in una lezione
corretta significa semplicemente che essi derivano entrambi
dall’originale. E’ altamente improbabile che siano esatti perché
dove c’è errore c’è innovazione.
“L’errore è ogni tipo di innovazione rispetto all’originale”
(Avalle).
Per guidarci alla scoperta dell’albero genealogico (stemma
codicum) bisogna guardare la coincidenza in errore, ma non
qualsiasi errore.
Maas nel 1927 aggiunge altri concetti chiave a quelli di
Lachman, fra i quali il concetto di errore guida. Per Maas ci sono
errori congiuntivi (2 codici sono imparentati) ed errori separativi
(2 codici non sono imparentati).
Ad esempio nei manoscritti medievali la grafia era diversa dalla
nostra; è difficile distinguere la N dalla U, questo però non è un
errore guida. Deve essere proprio un errore, non spiegabile su
basi grafiche o sulla psicologia della copia (au même au même).
Una lacuna di 10 versi in due testimoni dimostra che essi sono
imparentati.
Un errore guida è un errore che è assolutamente improbabile
che si ripeta uguale in due o più copisti.
Deve essere un errore di sostanza (aspetto che riguarda i
concetti) e non un errore di forma (aspetto grafico o linguistico).
Nel Medioevo non esisteva il concetto di ortografia, ossia che
una parola ha un solo modo di essere scritta, questo è un
concetto moderno.
Per esempio la parola CASA si può trovare scritta in diversi
modi: CASA – CHASA – KASA – CAHSA. Questo accade
soprattutto per i suoni che non c’erano in latino: GL = LH – LL –
LI – HLH.
Conclusioni:
non esistevano leggi grafiche codificate
è normale l’adattamento linguistico
La coincidenza di questi errori in due manoscritti non ha
importanza, questi non sono errori guida che mi permettono di
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comprenderne l’albero genealogico, gli errori di forma vengono
eliminati.
Negli errori di sostanza bisognerà ancora trovare gli errori guida.
Copisti: copiavano opere sulla cui lingua sapevano ben poco. I
manoscritti dei trovatori sono stati esemplati in Italia da copisti
che non conoscevano l’occitano.
I copisti copiavano per molte ore al giorno perché dovevano
restituire il libro in fretta (era raro e costoso); inoltre esistevano
officine scriptorium professionali dove il “capo” rivedeva il
lavoro dei copisti e correggeva i manoscritti in interlinea con
varianti.
Manoscritto: foglio retto (davanti) e foglio verso (dietro), nei
manoscritti medievali
La posizione con la quale scrivevano era scomoda, non si
scriveva sotto dettatura (si commetterebbero meno errori) ma
dall’occhio alla mano. Molte volte nei manoscritti vi sono degli
strafalcioni.
Con più versioni di un testo medievale, con manoscritti
recuperati di una certa opera, il problema è capire la versione
giusta o che si avvicina di più a quella originale. Se un verso ha
una sillaba in più o in meno o se la rima non torna, lo si elimina.
Se ci sono più lezioni adiafore (equivalenti) per capire qual è
quella corretta bisogna riunire tutti i testi disponibili per fare il
confronto per capire quali siano i rapporti genealogici che
legano i testi per applicare il principio di maggioranza.
Per cogliere i rapporti genealogici tra manoscritti, non è la
lezione esatta, ma l’errore, che ci aiuta perché la presenza di un
errore in comune è importante.
Varianti formali: lingua e grafia
Varianti sostanziali: concetti; è a questi che dobbiamo guardare
perché non esisteva il concetto di grafia.
Gli errori sostanziali posso essere:
errori guida: terminologia adottata da Maas nel 1927, errori
che ci guidano a capire, si suddividono in:
errori congiuntivi: è altamente improbabile che due copisti lo
abbiano commesso indipendentemente l’uno dall’altro, se non è
fraintendimento grafico e se non salta dallo stesso allo stesso
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(questi non sono errori congiuntivi). Definizione: se trovo lo
stesso errore nello stesso punto si ipotizza che i manoscritti
siano imparentati fra di loro e bisogna capire. A = presenta una
lacuna di 10 versi – B = non presenta questa lacuna.
errori separativi: errore tale che può non essere corretto per
ragionamento da un copista in base alle sue conoscenze.
Presente in un testimone e assente da un altro, se la lacuna non
c’è vuol dire che l’esemplare non ce l’aveva quindi BA.
L’errore separativo ci fa capire la direzione della parentela.
Attraverso un errore congiuntivo si capisce che A e B sono
parenti e la presenza di un errore separativo ci fa capire anche
che due manoscritti sono fratelli e che ci manca un codice
interposito (a = codice interposito indicato da una lettera
minuscola)
Se tutti i manoscritti hanno lo stesso errore congiuntivo
discendono tutti dall’archetipo, esiste quindi un archetipo. In
presenza di varianti si applica il principio di maggioranza, ma
non sempre s può applicare meccanicamente.
Giorgio Pasquali : in alcuni casi la scelta è meccanica,
automatica (in caso di recensio chiusa) in altri si può scegliere e
le soluzioni sono diverse secondo quali strumenti si utilizzano:
usus scribendi: modalità dello scrivere, linguistica. Tra le due
varianti scelgo quella più vicina al modo di scrivere dell’autore o
del genere letterario o la lingua della storia. Questo concetto è
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a
A Boriginale
x archetipo
aCopia assente b Copia assente
A B C D E
Errori congiuntivi - separativi
delicato perché è soggettivo e rischia di eliminare elementi
innovativi dell’autore originale. (ad es. APAX = parola usata una
sola volta dall’autore). Nella letteratura medievale a una certa
forma corrisponde un certo contenuto, quindi è un criterio
attendibile ma difficile da maneggiare, gli autori possono variare
la loro forma, Dante ad esempio è un innovatore.
Lectio difficilior : lezione difficile, il copista ha banalizzato.
Quando trovo una lezione più difficile, più rara, la scelgo perché
il copista ha sicuramente semplificato (la Divina Commedia, ad
esempio, ne è piena). Anche questo metodo è rischioso perché
ciò che leggo oggi può sembrare difficile, 500 anni fa non lo era.
Questi due strumenti sono concetti comunque arbitrari e quindi
da maneggiare con capacità.
Quando arriviamo al testo finale dobbiamo sanare gli errori che
ci sono serviti per costruire lo schema: emendatio (correzione) o
divinatio.
Molte volte gli errori congiuntivi e separativi non ci sono e quindi
non si riesce a mettere ordine.
Emendatio : correggere gli errori per divinazione, attraverso la
mia capacità
Metodo di Lachman:
mettere in ordine i manoscritti
ricostruire i rapporti genealogici
individuare gli errori guida congiuntivi o separativi
applicare il principio di maggioranza
se questo non è possibile utilizzare la lectio dificilior o l’usus
scribendi .
Con Joseph Bedier (inizio del 1900) il metodo di Lachman
entra in crisi.
Vedere fotocopia manoscritto (allegato A)
Primo foglio dell’allegato A
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Foglio 21 verso del manoscritto P della biblioteca vaticana. P è
un canzoniere.
Jacopo da Lentini “Madonna dir vi voglio”
Derivazione dalla lirica trobadorica e prima traduzione artistica
di una poesia di Falchetto di Marsiglia (citato nel Paradiso di
Dante)
E’ un canzoniere che vede la letteratura italiana primitiva
l’ortografia non esiste
non si usano segni di interpunzione
si va a capo solo quando termina la strofa
i versi sono trascritti come prosa perché la pergamena
costa molto
vi sono segni tachigrafici (scrittura veloce)
segni brachigrafici (scrittura breve, abbreviazione)
n m r l le cosiddette “liquide” vengono abbreviate con il
trattino
foglio squadrato con rigatura (a secco, con una punta si
riga, non può essere cancellata)
vi sono tre metodi di cancellatura:
o biffatura
o espunzione (si mette • sotto la lettera che deve
essere cancellata)
o rasura (si gratta con una punta)
Secondo foglio dell’allegato A pag. 19
Ciò che si chiama edizione diplomatica riproduce in modo
fotografico il testo, ma aggiungendo le abbreviazioni. Scioglie
le abbreviazioni e separa le parole.
Terzo foglio dell’allegato A
Edizione critica dello stesso componimento fatto da R.
Antonello.
Quarto foglio dell’allegato A
Edizione interpretativa : riproduce il testo secondo le norme
della grafia moderna, dando un senso ed una interpretazione da
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presentare ad un pubblico moderno, dividendo in versi e
intervenendo dove sia evidente che c’è una lezione erronea.
Avalle : edizione interpretativa di tutti i canzonieri delle origini
di cui fa parte anche questo. Sui libri si legge l’edizione critica
quindi non quella esatta.
Edizione critica : basandosi sul metodo di Lachman cerca di
ricostruire un’ipotesi di testo fondata e possibile, basata su tutti
i testimoni di un testo. Nessuno più crede, come Lachman, che il
testo ricostruito sia come quello uscito dalla mente dell’autore.
Il metodo scientifico è verificabile da chiunque, è un’ipotesi di
lavoro.
Vedere fotocopia pag. 234 (allegato B)
Edizione diplomatica : si limita a sciogliere i segni grafici ma
li riporta evidenziati e trascrive il testo così com’è. La definizione
è di Brambilla , è completamente diversa da Balduino
(riproduzione fotografica). Questa definizione è vicina
all’edizione interpretativa, mentre la diplomatica lo introduce, la
interpretativa lo interpreta (!), lo rende leggibile al lettore
moderno. Perché la diplomatica riporta esattamente il
manoscritto? Nell’ ‘800 non c’erano le fotocopie ma oggi si.
L’edizione diplomatica ci aiuta la lettura e permette a chiunque
di usufruire dei manoscritti senza avere l’originale. Non si
preoccupa del significato, del senso.
Edizione interpretativa: dà una lettura del testo, inserisce le
lettere mancanti, fornisce il senso e quindi corregge e integra,
segnalando al lettore le modifiche effettuate.
Se la distinzione è semplice, non sempre esiste un’edizione
diplomatica pura perché dire che una M è una U è anch’essa (ad
esempio) un’interpretazione. Ad esempio, lo scioglimento delle
abbreviazioni, sono un’interpretazione e non diplomatica, ma
compaiono nelle edizioni diplomatiche. La divisione delle parole
è un altro esempio e no sempre è evidente come vanno divise le
parole, a volte fa cambiare il significato delle parole.
Verbo Collimare: etimologicamente è sconosciuto fino a che
hanno visto il manoscritto dove per la prima volta compare
Collinare ma fu letto in modo sbagliato è un travisamento
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grafico. Quindi ogni atto di lettura e copiatura implicano
un’interpretazione. Una diplomatica pura quindi non esiste e il
verbo “collimare”, per esempio, non sarebbe dovuto esistere.
L’edizione interpretativa si basa su un solo manoscritto.
Esempi di dificilio (quando l’albero genealogico non è
utilizzabile bisogna scegliere, si sceglie il più semplice)
E’ fondamentale per lo stemma codicum della costruzione di un
testo critico che l’albero sia fondato.
Lo schema non va interpretato come un albero genealogico ma
come percorso storico, non c’è la certezza assoluta dei passaggi
ma le sintesi di un percorso storico.
Lezione così configurata:
AB = a : x = 1 (un solo testimone
DE = b si sceglie questo perché è presente in due rami su tre
CG = c : Y = 1
F = d : unico testimone, è uno strafalcione, è una lezione isolata
ai piani bassi del sistema, innovazione riportata solo su F.
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w Et
x y D F
A B C D
Piani alti
Piani bassi
testimoni
interpositi
AB = a = V = 1
DE = b = z = 1
CG = C = W = 1
F = d = singolares, eliminata
Due filologi differenti utilizzano valori di errori diversi. Questaè
una recensio aperta, non è possibile applicare il principio di
maggioranza, si parte da 6 testimoni in entrambi i casi ma con
la costruzione di due alberi differenti. Nel primo caso si può
applicare il principio di maggioranza, nel secondo no, si utilizza
quindi la difficilio.
Il concetto di errore guida è da usare con attenzione e cura,
l’albero deve essere fondato su basi certe, se non lo sono, è
meglio che non vi siano scelte meccaniche. Il metodo di
Lachman non è però inutile perché, anche sesi arriva alla
conclusionoe di scegliere non meccanicamente, si sa che F è
singularis, è isolata e quindi unica e la si elimina. Ci sono tanti
casi dove la meccanicità del metodo non regge, ad esempio in
casi di recentio apera con albero a due rami e siccome nei piani
alti l’albero è a due rami, Lachman entra in crisi. Pasquali Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza
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x z
V W
A B C G
X
X E
D F
evidenza altri casi di crisi del sistema, nella sua versione rigida
di Maas non funziona. Anche Bedier lo aveva detto prima di
lui. L’utilizzo degli errori guida serve a costruire lo stemma
codicum per capire qual è la lezione esatta. Se nel testo da
ricostruire trovo diverse versioni devo scegliere.
Difficilio: l’autografo della Divina Commedia è perduto. I primi
manoscritti risalgonoa 10/20 anni dopo la morte di Dante.
Secondo molti da questi testimoni non è possibile costruire
l’archetipo. Uno di questi, Vaticano Latino VAT LAT 3199 è il
codice più importante perché quello che Petrarca tra il 1351 e il
1353 donò al Boccaccio per poi finire alla Biblioteca Storica
Vaticana. Prima di darla al Petrarca, Boccaccio la copiò tre volte,
vi sono tre copie che non abbiamo ancora. Esistono decine di
manoscritti in ogni area geografica. Mettere ordine è difficile:
Petrocchi ci ha provato e ha ricostruito la storia dei testimoni e
dice che la prima edizione a stampa ed. Aldine (edite da
Manunzio) è la edizione del 1502, a cura di Bembo Pietro ed è
tratta dal VATLAT 3199. Secondo l’uso del tempo il codes
optimus è considerato corretto. Se è sbagliato viene corretto in
base ad altri codici (i tre copiati). Nel 1595 esce l’edizione
dell’Accademia della Crusca che riprende l’edizione Aldina.
Quindi Boccaccio Bembo Crusca Boccaccio. Fino agli
anni ’60 del 1900 la Divina Commedia è stata letta secondo
l’edizione della Crusca, quindi di Boccaccio. Foscolo ne fa
un’edizione nel 1842/43 che risale a Boccaccio – Bembo –
Crusca.
Nel 1966, Petrocchi dice che l’edizione attuale non è scientifica
e che è impossibile ordinare le centinaia di copie (forse ora si
con i PC) e quindi di leggerla come era stata letta prima di
Boccaccio, o pensando che egli è intervenuto personalmente.
Edizione critica basata su tutti i testimoni precedenti a quello di
Boccaccio, l’edizione di Petrocchi è fondamentale e la intitola:
“la Divina Commedia secondo l’antica vulgata” e modifica il
testo con il metodo della difficilio.
Esempio: inferno 3° canto verso 31
ED IO C’AVEA D’ORROR / ERROR LA TESTA CINTA
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Boccaccio – Bembo - Crusca
Esempio: inferno 1° canto verso 48
SI CHE PAREA CHE L’AERE NE TEMESSE /
TREMESSE
Risposta per le rime: rispondere con lo stessa schema metrico.
Il metodo di Lachman rivisitato da Maas.
Maas nel 1927 pubblica “Principi di critica testuale”, stampo
scientista tedesco, scuola più importante nella filologia moderna
e ci sarà uno scontro ra lachmaniani e bedieriani, scontro
nazionalistico che si ricompone solo ora.
Il testo di Maas dà rigore geometrico al medodo di Lachman, fu
presentato da Pasquali in Italia, filosofo classico (non romanzo)
che alla fine degli anni ’20 (il volume esce nel 1934) scrive
“Storia della tradizione e critica del testo”. Mentre Maas puntava
sull’ectodita, Pasquali inserisce la storia della tradizione. I
manoscritti hanno ognuno una storia e questa è un elemento
indispensabile. Il modo in cui il testo è arrivato a noi è
importante.
Gli elementi che mettono in crisi il metodo di Lachman e che
vengono sollevati dal Pasquali sono:
Recensio aperta: se non si può applicare il metodo di
maggioranza si applica la difficilio etc. ma è un problema. E’ un
elemento di debolezza. Solo quando c’è Recensio chiusa si
applica Lachman
Concetto di errore congiuntivo e separativo: essere sicuri
Pag. 15 del manuale: albero a due rami
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 15
Petrocchi: ERROR = DUBBIO: è difficilio, è un significato raro della parola.
Boccaccio – Bembo - Crusca Petrocchi
Molto spesso uno o più testimoni a volte facevano gruppo con
“b” e altre volte con “a”, Pasquali se ne accorge, i testimoni
fanno parte di più di una famiglia, Contaminatio, e si spiga che
negli scriptorium venivano lasciate delle lacune nei manoscritti
che venivano riempite dopo e questo perturba la meccanicità
dei rapporti genealogici. Quindi i manoscritti si trasmettono
anche per via orizzontale e non solo verticale. Maas dice che
contro la contaminazione non c’è rimedio. Questo è un grosso
problema di “Storia della tradizione e critica del testo”.
Rimaneggiamento del copista: nei testi medievali i copisti hanno
un atteggiamento attivo, la storia della tradizione ci dà codici
fatti da copisti come a gareggiare, modificano l’opera.
L’esemplare ha una lacuna e al copista si presentano delle
alternative: lascio la lacuna, riempio la lacuna, riempio la lacuna
a fantasia. In qusto ultimo caso il copista rimaneggia l’opera
(libro del Buenamor). In questo caso non si può usare Lachman.
Varianti d’Autore: non è detto che l’opera nasce da un autore e
poi non la modica più. Ad esempio le poesie dei trovatori
venivano recitate dai giullari, l’ultima strofa (tornada) era di
dedico, e quindi cambiavano l’ultima strofa.
Quale veste linguistica dare al testo critico? Sciegliere la lingua
e la grafia per il testo critico di quale testimone mi devo fidare?
Il copista adatta alle sue carateristiche linguistiche il
manoscritto. La lirica dei siciliani è toscanizzata e quindi
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 16
originale
x archetipo
aCopia assente b Copia assente
A B C D E
Errori congiuntivi - separativi
C fa parte di b ma è contaminato
sappiano poco dellalingua dei siciliani. La ricostruzione della
lingua dell’autore, la sua restaurazione, restauro paleontologico,
che risale alle origini: queta soluzione ha dato vita a dei mostri
perché non è possibile ricostruire la lingua di Giacomo da
Lentini, perché ci sono parlate che sono note tramite la
letteratura. In poesia con le rime siè sicuri di ricostruire la
volontà linguistica dell’autore. Si utilizza il sistema del
manoscritto base: criterio molto utilizzato per la forma fonetica
e grafica si utilizza il manoscritto più vicino al tempo e nello
spazio all’autore. Veste linguistica. Quella che comporta minor
numero di passaggi possibili, la ricostruzione dell’originale è un
mito. In epoca positivistica reagendo al si cercava di dare
fondamento scientifico. Dopo Pasquali oggi nessuno crede che il
metodo di Lachman serva a ricostruire l’originale, serve a
eliminare testimoni e a costruire un’ipotesi di testo.
Per arrivare alla edizione critica definitiva mancano molte cose:
Il lettore deve essere in grado di verificare quanto fatto
dall’editore
Apparati: vi sono vari tipi di apparati e l’edizione critica seria
deve averne uno con le varianti rifiutate.
L’edizione critica dovrà avere un commento: i testi non sono
fruibili immediatamente al pubblico
Traduzione e parafrasi
Analisi linguistica
Concordanza e formario: lemma del vocabolario (andare =
lemma; vado = forma) la presenza delle concordanze è
importante in una edizione critica.
Vedere allegato D pag. 382
Guido Cavalcanti “Rime” 1957, adotta “Strategia Totalizzante”
Il lemma “anima” è molto usato e questo dà indicazione
sull’opera, sull’ideologia dell’autore.
Nei Promessi Sposi il lemma più diffuso è “casa”
L’apparato critico.
Bibliografia: F. Brambilla Aghemo: “ Edizione critica dei testi
volgari” Padova, Antenore 1984, II edizione.
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 17
Bibliografia: D. Avalle: “Principi di critica testuale”.
Uno degli elementi che costituiscono un’edizione critica è
l’apparato. Vedi l’edizione critica di Antonelli su Giacomo da
Lentini. Il modo di organizzare l’apparato critico (ciò che ci
informa sulla forma rigettata perché ritenuta erronea) è vario, è
diverso a seconda dello studioso che lo fa. L’unica regola
generale è che l’apparato è quel luogo dove si informa il lettore
delle varianti che non sono state accettae. Il modo di
organizzare l’apparato dipende da due variabili:
il numero dei testimoni
la quantità e la qualità dei materiali raccolti, in sede di
collazione.
Ad esempio, l’edizione della Divina Commedia di Petrocchi deve
governare centinaia di testimoni, indica la lezione comune a un
gruppo di testimoni.
Vedere Allegato C - Edizione critica dell’Antonelli
Pag. 11, primo verso, “madonna dir vo volgio” riporta diversi
testimoni perché sono in realtà pochi. Indica tutte le varianti
anche quelle formali (madona non è una variante sostanziale
ma formale) Esempio, questo di apparato negativo.
L’apparato positivo indica le varianti rigettate ed i relativi
testimoni (ma è poco usata)
L’apparato negativo non indica il testimone in cui c’è la lezione
giusta
Elemento negativo di questo procedimento
Dobbiamo chiederci quali sono i testimoni, perché non sono
citati. Però è molto sintetico ma è possibile solo quando i
testimoni sono pochi. Li ricaviamo però per esclusione (vedi
verso 6 pag. 11 dell’allegato C).
Alcuni indicano solo gli errori sostanziali e non quelli formali.
Antonelli non lo fa perché gli errori formali sono pochi, (gli errori
formali non sono errori guida quindi possiamo anche eliminarli,
se non danno importanza alle varianti di forma). Se il nostro
obiettivo è lo studio della storia della lingua, sono invece
importanti, perché ci dicono come poteva ad sempio scrivire un
copista veneto.
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 18
Anche nei giullari che recitano opere tramandate oralmente e
quindi variabili, non si può dire quale è giusta e quale sbagliata
Lezione riassuntiva
Bibliografia: Come si legge un’edizione critica – Giorgio Inglese
Definizione di critica del testo: serie di procedure razionali che ci
permettono di ricostruire un’ipotesi di testo scientificamente
fondata ed economica (con minor numero di passaggi).
Razionale: basata sul principio di maggioranza e calcolo delle
probabilità
Ipotesi: nella seconda metà dell’ ‘800 l’idea che per via
ricostruttiva fosse possibile ricostruire un organismo (leggi:
testo) è idea positivista, che poi viene abbandonata. Avalle:
tranne che in casi particolari l’originale è inattingibile.
Metodo di Lachman: teorie della filologia classica, sono una
serie di procedure
Recensio : catalogazione della tradizione diretta (ha portato a
noi l’opera consapevolmente) e indiretta (citazioni secondarie
del testo) che portano al noi il testo.
Collatio: rapporti genealogici tra testi tramite l’analisi degli
errori (definiti da Maas “errori guida”)
Errori: non tutti gli errori sono significativi per la definizione
dello stemma codicum (albero genealogico dei testimoni)
Errore gruida congiuntivo: errore tale che, presente in due o più
testimoni, è altamente improbabile sia stato compiuto da due
copisti indipendentemente, deve essere realmente un errore e
tale che non sia poligenetico. La presenza di un errove
congiuntivo parentifica il testimone.
Errore guida separativo: presente in uno e assente in un altro
testimone.
Codice interposito
Variante adiafore: ininfluente, equivalente, entrambi accettabili.
Veste linguistica: per la scelta della veste linguistica si localizza
un manoscritto base, il più vicino nel tempo e nello spazio
all’autore.
IMPORTANTE
Differenza fra suoni e lettere.
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 19
Lettera - grafema: mezzo grafico che identifica un suono, è un
artificio grafico
Suono: entità tangibile con le orecchie
Ricostruire la veste linguista, fonetica di un testo e poi riprodurlo
graficamente, la scelta della grafia da usare dipende dalla
finalità dell’edizione.
L’edizione critica si compone di:
Introduzione del metodo usato di presentazione.
Apparato: può essere apparato positivo e negativo, a seconda
della indicazione o meno dei testimoni della lezione messa a
testo. L’apparato deve essere diviso per fasce e di verificare i
criteri seguiti; senza apparato non esiste testo critico.
Commento o traduzione: (apparato esegetico) per colmare la
distanza che ci separa dai testi dandogli una interpretazione, un
commento, tipo una parafrasi di servizio
Studio linguistico
Concordanze della lingua dell’autore: suddividendo in
lemmi (arcivore, sintesi che scelta per rappresentare quella
voce) il vocabolario dell’autore. Esempio: amara, amerò, amava.
Barbi definisce questo: “strategia totalizzante”.
Formario: elenco delle forme
IMPORTANTE
L’edizione critica nasce dall’elaborazione delle procedure con
tutti i testimoni
Le edizioni diplomatica e interpretativa riguardano un solo
testimone.
Molte miniature raffigurano il copista durante il suo lavoro; la
copiatura non e ra sotto dettatura ma un rito individuale. Il
copista tende a riprodurre così com’è il suo modello. I
manoscritti variano, con rientri per la miniatura, a 1 o 2 colonne,
ecc.
La copiatura inoltre non avveniva sul tavolo o scrivania ma sul
leggio o sulle proprie ginocchia per tante ore al giorno. E’ un
atto faticoso, a lume di candela, o luce del giorno. A volte i
copista non capisce ciò che è scritto in un’altra lingua.
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 20
Passaggio da Volumen a codex: il volumen, volvo latino,
significa volgere, girare. Rotoli di pergamena e arrotolati. Per
leggere bisogna svolgerli e arrotolare la parte già letta, si lima
l’attaccatura per rendere i lembi perfettamente uniti Questo
vale per letteratura greca e latina.
Codex è il libro antico, quello che interessa a noi. Permette di
usare il sistema dei fascicoli. Pergamena: un lato carne, un lato
pelo.
Sul primo foglio (retto) e verso, poi passo ad un secondo folgio
stando attento che peol e pelo corrispondano e carne e carne
pure. Si crea un fascicolo. Molti errori, lacune, derivano dal
modo di organizzare il fascicolo. Il copista furbo scrive in piccolo
sull’ultimo foglio le prime parole del foglio seguente in modo da
evitare errori di legatura.
Dopo tocca al miniatore che deve riempire gli spazi vuoti, poi
passa al rubricatore, se il copista dà linee guida, il rubricatore
lavora meglio. Errori nelle iniziali sono comuni. I vari fascicoli
sono cuciti insieme, racchiusi in un foglio e poi cuciti e rilegati
su struttura di legno o stoffa. Questa fase è pericolosa perché il
rilegatore rifila i fogli per farli combaciare perfettamente ecosì
può anche tagliare una nota a margine. Inoltre le rilegature nel
tempo vengono cambiate e ogni volta un taglio e ciò è,
naturalmente, rischioso.
Vi sono altri errori legati alla rilegatura e copiatura: il copista
tende a copiare perfettam,ente la coia che ha di fornte (è più
facile), nel Medioevo accadeva che in un unico codice venivano
rilegate più opere,anche di autori diversi, in questo modo se il
copista si dimenticava di aggiungere il termine “Expicit” alla fine
della prima opera, la prima e la seconda opera diventavano un
solo testo. Se pensiamo che questo errore può essere copiato, è
un caos.
Inoltre i copisti riempivano gli spazi bianchi (nel medioevo non
esistono quasi spazi vuoiti nella pagina), allora lo riempivano
con porzioni di testo che nulla c’entravano con l’opera copiata.
Ad esempio usavano la Divina Commedia per riempire questi
spazi, anche i notai lo facevano per riempire gli spazi vuoti di
atti. Se l’opera ad esempio mi dà veresi di Giacomo da Lentini e
riempiti con un altro e il copista non lo capisce, mette tutto
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 21
come fosse un’unica opera. Un altro copista poteva ricopiare
tutto questo caos. Il copista ricopiava addirittura la
sottoscrizione del suo esemplare, la firma. Ciò non rende sicura
la data di quel codice, perché se copio anche la data, ad
esempio 1254, ma l’ho copiato nel 1290 di fatto ai posteri
gingerà un’informazione sbagliata.
Altro esempio: se devo copiare trenta righe non è detto che ci
resca, se avanza spazio io continuo, poi nel foglio seguente
riscrivo e cancello parte del precedente. Se si va fuori della linea
di scrittura, faccio trentuno righe oppure salto qualche parola.
Davano più importanza all’estetica che alla forma.
Inoltre l’idea di imitare il modello è anche fascicolo per fascicolo.
Sistema della Pecia: copiatura per fascicoli scambiati, per fare
più in fretta. Se non è preciso questo sistema può creare
problemi.
Nei canzonieri (macrotesto) ad esempio cambia l’ordine dei
componimenti o i componimenti stessi.
Prima di Lachman: gli umanisti riscoprono la letteratura classica
e:
si attengono al codice migliore (Optimus)
al codice più antico (vetustissimus) ma è fallace perché non è
detto che il più vicino sia anche il più fedele
al testo receptus che è arrivato fino a noi in un certo modo e
così è rimasto
Vedere Allegato F
E’ un esempio di edizione critica.
Difrazione: termine preso dall’ottica, un fascio di luce che
colpisce un colore lo diffonde in vari colori, inserito da G. contini:
spesso ci sono testimoni che divergono fra loro. Ad esempio in 5
testimoni diversi una donna viene definita in 5 modi diversi.
Spesso accade che in presenza di una difficilio i copisti
modificano la sostanza del testo, magari perché sono cambiati i
canoni estetici e la modificano perché non la comprendono. Se
la donna viene definita “grassa” il copista non lo capisce, per lui
non è vero e quindi riporta “bella” o “gioiosa”.
Contini dice che ci sono:
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 22
una difficilio perduta
è stata male interpretata
quindi modificata dal copista.
Vedere Allegato F
Brambilla Agemo: pag. 164 - stemma
O = originale copiato in un archetipo dal quale nascono un
codice Pe (da un interposto) due altri codici. La concordanza di V
con P vuol dire che il loro testo risale all’archetipo.
IMPORTANTE
Ripreso dalla fotocopia: quando Y e P discordano, X è incerto (a
meno che una delle due è sicuramente sbagliata). Il problema si
pone quando da due rami nascono due testi adiafore. In questo
caso si fa l’emendatio a cura del singolo editore (vedi
laudato/caudata). Di norma l’apparato critico contiene solo le
varianti di sostanza (quelle di forma le mette in un altro posto),
questo è un apparato negativo perché non riporta le sigle dei
testimoni. Telescopizzare: parola che a Noto piace molto,
sintetizzare l’apparato.
Si tratta di un testo siciliano, di cui sappiano poco, la natura del
materiale è discriminante per vedere che metodo usare. In
questo caso:
numero dei testimoni
varianti formali (perché in questo caso la lingua è
importante)
non si può dire quale sia l’apparato giusto da fare perché
dipende da un sacco di variabili.
Tutti i versi sono settenari e quindi va bene l’apparato negativo;
l’apparato dovrebbe avere la forma rigettata in parentesi
quadra ma se non è necessaria non si mette
Le parti costitutive di un’edizione critica sono:
1. nota introduttiva
2. testo ricostruito
3. apparato
4. commento
Nel verso 2 DISTRIGNE è da rifiutare perché guasta la rima e poi
L e P concordano quindi risalgono da X e la scegliamo.
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 23
Nel verso 3 sull’edizione di Contini (presente in tutte le
antologie) è diverso: SOUEN interpretativa SOVEN. P riporta
MITENE (Contini) e il testo di X appare incerto perché ci sono
due varianti adiafore, il Contini appare più attendibile ma SOVEN
per la difficilio è attendibile (rispetto a MITENE è più difficile). La
scelta deve essere fatta in modo chiara perché la si possa
constatare.
IMPORTANTE
Pur partendo dagli stessi dati i due arrivano a percorsi differenti,
è il metodo sperimentale di Galilei che dice che il percorso sia
esplicitato e chi lo vede lo possa rifare.
Nel verso 4 si legge COME OMO CHE TENE MENTE ci sono tre
versioni differenti e quella a testo non è nessuna di queste,
facciamo quindi la collazione:
sbagliata: 8 sillabe COM OMO CHE TENE MENTE V
Sembra l’aggiustamento di quella sopra COM OMO CHE TEN MENTE L
Non si rispetta lo stesso verbo KOM OM KE PONE MENTE P
Questa soluzione funziona ma non ha
realtà tangibile, non è un dato gestito
dalla storia
COM OM CHE TENE MENTE
L’edizione critica senza apparato che mi spieghi perché a testo
c’è una lezione invece di un’altra, non va bene.
Nel verso 8 VEDI DENTRO LO CORE MEO la scelta tra un ramo e
l’alro (P oppure L) cade su P perché dificilio.
Nel verso 11 si sceglie P e L perché sono 2 a 1 e poi perché
dificilio (COME PARETE = COME VOI SIETE).
Difrazione (Contini): in presentia o in absentia
Nel verso 31 in presenza di un termine complesso, dificilio come
LOCO i copisti banalizzano, questo spiega perché i codici hanno
ognuna una versione differente, è un caso di difrazione in
presentia perché la versione corretta c’è ed è su V.
Nel verso 33 (Sinalefe (?) divisione, la vocale finale si fonde con
la vocale iniziale) la lezione P è messa a testo per dificilio perché
orma latineggiante.
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 24
Vedere allegato G
La pagina 41 è un’opera monotestata, c’è solo un’esemplare ma
bisogna proporlo con i codici moderni. L’editore deve ricostruire
anche la veste grafica: moderna o del Boccaccio? Non c’è una
risposta unica, dipende dalla finalità dell’edizione, se deve
rendere la veste linguistica e la grafia (ad esempio per studiare
come si rendevano i suoni ai tempi di Boccaccio).
Il filologo fa da filtro e il lettore deve essere messo in grado di
capire come si è arrivati all’edizione finale.
Cronologia della storia della critica del testo
Karl Lachman (1816-1850)
Il metodo di Lachman trova la sua elaborazione quando tira le
fila di un dibattito a lui precedente e contemporaneo, ma non è
un metodo inventato da Lachman ma sistema una serie di
questioni intorno al dibattito. Questo metodo ha tre tipi di
applicazione:
1. testi classici: edizione del Rerum natura di Lucrezio,
postuma (Lachman era già morto)
2. Nuovo Testamento, nascono i problemi di critica del
testo, cosa voleva dire l’autore.
3. I Nibelunghi (il carme): Lachman è tedesco e il clima
romantico, poi positivistico.
Il metodo di Lachman è
1. Razionalista
2. Scientista
3. Meccanico
Si basa su principi del ragionamento logico formale e con la loro
applicazione si passa dal non conosciuto al conosciuto
attraverso il metodo ricostruttivo. In questo periodo la
paleontologia si fonda sugli stessi principi, nell’ambito della
linguistica indoeuropea si cerca di ricostruire l’indoeuropeo
originale. L’applicazione dei principi delle scienze esatte porta a
raggiungere grandi risultati. Dopo pochi anni dalla morte di
Lachman, Kant (positivista) scrive della sociologia. E’ un periodo
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 25
di grande fiducia nella scienza e il mito delle origini. Durante il
Romanticismo si sviluppa il concetto di Nazione.
Si vuole ricostruire l’originale andato perduto con metodi
meccanici, senza l’intervento del giudizio individuale del critico.
Si vuole arrivare alla recentio senza interpretazione, con
l’applicazione dello stemma codicum si doveva generare
l’originale senza l’intervento del critico.
Questo metodo nasce in opposizione a quelli precedenti risalenti
all’Umanesimo dove c’era il Codex Optimus da emendare.
Non dobbiamo solo a Lachman il metodo: nel 1963 con il libro
“La genesi del metodo di Lachman”, si spiega come il metodo di
Lachman sia l’elemento terminale della genesi di questioni
precedenti.
Quali sono le applicazioni del metodo di Lachman nelle
letterature Romanze:
1. Nel 1857 Karl Bartsch pubblica le opere di un trovatore,
(Pier Vidal) utilizzando tutti i testimoni e cominciando ad
applicare i principi del metodo di Lachman.
2. Nel 1859 Gustav Grober pubblica uno studio su un’opera
epica “Fierabras” in provenzale, non ne fa un’edizione
ma uno studio basato sul metodo di Lachman
3. Nel 1872 Gaston Paris pubblica un’edizione critica di
un’opera agiografica (vita dei santi), la vita di
Sant’Alessio.
Mentre Gaston Paris è un francese, gli altri due sono tedeschi:
questo è un periodo di forti attriti tra Francia e Germania.
Gaston Paris recensendo l’opera di Groeber dice che non è il
caso di lasciare ai tedeschi la redazione. E’ anche un’opera
politica, quindi Paris è un’importante filologo del tempo che
cerca di togliere alla cultura tedesca questo tipo di studio e la
scelta della vita di Sant’Alessio è significativo (Nibelunghi per i
tedeschi Sant’Alessio per i francesi). Quindi questo si può
considerare il primo esperimento compiuto del metodo di
Lachman.
In Italio nel 1895 Pio Rajna pubblica il De Vulgari Eloquentia e
nel 1907 Michele Barbi la Vita Nuova. Nell’introduzione di Rajna
si spiega benissimo il metodo di Lachman (manca il concetto di
errore guida che è successivo con Maas).
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 26
Nel 1872, quindi, Gaston Paris pubblica la Vita di Sant’Alessio:
nell’introduzione alla sua edizione si sofferma sulle
caratteristiche del metodo di lachman e ci insegna come deve
essere strutturata un’edizione Lachmaniana:
ricostruire tutti i testimoni che riportano all’opera
indicare i principali dati relativi ai testimoni
Gaston Paris capisce che i testimoni sono 4: quali rapporti ci
sono fra loro e tra di essi e l’originale o l’archetipo?
Critica ai metodi utilizzati finora
A pag. 53 del nostro manuale (concetto fondamentale da
ricordarsi e che Gaston Paris scrisse nel 1872) “… non
raggiunge mai completamente questo scopo” questo è quindi
un concetto già presente in Paris prima che in Contini.
La tradizione manoscritta in volgare è molto diversa da quella
classica, i copisti delle opere in latino le riproducono con
maggior rigore mentre con la letteratura in volgare i copisti sono
molto “attivi”. Barbero: tradizione quiescente e tradizione
attiva (volgare), i copisti hanno più rispetto per le opere in
latino. Questo atteggiamento attivo a cui Gaston Paris fa
riferimento è anche nella forma (arrivare al linguaggio moderno)
ad esempio l’epica:
LASSA (insieme di molti versi uniti dall’assonanza),
RIMA (uguaglianza fonetica fra due o più parole a partire da una
vocale tonica – cane, pane)
ASSONANZA: uguaglianza fonetica dei suoni vocalici (cane –
mare) a partire dalla vocale tonica
CONSONANZA: ha in comune i suoni consonantici
I poemi epici si basano sull’assonanza, un certo numero di versi
uniti dall’assonanza.
La LASSA al contrario della strofa, è un’insieme di versi uniti
dall’assonanza. La Chanson de Roland, ad esempio: tra il XII e il
XIII secolo si abbandona l’assonanza per la rima, i copisti
modificano gli antici poemi epici da assonanze a rime
(atteggiamento attivo). L’editore per eccellenza della Chanson
de Roland è Segre. Gaston Paris parla di errori guida, il principio
di maggioranza, testimone interposito perduto, divinatio, etc.
(cose già viste). La distinzione tra critica delle lezioni e delle
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 27
forme, varianti di forme e di sostanza, alle quali noi dobbiamo
guardare.
L’interpolazione è testo presumibilmente aggiunto dal copista
indicato in parentesi quadra.
Come ricostruire la lingua originaria del testo.
Stabilire la vicinanza nel tempo e nello spazio del manoscritto al
suo autore: nello spazio è molto difficile, con il gioco delle rime è
più semplice perché il copista non può cambiarle. Sistema del
testo di partenza, sistema dell’uso linguistico del copista: dà
origine al diasistema (Segre): è un’interferenza che la
Meneghetti paragona a manoscritti a relé che modificano e
ritrasmettono il testo.
Ma le caratteristiche linguistiche di un’opera letteraria non
sempre corrispondono alla lingua parlata; il Siciliano illustre (non
è una lingua parlata), la letteratura ha un codice proprio diverso
dalla lingua parlata. Nella letteratura provenzale si usa
attendersi al manoscritto guida, il più vicino nel tempo e nello
spazio. Il metodo Lachmaniano è detto stemmatica con
accezione negativa e tra la fine dell’ ‘800 e i primi 10/15 anni
del ‘900 conquista la filologia dei testi medioevali, sia romanza
che in germania: Italia, Francia, Germania, la Spagna ne resta
fuori. Tra il 1913 e il 1928 l’allievo di Gaston Paris, J. Bedier
“uccide” il maestro svuotando le teorie di Gaston Paris su
Lachman e il suo metodo e Bedier non lo fa solo per la critica del
testo ma anche sull’origine della Chanson de Geste e sui
Fabliaux. Bedier è un personaggio accattivante che scrive molto
bene e per questo ha anche avuto successo. C’è da parte sua la
volontà di affrancarsi dalle idee del Maestro.
Siamo nel 1889, tutto ruota intorno a un testo “Lai de l’ombre”
componimento cavalleresco fantastico in versi fatto per le corti
con connotati fantastici del ciclo bretone, octosillabe (in
francese). E’ di Jean Renart del primo quarto del XIII secolo.
Bedier 17 anni dopo il maestro pubblica questo testo applicando
il metodo di Lachman come gli ha insegnato il Maestro Paris. Ha
7 testimoni e si basa su un albero (vedi pag. 67 del manuale) e
costruisce il suo testo. Nel 1890 Gaston Paris gli fa una
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 28
recensione, è il saggio del 1928 (vedi manuale): secondo Paris
nell’opera di Bedier vi è un nuovo stemma codicum “avevo
perso una bella occasione” pag. 68 del manuale. Fino a che si
tratta di studi preliminari gli alberi sono almeno a tre rami, (fin
quando ci si limita a costruire uno stemma ma non un’edizione).
Quando lo studio non si limita solo ai manoscritti ma si pubblica
un’edizione, l’albero diventa a due rami, quindi quando ci si
limita allo studio è applicabile il metodo di Lachman e tutto
funziona. Ne deriva (pag. 71 del manuale) una legge che può
essere così formulata … di queste due soltanto.
Bedier dice che in realtà l’editore lavora in maniera tale da far
discendere tutto da un albero sempre a due rami. Il metodo non
sarebbe scientifico ma basato sulla soggettività dell’editore.
Effettivamente il metodo di Lachman non insegna a fermarsi nei
raggruppamenti, se gli alberi sono tutti a due rami è l’editore
che scegli in base alla propria cultura e quindi il testo non avrà
alcun valore storico. La meccanicità del metodo di Lachman è
pura illusione.
1. gli editori cercano di arrivare alla situazione dei due rami
per costruire un testo che non è mai esistito, ciò avviene
per loro comodità
2. il testo che abbiamo davanti non è il mitico reale ma
delle scelte operate dall’editore
Secondo Bedier bisogna attenersi al manoscritto (bon
manoscript) storicamente piuttosto che incrociare diversi rami,
cercando di ricostruire l’originale (impossibile) solo così saremo
sicuri di leggere qualcosa di storicamente esistito, eliminando
solo gli errori evidenti e attenendosi al testimone.
In assenza di errori sicuri congiuntivi o separativi, è meglio
astenersi dal costruire uno stemma codicum.
I testimoni sono individui che rappresentano stazioni intermedie
verso l’originale, non esistendo un metodo giusto o sbagliato;
non è giusto Lachman e neppure Bedier, e nel contempo sono
entrambi giusti. In altre parole, secondo Bedier, il metodo di
Lachman non indica come fermarsi fino a creare i due rami per
poi crearne uno. Gli stemma codicum possono essere infiniti
(vedi pag. 81 del manuale) – Jean Renart.
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 29
Bedier ha una posizione storicistica: ciò che è avvenuto su ciò
che è virtuale, lo stemma serve a costituire le varianti erronee e
quelle corrette. Egli ritiene comunque necessario lo studio dei
testimoni per scegliere il Bon manoscript che comunque, anche
essendo soggettivo, è almeno esistito storicamente.
Sebastiano Timpanaro cerca di affrontare la questione su come
sia possibile spiegare il bosco degli albero a due rami.
L’archetipo nel corso del tempo si è modificato per cause
meccaniche (perdita di pagine, ad esempio) e quindi lo stesso
archetipo può aver generato due rami. Molte volte accade che
una famiglia risulti con errori evidenti (Y e B mente ∂ è un
individuo, mentre B è frutto del filologo che ha messo di tutto
dentro (vedere pag. 256 del manuale). Il testo critico basato
sullo stemma codicum è un’ipotesi. Per essere lachmaniani oggi
bisogna prima essere stati anti Bedier- Pasquali, nessuno oggi è
in grado di ricostruire come parlavano, ad esempio, gli antichi
siciliani.
Ieri si è visto Bedier che accusa gli editori di fare testi con
nessuna realtà storica. Meglio un buon manoscritto realmente
esistito. I manoscritti sono individui storici, infatti, momenti della
trasmissione di un testo che, spesso, (ad esempio fra le due
guerre) si riproducevano a caso.
In Italia la forza delle obiezioni di Bedier si colloca bene; fra le
due guerre vi è un clima culturale improntato alle idee di
Benedetto Croce e del suo idealismo, la filologia in Italia ha dei
problemi perché la critica basata sul senso estetico non è
attenta alla ricostruzione di un testo. Per Croce la filologia ha
una funzione ancillare (serva) per la costruzione estetica.
Un’intera collana edita da La Terza, diretta da Benedetto Croce,
“Scrittori Italiani” era priva di apparato critico. Tranne l’edizione
del 1928 di Debenedetti dell’ Orlando Furioso. Debenedetti fu
il più importante filologo che ha insegnato all’Università di
Torino e fu tra i docenti cacciato con le leggi razziali (era, tra
l’altro, zio materno di Segre). In Italia vi è una situazione a-
filologica se non antifilologica: ci sono solo Barbi (Vita Nuova) e
Pasquali che propone l’edizione con un sistema (introduzione,
apparato, etc.) fra gli anni ‘30/’40.
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 30
Pasquali pubblica “Storia della tradizione e critica del testo” che
nasce come recensione al volume di Maas del 1927 dove
identifica gli errori guida; Bedier già disse che gli alberi si
costruivano su alberi poco giustificati. Già nel titolo dell’opera di
Pasquali c’è il programma: la ricostruzione delle edizioni dei
testi non può essere separato dalla storia di quella edizione. La
tradizione di un’opera (diretta o indiretta) che ha portato fino a
noi l’opera. Pasquali non critica Lachman, ma l’applicazione ad
ogni tipo di tradizione ogni situazione, determina i modi
dell’edizione:
i rimaneggiamenti del copista ad esempio, ma dobbiamo
conoscere i testimoni, la loro storia, capire come sono fatti
variante d’autore: volontà dell’autore di dare più versioni
della stessa opera
La nostra idea di letteratura stabile e monumentale non è la
stessa di un tempo, è un’idea classica e poi romantica; nel
Medioevo non c’è questa idea se non per la lirica, ma i cantori,
fabliaux, sono più modificabili perché concepibili come di
nessuno.
Azione che il ricordo mnemonico ha sul copista “vuolsi
colì colà..”
Contaminazione: manoscritto che per alcuni tratti fa
gruppo ad una famiglia e per altri ad un’altra famiglia.
Tutti questi elementi fanno dire a Pasquali che il metodo di
Lachman non può essere usato universalmente, non è una
critica al metodo in se stesso ma alla sua indistinta applicazione.
Ancora oggi l’idea che bisogna dare un ordine razionale ai
manoscritti esiste, il metodo di Lachman è formidabile per
ordinare i testimoni e Pasquali non lo ha mai messo in dubbio,
egli mette in dubbio la sua rigidità e solo studiando la tradizione
del testo si può raggiungere qualche risultato.
Sul concetto di variante d’autore, all’inizio molto utilizzato,
eccessivamente, ora bisogna fare più attenzione e Pasquali
sull’ultima edizione del suo volume, negli anni ’60, insiste di
meno su di esse.
Per capire la critica del testo oggi bisogna essere passati per
Bedier e per Pasquali per pubblicare un testo.
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 31
Esempio: l’edizione critica dei Promessi Sposi ha creato qualche
problema, tenuto conto che Fermo e Lucia è una macrovariante
d’autore.
A = le stampe del Fermo e Lucia
Z = Promessi Sposi
Y27 = Promessi Sposi edizione del 1827
X40 = Promessi Sposi edizione del 1840
Varianti evolutive: lo stesso autore modifica nel tempo e Barbi lo
capisce e li tratta come individui a se.
Petrarca: 9 fasi di rielaborazione del Canzoniere. Abbiamo
l’autografo del Canzoniere, le variazioni riguardano anche
l’ordine dei singoli componimenti.
Tutto questo per dimostrare l’importanza della storia della
tradizione di un testo (Pasquali)
Nel 1938 Balbi pubblica “La nuova filologia e l’edizione dei
nostri scrittori da Dante a Manzoni”.
Alla fine della seconda guerra, con Contini, in Italia vi è un
ritorno a Lachman che non prescinde dalle osservazioni di
Bedier e Pasquali. Contini sostiene che per essere lachamaniani
oggi è necessario aver fatto un’esperienza antilachmaniana (con
Bedier) e postlachmaniana (con Pasquali). L’idea della difrazione
in absentia è un concetto translachmaniano (vedi pag. 68
dell’allegato H).
Neolachmanismo: corrente che da Contini recupera Lachman
per il metodo di razionalizzare ma con le eccezioni di Bedier e
Pasquali e abbandonando l’idea che sia possibile ricostruire
l’originale, un mito
Contini: edizione critica è un’ipotesi di lavoro, la più scientifica –
e quindi fruibile in modo da poter essere criticata - ed
economica - con il minor numero di passaggi - , questo è
neolachmanismo. Quindi in sostanza:
1. Lachman serve per ricostruire, dare un senso ai vari
testimoni
2. l’edizione critica così fondata è quindi un’ipotesi
modificabile nel tempo
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 32
Bedier: non c’è un metodo solo, unico, valido per tutti, ma per
ogni situazione cambia.
Ogni singolo prodotto editoriale ha una sua individualità
Lachman va bene per dare ordine a dei dati
Negli anni 40/50/60 vi era la contrapposizione tra lachmaniani e
bedieriani con connotati nazionalisti e grazie al neo o
translachmanismo, che nasce in Italia, viene superata.
Concetto francese di muovere, variance.
Negli anni ’70 si con Roncaglia si sviluppa lo strutturalismo: A è
l’emittente, il testo scritto nel momento vissuto dall’autore, R è
come lo vediamo noi. Se vogliamo gli stadi intermedi abbiamo
bisogno di Lachman,
Segre prende da Bedier e da Lachman sostenendo che c’è un
luogo del reale (l’edizione critica) e un luogo del virtuale
(l’apparato); egli apporta al dibattito molti elementi, tra i quali:
Diasistema: alla fine delgi anni ’70 Segre si collega al quadro
tipico dopo Contini, di contrapposizione Bedier – Lachman.
Concetto di Segre preso dalla dialettologia, frutto della reciproca
interrelazione fra due sistemi linguistici; noi non abbiamo un
solo sistema linguistico (parlato e scritto) DIA sta per
attraversamento e Segre con questo concetto introduce l’idea
che i testimoni di un’opera sono da considerarsi diasistema e
cioè compromesso tra sistema di partenza, l’origine di un’opera,
insieme di forme, di stili, di idee: quando il coista copia l’opera
ha un suo sistema e lo applica. Non riguarda solo la forma
perché già Paris l disse, ma anche i contenuti, la cultura e le
ideologia e la copia dell’opera è il riadattamento mediato dal
copista. Ogni copiatura è un diasistema e Segre sostiene che si
ha un sistema con una serie di diasistemi che creano entropia
con fuga dal centro, allontanamento dalla forma originaria. Ma
questo non è semplice e se ogni testimone è un diasistema,
allora i rapporti genetici tra i testimoni avranno certe
caratteristiche ideologiche che fanno pare di uno stesso sistema
e quindi di un unico originale. Segre parla di dialisi, operazione
che serve a separare elementi puri e impuri, immaginando
l’albero lachmaniano di due rami (che Bedier critica
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 33
aspramente) si avranno i due rami che si allontanano
dall’originale ma le caratteristiche di ogni lato sono uguali.
E’ una sistematizzazione non del tutto nuova, Contini (ipotesi di
lavoro) Paris (sistema di partenza più sistema di arrivo). Quindi
non si guardano solo gli errori congiuntivi e separativi. Per
mettere ordine tra i testimoni si usano gli errori guida, i
diasistemi, dopo possiamo fare delle ipotesi di testo originale,
nello stesso tempo (Segre) l’edizione deve rimanere fedele al
dato testuale, c’è un una nuova relazione tra testo (luogo del
reale) e apparato (luogo del virtuale) i manoscritti valgono più
della ricostruzione combinatoria del filologo. Se il testo è il luogo
del reale, nell’apparato possiamo fare tutte le congetture che
vogliamo, che rimangono ipotesi, non ricostruiscono un testo
mai esistito. Il testo critico si atterrà il più possibile al
manoscritto, l’apparato proporrà altre soluzioni, ma non a testo,
per non creare un mostro mai esistito storicamente. E’ un’idea
molto interessante. Si cambia il modo di percepire l’apparato,
come luogo di discussione, del virtuale, non statico, no
proposte, discussioni per non proporre a testo qualcosa che
storicamente non è mai esistito. E’ vero che il restauro di
un’opera non rovina i precedenti ma in ogni modo il lettore
legge ciò che il filologo elabora, secondo quindi un’ipotesi.
“Imperativo etico a comprendere” (Segre), bisogna cercare di
capire ciò che ci circonda e per il filologo è fornire
l’interpretazione dei dati che è il contrario di Bedier con il buon
manoscritto.
Segre è il superamento di Lachman e di Bedier perché l’edizione
critica non può prescindere dalla tradizione storica. Avalle
“abbiamo due verità da ricostruire: dell’autore e dei testimoni”.
Tra testo critico e verità del protagonista vi è differenza, sono
ipotesi fondate, argomentate, discusse ma mai da identificare
con l’originale.
La storia culturale di Avalle, che ha portato la semiologia di
Avalle. Ha insegnato all’Università di Torino. Nel 1960,
quarantenne, pubblica il Trovatore (edizione critica) a cui Carl
Bartch aveva dedicato per primo, alcuni studi lachmaniani. E’
neolachmaniano e consapevole che l’edizione critica è
un’ipotesi, la più economica, ma apporta alcune novità: agli inizi
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 34
della sua esperienza è alla ricerca della verità d’autore
analizzando la tradizione manoscritta, non solo poesia per
poesia ma l’intera opera del Trovatore. Si accorge che esiste
una specie di libro di poesie, dove i componimenti sono messi in
un certo ordine dall’autore e si è trasmesso manoscritto per
manoscritto con quest’ordine. Petrarca, per primo, costruisce un
libro dove le poesie hanno un senso fra di loro, sono collegate in
un certo ordine deciso dall’autore. Studiando la tradizione del
Trovatore Avalle dice che esiste una raccoltina che deriva
dall’autore stesso. La tradizione viene usata sia per ricostruire il
testo della poesia, sia quello del canzoniere.
Critica interna: quella inerente al testo, gli errori che ci indicano
la relazione tra i testimoni
Critica esterna: paratesto, sequenza dei componimenti, le
miniature, l’analisi delle varianti, gli errori guida.
Se in 10 testimoni, 5 poesie sono sempre nello stesso ordine,
non è ininfluente, se non è casuale, esisteva un libro d’autore?
Sono tutti testimoni dello stesso archetipo? E’ casuale? Questi
elementi di critica esterna non bastano per dire che sono
imparentati ma sommati alla critica interna la probabilità
aumenta.
Avalle dice di usare la critica interna più la critica esterna. La
critica esterna non è sufficiente, lo diventa solo quando si
coniuga con quella interna. Avalle quindi ricostruisce un’ipotesi
di Pierre Vidal, Trovatore, sul libro “La letteratura trobadorica e
la sua tradizione manoscritta” nel 1961. E’ un caso unico di
cercare di dare una tradizione unica di un’intero fenomeno
letteraio e viene fuori, ad esempio, che dovevano esistere dei
manoscritti con varianti in interlinea fatti usciti dagli scriptorium,
sono le editio variorum (vedere pag. 136 dell’Allegato E), da cui
discendono i manoscritti esemplati in Italia, riportano quindi
delle varianti aggiunte in interlinea che il copista non si è
accorto fossero varianti. Avalle cerca delle concordanze della
lingua poetica delle origini e per fare questo si chiede se può
utilizzare le edizione critiche ma non esiste edizione critica che
non tralasci molto materiale. L’interesse è linguistico per
ricostruire un vocabolario della lingua, poetica delle origini e che
sia dell’autore o del copista ha poca importanza. Non usa le
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 35
edizioni critiche ma i manoscritti come portatori di poetica della
letteratura italiana dalle origini (vedi: Madonna dir vo voglio). Se
prendiamo l’edizione critica si rischia che molto materiale non
sia censito, allora guardiamo i singoli testimoni perché si
capisce come veniva fruita la forma libro nel medioevo, alle
volte è un’antologia selezionata e mirata e non casuale, la
scelta dei componimenti è significativa, la loro sequenza anche.
Questi canzonieri che abbiamo sempre svuotati, Avalle li
considera degli organismi con alle spalle un progetto, un’idea
non sempre quindi frutto del caso e di conseguenza, da
ricostruire. Se bisogna ricostruire la lingua della letteratura
italiana, non uso le edizioni critiche ma i testimoni, le
interpretative (non le diplomatiche) dei singoli testimoni.
Ricostruire un dizionario per ricostruire il testo, per
comprendere l’usus scribendum del tempo, a discernere tra una
variante e l’altra, non è soltanto un’operazione lessicografica
ma anche vedere come veniva usata una certa parola.
Si parte quindi da Lachman, o neolachmanesimo (Bedier,
Pasquali, Contini), per arrivare alla fine della sua parabola
(personaggio con grande fascino) con questa grande idea:
fin’ora si è cercato l’originale che però è spesso in attingibile,
ora cerchiamo la volontà dei singoli testimoni, come veniva
fruito, come era la forma del libro, la lingua. Con i sistemi
informatici, ora è più semplice, le concordanze, ad esempio, le
sono su CD.
Costellazione ∑ (epsilon): serie di edizioni variorium accomunate
tra loro a formare una costellazione. Discendono tutti i
canzonieri trobadorici edizionati in Italia
Gruppo Y: è un subarchetipo esistito da cui hanno avuto origine
alcuni testimoni di area Francese
Terza tradizione: costituita da testimoni esemplati in Italia
(lettere maiuscole codici pergamenati, minuscole, cartacei) e
strettamente imparentati. Questo canone conferma l’idea che
Groeber (Fierabras) che nel 1875, con uno studio sulla
tradizione manoscritta dei Trobadori, sulla base di critica
esterna, aveva già individuato la terza tradizione.
Filologia d’Autore: come rendere visibile e fruibile opere con
continue revisioni dell’autore stesso. E’ un ramo recente della
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 36
filologia, anche se Barbi, sul volume su Dante e Manzoni, si
era già posto il problema con i Promessi Sposi. Le redazioni
plurime di una stesa opera riguardano poco la letteratura
medievale, più quella moderna e contemporanea (Tasso, la
Gerusalemme conquistata – liberata, noi leggiamo la liberata
perché ci piace di più, ma quella che Tasso considerava sua è la
conquistata). Dei “Ricordi” di Guidcciardini, ad esempio, ve ne
sono 3 edizioni.
Nel medioevo troviamo il “Libro del bueno amor” di Luis,
Spagna, vi sono due versioni, secondo alcuni. C’è il
rimaneggiamento d’autore, ad esempio modificare il
destinatario della poesia.
Noi lavoreremo su un’opera “work in progress”, Il canzoniere di
Petrarca, l’Orlando Furioso, vi sono 5 canti che l’autore elaborò
successivamente e mai usciti, canti pessimisti frutto degli ultimi
anni di Ariosto che non vennero mai integrati nel corpo.
Del Canzoniere di Petrarca abbiamo il codice degli abbozzi
(vedere pag. 35 dell’allegato I), questo tipo di studi, oltre ad
essere interessanti, ci mettono di fronte al fatto che ogni opera
è un sistema di segni e ogni segno va messo in relazione con
tutti gli altri segni.
Vedere Allegato L
Francesco Petrarca, Canzoniere, ristampa 1992 – Introduzione
del Contini, canzone 207 del Canzoniere.
Romanò, codice degli abbozzi, edizione interpretativa del
codice degli abbozzi di lavoro di Petrarca. VL 3196-1955.
Filologia d’autore: è stata usata nel 1987 per la prima volta da
Dante Isella ne “Le carte mescolate. Esperienze di filologia
d’autore”. L’oggetto non nasce con Isella ma la pratica che
analizza le varianti evolutive, il work in progress, già esisteva
(varianti d’autore). In Italia è a Contini che dobbiamo
l’illuminazione dell’importanza di questi tipi di approccio, nel
1943 con il “Saggio di un commento …” dove per la prima volta
si dimostra come un testo è arrivato a noi; Contini per la prima
volta (viveva in Svizzera, esule politico) in Italia affronta questo
problema, l’evolversi di un’opra con le diverse versioni di autore
è importante ai fini letterari, è come aver davanti un laboratorio
di scrittura. La filologa d’autore riguarda poco la letteratura
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 37
medievale perché non abbiamo gli autografi o diversi autografi.
Riguarda ambiti extramedievali, Manzoni, Carlo Porta (poeta in
dialetto del romanticismo italiano) Montale, Leopardi, Fenoglio.
La filologia romanza in Italia ha connotazioni quasi
esclusivamente medievali.
Il lettore deve poter avere davanti a se lo svolgersi del lavoro
nelle varie fasi (vedere pag. 35 allegato I). Questa edizione
diplomatica è di difficile lettura, non usa le interpunzoni, non va
a capo alla fine di ogni verso. A pag. 36 si discute verso per
verso e poi si mette a testo l’ultima redazione (degli abbozzi) e
si discute in apparato le varianti evolutive. A pag. 35 c’è il
processo evolutivo con un solo colpo d’occhio; a pag. 36 c’è
l’ultima redazione e in apparato tutte le modifiche e diventa più
leggibile. Oggi questa operazione è agevolata dall’ipertesto. La
struttura di Romanò delle edizioni interpretative non è comoda e
un po’ complicata.
Vedere allegato M pag. 265: l’edizione critica di Petrarca si basa
su un unico manoscritto autografo o comunque scritto da copisti
con l’autorizzazione di Petrarca. L’edizione critica non si
preoccupa delle fasi evolutive, l’edizione di Contini non ha
apparato perché deve avere altri contenuti.
Conclusione: Roncaglia “tra i due apparati dell’edizione di
lachman e di Bedier non c’è conflitto ma sono diversi perché si
riferiscono a due oggetti e finalità differenti:
a cosa serve l’edizione, la sua finalità
a chi è destinata l’edizione
Varvaro: i filologi non devono essere accomunati da un metodo
ma dal problema di come proporre le opere ai lettori, la
ricezione scientifica dei testi, il metodo deve però essere
spiegato.
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 38
Indice Analitico
abbreviazioni..............11, 12Accademia della Crusca. . .15adiafore..........................4, 5
adiafora.........7, 20, 24, 25allegato. .10, 11, 18, 19, 26,
34, 39, 40Allegato....19, 23, 24, 37, 39allegato A...................10, 11Antonelli...........................19Antonello..........................11apparati................................
Apparato.......................18Apparati................................
apparato........................18apparato.19, 21, 24, 25, 32,
34, 35, 40apparato negativo 19, 24, 25apparato positivo........19, 21archetipo. .8, 15, 24, 28, 31,
37Archetipo............................5ASSONANZA.....................29au même au même............6Avalle....6, 11, 19, 20, 36, 37Balbi.................................34Balduino...........................11Barbero............................28Barbi.........21, 28, 32, 33, 38Bartch...............................36Bedier 10, 15, 29, 30, 31, 32,
33, 34, 35, 36, 38, 40bedieriani...................16, 34Bembo..............................15Bibliografia...........................
Indicazione bibliografica.............................19, 20
biblioteca vaticana...........10biffatura............................10Boccaccio...................15, 26bon manoscript................31Bon manoscript................31brachigrafici.....................10Brambilla..............11, 19, 24Buenamor.........................17cancellatura......................10Canzoniere.................33, 39Cavalcanti........................18Chanson.....................29, 30Codex Optimus.............4, 27Codex Receptus..................5Codex Vetustissimus..........5codice interposito...............8Codice interposito.............20Codices Plurimi...................5
Collatio.........................6, 20collazione...................19, 25Collimare..........................12Concordanza.....................18CONSONANZA..................29Contaminatio....................17Contini....24, 25, 26, 28, 34,
35, 38, 39, 40copisti...................................
copista.6, 7, 8, 17, 20, 23, 24, 26, 28, 29
Copisti..................................copista.............................7
Costellazione ∑.................38Critica del testo....................
critica dei testi.................2Critica esterna..................37Critica interna...................36Croce................................32Cronologia della storia della
critica del testo..............26Dante5, 9, 10, 15, 34, 38, 39De Rerum Natura................4De Vulgari Eloquentia.......28Debenedetti......................32Definizione di critica del
testo..............................20dialisi................................35diasistema..................29, 35Diasistema........................35dificilio..................12, 25, 26Difrazione...................24, 26difrazione in absentia.......34difrazione in presentia......26diplomatica...........11, 12, 21Divina Commedia. . .3, 9, 15,
19, 23divinatio.......................9, 29Ecdotica..............................2edizione critica. . .11, 18, 19,
20, 21, 23, 25, 27, 33, 34, 36, 37, 40
Edizione critica.....11, 15, 19edizione diplomatica...11, 12Edizione diplomatica.........11edizione interpretativa. . .11,
12Edizione interpretativa. . .11,
12edizioni variorium.............38emendatio....................9, 24Emendatio..........................9errore...................................
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 39
errori 5, 6, 7, 8, 14, 16, 20, 23, 28
errore congiuntivo........8, 16Errore gruida congiuntivo. 20errore guida..........................
errori guida..........6, 14, 28Errore guida separativo....20errore separativo................8errori congiuntivi..................
errore congiuntivo. 6, 8, 9, 35
errori guida...........................errore guida7, 8, 9, 15, 19,
20, 29, 32, 35errori separativi....................
errore separativo.............8errori sostanziali...........7, 19espunzione.......................10Expicit..............................22fabliaux............................32Fabliaux............................30Falchetto..........................10Fermo e Lucia...................33Fierabras....................27, 38Filologia..............1, 2, 38, 39foglio..........7, 10, 11, 22, 23formario............................18Formario...........................21Galilei...............................25Gaston............27, 28, 29, 30Grober..............................27Gruppo Y..........................38Guidcciardini....................38Inglese..............................20interlinea......................7, 37interpolazione...................29interposti............................4interpunzione...................10ipotesi.2, 11, 18, 20, 31, 34,
35Isella.................................39Jacopo da Lentini..............10Kant..................................27Karl Lachman......................4Lachman...4, 5, 6, 9, 10, 11,
14, 16, 17, 18, 20, 23, 26, 27, 28, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36
lachmaniano.....................35Lai de l’ombre...................30LASSA.........................28, 29Lectio difficilior...................9lectio dificilior...................10Lentini..................18, 19, 23Libro del bueno amor.......38Linguistica..........................1liquide..............................10
Lucrezio........................4, 26Luis...................................38luogo del reale............34, 35luogo del virtuale........34, 35Maas. 6, 8, 16, 17, 20, 28, 32Madonna.....................10, 37Manoscritto.........................7manoscritto base........18, 21manuale.........16, 28, 30, 31Manzoni................34, 38, 39Meneghetti.......................29Metodo.............................20Metodo di Lachman............9neolachmanesimo............38neolachmanismo..............34Neolachmanismo..............34Nibelunghi..................26, 28octosillabe........................30Orlando Furioso..........32, 39ortografia......................6, 10Paris..........27, 28, 29, 30, 35Pasquali....9, 15, 16, 17, 18,
31, 32, 33, 34, 38pergamena.................10, 22Petrarca....15, 33, 36, 39, 40Petrocchi....................15, 19Porta.................................39postlachmaniana..............34principio di maggioranza. .2,
3, 5, 7, 8, 9, 14, 20, 29Promessi Sposi.....18, 33, 38provenzale..............3, 27, 29Raimbaut de Vaqueiras......3Rajna................................28rapporti genealogici..3, 6, 7,
9, 17, 20rasura...............................10Recensio.................5, 16, 20Recensio chiusa................16receptus...........................23Renart........................30, 31restauro paleontologico....18RIMA.................................28Romània.............................1romanice loqui....................1Romanò......................39, 40Romanticismo...................27Roncaglia....................34, 40scriptorium.............7, 17, 37Segre........29, 32, 34, 35, 36separativi............6, 9, 31, 35Siciliano illustre................29stemma codicum.............12stemma codicum. .6, 15, 20,
27, 30, 31stemmatica......................29strategia totalizzante........21
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 40
Strategia Totalizzante.......18tachigrafici.......................10Tasso................................38Terza tradizione................38text kritik............................2Timpanaro........................31tornada.............................17translachmaniano.............34translachmanismo............34Trobadori..........................38trobadorica.......................10Trovatore....................36, 37umanisti...............................
umanista...................4, 23
usus scribendi...............9, 10usus scribendum..............38variante d’autore........32, 33Varianti d’Autore..............17Varianti evolutive.............33Varianti formali...................7Varianti sostanziali.............7Varvaro.............................40VATLAT 3199....................15vetustissimus...................23Vidal...........................27, 37Vita di Sant’Alessio...........28Vita Nuova..............5, 28, 32
Appunti del corso di Filologia e linguistica Romanza a.a. 2002 – 2003 PAGINA 41